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1 L ARTE del CONFLITTO in Politecnico di Milano/ / Urban Planning & Policy Design/ Prof.Carolina Pacchi/ Conflict management and resolution/ studentesse: Paola Piscitelli- Francesca Giangrande- Eleonora Sartori- Neda Aghabegloo 1 immagine di Urban Blooz Project

2 Indice Abstract Introduzione: Porta Nuova, ricucire la ferita del tessuto urbano con un progetto di grande trasformazione Capitolo I. Il progetto di Porta Garibaldi La storia del Progetto di Porta Garibaldi Il progetto di Porta Nuova Porta Nuova Garibaldi Porta Nuova Varesine Porta Nuova Isola Biblioteca degli Alberi Capitolo II. Il quartiere Isola ISOLAto ma unito Memorie e identità del quartiere Isola Storia Gentrification Caratteristiche del quartiere Capitolo III. Il conflitto e le mobilitazioni Prima fase _Mobilitazione su un fronte comune: un vuoto urbano vissuto pienamente Seconda fase _Conflitti locali: divisione della mobilitazione e caduta del simbolo Terza fase 2008-ad oggi_locale e urbano: nuove reti e temi Cronologia Mappa degli attori Capitolo IV. Chiave interpretativa del conflitto Dalla difesa del proche alla mobilitazione locale Un conflitto nel conflitto Tra la trappola del locale e il Movimento Sociale (Artistico) Urbano Gli esiti Bibliografia

3 Abstract Isola: combattere per l identità La funzione del caso studio è quella di indeterminare, non di determinare: assolve alla funzione di sciogliere dal rischio di una sola interpretazione della vicenda. Questo [ ] permette la rinegoziazione continua del significato. E, ugualmente, cancella l obiettivo della spiegazione e apre lo spazio della congettura. [ ] I casi studio sono finalizzati a scompaginare e impedire una sola interpretazione. T. Vitale Isola è un quartiere storicamente industriale e popolare, in una zona centrale di Milano e separato dal tessuto urbano circostante dalla ferrovia e dal Naviglio. L isolamento centenario dalla città ha definito la conformazione di villaggio, ma sempre pronto ad accogliere gli avventori, grazie alla stazione e al carattere popolare dell area, cosicché vecchie e nuove popolazioni coesistano e si attivino nella vita di comunità. Il forte senso di comunità degli abitanti in Isola li ha resi attivi politicamente e spesso al centro dei movimenti sociali e delle azioni conflittuali contro i poteri forti. La nostra investigazione cerca di ricostruire gli ultimi episodi di un conflitto che iniziò una decina di anni fa, quando il quartiere fu inondato dalla trasformazione urbana dell imponente nuovo progetto (che include il P.I.I. Porta Garibaldi Repubblica, Varesine e P.I.I. Isola De Castilla), che copre l area della Stecca, l ultima fabbrica che resistette, riutilizzata dagli artigiani mentre le aree verdi circostanti erano state recuperate dagli abitanti e utilizzate come giardini pubblici. La minaccia ad un posto importante per la vita del quartiere, come unico spazio verde pubblico, fece innalzare immediatamente l opposizione degli abitanti: l edificio venne occupato e animato da una varietà di attività ricreative e progetti di arte contemporanea con lo scopo di attrarre l attenzione contro il rischio dell eliminazione di quei luoghi. La Stecca e i Giardini erano il simbolo della lotta del quartiere, il nucleo dove la mobilitazione locale si indurì, rappresentativi delle nuove popolazioni, che arrivavano dal mondo della cultura e dell arte, come interpreti e portavoce delle istanze del quartiere. Gli ultimi dieci anni di Isola raccontano una storia italiana neo-liberale, un grande investimento, promosso da spesso controversa, alimentante speculazione di dissenso contro le istituzioni e contro gli accondiscendenti in difesa della memoria e dello spazio per la partecipazione civile attiva. Come parte della complessa ricostruzione degli eventi del passato recente, per la quale le osservazioni e le interviste con i soggetti coinvolti sono diventati centrali per connettere e verificare le informazioni incomplete e talvolta contraddittorie, la chiave interpretativa che abbiamo scelto è quella delle forme e delle modalità delle mobilitazioni locali, in cui l arte e la cultura hanno giocato un ruolo importante. Lo studio critico e libero da pregiudizi della mobilitazione locale in Isola, con i suoi attori e la sua evoluzione, è stata un occasione per osservare le diverse sfaccettature e articolazioni che i concetti di rappresentazione e partecipazione delineano nella realtà, dipendendo dal contesto e dalle contingenze. Con la nuova stagione politico-amministrativa e l avanzamento del progetto, il conflitto entra in una fase di maturazione e stabilizzazione, aperta a vari scenari evolutivi. Da una parte la minaccia di una nuova e invasiva gentrification, dato che il progetto di Porta Nuova attrarrà nuove popolazioni delle classi alte oltre a uomini d affari. In secondo luogo, il link tra i nuovi movimenti urbani sociali e le relazioni internazionali, specialmente della rete artistica e culturale (secondo molti MACAO nacque da una costola di Isola Art Center, uno dei due imprenditori sociali della mobilitazione in Isola). Alcune questioni fondamentali rimangono sul tavolo, emerse durante il conflitto e ancora soggette al dibattito: lo spazio pubblico, il significato di bene pubblico, i nuovi spazi di democrazia reale. 3

4 Introduzione Porta Nuova, ricucire la ferita del tessuto urbano con un progetto di grande trasformazione. Rinasce una parte di Milano. Si chiama Porta Nuova. Un nome che già appartiene all identità cittadina. Porta Nuova rianima uno dei cuori della città con energie straordinarie che contribuiranno ad alimentare l operosità silenziosa di una città e di una regione da sempre capaci di eccellere anche in ambito europeo La filosofia di Porta Nuova Questo è l incipit che chiunque può leggere sul sito ufficiale di Porta Nuova s.r.l., un azienda che unisce più di venti architetti e sviluppatori del progetto. Porta Nuova è il nome dell intervento di grande trasformazione urbana che riguarda da più di dieci anni i tre quartieri di Garibaldi Repubblica, Isola e Varesine, per dare una nuova identità a ciò che è stato definita, non solo dai promotori, come una ferita nel tessuto urbano. Negli ultimi decenni del ventesimo secolo, quando la Stazione Centrale fu spostata da Piazza della Repubblica alla locazione attuale e negli anni Sessanta l arretramento della stazione di Porta Nuova dal sito Varesine portò alla creazione della stazione di Porta Garibaldi, si lasciò questa zona strategica di Milano in sospeso per anni. L area rimase disconnessa non solo dalla città ma anche dai quartieri circostanti. Con queste premesse, nel 2007 il progetto di Porta Nuova affronta la sfida di ri-sviluppare un area abbandonata e degradata di oltre mq come uno sviluppo naturale dei quartieri esistenti, riconnettendoli ad un sistema pedonale pre-esistente, caratterizzato da aree verdi, piazze, ponti, e un grande parco che avrebbe assicurato un sicuro e facile collegamento tra diversi quartieri. Ferita, identità, innovazione e connessioni sono le parole usate nei discorsi dei promotori e sostenitori della macchina della crescita urbana che, in perfetta consistenza con la visione del PGT di Milano, ha visto Porta Nuova come un futuro strategico fulcro per la città. Se si guarda allo skyline, il disegno dei grattacieli segue una linea già esistente cominciata con il grattacielo Pirelli, il palazzo istituzionale, e le torri Garibaldi. Si trovano altre ragioni che supportano questa scelta guardando ai progetti maggiori di pubblico interesse del PGT, nel nome della sostenibilità e della continuità del sistema ambientale, Porta Nuova è al centro dell Arco dei Giardini Verdi di Lombardia, una strategia che disegna un lungo corridoio ambientale e che penetra Quarto Oggiaro, si incunea in Garibaldi Repubblica, lungo la Stazione Centrale e l area di Greco, per scivolare fuori dai bordi amministrativi del Comune di Milano vicino alla zona Bicocca verso Sesto San Giovanni. Quale occasione migliore di questa per creare un nuovo parco di due ettari, la prevista Biblioteca degli Alberi! L estensione, la consistenza delle trasformazioni finemente sponsorizzate sono esse stesse il primo campanello d allarme che porta a considerare l impatto inevitabile che può generare un progetto siffatto e le possibili reazioni ad una tale proposta calata dall alto, dalla silenziosa operosità della Regione e del Comune. 4

5 Capitolo I. Il progetto di Porta Garibaldi 5

6 La storia del progetto di Porta Garibaldi Il vasto spazio di Garibaldi-Repubblica ebbe una stratificazione di pianificazioni sin dopo la seconda guerra mondiale (1946), ma per avere un riepilogo delle attività di pianificazione più recenti si può iniziare dal 1994, in cui un progetto di ricerca guidato dall architetto Pierluigi Nicolin, chiamato Nove parchi per Milano, considerava non solo l area di Garibaldi-Repubblica ma anche Bovisa, Vigorelli, la stazione di Porta Romana, Porta Vittoria e quindi quella vicino a Lambrate, chiamata PRU Rubattino. L idea era di costruire sull area Garibaldi un complesso di uffici, residenze, un centro commerciale e un parco pubblico al centro di essa. Questo progetto non fu mai realizzato, fino a quando nel 2001 il governo chiese Masterplan by arch. PL. Nicolin 2001 all architetto di sviluppare un masterplan per l area chiamata Città della Moda. Il masterplan, come i progetti precedenti, conteneva l idea di un parco pubblico nel mezzo e case, uffici ed edifici commerciali, attorno ad esso: ma questo masterplan fu molto critico, a parte per il parco in sé, si dice che l idea del progetto sia di cucire il tessuto esistente, ma al contrario l infrastruttura chiamata a Y rovesciata taglia il quartiere Isola a metà, che si trova segmentato in parti diverse. Riguardo all amministrazione pubblica e la scarsità di risorse economiche per continuare il progetto, non ci furono molti cambiamenti tra il 2002 e il Nel frattempo fino al 2005, comparve un numero di associazioni di artisti e artigiani nell area che occuparono la Stecca degli Artigiani e gli spazi verdi senza arrivare ad alcuna forma di accordo formale con il Comune di Milano o il capo della polizia Ferrante. La pratica viene seguita fino alle elezioni del 2005, in cui Letizia Moratti fu eletta sindaco e la sua posizione andò contro l occupazione della Stecca. Nello stesso anno, secondo la volontà del nuovo sindaco, nuove generazioni di investitori multinazionali entrarono nel processo. Sopra tutti si può nominare il gruppo Hines Italia dal Texas, con Manfredi Catella come rappresentante, che manifestò il suo interesse nell area Garibaldi-Repubblica e il suo sviluppo Porta Nuova. Il colosso comprò una parte della proprietà pubblica a sudest verso Corso Como e cominciò a sviluppare la prima fase del progetto. Nel frattempo introdussero anche il progetto Giardini di Porta Nuova. Nel 2005 venne progettato il P.I.I Garibaldi-Repubblica e nel 2007 fu presentato infine il progetto di Porta Nuova. Nel frattempo Hines e Ligresti comprarono circa tre quarti dell area e iniziarono il progetto nel It s international style. E un progetto studiato per rappresentare il legame tra una concezione moderna di un edificio e la tradizione architettonica milanese. Porta Nuova will be simply the most exiting place in Milan. Cesar Pelli 6

7 Il progetto di Porta Nuova Il progetto è localizzato nel contesto del centro degli affari di Milano ed è parte del più grande sviluppo del quartiere di garibaldi-repubblica. Costruzione del complesso, per larga parte uffici, iniziò nel 2009 e il suo completamento è previsto per il Il progetto, che copre un area totale di mq, è diviso in quattro parti distinte: Porta Nuova Garibaldi Porta Nuova Varesine Porta Nuova Isola Biblioteca degli alberi Il complesso attualmente in costruzione è prevalentemente teso ad avere funzioni terziarie e spazi commerciali. Il nuovo distretto finanziario, disegnato dai celebri architetti Cesar Pelli, Stefano Boeri e Nicholas Grimshaw è caratterizzato dalla presenza di torri e grattacieli. L obiettivo primario del progetto è la riqualificazione del tessuto urbano e lo sviluppo dei quartieri esistenti in un modo contemporaneo e innovativo,: per questo sono previsti ampi e continui sistemi pedonali, consistenti aree verdi, piazze e ponti pedonali oltre ad un parco urbano che supponga offrire facili connessioni tra i vari distretti (su un estensione di circa mq). Porta Nuova Garibaldi Porta Nuova Varesine Porta Nuova Isola Totale Residenziale SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 Commerciale SLP m2 SLP m2 SLP 850 m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 Area totale SLP 110,500 m2 SLP m2 SLP m2 SLP m2 Residentiale Culturale Hotel Area verde Esibizioni Uffici & Showroom Istituzionale Area pedonale Isola Porta Garibaldi Biblioteca degli alberi Varesine 7

8 Porta Nuova Garibaldi Le torri progettate dall architetto Cesar Pelli come edifici sostenibili, sono divise su due livelli differenti, conformate attorno un podio, uno spazio pedonale, con usi residenziali, commerciali e uffici. È ancora un progetto sotto costruzione. Lo spazio espositivo Grimshaw, disegnato dagli architetti omonimi, avrà l opportunità di ospitare un grande numero di diversi eventi della moda e andrà in relazione al MOdAM, situato vicino. Momentaneamente, l azienda che gestisce il Piano Integrato d Intervento Porta Nuova ha richiesto il cambio di destinazione d uso. Resta così sospeso e di non chiaro il destino del progetto. L Hotel Gilli con 90 m di altezza, è il solo albergo considerato nel progetto di Porta Nuova e include 180 stanze con suites, due ristoranti, belvedere all ultimo piano e un azienda. Anche questo progetto è stato sospeso. Porta Garibaldi Muñoz + Albin: Residenze Hines Hines masterplan: Pelli Clarke Pelli Architect Residenziale Commerciale Showroom Hotel slp m2 slp m2 slp m2 slp m2 8

9 Porta Nuova Varesine L area residenziale delle Varesine sono le tre torri chiamate Solaria, Solea e aria con diverse altezze, locate nel cuore delle Varesine e disegnate dai partner Arquitectoniquae Caputo. In particolare, la Torre Solaria con la sua ultimazione nel 2015, con i suoi 37 piani e 143 m di altezza, diventerà la torre residenziale più alta in Italia ed è ancora in costruzione. Il progetto fu sviluppato dallo studio Solaria Arquitectonica di Miami, in collaborazione con lo studio Caputo. Dolce vita Homes, con Antonio Citterio e Patricia Vieland Partners Coima Image, sovrintende la creazione degli edifici comuni e il design d interni. Gli edifici di questo progetto hanno già raggiunto la pre-certificazione per la sostenibilità da LEED (Leadership in Energy and Environmental Development) con il grado oro. Sono stati progettati dallo studio internazionale di Kohn Pedersen Fox. La Torre Diamante, l altra parte del progetto, è uno dei più importanti gratta- Porta Garibaldi cieli del progetto e sarà costruito tra il viale della Liberazione e via Galilei. Prenderà la forma di un diamante di altezza 140m ed è relativo ad una serie di edifici di modesta altezza, chiamati diamanti che sono presentati come elementi di continuità della stessa torre. Kohn Pedersen Fox Architects: Arquitectonica: Residenze Alte Caputo Partnership: "Altra Sede" della Regione Lombardia Coima Image - Dolce Vita Homes : Interior design Hines Fondiaria Sai Hines Immobiliare Lombarda Monte Paschi Asset Management MHREC Gruppo Milano Assicurazioni Masterplan: Kohn Pederson Fox Ass. Residenziale Commerciale Spazi culturali Totale Parcheggi slp m2 slp m2 slp m2 slp m auto 9

10 Porta Nuova Isola Il progetto consiste in due lotti localizzati nell area Isola, isolati da via Castilla e via Confalonieri, via Volturno e via Borsieri. Il complesso diventerà di uso misto, consistendo in edifici residenziali chiamati Bosco Verticale, in un edificio per uffici di classe A, due per funzioni culturali e commerciali lungo via Confalonieri, un parcheggio interrato a tre livelli, un sistema viario e aree verdi che verranno connesse al più largo sistema di parchi e percorsi pedonali e ciclabili a sud (già parte del P.I.I. Garibaldi-Repubblica). La superficie lorda di pavimento è uguale a mq che corrisponde ad un area lorda approssimativamente di mq (includendo mq di parcheggio sotterraneo). L intero complesso è progettato per un risparmio massimo di energia che sarà del 20%, oltre gli obiettivi delle aspettative del consumo di energia del Il Bosco Verticale, come simbolo del progetto di Isola, è un progetto in completamento che include due torri residenziali di 105m e 80m, disegnati da Stefano Boeri. Una delle caratteristiche del progetto è la presenza di 550 alberi nella prima torre e 350 nella seconda, da cui arriva il nome Bosco Verticale. Isola Boeri Studio: Planivolumetrico and Lucien Lagrange Architects: Residenze Basse William McDonough & Partners: Hines Coima XXI Hines IM.CO. TIAA - CREF Residenziale slp m2 10 Commerciale slp 850 m2 Spazi culturali slp m2 Incubatore Arte slp 760 m2 Parcheggi 570 auto Verde pubblico m2 Descrizione Isola nel PGT: Densità ab/km2

11 Biblioteca degli Alberi Nell aprile 2003, il Comune di Milano lanciò una competizione internazionale per la progettazione di un parco di mq come parte del programma della grande trasformazione urbana sulla precedente area industriale di Garibaldi-Repubblica. La gara coinvolse più di 50 studi di architettura includendo una giuria internazionale presieduta da Stefano Boeri. In questa competizione uno studio olandese, Inside Outside, guidato da Mathias Lehner vinse il primo premio. La loro proposta fu quella di innalzare la Biblioteca degli Alberi che avrebbe ruotato intorno alla Città della Moda e il Polo Istituzionale. L idea fu quella di realizzare un area verde molto differente da quelle già esistenti a Milano, dove tutti i parchi sono locati attorno ai monumenti. Questo giardino intende essere di per se stesso un monumento. Dentro al parco sono previste organizzazioni di formazione che servono come disseminazione della conoscenza, come il Museo dei fiori e degli insetti e il Museo della moda e del design. Un grande campus all aperto prevede l alloggiamento della maggiore e senza precedenti funzione urbana e una biblioteca verde, per diventare una nuova attrazione per gli abitanti locali e i turisti. L intenzione chiara era quella di creare una rete tra il nuovo parco, il centro amministrativo, l Isola, la Città della Moda e Piazza della Repubblica. Il parco fu previsto essere terminato in cinque anni con un costo di costruzione massimo di 20 milioni di euro e lo studio di Inside Outside riceverà un premio di 62 milioni di euro. Inside Outside studio Edaw Gehl Architects Land municipality of Milan 11

12 Capitolo II. Il quartiere Isola: ISOLAto ma unito Memorie e identità del quartiere Isola perché Isola è uno dei quartieri con un anima che sopravvive ancora Isola è il mio quartiere, dove vivo, dove prendo ispirazione per scrivere _rapper Isola è un quartiere molto particolare e meraviglioso per certi aspetti _abitante Isola per me è, o almeno era, un campo fertile per lavorare, un campo da arare, da seminare, da raccogliere. Un quartiere dove non so perché c erano un misto di situazioni _artigiano il quartiere è come una persona, voglio dire, le persone si conoscono e si amano, questa è la cosa più bella qui _artista un villaggio fuori Milano Isola era un quartiere che aveva una sua storia, forse anche un po romantica, un po malavitosa, era isola perchè era un quartiere chiuso 12

13 Storia Il quartiere Isola, situato in una zona centrale di Milano, trae il suo nome dall isolamento quale caratteristica morfologica principale, ed è percepito ancora come uno dei cuori pulsanti della città. Sin dal suo insediamento, all inizio del XX secolo, fu separato dal resto della città dalla ferrovia. La configurazione spaziale permise l affermazione di un immaginario forte, che passa dal nome del quartiere. Un secondo motivo a cui si riconduce l origine del nome è la presenza delle cascine, che venivano chiamate isole. In quel periodo era riconoscibile la connotazione di una comunità rurale piuttosto che una società urbana così come il suo riconoscimento in quartiere popolare con diffusione di case a ballatoio, nel tessuto urbano. Una ulteriore caratteristica era l esistenza di associazioni di lavoratori e la resistenza contro il fascismo L origine del nome Isola è spiegato dalla posizione, circondata da network infrastrutturale. La storia aiuta a spiegare il significato della toponomastica: Porta Nuova o Varesine era anche il nome della stazione che giaceva nella stessa area dell ultimo omonimo progetto urbano. Con l arretramento delle due stazioni ferroviarie, un enorme vuoto fu creato nel tessuto urbano, che diede adito all inizio di una lunga sequenza di proposte progettuali mirate allo sviluppo dell area, che avrebbero salvato Isola dall esclusione e iniziato un processo di rigenerazione del quartiere. Nel 1931 la nuova Stazione Centrale fu inaugurata per sostituire quella precedente di Piazza della Repubblica, spostando la sua posizione di un chilometro più lontano dal centro città. Successivamente nel 1963, la stazione di Porta Nuova (chiamata anche Varesine) fu arretrata di un chilometro e divenne stazione Porta Garibaldi. Durante il XX secolo anche la metro raggiunse l area con due linee e tre fermate ai suoi bordi (Garibaldi, Gioia sulla linea verde e Sondrio, Zara, Maciachini sulla linea gialla). Nel passato il quartiere era caratterizzato dalla griglia ortogonale: i piani terra degli edifici con affaccio su strada erano occupati da negozi o attività artigianali, le corte interne erano occupate da capannoni o attività produttive, mentre i piani di sopra erano piccoli appartamenti ad alta densità per lavoratori. Oggi il quartiere Isola è accessibile passando da sud in tre punti che attraversano la ferrovia: via Farini, il cavalcavia Bussa in auto e il sottopasso pedonale della stazione Garibaldi (uscita in via Pepe). Una volta esistevano solo due ponti per attraversare la ferrovia, che costituiva metà del perimetro del quartiere Isola. Gli altri confini erano i due cimiteri. Ora l area è limitata sugli altri lati da grandi strade come via Gioia, via Stelvio, via Farini. Per la posizione strategica e centrale, i confini di Isola e quindi la forma sono cambiati continuamente negli anni. È stato l oggetto di trasformazioni urbane importanti, a cominciare dal network infrastrutturale. Con l introduzione del NIL nucleo d identità locale Isola, i limiti del quartiere cambiano, estendendosi ben oltre quelli percepiti dagli abitanti (via Stelvio), per raggiungere viale Marche. Quando vedi un edificio segnato dal tempo o un ponte arrugginito, assisti all azione congiunta della natura e dell uomo. Se rivernici un edificio, la sua magia scompare. Se invece lo lasci in balia del tempo, allora l uomo l ha costruito e la natura vi ha aggiunto il suo tocco: è un processo molto organico. Spesso però le persone non si sognano neanche di lasciare che ciò avvenga... David Lynch 13

14 Gentrification Secondo l antropologo e geografo Neil Smith (2003) le fasi di gentrification sono tre: (i) l arrivo dei primi pionieri (i.e. gli artisti), come espressione di un movimento contro-culturale, (ii) è progressivamente sostenuto dall amministrazione culturale per raggiungere la fase culminante della (iii) gentrification generalizzata. Guardando alla storia di Isola e intervistando gli attori chiave sul territorio si può implementare il concetto di Smith direttamente sul campo. L insediamento della popolazione tra il XIX e il XX secolo, come i lavoratori attratti dalle piccole industrie fu incoraggiata da un professore dell Accademia di Brera. La scoperta fatta dai pionieri e migranti dal Sud Italia, creò prima il quartiere che si caratterizzò fortemente come un quartiere popolare, con forte coesione sociale e pensiero politicizzato. Tracce dell immigrazione sono ancora rintracciabili dalla toponomastica, come la gelateria siciliana. Con la prima mobilitazione contro la trasformazione che interessò l intero vuoto di Garibaldi-Repubblica (dove fu stabilito un luna park) negli anni Sessanta e Settanta si possono ritrovare i primi segni di gentrification. Un gruppo di artisti (pionieri) arrivarono in Isola, supportando gli abitanti e trovando nuovo terreno fertile per sviluppare la loro mobilitazione artistica. Essi occuparono un vecchio convento che diventò il Centro Sociale Isola. La seconda fase negli anni Ottanta coincide con l insediamento degli artigiani e degli artisti nella vecchia Brown Boveri la successivamente diventò la Stecca degli Artigiani. Questa fase fu incoraggiata da un professore dell Accademia di Brera. La scoperta fatta dai pionieri portò loro il vantaggio di allargare la categoria degli artisti, che sarebbe sembrata in contrasto con la classe lavoratrice, ma tra loro non ci fu fai un vero conflitto. Essi cooperarono contro una trasformazione programmata dall alto e non inserita in un processo spontaneo di arrivi successivi di diverse popolazioni dal fuori. L arrivo degli artisti, in più, era in un certo modo sopportato dall amministrazione, poiché il comune comprò la Brown Boveri così per legittimare per tacito accordo, la presenza anche se non permanente di un gruppo di artigiani e artisti. Dagli anni Novanta una terza fase più impattante sul tessuto sociale fu la creazione di una serie di associazioni con una élite di diversi attori, che assunse il simbolo della loro presenza nel quartiere nella Stecca degli Artigiani anche se da diversi campi di lavoro. Un altra prova della terza fase è la diffusione di attività commerciali per la classe medio-alta, l aumento dei prezzi degli appartamenti e degli affitti, l arrivo di professionisti che aprono studi nei vecchi spazi a piano terra (fotografi, architetti, artisti, designer ), il che contribuì al cambiamento dell immagine del quartiere. La relazione con il quartiere è una parte integrale del percorso artistico e di lotta (A.Micoli, E.Negro 2005)[antropologi]: questa è una delle spiegazioni per cui il processo di gentrification in Isola è passato indisturbato per ora. Le nuove popolazioni non contrastano quelli presenti, ma aiutano a condurre il conflitto contro una trasformazione calata dall alto. Negli ultimi tre o quattro anni è emerso un fenomeno relativamente ai rilevanti attori sociali e culturali, diverso dalla gentrification e chiamato speculazione molecolare con la tendenza a restare fuori controllo. Si possono trovare progetti di grande trasformazione urbana guidati da interessi particolari, ma in questo caso è possibile vedere un processo interstiziale, dovuto all arrivo di nuova popolazione. Il processo è spinto dai piccoli proprietari degli appartamenti o i negozianti, che traggono vantaggi dalla trasformazione urbana tramite l aumento dei prezzi, innescando una competizione sleale che spinge le attività antiche e tradizionali alla bancarotta. Isola sta affrontando la realtà che i suoi tratti caratteristici sono in erosione, essendo ignorati e strappati dal tessuto sociale esistente, solo a favore delle popolazioni temporanee in arrivo. La speculazione molecolare sembra essere una risposta ad una logica imposta dall alto e alle difficoltà economiche che gli abitanti stanno affrontando. Questa risposta potrebbe condurli a scegliere una logica di speculazione. Che ne sarà del fertile incontro tra vecchie e nuove popolazioni? Un esempio della più forte gentrificazione è la vecchia sede del partito comunista (via Volturno 33), che dopo essere stata abbandonata e occupata illegalmente da studenti per scopi abitativi, diventerà un palazzo residenziale di lusso, chiamato V33. 14

15 Caratteristiche del quartiere La genesi del quartiere come operaio e popolare si può facilmente riconoscere grazie alle vecchie architetture nel tessuto urbano, come le tipiche case a ballatoio o a pianerottolo, con un cortile interno a piano terra occupato da artigiani e piccoli negozi. Altre prove del passato restano i nomi di alcune taverne od osterie locali, che rivelano l origine e le attività dei primi abitanti. Le attività economiche principali nel XX secolo erano artigianato, commercio di prossimità e piccole industrie. L isolamento fisico iniziale, rispetto al resto della città, a causa delle barriere infrastrutturali, manifestò una forte coesione sociale, rinforzata dalla presenza dominante di un tessuto sociale di lavoratori. L atmosfera di vita in campagna, dove gli abitanti si conoscevano e si aiutavano, rinforzòun sentimanto di identità ancora vivo oggi; artisti che senza altri mezzi pagano i colori con i loro lavori; fare compere al negozio sotto casa e fermarsi a chiacchierare, a chiedere un consiglio; gli incontri della mala (un nome su tutti Vallanzasca) in alcune caffetterie e le trattorie con una sala da ballo improvvisata; questi erano l ambiente e la vita per gli Isolani, gli abitanti di Isola. Essere un quartiere popolare significa essere la culla dell attivismo politico, orientato a sinistra e antifascista, come era dimostrato dalla presenza della prima sede del PCI partito comunista italiano (ora abbandonato dopo essere stato occupato illegalmente un anno fa ed essere diventato uno studentato), ma anche la cooperativa Sassetti (dal 1911) e la presenza di alcuni centri sociali come Garigliani, Pergola, e come vedremo più tardi, la Stecca degli Artigiani. Pochi mesi fa un altro spazio abbandonato, Piano Terra, è stato occupato ed è diventato un luogo di opposizione culturale e politico. Isola è stato sempre il punto rosso di Milano, l area più impegnata in politica: da qui cominciarono le prime proteste e movimenti del XX secolo. Negli stessi anni era presente anche la fazione bianca, la Parrocchia Sacro Volto, così come a livello nazionale il conflitto era comunisti contro cattolici. Il movimento attivista che occupò illegalmente gli edifici cominciò negli ultimi anni del secolo ed era particolarmente fertile in questa area di Milano, avendo una buona relazione con le associazioni locali e gli abitanti. La Stecca degli Artigiani agì in modo simile:non era un centro sociale ma era in parte occupato, offriva servizi, attività, cultura per il quartiere e portava un messaggio in contrasto con la cultura contemporanea della speculazione e degli affari che stava espandendosi sul territorio. Negli anni Sessanta Milano stava affrontando un periodo di grandi cambiamenti nel campo economico, che si dirigeva verso il terzo settore: il quartiere resistette, con piccole attività di negozio ed esperienze alternative di abitare, lontano dallo stile di vita urbano, e fu in grado di conservare la cosiddetta zona di autentico piacere di Giovanni Semi (2011), con un gusto di origine, memoria, vita di comunità che caratterizza il quartiere Isola. Le rivendicazioni e le battaglie, portate avanti nel tempo dagli abitanti, sono derivate forse dal senso di appartenenza al proprio quartiere che toccò le diverse ondate di popolazioni diverse. Il prossimo paragrafo attraversa i cambiamenti di popolazione e le permanenze nei caratteri come la politicizzazione degli abitanti, il gusto popolare e le piccole attività oltre alla rete informale di associazioni. 15

16 16 Capitolo III. Il conflitto e le sue mobilitazioni.

17 Il focus tematico della nostra storia sono le mobilitazioni sorte attorno al simbolo del conflitto in questione: la Stecca degli Artigiani. Su questo edificio e i giardini adiacenti di via Confalonieri, che al tempo della nascita del conflitto erano spazi del quartiere considerati di grande valore dagli abitanti che li avevano recuperati con mezzi propri, le prime mobilitazioni sorsero nel 2001, portando all attenzione pubblica il fatto che questo fosse un vuoto urbano molto pieno sul quale l impatto della trasformazione sarebbe risultata in una cancellazione delle peculiarità di Isola. In una cronologia dettagliata (che segue) si riportano in parallelo gli eventi della grande trasformazione (narrati nel Capitolo I), gli eventi degli oppositori nel quartiere (qui descritti) e gli eventi di livello municipale e dei media rilevanti per il conflitto in Isola. Sono sottolineati tre fasi principali del conflitto e le date di transizione tra una fase e l altra rappresentano momenti chiave che hanno marcato l evoluzione dei principali gruppi in mobilitazione, con aggregazioni e dissolvenze tra gli oppositori. I tre paragrafi seguenti descrivono, in coerenza con la cronologia dei momenti chiave, i tre gradini principali di questo conflitto decennale. Prima fase Mobilitazione su un fronte comune: un vuoto urbano vissuto pienamente Già nel 2001 il quartiere ospitava attori in grado di proporre differenti visioni di rigenerazione urbana. A quel tempo all interno della Steca vi erano una dozzina di artisti che portavano avanti le loro attività di giorno (come un pre-pensionamento) nei locali che erano ceduti in affitto da un pittore, alcuni senzacasa, il quartier generale del PRC (Partito Rifondazione Comunista) e due associazioni: Apolidia e Athla (persone con disabilità). Apolidia fu fondata nel 1990 da un gruppo di italiani e migranti con l idea di creare un luogo d incontro tra persone e culture differenti. Essa supporta le politiche di recezione e promuove iniziative contro il razzismo e la xenofobia. In principio la Stecca fu utilizzata per offrire corsi gratuiti d italiano per stranieri, divisi per livelli e altri corsi di lingua (arabo, cinese e spagnolo). In fasi susseguenti lavorò con il Milano Social Forum, con il coordinamento scuole senza permesso e con altre associazioni di quartiere in Isola. Dalla proposta accettata dall amministrazione pubblica del sindaco Albertini (centrodestra) di includere l area Garibaldi-Repubblica tra le aree strategiche del Documento di Piano di Milano, nuovi gruppi iniziarono a sorgere e a far sorgere le proteste. Nel 2001 Cantieri Isola, una serie di associazioni aggregate, attive nel campo sociale e culturale, nacque per rispondere all ennesima proposta di progetto calata dall alto. Cantieri Isola mirò alla costruzione di rete tra gli attori e a prendersi cura degli spazi abbandonati nell area, come i giardini e la Stecca. Il primo passo fu entrare nella Stecca e creare un info-point per i cittadini. Il bar di Cantieri Isola (aperto ogni mercoledì sera dall aperitivo in poi) rappresentò la prima apertura della Stecca ai cittadini e ai giovani del quartiere. esso distribuiva anche materiale informativo sullo sviluppo di Garibaldi-Repubblica tramite l info-point. 17

18 Questo laboratorio locale iniziò a mettere in rete tutti gli attori e ad organizzare i gruppi, le associazioni, le scuole di quartiere, i ristoranti, i centri comuni, gallerie d arte, con un primo evento nel 2001: La strada rovescia la città, un percorso di mappatura di tre anni per la messa in rete e la promozione di attività temporanee nelle aree comuni. L obiezione che veniva sollevata era sull inabilità del progetto di considerare i margini come risorse. L idea di riattivare l edificio previde una serie di altri eventi pubblici tra i quali: - Isola Selvaggia (2002), un giardino di comunità costruito da Stefano Boccalini (artista della NABA) - In campagna all Isola (2003), un progetto della prima fattoria urbana mobile a Milano, un mercatino biologico mensile nel giardini di via Confalonieri, in collaborazione con AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Organica), Associazione Compagnia nel Parco Legambiente, IRS. AIAB è un associazione culturale che mira a promuovere l agricoltura biologica, uno sviluppo eco-rurale e nutrimento naturale. Dal 1999 AIAB Lombardia partecipò a numerose fiere (tra cui L Isola che non c è ), rendendo possibile la presenza di una piccola produzione biologica promuovendo mercati periodici. Parallelamente alla costruzione di una rete e alla protersta dimostrativa/confrontativa, Cantieri Isola condusse azioni mirate alla costruzione di politiche; portò avanti il dibattito sulle trasformazioni urbane attraverso l uso di strumenti diversi, includendo lo scrivere osservazioni per la variante al PGT, presentata al Comune nel Nel 2002 negli spazi della Stecca nacque OUT office for urban transformation- come luogo d incontro per artisti, architetti, critici, curatori e associazioni di quartiere. OUT è ciò che uno dei maggiori esponenti, l artista Bert Theis, definì fight specific art, i.e. un esperienza cardine tra arte e trasformazione sociale dal basso. Da questa piattaforma rizomatica si costituì IDA - B. Theis artista/attivista di OUT Isola dell Arte che elaborò graficamente proposte alternative per l arrangiamento delle volumetrie nell area, preservando il quartiere dalla demolizione e dall eliminazione degli spazi pubblici. IDA lavorò per creare un centro per l arte contemporanea. Negli anni, i lavori di artisti come Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Tania Bruguera, Loris Cecchini, Gabriele Di Matteo, King s, Luke Pancrazzi, Dan Perjovschi, Marjetica Potrc o Vedovamazzei, progettati per la struttura architettonica, divennero parte di una collezione permanente del centro. L intensificazione delle forme di protesta dei gruppi ebbe luogo nel 2005, quando fu ufficialmente formalizzata la presenza di Isola Art Center nella Stecca. Nel 2003 il laboratorio e l associazione Controprogetto nacquero dentro la Stecca. Controprogetto disegnò e realizzò l arredo, gli interni su misura, installazioni e strutture per spazi pubblici utilizzando materiali riciclati e rottami. Affianco a questi cardini propulsori di eventi e di azioni di protesta, diverse realtà si radicano nella Stecca: l Associazione +BC, che creò la Ciclofficina Stecca, i.e. un laboratorio per l autoriparazione delle biciclette, Isola TV ovvero la televisione di quartiere, un laboratorio di grafica, un punto internet gratuito, uno spazio cinema dove, tra le proiezioni di giovani registi, si alternavano tai-chi, yoga, e l associazione Maltrainsema e Isolacritica, relative al onsumo critico, Architetti Senza Frontiere attivi sulle questioni del quarto mondo e il Deposito Lirico, uno spazio di musica lounge che offriva una sala prove per musicisti e spazi per fotografi come la camera oscura. L immagine sulla destra è una localizzazione schematica degli oppositori che si stabilirono nella Stecca. In conclusione in questa prima fase crebbe una massa critica sufficientemente compatta attorno (e all interno) alla Stecca, con varie associazioni e gruppi che condussero simultaneamente e a volte in sinergia attività che riguardassero la Stecca e i giardini. 18

19 Nel 2004 anche gli abitanti si mobilitarono, coordinati dal Comitato I Mille, presentando i primi due dei cinque ricorsi al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) per la mancanza di standards urbanistici a fronte di edifici imponenti. Il Comitati I Mille appartiene alla Rete dei Comitati Milanesi fondata nel 2002 da alcuni abitanti del quartiere Isola per mantenere il tessuto sociale, abitativo e urbano di Isola. Il comitato fece un opera di diffusione sui progetti nel quartiere con volantini e conferenze stampa, raccolse migliaia di firme dei cittadini, sottoscrisse osservazioni che rigettavano i progetti di viabilità, l area commerciale e la costruzione sui giardini di via Confalonieri, elaborò proposte progettuali alternative rispettose dei residenti e dei bisogni dei cittadini. Nonostante le intenzioni dichiarate da Cantieri Isola (confermate dal fondatore Isabella Inti durante un intervista) di non essere definito un centro sociale, questo posto ha attirato occupanti temporanei che innescarono attività illegali e crearono situazioni di tensione. Nel 2004 il problema venne alla luce con il ruolo decisivo dei media (specialmente giornali come La Repubblica e il Corriere della Sera) che categorizzarono la Stecca come la fortezza della droga, mettendo in cattiva luce quegli attivatori. Questo è il momento in cui emerge il primo conflitto tra gli oppositori: la gestione di Cantieri Isola e Controprogetto per l autofinanziamento prevedevano l organizzazione di feste serali che attraevano spacciatori e critiche del gruppo di artisti di IDA e di alcuni abitanti. I primi scontri con la rete di associazioni si verificarono quando nel Cantieri Isola partecipò alla gara internazionale di progettazione su i Giardini di Porta Nuova, con l architetto Giancarlo De Carlo, una scelta che non tutti condivisero. In questo contesto emerse un altro protagonista a favore del mantenimento della Stecca: l architetto Stefano Boeri. Già collaborò con Isabella Inti e partecipò alle attività dell associazione nel 2001, il suo ruolo di mediatore apparente è intensificato quando partecipò come Presidente della Giuria per la gara dei Giardini di Porta Nuova, che fu vinta dal gruppo Inside Outside (vedi Capitolo 1). Il progetto per il quale tende prevede la continuazione dellla Stecca, ma fu poi abbandonato, perché Hines Italy l anno seguente considerò di comprare i terreni, chiedendo precisamente a Boeri di pensare alla ridefinizione del progetto di Nicolin. Così Boeri iniziò a considerare di accettare il compito, cambiando la sua posizione nel gioco ed incoraggiando un punto di svolta nel processo (fu menzionata come la schizofrenia di Boeri 1 ). Seconda fase Conflitti locali: divisione della mobilitazione e caduta del simbolo Nel 2005, l Assessore alla cultura della Provincia di Milano Daniela Benelli inaugurò lo spazio di IDA. Isola Art Center nacque, una piattaforma sperimentale che combina l arte contemporanea internazionale, l arte emergente giovanile, la ricerca, bisogni e desideri degli abitanti locali, e affetta la trasformazione. Ancora, nel 2005 Cantieri Isola organizza una manifestazione dedicata al Bosco di Gioia, dove 180 alberi furono tagliati per fare spazio per il nuovo grattacielo della Regione Lombardia la prima iniziativa politica del Consiglio regionale Formigoni nel 2006 che prese parte all orientamento politico neoliberale del sindaco di Milano, in quegli anni Letizia Moratti (centro destra). La prima manifestazione del dicembre 2005 fu definitivamente un momento di protesta di importanza sovra locale, che attrasse ad Isola anche membri del mondo dello spettacolo come Dario Fo e Beppe Grillo. 19

20 Nel 2005, l Assessore alla cultura della Provincia di Milano Daniela Benelli inaugurò lo spazio di IDA. Isola Art Center nacque, una piattaforma sperimentale che combina l arte contemporanea internazionale, l arte emergente giovanile, la ricerca, bisogni e desideri degli abitanti locali, e affetta la trasformazione. Ancora, nel 2005 Cantieri Isola organizza una manifestazione dedicata al Bosco di Gioia, dove 180 alberi furono tagliati per fare spazio per il nuovo grattacielo della Regione Lombardia la prima iniziativa politica del Consiglio regionale Formigoni nel 2006 che prese parte all orientamento politico neoliberale del sindaco di Milano, in quegli anni Letizia Moratti (centro destra). La prima manifestazione del dicembre 2005 fu definitivamente un momento di protesta di importanza sovra locale, che attrasse ad Isola anche membri del mondo dello spettacolo come Dario Fo e Beppe Grillo. La protesta era confrontativa, poiché un altro esterno,michele Sacerdoti, consigliere di zona 2 e 3, intervenne in favore del comitato arrampicandosi su un albero di faggio vicino all entrata durante una grossa nevicata, e lì rimase per cinque ore. Dario Fo in quegli anni era attivo in Isola, supportando la corrente che stava consolidando l arte pubblica come una forma di protesta e attivatore di dinamiche collettive (sempre nel 2006 Dario Fo condusse una performance artistica in via De Castilla con Enzo e Paolo Iannacci e ha pubblicato un testo sul blog per documentare e descrivere le iniziative). Il 16 marzo 2005 Hines compra tutta l area di Garibaldi Repubblica. Meno di un mese dopo il Consiglio Comunale approva la risoluzione. Un punto di svolta arrivò nel 2006 e fu chiaramente evidente che la mobilitazione in Isola non poteva essere monolitica: l architetto Stefano Boeri fu incaricato da Hines Italia per la realizzazione del progetto della variante del P.I.I. Isola Lunetta. Con il supporto dell Assessore all Urbanistica Carlo Masseroli e del Presidente della Commissione urbanistica della zona 9 Piervito Antoniazzi, Boeri sviluppò una nuova filosofia nell ultima proposta del progetto Isola Lunetta che fu definito da loro non partecipato ma condiviso. Nell aprile 2006 Manfredi Catella e Boeri proposero un emendamento al progetto urbano che programma non il mantenimento dell edificio, ma le funzioni ospitate nella Stecca. Quindi, i disaccordi tra gli oppositori, decisivi sul futuro della Stecca. Nell ottobre del 2006, dei gruppi attorno a Cantieri Isola (Apolidia, Architetti Senza Frontiere, +Bc, Cantieri Isola, Controprogetto, Isolatv, Isola Critica, Primopiano, l artista Francesco Magli, La Compagnia Del Parco-Circolo Legambiente e AIAB) in consultazione con il Politecnico di Milano e IRS, presentarono un progetto per una futura Stecca degli Artigiani e giardini_imparare a gestire la metamorfosi da incubatore a community center come incubatore per micro-imprese, e un fronte comune di opposizione ai progetti si è rotto perché quelle associazioni sono in favore di un processo di discussione alternativa attorno ad una ipotesi di un futuro progetto che passerà da una organizzazione spontanea e autorganizzata della Stecca ad una più stabile struttura invece di resistere con l occupazione dell edificio. A fronte dell emergenza del desiderio di demolire la Stecca, la cui ristrutturazione era troppo costosa, Cantieri Isola, dopo aver affrontato molti incontri con coloro che erano coinvolti nella trasformazione dell area, realizzò che non c era la volontà di salvare la Stecca. Così, dopo molti ragionamenti, con l aiuto di alcuni esperti della Provincia di Milano e del Politecnico, essi scelsero il contenuto e non il contenitore. Boeri andò avanti con la strategia, per citare Elster, di negoziazione con le associazioni. Egli promise di costruire un edificio più piccolo, l Incubatore dell Arte, o Stecchetta, di 750mq e un Community Center di 2.000mq invece dei 4.500mq della Stecca. La Stecchetta è ora finita mentre il Community Center è stato rimpiazzato dalla Casa della Memoria. Nel marzo 2007 Apolidia, ASF, Isola Cantieri, Ciclofficina + BC, GAS Isola Critical, La Compagnia del Parco - Legambiente, AIAB, Controprogetto il pittore storico di Isola, Francesco Magli, fondarono l Associazione ADA Stecca. Essi optarono per il re-insediamento di 20

21 una sorta di Stecca temporanea; seguendo la proposta di MilanoMetropoli da parte di Hines Group di definire uno step intermedio, dove associazioni e artigiani che si spostarono dall edificio precedentemente fabbrica di pettini in vicolo De Castilla, essi ipotizzarono di riattivare attività e spazi su una nuova superficie di approssimativamente 840mq di spazio interno e 540mq di superficie lorda di pavimento esterna, attendendo l apertura dell Incubatore dell arte progettato da Boeri. L immagine seguente è il disegno del dispositivo per riattivare la Stecca per un processo di metamorfosi da uno spazio abbandonato ad un incubatore di attività, con nuovi servizi autorganizzati per il quartiere e la città. De facto l architetto Boeri non progettò solo le due torri del Bosco Verticale, il Community Center, la Casa della Memoria e l Incubatore dell Arte (Stecchetta) ma aiutò attivamente l imprenditore immobiliare M. Catella a convincere il comitato della Stecca e il quartiere e il consiglio di zona 9 a dare l approvazione all operazione immobiliare. Su un altro fronte più radicale è la posizione dell associazioni dei Genitori F. Confalonieri, del Comitato I Mille e l associazione Isola dell Arte che abbandonarono il tavolo della negoziazione rifiutando la demolizione della Stecca e la costruzione sopra ai giardini. Essi crearono Forum Isola, dichiarandosi contro lo sgombero degli artigiani, le associazioni e Isola Art Center. Con il progetto Q Art essi rivendicarono un laboratorio per le Arti e il Quartiere in una Stecca rinnovata e sicura, e il restauro dei giardini di via Confalonieri. In contrasto alla proposta di ADA Stecca, essi chiesero che l area dei due giardini e la Stecca rimanessero pubblici, e che i progetti di edifici di operatori privati fossero fatti dove sussistevano i loro diritti edificatori. Inoltre con oltre un centinaio di cittadini si appellarono al T.A.R. contro il permesso di costruire l area, ma negli anni fallirono. A fine 2006 alcuni architetti con Forum Isola e l associazione Chiamamilano, presentano il progetto alternativo Il Parco Possibile per l area di Garibaldi Repubblica, che avrebbe salvato la Stecca e i giardini e in eguali volumetrie, posto gli edifici in modo diverso rispetto a quelli del Gruppo Hines-Ligresti approvati dall Amministrazione, con molto più verde. Michele Sacerdoti collaborò con questo progetto e partecipò alla consultazione del Comune sui progetti alternativi nell area. Il progetto fu supportato dal consiglio di zona 9 ma non dal consigliere Maseroli, che continuò con il Progetto Porta Nuova. Sfortunatamente nel 2007 una campagna mediatica inesorabilmente descrive ancora il quartiere e l area della Stecca come degradata, insicura e infestata da spacciatori. La scusa porta ad un blitz della polizia e della digos insieme ad Hines nella Stecca il 17 aprile 2007, con l inizio della demolizione parziale, fermata solo da una decisione legale, ma non prevenne l irragionevole distruzione della collezione delle opere d arte di Isola Art Center, che ha un ricorso legale contro il Comune e Hines. Anche gli artigiani che diedero il nome alla Stecca sono sgomberati dal quartiere: un altro passo verso la gentrification. Il 5 ottobre 2007 ci fu la totale demolizione della Stecca e l eliminazione dei giardini di Via Confalonieri. 21

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