Il lavoro con le famiglie di migranti: un approccio integrato e transnazionale

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1 Il lavoro con le famiglie di migranti: un approccio integrato e transnazionale Intervista a Chiara Lainati, responsabile del Centro per cittadini e famiglie migranti di Soleterre Onlus Proponiamo un approfondimento sul tema immigrazione raccogliendo l esperienza del Centro per cittadini e famiglie migranti di Soleterre a cura di Cecilia Guidetti - domenica, maggio 26, Cominciamo con una presentazione del Centro per cittadini e famiglie migranti: come nasce e di che cosa si occupa Il Centro nasce da una visione del fenomeno migratorio nella sua dimensione transnazionale, visione strettamente connessa all'esperienza consolidata di Soleterre nei contesti a forte pressione migratoria. Per questa ragione, a partire dal 2008, abbiamo avviato la sperimentazione di un sistema di welfare che ha posto al centro del processo la famiglia nella sua composizione transnazionale, avviando un percorso partecipativo con le famiglie, le comunità e le associazioni immigrate e creando una rete di Centri di servizio gemelli lungo alcuni corridoi migratori particolarmente significativi per il territorio di Milano (Lviv in Ucraina occidentale, Chalatenango in El Salvador, Settat in Marocco). In questo modo, abbiamo cercato di coinvolgere e accompagnare le famiglie e le aggregazioni sociali migranti (associazioni, comunità) dei due territori in una comune e condivisa progettualità per la famiglia (con attenzione ai ricongiungimenti) e per la comunità locale (in una prospettiva di co-sviluppo comunitario di tipo sociale ed economico). In Italia questo vuol dire promuovere percorsi di cittadinanza affinché i cittadini di origine straniera e le loro famiglie possano conoscere e avere accesso ai diritti sociali e civili di cui possono usufruire e realizzare progetti di vita mantenendo e valorizzando i legami con i paesi di origine. In concreto attiviamo interventi integrati per l accompagnamento delle relazioni familiari a distanza (con il supporto delle nuove tecnologie), il sostegno alla genitorialità e ai processi di ricongiungimento, l orientamento al lavoro e all imprenditorialità (come investimento o progetto di ritorno nei paesi di origine), con una forte attenzione al ruolo delle donne e dei minori. L approccio e i principi ispiratori di riferimento Il nostro è un approccio integrato che si propone di mettere al centro la persona. Abbiamo osservato che i cittadini immigrati che arrivano in Italia fanno molta fatica ad orientarsi sul territorio, il nostro sistema dei servizi è impostato in modo molto settoriale e ciò non li aiuta. La nostra idea come Centro è quella sia di agevolare la circolarità delle informazioni che creare un ponte che agevoli il passaggio ai servizi del territorio. Per questo, collaboriamo con il Servizio 1 / 5

2 Integrazione del Comune di Milano, le principali agenzie educative del territorio e le scuole. Ci proponiamo anche di valorizzare le competenze di cui sono portatrici le famiglie, puntando alla crescita progressiva della loro autonomia. Abbiamo scelto la famiglia come soggetto con cui lavorare perché nelle sue diverse forme e articolazioni, costituisce un sistema di relazioni che rappresenta l universo di senso di qualsiasi migrante, relazioni che comprendono sia l unità domestica in Italia e le relative reti che i legami/conflitti mantenuti a distanza con il paese di origine. In questo modo vogliamo riconoscere e valorizzare la possibilità di relazioni familiari e genitoriali altre in uno spazio transnazionale, contrastando stereotipi discriminatori (diffusi e spesso strumentalizzati circa l irresponsabilità e l incuria delle madri migranti o l impossibilità di un padre di prendersi cura dei figli), accompagnando le difficoltà e prevenendo le eventuali fragilità. Dare ascolto alla complessità ci permette di favorire un percorso di cittadinanza, aumentando la consapevolezza della persona nel nuovo contesto, soprattutto quando si tratta dei ricongiungimenti. Il lavoro integrato vuole dare ascolto a tutte le parti in causa del progetto familiare per restituire la complessità ai genitori che decidono il ricongiungimento ma anche informare e dare strumenti ai minori coinvolti. I destinatari del servizio Come Centro intercettiamo soprattutto una domanda che accoglie le esperienze migratorie più vulnerabili che hanno bisogno di un accompagnamento per prendere decisioni importanti sulla propria vita familiare sia nella fase di vita a distanza (che spesso contempla la decisione di un ricongiungimento con i figli) che poi nelle diverse fasi del ricongiungimento. Potendo fare una rilevazione quantitativa, ci siamo resi conto che negli anni rispondiamo ad una domanda di fragilità di famiglie, spesso madri sole, con figli neo-arrivati. È un importante fetta di esperienze che non rappresenta un disagio conclamato, ma una fragilità che combina diverse debolezze: condizioni materiali scarse, poca conoscenza dei servizi, una rete sociale limitata, una scarsa consapevolezza del proprio ruolo genitoriale, condizioni di irregolarità burocratica, ecc. Nel periodo di rilevazione dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012, abbiamo accolto complessivamente nel nostro Centro Servizi 277 casi, di cui: in prevalenza donne (nel 68,6%) e con figli (nel 78,6%); con presenza di figli quasi in egual misura sia in Italia (nel 41,2%) che nel paese di origine (nel 43%); principalmente residenti a Milano (nell 80,1%), seppur con un numero crescente di utenti provenienti dalla periferia milanese e da altre province (rispettivamente nell 11,2% e nel 7,9%); in prevalenza persone con un occupazione, sebbene la percentuale di uomini disoccupati sia sensibilmente maggiore rispetto alle donne (il 38,9% contro il 18,5%). Gli interventi erogati La rosa di interventi che offriamo è riconducibile alle seguenti tipologie: 2 / 5

3 supporto legale; consulenza socio-psicologica; mediazione interculturale; orientamento lavorativo. Ci rivolgiamo principalmente ai singoli o ai nuclei familiari, ma proponiamo anche percorsi di gruppo orientati ad offrire momenti di socializzazione su alcuni temi specifici. Ad esempio, negli anni si è rivelata fondamentale l esperienza dei gruppi con i genitori che si è posta l obiettivo di accompagnarli nella comunicazione a distanza con i familiari e i figli rimasti al paese di origine con il sostegno delle nuove tecnologie (skype), nell ottica di promuovere un progetto familiare maggiormente condiviso, una circolarità di informazioni più aderente alla realtà delle condizioni di vita, soprattutto dei migranti, dinamiche di mutuo-aiuto e di scambio tra genitori sul proprio ruolo, tutti elementi che concorrono ad allineare le aspettative reciproche all interno delle reti familiari. Ci siamo proposti di far sì che il Centro sia un luogo il più possibile accogliente, abbiamo concentrato la nostra risposta su alcuni filoni di intervento, integrandoli poi in rete con gli altri soggetti presenti sul territorio. È un servizio che offriamo gratuitamente in quanto riteniamo che le domande che intercettiamo rappresentino dei diritti fondamentali. La prima richiesta che perviene al servizio è di carattere legale e riguarda soprattutto le procedure burocratiche di coesione e di ricongiungimento familiare. Milano ha moltissime realtà in grado di esaurire questa domanda, noi tuttavia riteniamo che uno sportello legale non sia sufficiente dal momento che il ricongiungimento esprime un progetto familiare dove sono in gioco anche rapporti affettivi ed educativi vissuti a distanza per 5-10 anni. È in gioco un progetto migratorio che vede il coinvolgimento di minori che per molto tempo non hanno visto i propri genitori, hanno vissuto con altri adulti di riferimento e di colpo si trovano catapultati in una nuova realtà: nel ricongiungimento c'è in gioco un ripensamento, un ri-bilanciamento dei rapporti intrafamiliari. Pensiamo che non sia possibile lavorare solo erogando informazioni di carattere burocratico-procedurale, in particolare nelle situazioni di maggior fragilità. Si pensi ad esempio, in questo senso al caso delle madri sole provenienti dal Sud-America, madri che con l arrivo in Italia dei figli, spesso dopo una distanza di anni, devono riorganizzare il proprio tempo lavorativo, non sempre riuscendo a mettere in pratica una vera e propria conciliazione. Riscontriamo come a Milano, ma non solo, sia molto difficile vivere questo passaggio. Quali sono nello specifico le vostre modalità di lavoro? Dopo una prima accoglienza della domanda, accanto all orientamento alle procedure e ai servizi territoriali, apriamo un confronto grazie all intervento della psicologa e della mediatrice per incoraggiare un analisi di realtà sul progetto migratorio e fare in modo che sia condiviso fin dall inizio (se la domanda 3 / 5

4 è intercettata in fase di preparazione). Questo, a volte, dà spazio a ripensamenti o a ridecisioni. In altri casi, se il ricongiungimento è già stato effettuato, accompagniamo le famiglie nel difficile processo di ricodifica dei ruoli di coppia, di genitori-figli, spesso messi in crisi nel primo periodo di convivenza. Abbiamo costituito un équipe multi-disciplinare con una psicologa, due mediatrici linguistico-culturali, una consulente legale per gli aspetti legali e una counsellor per la parte di interventi di accompagnamento degli utenti nei percorsi lavorativi. In quest ultimo caso, non facciamo intermediazione lavorativa, ma lavoriamo sulla auto-valutazione delle competenze che comprende anche un attenzione alle competenze trasversali acquisite nel proprio paese di origine per accompagnare la persona nella ricerca del lavoro anche al di fuori dei soliti settori. In questo momento di crisi abbiamo a che fare con situazioni di precarietà molto gravi e ci preoccupiamo di dare senso all'esperienza della disoccupazione. Nella prospettiva di incentivare chi accede al nostro servizio ad una maggiore autonomia, proponiamo corsi formativi all'auto-imprenditorialità; non è nostra intenzione promuovere start-up di impresa, ma lavorare su un'idea di impresa, anche per orientare ad un eventuale progetto di rientro o a progetti imprenditoriali nei paesi di origine che favoriscano una maggiore autonomia dei familiari rimasti, allentando così la pressione delle rimesse. Quali sono in sintesi i risultati che avete raggiunto? Avete riscontrato dei cambiamenti nelle situazioni da voi intercettate? Possiamo dire di essere riusciti nel far acquisire nuove consapevolezze e a dare spazio di pensare a progetti migratori che hanno cicli di vita familiare che non interessano solo il territorio di residenza, ma anche quello di origine. Siamo riusciti ad instaurare un rapporto di fiducia con gli utenti che hanno saputo riconoscere e utilizzare il servizio rispetto alle proprie necessità e riteniamo che l opportunità di usufruire anche di un supporto psicologico sia stato determinante per il buon esito delle situazioni più critiche che abbiamo intercettato. Relativamente ai cambiamenti intercorsi in termini di tipologia di utenza che accede al Centro, possiamo evidenziare che: sul fronte dei ricongiungimenti familiari, il dato di cui disponiamo con l esperienza del Centro, mostra che il fenomeno si è stabilizzato. Se, tuttavia, lo osserviamo più da vicino, riscontriamo anche il caso di famiglie che stanno immaginando un rientro nel loro paese di origine con figli nati in Italia. Sono principalmente gli uomini (più colpiti da disoccupazione) a voler rientrare, anche solo per un anno. Sembra quasi che avvenga una disgregazione al contrario.; dal punto di vista lavorativo il problema sempre più frequente è rappresentato dalla ricaduta in una situazione di precarietà. L esempio più evidente è quello di coloro senza il permesso di soggiorno di lungo periodo che a causa della perdita del lavoro, rischiano di non poter più rimanere in Italia regolarmente, ma hanno figli nati in Italia; con gli anni è cresciuta anche la domanda proveniente da persone e famiglie che vivono nel territorio extra-milanese. Un po per le reti che attiviamo, un po anche perché osserviamo come 4 / 5

5 Powered by TCPDF ( Il lavoro con le famiglie di migranti: un approccio integrato e transnazionale sia in crescita la scelta di trasferirsi in periferia, sia per condizioni abitative più economiche che per i migliori legami e rapporti di prossimità. Nella vostra posizione di osservatorio privilegiato quali sono le linee di sviluppo che auspicate per meglio rispondere ai bisogni delle famiglie? La nostra esperienza riteniamo abbia offerto un importante contributo alle politiche migratorie a livello territoriale, ma anche nazionale, se pensiamo soprattutto alla sperimentazione transnazionale. Il Comune di Milano è impegnato da anni sul fronte dell accoglienza e dell integrazione delle famiglie migranti. Con la nuova Giunta è in programma l attivazione di un Immigration Center che si pone l obiettivo di essere un punto di riferimento e uno snodo di reti locali per favorire l accoglienza dei cittadini stranieri. Particolare attenzione nella prima fase sperimentale verrà data all accoglienza delle famiglie ricongiunte dove la dimensione dell accompagnamento transnazionale è stata riconosciuta a tutti gli effetti. A livello regionale, sono state avviate nel tempo diverse sperimentazioni per il sostegno alle famiglie migranti e l integrazione dei minori. In tempi di scarsità di risorse, diventa fondamentale l importanza di una regia a livello interistituzionale sia a livello di Comune che tra Comune e Regione, che possa continuare a sostenere e legittimare il lavoro svolto da noi e da altri soggetti come noi impegnati da tempo sul tema, strutturando una rete di accoglienza e incoraggiando nuove forme di welfare anche transnazionale contestualizzandole nel più ampio quadro della programmazione delle politiche migratorie e della cooperazione internazionale. In questo modo, si possono promuovere strategie congiunte con i paesi di origine per la gestione delle migrazioni, guardando a un processo di coesione sociale in una dimensione più estesa, dove chi viene a lavorare in Italia e contribuisce alla cura delle nostre famiglie, possa essere tutelato anche rispetto alle proprie famiglie di appartenenza. PDF generated by Kalin's PDF Creation Station 5 / 5

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