Il rapporto banca-impresa nel contesto di Basilea III

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1 Il rapporto banca-impresa nel contesto di Basilea III Novara, 11 novembre 2016 Maurizio Comoli Professore Ordinario di Economia Aziendale Università del Piemonte Orientale Dipartimento di Studi per l Economia e l Impresa di Novara

2 2 Agenda L analisi della redditività e il correlato profilo di rischio L analisi dell assetto patrimoniale e finanziario: la liquidità e la sostenibilità L apprezzamento della dinamica economico-finanziaria tramite il rendiconto finanziario La definizione dei covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine

3 L ANALISI DELLA REDDITIVITÀ E IL CORRELATO PROFILO DI RISCHIO

4 Il Bilancio come strumento di valutazione dell economicità dell impresa BILANCIO D ESERCIZIO 4 STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO RENDICONTO FINANZIARIO INVESTIMENTI FINANZIAMENTI COSTI RICAVI EQUILIBRIO PATRIMONIALE O SOLIDITA O EQUILIBRIO FINANZIARIO DI MEDIO/LUNGO PERIODO ENTRATE USCITE EQUILIBRIO FINANZIARIO DI BREVE PERIODO O LIQUIDITA EQUILIBRIO REDDITUALE

5 5 L utilizzo interno dell analisi di bilancio Valutazione degli amministratori o di dipendenti Review critica della performance passata dell azienda Analisi comparativa delle performance di singole divisioni Elaborazione di proiezioni, budget e piani di investimento Riscontro della congruità delle assunzioni di proiezioni in precedenza formulate

6 6 L utilizzo esterno dell analisi di bilancio Valutazione della liquidità-solidità finanziaria da parte dei finanziatori Valutazione della congruità del reddito imponibile dichiarato Valutazione benchmark da parte dei competitors Valutazione da parte degli investitori potenziali

7 7 Il sistema degli indici di bilancio La costruzione di un sistema di indici di bilancio ha la finalità di fornire un quadro di sintesi su alcune dimensioni aziendali: Solidità Liquidità Crescita e sviluppo Redditività Efficienza Per costruire gli indici di bilancio è necessario preliminarmente procedere alla riclassificazione dello Stato patrimoniale e del Conto Economico.

8 8 La riclassificazione: SP finanziario Liquidità immediate Liquidità differite Disponibilità Attivo Corrente Immobilizzazioni materiali Immobilizzaz. immateriali Immobilizzaz. finanziarie Attivo Immobilizzato Attivo netto (Totale impieghi) Passivo corrente Passivo consolidato Mezzi di terzi Capitale e Riserve Patrimonio netto Passivo e PN (Totale fonti)

9 9 La riclassificazione: SP funzionale Attività operative (Passività operative) Capitale investito netto operativo Attività extraoperative (Passività correlate) Capitale investito netto extraoperativo Capitale investito netto Passività finanziarie a medio lungo Passività finanziarie a breve (Cash and cash equivalents) Posizione finanziaria netta (PFN) Capitale e Riserve Patrimonio netto Fonti di finanziamento

10 10 La riclassificazione: CE a valore aggiunto e a margine operativo lordo Ricavi netti - Costo dei fattori produttivi esterni = Valore aggiunto -Costo del lavoro = Margine operativo lordo (MOL) - Quote ammortamento = Reddito operativo di gestione caratteristica (R.O.G.C.) + /- Risultato della gestione accessoria = Reddito operativo aziendale (R.O.A.) - Risultato della gestione finanziaria (O.F.) = Reddito lordo di competenza + /-Risultato della gestione straordinaria = Reddito ante imposte (R.A.I.) - Risultato della gestione tributaria = Reddito netto (R.N.)

11 11 La riclassificazione: CE a costo industriale del venduto Ricavi netti - Costo industriale del venduto = Risultato lordo industriale - Costi commerciali e distributivi - Costi generali e amministrativi = Reddito operativo di gestione caratteristica (R.O.G.C.) + /-Risultato della gestione accessoria = Reddito operativo aziendale (R.O.A.) -Risultato della gestione finanziaria (O.F.) = Reddito lordo di competenza + /-Risultato della gestione straordinaria = Reddito ante imposte (R.A.I.) -Risultato della gestione tributaria = Reddito netto (R.N.)

12 La riclassificazione: CE a costo variabile del vendutoe a margine di contribuzione Ricavi netti - Costo complessivo variabile del venduto (ind.le, comm.le, gen.le) = Margine di contribuzione - Costi fissi industriali, commerciali e generali = Reddito operativo gestione caratteristica (R.O.G.C.) + / -Risultato della gestione accessoria = Reddito operativo aziendale (R.O.A.) -Risultato della gestione finanziaria (O.F.) = Reddito lordo di competenza + / -Risultato della gestione straordinaria = Reddito ante imposte (R.A.I.) -Risultato della gestione tributaria = Reddito netto (R.N.) 12

13 13 Indicatori di redditività ROE - Return on Equity Reddito Netto (R.N.)/Patrimonio Netto (P.N.) Rappresenta l ammontare di risorse generate dall attività dell impresa destinate alla remunerazione del capitale di rischio. Limite: indicatore sintetico che subisce l influenza delle politiche di finanziamento(al numeratore per l entità degli oneri finanziari che condiziona il risultato di esercizio e al denominatore per le scelte inerenti la composizione del passivo). ROI - Return on Investment Reddito Operativo (R.O.)/Capitale Investito (C.I.) Esprime il grado di efficienza ed efficacia della gestione aziendale e la capacità dell impresa di remunerare le fonti esplicitamente onerose, raccolte sia a titolo dicapitaledirischiosiaatitolodidebito.

14 14 Indicatori di redditività Il ROI in senso stretto può essere scomposto nella marginalità dell impresa (ROS) e nella rotazione del capitale investito: ROI = RO / CI ROI = (RO/RV) * (RV/CI) ROS (Return on sale) margine operativo delle vendite * CR Coeffic. di rotazione del capitale investito ROA - Return on Assets Reddito Operativo (R.O.)/ Totale Attivo (T.A.) Esprime il grado di economicità dei capitali investiti in azienda a prescindere dalle scelte di finanziamento e di composizione del passivo. Limite: rischio di falsi segnali positivi(es. la vendita di un cespite aumenta il rapporto).

15 15 La scomposizione del ROE EFFETTO LEVA ROE = [ ROI +/- (ROI - i ) * MT/MP ] * RN/RLC Return on investment Costo mezzi di terzi OF /MT Reddito netto / Reddito lordo di competenza Rapporto di indebitamento

16 16 La scomposizione del ROE ROE (Redditività del capitale proprio) Redditività dell attivo (ROA) Costo del debito OFN/MT Leva MT/PN Componenti extracaratteristici e (RN/UC) Redditività delle vendite (ROS) Rotazione capitale (Turnover) Analisi dei costi e dei ricavi: Conto economico percentualizzato Produttività Grado di Leva operativa Analisi degli impieghi: Attivo patrimoniale percentualizzato Rotazione del capitale di esercizio GG Clienti GG Magazzino GG Fornitori Liquidità immediata Liquidità corrente Politica degli investimenti Politica degli ammortamenti Analisi delle fonti: Passivo patrimoniale percentualizzato Forme di copertura onerose e non onerose

17 L ANALISI DELL ASSETTO PATRIMONIALE E FINANZIARIO: LA LIQUIDITÀ E LA SOSTENIBILITÀ

18 Indicatori di solidità (di struttura finanziaria) a) inerenti le modalità di finanziamento delle immobilizzazioni: Margine primario di struttura Mezzi Propri - Attivo Fisso Netto Un margine positivo è sintomo di stabilità delle fonti rispetto agli impieghi, mentre un valore negativo è generalmente considerato un segnale di squilibrio finanziario imputabile alla carenza di mezzi propri. 18 Quoziente primario di struttura Mezzi Propri/Attivo Fisso Netto Evidenzia il grado di copertura interna degli investimenti durevoli dell impresa. Attivo corrente Passivo corrente Passivo consolidato Mezzi propri Attivo fisso netto Margine primario di struttura

19 19 Indicatori di solidità (di struttura finanziaria) Margine secondario di struttura (MP + Passivo Consolidato) AFN Quoziente secondario di struttura (MP + Passivo Consolidato)/AFN Se il rapporto è maggiore di uno indica una situazione favorevole per l impresa in quanto le attività immobilizzate sono state integralmente coperte da fonti durevoli. Valori inferiori all unità sono generalmente accettabili solo per le start-up o per aziende in rapida crescita. Attivo corrente Passivo corrente Passivo consolidato Mezzi propri Attivo fisso netto Margine secondario di struttura MP = mezzi propri AFN = attivo fisso netto

20 20 Indicatori di solidità (di struttura finanziaria) b) Inerenti la struttura dei finanziamenti: Indice di indebitamento globale Mezzi di Terzi / Mezzi Propri Misura il livello di dipendenza da terzi finanziatori. Al suo incremento corrisponde una diminuzione del grado di solidità dell impresa. Quoziente di indebitamento finanziario (Leverage) Posizione Finanziaria Netta (PFN) / Mezzi Propri

21 21 Indicatori di liquidità Margine di tesoreria (Liq. differite + Liq. immediate) Passività correnti Pone a confronto il divario tra investimenti prontamente liquidabili e finanziamenti esigibili nel breve termine. Se negativo e di importo elevato, è un forte segnale di rischio finanziario, in quanto evidenzia un eccesso di indebitamento a breve; se positivo, è rivelatore di risorse liquide nette disponibili. Liquidità immediate Liquidità differite Rimanenze Passivo corrente Passivo consolidato Mezzi propri Attivo fisso netto Margine di tesoreria

22 22 Indicatori di liquidità Indice di liquidità primaria Quick ratio (Liquidità differite + Liquidità immediate)/ Passività correnti Con valori molto inferiori all unità, l azienda è potenzialmente a rischio, poiché mancano i presupposti per una piena copertura delle uscite future. Affinché la tensione non sfoci in una crisi di «liquidità» è essenziale disporre di riserve potenziali o della pronta capacità di sostituire le fonti di finanziamento in scadenza.

23 23 Indicatori di liquidità Capitale Circolante Netto (CCN) AC PC Indice di liquidità secondaria (current ratio) AC/PC Normalmente deve essere maggiore del 100%, altrimenti si evidenzia una situazione di tensione di liquidità dell impresa. Limite: falsi segnali (es. incremento indicatore per aumento crediti commerciali non migliora la situazione finanziaria dell impresa, ma ne aumenta il fabbisogno finanziario). Attivo corrente Passivo corrente Passivo consolidato Mezzi propri Attivo fisso netto AC = attivo corrente PC = passivo corrente Margine di disponibilità (Capitale circolante netto)

24 Il ciclo del circolante e il ciclo operativo 24

25 25 Altri indicatori di liquidità Durata media dei crediti verso clienti Crediti commerciali/ Fatturato x 360 Limiti: spesso le aziende provvedono a «compensare» in bilancio i crediti commerciali presentati allo sconto e non ancora giunti a scadenza con l ammontare dei prestiti a breve termine verso le banche; eventuali posizioni insolute nella voce crediti verso clienti allungano i giorni medi; stagionalità; distorsione per effetto dell IVA. Durata media dei debiti verso fornitori Debiti commerciali/ (Costo per Acquisti + Costo per Servizi) x 360 Limiti: stagionalità; distorsione per effetto dell IVA. I tempi medi d incasso dei crediti dovrebbero essere coerenti con quelli di pagamento dei fornitori.

26 26 Altri indicatori di liquidità Durata media del magazzino Magazzino/ Fatturato x 360 Se di valore elevato può essere sintomo di scorte eccessive, di inefficienza nella loro gestione, di obsolescenza del magazzino, di previsioni di vendita errate, di acquisti speculativi. Limite: per le aziende industriali il magazzino include scorte di differente natura (materie prime, semilavorati, prodotti finiti) valorizzate in modi diversi. Sarebbe auspicabile calcolare un indice specifico per ogni tipologia di rimanenza: Magazzino materie prime/ Consumi x 360 Magazzino prodotti in corso di lavorazione/ Costo del prodotto ottenuto x 360 Magazzino prodotti finiti/ Costo industriale del venduto x 360

27 27 Altri indicatori di liquidità Ciclo del circolante GG Clienti + GG Magazzino - GG Fornitori Indica il numero di giorni che mediamente intercorrono tra il momento in cui vengono pagatiifornitoriequelloincuivengonoincassatiicreditiversolaclientelaperlevendite realizzate. È rilevante per quantificare il livello di fabbisogno finanziario dell impresa nel breve periodo. Esso dipende da: settore di appartenenza dell impresa; grado d integrazione verticale dell impresa; natura del bene; capacità di gestire la logistica in entrata, la politica di gestione delle scorte, la programmazione della produzione, la capacità commerciale, la logistica in uscita; potere contrattuale con i propri clienti e capacità di ottenere cospicui sconti in caso di pagamenti pronta cassa; potere contrattuale esercitato sui propri fornitori.

28 28 Indicatori di crescita e sviluppo Tasso di crescita dei ricavi di vendite Tasso di crescita del totale attivo Investimenti/Ammortamenti Investimenti in R&S/ricavi di vendite Investimenti in IT e software/ricavi di vendite Investimenti in pubblicità e marketing/ricavi di vendite Ricavi di vendite di nuovi prodotti/ricavi di vendite complessivi

29 29 Indicatori di efficienza Tasso di rotazione del capitale investito = Ricavi di vendite/capitale investito operativo Indice di rotazione del magazzino = Ricavi di vendite/magazzino Indice costincomeper le banche = costi operativi/margine di intermediazione

30 L APPREZZAMENTO DELLA DINAMICA ECONOMICO-FINANZIARIA TRAMITE IL RENDICONTO FINANZIARIO

31 31 L analisi per flussi L equilibrio finanziario è una condizione essenziale per la sopravvivenza e lo sviluppo di un impresa. L analisi ella dinamica finanziaria d impresa consente di: - valutare le condizioni di equilibrio finanziario dinamico e - di conoscere le relazioni fra capacità dell impresa di produrre reddito e di generare cassa.

32 32 L analisi per flussi - il concetto di autofinanziamento Le principali forme di finanziamento di un impresa sono tre: (1) AUTOFINANZIAMENTO(risorse interne prodotte dalla gestione aziendale) (2) FINANZIAMENTI BANCARI( risorse esterne a titolo di capitale di terzi) (3) NUOVI APPORTI DI CAPITALE da parte dei soci (risorse esterne a titolo di capitale proprio) Poiché l imprenditore/i soci spesso non hanno la disponibilità/volontà di immettere nuovo capitale in azienda, per la banca diventa fondamentale valutare la capacità di autofinanziamento dell impresa. L ammontare di autofinanziamento generato dall impresa nell ultimo esercizio rappresenta la principale informazione che è possibile trarre dalla lettura di un rendiconto finanziario.

33 33 Il rendiconto finanziario I contenuti e la forma del prospetto di rendiconto finanziario sono fortemente condizionati dal«fondo di valori» che s intende indagare. In merito a ciò l OIC 10 fornisce dei chiarimenti, in forza dei quali pone la sua attenzione sui soli flussi di cassa («cash flow») precisando che «il rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le cause di variazione, positive o negative, delle disponibilità liquide in un determinato esercizio».

34 34 Il rendiconto finanziario Il rendiconto finanziario è un prospetto che riepiloga in forma scalare tutte le entrate e le uscite di cassa che l impresa ha registrato in un dato periodo amministrativo. Il rendiconto finanziario esplicita come e quanto in un dato intervallo temporale (l esercizio) siano variati gli impieghi di un azienda come questa li abbia finanziati con risorse finanziarie autoprodotte (autofinanziamento) ovvero ottenute dall esterno(nuovo capitale di rischio e/o indebitamento). I flussi di cassa sono raggruppati in funzione dell area gestionale che li ha generati: - AREA REDDITUALE - AREA DEGLI INVESTIMENTI - AREA DEI FINANZIAMENTI

35 35 Il rendiconto finanziario AREA REDDITUALE Confluiscono sostanzialmente i flussi finanziari derivanti dalla gestione caratteristica/operativa dell impresa, ovvero da tutte quelle operazioni che sostanzialmente sono riconducibili ai costi ed i ricavi attinenti le fasi di: acquisizione dei fattori produttivi, produzione, amministrazione e distribuzione di beni. AREA DEGLI INVESTIMENTI Considera gli impieghi e le fonti derivanti dagli investimenti e disinvestimenti di attività, in particolare immobilizzazioni materiali, immateriali, finanziarie ed attività che non costituiscono immobilizzazioni. AREA DEI FINANZIAMENTI Da cui si originano le dinamiche finanziarie che attengono principalmente all acquisizione di capitale proprio e/o di capitale di terzi, oppure che riguardano il rimborso di mezzi finanziari propri e/o di terzi. AREA GESTIONE OPERATIVA AREA GESTIONE FINANZIARIA (ATTIVA E PASSIVA)

36 36 Il rendiconto finanziario Fonte: Il rendiconto finanziario e l informativa di bilancio; documento FNC del

37 Area della gestione operativa 37

38 Area della gestione finanziaria 38

39 Area della gestione finanziaria -la distinzione fra servizio e raccolta delle fonti di finanziamento 39

40 Il rendiconto finanziario uno schema 40

41 41 Il rendiconto finanziario lo schema secondo l OIC 10 Fonte: OIC 10; pag. 13

42 42 Il rendiconto finanziario lo schema secondo l OIC 10 Fonte: OIC 10; pag. 14

43 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 43 Analisi per zone monetarie: (1) Produzione delle risorse (2) Assorbimento delle risorse (3) Raccolta delle risorse

44 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 44 (1) Produzione di moneta FLUSSO DI CASSA OPERATIVO CORRENTE / FATTURATO Esprime la capacità dell impresa di estrarre risorse monetarie da ogni Euro di fatturato. Sostanzialmente ricalca il tasso di redditività delle vendite(ros); non a caso, frequentemente si parla di cash flow return on sales. EBITDA (MOL) / FATTURATO Esprime, in termini percentuali, la capacità potenziale dell impresa di generare risorse monetarie attraverso le vendite del ciclo operativo. Livelli elevati segnalano un rilevante grado di efficienza monetaria della gestione e, dunque, un alta qualità dei risultati aziendali.

45 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 45 CCN/ FATTURATO Esprime il fabbisogno finanziario per unità di fatturato. Esso dipende dalle politiche commerciali adottate o subite dall impresa sul fabbisogno finanziario corrente. Si tratta, cioè, delle politiche di: dilazione concesse ai clienti; costituzione delle scorte di magazzino; dilazioni ottenute dai fornitori. Più alto è il livello dell indice, più severo è il giudizio sulle condizioni dell impresa in quanto maggiore è il fabbisogno finanziario per unità di fatturato che essa deve soddisfare per sostenere quest ultimo; Un aumento dell indice segnala il manifestarsi di effetti di assorbimento che, se particolarmente intensi, sono spia di condizioni di overtrading.

46 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 46 (2) Assorbimento di moneta FLUSSO DI CASSA OPERATIVO CORRENTE / CAPEX Un impresa che non sappia sostenere adeguatamente la propria struttura produttiva, rappresentata dalle immobilizzazioni, perderà la propria posizione di vantaggio competitivo e inaridirà, ben presto, la capacità di generare un congruo autofinanziamento. In questo senso, valori dell indice inferiori all unità sono da giudicare negativamente, salvo che l impresa non abbia avviato un intenso processo di sviluppo degli investimenti. CAPEX/ AMMORTAMENTI Valori uguali a uno indicano che i nuovi investimenti pareggiano il consumo delle immobilizzazioni preesistenti, idealmente espresso dalla quota di ammortamento. Quando, invece, l indice assume valori superiori all unità si configura un processo di sviluppo degli investimenti.

47 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 47 (2) Assorbimento di moneta EBITDA / ONERI FINANZIARI Esprime la capacità dell impresa di far fronte al pagamento degli interessi passivi al fine di verificare l attitudine a fronteggiare gli esborsi, legati ai debiti contratti, in modo autonomo. Condizioni di equilibrio sono segnalate da valori degli indici superiori all unità. FREE CASH FLOW TO EQUITY / DIVIDENDI Un valore dell indice inferiore all unità segnala che l impresa, per distribuire ai soci i risultati della gestione, deve ridurre la consistenza della risorsa finanziaria di riferimento o, più frequentemente, fare ricorso alla raccolta di risorse esterne, solitamente sotto forma di nuovi debiti.

48 L analisi della liquidità attraverso il rendiconto finanziario: gli indici di cash flow 48 (3) Raccolta di moneta Dopo aver analizzato la zona della produzione di moneta e quella dell assorbimento, l interpretazione del rendiconto si chiude, dunque, con l analisi delle operazioni di raccolta; si tratta di operazioni attraverso le quali nuovi mezzi monetari sono acquisiti dall esterno dell impresa, rivolgendosi al mercato finanziario. Le fonti alle quali fare riferimento sono due: capitale di rischio, ossia aumenti di capitale sociale; capitale di credito, ossia nuovi debiti finanziari. La composizione circa la raccolta non può basarsi solo sui dati del rendiconto ma occorre assumere una prospettiva più ampia valutando le scelte di finanziamento alla luce della complessiva struttura finanziaria dell impresa.

49 LA DEFINIZIONE DEI COVENANTSNEI FINANZIAMENTI A MEDIO-LUNGO TERMINE

50 50 I covenants Clausole tipiche dei contratti creditizi a m/l termine, che riconoscono di norma alla banca il diritto di rinegoziare o revocare il credito, in caso di violazione delle condizioni contenute in tali clausole. Per covenant si intende una pattuizione, accessoria ad un contratto di finanziamento, con la quale il finanziato assume espliciti impegni, direttamente od indirettamente correlati alla garanzia della restituzione della somma erogata. In particolare, il finanziato si obbliga spesso con tali patti a mantenere una certa composizione del proprio patrimonio, dal punto di vista quantitativo o qualitativo.

51 51 I covenants Tipologie di covenants (a) covenants finanziari (financial covenants) Consentono al prestatore di capitali di ridefinire le condizioni del prestito qualora l azienda debitrice non riesca ad adempiere all impegno di mantenere il valore di taluni indicatori economico-finanziari entro un intervallo prefissato conforme al merito creditizio riconosciuto all azienda stessa. (b) covenants informativi Vincolano al rispetto di obblighi di comunicazione specifici e ulteriori rispetto a quanto già previsto da norme di legge o regolamenti. (c) covenants restrittivi Limitano la facoltà del debitore di assumere talune iniziative, ad esempio di effettuare alcuni investimenti, di concludere alcuni tipi di operazioni con società collegate, di contrarre nuovi debiti o, ancora, di procedere alla distribuzione dell intero utile. (d) Le clausole di default Assegnano al creditore la facoltà di rinegoziare le condizioni del prestito, sino a esigere il rimborso anticipato dello stesso, al verificarsi di fatti indicativi dello stato di default.

52 52 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Il cardine della concessione del credito risiede nell affidabilità e capacità creditizia dell azienda mutuataria; ciò vale in particolare nel medio termine, laddove quasi sempre non esistono forme autoliquidanti del credito, bensì dove le fonti di rimborso debbono essere generate dalla gestione aziendale che deve produrre flussi di cassa adeguati e sufficienti nel medio periodo. I covenants di bilancio sono quelli più frequentemente utilizzati tra le clausole che regolano i contratti di affidamento tra banche operanti a medio e lungo termine e le controparti aziendali.

53 53 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine I covenants che devono assistere e regolare un contratto possono essere sensibilmente diversi fra loro, tanto in relazione alla loro natura quanto in relazione alla loro entità, e debbono necessariamente essere negoziati di volta in volta esclusivamente mediante un approccio su misura. Un corretto utilizzo dei covenants può inoltre permettere alla banca erogante di verificare nel tempo, su basi oggettive, la tenuta dei business plan aziendali, inserendo tali valori quali parametri esogeni al modello di simulazione e testando la copertura del servizio del debito per tutto il periodo di durata del finanziamento.

54 54 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Tipici covenants oggetto di quotidiana operatività: impegno a mantenere, per tutta la durata del finanziamento, un importo di CAPITALE NETTO CONTABILE (devono essere chiaramente indicate le componenti di formazione) non inferiore ad un minimo stabilito, in genere in relazione ad una data di riferimento iniziale ma anche in dipendenza del risultato di eventuali operazioni di capitalizzazione poste in essere in concomitanza alla concessione dell affidamento; impegno a mantenere l INDEBITAMENTO TOTALE (debiti a breve e medio-lungo termine) entro un determinato limite rispetto al capitale netto. Anche in questo caso occorre una chiara definizione degli aggregati con riferimento alla struttura di bilancio dell'azienda cliente; impegno al mantenimento dell indicatore di LIQUIDITÀ CORRENTE (capitale circolante in rapporto all indebitamento a breve termine) non inferiore ad un minimo stabilito. impegno a mantenere gli ONERI FINANZIARI entro una percentuale del Fatturato, oppure più specificamente e con maggior valenza segnaletica, del Margine Operativo Lordo(MOL).

55 55 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto di un contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione

56 56 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione

57 57 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione

58 58 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione

59 59 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione

60 60 I covenants nei finanziamenti a medio-lungo termine Esempio Estratto contratto di finanziamento a medio-lungo termine di una holding di partecipazione Covenats finaziari

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