LE CLASSI CERAMICHE. SITUAZIONE DEGLI STUDI

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1 CNR - ISTITUTO DI SCIENZA E TECNOLOGIA DEI MATERIALI CERAMICI FAENZA SOPRINTENDENZA SPECIALE AI BENI ARCHEOLOGICI DI ROMA PALAZZO MASSIMO ALLE TERME - ROMA LE CLASSI CERAMICHE. SITUAZIONE DEGLI STUDI Atti della 10 a Giornata di Archeometria della Ceramica (Roma, 5-7 aprile 2006) a cura di Sabrina Gualtieri, Bruno Fabbri, Giovanna Bandini E S T R A T T O Bari 2009

2 INDICE DEL VOLUME Presentazione di Giovanna Bandini, Bruno Fabbri, Sabrina Gualtieri Definizione e identificazione rapida delle classi ceramiche preistoriche e protostoriche di Sara T. Levi, Alessandro Vanzetti Archeometria e ceramica romana (Roma/area romana- Golfo di Napoli): stato delle ricerche e progetti in corso di Gloria Olcese Le classi ceramiche: ridefinizione archeometrica per lo sviluppo delle conoscenze dei materiali di scavo di Beatrice De Rosa, Ciro Piccioli Impasto fine, semifine o grossolano? Terminologia archeologica e classificazione archeometrica di Giulio Carpenito, Luca Corradini, Sara T. Levi Le classi ceramiche nell archeologia medievale, tra terminologie, archeometria e tecnologia di Marco Milanese Produzione e circolazione della ceramica Serra d Alto nel V millennio a.c. in Italia sud-orientale di Rocco Laviano, Italo M. Muntoni Analisi archeometriche su ceramica neolitica ingobbiata e dipinta (cultura di Lumea Noua, V millennio a.c.) da siti in Transilvania (Romania) di Paola Ricciardi, Simona Varvara, Bruno Fabbri, Sabrina Gualtieri, Mihai Gligor Studio archeometrico su ceramiche rinvenute nello scavo di Piano di Comunità a Veio di Laura Ambrosini, Alessio Argentieri, Barbara Belelli Marchesini, Anna Candida Felici, Amanda Generosi, Ciriaco Giampaolo, Sergio Lo Mastro, Barbara Paci, Mario Piacentini, Valerio Rossi Albertini, Margherita Vendittelli Indagini archeometriche su tre urnette fittili dipinte Laura Ambrosini, Giovanna Bandini, A. Candida Felici, Gabriele Fronterotta, A. Galli, Marco Martini, Chiara Nicolais, Marilena Pagliaro, Mario Piacentini, Sebastiano Sciuti, Emanuela Sibilia, Margherita Venditelli Indagini archeometriche sulla ceramica punica a vernice nera dall ex Mercato di Olbia M. Letizia Amadori, Carla Del Vais, Giuliana Raffaelli La produzione di ceramica da mensa a Solunto: un esempio di continuità tecnologica dall età arcaica a quella ellenistico-romana di Giuseppe Montana, Cristina Bonsignore, Oscar Belvedere, Aurelio Burgio, Caterina Greco, Valeria Tardo, Francesca Spatafora Studio archeometrico sulle ceramiche di epoca achemenide e post-achemenide (VI-II sec. a.c.) da Tang-e Bolaghi (Fars-Iran) di Pierfrancesco Callieri, Alireza Askari Chaverdi, Marco Loreti, M. Letizia Amadori, Sara Barcelli, Giuliana Raffaelli Ceramica altomedievale dal castrum di Cuma (Campi Flegrei): aspetti peculiari di una produzione di Celestino Grifa, Alessio Langella, Vincenzo Morra, Priscilla Munzi Le anfore fenicio-puniche prodotte nel Mediterraneo occidentale: caratteristiche petrografiche degli impasti siciliani e spagnoli di Ioannis Iliopoulos, Miguel Angel Cau, Giuseppe Montana Anfore da trasporto protobizantine di produzione cilicia: stato degli studi sulla loro produzione e commercializzazione sulla base dei nuovi rinvenimenti da Elaiussa Sebaste (Ayash-Turchia) di Adele. F. Ferrazzoli, Marco Ricci Caratteristiche tecnologiche delle porcellane di Capodimonte (Napoli, metà XVIII sec.) di Francesca Amato, Diletta Clery, Bruno Fabbri, Paola Giusti, Sabrina Gualtieri, Lorena Napoli, Luca Pinto, Andrea Ruffini Le classi ceramiche: problematiche di conservazione di Giovanna Bandini Quando l argilla non diventa ceramica: intervento pilota su manufatti iranici del III millennio a.c. di Roberta Bollati, Gabriella Ceroli, Elisabeth Huber Il Museo Gregoriano Etrusco e il restauro dei materiali ceramici: tra filologia ed estetica di Maurizio Sannibale Intervento di restauro di un pithos del VII-VI sec. a.c. proveniente da Tarquinia di E. Catalli, D. Colonello, Elisabeth Huber, M. Pastorelli, M. Elisabetta Prunas, E. Raimondi Ceramiche architettoniche cinesi: classificazione e peculiari forme di alterazione e degrado di Marina Angelini Il risarcimento formale e cromatico delle lacune della porcellana: uno studio sui materiali e proposte d intervento di Giulia Barella, Roberta Bollati, Elisabeth Huber Edipuglia srl, via Dalmazia 22/b Bari-S. Spirito tel (fax) - http: // - edipuglia@ .it

3 Le anfore fenicio-puniche prodotte nel Mediterraneo occidentale: caratteristiche petrografiche degli impasti siciliani e spagnoli di Ioannis Iliopoulos*, Miguel Angel Cau**, Giuseppe Montana*** * Department of Geology University of Patras. ** Institució Catalana de Recerca i Estudis Avançats (ICREA)/Equip de Recerca Arqueomètrica de la Universitat de Barcelona (ERAUB). *** Dipartimento di Chimica e Fisica della Terra ed Applicazioni alle Georisorse e ai Rischi Ambientali - Università di Palermo. ABSTRACT The aim of this paper is to provide well-stated petrographic reference groups for the recognition of several Sicilian and Spanish Phoenician-Punic production centres in order to facilitate an instrument of further objective support for amphorae provenance. This instrument is based on the crosschecking between data provided by typological studies and the thinsection analysis of amphorae fabrics. It is worth noting that this is only a first step within the framework of a larger research project focused in the creation of an Atlas of Phoenician and Punic Amphorae in the Western Mediterranean including both archaeological and petrographic data. In this context a systematical work on the known production centres characterizing fabrics, pastes and raw materials is the proper way to define workshops and their manufactures and to study their technological choices. Thus we shall give primarily references to well-define workshops as Mozya and Solunto in Sicily and Cadiz and Ebussus in Spain. However, some other petrographic data not obtained from the above cited workshops are also included. In those cases, the reference fabric has to be taken only as a general trend on the petrographic features of a certain large compositional space. Key-words: Pottery, Provenance, Ceramic Petrography, Petrographic Fabrics, Production Centres, Atlas of Phoenician and Punic Amphorae. 1. Introduzione La manifattura ed il commercio della ceramica avevano un ruolo rilevante nelle aree del Mediterraneo sotto l influenza fenicia e punica. Le anfore, in particolare, sono considerate molto importanti per comprendere appieno i modelli di produzione, distribuzione e consumo ed indirizzare correttamente le indagini storiche e socio-economiche. I progressi raggiunti dagli studi archeologici in diverse aree del Mediterraneo occidentale hanno consentito di migliorare la definizione tipologica e cronologica delle produzioni ceramiche fenicio-puniche. La classificazione sistematica delle anfore da trasporto è stata intrapresa negli anni 90 da Ramon Torres (1995), consentendo l acquisizione dei primi dati quantitativi sulla distribuzione dei tipi di anfore, ed evidenziando anche la presenza di diversi centri di produzione contemporaneamente attivi in aree differenti. Ciò ha indotto a ritenere determinante la ricerca di criteri oggettivi per la distinzione fra le produzioni locali e le importazioni. Un approccio puramente archeologico incontra notevoli ostacoli nel decifrare le provenienze, dato che gli impasti ceramici non sono oggettivamente distinguibili tra loro in base ad un semplice esame macroscopico. Inoltre, uno stesso tipo anforico può essere stato prodotto in più centri. Ciò motiva la necessità di uno studio archeometrico che fornisca un approfondita descrizione degli impasti ceramici e che, al tempo stesso, possa corroborare le ipotesi di provenienza formulate su base archeologica. Come noto, gli impasti ceramici caratterizzati da degrassante sabbioso a grana medio-grossolana (0,25-1 mm) possono essere proficuamente studiati mediante l osservazione delle sezioni sottili al microscopio polarizzatore. L esame petrografico consente di stabilire la compatibilità o l incompatibilità fra i frammenti litici ed i minerali che costituiscono il degrassante sabbioso dei manufatti ceramici e le caratteristiche geo-litologiche del sito di ritrovamento. 2. Approcio metodologico e campionamento I siti di ritrovamento i quali sono stati considerati in questo lavoro sono: Camposoto in Cadiz (Cadice) nella penisola Iberica, Sa Caleta, Via Roma e FE-13 in Eivissa (Ibiza nelle isole Baleari) e Solunto e Mozia 157

4 Ioannis Iliopoulos - Miguel Angel Cau - Giuseppe Montana 1. - Localizzazione dei siti di produzione di anfore puniche considerati nel presente studio (stelle) e le tipologie anforiche più diffuse in ogni sito. Sono indicati anche altri siti di produzione delle medesime tipologie ubicati nel Mediterraneo occidentale (cerchi). in Sicilia (fig. 1). Le anfore puniche ritrovate in tutti i siti sopraccitati, come verrà puntualmente specificato nei paragrafi successivi, sono già state oggetto di studi petro-chimici, più o meno recentemente, da parte degli autori di questa nota. Le caratteristiche petrografiche di seguito presentate sono basate sull esame comparativo di 144 campioni, che sono stati osservati in sezione sottile al microscopio polarizzatore (Leica DM-LSP con acquisizione digitale delle immagini). Alcuni campioni sono stati sottoposti anche ad analisi al microscopio elettronico a scansione (SEM-EDS JEOL 6300 corredato da sistema di microanalisi chimica elementare EDS della Link Analytical) per ottenere informazioni sul chimismo di certe fasi minerali (utili negli studi di provenienza) sono state indicative anche le immagini per elettroni retrodiffusi (BSEI). La Tabella 1 fornisce le informazioni riguardanti la localizzazione dei contesti archeologici, il numero di campioni che sono stati analizzati in ogni sito, la datazione dei campioni e la loro tipologia. 3. Caratterizzazione petrografica degli impasti Sia a Solunto che a Mozia, ovvero nei siti siciliani oggetto di studio, sono state individuate 2 tipologie di impasto (figg. 2a-d). Da sottolineare che, in entrambi i centri produttivi, è stata riscontrata un interessante e ricorrente differenziazione cronologica nelle caratteristiche tessiturali dei prodotti, come se ci fosse stata un evoluzione tecnologica tra un impasto ad un altro. Infatti, in generale, le anfore arcaiche possiedono un degrassante sabbioso maggiormente addensato e di taglia relativamente più grossolana rispetto alle tipolo- 158

5 Le anfore fenicio-puniche prodotte nel Mediterraneo occidentale: caratteristiche petrografiche degli impasti siciliani e spagnoli Località Sicilia Eivissa TABELLA 1 Appartenenza, numero di campioni esaminati, datazione e tipologie anforiche prevalenti nei siti archeologici considerati nel presente studio. Contesto archeologico (officine ceramiche) Campioni esaminati Solunto 59 Mozia 47 Sa Caleta (insediamento fenicio) Via Roma 5 6 Datazione VII - VI a.c., V - III a.c. VI - III a.c. VII a.c. VI a.c. Tipologie anforiche prevalenti (classificazione Ramón Torres 1995) T , T T , T T T FE III a.c. T Cadiz Camposoto Soto 15 fine VI - V a.c. T gie di manifattura più recente, realizzate solo a partire dal V secolo a.c. (Alaimo et al. 1998; Alaimo et al. 2002; Iliopoulos et al. 2002). In particolare, a Solunto l impasto realizzato in età arcaica (fig. 2a) vede predominare il quarzo monocristallino, insieme a quantità relativamente minori di componenti calcarei (biocalcareniti e calcari compatti). Il quarzo policristallino, i frammenti di selce e di quarzarenite risultano abbastanza comuni, mentre i feldspati e le miche sono sporadici o rari. Gli impasti realizzati a partire dal V secolo a.c. sono assai simili in composizione a quelli arcaici, ma sono notevolmente più fini (0,06-0,125 mm e 0,5-0,25 mm, rispetivamente) e molto meglio assortiti (fig. 2b). L addensamento del degrassante sabbioso risulta altretanto ben differenziato tra i impasti arcaici (20-30%) e quelli classico-ellenistiche (10-20%). A Mozia i due impasti locali (figg. 2c-d) si distinguono per la presenza predominante di litoclasti, da sub-arrotondati a sub-angolosi, derivanti da calcari a grana fine e/o da biocalcareniti, insieme a quarzo monocristallino arrotondato o sub-arrotondato (fig. 2c). Sporadicamente si trovano, frammenti di quarzareniti, quarzo policristallino e feldspato. Il più delle volte non restano tracce visibili dei costituenti di natura carbonatica ad esclusione dei pori da impronta che formano in seguito alla loro decomposizione termica. Gli impasti realizzati più recentemente (dopo il V secolo a.c.) possiedono un degrassante a grana relativamente più fine (0,125-0,25 mm; fig. 2d) rispetto agli impasti arcaici (0,25-0,8 mm; fig. 2c). Sia gli impasti descritti per le produzioni anforiche di Solunto che quelli relativi alle manifatture di Mozia risultano compositionalmente del tutto compatibili con le caratteristiche geo-litologiche dell area circostante i siti di produzione (Alaimo et al. 1998; Alaimo et al. 2002; Iliopoulos et al. 2002). In Eivissa, nell officina identificata come FE-13, sono stati individuati due tipi di impasto (Ramon 1997; Buxeda e Cau 1997), A e B, entrambi caratterizzati dalla presenza di degrassante di natura sedimentaria (fig. 3a-b). L impasto A (fig. 3a) risulta più ricco in carbonati (calcite e frammenti di calcari compatti), mentre quarzo e muscovite risultano più abbondanti nell impasto di tipo B (fig. 3b). Entrambi questi impasti sono notelvomente fini (0,06-0,125 mm) e il loro addensamento varia da <10% per il tipo A a 15-20% per il tipo B. Di natura sedimentaria sono pure le inclusioni presenti nelle anfore ritrovate nel sito di Via Roma, con abbondanti frammenti litici derivanti da calcari microcristallini. Questi tipi di impasto risultano compatibili con le peculiarità geolitologiche dell isola di Ibiza (IGME 1972, Cau 2003). Al contrario, la mineralogia delle anfore provenienti dal sito di Sa Caleta è chiaramente incompatibile con la geolitologia di Ibiza e, più in generale, di tutte le Isole Baleari (Cau 2003, Amadori & Fab- 159

6 Ioannis Iliopoulos - Miguel Angel Cau - Giuseppe Montana 2. - Variazione dei fabric petrografici per le anfore puniche prodotte in Sicilia. Prima fila: produzione soluntina, seconda fila: produzione moziese, colonna sinistra: produzioni arcaiche, colonna destra: produzioni classico-ellenistiche. Nei riquadri: disegni dei tipi anforici (Ramon 1995) a cui si riferiscono gli impasti. Le microfotografie sono a nicol incrociati Microfotografie degli impasti ceramici (A e B) individuati nellʼofficina FE-13 in Eivissa. I disegni dei tipi anforici nei riquadri sono da Ramon (1995). 160

7 Le anfore fenicio-puniche prodotte nel Mediterraneo occidentale: caratteristiche petrografiche degli impasti siciliani e spagnoli bri 1998). Infatti esso è caratterizzato da minerali e frammenti litici di natura metamorfica: scisti, andalusite, staurolite e granato (fig. 4). Una tale composizione mineralogica potrebbe suggerire come possibile area di produzione di questi manufatti la costa meridionale della penisola iberica, probabilmente tra Malaga e Granada, dove, come noto, erano ubicate delle officine ceramiche fenicie (Amadori & Fabbri 1998). Questo tipo di impasto mostra un distribuzione bimodale del degrassante con frammenti di rocce e minerali che loro dimensione cadde nella frazione di sabbia grossolana (0,5-1 mm) e di sabbia molto fine (0,06-0,125 mm). Infine, l impasto dell officina di Camposoto a Cadice, è caratterizzato dalla presenza di quarzo, calcite, frammenti di microfossili, quarzo policristallino e plagioclasio (fig. 5), tutti costituenti compatibili in pieno con la geolitologia locale. La dimensione degli inclusi sabiosi varia tra le classi del sabbia fine e sabbia media (0,125-0,5 mm), mentre la distribuzione areale è generalmente non uniforme e l addensamento risulta tra il 15 ed il 20% (Cau 2007) Microfotografia del fabric ceramico individuato nel sito di Sa Caleta (Eivissa), il quale risulta evidentemente incompatibile con la geologia locale a causa del prevalenza di componenti di natura metamorfica di alto grado, come è indicato dalla presenza di minerali indici quali staurolite e granato. Disegno del tipo anforico: Ramon (1995). 4. Conclusioni Lo studio al microscopio polarizzatore delle anfore fenicie e puniche ha permesso la definizione di alcuni gruppi di riferimento petrografici, come è 5. - Microfotografie dellʼimpasto tipico delle anfore puniche prodotte nellʼofficina di Camposoto a Cadice. I disegni dei tipi anforici nei riquadri sono da Ramon (1995). 161

8 Ioannis Iliopoulos - Miguel Angel Cau - Giuseppe Montana nel caso delle officine ceramiche siciliane di Solunto e Mozia ed anche per l officina di Camposoto nel sud ovest del penisola iberica e la officina FE-13 a Eivissa (Ibiza, nelle Isole Baleari). La caratterizzazione delle anfore da Sa Caleta come manufatti importati e la loro possibile attribuzione alle fabbriche fenicie ubicate nella costa sud della Spagna, può contribuire alla definizione dei markers composizionali per questa area. Infine, il materiale ceramico dal sito di ritrovamento ubicato in Via Roma a Ibiza, può essere un primo esempio delle produzioni locali realizzate a partire dal VI secolo a.c. Per alcuni siti, come quelli di Mozia e Solunto, che sono rimasti operativi per un lungo periodo, è stato possibile accertare l evoluzione della tecnologia di manifattura degli impasti nel tempo e, quindi, definire le relative ricette e acquisire nuove cognizioni sulle strategie seguite dai antichi ceramisti nel procurarsi le materie prime. L approccio presentato in questo lavoro è solo la parte preliminare di un progetto molto più ampio che intende arrivare alla redazione di un atlante delle anfore fenicio-puniche prodotte nel Mediterraneo occidentale, che comprenda dati archeologici, petrografici e chimici. L obiettivo finale, quindi, è un lavoro sistematico sui centri di produzione ad oggi attestati (e sulle relative materie prime) da cui ricavare le peculiarità composizionali e tessiturali delle diverse manifatture ed, eventualmente, una loro evoluzione in senso diacronico. Bibliografia Amadori M.L, Fabbri B., 1998, Produzione locale e importazioni di ceramiche fini da mensa (fine VIII-fine VI sec. a.c.) a Toscanos (Spagna meridionale), In: E. Acquaro, B. Fabbri (a cura di), Produzione e circolazione della ceramica fenicia e punica nel Mediterraneo: il contributo delle analisi archeometriche, Atti della II giornata di archeometria, Ravenna 14 maggio Alaimo R., Greco C., Iliopoulos I., Montana G., 1998, Le officine ceramiche di Solunto e Mozia (VII-III secolo a.c.): un primo confronto tra materie prime, fabbriche e chimismo dei prodotti finiti, Miner. Perogr. Acta, Vol. XLI, pp Alaimo R., Greco C., Iliopoulos I., Montana G., 2002, Phoenician-Punic ceramic workshops in western Sicily: compositional characterisation of raw materials and artefacts, In: Modern Trends in Scientific Studies on Ancient Ceramics, Ed. V. Kilikoglou, A. Hein and Y. Maniatis, British Archaeological Reports (BAR), S1011, pp Buxeda i Garrigós, J., Cau Ontiveros, M.A. 1997, Caracterización arqueométrica de las ánforas T del taller púnico FE-13 (Eivissa), In FE-13: un taller alfarero de época púnica en Ses Figueretes (Eivissa), J. Ramon, Treballs del Museu Arqueològic d Eivissa i Formentera, 39, Govern Balear, Cau, M. A., 2003, Cerámica tardorromana de cocina de las Islas Baleares: estudio arqueométrico, British Archaeological Reports, International Series, 1182, Archaeopress, Oxford. Cau Ontiveros M. A. 2007, Apéndice I. Caracterización mineralógica y petrográfica de los materiales anfóricos, In El taller alfarero tardoarcaico de Camposoto (San Fernando, Cádiz), J. Ramon Torres, A. Sáez Espligares, A.M. Sáez Romero, A. Muñoz Vicente, Junta de Andalucía, Arqueología Monografías, IGME 1972, Mapa geológico de España 1: , hojas 49-65, Menorca-Ibiza-Formentera, Instituto Geológico y Minero de España. Iliopoulos I., Alaimo R., Montana G., 2002, Analisi Petrografica degli impasti delle anfore fenice e puniche, In: MOZIA: Gli scavi nella Zona A dell abitato, a cura di Maria Luisa Famà, Bari, pp Ramón Torres J. 1995, Las ánforas fenicio-púnicas del Mediterráneo Central y Occidental, Barcelona. Ramón Torres, J. 1997, FE-13: un taller alfarero de época púnica en Ses Figueretes (Eivissa), Treballs del Museu Arqueològic d Eivissa i Formentera, 39, Govern Balear. 162

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