LE DINAMICHE DELLA RICCHEZZA IN TEMPI DI CRISI

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1 economia & management manini - musile tanzi LE DINAMICHE DELLA RICCHEZZA IN TEMPI DI CRISI Roberto Manini Capgemini Paola Musile Tanzi SDA Professor di Intermediazione Finanziaria e Assicurazioni e professore ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari dell Università degli Studi di Perugia paola.musile.tanzi@sdabocconi.it IL NUMERO DI COLORO CHE DISPONGONO DI OLTRE UN MI- LIONE DI DOLLARI DI ASSET CONTINUA AD AUMENTARE A LI- VELLO MONDIALE, ANCHE SE A RITMI RIDOTTI MENTRE LA LO- RO RICCHEZZA PRESENTA LIEVI SEGNALI DI EROSIONE, COM- PRENSIBILI ALLA LUCE DELLA CRESCITA RALLENTATA E DELL AU- MENTATA VOLATILITÀ DEI MERCATI. DI QUESTO SCENARIO DEVONO TENERE CONTO GLI OPERATO- RI SPECIALIZZATI NEL WEALTH MANAGEMENT. OGGI, LA MAG- GIORE FLESSIBILITÀ DEI RICAVI, L APPESANTIMENTO DELLA STRUTTURA DEI COSTI, L AUMENTO DEGLI INVESTIMENTI PER PRESIDIARE I RISCHI SI TRADUCONO PER GLI INTERMEDIARI IN UNA REDDITIVITÀ PIÙ CONTENUTA. IL BUSINESS DEL WEALTH MANAGEMENT SI TROVA AD AFFRONTARE SFIDE IMPORTANTI. CIÒ IMPLICA L ATTENTA E CONTINUA REVISIONE DEI PROCESSI AZIENDALI E DEI MODELLI ORGANIZZATIVI ADOTTATI. 9

2 πππ PREMESSA Quanti sono i cosiddetti ricchi a livello mondiale? Quanto è ampia la parte di ricchezza in capo a questo fortunato segmento? Ogni anno dal 1997 ad oggi le dinamiche nel settore degli High Net Worth Individuals (HNWI) ovvero degli individui o dei nuclei familiari con oltre un milione di dollari di asset liquidi sono fotografate e analizzate dal World Wealth Report di Capgemini, nel 211 in joint con Royal Bank of Canada. Secondo l ultimo rapporto, il segmento degli HNWI cresce leggermente (+,8% rispetto al 21), ma il loro livello di ricchezza complessivo presenta un leggero segnale di riduzione (-1,7% rispetto all anno precedente). Sul calo di ricchezza degli HNWI ha influito la crisi, ma come ha impattato sulle loro scelte di investimento? L orientamento degli investitori è stato quello di modificare i propri portafogli nel tentativo di proteggere il capitale, in particolare le scelte si sono orientate alla liquidità e su investimenti obbligazionari in paesi percepiti come sicuri. A fronte di queste dinamiche, come reagiscono gli operatori del wealth management, specializzati nell offerta di servizi agli HNWI? Secondo gli operatori che hanno partecipato alla realizzazione del rapporto, il tentativo è quello di ampliare la presenza sul mercato, contenendo i costi di struttura ovvero di accrescere la scalabilità dei modelli di business. Di seguito si analizzano, in primo luogo, i trend che interessano a livello internazionale il segmento degli HNWI, in secondo luogo i driver della ricchezza in questi anni di crisi e, infine, la reazione da parte degli operatori specializzati nel wealth management. πππ COME SI MUOVE LA RICCHEZZA? A livello mondiale il segmento degli HNWI cresce dal 24 ad oggi in termini di numerosità e di ricchezza posseduta, sebbene anche su questo segmento si riflettano le dinamiche della crisi (tabella 1). Nel 211 il segmento si amplia leggermente in termini di numerosità, ma con i tassi di crescita di un mercato maturo (+,8% rispetto al 211), mentre si contrae in termini di ricchezza (-1,7% rispetto al 21), un calo decisamente meno consistente di quello sopportato durante la crisi del 28 (anno in cui il decremento di ricchezza fu del -19,4% rispetto al 27). I dati si riferiscono a 71 paesi, che rappresentano oltre il 98% del Gross Domestic Product (GDP) mondiale e il 99% della capitalizzazione delle borse mondiali. tabella 1 evoluzione della ricchezza e del numero di hnwi Ricchezza finanziaria (1) 3,7 33,3 37,2 4,7 32,8 39, 42,7 42, Numero di HNWI (2) 8,2 8,7 9,5 1,1 8,6 1, 1,9 11, (1) usd trillions; (2) milioni fonte: capgemini, anni vari La crescita della popolazione è attribuibile in larga parte al segmento degli HNWI che si colloca nella fascia tra 1 e 5 milioni di dollari investibili e che rappresenta circa il 9% del totale degli HNWI. Invece, nel 211 la popolazione degli ultra-hnwi (soggetti con 1

3 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi figura 1 numero di hnwi per area geografica (in milioni), CAGR : 2,1% % Variazione totale popolazione HNWI Numero di individui HNWI nel mondo (milioni) Totale 1,1,1,4,4 3,1 3,3 2,8 Totale 8,6,1,4,4 2,6 2,7 2,4 Totale 1,,1,4,5 3, 3,1 Totale 1,9,1,1,4,5,5,5 3,1 3,4 Totale 11, 3,2 3,4 3, 3,3 3,4 πglobale,8% πafrica 3,9% πmedio Oriente 2,7% πamerica Latina 5,4% πeuropa 1,1% πnord America -1,1% πasia Pacifico 1,6% fonte: capgemini lorenz curve analysis, 212 figura 2 ricchezza finanziaria degli hnwi per area geografica (usd trillions), Ricchezza globale (USD Trillions) CAGR :,8% Totale 4,7 Totale 32,8 Totale 39, Totale 42,7 Totale 42, 1,2 1,1 1, 1,7,8 1,7 1,7 1,5 6,2 7,3 7,1,8 6,7 1,4 1,7 5,8 1,2 1,1 9,5 8,3 9,5 1,8 1,7 9,7 7,4 11,7 1,7 11,6 9,1 11, fonte: capgemini lorenz curve analysis, 212 % Variazione della ricchezza totale HNWI πglobale -1,7% πafrica -2,% πmedio Oriente,7% πamerica Latina -2,9% πeuropa -1,1% πnord America -1,1% πasia Pacifico -2,3% 11

4 oltre 3 milioni di dollari in asset finanziari) diminuisce del 2,5% e la loro ricchezza complessiva del 4,2%. Appena al disotto di questo segmento, ma oltre la soglia dei 5 milioni di dollari di patrimonio finanziario, si colloca il segmento dei mid-tier million - aires, la somma di questi due segmenti pesa per il 9,7% in termini numerici, ma per il 56,9% in termini di ricchezza finanziaria. Un segnale forte del livello di concentrazione della ricchezza esistente a livello mondiale. Interessante è osservare la redistribuzione della ricchezza, avvenuta a livello geografico, dopo la crisi. La situazione rappresentata nelle figure 1 e 2 conferma la crescita dell area Asia-Pacifico, che nel corso degli ultimi cinque anni in termini numerici eguaglia il Nord America e diventa il bacino di HNWI più ampio al mondo. In termini di ricchezza la più grande area geografica è ancora il Nord America, seguito a distanza ravvicinata dall area asiatica. Data la congiuntura economica e l impatto delle recenti crisi, non stupisce il sorpasso dell area asiatica sull Europa in terza posizione nello scenario internazionale. L area latino-americana, seppure ancora molto contenuta numericamente, accresce nei cinque anni rilevanza dimensionale, nonostante il lieve rallentamento nel 211. Ragionando invece di singoli paesi, in luogo di aree geografiche, la classifica che emerge è quella illustrata nella figura 3, nella quale l Italia compare in decima posizione a livello internazionale per dimensione della popolazione di HNWI, invariata rispetto al 21. I primi tre paesi presenti in classifica, ovvero Stati Uniti, Giappone e Germania, L Italia è caratterizzata da una quota di ricchezza finanziaria netta in capo alle famiglie elevata rispetto all area euro figura 3 numerosità di hnwi per paesi -1,2% 4,8% 3,% 5,2% -2,9% 1,9% -,9% 3,6% -6,9% -1,3% 6,2% -1,5% 4. 53,3% della popolazione complessiva HNWI (53,1 nel 21) Numeri HNWI (k) Posizione nel 21 π 21 π United States Japan Germany fonte: word wealth report, capgemini-rbc China United Kingdom France Canada Switzerland Australia 9 La Corea del Sud ha sostituito l India, che ha subito un calo significativo della popolazione HNWI nel 211. L India era entrata per la prima volta nel 21 nella classifica dei top Italy Brasil South Korea 13 12

5 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi tabella 2 ricchezza finanziaria netta in rapporto al reddito disponibile (consistenze a fine periodo) Italia 2,76 2,56 2,38 Francia 2,6 2,7 1,96 Germania 1,81 1,85 1,8 Spagna 1,44 1,16 1,11 Area dell Euro 2,8 1,99 1,92 Regno Unito 2,89 2,85 2,75 Stati Uniti 3,5 3,12 3,1 Giappone 3,71 3, fonte: banca d italia, relazione annuale, maggio 212 concentrano il 53% della ricchezza detenuta dagli HNWI a livello mondiale. In questo elenco nel 211 la Corea del Sud prende il posto dell India e si colloca in tredicesima posizione. Il posizionamento dell Italia tra i paesi con il maggior numero di HNWI conferma la situazione presentata da Banca d Italia nella sua ultima Relazione Annuale (tabella 2) di paese caratterizzato da una quota di ricchezza finanziaria netta in capo alle famiglie elevata rispetto all area euro. Tale situazione è monitorata nell ambito di un indagine statistica sui bilanci delle famiglie italiane: La concentrazione della ricchezza finanziaria è aumentata durante la crisi: la quota di attività finanziarie posseduta dal 1 per cento delle famiglie più ricche è salita, tra il 28 e il 21, dal 44 al 47 per cento. Più del 6 per cento del totale delle attività finanziarie è detenuto da nuclei con un capofamiglia di età superiore a 55 anni, mentre ha continuato a ridursi la quota posseduta da quelli con capofamiglia di età inferiore a 35 anni (meno del 4 per cento nel 21, oltre dieci punti percentuali più bassa di quanto osservato nella prima metà degli anni novanta) (Banca d Italia 212). In sintesi, in Italia poche e anziane famiglie controllano una quota elevata di ricchezza. πππ QUALI SONO I DRIVER CHE HANNO IMPATTATO SULLA RICCHEZZA? La leggera contrazione della ricchezza complessiva del segmento nel 211 non sorprende dato l andamento dello scenario internazionale: la crescita mondiale contenuta, l elevata volatilità dei mercati, in larga parte legata all incertezza sull area euro, l esperienza di scarsi rendimenti sul fronte equity e immobiliare sono fattori che contribuiscono a orientare le preferenze degli investitori verso investimenti in liquidità e obbligazionari. Ω A livello internazionale, la crescita mondiale del GDP nel 211 è stata del 2,7%, con andamenti molto differenziati nelle diverse aree geografiche. La figura 4 mostra l andamento del GDP nelle diverse aree geografiche negli ultimi tre anni: il rallentamento della crescita nel 211 è significativo rispetto al 21, pur in assenza di segnali di recessione nelle diverse aree geografiche, come invece era accaduto nel 29. Rilevante è il gap di crescita nel 211 tra le aree geografiche. In particolare, colpisce il confronto tra il tasso di crescita dell Europa occidentale, 1,7%, se paragonato con quello segnato in altre aree geografiche, come l area asiatica, che registra una crescita del 6,5%, sebbene in rallentamento rispetto al 21 o quella della stes- 13

6 figura 4 tasso di crescita del gross domestic product (gdp) mondiale e per aree geografiche Tasso di crescita (%) 6 (6) 4,1 2,7-2,3 Mondo 5,2 8,3 6,5 Asia-Pacifico (ex. Japan) -2, 6, America Latina 4,3 1,5 4,1 3,1 Medio Oriente e Nord Africa -1,6 3,7 4,5 Africa Sub-sahariana -3,4 3, 1,8 Nord America -4,2 2,2 1,7 Europa Occidentale 3,4 3,8-5,7 Europa Orientale π 29 π 21 π 211 fonte: capgemini analysis 212; economist intelligence unit, march 212 figura 5 previsioni sul tasso di crescita del gross domestic product (gdp) mondiale e per aree geografiche Previsione crescita (basis points) ,8 6 6,1 5,2 Tasso di crescita (%) 4 2 2,2 2,9 4,4 3,5 4,2 3,6 4,2 2,5 3,3 1,9 2,1,8 (2) Mondo Asia-Pacifico (ex. Japan) Africa Sub-sahariana Medio Oriente e Nord Africa America Latina Europa Orientale Nord America -,2 Europa Occidentale π 212f π 213f fonte: capgemini analysis 212; economist intelligence unit, may 212; global economic prospects, may 212; the world bank, may 212 sa Europa dell Est in crescita del 3,8%. Le prospettive, evidenziate nella figura 5, sono di rallentamento ulteriore della crescita nel 212: è infatti previsto un tasso di crescita del GDP mondiale del 2,2% a fronte di una lenta ripresa nel 213. Ω Le scelte di investimento degli HNWI sono state condizionate dall elevata volatilità dei mercati, su cui ha pesato nel 211 l incertezza derivante dall area euro (figura 6). Nonostante le misure adottate in Europa per contenere la crisi legata al rischio sovrano, in funzione dell alto livello di debito presente nel bilancio di alcuni paesi europei (figura 7), la volatilità non risulta contenuta nel 212 e si configura uno scenario nel quale gli investitori dovranno convivere con alti tassi di volatilità dei mercati. Questa attesa nel 211 ha indotto gli investitori a ricercare asset class di investi- 14

7 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi figura 6 volatilità giornaliera del dow jones world index (gennaio gennaio 212) 3 Crisi finanziaria globale 28-9 Volatilità giornaliera dell indice DJ 2 1 Crisi del debito Asia Crisi finanziaria Russia Scoppio bolla tecnologica 11 Settembre 21 Crisi del debito sovrano Eurozona Jan-97 Jan- Jan-3 Jan-6 Jan-9 Jan-12 fonte: word wealth report, capgemini-rbc 212 figura 7 debito pubblico totale e deficit di bilancio pubblico in percentuale del gdp, selezione di paesi, 211 AMERICHE Debito Deficit di Pubbl./PIL bilancio/pil USA 98,5% -9,6% Canada 85,% -4,5% Brasile 66,2% -2,6% Argentina 44,2% -3,3% Messico 43,8% -3,4% Colombia 34,7% -2,1% Perù 21,6% 1,9% Cile 9,9% 1,2% EUROPA Debito Deficit di Pubbl./PIL bilancio/pil Portogallo 16,8% -4,% Irlanda 15% -9,9% Italia 12,1% -3,9% Grecia 16,8% -9,2% Spagna 68,5% -8,5% Belgio 98,5% -4,2% Francia 86,3% -5,3% Germania 81,5% -1,% UK 75,1% -8,7% Svizzera 48,6% -,4% RESTO Debito Deficit di DEL MONDO Pubbl./PIL bilancio/pil Giappone 229,8% -1,1% Singapore 1,8% 7,3% India 68,1% -8,7% Thailandia 41,7% -1,9% Nuova Zelanda 37,% -6,5% Sud Corea 34,1% 2,3% Cina 25,8% -1,2% Indonesia 25,% -1,6% Australia 22,9% -4,3% Arabia Saudita 7,5% 15,2% fonte: capgemini analysis 212; international monetary fund (imf), may 212 mento percepite sicure, come la liquidità e gli investimenti in obbligazioni, emesse da emittenti contraddistinti da basso rischio. Ω L andamento del mercato azionario nel 211 segnala una contrazione consistente pari a -18,7% a livello mondiale e riflette l andamento negativo delle diverse aree geografiche, Europa, Asia-Pacifico e America. La pesante decrescita si registra dopo un periodo di ripresa dal 28 al 21 (+29,1%) e dopo la brusca caduta del 28, -48,3% rispetto al 27 (figura 8). Osservando la serie storica prolungata dei dati re- 15

8 lativi al mercato azionario statunitense dal 193 al 212, si evidenzia il consistente accorciamento dei cicli di rialzo e di ribasso, che di recente si realizzano nell arco di quattro anni, rispetto alle durate più che decennali registrate nel passato (figura 9). La combinazione di maggiore volatilità dei mercati e di performance deludente nel corso del 211 ha contribuito a ridurre la preferenza degli HNWI per l investimento azionario. I Treasury Bills, emessi negli Stati Uniti (il Dow Jones CBOT Treasury Index è cresciuto del 12,2% nel 211) e l oro hanno beneficiato di una domanda consistente alla ricerca di sicurezza, mentre il mercato immobiliare ha registrato una domanda debole, associata a prezzi bassi. figura 8 capitalizzazione del mercato azionario per aree geografiche (usd trillions) 8 CAGR ,4% Crescita ,3% CAGR ,1% Crescita ,7% Regione Crescita Indice di capit. benchmark mercato crescita Capitalizzazione mercato azionario (USD Trillions) ,3 11,5 7,5 18,2 42,2 13, 9,3 19,9 51,2 16,6 12, 22,7 61,5 19,3 17,9 24,3 31,8 9,4 8,5 13,9 46,5 13, 14,6 18,9 53, 15,3 15,6 22,2 43,1 11,1 12,5 19,5 Emea (27,1%) (14,5%) APAC (19,9%) (17,3%) Americhe (12,%) (2,9%) π Europa/Medio Oriente/Africa π Asia-Pacifico π Americhe fonte: capgemini analysis 212; world federation of exchanges, gennaio 212 figura 9 cicli storici di rialzo e di ribasso del mercato azionario statunitense, indice djia, Bull 16, Market Bear Bull Bear Bull Bear 4 Years Market Market Market Market Market 12, 2 Years 17 Years 16 Years 18 Years 4 Years Dow Jones Industrial Average 8, 4, fonte: word wealth report, capgemini-rbc 212 Shortened boom/bust cycles 16

9 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi πππ WEALTH MANAGEMENT: LA RICERCA DELLA SCALABILITÀ DEI MODELLI DI BUSINESS PER RAGGIUNGERE LA STABILITÀ A fronte di queste modifiche, come reagiscono gli operatori nel settore wealth management, specializzati nell offerta di servizi agli HNWI? Le soluzioni adottate differiscono in funzione del DNA dei diversi operatori e dei differenti modelli di business adottati, ma il comune impegno è quello di accrescere la dimensione del proprio mercato, cercando di contenere i costi. Il livello di attrattività del comparto è alto, in quanto potenzialmente in grado di generare ricavi stabili, in presenza di un contenuto assorbimento di capitale, aspetto che diventa particolarmente intrigante alla luce dell evoluzione normativa contenuta nell impianto di Basilea 3. Nel settore è però elevato anche il livello di competitività; sul mercato si confrontano, infatti, operatori con modelli di business molto eterogenei tra loro: l arena competitiva è popolata da piccole realtà indipendenti locali, operatori di matrice bancaria e non domestici, global e niche player internazionali. A questo proposito, è utile richiamare il fatto che il concetto di modello di business, nella sua accezione più ampia, indica the way the company operate, ovvero è la risultante delle scelte compiute dal management e delle corrispettive conseguenze (Zott, Amit, Massa 21). Le scelte vanno a concretizzarsi nel posizionamento strategico e nell architettura complessiva dei processi aziendali (Dossi, Musile Tanzi 212). I modelli di business sono dunque fortemente influenzati dal DNA, dalla vocazione dell impresa stessa, aspetti dai quali non si può prescindere e che comportano la forte contestualizzazione aziendale e locale delle tendenze rilevabili a livello settoriale internazionale. Negli ultimi decenni il cambiamento sui modelli di business nel settore è stato così consistente da richiedere un vero e proprio cambio di pelle e di lessico. Negli anni sessanta, quando le grandi commercial bank americane entrarono nell area di business del private banking, sfidando il monopolio delle banche svizzere, furono attratte da alcune specificità settoriali: ricavi elevati e stabili, caratterizzati da una struttura di costi contenuta e da basso rischio. Nello scenario attuale il contesto è profondamente cambiato. Ω La struttura dei ricavi è sottoposta alle pressioni di una crescente competizione che riduce i margini. L attività di private banking è ancora percepita dalla clientela come un servizio a elevato valore aggiunto e il prezzo non è la variabile competitiva più rilevante nella scelta del servizio, ma il mercato è ormai in grado di confrontare tra loro le offerte provenienti da più operatori. Inoltre, l elemento di stabilità dei ricavi permane nella misura in cui il servizio si basa su management fee o di advisory, si riduce notevolmente se l attività contiene una componente significativa di servizi di amministrazione o di negoziazione, ma anche gli operatori maggiormente orientati al risparmio gestito, in fasi recessive del mercato, possono subire pesanti ripercussioni, legate al clima di sfiducia da parte degli investitori. La stabilizzazione dei ricavi è meglio perseguita diversificando le fonti di origine delle commissioni, con particolare attenzione a quelle aree di attività che prevedono, per loro natura, rapporti contrattuali di lungo termine, come la pianificazione assicurativo-previdenziale e quella successoria, in una logica di ge- La struttura dei ricavi nel private banking è sottoposta alle pressioni di una crescente competizione che riduce i margini 17

10 stione della ricchezza complessiva ovvero di wealth management. Mentre, però, sul fronte assicurativo l effetto della diversificazione è visibile nel bilancio di alcuni operatori, attraverso un aumento delle voci di ricavo, la pianificazione successoria spesso risulta essere un servizio aggiuntivo, apprezzato dal cliente ma che non necessariamente si esplicita in commissioni dirette per l intermediario. Ω La struttura dei costi nel frattempo si è notevolmente appesantita nel corso degli anni, fino a diventare un elemento di debolezza per alcune realtà. Il cost-to-income a livello di settore evidenziato nel World Wealth Report a livello internazionale nel 211 è pari a 79,8%, in crescita dal 63,7% del 27. Il dato medio del cost-to-income è il segnale che alcune strutture hanno raggiunto livelli molto prossimi alla non-sostenibilità. Considerata questa situazione, ci si può attendere che la sua riduzione rientri tra gli obiettivi perseguiti prioritariamente dal settore. A questo proposito è utile riflettere sul fatto che in alcuni casi l adozione di logiche di open architecture non ha contribuito a rendere più flessibile la struttura dei costi; in compenso, tale effetto è stato raggiunto sul fronte dei ricavi. Ω La pressione sui ricavi, a fronte di strutture dei costi notevolmente appesantite, evidenzia un livello di rischio di business elevato, ovvero il rischio che la marginalità si riduca a tal punto da non consentire la copertura dei costi. Inoltre, sul fronte dei rischi aziendali, il quadro regolamentare impone di identificare, di monitorare e di gestire il rischio operativo in capo all operatore e di controllare il rischio di compliance, cui si è esposti. Se infatti è ancora vero che nell attività di private banking / wealth management la banca o la società non prendono posizione in termini di rischi di mercato / di credito (se non è attiva sul fronte finanziamenti), è altrettanto vero che sopportano un alto rischio operativo, connesso all adeguatezza del proprio sistema informativo e dei controlli, alla correttezza dei processi aziendali, alla correttezza e alla professionalità dei propri dipendenti. A fronte del rischio operativo occorre allocare capitale, una risorsa scarsa nel settore bancario, e l investimento sul fronte del presidio dei rischi operativi deve aumentare, se l intermediario adotta logiche di architettura aperta, esternalizzando presso fornitori terzi attività core, come la gestione dei portafogli dei clienti. Inoltre, occorre attivare processi in grado di intercettare a tutti i livelli le potenziali fonti di rischio di compliance, onde evitare che il loro mancato rispetto si traduca in sanzioni penali e perdite economiche e di reputazione per l intermediario. Quest ultimo è un aspetto particolarmente delicato poiché, da un lato, si opera in contropartita con clientela di elevato standing, dall altro i volumi delle operazioni effettuate nel settore possono essere rilevanti, perciò occorre prestare la massima attenzione all origine dei flussi. Nel settore, dunque, gli investimenti in tecnologia, in supporti informativi e in formazione del personale sono consistenti, al fine di contribuire a controllare il livello dei rischi operativi e di compliance sopportati. Alcuni modelli di business ereditati dal passato non sono stati in grado di rispondere alle mutate esigenze del settore, per la mancanza di flessibilità e per l incapacità di sostenere la crescita e la complessità del business, mantenendo elevato il livello di redditività e di soddisfazione dei clienti e dei professionisti che li interfacciano. La fotografia che emerge nel World Wealth Report di Capgemini-RBC è quella di un business che si pone come obiettivo la crescita del proprio mercato, tenendo fortemente sotto controllo i costi. La scalabilità del business è un obiettivo arduo da raggiunge- 18

11 le dinamiche della ricchezza in tempi di crisi re; a questo proposito alcune best practice adottate nel settore sono volte a: Ω ottimizzare i processi attraverso l automazione; Ω utilizzare team di specialisti di prodotto a livello di sede centrale, capaci di supportare la rete di advisor; Ω adottare efficaci modelli di segmentazione degli HNWI; Ω mantenere il principio guida della scalabilità anche nel valutare eventuali operazioni di acquisizioni esterne. L obiettivo di rivedere il modello di business, peraltro, non può prescindere dall identificazione delle eredità del passato, dal DNA dell operatore e dalle sue core competencies e dalle tecnologie che è in grado di mettere in campo. πππ CONCLUSIONI Il segmento di coloro che dispongono di oltre un milione di dollari di asset a livello mondiale, i cosiddetti High Net Worth Individuals, continua a crescere, anche se a ritmi ridotti e la loro ricchezza presenta lievi segnali di erosione, comprensibili alla luce della crescita rallentata a livello mondiale, dell aumentata volatilità dei mercati e delle deludenti performance dei mercati azionari che inducono questi investitori a comportamenti particolarmente prudenti. Di questo scenario devono tenere conto gli operatori specializzati nel wealth management, che in molti casi si sono rafforzati nel settore durante gli anni di crescita sostenuta. Oggi, la maggiore flessibilità dei ricavi, fortemente sotto pressione, l appesantimento della struttura dei costi, l aumento degli investimenti per presidiare i rischi si traducono per gli intermediari in una redditività più contenuta. Il business del wealth man agement si trova ad affrontare sfide importanti, legate all incremento della regolamentazione, alla diminuita profittabilità e all accresciuta volatilità dei mercati. Ciò implica l attenta e continua revisione dei processi aziendali e dei modelli organizzativi adottati. Il conseguimento di una redditività soddisfacente in quest area di business passa attraverso la capacità di ampliare il mercato di riferimento, contenendo i costi, disegnando modelli flessibili e fondati sul principio della scalabilità del business, nel rispetto della propria storia aziendale che contribuisce a formare il DNA di ciascun operatore. π π π π RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI AIPB (211), Lo scenario macroeconomico e i patrimoni italiani. Il mercato del private banking, Report 211. Banca d Italia (212), Relazione Annuale, Roma maggio 212, Capgemini - Royal Bank of Canada (212), World Wealth Report, Dossi A., Musile Tanzi P. (212), L impatto di UCITS IV sul processo di internazionalizzazione delle società di gestione del risparmio, Bancaria, n. 4. Musile Tanzi P., Private Banking Performance Valuation, in G. De Laurentis (a cura di), Performance Measurements Frontiers in Financial Industry, Egea 24. Ruozi R. (211), Il private banking e il risparmio degli italiani, Economia & Management, n. 4. Zott C., Amit R., Massa L., The Business Model: Theoretical Roots, Recent Developments and Future Research, Iese Business School Working Paper WP-862, June

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