Berlino: una, nessuna, centomila

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1 Amministrare L Urbanistica Berlino: una, nessuna, centomila

2 Berlino: una, nessuna, centomila... Nello sviluppo di Berlino la caratteristica dominante dell urbanismo è che ogni fase storica ha lasciato segni profondi in vista di una migliore rappresentazione celebrativa di volta in volta del nuovo momento storico e delle decisive rimozioni del passato (come ad esempio di scomodi simboli politici) La vicende che si sono svolte nella città contrassegnano una rappresentazione del pluralismo di urbanismi che si sono succeduti nei secoli nello sforzo di trovare in qualche caso la congruenza in altri la dissonanza tra queste espressioni e il disegno complessivo, e non da ultimo, la compatibilità di questo disegno con le esigenze politiche, amministrative, sociali e di immagine della città. In ogni processo di sviluppo urbano infatti esistono sempre fasi contraddittorie, la cui articolazione, affinché la loro soluzione sia possibile, deve essere prevista in termini ragionevoli.

3 Berlino: una, nessuna, centomila... L'idea di un grande piano si può solo verificare a partire dalla sua articolazione in fasi operative, ma queste si confrontano con le mediazioni che gli interventi politici, sociali e tecnologici sono capaci di muovere: non è possibile pensare a uno sviluppo non sottomesso a contaminazioni, né dal punto di vista urbano si può pensare che la forma con cui si esegue il piano sia indipendente dal risultato. Con la caduta del muro e la riunificazione della città, la capitale tedesca è stata interessata da una serie di interventi urbanistici e architettonici, unica per dimensioni nella storia del Novecento, che ha comportato una nuova visione e percezione della città sviluppata a volte secondo regole legate alla restituzione di un paesaggio urbano e culturale consolidato, altre seguendo un marketing effect in cui gli insediamenti sono diventati prodotti di mercato, oggetti di commercio.

4 Berlino: una, nessuna, centomila... Di Berlino ce ne sono una, nessuna, centomila. Analizzando l urbanismo di Berlino in base alle indicazioni fornite da Ungers per le sue isole urbane, solo all interno della Mitte (il centro) si riconoscono secondo referenti legati sia alla forma dell insediamento che al loro significato: - la Spreeinsel; - le urbanizzazioni sulla rete fitta di canali; - le urbanizzazioni legate al rapporto romantico con il paesaggio culturale; - Friedrichstadt; - Leipziger Platz; - Unter den Linden; - Tempelhof; - Olympiafeld; - Stalin Alee; - Alexander Platz; - le due Berlino divise dal muro; - Pariser Platz; - Hansa Viertel; - Kulturforum; - Potsdamer Platz.

5 Berlino sorge sul fiume Sprea, situata al centro di una fitta rete di canali che la collegano con l'oder e l'elba. All'inizio del I secolo d.c. la regione fu colonizzata da tribù germaniche. Nell'VIII secolo Carlo Magno occupò il territorio che venne tuttavia ripreso dalle tribù sassoni verso la fine del millennio. I germani, intorno al 1230, fondarono la parte più occidentale di Berlino e Cölln, l'insediamento gemello su un'isola della Sprea. Amministrare l Urbanistica Nel 1415 Berlino-Cölln passò alla dinastia degli Hohenzollern. Entrambe le città divennero congiuntamente la capitale del Brandeburgo. Federico Guglielmo, elettore del Brandeburgo dal 1640 al 1688, determinò la rinascita della città, provata da un susseguirsi di carestie, peste, incendi. L Atene sulla Sprea, sospesa tra un passato di splendida miseria e miserabile splendore (Goethe) e un destino di capitale del Reich e metropoli mondiale, resta, fra le tante città che Berlino incorpora, il frammento più vivo.

6 La prima netta trasformazione a Berlino si ha con la progressiva espansione da centro di natura commerciale del Medioevo fino alla assunzione del ruolo di residenza regale nel corso del XVII secolo con Federico II. Il 1700 vede un tentativo di miglioramento dell'assetto urbano con un'architettura tendente all'abbellimento e una pianificazione urbanistica basata su modelli tardo barocchi italiani e francesi. Nel 1800, poi, Berlino diviene la capitale di un regno comunque povero, che comincia appena ad uscire da un ruolo di città guarnigione e di residenza regia.

7 Berlino ha sempre avuto un doppio meraviglioso, formato da boschi e da corsi d acqua: qui le residenze estive dei reali sono occasione per istituire un diverso laboratorio, in cui il culto religioso della natura evolve in pratica civile e l estensione del principio del parco paesistico opera nella precoce intuizione di una complementarietà metropolitana all addensarsi dell abitato urbano. La città viene caratterizzata da interventi che si incentrano soprattutto sull'asse rappresentativo costituito dall'unter den Linden, si ha inoltre un'espansione del nucleo urbano di cui la Friedrichstadt è l'esempio più significativo. Amministrare l Urbanistica

8 Gli obblighi di adeguamento funzionale e rappresentativo, maturati con la vittoria su Napoleone e l estensione dell amministrazione a più ampi territori sono l occasione, la leva su cui forzare verso una ricomposizione formativa del paesaggio urbano.

9 La Berlino di Schinkel

10 Berlino è contesto e destinazione dei progetti di Schinkel: da una forma urbis scomposta, dove un castello caserma emerge a fatica dall intrico medievale e reticoli senza storia, si liberano solo pochi punti saldi cui imperniare un idea di piano (la Sprea, l Unter den Linden, le piazze).

11 Il piano di Berlino di Schinkel prevede degli interventi che non si applicano tanto alle zone di espansione quanto a ricucire e razionalizzare una città cresciuta per episodi contrapposti e parti mal connesse. Nel 1817, dopo aver avviato i progetti per la Neue Wache ed il Duomo, Schinkel sente la necessità di annotare in modo più sistematico alcuni temi relativi al centro, coordinando l identificazione di aree per nuovi edifici pubblici a provvedimenti per la facilitazione viaria e al riordino delle vie d acqua destinate a crescere di importanza con l auspicato incremento dei traffici.

12 L urbanistica di Schinkel risiede in una nuova qualità formativa degli interventi architettonici: il principio dell autonomia e dell individualità introduce una triangolazione a distanza di emergenze, una unità concettuale della città nella discontinuità fisica. Ogni edificio rappresenta un idea e identifica un tema della città, creandosi un proprio intorno, fisico e virtuale. Il disegno dell ambiente è la cornice che sottolinea ed estende l effetto dell immagine architettonica.

13 Neue Wache (1816/1818) Il nuovo corpo di guardia salda il foro federiciano e la piazza dell Arsenale, dando continuità all asse dell Unter den Linden su cui si allineano gli edifici più rappresentativi della città. Ogni architettura deve essere pura, perfetta ed autonoma. Se si rapporta ad un altra di diversa natura, essa deve essere in sé conclusa e trovare solo il sito, la collocazione e l angolo più opportuno per accostarsi alla prima.

14 Ponte del Castello (1819/1824) Il rifacimento del vecchio Hundebruecke, il ponte in legno tra piazza dell Arsenale e il Lustgarten era all ordine del giorno fin dai primi anni del regno di Federico Guglielmo III. Friedrich Gilly intorno al 1800 ne aveva dato un interpretazione come tema civile, contrapponendo con programmatica chiarezza massicci piloni in pietra e leggere campate in ferro. Nel 1818 Schinkel riprende quasi testualmente il progetto, ma per la continuità della via triumphalis dell Unter den Linden aveva proposto che la collocazione di statue su alti basamenti fosse il tema unitario fino al Lustgarden.

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16 Altes Museum (1822/1830) Il museo trova la sua collocazione in una strategia per la città e una soluzione tipologica e formale tanto organica per sé quanto puntuale circa la destinazione. Il sito prescelto è il Lustgarden, già oggetto delle attenzioni di Schinkel prima la Neue Wache, poi per la ristrutturazione del Duomo e il rifacimento del Ponte sulla Sprea. L intento estetico di chiudere il lato settentrionale con un edificio che si confronti con i grandi impianti squadrati dell Arsenale e del Castello diventa persuasivo per il re grazie al programma di migliorie urbane che lo integra e lo sostiene. Riprendendo l idea di piano del 1817, vengono razionalizzate le vie d acqua, interrando il Pomeranzengraben per ricavarvi il sedime per il museo, e vengono concentrati gli scali doganali lungo il Kupfergraben a nord, liberando l intorno del Castello dalla promiscuità dei traffici fluviali.

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19 Scalo Doganale (1829/1831) demolito L idea di razionalizzare gli scali doganali, unificandoli in un nuovo complesso, era stata decisiva per la vicenda dell Altes Museum. Nel 1829 il progetto viene definito per uno scopo più elevato non banale : la costruzione di un paesaggio sulla Sprea, rappresentativo del lavoro, degli scambi delle relazioni col territorio, che integra l immagine della Berlino aulica delle istituzioni e dell arte. I corpi squadrati autonomi dialogano con i grandi blocchi storici dell Arsenale e del Castello, in una triangolazione di emergenze che mettono in secondo piano cortine e tessuti edilizi. Sul sito dello scalo doganale, demolito nel 1896, sorgono oggi il Bode Museum e il Pergamon Museum.

20 Bauakademie (1831/1836) demolito Nel 1831 il completamento del nuovo scalo permette a Shinkel di collocare la pietra angolare delle operazioni di rinnovo del centro città; l edificio affacciato sulla Sprea darà l allineamento al nuovo asse borghese e commerciale di collegamento est ovest tra Schloss Platz e Gendarmenmarkt. L intervento comporta alla città una serie di vantaggi quali la formazione di una nuova piazza ed una via, la rimozione dei mulini e delle chiuse fatiscenti siti dietro il castello, la riqualificazione dell edificato lungo la Sprea. Un impianto quadrato, grazie al sito libero su tutti i lati, risolve nella massima unitarietà un programma funzionale composito.

21 Centro Commerciale (1827) progetto Il progetto si colloca sull area occupata dall Accademia ed apre trasversalmente all Unter den Linden un giardino intorno al quale si apre l edifico. Questo progetto è stato interpretato dall avanguardia funzionalista degli anni venti.

22 Schauspielhaus (1818/21) Gendarmenmarkt è la piazza di mercato della Friedrichstadt, il quartiere pianificato da Federico I in seguito all'immigrazione ugonotta. Dal 1701 vi sorgono due chiese, la francese e la tedesca. Fra queste, sul sito Langhans edifica nel il Teatro Nazionale, ma già nel 1817 un incendio lo distrugge ponendo il problema della sua ricostruzione. La missione di Schinkel fu quella di ricostruire il teatro ma allo stesso tempo di renderlo urbano. L'architettura del teatro garantisce che il Gendarmenmarkt, terminale della riconnessione fra città antica ed espansione settecentesca lungo la Franzoesische Strasse, si riqualifichi come uno dei luoghi deputati della nuova Berlino delle muse.

23 Per Schinkel il valore del progetto sta nel ricondurre i molteplici condizionamenti a semplicità e chiarezza tali da "creare un fatto architettonico unitario, corrispondente in carattere alla destinazione e all'ambiente del luogo".

24 Duomo della Liberazione (1814/15) progetto La visione schinkelina della cattedrale gotica si fa concreto progetto nel giugno 1814, quando il re esprime l'intenzione di erigere un Duomo come monumento nazionale celebrativo della liberazione dai Francesi. Lo slancio del gotico si associa all'idea di un cantiere capace di formare un'intera nuova generazione, segnando insieme la rinascita della Prussia e l'elevazione del popolo. Se il re propone come sito lo slargo medievale dello Spittelmarkt, Schinkel replica ipotizzando di ampliare l'ottagono di Leipziger Platz, già legato alla solenne immagine del monumento a Federico II di Gilly.

25 Lo sviluppo industriale

26 Nel XIX secolo la nuova funzione industriale della città, che ne fa il centro più importante della Germania e una capitale internazionale, provocò uno straordinario incremento demografico e un'espansione tumultuosa e incontrollata, di cui sono tipica espressione alcuni malinconici blocchi di case d'affitto (Mietskesernen). Amministrare l Urbanistica La città si espanse secondo un tracciato stellare, inglobando sobborghi e villaggi rurali, lungo direttrici di varia lunghezza corrispondenti ai vecchi canali navigabili e alle linee ferroviarie che si irraggiano in tutte le direzioni.

27 Esplosa la rivoluzione industriale, si manifestò il conseguente sviluppo urbano: nuove infrastrutture, nuovi complessi industriali, nuovi centri commerciali decretano l aumento della popolazione e sull'onda della speculazione avvenne la creazione di quartieridormitorio con condizioni abitative ed igieniche insostenibili. Berlino diventa la città delle "Mietskasernen. La forsennata crescita industriale ha fatto sì che la città venga di fatto circondata da un anello di quartieri di case d affitto a cinque, sei o sette piani.

28 Pianta e sezione di una tipica casa berlinese (con affaccio su strada di 20 metri e tre cortili di 5,34 x 5,34 metri), costruita secondo il Regolamento Edilizio imposto dallo stato prussiano in vigore dal 1853 al In sette piani abitabili (con indice di affollamento da 1,5 a 3 persone per stanza, e stanze con superficie da 15 ad un massimo di 30 mq), vivevano ammucchiate da 325 a 650 persone. I due muri laterali, lunghi 56 m, erano ovviamente senza finestre.

29 Nel 1871 si arriva alla fondazione dell'impero tedesco caratterizzato dal suo rappresentativo e monumentale stile "guglielmino" (dall'imperatore Guglielmo I). Amministrare l Urbanistica Il concetto dei satelliti prevedeva che la città potesse essere circondata, ad una certa distanza dal centro, da una serie di comunità di grandezza limitata. Anche in questo caso sono presenti sia la nozione di centro dominante che la forma radiale ma l espressione urbana è fatta convergere in agglomerati ben distinti dal nucleo centrale, invece di avvenire lungo le direttrici radiali. I satelliti nella concezione del tempo dovevano essere separate dalla città madre da grandi aree di verde.

30 Meyer s Hof, una delle più famose Mietkaserne della città, costruita in Ackerstrass e nel dall'architett o Adolf Erich Witty: veduta dell'infilata delle corti e pianta del piano terra.

31 Veduta e pianta di due isolati costruiti secondo il Regolamento Edilizio di Polizia dei Essi rappresentano un indubbio miglioramento rispetto al Regolamento del 1853; gli isolati erano in genere più grandi ed avevano cortili interni di maggiore dimensione. Di sotto si evidenziano i tipici isolati di 3 e 5 piani costruiti in base al Regolamento Edilizio del 1925.

32 Costruita nel 1906 Hackesche Hoefe ha una struttura a 8 corti molto più organica e salutare delle precedenti. Nel 1997 è stata ristrutturata per divenire un complesso urbano in cui convivono residenza, negozi, ristoranti, gallerie d'arte e un teatro.

33 Grazie alla crescita continua, negli anni Venti Berlino raggiunge lo status di metropoli europea. Mentre nel 1871 venivano registrati appena abitanti, nel 1910 la cifra si aggira già intorno ai 2 milioni. Durante la Repubblica di Weimar, a partire dal 1918, vengono unificate tutte le 93 comunità disposte intorno al nucleo centrale fino ad allora separate formando la "Groß-Berlin", che diventa, con quasi 4 milioni di abitanti (se si contano Charlottenburg, Schoeneberg e Neukoelln, cittadine integrate nel territorio comunale solo nel 1920), la seconda città europea dopo Londra.

34 Lo sviluppo urbanistico sostenuto dai razionalisti, almeno per quanto riguarda l'aspetto residenziale di quegli anni, può essere riunito in sintesi dalla Siedlung; la quale è probabilmente un modello sociologico ancor prima che un modello spaziale. Osservando la morfologia di Berlino sia per la sua ricchezza e particolarità di situazioni urbane e paesaggistiche sia per l'importanza delle ville, è lecito pensare che la Siedlung abbia qui una sua coerenza particolare. Le costruzioni a corpi liberi caratterizzano le Siedlungen: la loro disposizione richiede una divisione del terreno del tutto libera, dettata da condizioni eliotermiche più che dalla forma generale del quartiere. La costruzione di questi corpi è completamente svincolata dalla strada e, soprattutto per questo fatto, altera completamente il tipo di sviluppo urbano ottocentesco. In questi esempi ha una particolare importanza il verde pubblico. Amministrare l Urbanistica

35 La Hufeisensiedlung (siedlung a ferro di cavallo), ufficialmente Großsiedlung Britz, viene realizzata nel su progetto degli architetti Bruno Taut e Martin Wagner. L'insediamento comprende appartamenti, organizzati in edifici a stecca di 3 piani d'altezza. Centro dell'insediamento è l'edificio a ferro di cavallo, che racchiude un'area a verde pubblico ornata da uno stagno centrale.

36 Nelle Siedlungen è fondamentale lo studio dell'unità d'abitazione: la cellula. Tutti gli architetti che lavorano alla conformazione di questi quartieri e si cimentano intorno alla formulazione di tipi edilizi economici, cercano di trovare la forma esatta dell'existenzminimum, dell'unità dimensionale ottima dal punto di vista distributivo ed economico. È questo uno degli clementi preminenti nei lavoro dei razionalisti sul problema dell'abitare. Si può solo accennare qui che l'impostazione dell'existenzminimum presuppone un rapporto di tipo statico tra un certo modo di vita, ipotetica anche se accertabile, e un certo tipo di alloggio, con la conseguenza di un rapido invecchiamento della Siedlung. Questa si rivela cioè una concezione spaziale troppo particolare, troppo legata a determinate soluzioni, per rappresentare un elemento generale universalmente fruibile, dei problema dell'alloggio.

37 Il piano di Berlino degli anni 20 si pone come momento fondamentale la creazione di un sistema urbano che ha il suo fulcro nel potenziamento del sistema di trasporti, il quale rappresenta il fluire della vita della città. Mentre il centro, intorno alla Friedrichstadt, si trasforma in un quartiere prevalentemente commerciale e amministrativo e l'unter den Linden con la Pariser Platz sono ormai definiti il "salone di ricevimento rappresentativo", si rimandano al territorio i centri del tempo libero e le attrezzature sportive, ecc. La forma radiale e l espressione urbana sono fatte convergere in agglomerati ben distinti dal nucleo centrale. In questa concezione assume grande significato il contenimento della dimensione dell insediament o satellite: una volte superata una soglia prestabilita si creerà un nuovo satellite.

38 Già per il concorso del per la grande Berlino si formulava il tema di un nuovo centro monumentale a confronto della città storica, tra la Potsdamer Platz e le Lehrter Bahnhof. I pianificatori hanno privilegiato la direttrice est ovest: una sorta di autostrada urbana tra l Alexanderplatz e Potsdamer Platz che avrebbe dovuto collegare, attraversando il vecchio centro, le due piazze monumentali e al contempo nodi importanti di traffico. La demolizione del tessuto urbano preesistente ne era l indubbia premessa.

39 La Berlino del Reich

40 Il piano di Hitler e di Adolf Speer prospettava la costruzione ex novo di una città-simbolo del Reich millenario. Nella propaganda del tempo veniva contraddistinto e sottolineato l asse Roma Berlino.

41 II concetto morfologico di base del piano è quello di ordinare lo sviluppo edilizio di Berlino assumendo come confine l Autobahnring e tracciando un sistema di assi nelle direzioni estovest e nord-sud, raccordato al Ring. L asse nord-sud di Albert Speer era un tentativo di fare traboccare il centro di Berlino: la grande cupola che ne costituiva il culmine occupava con le sue dimensioni gigantesche il simbolo del Reich e rendevano la città vecchia un sedimento del passato.

42 A differenza di Norimberga, dove il nuovo centro rappresentativo viene edificato all'esterno della città storica, il piano di Berlino prevede la radicale ristrutturazione del cuore della metropoli. Le dimensioni degli interventi costituiscono l aspetto essenziale dei piani e si spiegano sulla base della loro funzionalità a un progetto di mobilitazione politica di massa. Sull'asse nord-sud è situata la Grosse Strasse, ovvero il centro monumentale rappresentativo, ottenuto arretrando le due stazioni Potsdamer e Anhalter e riorganizzando sia la circolazione ferroviaria con due stazioni di lunga percorrenza, a loro volta collegate con stazioni specializzate per il trasporto merci, sia il sistema dei trasporti urbani. "La parte interna dell'asse nord-sud avrebbe raccolto con i suoi sette chilometri di lunghezza e un'ampiezza media di circa un chilometro i grandi edifici pubblici rappresentativi del Reich. La Grosse Strasse avrebbe dovuto esautorare l'unter den Linden quale centro gravitazionale della città. II corpo della stazione è quello a nord, proteso su una piazza di 200 metri di lunghezza e 530 metri di larghezza, che con il Triumphbogen costituisce una "unità urbanistica". Il Triumphbogen, progettato da Speer, ha un'altezza di 120 metri ed è posizionato in modo da incorniciare, con il suo intradosso, la Grosse Halle. In modo che ogni osservatore, uscendo dalla stazione, percepisca il simbolo della Germania hitleriana nella cornice del monumento eretto in memoria della Guerra.

43 La letteratura e la storiografia hanno molto insistito sulla "megalomania" di questi immensi progetti. E stata sempre sottolineata la sproporzione tra l'impianto urbanistico della via triumphalis rispetto alla morfologia della città; da qui si colgono le implicazioni politiche che evidenziano la violenza che si accompagnava alla realizzazione del piano. La forma dell'asse nord-sud come complesso unitario aveva le sue debolezze urbanistiche: il rigido tracciato viario, nonostante la sua concezione di fondo, risultava incapace di stabilire un rapporto urbanistico vivo con il contesto - il centro di origine ottocentesca che comunque manteneva una sua stabile immagine.

44 Dal nuovo centro del sistema assiale, che ricorda lontanamente il cardo-decumano, si dipartono in maniera stellare altre direttrici di sviluppo raccordate alla struttura viaria radiocentrica storica e di nuova costruzione. Gli interventi edilizi lungo gli assi viari, quello cruciforme e quello stellare, seguono il modello della Bandstadt, della città lineare, codificato a Berlino dall'urbanistica degli anni venti.

45 La realizzazione di alcune opere progettate viene compiuta impiegando anche prigionieri di guerra sia nelle cave per l'estrazione dei materiali lapidei, sia nei nuovi cantieri. Per sistemare i residenti in costruzioni da abbattere per fare posto al nuovo centro monumentale, si fa conto sullo svuotamento di persone.

46 Il centro del piano urbanistico per Berlino e il punto focale dell'asse monumentale sono rappresentati dalla Grosse Halle: su una superficie quadrata di circa trecentottanta metri di lato si leva un imponente cubo di centoventi metri di altezza. L'avancorpo principale antistante la piazza è risolto con un colonnato formato da elementi di 45 metri di altezza, che danno l'idea delle dimensioni del complesso. Sul volume principale della costruzione si leva la gigantesca cupola di 250 metri di luce, un'opera architettonica che non avrebbe avuto uguali nella storia per quanto si voglia andare indietro nel tempo. La cupola si innalza su un tamburo terminante a gradoni di 40 metri di altezza. L edificio converge in un oculo di 40 metri di diametro, sul quale si eleva la lanterna con l'aquila del Reich a coronamento, fino a raggiungere un'altezza complessiva che supera i 300 metri dal suolo. A sud della Grosse Halle, la Aufmarschplatz misura 430 metri di lunghezza e 470 metri di larghezza ed è fiancheggiata dalla Reichskanzlei e dall Oberkommando der Wehrmacht.

47 Il progetto per rende manifesto come la mescolanza di intenti ideologici e di esaltazione tecnologica sia distintiva dell'architettura speeriana, che non può comunque essere intesa unicamente come espressione di megalomania. Con quest'opera Speer mira infatti a fondere un linguaggio formale ad una scelta tipologica derivata dalla tradizione classica, dopo aver sottoposto a una smisurata dilatazione, con una trionfalistica esaltazione di capacità costruttive, alcune cupole di riferimento. In questo senso i raffronti proposti tra cupola berlinese e Santa Sofia, il Pantheon, Santa Maria del Fiore e San Pietro non vanno intesi tanto in termini formali, quanto strutturali. Ed è dagli studi tecnologici effettuati che deriva la forma della cupola e quindi dell'immagine complessiva della Grosse Halle.

48 Il dopoguerra

49 I dati delle distruzioni subite dalla città furono terribili, basti pensare che la sola rimozione delle macerie e il colmo delle fosse create dai bombardamenti richiesero oltre cinque anni di strenuo lavoro. Il 34% delle strutture architettoniche fu raso al suolo, il 54% gravemente danneggiato e solo il 12% più o meno preservato; la popolazione scese da oltre 4 a circa 3 milioni di abitanti. Ai disastrosi danni fisici si aggiunsero quelli culturali: innumerevoli opere d'arte e beni ambientali vennero distrutti. La città sconfitta fu divisa tra i vincitori, 450 kmq con oltre un milione di abitanti nel settore sovietico, 150 kmq agli inglesi, 210 kmq agli americani, 90 kmq ai francesi, per un totale sempre di 450 kmq ma di quasi 2 milioni di abitanti nei tre settori alleati.

50 Nei quattro anni del dopoguerra, , Berlino e la Germania furono governate congiuntamente. L'impossibilità di trovare accordi e la palese e crescente ostilità tra i due blocchi finirono per determinare i sovietici nella chiusura del territorio da loro occupato, creando la Deutsche Demokratische Republik e staccando il settore Est di Berlino dal governo locale. Poco noti sono i progetti che apposite Commissioni approntarono per un primo schema di ricostruzione: questi non furono mai eseguiti, ma restarono alla base delle successive proposte. Ne fu artefice tra gli altri, Hans Scharoun, nominato nel 1946 Stadtbaurat (assessore a l'urbanistica), carica dalla quale si dimise entro pochi mesi.

51 Die Fluchtlinienplëne I piani successivi, negli anni Cinquanta e Sessanta, tendono da un lato a ripristinare i grandi assi viari, come la celebre Unter den Linden, allargandoli e in qualche modo omogeneizzandone l'aspetto, dall'altro lato a modificare le tipologie funzionali legate alla tradizione borghese. Il concorso del 1959 per il centro storico affronta anche le emergenze politiche, commerciali e di rappresentanza, ma le risolve in gran parte con un'edilizia uniforme e razionalista nell'accezione negativa di priva d'anima.

52 Ad Est la ricostruzione segue percorsi e ideologie del tutto diversi da quelle occidentali, e nei primi anni tende addirittura a seguire stilemi neoclassici, come testimoniano gli edifici, poi totalmente rifatti, della Stalin Allee.

53 La Stalin Allee secondo Kollhoff è l unica prestazione urbanistica del dopoguerra che da molti punti di vista si può dire rivolta al futuro. Qui si è realizzato uno sforzo per ricostruire la capitale dalle rovine con un impianto degno di una capitale mondiale; una professione di fede per la città, nel tentativo di raggiungere una commistione di funzioni, senza allontanare l abitare in centro; una professione di fede nei riguardi del traffico, che tiene in vita la metropoli. Non mi si venga a dire che è monumentale e vuota. E comprensibile che la Stalin Allee venisse usata come arma di propaganda durante il periodo della guerra fredda, ma questa monumentalità documenta la volontà di ricostruzione di una città distrutta dalla bombe, una monumentalità che esprime un interesse collettivo.

54 Durante il periodo socialista il territorio di Berlino est era dichiarato pubblico; e dove tutto è pubblico le responsabilità individuali tendono a diminuire. Berlino Est diviene una città fatta di superfici pubbliche senza spazio pubblico. Ma la differenza politico-economica tra Berlino Est e Ovest fu minore di quanto si creda: se a Berlino Est il mercato venne eliminato, a Berlino Ovest venne messo tra parentesi, o soltanto simulato attraverso sovvenzioni e contributi esterni. Il culmine dell'avventura architettonica di Berlino Est, al di là della sbrigativa demolizione del grande Stadtschloss alla fine della guerra (parzialmente sostituito nel 1976 con il Palast der Republik in puro International Style) è comunque rappresentato dalla gigantesca torre per la televisione, la Fernsehturm alta 365 metri, che dal 1969 si erge nel mezzo dell'alexanderplatz.

55 I nuovi interventi del dopoguerra nella Berlino Ovest rivelarono da un lato una ricerca di nuovi modelli insediativi, spinti da un esigenze di rappresentazione e di comunicazione legate alle vicende della guerra fredda e del movimento moderno, dall altro una mancanza di una pianificazione razionale. Ne è tipico esempio l'hansa-viertel (1957), nuovo quartiere in cui l'idea di affidare l'esecuzione di singoli edifici ai maggiori esponenti dell'architettura contemporanea si risolve in una esposizione di architetture-oggetto, in sé pregevoli ma concepite al di fuori di una visione globale della città.

56 Affacciato sul lato settentrionale del Tiergarten, l Hansa Viertel è un quartiere sperimentale sorto nel 1957: si tratta di una esposizione di edifici di tipologie diverse (torri, stecche, ville a patio), disposti liberamente nel verde, basati sul tema dell'unità residenziale. Carlo Aymonino scrisse nel 1964: "l'hansaviertel è lo squallido cimitero dei migliori nomi dell'architettura moderna, ignari dei drammi e delle occasioni che una metropoli moderna può oggi offrire all'espressione architettonica. Dal punto di vista architettonico sono comunque da ricordare: il monoblocco di otto piani progettato da Niemeyer, la casa insolitamente curva di Gropius, il palazzo articolato di Aalto, la torre a sedici piani di Schwippert. Anche Le Corbusier partecipa lateralmente all'esposizione e progetta la sua terza unità d'abitazione, dopo quelle di Marsiglia e Nancy, in un'area vicina all'olympia Stadion. Amministrare l Urbanistica

57 Gropiusstadt: enorme città-satellite progettata da Gropius nel Con i suoi abitanti e alloggi inseriti in grattacieli e blocchi plurifamiliari è il più grande insediamento residenziale mai creato a Berlino. La sua creazione ha documentato gli errori e le utopie dei principi urbanistici del puro funzionalismo.

58 Il muro

59 Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della guerra fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Ovest venne chiuso nel 1952 e con ciò l'attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell'est passarono ad ovest tra il 1949 e il Per fermare la migrazione, la costruzione di un muro, inizialmente consistente di filo spinato, iniziò nel 1961 a Berlino Est; quando il muro circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un isola all'interno dei territori orientali.

60 Il muro era lungo più di 155 km. Dopo tre iniziali ricostruzioni, il "muro di quarta generazione", iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e 1,5 metri di larghezza, per un costo di oltre 16 milioni di Marchi. Il confine era anche protetto nella "striscia della morte" da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 Km. Inizialmente, c'era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR, in seguito in un atto simbolico l'attraversamento della porta di Brandenburgo fu chiuso. Durante il corso dell'esistenza del muro ci furono circa fughe riuscite a Berlino Ovest; 192 persone vennero uccise mentre cercavano di attraversare e circa 200 vennero ferite gravemente.

61 La costruzione del muro causa la negazione, l omissione e molto spesso la distruzione di tessuti urbani, viari ed edilizi preesistenti. Ad ovest si costruisce o si restaura in funzione dei bisogni diretti dei residenti, e quindi si trasferiscono ad esempio centinaia di famiglie in case popolari; nel settore est ci invece si perseguono modelli urbanistici ordinati, schematici, che giungono purtroppo a stravolgere la morfologia esistente.

62 OSSIMORO La porta di Brandeburgo ed il Muro

63 Der Tempelhof

64 Tempelhof non fu solo un aeroporto: Albert Speer volle un tempio per mettere in scena il regime, la sua modernità tecnica. Nel 1934 Tempelhof era il complesso di edifici all'epoca più grande del mondo, raccordato da una struttura a semicerchio lunga metri. Come in un vero anfiteatro sul tetto fu prevista una tribuna smontabile, capace di accogliere 100 mila spettatori in occasione di grandi manifestazioni. I lavori furono interrotti nel 1942, quando la guerra imponeva al regime altre priorità. La storia nazista di Tempelhof finì nell'aprile 1945, con l'arrivo dell'armata Rossa. Una città nella città: questo fu l'aeroporto per mezzo secolo. Terminal della Pan Am, centrale d'ascolto della Cia, ma anche centro amministrativo e sociale della Berlin Brigade, il contingente militare statunitense, con uffici, asili nido, officine, teatro, palestre, jazz club e spacci.

65 Nel luglio 1945, l'aeroporto si ritrovò nel settore americano di Berlino, divisa ormai fra le potenze vincitrici. Il 24 giugno 1948, Stalin ordinò di chiudere tutti gli accessi via terra a Berlino Ovest, tagliando anche le forniture elettriche, per spingere le forze alleate ad abbandonarla, ridurre alla fame i suoi abitanti e costringerli a capitolare. La risposta al blocco fu «die Luftbruecke», il ponte aereo. Dal 26 giugno 1948 al 30 settembre 1949, americani e inglesi volarono oltre 277 mila volte verso Berlino, consegnando 2,34 milioni di tonnellate tra materie prime, prodotti alimentari e medicine. Tempelhof fu il teatro di quell'epoca: ogni 90 secondi un aereo alleato toccava terra, allineandosi in fila lungo il percorso dell'anfiteatro, per scaricare in pochi minuti e ripartire.

66 Dopo la caduta del Muro e la partenza degli americani, il Tempelhof ha vissuto del traffico aereo di breve distanza, senza mai fare il salto verso una vera redditività. Non a molto sono serviti i tentativi di diversificarne gli usi, che hanno visto i suoi hangar teatro di concerti, premi cinematografici e musical. Il 30 ottobre 2008 il Senato cittadino decise di chiudere per sempre l aeroporto, lo scalo dove si annodavano tutti i fili della storia berlinese e di quella tedesca. La discussione verte adesso su cosa dovrà accadere a quei trenta ettari di superficie vuota e su come utilizzare il complesso di edifici sotto tutela monumentale. Alcune proposte vorrebbero farne un altro Central Park, anche se a Berlino di cuori verdi, sul modello di quello newyorkese, ce ne sono già.

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68 La U- e la S-Bahn

69 Tracciati della U-Bahn del 1932

70 Il muro divideva 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la DDR), 32 linee di tram, 8 linee di metropolitana di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana sotterranea (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi. La caduta del muro cambiò considerevolmente i flussi di traffico della città, e la M-Bahn, un sistema a levitazione magnetica che connetteva 3 fermate della metropolitana lungo 1,6 chilometri, venne smantellata solo pochi mesi dopo la sua apertura ufficiale nel luglio La metropolitana collegava molte parti interne dei due settori e si fermava di qui e di là nei pressi del Muro, con le eccezioni ben sorvegliate di poche fermate in comune, usate spesso dai cittadini occidentali come accesso temporaneo al settore sovietico. Nulla rendeva in effetti più evidente l'assurdità di una città divisa, che il lento transito dei treni occidentali attraverso fermate interdette, semibuie, guardate a vista da poliziotti armati.

71 Le infrastrutture e il tessuto esistente: nessuna esitazione in nome di una chiarezza di intenti e di una denuncia dello sviluppo urbano e della mobilità.

72 IBA

73 Negli anni Ottanta, quando nessuno si sarebbe ragionevolmente aspettato che le due Berlino e le due Germanie si sarebbero potute riunificare entro pochi anni, la separazione della politica urbanistica dei due schieramenti si accentuò, forse esacerbata dalle sempre maggiori disparità economiche tra i due blocchi. La parte occidentale, insistendo nella sua politica avveniristica in campo architettonico, aveva lanciato nel 1979 l'internationale Bau Ausstellung (IBA), un concorso di riedificazione e ricucitura di tessuti urbani localizzato in particolare a Tegel, al Tiergarten, alla Pragerplatz e a Kreuzberg. Gli oltre 150 progetti, finanziati dalla BRD, dal comune di Berlino e da privati restituirono ad aree di bassa qualità morfologico-architettonica la dignità e la forma di un impianto concluso dove situare case eleganti, giardini urbani attrezzati, strutture commerciali. L'IBA si pose come una specie di Ente di controllo, a garanzia tanto della qualità dei progetti quanto della loro esecuzione.

74 Il programma dell IBA si basò sul concetto di "recupero urbano prudente" (Behutsame Stadterneuerung - Careful Urban Renewal): come testimoniano gli esempi di riqualificazione urbana compiuti nel quartiere di Kreuzberg, negli isolati residenziali a ridosso della Sprea, lungo l asse di Koepenicker Straße - Schlesischer Straße. L'intero programma non era ancora concluso nel 1990, anno dell'abbattimento del Muro e della riunificazione della città. L IBA viene quindi riorganizzata, con i nuovi intenti di riqualificazione del tessuto urbano di Berlino Est e di riconversione delle vecchie aree industriali.

75 Appare un nuovo concetto, quello di costruire nello spazio, "tra le cose", negli spazi interstiziali, tra manufatti esistenti. Anche lo spazio di risulta assume importanza divenendo nodo funzionale e simbolico. Eisenman stesso darà nome a questo processo con IN-BETWEEN. Il lotto dove sorge il complesso in esame sulla Friedrichstrasse, presenta una serie di edifici preesistenti che Eisenman ricuce attraverso una sovrapposizione di maglie traslate tra loro. La complessità è resa dall'intreccio di queste maglie.

76 Il programma per Berlino Capitale

77 Berlino: una, nessuna, centomila... Nell Agosto del 1989, l Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l Austria e nel settembre 1989 più di 13 mila tedeschi dell'est scapparono attraverso l'ungheria. Le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono nell'autunno del Le limitazioni sugli spostamenti per i tedeschi dell'est vennero in qualche modo rimosse dal governo nel novembre Il tutto accadde a causa di un fraintendimento: il governo annunciò in una conferenza stampa che tutte le limitazioni erano state tolte, e decine di migliaia di persone si riversarono sul muro, dove le guardie di confine aprirono i punti di accesso e permisero loro di passare. Il 9 novembre viene quindi considerata la data in cui il muro crollò. La caduta del muro fu il primo passo della riunificazione tedesca, che si concluse formalmente il 3 Ottobre 1990.

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79 Cronologia dello sviluppo territoriale

80 Progetti urbani di sviluppo e trasformazione secondo funzioni

81 Raffronto tra piano urbano di sviluppo della residenza ed effettiva realizzazione

82 Raffronto tra le attività commerciali di nuovo impianto e di trasformazione

83 La rete infrastrutturale a scala territoriale

84 La rete infrastrutturale a scala urbana

85 Analisi degli impianti urbani e delle aree pubbliche verdi

86 Analisi dei tessuti urbani

87 Parchi territoriali, parchi urbani, giardini.

88 Verde pubblico e verde privato.

89 Progetti urbani di trasformazione sviluppati nelle zone centrali della città - cronologia

90 Aree urbane destinate a servizi nelle zone centrali della città cronologia

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94 La gestione della ricostruzione

95 Per comprendere appieno le trasformazioni urbane occorre risalire al processo di riunificazione, che ha riaperto il tema della proprietà dei suoli, parte dei quali era stata statalizzata dalla DDR. L'obiettivo era duplice: restituire i terreni ai privati e ricostituire le comunità. L'effetto fu diverso. Le proprietà restituite, pari al 90%, provocarono una massiccia immissione di immobili nel mercato e un ingente trasferimento di proprietà immobiliari, con due conseguenze decisive in termini di sviluppo urbano. La prima fu il cambiamento della struttura sociale della proprietà, in origine costituita da piccoli proprietari privati, caratterizzata da una eterogeneità funzionale e sociale. I nuovi proprietari sono investitori e compagnie internazionali, interessati ai risparmi fiscali e all'investimento. La seconda conseguenza fu il varo della legge Investitionsvorranggesetz, in base alla quale la restituzione dei terreni non avviene se un grande investitore privato non propone un piano di investimenti. I proprietari originari vengono solo indennizzati. Si parla quindi di secondo esproprio. Si sono create così vaste proprietà acquistate da società nazionali e multinazionali, capaci di investimenti importanti nelle aree centrali e più pregiate di Berlino. Investitori e utenti non coincidono più. La proprietà diventa anonima, orientata al profitto, distante dal territorio. L'aumento degli affitti innesca un processo di gentrificazione ed espulsione delle classi deboli.

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100 Berlino è una città condannata per sempre a diventare e mai ad essere. Karl Scheffler

101 15 gennaio 2014 Berlino raccoglie 233mila firme per salvare Tempelhof: ora il referendum Ora la città dovrà istituire un referendum che, se andasse come spera l associazione, vieterà la costruzione di appartamenti (molti di housing sociale), numerosi spazi commerciali e una nuova biblioteca centrale nella zona periferica del campo dove una volta c era il vecchio aeroporto cittadino.

102 30 settembre 2014 A Tempelhof un nuovo esperimento di democrazia liquida: i cittadini decideranno online A quattro mesi dal referendum che ha sancito lo stop allo sviluppo immobiliare di Tempelhof fortemente voluto dall amministrazione, il processo di partecipazione dei cittadini alla riprogettazione dell area è in procinto di cominciare. Nelle prossime settimane toccherà alla comunità urbana decidere del futuro dell ex aeroporto. Verranno progettate delle piattaforme interattive che consentano ai berlinesi di proporre e supportare idee che riguardino lo sviluppo della grande superficie del Feld. Un esperimento che poggerà sui cardini della democrazia liquida e che vorrà rendere il più possibile orizzontale e trasparente il processo decisionale, come previsto dal referendum di maggio. A partire dal mese di novembre, la piattaforma di partecipazione sarà on-line. I piani per Tempelhof saranno disponibili entro il primo semestre del Poi si passerà ai processi decisionali, con una possibilità: che prevalga ancora una volta il partito del tutto resti com è.

103 aree autogestite

104 I luoghi assumono un estetica cosmopolita dal linguaggio internazionale, la cui riduzione dei luoghi a merci ne annulla i valori tradizionali. Massimo Muciaccia

105 9 luglio 2014 Berlino, la guerra contro i turisti dei crociati antigentrification Amministrare l Urbanistica «Attenzione però a pensare che della gentrification sia tutto negativo spiega Andrej Holm, docente di sociologia della Humboldt Universität e autore di Riprendersi Berlino. Per capire perché basta pensare a Prenzlauer Berg: vent anni fa alcune strade del quartiere non avevano luci, alcuni appartamenti erano dotati soltanto di bagni esterni e numerose case erano ancora riscaldate a carbone». Non a caso tra la classe politica berlinese vige il mantra che più investimenti portano ricchezza Se questo da un lato è innegabile, il fatto che la ricchezza complessiva di Berlino aumenti non significa necessariamente che la distribuzione di quella nuova sia fatta in maniera equa. Alcune delle proteste a Berlino contro la gentrification sono molto più radicali di quella di Tempelhof Sarah Brenner, attivista anti-gentrification: «I proprietari di casa a Berlino sono soltanto il 15 per cento della popolazione. Tutti gli altri sono in affitto. La città si è dunque schierata con una minoranza, la minoranza più ricca, quella che possiede case». D altra parte la chiusura al cambiamento non è mai un atteggiamento positivo. La città cambia e non si può (forse deve) resistere. L importante è garantire che il cambiamento sia a vantaggio dei più e non dei pochi come sembra invece stia accadendo.

106 La ricostruzione (critica)

107 Costruire nel costruito Con l esperienza dell IBA, il concetto della ricostruzione critica è rimasto come parola d ordine per tutti i nuovi interventi di rinnovamento ed in particolare per la Unter den Linden e la Friedrichstrasse. Il programma determinato da Kleihues prevedeva che: - i tracciati stradali storici e le linee di fuga dovessero essere rispettati o ricostruiti; - le altezze massime consentite fossero quelle storiche di 22 metri alla gronda, o di 30 metri al colmo del tetto (per cui sono realizzabili due piani di attico arretrato); - il venti per cento della superficie lorda dovesse essere destinato a residenza; - la densità insediativa non venisse calcolata solo in base a parametri quantitativi, ma considerando anche le destinazioni d uso ed il regolamento edilizio; - il modello dell edificazione fosse il comparto urbano che insiste su un lotto la cui massima dimensione è l isolato; - la parcella fosse determinata come strumento reale d intervento. Secondo Kleihues: la ricostruzione critica presuppone non la ricostruzione conservativa del tessuto urbano, ma la sovrapposizione di più strategie, la ricostruzione di spazi urbani - dove possibile - e di strutture storiche a blocco che realizzino nuove situazioni urbane con l aggiunta di nuovi elementi che si contrappongano in modo cosciente al passato.

108 Ancora Kleiheus sulla ricostruzione critica: una via che apra il dialogo tra tradizione e moderno, che cerchi la contraddizione del moderno non nel senso di una rottura, ma di uno sviluppo che rimanga visibile attraverso tappe spazio temporali. Tentativo architettonico che è però riuscito a Gehry non a Kleihues, nella Pariser Platz.

109 Con la ricostruzione critica si riesce in parte a ricreare la morfologia della griglia degli ampliamenti barocchi, pur rinunciando alle qualità urbanistiche tipiche di quella griglia stessa, la struttura parcellare e la commistione funzionale. Secondo Kollhoff si sono riempiti i vuoti, orgogliosi di aver rispettato le linee di gronda, senza riuscire a far altro che miniature della case degli anni settanta del secolo scorso, ottimizzate e ridotte nella decorazione. Secondo Dieter Hoffmann-Axthelm, la ricostruzione critica con il rispetto della linea di gronda (per cui sono realizzabili due piani di attico arretrato) limita solo relativamente la densità, mentre porta inevitabilmente alla creazione di volumi che appaiono come usciti da uno stampo. Per Hans Stimmann, il punto di partenza della ricostruzione critica e della ripresa della struttura a blocco è la consapevolezza che la distribuzione della città storica non è stata la semplice conseguenza della guerra, ma di una politica di piano interpretata come abbattimento e sostituzione del tessuto esistente il parallelismo con l epoca dei Fluchtlinienplaene a cavallo del secolo non è casuale. Ma la ricostruzione delle linee di fuga, cioè dell andamento storico delle strade, è stato spesso difficile da realizzare a causa della distruzione avvenuta durante la guerra e delle conseguenti ricostruzioni.

110 La Berlino di Ungers

111 La riunificazione della città ci ha colti di sorpresa e ci ha profondamente colpiti. A questo evento non eravamo affatto preparati, dal momento che ciascuna delle due parti aveva trovato per conto proprio una formula facile e comprensibile, che si dimostrava adeguata alle rispettive condizioni di spirito. Gli uni credevano nella rinascita marxista della città, una città egualitaria che avrebbe livellato qualsiasi differenza grazie ad una adeguata separazione funzionale ed alla possibilità di godere di visuali libere in ogni direzione. Campagna e città dovevano trovare un equilibrio armonico: non più gerarchie, non più centro città, non più periferie. Gli altri volevano creare luoghi consacrati alla cultura: la nuova arcadia; si auspicavano e si creavano spazi verdi, ecosistemi, anticittà e utopie. Le esposizioni di architettura sembravano più importanti della città stessa e delle sua tradizione: i riferimenti alla realtà rimanevano del tutto estranei. La città si sviluppava in concorrenza a se stessa, tutta presa da ambiziose utopie, dalle diverse ideologie e da reciproche e vanagloriose rivalità ed emulazioni. La conseguenza e i risultati di tutto ciò sono stati un vuoto eterogeneo, un caos, un ammasso insensato di monumenti: un guazzabuglio di relitti con i quali difficilmente gli abitanti potrebbero identificarsi. Con i nuovi piani si continua a demolire e progettare, la pianificazione urbana sembra seguire esclusivamente la legge della tabula rasa. La storia, la tradizione, la continuità sono concetti che, evidentemente non sono stati assunti all interno degli ultimi piani. Ognuno afferma in primo luogo se stesso e non vuole avere niente a che fare con quanto c era prima. Tutto viene liquidato come antieconomico, inservibile, inadeguato e obsoleto.

112 Ungers tra il 1965 ed il 1968 all interno del suo corso ha elaborato un idea di piano per Berlino: questo si fondava sul tentativo di attivare e di tipizzare i potenziali insiti in diverse strutture urbane. Perché andare in cerca di strumenti a Berlino quando Siena o il Rockefeller Center sono più facili da realizzare e si prestano ad essere resi rapidamente appetibili nei confronti di un eventuale approvazione e di qualsiasi investimento? Siena a Colonia, Siena a Dortmund, Siena a Potsdamer Platz! Chi si dedica al bricolage si accontenta delle sedimentazioni della storia, che si limita a raccogliere e che, quasi fosse un trafficante, svende là dove questa operazione si dimostra necessaria e fruttuosa in base a motivi di opportunità. Le questioni riguardanti le altezze degli edifici e le loro sistemazioni urbanistiche fanno sì che la città spettacolo si estenui nel formalismo. I contenuti reali restano estranei, nel senso che o non se ne prende assolutamente atto, oppure, semplicemente vengono stralciati. La pianificazione e l architettura non devono diventare prodotti di mercato, oggetti di commercio ma scelte consapevoli. Se nessuno si dà più pena di elaborare una struttura generale e di individuare dei piani che si occupino della città vista come struttura complessa, allora il risultato può soltanto essere un lavoro frammentario e un generale smarrimento.

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