Donatella Spagnolo. Santi e scene bibliche nell iconografia dal XV al XVII secolo
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1 Museo Regionale di Messina III Corso di aggiornamento per operatori didattici ( ) Questioni teoriche e metodologiche. Spunti per una lettura integrata del patrimonio museale Donatella Spagnolo ABSTRACT Santi e scene bibliche nell iconografia dal XV al XVII secolo Introduzione e concetti generali Oggi siamo portati a considerare i dipinti religiosi antichi come opere d arte: cerchiamo in essi principalmente un appagamento estetico legato allo stile o una sollecitazione intellettuale, un accrescimento delle nostre conoscenze. Ci è dunque difficile capire fino in fondo cosa rappresentassero nei secoli passati le opere d arte nelle chiese. Tende a sfuggirci il loro precipuo valore dottrinale e sociale, il ruolo di medium nella meditazione religiosa e nella preghiera. E tuttavia, la lettura di un dipinto religioso non può prescindere dalla comprensione anche di questi aspetti, che riuscivano a condizionare non solo, com è ovvio, il soggetto dell opera, ma in alcuni casi anche lo stile, i colori, il tono e l intensità emotivi, la struttura fisica dell opera e l organizzazione dello spazio all interno della raffigurazione. Ma penetrare il significato, il contenuto, significa entrare nel vivo della cultura delle varie epoche, meglio della cultura diffusa che di quella alta, elitaria. Le fonti di questa cultura religiosa, in senso ampio popolare, possono essere molteplici: oltre a qualunque documento che riguardi la vita quotidiana e la cultura materiale, sono i testi di santi e religiosi, i sermoni, i trattatelli, le leggende, da comparare ai testi storiografici veri e propri e alle Sacre Scritture. La lezione è partita dalla definizione di iconografia, dalla sua distinzione rispetto alla iconologia e dalla individuazione delle principali fonti, antiche o recenti, fondamentali per avvicinarsi a questa materia, fino ad arrivare all analisi di alcuni tipi iconografici e fornire una traccia e un metodo utili per il riconoscimento. Sono state quindi trattate le iconografie principali di alcuni dei santi più popolari e leggendari, delle sante martiri più conosciute in Sicilia, dei santi
2 eremiti e anacoreti dagli attributi simili (e che quindi potrebbero facilmente confondersi); di alcuni apostoli; di una o due scene bibliche. Distinzione tra iconografia e iconologia L iconografia - dal greco: descrizione delle immagini - è la disciplina che si occupa dell analisi, della classificazione e del riconoscimento delle immagini, dei soggetti e dei temi; mentre l iconologia (studio delle immagini) li interpreta, studia le motivazioni dei contenuti, il loro significato simbolico, a volte poco chiaro o nascosto, messo in relazione con la società e la cultura all interno delle quali l opera è stata realizzata. L iconografia fornisce dati ed elementi di osservazione, invece l iconologia è un vero e proprio metodo di studio che, attraverso riferimenti storico-culturali, antropologici, filosofici, psicologici, propone un punto di vista complementare all analisi stilistica e alla contestualizzazione storica. I confini tra questi due tipi di approccio, che possono considerarsi branche della storia dell arte, sono piuttosto sottili e l iconografia sconfina spesso nell iconologia: nei casi di individuazione dubbia di un soggetto, ad esempio, il metodo iconologico viene in aiuto alla mera analisi iconografica. I testi di riferimento per l iconografia sono essenzialmente dizionari o soggettari che propongono una classificazione dei temi e dei personaggi. La lezione ha affrontato esclusivamente problematiche iconografiche, con la finalità di esporre un metodo di analisi utile per facilitare il riconoscimento dei santi e dei soggetti nelle immagini artistiche; non si è addentrata, quindi, in tematiche di carattere iconologico. Come si riconoscono i santi nell arte? Nei primi secoli del cristianesimo, si scriveva il nome del santo accanto all immagine, come vediamo ancora in alcuni dipinti di epoca pienamente medievale ma di marcata influenza orientale. Inoltre i santi potevano recare oggetti che ne richiamavano genericamente il ruolo di profeti o apostoli: un libro, un rotulo, oppure la croce simboli che nell arte bizantina o di influenza bizantineggiante si conservano più a lungo. Invece in Occidente, già tra il V e il VI secolo e soprattutto più tardi in ambito romanico e gotico, cominciarono a comparire gli attributi specifici, attraverso i quali si poteva giungere alla identificazione esatta del santo. Quest ultimo tipo di attributo può riassumere sinteticamente uno degli episodi fondamentali della vita del santo (ad esempio, le due chiavi per san Pietro - autorità di sciogliere e di legare conferitagli da Cristo -; la croce per sant Elena - ritrovamento della Croce di Cristo ; le tre sfere d oro o i tre sacchetti per san Nicola in ricordo dell elemosina alle tre fanciulle
3 che le salvò dalla prostituzione); o indicare lo strumento del martirio (graticola per san Lorenzo, spada per san Paolo, ruota per santa Caterina, frecce ed arco per san Sebastiano); o nascere da una particolare interpretazione data al nome (l agnello per sant Agnese, gli occhi per santa Lucia, il Cristo Bambino sulle spalle per san Cristoforo); o riferirsi alla specifica professione del santo (vaso con unguento e borsa per i santi Cosma e Damiano, che erano medici). Quest uso continua nel XV e XVI secolo; dal Seicento in poi si allenta, anche perché scompaiono i polittici, che vengono sostituiti dalle pale con sacre conversazioni o dalla raffigurazione del martirio vero e proprio: i santi cominciano a perdere i segni caratteristici e diventa più difficile riconoscerli; gli attributi non sono più ostentati, ma spesso diventano elementi della scenografia. Le fonti Gli attributi e le scene della vita dei santi sono desunti da fonti liturgiche, letterarie o dalle leggende. Tra le fonti liturgiche sono i martirologi, con il dies natalis del santo (ossia data della morte, che coincide con la nascita alla vita eterna) e alcune vicende della sua vita. Le fonti letterarie invece sono costituite dalla Bibbia (Antico e Nuovo Testamento, Atti degli apostoli, Vangeli apocrifi, il protovangelo di Giacomo), dagli scritti dei giureconsulti, dagli editti imperiali, da passi della patristica. Le più ricche e importanti tra le fonti letterarie sono i Vangeli, come si sa quattro, scritti dai primi seguaci di Cristo: Matteo e Giovanni, che erano apostoli; Marco, un discepolo diretto di san Pietro e che quindi raccolse la sua testimonianza; Luca, uno dei primi convertiti al cristianesimo, che apparteneva al mondo greco e scrisse uno dei Vangeli e gli Atti degli apostoli. Le fonti letterarie comprendono anche gli Acta (con i verbali dei processi subiti dai martiri), le Passiones dei martiri e le Legende, come la più famosa Legenda Aurea, che è una raccolta di vite di santi, circa 150, scritta da Jacopo da Varazze, arcivescovo di Genova, nella seconda metà del Duecento. Jacopo da Varazze, o da Varagine, attinse alle fonti già esistenti, come i libri di letture conservati nelle chiese (i Lezionari e gli Atti dei santi) e le sue vite sono state la fonte di ispirazione più importante per l arte occidentale dal Medioevo in poi. La Legenda Aurea divenne famosa in tutta la cristianità perché poneva a disposizione di tutti i racconti che fino a quel momento non erano usciti dai libri liturgici, così che il barone nel suo castello e il mercante nel suo retrobottega furono in grado di assaporare a loro piacere tutte quelle belle storie Il candore, la credulità dell autore erano quelle del suo tempo; e le favolose storie del viaggio di san Tommaso in India, o del mantello miracoloso di san Giacomo, che la Legenda Aurea narra con tanto compiacimento, e che tanto dispiacevano ai severi teologi formatisi alla scuola dei
4 Padri del Concilio di Trento, erano, nel XIII secolo, accettate da tutti; venivano lette pubblicamente nelle cattedrali e venivano raffigurate nelle vetrate. 1. Iconografie trattate (con l ausilio di testi e immagini in formato Microsoft PowerPoint) Sant Eustachio con la visione del Crocifisso tra le corna di un cervo San Giorgio lascia la principessa per andare ad uccidere il drago San Giorgio trafigge il drago San Michele Arcangelo sconfigge il demonio e pesa le anime con la bilancia San Martino di Tours divide il mantello con un povero San Cristoforo Santa Margherita di Antiochia con il drago Sant Apollonia con le tenaglie Sant Agata con la croce e il pugnale (?) Sant Agata con le tenaglie e la lastra di marmo Sant Agata subisce il martirio del taglio dei seni Sant Agata guarita in carcere da San Pietro Santa Caterina d Alessandria e attributi Matrimonio mistico di Santa Caterina Santa Barbara con la torre dalle tre finestre Santa Lucia con il pugnale che la uccise Santa Lucia con la lampada Santa Lucia con gli occhi nella coppa Santa Lucia al sepolcro di Sant Agata Santa Lucia tirata di buoi per essere condotta al lupanare Ultimo martirio di Santa Lucia Seppellimento di Santa Lucia Sant Antonio Abate con simboli e attributi Le tentazioni di Sant Antonio Abbate Sant Antonio da Padova Sant Ilarione 1 E. Mâle, Le origini del gotico. L iconografia medievale e le sue fonti, ed. francese 1958, ed. it
5 Sant Onofrio Comunione di Sant Onofrio San Girolamo in meditazione nel deserto San Girolamo e l angelo del giudizio San Giovanni Battista nel deserto Battesimo di Cristo ( Ecce Agnus Dei ) Nascita del Battista Nascita della Vergine San Giacomo Maggiore e attributi Cena in Emmaus Ultima Cena San Pietro con simboli e attributi San Paolo con simboli e attributi Sbarco di San Paolo a Malta (San Paolo brucia il serpente) Visione di Ezechiele, ovvero il Trono di Dio e i simboli alati dei quattro evangelisti San Nicola e le storie della sua vita.
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