Il progetto «Le radici e le ali»
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- Bruno Fantoni
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1 Il progetto «Le radici e le ali» Dott.ssa Valentina Pagani Le parole degli insegnanti Una cosa che noto molto è adesso è arrivato un bambino di lingua filippina e ho chiesto ad altri bambini filippini di aiutarmi e la risposta è stata: non lo so parlare!, come se si vergognassero In occasione di una festività, ho chiesto ai bambini di farmi vedere come pregano, uno l ha fatto, ma gli altri avevano come un timore, un pudore, a mostrare queste cose che sono anche belle. Di fronte a domande su com è la scuola nel loro paese non raccontano, si sentono a disagio. 1
2 hanno vita dura, perché non sono mai totalmente accettati da nessuno. Ma che cosa fa paura? Le identità plurime di questi ragazzi oseremo dire, che sono due (o anche tre o quattro) non una. Sono italiani e non italiani. Equilibristi dell essere. (Nubiay, Scego, 2007) Per contribuire alla costruzione dell identità personale degli alunni Occorre rispondere al loro bisogno di sentirsi: Unico, originale, competente, esperto in qualche ambito, ma non diverso (nella libera e creativa espressione di sé) - individuazione Capace di lasciare tracce di sé, in continuità con la propria storia di vita - continuità In sintonia con il contesto (appartenente ad un sistema, riconosciuto dal gruppo-classe, considerato nel proprio ruolo) appartenenza 2
3 I criteri che animano il progetto Equilibrio tra storia/origini e prospettiva progettuale-costruttiva Aiutare i docenti ad appropriarsi di competenze metodologiche (progettazione, osservazione, documentazione, conduzione di conversazioni e brainstorming ) Connessione coi programmi curricolari L insegnante deve giocare continuamente con gli eventi per trasformarli in occasioni. (Zoletto, 2007) I criteri che animano il progetto Tema che parta dai bambini Occasione di confronto e scambio per i bambini L insegnante che fa educazione interculturale non dovrebbe dare credito a priori a un unico ideale di cultura; né attingere, altrettanto a priori, a presunte culture altre che molte volte esistono solo sulla carta dei nostri progetti interculturali. L insegnante deve correre deliberatamente il rischio di scendere sul terreno dei suoi allievi. (Zoletto, 2007) 3
4 Il progetto A tavola con gusto «Perché a mensa non mangi la carne? Eppure mangi il kebab» brainstorming 4
5 Il brainstorming Identificare una modalità per iniziare ad esplorare la tematica con i bambini: gli insegnanti hanno proposto di affidare questa prima fase ad un brainstorming nelle diverse classi emergono temi diversi Geografia Scienze Storia Arte Italiano Religione 5
6 Scienze La piramide alimentare Geografia La distribuzione delle risorse Paese che vai ricetta che trovi Da dove viene il cibo che mangiamo? Storia Il cibo oggi e quello dei nostri nonni Il cibo degli antichi Italiano Il cibo nelle poesie e nei racconti Racconti, ricette e ricordi Arte Il Cibo nell arte (I mangiatori di patate, Arcimboldo ) Religione Il cibo nelle diverse religioni La conversazione Mery: Lei non è proprio straniera (riferito ad Arianna, di origine iraniana) Karin: Non è proprio straniera R.: Perché non sei proprio straniera te? Arianna: Ma non lo so R.: Secondo te ci sono delle cose che fanno capire che non sei straniera? Mery: E la carnagione punto Arianna: Sì, ma no per me non c entra la carnagione ( ) cioè a me non me ne importa, per me la carnagione è Dio che ha scelto così e se lui ha scelto così bisogna accettare quello che siamo 6
7 Perché la conversazione? Sostiene i bambini nelle loro elaborazioni cognitive, creando apertura mentale e decentramento del proprio punto di vista attraverso il confronto e lo scambio tra coetanei di riflessioni e emozioni Snodo cruciale nella progettazione interculturale: rende visibile le reciproche differenze e somiglianze a partire dalle individualità di ognuno Scoperta di sé stessi e degli altri Indicazioni metodologiche: Ideale piccolo gruppo (6/8 bambini) Clima accogliente che inviti alla partecipazione, ma rispetti le differenze, i silenzi e le timidezze Disposizione a cerchio Non esiste una risposta giusta e una sbagliata Il ruolo dell adulto: Atteggiamento non giudicante e di vero interesse Sospensione della tipica situazione asimmetrica Gli interrogativi (aperti) e le sottolineature di alcune parole dei bambini diventano facilitatori della discussione: valorizzano i pensieri dei bambini e aiutano a rimettere in discussione o esplicitare maggiormente il proprio pensiero 7
8 L aspetto significativo è dato dall aver offerto al bambino la possibilità di raccontare un pezzettino della propria storia, della quotidianità vissuta in casa, all interno di un percorso dove le somiglianze e le differenze sono ascoltate e valorizzate perché considerate tutte con uguale dignità e valore. Bolognesi & Di Rienzo (2007) Identità Esempio dell alunno che si sente italiano pur avendo la mamma peruviana e il papà inglese riflettere su come l ID sia multi-sfaccettata e non debba essere appiattita solo sulle origini, le quali al contempo devono essere ma legittimate e valorizzate. 8
9 Multilinguismo Dare visibilità al patrimonio linguistico che i bambini e i loro genitori portano con sé, prevedendo, ad esempio, la traduzione in più lingue dei cartelloni o dei lavori prodotti dagli alunni Bambini protagonisti Non solo ricerche e lavori di gruppi, ma anche la possibilità di invertire i ruoli gli alunni diventano insegnanti e raccontano la loro cultura ai compagni e ai maestri 9
10 I cambiamenti attivati dal progetto Cambiare prospettiva l identità è qualcosa che costruisci tutti i giorni nelle diverse attività didattiche (insegnante, IV C) Affinare il modo di lavorare coi bambini Valorizzare pienamente le identità di tutti i bambini Hanno esclamato: «che fortunati che siete!» (insegnante, IV B) La somma delle due culture è qualcosa in più delle appartenenze prese singolarmente, vale di più, vale 10 e 10 sono io (alunno, IV B) 10
11 Se scegliamo questa strada, non si tratterà più di rifiutare questa o quella forma di cultura di base, questa o quella cultura altra, ma di continuare a formarci insieme, insegnanti e studenti, attraverso di esse. (Zoletto, 2007) 11
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