PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE SINTESI RELAZIONE DI PIANO

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1 PIANO FORESTALE TERRITORIALE DI INDIRIZZO AMBITO POLLUPICE SINTESI RELAZIONE DI PIANO APPENDICE 11 LA CERTIFICAZIONE DELLA GESTIONE FORESTALE E LA CATENA DI CUSTODIA PRINCIPI E CRITERI DELLA CERTIFICAZIONE DELLA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE Per "certificazione della Gestione Forestale Sostenibile" (GFS) si intende una procedura di verifica riconosciuta e collaudata che conduca all'emissione, da parte di un organismo indipendente, di un certificato che attesta che le forme di gestione boschiva rispondono a condivisi requisiti di "sostenibilità" riconosciuti a livello internazionale. I sistemi di certificazione si fondano sulla definizione di criteri e indicatori della "gestione forestale sostenibile", ovvero di parametri quantitativi e qualitativi (descrittivi) che permettano di valutare le performance ambientali e la sostenibilità dei sistemi di gestione forestale, se periodicamente misurati o osservati. Vari sistemi di certificazione identificano i prodotti contenenti legno o derivati (es. cellulosa) proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. I due sistemi utilizzati in Italia sono quelli del FSC (Forest Stewardship Council) e del PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes), considerati equivalenti a fornire garanzie al consumatore finale sull origine da foreste gestite in maniera sostenibile (Risoluzione del Parlamento europeo sull'attuazione di una strategia forestale per l'unione europea, 16 febbraio 2006). Entrambi i sistemi di certificazione sono volontari e si basano su controlli di parte terza; ciò significa che le verifiche e i controlli per ottenere la certificazione sono effettuati da un organizzazione indipendente e accreditata. FSC (Forest Stewardship Council ) Il Forest Stewardship Council è un organizzazione non governativa internazionale e senza scopo di lucro che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, associazioni di consumatori, proprietari forestali, tecnici, organismi di certificazione, industrie di prima lavorazione e di trasformazione e commercializzazione del legno. FSC opera in tutto il mondo per una gestione delle foreste e delle piantagioni garantendo la tutela dell ambiente naturale, rispettando la comunità locale. FSC prevede due tipi di certificazione: quella della gestione forestale e quella della Catena di Custodia (Chain of Custody CoC), che consente la rintracciabilità del prodotto. La certificazione FSC può essere adottata dai proprietari forestali o dalle aziende di lavorazione del legno, sia singolarmente che in gruppo. italia.it PEFC TM (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) Il PEFC è il Programma per il riconoscimento di schemi nazionali di Certificazione Forestale, governato dal PEFCC, cioè il Consiglio PEFC (PEFC Council), un associazione indipendente, no profit,

2 non governativa, fondata nel 1999 su iniziativa volontaria del settore privato, che promuove la gestione sostenibile delle foreste e la rintracciabilità dei prodotti di origine forestale. Lo schema di gestione forestale sostenibile è fondato sul rispetto dei Criteri e degli Indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la protezione delle foreste in Europa (Helsinki, 1993; Lisbona, 1998; Vienna, 2003). Il sistema PEFC prevede sia la certificazione della gestione forestale sostenibile che della catena di custodia (Chain of Custody CoC), che consente la rintracciabilità del prodotto, dal bosco al prodotto finito. La certificazione PEFC può essere adottata da proprietà forestali o aziende del legno e carta in forma individuale o associata. PEFC è la più grande organizzazione al mondo di certificazione forestale; due terzi delle foreste certificate nel mondo (244 milioni di ettari al 30 giugno 2013) sono gestite in conformità ai criteri PEFC di Sostenibilità. In Italia il 96% delle foreste sono certificate secondo lo schema di gestiuone forestale sostenibile del PEFC, corrispondente a ettari. I marchi PEFC e FSC connotano e valorizzano le aziende che gestiscono in maniera sostenibile il patrimonio forestale (e i prodotti derivanti dalle foreste ricavati) secondo regole e indicatori stringenti e verificabili in campo. La certificazione è quindi soprattutto uno strumento per verificare in concreto la realizzazione e la validità di una gestione forestale, attuata secondo standard di riferimento validati e riconosciuti a livello internazionale. FINALITÀ E FUNZIONI Le finalità e/o funzioni delle azioni necessarie al processo di certificazione, e realizzabili nel contesto di questo processo, possono essere riassunte come di seguito: verificare, garantire e certificare la piena sostenibilità della gestione forestale secondo parametri internazionalmente riconosciuti; controllo periodico che il patrimonio forestale sia veramente gestito in maniera corretta e responsabile in base a criteri riconosciuti (standard) di buona gestione forestale; dotarsi di uno strumento e di procedure di controllo della qualità gestionale; dotarsi di uno strumento di immagine e comunicazione sulla qualità gestionale (); porre le basi per la certificazione di sostenibilità delle possibili filiere legate alle risorse e al territorio su cui insistono i boschi demaniali (prodotti legnosi tradizionali, funghi, filiere legno energia, ecc.); contribuire in forma accreditata, riconosciuta e quantificabile alle politiche nazionali e internazionali di contenimento dei cambiamenti climatici e riduzione delle emissioni di CO2; ciò avviene attraverso la gestione forestale sostenibile (GFS) sottoposta al processo di certificazione, che viene ammessa tra le attività addizionali supplementari di cui all art. 3.4 del Protocollo di Kyoto (FM, Forest Management); determinazione dello stock di carbonio (carbon stock) giacente nei sistemi forestali e dei depositi incrementali (carbon sink) che da tale stock si generano in un determinato arco temporale anche in ragione della Gestione Forestale Sostenibile dei boschi.

3 COME OTTENERE LA CERTIFICAZIONE FORESTALE NELLE AREE DEI PFTI Di seguito si trovano i requisiti indispensabili per l ottenimento della certificazione forestale secondo i due diversi sistemi, cioè PEFC e FSC. Cosa deve fare una proprietà forestale per certificarsi secondo lo schema PEFC Requisiti della proprietà Al fine di ottenere la certificazione della gestione forestale sostenibile un Consorzio, una organizzazione/amministrazione o un azienda forestale deve avere i seguenti requisiti: 1. Pianificazione di tutte le proprietà forestali che si intendono certificare (con piani di assestamento o strumenti pianificatori assimilabili, come proprio i Piani Forestali Territoriali d Indirizzo vedi ITA , indicatore 3.1.a); 2. Personale esperto in grado di preparare il Manuale di GFS, Manuale richiesto in ITA 1000 (indispensabile per iniziare il processo di certificazione); 3. Personale interno preparato sui temi della certificazione forestale. Il primo punto è fondamentale, in quanto non può essere certificato nessun bosco privo di un piano di gestione forestale, di un Piano Forestale Territoriale d Indirizzo o di uno strumento pianificatorio assimilabile (piano di assestamento forestale, piano economico forestale, piano di riordino forestale, piano di miglioramento selvicolturale, piano dei tagli poliennali, ecc.) validi e riconosciuti a livello locale. Tali condizioni sono rispettate in maniera diversa a seconda dell estensione delle singole proprietà da certificare, anche se partecipanti ad un gruppo di certificazione (come da Indicatore 3.1.a di ITA ): per superfici superiori ai 100 ettari è indispensabile presenza di un piano di gestione forestale o strumenti pianificatori equiparati ai sensi della normativa regionale/provinciale in vigore, adottati o in revisione; se le proprietà sono inferiori a 100 ettari è sufficiente la presenza di una pianificazione forestale generale di livello superiore, come i Piani Forestali Territoriali d Indirizzo; o l esistenza di un sistema di controllo del mantenimento della superficie forestale e della consistenza complessiva delle foreste (PMPF), o un sistema autorizzativo degli interventi che vengono eseguiti (ad esempio verbali di assegno, progetti di taglio, infrastrutture, ecc.). Il personale esperto deve curare la predisposizione della documentazione tecnica e amministrativa tramite la verifica dei documenti disponibili e la raccolta di dati interna alla propria organizzazione, oltre a verificare la conformità alla norma PEFC (audit interno). Questa fase richiede in genere l intervento di consulenti esterni che aiutano l azienda anche ad impostare un sistema di gestione ambientale, cioè l organizzazione e le procedure per gestire gli aspetti ambientali della propria attività, anche se talvolta il personale interno con competenze forestali, se qualificato, può svolgere tale attività con un relativo impegno in più.

4 La funzione del personale interno è di predisporre e aggiornare tutta la documentazione necessaria per il mantenimento della certificazione; inoltre deve adempiere alle non conformità, mancato soddisfacimento di un requisito, che potrebbero verificarsi dalle varie visite ispettive dell Organismo di Certificazione (OdC). Quali documenti devono essere applicati In relazione alla certificazione richiesta (GFS Gestione Forestale Sostenibile), al fine di ottenere la certificazione, le proprietà forestali devono dimostrare il rispetto dei requisiti richiamati in ITA 1000, descrizione schema italiano PEFC per la GFS, e ITA , descrizione Criteri e Indicatori (C&I) per la GFS individuale e di gruppo; e una volta ottenuta la certificazione, il loro mantenimento. Altro documento fondamentale da cui attingere le informazioni per ottenere la certificazione di GFS è ITA 1003, che descrive le modalità di verifica in campo della certificazione da parte dell Organismo di Controllo. Tutti i documenti sono reperibili al sito (sezione Norme e documenti) Percorso per Certificazione 1 Preparazione del Manuale di Gestione Forestale sostenibile in conformità allo standard ITA 1000, cap. 3.1 Documenti necessari per la certificazione di GFS, da presentare all Organismo di certificazione. 2 Presentazione della domanda di Certificazione all Organismo di Certificazione (OdC) e successiva accettazione da parte dell OdC. 3 Verifica Ispettiva presso la proprietà forestale da parte dell OdC e successivo Rapporto di verifica ispettiva (con segnalazioni di eventuali non conformità, azioni correttive o azioni preventive). 4 Emissione del Certificato da parte dell OdC a seguito della decisione di certificazione da parte del Comitato di certificazione. 5 Richiesta dell uso logo PEFC al PEFC Italia presentando il certificato. 6 Visite di mantenimento per tutta la durata del certificato (cinque anni). Quale organismo di certificazione contattare L Organismo di Certificazione deve essere accreditato Accredia e notificato dal PEFC Italia: l OdC verifica che i requisiti per ottenere la certificazione siano stati definiti, documentati, ben compresi e controlla la conformità (audit) degli standard gestionali con quelli predefiniti nello schema di certificazione. La lista degli OdC accreditati e notificati è presente nel sito Cosa deve fare una proprietà forestale per certificarsi secondo lo schema FSC Premessa Il proprietario o i proprietari forestali che desiderano ottenere la certificazione della propria gestione forestale secondo lo schema FSC (e poter, nel caso, rivendere i propri prodotti come certificati FSC ) devono possedere un valido titolo di proprietà o di gestione dell area boschiva interessata, devono essere chiaramente identificabili e deve esistere un piano di gestione forestale per l area interessata.

5 Iter di certificazione L Iter per conseguire la certificazione consiste nelle seguenti azioni: 1. Presa visione, da parte dell azienda forestale, degli standard di gestione forestale responsabile per l Italia (10 Principi e 56 Criteri con i relativi Indicatori definiti per il contesto italiano) e degli altri documenti definiti da FSC per la certificazione della gestione forestale. Qualora si verificassero le condizioni, possono essere considerati i seguenti standard "secondari" (reperibili sul sito che potrebbero risultare interessanti nel caso di piccoli proprietari o per il contesto dei boschi cedui appenninici: FSC STD (Ver 1 0) per la certificazione di gruppi di proprietari FSC STD (Ver 1 0) per la certificazione di attività forestali a "bassa intensità" (cioè che prevedano un prelievo inferiore ai mc/anno e comunque con un prelievo inferiore al 20% dell'incremento medio annuo, oppure su superfici < 100 ha, oppure per la sola raccolta di prodotti forestali non legnosi). 2. Preparazione dell azienda forestale al fine di soddisfare i requisiti previsti dai documenti di cui al punto 1 (predisposizione manuale e procedure interne, registrazioni delle operazioni e dei prelievi, eventuale adeguamento pratiche gestionali e documentazione già esistente, formazione, consultazione di tutte le parti interessate dalle attività forestali, in maniera diretta o indiretta 1 ). 3. Presentazione della richiesta di certificazione a un ente di certificazione accreditato da ASI (Accreditation Services International) con il quale si sottoscrive un rapporto contrattuale. Una lista aggiornata degli enti di certificazione operanti in Italia e presente sul sito 4. Verifica preliminare ad opera dell ente di certificazione ed emissione di un Rapporto di verifica preliminare. 5. Adeguamento dell azienda sulla base delle evidenze emerse nel corso della verifica preliminare. 6. Verifica di certificazione ad opera dell ente di certificazione ed emissione di un Rapporto di verifica indicante eventuali non conformità da correggere in un tempo prestabilito e altre osservazioni. 7. Verifica indipendente del rapporto di certificazione da parte di due tecnici esperti e terzi rispetto all azienda e all ente di certificazione (peer review). 8. Decisione in merito al rilascio della certificazione da parte di un apposito organo (Commissione) dell ente di certificazione. 9. In caso di decisione positiva: emissione del Certificato. 10. Pubblicazione sul database FSC ( di una sintesi pubblicamente disponibile del rapporto di certificazione da parte dell ente di certificazione. 1 Sinteticamente definita come consultazione degli stakeholder

6 11. Per tutto il periodo di validità del certificato (di norma 5 anni): mantenimento dei requisiti da parte dell organizzazione e verifiche annuali di sorveglianza da parte dell ente di certificazione. VALORE DELLA CERTIFICAZIONE FORESTALE PER IL TERRITORIO LIGURE La convenienza della certificazione forestale per un proprietario forestale, ma anche per chi appartiene alla filiera di trasformazione dei prodotti legnosi (ad es. per chi vende legna da ardere o per una azienda di lavorazione del legno e carta) risiede, oltre che negli aspetti etici, in considerazioni di natura economica connesse alla preferenza accordata dal consumatore al prodotto certificato rispetto ad uno senza le stesse garanzie di ecosostenibilità, preferenza che in alcuni casi diventa anche disponibilità a pagare per esso un prezzo maggiore. E significativo in proposito notare come anche in Italia, dove peraltro la maggior parte della materia prima legnosa viene importata, inizi a farsi pressante la richiesta, da parte dell industria di trasformazione, di materiale legnoso proveniente da foreste certificate. Per le Pubbliche Amministrazioni proprietarie o gestori di boschi, subentrano anche valenze di carattere etico: infatti la certificazione della gestione forestale permette di comunicare al pubblico che i boschi vengono gestiti in maniera sostenibile da un punto di vista sociale e ambientale, adeguandosi a criteri di buona pratica forestale internazionalmente riconosciuti. La certificazione di gestione forestale sostenibile e di catena di custodia rappresentano quindi un utile strumento di marketing, un'opportunità di ufficializzare l'impegno imprenditoriale verso l'ambiente, e al tempo stesso un impegno per la promozione di una gestione oculata e corretta dei boschi. Consente inoltre di impostare su solide basi di sostenibilità certificata tutte le forme di gestione e le attività ordinarie o addizionali finalizzate a stabilizzare o incrementare gli assorbimenti di carbonio. Per proprietà di piccole dimensioni (sotto i 100 ettari) entrambi i sistemi prevedono delle semplificazioni procedurali per l ottenimento della certificazione forestale. FSC ha uno specifico documento per la certificazione di attività forestali a "bassa intensità", cioè FSC STD (Ver 1 0). PEFC riconosce formalmente i Piani Forestali Territoriali d Indirizzo, ad esempio, come strumento pianificatorio di base per l ottenimento della certificazione forestale. LA FILIERA ENERGETICA VALUTAZIONE DELLE POTENZIALITÀ DELLA FILIERA ENERGETICA E/O DI FILIERE NON TRADIZIONALI E DEI BENEFICI ECONOMICI RITRAIBILI Alla fine degli anni 90 del secolo scorso, quando anche in Italia iniziò ad essere incentivata la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (e tra queste le biomasse legnose o meglio, ligno cellulosiche), si è creata ex novo una nicchia di mercato prima inesistente, una ulteriore opportunità commerciale per alcune tipologie di materiale legnoso prima non considerate.

7 La destinazione del legno da triturazione per usi energetici si è così andata ad affiancare agli assortimenti commerciali già esistenti, cioè la legna da ardere, il legname da lavoro e il legname da triturazione per l industria dei pannelli. Rispetto a questi assortimenti, la biomassa per utilizzo energetico ha il vantaggio che, richiedendo caratteristiche qualitative molto basse, in pratica qualsiasi tipo di legno, anche se con corteccia, rami, aghi, nodi e altri difetti, è invece idoneo a questa destinazione commerciale. Col passare degli anni, il crescere della richiesta di questo assortimento, e nel contempo la crisi mondiale che ha fatto crollare il mercato del legname da opera, la destinazione del legno da triturazione per usi energetici è addirittura diventata di fatto la destinazione principale, per alcune tipologie di boschi e in determinati contesti forestali. Si è creata quindi, in alcuni contesti, una filiera energetica forestale, dal bosco alla centrale termica o termoelettrica: in Italia se ne trovano esempi abbastanza stabilizzati in Trentino Alto Adige, nel settore alpino del Veneto e anche della Lombardia, e nella Sila calabrese, anche se questi ultimi non sono scevri da problemi di sovrasfruttamento illegale dei boschi. Nel resto d Italia la filiera vera e propria è assente o è in fase di messa a punto, prevalgono interventi forestali una tantum con tale destinazione, ma non con continuità e senza la creazione di una rete commerciale che si basi su questa tipologia di commercio del legname cippato. In alcune zone la occasionale filiera forestale si integra con la più strutturata filiera del legno di provenienza agricola, cioè i cascami e residui della pioppicoltura e gli espianti dei frutteti a fine turno, come avviene nella bassa Lombardia e in Romagna; ancora a livello embrionale è il mercato del legno per usi energetici di provenienza dalle coltivazioni dedicate (short rotation). A livello locale, trasformare il legname in cippato e destinarlo a impianti termici o termoelettrici a biomassa può creare una filiera laddove non ce n erano altre. Si può creare dal nulla una filiera locale, oppure agganciarsi a filiere proprie di altri impianti già esistenti o in progetto, se ragionevolmente vicini e quindi economicamente convenienti. Il cippato è comunque una merce povera, non sopporta lunghe distanze di commercializzazione e non sopporta alti costi di trasporto. Il fattore distanza è quindi sempre molto importante e di notevole incidenza, in quanto stiamo trattando di un prodotto povero, a basso valore commerciale per unità di volume, ed i costi di trasporto possono incidere molto sul prezzo finale. VALUTAZIONI QUANTITATIVE IN AMBITO LOCALE Sul territorio in esame, la più probabile e verosimile fonte di biomassa per usi energetici (dal settore forestale) deriva dai residui delle utilizzazioni dei boschi cedui. Si tratta quindi di rendere economicamente valida l utilizzazione di uno scarto di lavorazione, cioè le ramaglie e i cimali che restano dopo la fase di allestimento commerciale della legna da ardere. Laddove presenti i rimboschimenti di conifere a scopo di protezione idrogeologica, le operazioni di diradamento e cure colturali vanno a selezionare piante di piccole dimensioni, sottoposte o rotte, di nessun valore commerciale. Anche in questi casi il fusto, o più spesso l intera pianta, legname e ramaglie, possono essere

8 ridotti in scaglie chips o triturati più sommariamente, ottenendo scaglie di legno di dimensioni variabili tra 2 10 cm di lunghezza, il cosidetto cippato (neologismo dall inglese) che è un materiale idoneo all alimentazione di impianti di combustione ad alimentazione automatizzata. Si tratta però di una fonte di approvvigionamento disponibile a costi ragionevoli solo nel caso in cui l utilizzazione del bosco ceduo avvenga col metodo del legno lungo (full tree system), oppure nel caso dei diradamenti su boschi di conifere, requisito imprescindibile è che l intera pianta sia trattata col sistema di lavoro ad albero intero, cioè abbattuta e poi esboscata intera, con rami e cimale, per essere poi lavorata presso un piazzale su strada camionabile.. Tale tecnica consiste nel taglio delle piante, seguita obbligatoriamente dall esbosco a strascico fino a un piazzale o a una via d esbosco, depezzamento in assortimento commerciale a un imposto raggiungibile da autocarri, e quindi accumulo delle ramaglie e dei cimali in un unico luogo, accessibile alla macchina cippatrice e agli autotreni. Sulla base infatti di molte precedenti esperienze in ambiente montano, si è visto come sia assolutamente non conveniente cercare di recuperare le ramaglie e gli scarti di lavorazione in altro modo (salvo la disponibilità di finziamento ad hoc ), il costo di raccolta della ramaglia dispersa sul letto di caduta in bosco, tanto più se in ambiente montano, è troppo elevato in rapporto al valore del prodotto, e i costi finali superano i ricavi. Volendo fornire elementi quantitativi, la difficoltà risiede nella grande variabilità delle tipologie forestali e delle relative fertilità; per non appesantire inutilmente la relazione, si fornmisce un esempio calcolato su un bosco di provvigione media, pari a circa mc/ha totali (volume epigeo totale, non solo cormometrico, ma anche con ramaglia e e cimali). Tale provvigione unitaria, se trasformata in energia, equivale all incirca a 1 GW/ha (1 Giga Watt = KW, di energia termica in senso lato; questo è il valore dell energia totale sprigionata, prevalentemente in forma di energia termica, da non confondersi con l energia elettrica) ( 2 ). Questo vaore ha il significato di esplicitare l energia custodita dai boschi nel legno degli alberi che li costituiscono. Tale valore energetico è in realtà non completamente disponibile, per motivi legati alla corretta gestione selvicolturale e per ovvii motivi di carattere ambientale nonché normativo; è chiaramente inconcepibile un utilizzo totale e contemporaneo di tutto il volume legnoso presente in un soprassuolo forestale, non si può denudare l ambiente montano come fosse un pioppeto di pianura. VALUTAZIONE ORIENTATIVA DEI PREZZI DI MACCHIATICO IN RIFERIMENTO AI DIVERSI ASSORTIMENTI E FILIERE E GIUDIZI COMPARATIVI; 2 La trasformazione da energia termica in energia elettrica, tramite opportuni macchinari, è nel migliore dei casi non superiore al 30%, più spesso tra il 20% e il 28% a seconda dell efficienza termodinamica della tecnologia utilizzata nella trasformazione. Quindi da 1 kw si possono ottenere dai 0,20 ai 0,30 kwe, non di più.

9 Il cippato di legna vergine (così definito per distinguerlo dal cippato prodotto a partire da legname di recupero, che per la legge italiana è un rifiuto, destinabile solo all industria dei pannelli ricostruiti spunta valori di 4,50 7,00 euro/q, posto a bocca di caldaia, con un umidità variabile dal 55 al 30 % (prezzi 2013). In quasi tutta Europa (salvo casi isolati come in Calabria, dove si adotta abitualmente un prezzo unico indipendentemente dall umidità contenuta nel cippato), il prezzo dela biomassa per utilizzo energetico è calcolato sulla base dei GWh reali (o Gcal o GJ) ottenibili per unità di peso, in funzione dell umidità della partita di cippato da prezzare, per facilitare le operazioni di misura, campionamento e prezzatura delle partite di legno cippato. Il potere calorifico del legno varia principalmente con la specie legnosa, e in misura minore, all interno della medesima specie, con le condizioni di accrescimento, l ampiezza degli anelli, le performance di accrescimento dell albero. A conclusione delle valutazioni economico quantitative sulle biomasse ligno cellulosiche per utilizzo energetico, appare evidente che si tratta di un prodotto povero, con livelli di prezzo piuttosto bassi, che garantiscono un ritorno economico solo nel caso di tagli di utilizzazione o di diradamento colturale sufficientemente concentrati e di medio alta intensità, su boschi facilmente accessibili anche con mezzi meccanici di grandi dimensioni, posti a una distanza non superiore ai km dal sito di utilizzo.

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