IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE"

Transcript

1 Amministrazione Provinciale di Siena IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE Imprese, filiere e modelli produttivi nella camperistica in Val d Elsa e Val di Pesa NOTE SINTETICHE luglio 2007 per lo sviluppo locale 1

2 INDICE Obiettivi... 3 Cicli e tendenze nella camperistica... 4 Imprese e territorio... 6 Imprese e fatturati... 6 Imprese ed occupazione... 8 I driver competitivi per l offerta locale: focalizzazioni ed azioni Le altre priorità per lo sviluppo del sistema locale della camperistica Percorsi, funzioni ed azioni per la camperistica toscana Un osservatorio per la camperistica toscana

3 Obiettivi Il presente progetto, per la Val d Elsa e la Val di Pesa, mira a fornire un supporto per migliorare in modo coerente l organizzazione dell offerta territoriale. Il lavoro parte da quattro aspetti di riferimento, due di analisi e due di supporto alle azioni dei decisori locali: il primo, nel ricostruire un quadro aggiornato del settore della camperistica con specifico riferimento per il comparto dell autocaravan; una ricostruzione della filiera produttiva e delle dinamiche competitive presenti per cercare di tracciare il possibile prossimo futuro del mercato e dei ruoli che giocheranno gli attori della filiera stessa nel contesto che si andrà formando; il secondo, nel fornire conoscenze quali-quantitative del sistema produttivo stesso tramite un indagine specifica volta a raccogliere i dati sulle imprese locali coinvolte nella filiera produttiva della camperistica e sviluppando un analisi in grado di evidenziare gli aspetti salienti di scenario, i fabbisogni ed i possibili interventi da realizzare per le imprese stesse e per il territorio; il terzo, nel predisporre del materiale di analisi come base informativa di accompagnamento per gli impegni definiti nel protocollo d intesa per la camperistica che vede tra i firmatari: la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, la Provincia di Siena, i Comuni dell area, le rappresentanze imprenditoriali e del lavoro delle due province; Il quarto, nel promuovere con questa esperienza una prassi di analisi e confronto continuo tra tutti gli attori locali, predisponendo, tramite un Osservatorio, un punto di riferimento per monitorare gli andamenti e le dinamiche aziendali ed i loro fabbisogni, i dati occupazionali (per quantità e profilo professionale) e di fabbisogni infrastrutturali e di servizio per gestire in modo adeguato una moderna offerta territoriale per l economia locale. Questo progetto tenta di ricomporre e proporre una visione unitaria dello sviluppo della camperistica in Val d Elsa e Val di Pesa, mettendo in relazione la lettura complessiva del comparto, gli aspetti quali-quantitativi della struttura produttiva locale e il sistema di offerta locale di sostegno. Dal punto di vista dei contenuti tecnici questo lavoro mira nello specifico a realizzare: un macroscenario del settore della camperistica in modo da richiamare le caratteristiche dei prodotti, dei produttori di camper e del mercato (domanda di consumo, profili di consumatori, distribuzione, infrastrutture di ospitalità/accoglienza dei camper, ecc.); la ricostruzione della filiera produttiva della camperistica, la categorizzazione dei diversi attori che sono coinvolti, i driver caratteristici che la specificano (es. la catena del valore); un indagine ricognitiva delle imprese locali che operano nella filiera della camperistica; un analisi sulle imprese locali rispetto alla tipologia dei prodotti/servizi offerti e alla percentuale di fatturato che realizzano nella camperistica, all occupazione che queste attività sviluppano; un analisi di posizionamento competitivo delle diverse tipologie di imprese hanno e potranno avere all interno della filiera produttiva; un analisi sui fabbisogni di infrastrutture e servizi delle imprese locali della camperistica. 3

4 Cicli e tendenze nella camperistica Il settore della camperistica in Italia si è formato in senso proprio ad inizio degli anni 60 tra la chiusura del ciclo della ricostruzione post-bellica e l avvio del ciclo del boom economico. Una storia relativamente breve ma particolarmente intensa. Sempre per ricostruire per punti focali questa storia si possono individuare tre macro cicli: il primo, quello degli anni dei pionieri dove il camper era una vera espressione dell intraprendenza artigiana che iniziava a migliorare i processi produttivi ed il vero integratore era l artigiano che metteva insieme i pezzi e trovava le soluzioni ai problemi che incontrava e che gli segnalavano i fruitori (quasi in una relazione in un club di appassionati); il secondo, quello degli anni del grande sviluppo, della grande crescita di mercato, del grande incremento del parco circolante di camper, dell elevata produzione (numeri di pezzi prodotti, innovazione di processo e di prodotto). Lo sviluppo e la redditività delle imprese attrae investitori esterni al settore e si trovano risorse per acquisire imprese concorrenti e marchi storici (la crescita per linee esterne produttiva e di acquisizione di quote di mercato); c è la prima grande metamorfosi del modello produttivo per dimensioni e nell orientamento industriale; la terza, quella che sta per iniziare, che porterà una serie di riassestamenti strutturali e di mercato, la configurazione di players globali che inizia a ragionare per poli produttivi, ad integrare le strategie di sviluppo tra marchi, che pongono attenzione crescente al loro posizionamento competitivo, ridefinizione degli equilibri tra gli attori della filiera e della catena del valore. Un quadro d insieme sintetizzabile nei tratti salienti con lo schema seguente: I pionieri L ingresso dei fondi di La formazione dei poli investimento ed i gruppi produttivi Mercato Formazione Sviluppo Maturità Proprietà Produttori Finali Padronale Gruppi investimento Gruppi industriali specializzati Organizzazione produttiva Sub-fornitura conto terzista Integrazione verticale della produzione caratteristica Integrazione orizzontale della produzione caratteristica Players Produttori Finali Disseminati Riaggregati Riaccorpati Players Sub-Fornitura strategica Esecutrice e sperimentale Elaborativa e propositiva Innovativa ed impositiva di standard Players Sub-Fornitura ordinaria Esecutrice Competitiva sui costi Fortemente competitiva sui costi (selettività) 4

5 La formazione dei gruppi rappresenta un elemento cruciale che caratterizzerà il settore in modo sempre più rilevante. La loro formazione passa: da una prima fase tipica di acquisizione e raggruppamento di marchi storici dove le imprese acquisite mantengono un ampia autonomia gestionale e continuano a farsi concorrenza diretta e forte pur appartenendo allo stesso gruppo; ad una seconda fase avviatasi in questi ultimi anni, che vede dopo il primo assestamento delle proprietà, le holding impegnate a cercare di sfruttare le potenziali sinergie sia sui mercati e sia nei sistemi di gestione (questa nuova dimensione ha inizio con forme di collaborazione nella gestione dei fornitori e degli acquisti e dovrebbe proseguire nella ricerca di ulteriori integrazioni). E prevedibile che in questa seconda fase, i gruppi accentueranno il proprio ruolo di gestione e coordinamento sia sui processi produttivi e sia nel disegnare più forti strategie complessive (di marketing e produttive), magari costruendo nuovi modelli di presidio dei mercati ridisegnando le gamme di offerta dei singoli marchi. Alcuni gruppi su questo stanno già investendo ed avviando significativi processi di ristrutturazione, altri, pur lasciando ancora ampia autonomia alle controllate iniziano a promuovere nuove funzionalità ed integrazioni tra imprese per arrivare a creare rapporti stretti anche tra i singoli stabilimenti. Dinamiche queste che avranno ripercussioni su tutta la filiera e, oltre ai produttori finali, investiranno anche le imprese di sub-fornitura focalizzata. I processi richiamati accentueranno in particolare: la formazione di poli industriali specializzati ed il rafforzamento delle integrazioni produttive orizzontali. Situazioni che porteranno a dei miglioramenti importanti complessivi sul sistema produttivo sia dal punto di vista dei processi con attori più concentrati e specializzati che renderanno il sistema sempre più efficiente nell organizzazione e più capace a migliorare e innovare i prodotti; sia da un punto di vista tipicamente strutturale con prevedibili accorpamenti tramite aggregazioni, acquisizioni orizzontali tra aziende (in questi processi si salveranno naturalmente i marchi per il loro valore di mercato). Processi che dovrebbero portare ad una riduzione per assorbimento ed aggregazione del numero dei players e ad un aumento medio delle loro dimensioni e capacità produttive. I piccoli sub-fornitori saranno poi quelli che rischieranno maggiormente e saranno sottoposti ad una continua tensione competitiva sui costi di produzione e, coloro che lavorano volumi importanti, alla concorrenza internazionale. Sinteticamente si andrà verso un modello produttivo simile a quello, già richiamato, che si è configurato negli ultimi vent anni nell automotive col passaggio dal modello fordista a quello post-fordista con alcune differenze importanti quale ad esempio quelle derivanti dai diversi volumi e dimensioni di massa critica del mercato esistenti (quelli dell autocaravan sono di molto più contenuti e di conseguenza non potrà sfruttare una serie di fattori di scala propri presenti nel sistema produttivo dell automotive). Nel ridisegno dei modelli di integrazione si formeranno delle situazioni nuove ed evolutive interessanti, il settore con le sue imprese acquisterà maggiore maturità nella sua organizzazione e nell interazione col mercato. 5

6 Imprese e territorio Le imprese censite ammontano complessivamente a 79 di cui 64 1 sono localizzate negli 8 comuni oggetto dell indagine. La loro distribuzione territoriale trova una concentrazione particolare nel comune di Poggibonsi con 36 imprese. I dati complessivi sono riportati nella tabella seguente: La localizzazione delle imprese censite Casole d Elsa Monteriggioni Colle Val d Elsa San Gimignano Poggibonsi Barberino Val d Elsa Tavernelle Val di Pesa S. Casciano Val di Pesa Calenzano Certaldo Firenze Fucecchio Siena produttori finali fornitori motrici chassis fornitori parti strutturali fornitori di componenti funzionali e strumentali fornitori di componenti di allestimento fornitori di accessori di rifinitura e complementari fornitori di materiale di consumo fornitori di servizi di funzionamento indotto indiretto totale ,1% 2,5% 6,3% 7,6% 45,6% 11,4% 2,5% 0,0% 2,5% 5,1% 6,3% 1,3% 3,8% Imprese e fatturati La prima elaborazione realizzata è stata quella di segmentare le imprese rispetto alla categorizzazione utilizzata per ricostruire la filiera e per percentuale di fatturato che realizzano nell ambito della camperistica. Nell elenco naturalmente compaiono, oltre alle imprese tipiche focalizzate e connotate nella camperistica, anche quelle imprese che forniscono genericamente materiali e servizi, ma in virtù dell importanza della quota di fatturato che ottengono da questa filiera ne diventano parte interessata. I risultati avuti sono riportati nella tabella seguente: 1 Mobilvetta, McLouse e Miller sono state considerate come soggetti indipendenti, benché il Gruppo SEA abbia provveduto ad incorporare tutte le sue aziende di produzione all interno di un unico soggetto giuridico mantenendo distinti i marchi commerciali. Per storia e rilevanza e per migliore dare evidenza di queste realtà è stata optata in questa sede la scelta di richiamare e fare riferimento ai marchi commerciali. 6

7 Totale Imprese censite negli 8 comuni che operano nella camperistica Percentuale di fatturato nella camperistica 100% - 61% 60% - 41% 40% - 16% 15% - 5% produttori finali 7 7 fornitori motrici chassis 1 1 fornitori parti strutturali fornitori di componenti funzionali e strumentali fornitori di componenti di allestimento fornitori di accessori di rifinitura e complementari fornitori di materiale di consumo fornitori di servizi di funzionamento 1 1 indotto indiretto 4 4 totale ,00% 32,81% 3,13% 20,31% 43,75% Circa un terzo delle imprese censite (21) sviluppa i propri fatturati in modo esclusivo o altamente prevalente nella camperistica. Un secondo raggruppamento significativo (circa il 44%) ottiene dalla camperistica una quota del proprio fatturato inferiore al 15% (di cui molte con quote modeste intorno al 5%). Circa un terzo delle imprese censite (21) sviluppa i propri fatturati in modo esclusivo o altamente prevalente nella camperistica. Un secondo raggruppamento significativo (circa il 44%) ottiene dalla camperistica una quota del proprio fatturato inferiore al 15% (di cui molte con quote modeste intorno al 5%). Un altro aspetto importante che emerge è quello che fa riferimento alla relativa bassa dipendenza di molte imprese della sub-fornitura che dipendono esclusivamente dal comparto del camper. Questo è un dato importante perché consente di fare due considerazioni: la prima, che molte imprese sono contemporaneamente su diversi mercati; la seconda è che molte di queste imprese indubbiamente beneficiano del vantaggio di prossimità di stare vicino ai principali players del comparto. Sotto l aspetto economico, rielaborando i dati del valore della produzione con una serie di attenzioni tra le quali richiamiamo: per i produttori finali si è tenuto conto del fatto che alcune imprese hanno stabilimenti anche in altri territori e che Mobilvetta, McLouse e Miller sono state fuse ed incorporate all interno del Gruppo SEA che gestisce anche altri marchi; per le imprese di sub-fornitura si è proceduto ad una ponderazione delle quote di fatturato attribuibili al comparto della camperistica. Le elaborazioni hanno portato a stimare che il valore della produzione locale per i produttori finali sia mediamente intorno ai 600 milioni di euro l anno. La sub-fornitura locale genera un movimento d affari intorno ai 100 milioni di euro l anno. Chiaramente questi ultimi dati sono un di cui dei primi. 7

8 Imprese ed occupazione La scelta di segmentare le imprese per categorizzazione e per percentuale di fatturato nella camperistica consente di rappresentare immediatamente ed in sintesi la realtà locale dei numeri di base a cui occorre aggiungere i dati occupazionali. Ragionando all interno della logica della filiera, i dati occupazionali vanno calcolati in modo opportuno e tenendo conto che un buon numero di queste aziende opera anche in altri ambiti di mercato e non sarebbe corretto contabilizzare gli organici complessivamente. Il criterio adottato è stato quello di contabilizzare gli occupati secondo un criterio di pro-quota che trova il rapporto di riferimento convenzionale di sintesi più rappresentativo nel dato del fatturato. Il calcolo di stima degli occupati locali nella filiera della camperistica è stato così impostato: il fatturato complessivo diviso il numero degli occupati moltiplicato per la percentuale di fatturato realizzato dall impresa nella camperistica. In questo modo si ottiene un calcolo ponderato dell occupazione locale nella camperistica che rappresenta ragionevolmente un dato attendibile sia per gli addetti cosiddetti diretti (le imprese che lavorano esclusivamente per la camperistica) e sia per l indotto (il pro-quota che contribuisce all occupazione locale). In questo modo si ha indirettamente anche un quadro complessivo di impatto che la camperistica produce nel territorio. La stima complessiva di occupazione equivalente negli 8 comuni è di circa addetti con una distribuzione per categoria di impresa rappresentata nel grafico seguente: Distribuzione percentuale dell occupazione della camperistica negli 8 comuni fornitori di accessori di rifinitura e complementari 1% fornitori di materiale di consumo fornitori di servizi di 5% funzionamento 1% fornitori di componenti funzionali e strumentali 1% fornitori di componenti di allestimento 4% fornitori parti strutturali 14% fornitori motrici chassis 1% indotto indiretto 1% produttori finali 72% L incidenza principale dell occupazione verte per circa il 72% sui produttori finali e il 14% sui produttori di parti strutturali, il resto si distribuisce all interno delle altre categorie di imprese. Di questi occupati, secondo le stime derivanti dal campione esaminato, poco meno del 90% ha un inquadramento contrattuale da operaio. Infine, in termini di occupati movimentati complessivamente nell area dal comparto, ovvero il numero delle persone che lavorano stabilmente ed occasionalmente, in modo esclusivo e parziale nella camperistica, può essere stimata intorno alle unità. 8

9 Un altro punto d analisi viene rivolto ad analizzare la provenienza dei fornitori predisponendo una segmentazione volta a distinguere i fornitori tra quelli locali, toscani, nazionali ed internazionali. Questo punto d analisi consente di rilevare la distribuzione della rete di fornitura e portare l attenzione sulle consistenze per numerosità ed impatto che viene sviluppata a livello locale. I dati raccolti indicano la seguente distribuzione: Stima distribuzione percentuale dei fornitori rispetto alla loro provenienza internazionali 8% locali 13% italiani 51% toscani 28% I dati evidenziano che i fornitori locali insieme agli altri localizzati in altre aree della Toscana superano il 41%; ciò induce a promuovere qualche riflessione più ampia sul sistema toscano della camperistica e sulle sue potenzialità e sviluppo a livello regionale e di come si possa parlare a ragione di un Toscana Camper System. Approfondendo ulteriormente l analisi viene incrociata la relazione tra tipologia di fornitura e provenienza dei fornitori. I fornitori locali, che rappresentano complessivamente circa il 13% di tutti i fornitori, si caratterizzano in modo significativo nelle forniture di parti strutturali (grazie anche alla localizzazione di alcune importanti aziende leader), di componenti di allestimento soprattutto relative agli arredi e nella vendita di materiale di uso e consumo esercitata per lo più da intermediari commerciali. Il 28% dei fornitori toscani, a loro volta, ampliano l offerta locale mantenendo nella sostanza buona parte delle stesse linee di specializzazione. 9

10 Stima distribuzione percentuale dei fornitori toscani indotto indiretto servizi funzionamento 0% 7% materiali uso e consumo 27% componenti di allestimento cellula abitativa 29% motrice e chassis 5% parti strutturali 20% componenti funzionali e strumentali 12% I driver competitivi per l offerta locale: focalizzazioni ed azioni Il quadro d insieme che si è andato configurando per il territorio rispetto all apporto che offrono le diverse categorie di imprese locali della filiera evidenziano la seguente situazione: i produttori finali restano i principali driver del sistema produttivo locale della camperistica, ma sono anche le imprese potenzialmente più esposte a processi di delocalizzazione produttiva; i fornitori di parti strutturali si posizionano come una delle componenti più dinamiche ed innovative in grado di operare anche su mercati nazionali ed internazionali; i fornitori di componenti funzionali e strumentali si configurano come la componente maggiormente in grado di diversificare e crearsi nuovi mercati di sbocco; i fornitori di componenti di allestimento rappresentano la componente che potrebbe maggiormente soffrire la concorrenza di costo di imprese esterne al territorio e subire il rischio di sostituzione da parte dei produttori finali. Lo scenario che ne deriva porta sostanziali ed importanti novità che cambiano la struttura del modello originario di tipo piramidale con i produttori finali al vertice e poi la sub-fornitura locale al seguito. Oggi a questo modello se ne va formando uno di tipo più multipolare in cui oltre ai produttori finali sempre più global players di mercato si affiancano anche altri attori che presidiano la leadership di nodi intermedi della filiera produttiva e che esprimono anche una voglia di indipendenza dal contesto locale. Un passaggio evolutivo di modello importante dove alla stretta interdipendenza locale tra produttori finali e sub-fornitura si aggiunge per alcuni di questi ultimi anche una certa capacità di operare in modo indipendente verso l esterno e di andare su altri mercati. Un passaggio importante, forse non ancora pienamente esplicito e capace di esprimere quote significative di fatturato, ma che contribuisce a formare un sistema produttivo locale più articolato, ricco e competitivo. Un sistema produttivo locale più complesso rispetto al passato e per certi aspetti più sfuggente ed in continua trasformazione con processi di selezione sempre più severi per le imprese. 10

11 E in questo contesto che il territorio deve svolgere un ruolo più attivo di sostegno allo sviluppo. Ruolo che deve portare, nei prossimi anni a lavorare su almeno tre grandi fronti: ad impegnarsi per evitare rischi di delocalizzazione dei produttori finali dal territorio consapevoli che questi restano il primo motore di sostegno al sistema produttivo locale della camperistica; a portare una nuova e maggiore attenzione a comprendere le potenzialità della subfornitura strategica per la filiera produttiva e le diversificazioni possibili; a portare un sostanziale miglioramento dell offerta localizzativa declinata sul sistema intermodale e viabilità interna, sulle aree produttive e sull infrastrutturazione e servizi di sistema (telefonia, cablatura, energia, ecc.) ed alle imprese. Tre grandi fronti, che però, sfida nella sfida, per potenzialità, caratteristiche, difficoltà ed implicazioni di ricaduta generale per il territorio non può non essere rienfatizzata l attenzione sull importanza del sostegno ed allo sviluppo delle imprese della sub-fornitura locale. Le caratteristiche del sistema produttivo locale della Val d Elsa e Val di Pesa indicano nel sistema di sub-fornitura (complessivo e non solo per quello legato alla filiera della camperistica) uno dei tratti strutturali (la forte presenza di piccole imprese di cultura artigianale) tra i più importanti e caratterizzanti su cui occorre lavorare per poter irrobustire e qualificare in modo distintivo il tessuto imprenditoriale del territorio e sostenere così anche il milieu competitivo dell offerta localizzativa. La qualificazione continua della qualità e capacità della sub-fornitura locale acquista l impegno che si deve dare a sostegno ad uno degli asset strategici fondanti per lo sviluppo dell area e anche di contribuzione al rafforzamento del sistema manifatturiero toscano. Le altre priorità per lo sviluppo del sistema locale della camperistica Di fronte al quadro di cambiamento descritto nelle pagine precedenti un altro grande tema è il rafforzamento dell offerta locale a supporto della competitività del sistema produttivo della camperistica. Una maggiore e migliore organizzazione dell offerta locale rappresenta la base di riferimento e di impegno che può meglio sostenere lo sviluppo competitivo delle imprese localizzate e contribuire all occupazione delle popolazioni residenti. Gli altri ambiti di lavoro entro i quali appare opportuno andare ad operare sono sicuramente quelli relativi alla: configurazione della forza lavoro che forma l occupazione; predisposizione di maggiori ed ulteriori servizi alle imprese: creazione delle condizioni per un migliore uso del territorio. Da questi elementi esce fuori la necessità di articolare più linee di intervento all interno di una strategia più complessiva che deve tener conto di due riferimenti: specificità dei fabbisogni della camperistica e sua integrazione nel sistema produttivo complessivo presente nell area. Rispetto all attenzione alla forza lavoro ci sono dei nodi da affrontare tra i quali si richiamano quelli collegati: a. alla salvaguardia dell attuale forza lavoro occupata; b. alle difficoltà a reperire ulteriore forza lavoro disponibile a lavorare nel comparto e con le qualifiche richieste; c. alla predisposizione di politiche mirate per promuovere l attrazione di ulteriore forza lavoro dall esterno (ad oggi una consistente parte dell attuale forza lavoro impegnata nella camperistica proviene dall esterno del territorio) 11

12 d. al costo del lavoro locale che risulta posizionarsi sulle fasce medio-alte rispetto ad altri territori nazionali; e. al tema dei salari e del costo della vita, che rischia di diventare un problema crescente di sostenibilità di sistema per i lavoratori con le fasce retributive più basse. A questi aspetti, infine, andrebbe aggiunta una riflessione più organica sulle opportunità occupazionali che potrebbero venire da lavori più professionalizzati collegati alle evoluzioni del comparto e della filiera. Rispetto alla predisposizione di maggiori ed ulteriori servizi alle imprese, si portano all attenzione le esigenze sempre maggiori di disporre di supporti professionali specifici in grado di risolvere problemi tecnici, fornire consulenze, ottenere certificazioni di prodotti e di processi e poter accedere a tutta una gamma di professionalità in grado di qualificare il lavoro delle imprese locali della filiera. Riuscire a collegare funzioni di terziario avanzato ai processi produttivi significa mirare a creare maggiore valore aggiunto, rendere più forti le imprese e introitare maggiori competenze professionali per tutto il sistema locale. Sarebbe utile approfondire e realizzare una ricognizione sistematica sui fabbisogni e configurare priorità ed azioni operative da realizzare. Rispetto alla ricerca per favorire un migliore uso del territorio, si fa riferimento ai temi già trattati relativi all infrastrutturazione logistica e viaria e soprattutto ad un riordino complessivo delle aree produttive per consentire di migliorare la qualità delle infrastrutture di servizio, dare soluzione ai problemi di multilocalizzazione di alcune imprese. Si sottolinea inoltre l opportunità di un intervento mirante anche alla salvaguardia e al ripristino del paesaggio, in modo da trovare soluzioni finalizzate a inserire in modo più armonico le aree e gli insediamenti produttivi, nel contesto di alto pregio in cui sono localizzate. Complessivamente porre un quadro di priorità di intervento composto di 4 quadranti che nell insieme possono effettivamente ed efficacemente migliorare l offerta del territorio, per le imprese, ma anche per i residenti e per l impatto ambientale e per il migliore uso delle risorse. Percorsi, funzioni ed azioni per la camperistica toscana Nella Val d Elsa e Val di Pesa, certamente sono concentrate il maggior numero di imprese e tra esse le più importanti aziende del comparto della camperistica, ma occorre anche rilevare che nell intera regione sono distribuite molte altre imprese che fanno parte della filiera. 12

13 Partendo solo dai dati raccolti e riportati in questo rapporto, circa il 28% della sub-fornitura utilizzata dai produttori finali locali è formata da imprese toscane localizzate fuori dai comuni presi a riferimento. Complessivamente le imprese di sub-fornitura locali e del resto della Toscana raggiungono il 41% del totale dei fornitori mediamente impegnati dai soli produttori finali locali. In Toscana, oltre ai produttori finali richiamati in questa analisi, sono presenti anche altre 3 imprese produttrici di camper in provincia di Firenze a cui si aggiungono anche altre 2 produttrici di case mobili (v. allegato 1). La camperistica toscana si configura così con una distribuzione territoriale un po a macchia di leopardo con una concentrazione particolarmente rilevante tra la Val d Elsa e la Val di Pesa. Questi numeri accrescono ulteriormente l importanza della camperistica per l economia toscana e suggeriscono anche riflessioni più ampie e spazio per ulteriori proposte per il sostegno complessivo del comparto/filiera. Su queste basi non è improprio iniziare a ragionare proponendo un vero e proprio riferimento esplicito: Toscana Camper System. Un sistema di livello regionale distribuito e formato dall insieme di imprese toscane riconducibili alla filiera e da aree di specializzazione produttiva (ovvero dove maggiormente si concentra la localizzazione di queste imprese) da mettere in qualche misura in rete per lo sviluppo di funzioni di supporto e di servizio. Date queste caratteristiche, i punti su cui appare necessario operare prefigurano la possibilità della predisposizione di dispositivi di sostegno allo sviluppo del comparto che incrocino con logiche nuove sia i fabbisogni di filiera e sia l organizzazione dell offerta localizzativa in modo dinamico e senza porre dei vincoli esclusivi di tipo geografico. Per certi aspetti si tenta, in qualche misura, di supera una visione di azione vincolata solo ad un rigido riferimento geografico e si suggerisce di prefigurare un modello aperto a rete che lavori su due piani distinti e collegati che ne formino le maglie della rete stessa: il primo, operare a livello di filiera, individuando le imprese regionali che ne fanno parte (dei criteri per l identificazione ad esempio potrebbero essere la focalizzazione sulla filiera e la percentuale di fatturato prodotto nella camperistica dall impresa, ecc.) e sulle loro esigenze costruire i dispositivi di sostegno per favorire la loro competitività; il secondo, operare a livello di area (poli produttivi integrati), individuando le concentrazioni di specializzazione produttiva e di imprese appartenenti alla filiera del camper e sui singoli contesti promuovere e realizzare interventi ad hoc di qualificazione dell offerta localizzativa locale. I due livelli: col primo si coinvolgono tutte le imprese focalizzate sulla filiera e col secondo si coinvolgono i territori dove esistono le principali concentrazioni di imprese, si può di conseguenza mettere in moto un dispositivo di valenza regionale in grado di valorizzare tutte le masse critiche esistenti (la rete dei poli produttivi integrati). All interno di un quadro definito di policy, con una maggiore flessibilità di intervento, si può attivare in modo collegato e separato sia linee di sostegno alle imprese toscane della filiera a prescindere della loro localizzazione geografica e sia poter sostenere i territori a qualificare la propria offerta localizzativa dando allo stesso tempo premialità alle maggiori concentrazioni delle imprese della filiera nelle stesse aree. In questo modo si possono realizzare delle politiche che non discriminano a priori le imprese della filiera sulla base della loro localizzazione e che danno valore prioritario allo sviluppo delle politiche di filiera. Così come sul versante territorio si possono attivare politiche più mirate, flessibili ed efficaci per soddisfare i fabbisogni delle singole aree di localizzazione produttiva. Si può valorizzare sia la dimensione specifica del singolo contesto e sia promuovere una strategia di rete 13

14 composta dai poli produttivi integrati (ovvero le aree che concentrano un certo numero di imprese appartenenti alla stessa filiera) questo consente di fare riferimento su masse critiche maggiori e promuovere integrazioni di funzioni tra i territori coinvolti. Questa impostazione potrebbe poi portare nel tempo alla formazione di cluster in rete (arcipelaghi distrettuali) favorendo la creazione e l aggiornamento di competenza, la possibilità di un più razionale uso del territorio e di promuovere la formazione di adeguate masse critiche necessarie per realizzare degli investimenti infrastrutturali (es. sulle linee telefoniche, energia, ecc.) e creare le condizioni per una migliore e più ampia offerta di servizi. Un osservatorio per la camperistica toscana Leggendo in altro modo l analisi proposta in questo lavoro, i temi centrali possono essere ricompresi all interno di due grandi ambiti distinti ma fortemente interconnessi (le azioni da avviare in un ambito sono sempre la derivazione dell altro e viceversa): lo sviluppo del comparto/filiera la qualificazione dell offerta localizzativa Lo sviluppo del comparto/filiera richiama all azione di una politica economica di livello regionale con declinazioni provinciali. La qualificazione dell offerta localizzativa, dalle politiche generali di sviluppo definite a livello regionale, passano tramite un azione concreta di proposta e di intervento sostenuta a livello locale e provinciale. Esiste dunque una continua interazione tra questi due ambiti che trova comunque tutti gli attori coinvolti a svolgere precisi ruoli e compiti ed a relazionarsi tra loro. Esiste però, anche allo stesso tempo, una serie di difficoltà nelle interazioni derivanti dai continui disallineamenti che si formano nelle azioni nei due ambiti. Nel comparto della camperistica, mano a mano che il sistema diventa più complesso e richiede l interazione sempre più frequente tra gli attori coinvolti, si ravvisa l esigenza di una funzione tecnica che contribuisca a tenere sotto osservazione ed insieme fabbisogni e soluzioni rappresentando continuamente un quadro aggiornato a supporto delle costruzione delle policy e delle azioni da realizzare in ambedue gli ambiti. Si pensa ad una funzioni pivot in grado di rappresentare l intero comparto regionale della camperistica ed i fabbisogni locali dell offerta localizzativa. Una funzione di integrazione che deve mettere in rete le competenze verticali e specializzate di centri di ricerca e di servizi già presenti in Toscana e soprattutto in prossimità delle aree di specializzazioni. Una funzione impegnata principalmente su tre fronti: a rilevare, analizzare e rappresentare periodicamente il sistema della camperistica tramite un osservatorio regionale; a fornire supporto tecnico alle politiche di sviluppo del comparto e della filiera del camper; a fornire supporto tecnico nell organizzazione dell offerta territoriale favorendo i sistemi di rete specializzati. Una funzione che non deve sviluppare progetti verticali su temi ed argomenti specifici, ma operare solo come facilitatore nelle interazioni tra imprese e centri di ricerca e servizi. Una funzione che non deve essere costituita con una struttura ad hoc per non dover essere costretti a sostenere ulteriori costi di struttura che sottraggono risorse alle finalità poste. Una funzione da assegnare per periodi definiti eventualmente rinnovabili in convenzione ad un soggetto che già opera nell ambito dello sviluppo locale e che abbia specifiche caratteristiche e struttura idonea a fornire questo tipo di servizio. 14

IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE

IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE Amministrazione Provinciale di Siena IL SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE DELLA CAMPERISTICA TRA SIENA E FIRENZE Imprese, filiera e modello produttivo nella camperistica in Val d Elsa e Val di Pesa Poggibonsi,

Dettagli

Il sistema della subfornitura artigiana per il settore dei mezzi di trasporto terrestre in Toscana

Il sistema della subfornitura artigiana per il settore dei mezzi di trasporto terrestre in Toscana Laboratorio di Economia dell Innovazione Keith Pavitt Il sistema della subfornitura artigiana per il settore dei mezzi di trasporto terrestre in Toscana Regione Toscana Sala Pegaso P.zza del Duomo, 10

Dettagli

LE STRATEGIE CAPITOLO 3

LE STRATEGIE CAPITOLO 3 LE STRATEGIE CAPITOLO 3 Breve riassunto della lezione scorsa La CREAZIONE DI VALORE V > CT - BN La CATENA DEL VALORE Il processo aziendale (o business process) è un insieme di attività interrelate, svolte

Dettagli

Scheda PASL Azioni di valorizzazione dei Centri Commerciali Naturali

Scheda PASL Azioni di valorizzazione dei Centri Commerciali Naturali Scheda PASL 1.2.3.1 - Azioni di valorizzazione dei Centri Commerciali Naturali ASSE STRATEGICO DI INTERVENTO DEL PROTOCOLLO D INTESA Asse 1 Sistema delle imprese, dell'innovazione e dei beni culturali;

Dettagli

COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA

COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA Aprile Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. COME EFFETTUARE L ANALISI DELLA CONCORRENZA QUAL E L UTILITA DI ANALIZZARE

Dettagli

Una prospettiva innovativa sul lavoro

Una prospettiva innovativa sul lavoro La vocazione professionale in Poste Italiane Una prospettiva innovativa sul lavoro novembre 2008 Premessa Nell incontro del 20 maggio 2008 l Osservatorio sulla Responsabilità Sociale d Impresa ha iniziato

Dettagli

LE IMPRESE DI FAMIGLIA NELL ECONOMIA ITALIANA Specificità delle dinamiche occupazionali nelle imprese di famiglia. Convegno 30 ottobre 2013

LE IMPRESE DI FAMIGLIA NELL ECONOMIA ITALIANA Specificità delle dinamiche occupazionali nelle imprese di famiglia. Convegno 30 ottobre 2013 LE IMPRESE DI FAMIGLIA NELL ECONOMIA ITALIANA Specificità delle dinamiche occupazionali nelle imprese di famiglia Convegno 30 ottobre 2013 LA DEFINIZIONE DI IMPRESA FAMILIARE: IL CUORE DEL SISTEMA IMPRENDITORIALE

Dettagli

Le linee d azione per un nuovo assetto della PA della Lombardia. Patto per lo Sviluppo 6 maggio 2016

Le linee d azione per un nuovo assetto della PA della Lombardia. Patto per lo Sviluppo 6 maggio 2016 Le linee d azione per un nuovo assetto della PA della Lombardia Patto per lo Sviluppo 6 maggio 2016 Una riforma amministrativa per le imprese In un epoca di rapidissimi cambiamenti che interessano la società,

Dettagli

IL PROGETTO AGRISVILUPPO A SUPPORTO DELLE FILIERE AGRICOLE ITALIANE

IL PROGETTO AGRISVILUPPO A SUPPORTO DELLE FILIERE AGRICOLE ITALIANE IL PROGETTO AGRISVILUPPO A SUPPORTO DELLE FILIERE AGRICOLE ITALIANE MARZO 2016 Il settore dell agricoltura in Italia: contesto di mercato L agricoltura è il terzo settore per numero di imprese attive iscritte

Dettagli

La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere

La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere R & I s.r.l. Ricerche e Interventi di politica industriale e del lavoro La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere Quali strategie per competere A cura di Daniela

Dettagli

IDENTIKIT DELLE IMPRESE E DELLE FILIERE DEL BELLO E BEN FATTO

IDENTIKIT DELLE IMPRESE E DELLE FILIERE DEL BELLO E BEN FATTO IDENTIKIT DELLE IMPRESE E DELLE FILIERE DEL BELLO E BEN FATTO Giovanni Barbieri Direttore statistiche strutturali su imprese ed istituzioni, commercio estero e prezzi al consumo Stefano Menghinello Dirigente

Dettagli

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014

IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014 IL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014 2020 DELLA LOMBARDIA MILANO 1 APRILE 2014 LA STRATEGIA E stata costruita in base a: gli orientamenti per le politiche di sviluppo rurale della Commissione gli strumenti

Dettagli

Difendere e Promuovere i Prodotti dell Apicoltura

Difendere e Promuovere i Prodotti dell Apicoltura Difendere e Promuovere i Prodotti dell Apicoltura 26 novembre 2017 Presso CREA LA COOPERAZIONE NEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014 2020 LA MISURA 16 RELATORE: Marco Alimonti - Agronomo LA COOPERAZIONE

Dettagli

La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere

La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere R & I s.r.l. Ricerche e Interventi di politica industriale e del lavoro La subfornitura meccanica in Emilia-Romagna fra crisi e riorganizzazione delle filiere Quali strategie per competere A cura di Daniela

Dettagli

Organismo paritetico sulla formazione. La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida

Organismo paritetico sulla formazione. La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida Organismo paritetico sulla formazione La cornice di riferimento: la realizzazione del Piano d Impresa e le linee guida Milano, 16 aprile 2009 Agenda Introduzione La cornice di riferimento I nostri principi

Dettagli

Osservatorio Isnet sulle Imprese Sociali in Italia. IX edizione. Luglio 2015

Osservatorio Isnet sulle Imprese Sociali in Italia. IX edizione. Luglio 2015 Osservatorio Isnet sulle Imprese Sociali in Italia IX edizione Luglio 2015 1. Introduzione L Associazione ISNET dialoga con una rete di oltre 1.000 imprese sociali in tutta Italia, con l obiettivo di favorire

Dettagli

ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI PER I DIRIGENTI DELLE IMPRESE DELLA DISTRIBUZIONE INTERMEDIA DI BENI DI CONSUMO NON ALIMENTARI

ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI PER I DIRIGENTI DELLE IMPRESE DELLA DISTRIBUZIONE INTERMEDIA DI BENI DI CONSUMO NON ALIMENTARI ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI PER I DIRIGENTI DELLE IMPRESE DELLA DISTRIBUZIONE INTERMEDIA DI BENI DI CONSUMO NON ALIMENTARI Nell attuale scenario di mercato, il terziario si manifesta come il settore

Dettagli

STRUTTURA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI

STRUTTURA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI 27 novembre 2014 Anno 2012 STRUTTURA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA DELLE IMPRESE INDUSTRIALI E DEI SERVIZI Nel 2012, le imprese attive dell industria e dei servizi di mercato sono 4,4 milioni e occupano

Dettagli

MODELLO DI PORTER 12/05/2014

MODELLO DI PORTER 12/05/2014 MODELLO DI PORTER Michael Porter, uno dei più grandi studiosi di marketing e consulenti di direzione, è noto per i suoi studi sull analisi competitiva, pubblicati in tutto il mondo e (anche se ormai datati

Dettagli

Legenda. Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud

Legenda. Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud Legenda Fig. 7 Lo stato di consistenza : Sud 97 98 Legenda Fig. 8 Lo stato di consistenza : Isole 99 5. LEGGE OBIETTIVO: POSSIBILI PRIORITÀ DI INTERVENTO In premessa rispetto alle elaborazioni successivamente

Dettagli

INDAGINE CONGIUNTURALE SUI SERVIZI (Consuntivo anno 2012 Previsioni anno 2013)

INDAGINE CONGIUNTURALE SUI SERVIZI (Consuntivo anno 2012 Previsioni anno 2013) INDAGINE CONGIUNTURALE SUI SERVIZI (Consuntivo anno 2012 Previsioni anno 2013) Premessa La prima indagine congiunturale sui servizi in Toscana è stata condotta nel mese di giugno 2013 con l obiettivo di

Dettagli

Osservatorio sulla Green Economy

Osservatorio sulla Green Economy Osservatorio sulla Green Economy Edoardo Croci, Fabio Iraldo IEFE Bocconi Milano, 16 settembre 2013 1 Struttura dell Osservatorio L Osservatorio è articolato in due aree: Policy, che valuta gli approcci

Dettagli

L inquadramento contrattuale dei lavoratori nella piccola impresa veneta

L inquadramento contrattuale dei lavoratori nella piccola impresa veneta nella piccola impresa veneta L analisi delle forme di inquadramento contrattuale dei lavoratori presenti nelle aziende fornisce informazioni importanti per valutare la stabilità o la flessibilità del mercato

Dettagli

Le Aree Logistiche Integrate Un percorso partenariale di crescita. Ing. Aglaia Murgia Area Progetti e Strumenti Ufficio 2 - Infrastrutture e Ambiente

Le Aree Logistiche Integrate Un percorso partenariale di crescita. Ing. Aglaia Murgia Area Progetti e Strumenti Ufficio 2 - Infrastrutture e Ambiente Le Aree Logistiche Integrate Un percorso partenariale di crescita Ing. Aglaia Murgia Area Progetti e Strumenti Ufficio 2 - Infrastrutture e Ambiente Roma 24 maggio 2017 Le indicazioni dell Europa Strategia

Dettagli

FORMA.TEMP. - FONDO PER LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI TEMPORANEI. L attività nel periodo una prima anticipazione dei dati

FORMA.TEMP. - FONDO PER LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI TEMPORANEI. L attività nel periodo una prima anticipazione dei dati FORMA.TEMP. - FONDO PER LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI TEMPORANEI L attività nel periodo 2004-2006 una prima anticipazione dei dati Maggio 2007 Le tipologie formative di FORMA.TEMP La formazione di base:

Dettagli

Allegato A3 Criteri di valutazione offerta tecnico-qualitativa

Allegato A3 Criteri di valutazione offerta tecnico-qualitativa Allegato A3 Criteri di valutazione offerta tecnico-qualitativa Lotto 3 servizi sociali e complementari per un laboratorio a bassa soglia di accesso per lo sviluppo della capacità occupazionale denominato

Dettagli

La Toscana della Qualità

La Toscana della Qualità Le politiche regionali per l occupazione: l La Toscana della Qualità Regione, istituzioni locali, categorie sociali, rappresentanti dei lavoratori e degli imprenditori, associazioni ambientaliste hanno

Dettagli

provincia di mantova

provincia di mantova provincia di mantova Fare clic Ruolo per modificare dei Distretti gli Agricoli stili del testo dello nell ambito schema dei prossimi P.S.R. Terzo livello Daniele Lanfredini Responsabile Servizio Competitività

Dettagli

IL VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE

IL VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE IL VANTAGGIO DI DIFFERENZIAZIONE 1 Il vantaggio di differenziazione si ottiene quando un azienda riesce a ottenere, grazie alla differenziazione, un premio sul prezzo, che eccede il costo sostenuto per

Dettagli

Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia

Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo in Italia Primi Orientamenti Comitato permanente di promozione del turismo in Italia Riunione del 13 gennaio 2016, Roma Il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo

Dettagli

Condividere e Competere: LE RETI D IMPRESA

Condividere e Competere: LE RETI D IMPRESA Condividere e Competere: LE RETI D IMPRESA È NATO IL CAPITALISMO GLOBALE DELLA CONOSCENZA? Si devono affrontare: 1. La globalizzazione dei mercati 2. La smaterializzazione del valore 3. Processi diffusi

Dettagli

Lavorare con l Europa negli enti locali Percorso di assistenza tecnica rivolto alla Provincia di Mantova

Lavorare con l Europa negli enti locali Percorso di assistenza tecnica rivolto alla Provincia di Mantova Lavorare con l Europa negli enti locali Percorso di assistenza tecnica rivolto alla Provincia di Mantova Provincia di Mantova, 23 marzo 2017 Giuseppe Caruso - Project Manager Ufficio Politiche europee

Dettagli

Industria e Artigianato. Prof. Davide Castellani Coordinatore del Forum su Industria e Artigianato

Industria e Artigianato. Prof. Davide Castellani Coordinatore del Forum su Industria e Artigianato Industria e Artigianato Prof. Davide Castellani Coordinatore del Forum su Industria e Artigianato 1 Premessa Le osservazioni riportate costituiscono una interpretazione dei principali risultati emersi

Dettagli

COMPLESSITA TERRITORIALI

COMPLESSITA TERRITORIALI PROGETTO PILOTA COMPLESSITA TERRITORIALI AZIONE DI SISTEMA PROGETTO PILOTA COMPLESSITA TERRITORIALI AZIONE DI SITEMA La cui IDEA PROGRAMMA è Intercettare le opportunità offerte dall asse infrastrutturale

Dettagli

1) PREMESSA...3 2) PREVIDENZA...5 Incremento delle pensioni basse...5 Accesso al pensionamento anticipato...8 Lavori usuranti...9 Razionalizzazione

1) PREMESSA...3 2) PREVIDENZA...5 Incremento delle pensioni basse...5 Accesso al pensionamento anticipato...8 Lavori usuranti...9 Razionalizzazione 1 1) PREMESSA...3 2) PREVIDENZA...5 Incremento delle pensioni basse...5 Accesso al pensionamento anticipato...8 Lavori usuranti...9 Razionalizzazione Enti...10 Finestre pensionistiche...12 Coefficienti

Dettagli

Canali distributivi dei servizi bancari. Massimo Caratelli, maggio 2017

Canali distributivi dei servizi bancari. Massimo Caratelli, maggio 2017 Canali distributivi dei servizi bancari Massimo Caratelli, maggio 2017 1 Contenuti Ø Ø Ø Ø Servizio finanziario Sistema di erogazione e distribuzione dei servizi finanziari Canale distributivo Caratteristiche

Dettagli

ECONOMIA, SOSTENIBILITÀ E RESILIENZA: VALUTARE LA QUALITÀ DEI SISTEMI LOCALI ALLEGATO: REALIZZARE UN ANALISI SWOT Giulia Pesaro

ECONOMIA, SOSTENIBILITÀ E RESILIENZA: VALUTARE LA QUALITÀ DEI SISTEMI LOCALI ALLEGATO: REALIZZARE UN ANALISI SWOT Giulia Pesaro n.1 Fondazione Cariplo progetto Capacity building REesilienceLAB http://www.resiliencelab.eu Incontri di formazione Resilienza urbana e territoriale incontri di formazione 1 aprile 2014 APPROCCI E STRUMENTI

Dettagli

Il settore dei servizi in provincia di Pisa

Il settore dei servizi in provincia di Pisa Il settore dei servizi in provincia di Pisa Consuntivo anno 2013 previsioni 2014 Pisa, 28 novembre 2014. A fine 2013, oltre la metà dell imprenditoria pisana (24.992 su 43.299 imprese) risulta operare

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA TRA

PROTOCOLLO D INTESA TRA PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Assessorato al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro Assessorato all agricoltura,

Dettagli

PSR ABRUZZO

PSR ABRUZZO PSR ABRUZZO 2014-2020 Competitività e trasferimento di innovazioni Agro-ambiente e tutele delle risorse naturali Cooperazione e sviluppo economico delle aree rurali Università G. D Annunzio Dipartimento

Dettagli

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI PESATURA DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE

REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI PESATURA DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE COMUNE DI GREZZANA PROVINCIA DI VERONA REGOLAMENTO SUL SISTEMA DI PESATURA DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE 1 INDICE 1. Identificazione delle posizioni organizzative. 3 2. La metodologia per la graduazione

Dettagli

MARKETING (Principi e strumenti)

MARKETING (Principi e strumenti) Corso di Laurea in Economia Aziendale Management internazionalizzazione e qualità A.A. 2017-2018 MARKETING (Principi e strumenti) Prof.ssa Silvia Ranfagni L EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI MARKETING NELL IMPRESA

Dettagli

MIM mobile imbottito matera. Progetto Integrato per il rilancio del Distretto del Mobile Imbottito Matera

MIM mobile imbottito matera. Progetto Integrato per il rilancio del Distretto del Mobile Imbottito Matera MIM mobile imbottito matera Progetto Integrato per il rilancio del Distretto del Mobile Imbottito Matera Il design costituisce uno degli elementi chiave su cui puntare per un recupero di competitività

Dettagli

Le Organizzazioni Interprofessionali nella riforma della PAC. Cesena - 23 settembre 2014

Le Organizzazioni Interprofessionali nella riforma della PAC. Cesena - 23 settembre 2014 Le Organizzazioni Interprofessionali nella riforma della PAC Cesena - 23 settembre 2014 Reg.(UE) n. 1308/2013 sull organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli - Le OI sono previste per tutti

Dettagli

GUIDA DI APPROFONDIMENTO I DISTRETTI INDUSTRIALI E I SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI

GUIDA DI APPROFONDIMENTO I DISTRETTI INDUSTRIALI E I SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI WWW.SARDEGNAIMPRESA.EU GUIDA DI APPROFONDIMENTO I DISTRETTI INDUSTRIALI E I SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI IN SARDEGNA A CURA DEL BIC SARDEGNA SPA 1 SOMMARIO IL QUADRO NORMATIVO... 3 GLI INTERVENTI PER FAVORIRE

Dettagli

PROGRAMMA REGIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI SERVIZI DI ORIENTAMENTO E DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE SPORTELLI INFORMATIVI/DI ORIENTAMENTO

PROGRAMMA REGIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI SERVIZI DI ORIENTAMENTO E DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE SPORTELLI INFORMATIVI/DI ORIENTAMENTO PROGRAMMA REGIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI SERVIZI DI ORIENTAMENTO E DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE SPORTELLI INFORMATIVI/DI ORIENTAMENTO INTEGRAZIONE DELLE ATTIVITA PREVISTE IN PROGETTO Premessa Il PROGRAMMA

Dettagli

CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE

CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE Forum - 4 incontro CARTA EUROPEA PER IL TURISMO SOSTENIBILE Parco Nazionale dell Aspromonte 26.10.2016 Il percorso di costruzione del Piano Valutazione della situazione attuale Patrimonio naturale, storico

Dettagli

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 23/ 2 DEL

REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA DELIBERAZIONE N. 23/ 2 DEL DELIBERAZIONE N. 23/ 2 Oggetto: Accordo di Programma Quadro (APQ) Ricerca Scientifica ed Innovazione Tecnologica. Modifiche ed integrazioni alla deliberazione n. 14/ 1 del 31.3.2005. Territorio, ricorda

Dettagli

Il Cambiamento e l Innovazione nella Professione: il Controllo Direzionale

Il Cambiamento e l Innovazione nella Professione: il Controllo Direzionale Il Cambiamento e l Innovazione nella Professione: il Controllo Direzionale I sistemi di controllo direzionale: progettazione, strumenti, organizzazione, ruoli Prof. Cattaneo Cristiana Bergamo, 7 Ottobre

Dettagli

Esercizi e Soluzioni LA MATRICE BCG Nove esercizi per allenarsi

Esercizi e Soluzioni LA MATRICE BCG Nove esercizi per allenarsi Esercizi e Soluzioni L MTRICE CG Nove esercizi per allenarsi Tempo medio di svolgimento suggerito: 5-20 minuti. Costruire la matrice CG e posizionare i business sulla base delle seguenti informazioni.

Dettagli

Grandi e medie imprese toscane e gruppi d impresa

Grandi e medie imprese toscane e gruppi d impresa Grandi e medie imprese toscane e gruppi d impresa Firenze, 16 maggio 2012 Unioncamere Toscana - Ufficio Studi Riccardo Perugi Massimo Pazzarelli (elaborazioni) 1) I gruppi d impresa in Toscana: una visione

Dettagli

IL SISTEMA LOGISTICO INTEGRATO

IL SISTEMA LOGISTICO INTEGRATO IL SISTEMA LOGISTICO INTEGRATO Che cos è la logistica? Il concetto di logistica è spesso poco chiaro Per logistica, spesso, s intendono soltanto le attività di distribuzione fisica dei prodotti (trasporto

Dettagli

Torino, 18/10/2014 Avvio attività operative di SCM Academy

Torino, 18/10/2014 Avvio attività operative di SCM Academy SCM Academy Avvio attività operative Torino, 18/10/2014 Domenico Netti Torino, 18/10/2014 Avvio attività operative di SCM Academy 1 Costituzione di SCM Academy I Prinicipii e gli obiettivi (1/4) E' stata

Dettagli

Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020

Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020 Complementarietà e sviluppo di sinergie con il programma per l ambiente e l azione per il clima LIFE a supporto dei PSR 2014/2020 1. Istituzione proponente Consiglio per la ricerca in agricoltura e l analisi

Dettagli

20 GIUGNO 2008 UFFICIO ECONOMICO CGIL LIGURIA

20 GIUGNO 2008 UFFICIO ECONOMICO CGIL LIGURIA 1 LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL TERZIARIO E L INSEDIAMENTO DELLA FILCAMS-CGIL IN PROVICIA DI GENOVA di BRUNO SPAGNOLETTI Responsabile Ufficio Economico CGIL Liguria LE DINAMICHE DEL PIL E LA CRESCITA PIATTA

Dettagli

LA REGIONE FUNZIONALE DEL BELLINZONESE

LA REGIONE FUNZIONALE DEL BELLINZONESE LA REGIONE FUNZIONALE DEL BELLINZONESE Alcuni dati di sintesi*: Popolazione: 49 489 (14% Ti) Superficie: 161 Km/q (5.8% Ti) Pil procapite: +4% rispetto al Pil pc ticinese Pil: 15% del Pil ticinese Occupazione:

Dettagli

sottoscrizione del protocollo Terni 21 maggio 2014

sottoscrizione del protocollo Terni 21 maggio 2014 CIVITER l Italia di mezzo Civitavecchia Viterbo Terni Rieti le politiche di sviluppo territoriale integrato e il corridoio nord dell area metropolitana romana sottoscrizione del protocollo Terni 21 maggio

Dettagli

FORMA FORMAZIONE AZIENDALE

FORMA FORMAZIONE AZIENDALE Formaconsult Società Cooperativa Piano formativo FORMA FORMAZIONE AZIENDALE (formazione continua per le risorse umane di aziende calabresi) COD. AVT/46/07 Avviso 1/2007 Il Piano Formativo FORMA - Formazione

Dettagli

VI Bando Bersani. Profilo di impresa (Business Plan)

VI Bando Bersani. Profilo di impresa (Business Plan) VI Bando Bersani Profilo di impresa (Business Plan) DENOMINAZIONE IMPRESA Allegato 2 Business Plan Nome impresa Indirizzo (sede legale) Forma giuridica Data di costituzione Numero dei soci Capitale sociale

Dettagli

L evoluzione del Terziario.

L evoluzione del Terziario. L evoluzione del Terziario. I servizi distributivi e i servizi alle imprese nella bassa bergamasca Silvia Biffignandi Temi trattati nella presentazione LA RICERCA Obiettivi e campo di osservazione Metodologia

Dettagli

Provincia di Grosseto

Provincia di Grosseto Provincia di Grosseto ACCADEMIA DEI GEORGOFILI Firenze, 11 gennaio 2013 GIORNATA DI STUDIO PERCORSI DI GOVERNANCE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE AREE RURALI NELLA PROSPETTIVA DI RIFORMA DELLE POLITICHE EUROPEE

Dettagli

I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento.

I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 L Unione Europea nel 2008 ha fissato, con il pacchetto 20-20-20, degli obiettivi

Dettagli

Piccola impresa, Alta formazione

Piccola impresa, Alta formazione Piccola impresa, Alta formazione I fabbisogni formativi manageriali per le PMI e l attuazione delle linee strategiche della Regione Campania nel settore dei trasporti Prof. Riccardo Mercurio Benevento

Dettagli

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE GIOVANILE

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE GIOVANILE LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE GIOVANILE Un primo passo verso l autonomia: conoscere il mercato del lavoro e le opportunità occupazionali Tra le principali finalità perseguite dalla Regione Friuli Venezia

Dettagli

COMUNE DI CARPI. In collaborazione con PROVINCIA DI MODENA CAMERA DI COMMERCIO DI MODENA OSSERVATORIO DEL SETTORE TESSILE ABBIGLIAMENTO

COMUNE DI CARPI. In collaborazione con PROVINCIA DI MODENA CAMERA DI COMMERCIO DI MODENA OSSERVATORIO DEL SETTORE TESSILE ABBIGLIAMENTO COMUNE DI CARPI In collaborazione con PROVINCIA DI MODENA CAMERA DI COMMERCIO DI MODENA OSSERVATORIO DEL SETTORE TESSILE ABBIGLIAMENTO NEL DISTRETTO DI CARPI SETTIMO RAPPORTO GENNAIO 2004 R&I Ricerche

Dettagli

I P.I.F. in Piemonte

I P.I.F. in Piemonte I P.I.F. in Piemonte Aspetti organizzativi e metodologici Moreno SOSTER Responsabile Programmazione e valorizzazione del sistema agro-alimentare 1 Contesto Fabbisogno 7 Sviluppare forme di integrazione

Dettagli

Tecnico del marketing

Tecnico del marketing identificativo scheda: 33005 stato scheda: Validata Descrizione sintetica Il tecnico marketing elabora i piani di marketing per lo sviluppo e la promozione dei prodotti e dei servizi dell azienda per cui

Dettagli

Protocollo d intesa tra Regione Puglia

Protocollo d intesa tra Regione Puglia Protocollo d intesa tra Regione Puglia e Oirganizzazioni Sindacali CGIL, CISL, UIL per il sostegno all economia, all occupazione ed alla qualità della vita dei cittadini pugliesi Il giorno 9 febbraio 2010,

Dettagli

STATISTICHE IN BREVE. Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni La struttura delle imprese e dell occupazione

STATISTICHE IN BREVE. Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni La struttura delle imprese e dell occupazione STATISTICHE IN BREVE Archivio Statistico delle Imprese Attive (Asia) Anni 2007-2010 La struttura delle imprese e dell occupazione Nel 2010, secondo l ATECO 2007, le imprese attive nell industria e nei

Dettagli

Il contesto economico nel 2013

Il contesto economico nel 2013 Il contesto economico nel 2013 Gran parte del mondo è ancora alle prese con i problemi e le cicatrici ereditate dalla crisi Gli Stati Uniti si interrogano sulla sostenibilità di lungo periodo della politica

Dettagli

CONVEGNO I Confidi Vigilati: nuove opportunità per banche e imprese

CONVEGNO I Confidi Vigilati: nuove opportunità per banche e imprese CONVEGNO I Confidi Vigilati: nuove opportunità per banche e imprese I Confidi vigilati: inquadramento alla luce delle novità previste dal decreto 141/2010 Foggia, 27 settembre 2012 Università di Foggia

Dettagli

LA REGIONE FUNZIONALE DEL MENDRISIOTTO

LA REGIONE FUNZIONALE DEL MENDRISIOTTO LA REGIONE FUNZIONALE DEL MENDRISIOTTO Alcuni dati di sintesi*: Popolazione: 52 022 (15% Ti) Superficie: 126 Km/q (4.6% Ti) Pil procapite: +18.3% rispetto al Pil pc ticinese Pil: 19% del Pil ticinese Occupazione:

Dettagli

Area Internazionalizzazione. Servizio di orientamento individuale. (1) Scheda facsimile

Area Internazionalizzazione. Servizio di orientamento individuale. (1) Scheda facsimile Area Internazionalizzazione Servizio di orientamento individuale (1) Scheda facsimile Riservato Pagina 1 Spett.le Oggetto: Valutazione preliminare Committente: Settore: progettazione e produzione arredamenti

Dettagli

Osservazioni per una Strategia Energetica Nazionale. Roma, 16 febbraio 2017

Osservazioni per una Strategia Energetica Nazionale. Roma, 16 febbraio 2017 Osservazioni per una Strategia Energetica Nazionale Roma, 16 febbraio 2017 Criticità principali del sistema gas Necessità di un vero mercato unico a livello europeo, di un nuovo quadro di riferimento certo

Dettagli

e la formazione delle nuove figure professionali

e la formazione delle nuove figure professionali SEMINARIO NAZIONALE EPALE Migranti e rifugiati: nuovi bisogni formativi degli educatori Catania, 20 novembre 2015 I cambiamenti nei CPIA e la formazione delle nuove figure professionali Giovanna Del Gobbo,

Dettagli

IMPRESA VERDE 3.0 Azioni a supporto dell imprenditorialità per l innovazione e la diversificazione economica nelle aree rurali

IMPRESA VERDE 3.0 Azioni a supporto dell imprenditorialità per l innovazione e la diversificazione economica nelle aree rurali Allegato alla Delib.G.R. n. 66/6 del 13.12.2016 IMPRESA VERDE 3.0 Azioni a supporto dell imprenditorialità per l innovazione e la diversificazione economica nelle aree rurali Progetto preparatorio all

Dettagli

PIANO DI SVILUPPO. Presentazione del soggetto proponente; (Forma e composizione societaria, oggetto sociale, breve storia, campo di attività)

PIANO DI SVILUPPO. Presentazione del soggetto proponente; (Forma e composizione societaria, oggetto sociale, breve storia, campo di attività) PIANO DI SVILUPPO Allegato 3 INDICE RAGIONATO DEGLI ARGOMENTI (Nel caso di programma presentato congiuntamente ciascuno dei punti nel seguito indicati deve essere descritto per ciascuno dei soggetti richiedenti

Dettagli

SCHEMA DI RELAZIONE TECNICO- ECONOMICA DEL PROGETTO

SCHEMA DI RELAZIONE TECNICO- ECONOMICA DEL PROGETTO SCHEMA DI RELAZIONE TECNICO- ECONOMICA DEL PROGETTO BANDO per la concessione di contributi a favore delle agenzie formative che concorrono ad assicurare l assolvimento dell obbligo di istruzione nonché

Dettagli

Presentazione del progetto

Presentazione del progetto 1 Presentazione del progetto 1 Iscom Group 2 Premessa 3 Obiettivi 4 Aree Tematiche 5 Programma Operativo 6 I prossimi appuntamenti 2 Iscom Group, nel territorio nazionale Iscom Group è una società che

Dettagli

Strategie di prodotto (cap. 16)

Strategie di prodotto (cap. 16) Strategie di prodotto (cap. 16) Tipologie di prodotto Prodotti Cardine (leader) Realizzano gran parte del fatturato e dei profitti e richiedono particolare attenzione Prodotti civetta Convenienti per I

Dettagli

numero cinque ottobre 2017

numero cinque ottobre 2017 numero cinque ottobre 2017 PRIMO PIANO Venetoclusters e Innoveneto, i due nuovi siti regionali a supporto del sistema veneto dell innovazione. Intervento dell Assessore Roberto Marcato. NEWS Online il

Dettagli

agriregionieuropa Progettare e gestire il cambiamento. Il business plan in agricoltura. Crescita e competitività delle imprese zootecniche

agriregionieuropa Progettare e gestire il cambiamento. Il business plan in agricoltura. Crescita e competitività delle imprese zootecniche Crescita e competitività delle imprese zootecniche Teramo, 6 giugno 2007 Progettare e gestire il cambiamento. Il business plan in agricoltura. Emilio Chiodo Facoltà di Agraria Dipartimento di Scienze degli

Dettagli

Energia/Ambiente/Efficienza obiettivi sono meglio di 1. Per un ambiziosa politica energetica europea Per una crescita economica sostenibile

Energia/Ambiente/Efficienza obiettivi sono meglio di 1. Per un ambiziosa politica energetica europea Per una crescita economica sostenibile Energia/Ambiente/Efficienza 2030 3 obiettivi sono meglio di 1 un ambiziosa politica energetica europea una crescita economica sostenibile ché la definizione dei target al 2030 è cosi importante? Entro

Dettagli

IL SITO TREVISOLAVORA

IL SITO TREVISOLAVORA 1 - CODICE PROGETTO 3.1.3 - IL SITO TREVISOLAVORA 2 - TIPOLOGIA DI INTERVENTO/AREA FUNZIONALE DEL PPL Il progetto è riconducibile a quella che il Piano Provinciale del Lavoro definisce quale Area 3: Servizi

Dettagli

Andamento mercato immobiliare

Andamento mercato immobiliare Andamento mercato immobiliare Saluti del Presidente dell ANCE AIES Salerno Vincenzo Russo 18 maggio 2017 Camera di Commercio di Salerno Il mercato Immobiliare italiano Il mercato immobiliare residenziale

Dettagli

STEFANO SACCHI. Presidente INAPP Istituto Nazionale per l Analisi delle Politiche Pubbliche CAMBIAMENTO TECNOLOGICO,COMPETENZE E FUTURO DEL LAVORO

STEFANO SACCHI. Presidente INAPP Istituto Nazionale per l Analisi delle Politiche Pubbliche CAMBIAMENTO TECNOLOGICO,COMPETENZE E FUTURO DEL LAVORO STEFANO SACCHI Presidente INAPP Istituto Nazionale per l Analisi delle Politiche Pubbliche CAMBIAMENTO TECNOLOGICO,COMPETENZE E FUTURO DEL LAVORO La Quarta Rivoluzione Produttiva Cambiamento tecnologico

Dettagli

Business Plan PROF. FRANCESCO SCHIAVONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI PARTHENOPE

Business Plan PROF. FRANCESCO SCHIAVONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI PARTHENOPE Introduzione al Business Plan PROF. FRANCESCO SCHIAVONE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI PARTHENOPE Argomenti del giorno 2 1. Finalità e obiettivi; 2. Struttura; 3. Idea imprenditoriale; 4. Team 0. Cosa

Dettagli

Strategia. Obiettivi tematici prioritari. Obiettivi strategici

Strategia. Obiettivi tematici prioritari. Obiettivi strategici Obiettivi tematici prioritari Strategia Obiettivi strategici Focalizzare l attenzione su lavoro e capitale umano Monitorare e valutare le politiche e proporre nuovi strumenti, dispositivi, modelli d Monitorare

Dettagli

Economia e gestione delle imprese

Economia e gestione delle imprese Prof. Antonio Renzi Economia e gestione delle imprese L impresa sistema vitale 1 Argomenti 1. Definizione di struttura 2. La matrice concettuale - Dall idea imprenditoriale alla struttura specifica 3.

Dettagli

Programmare e valutare la formazione

Programmare e valutare la formazione Programmare e valutare la formazione Il Laboratorio del Dipartimento della Funzione Pubblica Ezio Lattanzio La qualità della formazione per la pubblica amministrazione. Verso standard condivisi tra pubblico

Dettagli

MATERA - 19 LUGLIO 2016

MATERA - 19 LUGLIO 2016 Incentivi per la nascita e la crescita di MPMI, anche del terzo settore, della filiera culturale. MATERA - 19 LUGLIO 2016 Museo Nazionale d Arte Medievale e Moderna della Basilicata Palazzo Lanfranchi

Dettagli

PROFILO DELLE 106 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione delle aziende partecipanti per provincia

PROFILO DELLE 106 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO. Ripartizione delle aziende partecipanti per provincia PROFILO DELLE 6 AZIENDE PARTECIPANTI AL PROGETTO Complessivamente 6 aziende hanno partecipato al progetto, beneficiando così di un check-up aziendale gratuito finanziato da Fondartigianato. Partendo dall

Dettagli

Ordine del giorno: Il settore tessile abbigliamento settore trainante il manifatturiero in Emilia Romagna.

Ordine del giorno: Il settore tessile abbigliamento settore trainante il manifatturiero in Emilia Romagna. Al Sig. Sindaco di Carpi Al Presidente del Consiglio comunale Ordine del giorno: Il settore tessile abbigliamento settore trainante il manifatturiero in Emilia Romagna. Preso atto che: - Il settore tessile

Dettagli

ateo Agraltticoaiimeiitare della Sicilia ^ ^ M,

ateo Agraltticoaiimeiitare della Sicilia ^ ^ M, ateo Agraltticoaiimeiitare della Sicilia ^ ^ M, Protocollo di intesa per: "La valorizzazione e la promozione dei prodotti ittici ed ortofrutticoli (agroalimentari in genere) attraverso la rete dei mercati

Dettagli

Lo scenario per nuove imprese e nuovi imprenditori

Lo scenario per nuove imprese e nuovi imprenditori Lo scenario per nuove imprese e nuovi imprenditori Gli imperativi dello scenario Globalizzazione Stato Societa Imprenditorialità Impresa Mercato del lavoro Lavoro autonomo Neoimpresa Gli imperativi dello

Dettagli

RICERCA STARTUP POLITICHE INDUSTRIALI BANDA ULTRALARGA SVILUPPO AUDIT ENERGETICI CERTEZZA SUI TEMPI INNOVAZIONE INVESTIMENTI IN ITC COMPETITIVITÀ

RICERCA STARTUP POLITICHE INDUSTRIALI BANDA ULTRALARGA SVILUPPO AUDIT ENERGETICI CERTEZZA SUI TEMPI INNOVAZIONE INVESTIMENTI IN ITC COMPETITIVITÀ R I L A N C I M P R E S A L E G G E R E G I O N A L E SVILUPPO INNOVAZIONE COMPETITIVITÀ ATTRATTIVITÀ INVESTIMENTI SOSTEGNO ALLE PMI INVESTIMENTI PER BENI STRUMENTALI AGEVOLAZIONI IMPRESE MONTANE BANDA

Dettagli

La modernità di un settore maturo

La modernità di un settore maturo La modernità di un settore maturo Giampiero Pesenti Mediobanca The Italian Industrial Conference Milan, 1st October 2004 0 Lo scenario internazionale del settore delle costruzioni Gli effetti di lungo

Dettagli

Visioni per Vercelli 2020

Visioni per Vercelli 2020 Visioni per Vercelli 2020 Premessa. Presentazione e metodologia Le Visioni per Vercelli2020 derivano da un elaborazione di dati e risultanze a partire da: - analisi dei lavori dei 5 tavoli tematici e del

Dettagli

Dinamiche, occupabilità, servizi

Dinamiche, occupabilità, servizi Roma, 16 ottobre 2012 Il Mercato del lavoro negli anni della crisi Dinamiche, occupabilità, servizi Mario Mezzanzanica 1 Alcuni dati in sintesi Occupabilità : un problema di concezione Sistema di servizi

Dettagli

La rilevanza delle informazioni nel processo decisionale d impresa. Elisa Bonollo

La rilevanza delle informazioni nel processo decisionale d impresa. Elisa Bonollo La rilevanza delle informazioni nel processo decisionale d impresa Elisa Bonollo Genova, 19 febbraio 2013 Variabilità del contesto esterno Volatilità nei mercati delle materie prime Maggiore velocità di

Dettagli