Università degli Studi di Catania Corso di Laurea in Infermieristica. Laboratorio Didattico DISPOSITIVI SANITARI PER L ASSISTENZA

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1 HGT: Hemo Gluco Test Il glucosio è uno zucchero derivato dal consumo di carboidrati che è presente nel sangue in quantità contenute e serve a rifornire le cellule di una fonte immediata di energia. La sua concentrazione nel sangue viene definita glicemia; il valore di quest ultima può essere espresso attraverso diverse unità di misura quali mg/dl o mmol/l. Un valore normale della glicemia a digiuno è compreso tra i mg/dl. Un valore compreso tra i mg/dl suggerisce il sospetto di alterata glicemia a digiuno; mentre valori superiori a 125 mg/dl permettono di fare diagnosi di diabete qualora tale condizione si verificasse nuovamente alle successive misurazioni. L organismo secerne due ormoni, il glucagone e l insulina, che regolano il metabolismo del glucosio e mantengono i livelli glicemici nella norma. Tuttavia in alcuni soggetti il meccanismo di sintesi dell insulina è compromesso e la regolazione dei livelli ematici di glucosio alterata. La condizione patologica viene controllata con la dieta, l esercizio fisico, in alcuni casi con la somministrazione di farmaci, e con la frequente misurazione della glicemia. L HGT (acronimo di Hemo Gluco Test) è una tecnica poco invasiva adoperata per la misurazione della glicemia capillare. Si tratta di un metodo semplice da eseguire, meno costoso, meno doloroso del prelievo venoso convenzionale, ed effettuabile anche da personale non esclusivamente medico. Infatti l esecuzione consiste nel prelievo di una piccola quantità di sangue (minimo 0,3 microlitri) dopo aver praticato un piccolo foro sul dito tramite apposito pungidito, e nella misurazione del tasso glicemico attraverso l utilizzo di strisce reattive (dove posizionare le gocce di sangue) e glucometro. 1

2 Quest ultimo è, come appena accennato, lo strumento diagnostico utilizzato per la misurazione della glicemia. Il suo funzionamento si basa sulla quantificazione della reazione enzimatica di ossidazione del glucosio, proporzionale alla sua concentrazione nel sangue ed operata dall enzima glucosio ossidasi, e sulla misurazione della luce riflessa da una striscia reattiva. Le tipologie di glucometri attualmente in commercio sono numerose. I glucometri si differenziano in base alle loro caratteristiche; fra queste si ricordano: la possibilità di effettuare il test in punti diversi del corpo (per es. l avambraccio o il lobo dell orecchio), la quantità di campione di sangue richiesto per l analisi, il tempo di attesa per la risposta, la capacità di memorizzare i risultati. Mediamente i glucometri moderni impiegano tra i 3 e i 10 secondi ad analizzare il campione di sangue prelevato, mentre i primi modelli impiegavano circa 30 secondi. La maggior parte di questi macchinari in commercio sono in grado di produrre risultati clinicamente accurati. Inoltre, l affidabilità dei risultati ottenuti non dipende soltanto dall accuratezza analitica dello strumento, ma anche dalla capacità dell operatore e dalle qualità delle strisce reattive. Affinché l errore totale sia inferiore al 10%, ad un glucometro affidabile è indispensabile affiancare un operatore a sua volta affidabile. Per l automonitoraggio è dunque di fondamentale importanza un adeguato addestramento del paziente o dei suoi familiari all uso dello strumento da parte di un operatore sanitario. Inoltre l utente deve attenersi scrupolosamente alle istruzioni fornite dal fabbricante poiché sono disponibili diversi tipi di glucometri. I ricercatori stanno studiando la messa a punto di dispositivi non invasivi, che non prevedano l incisione cutanea con un ago; al momento però tali strumenti non sono ancora disponibili. L utilizzo regolare del glucometro permette di identificare ed eventualmente trattare episodi di iper o ipoglicemia, prendere decisioni riguardanti l assunzione di determinati cibi o medicinali, valutare il dosaggio di insulina, determinare l effetto prodotto dal cibo ingerito sulla glicemia. I pungidito sono costituiti essenzialmente da una molla che spinge una lancetta sul polpastrello effettuando una puntura che permette l uscita del sangue. I pungidito permettono di personalizzare la pressione, adeguandola allo spessore e alla durezza della pelle di ciascuna persona, visto che nei polpastrelli il dolore è proporzionale alla profondità della penetrazione. Una penetrazione eccessiva della lancetta crea un dolore inutile, una troppo scarsa non provoca la fuoriuscita della goccia di sangue e deve essere ripetuta. Il pungidito inoltre assicura la rapidità e la linearità della penetrazione della lancetta nella pelle: senza pungidito occorrerebbe una mano davvero ferma per ottenere lo stesso risultato. In un contesto professionale multiutente, dove lo stesso pungidito viene utilizzato per più pazienti, si rende necessario utilizzare sistemi usa e getta o dotati di piattaforma protettiva. Dopo la digitopuntura, lancette e piattaforma vengono espulse insieme, preservando il corpo della penna pungidito da contaminazione con il sangue del paziente. Le lancette da montare sul pungidito sono sterilizzate con raggi gamma e rivestite da uno strato di silicone per facilitare la penetrazione nella pelle. Sono naturalmente monouso: prima di tutto per ragioni igieniche, in secondo luogo perché l efficacia di una lancetta è data dalla sua affilatura. Con il riutilizzo l affilatura si riduce sempre di più, la punta si smussa e rischia di incurvarsi. Per quanto riguarda invece le strisce reattive monouso, su cui posizionare le gocce di sangue, contengono su una estremità il reagente che a contatto con il sangue svilupperà la reazione elettrochimica. Dal lato opposto si trovano le barre di contatto che vanno inserite nell apposita 2

3 fessura dello strumento, al fine di accenderlo ed inviare i dati elettrici. Esse devono essere, a seconda dei modelli, inserite manualmente o in automatico: in questi ultimi è sufficiente inserire un rullino o un dischetto, accendere l apparecchio e attendere che la striscia esca. La procedura standard del prelievo ematico capillare richiede l accertamento infermieristico, ovvero una sorta di raccolta dati durante il quale l infermiere verifica: - La presenza di prescrizione medica e la tipologia dell indagine; - La condizione della cute del paziente nel potenziale sito di puntura (ad es. evitare zone con escoriazioni, ematomi) e il livello di pulizia della cute stessa; - Le condizioni della circolazione sanguigna del paziente nel potenziale sito di puntura; - L eventuale presenza di allergie del paziente (è possibile che sia allergico alle sostanze contenute nel disinfettante e/o nei guanti); - Il livello di comprensione e collaborazione del paziente, l eventuale presenza di belonefobia (paura degli aghi). Successivamente l infermiere entra nella fase di preparazione al prelievo capillare dove: - Si assicura della presenza di tutto il materiale occorrente all esecuzione della procedura: disinfettante, guanti monouso, garze sterili, glucometro, pungidito, lancette sterili, strisce reattive per test della glicemia, traversa assorbente, contenitore per taglienti, batuffolo di cotone; - Effettua l igiene delle mani e garantisce la privacy del paziente; - Verifica la prescrizione medica e l identità del paziente; - Spiega al paziente con parole adatte al suo livello di comprensione le fasi e l utilità della manovra che si sta per eseguire affinché egli comprenda pienamente ciò che verrà effettuato e aumenti la sua collaborazione. Durante la fase di esecuzione dell indagine, invece, l infermiere: - Procede alla detersione della zona prima di pungere; - Massaggia delicatamente la sede prescelta; - Inserisce una lancetta nel pungidito; - Apre il contenitore porta strisce reattive, ne prende una e chiude immediatamente il contenitore; - Predispone la striscia reattiva al funzionamento accendendo così il glucometro; - Indossa i guanti monouso; - Fora la parte laterale del polpastrello; 3

4 - Asciuga la prima goccia di sangue; Università degli Studi di Catania - Favorisce la fuoriuscita della seconda goccia di sangue comprimendo delicatamente l aria circostante il sito di puntura e appoggia la goccia di sangue sulla striscia reattiva; - Tampona con un batuffolo di cotone il sito di puntura; - Legge il valore della glicemia e lo comunica al paziente. Dopo l esecuzione dell indagine l infermiere: - Smaltisce i rifiuti; - Rimuove i guanti ed effettua l igiene delle mani; - Registra la procedura effettuata accompagnata dal nome del paziente, l ora e la data, il valore rilevato, e lo comunica tempestivamente al medico, ove necessario; - Ripristina il materiale. Insieme alle responsabilità appena esposte, l infermiere agisce in autonomia tramite competenze discrezionali: - Durante la fase di preparazione al prelievo capillare ci si accerterà sull utilizzo di strisce reattive non scadute; - Ideale è scaldare e massaggiare il dito scelto dalla base alla punta, al fine di ottenere un abbondante microcircolo e rendere più facile l uscita del sangue, evitando in questo modo eccessive manovre di spremitura; - Nella fase di antisepsi si eviterà l utilizzo di alcol che provoca ispessimento della cute e può alterare il risultato del campione prelevato. Infatti si dovrà disinfettare con un opportuno disinfettante, inerte ai fini dell analisi, e attendere la completa asciugatura del liquido; - Nello scegliere il sito di puntura, si forerà la parte laterale del polpastrello che ha meno terminazioni nervose (meno dolore per il paziente) ed è più vascolarizzata; - Nel momento della puntura è importante che mediante la presa, le dita dell operatore creino una sorta di cuscinetto di carne sotto al pungidito, al fine di tagliare in modo ottimale la rete di capillari. Inoltre il pungidito non va mai premuto sul dito, in quanto il capillare non verrebbe tagliato nella sua forma piena, ma schiacciata e non irrorata; - Il flusso in uscita viene mantenuto ponendo sempre la mano del paziente più in basso rispetto al livello del cuore. Per facilitare l uscita si applicano leggerissime forze nelle aree circostanti il polpastrello, senza mai eseguire un effetto di mungitura, che crea alterazioni sulla concentrazione di cellule ematiche, oltre che indurre emolisi; - Si scarterà la prima goccia di sangue, perché contenente una maggior quantità di siero che potrebbe alterare la rilevazione del dato. 4

5 L infermiere, come sancito dal Profilo Professionale, è responsabile dell assistenza generale infermieristica, e può effettuare indagini diagnostiche in autonomia, previa prescrizione medica, tra cui il prelievo ematico capillare. Tuttavia il professionista della salute deve porre attenzione ad eseguire una corretta procedura e a non inficiare l esito dell indagine; un valore errato potrebbe infatti pregiudicare i risultati di un intervento terapeutico. BIBLIOGRAFIA Craven, R.C., & Hirnle, C.J. (2007). Principi fondamentali dell assistenza infermieristica. Milano: Casa Editrice Ambrosiana. Kozier, B., Erb, G., Berman, A., & Snyder, S. (2006). Nursing Clinico. Tecniche e procedure. Napoli: EdiSES. Suzanne C. Smeltzer, Brenda G. Bare, Janice L. Hinkle, Kerry H. Cheever (2010), Brunner Suddarth. Infermieristica medico-chirurgica, Milano: Casa Editrice Ambrosiana. Timby, B. K. (2011). Fondamenti di assistenza infermieristica - Concetti e abilità cliniche di base. McGraw-Hill. Carpenito-Moyet, L. J. (2011, 2 Ed.) Piani di assistenza infermieristica e documentazione. Milano, Casa Editrice Ambrosiana. Sandra M. Nettina, (2008) Vademecum Dell Infermiere, Casa editrice Piccin Pamela Lynn (2013) Manuale di tecniche e procedure infermieristiche di Taylor Casa Editrice Piccin 5

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