SOCIOLINGUISTICA A (a.a , Univ. Pavia) Chiara Meluzzi (PhD)

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1 SCILINGUISTICA A (a.a , Univ. Pavia) Chiara Meluzzi (PhD) chmeluzzi@gmail.com 1

2 Il corso fino ad ora 1. Definizione di SL 2. Il lavoro del SL 3. Le nozioni di base/1 4. Le nozioni di base/2 5. Lingue d Italia 6. Minoranze linguistiche 7. Multilinguismo e contatto 8. La SL laboviana 9. Altre chiavi interpretative 10. Il mutamento linguistico 11. La sociofonetica 12. Sociofonetica in Italia/1 13. Sociofonetica in Italia/2 14. Sociolinguistica storica 15. Le variabili SL in prospettiva storica 16. Applicazioni della SL storica 17. La socio-pragmatica 18. Conclusioni 2

3 Lezione 8 La Sociolinguistica Laboviana Martha s Vineyard & New York Metodi e strumenti della SL laboviana (richiamo) La distribuzione delle variabili laboviane Assunti di base e problematicità (prestigio, standard, classe sociale) Riferimenti bibliografici: Berruto (1995) cap. 3.2; Berruto & Cerruti (2015) cap. 4; Hudson (1998) cap.5. Approfondimenti: Labov, W. (1963) The Social Motivation of a Sound Change, Words 19: ; Labov, W. (1966) The Social Stratification of English in New York City, Washington: Center for Applied Linguistics; Labov, W. (1972) Sociolinguistic Patterns, xford: Blackwell; Labov, W. (1994) Principles of Linguistic Change, vol. 1: Internal Factors, London: Blackwell; Labov, W. (2001) Principles of Linguistic Change, vol. 2: Social Factors, London: Blackwell.

4 William Labov Nato nel 1927 a Rutheford (New Jersey, USA) Professore di Linguistica alla «University of Pennsylvania» ( Fondatore della Sociolinguistica Curatore dell Atlas of North American English: Phonetics, Phonology and Sound Change Recentemente ha pubblicato importanti osservazioni teoriche su temi molto attuali quali La ricerca quantitativa in SL ( df) La sociofonetica come nuovo paradigma di ricerca in SL Lingue minoritarie e in pericolo di estinzione L utilizzo di approcci narrativi per la ricerca SL 1963: tesi di dottorato di Labov a Martha s Vineyard 1966: The Social Stratification of English in New York City (by W. Labov) 1972: Sociolinguistic Patterns (by W. Labov)

5 Martha s Vineyard Isola del New England (Costa Est USA) Popolazione permanente di abitanti visitatori in estate Isola divisa chiaramente in due zone Up-island: abitata da pescatori, molto rurale Down-island: molto turistica

6 Martha s Vineyard Variabili linguistiche: dittonghi (ay), (aw) Varianti standard: [aɪ], [aʊ] Varianti substandard: [ɐɪ] - [əɪ], [ɐʊ] - [əʊ] Le varianti substandard mostrano un grado diverso di centralizzazione e sono tratti arcaici dell isola Variabili sociali: età, etnia, zona di residenza Domanda: la centralizzazione dei dittonghi può essere ascrivibile a un orientamento positivo o negativo nei confronti della vita sull isola? Metodo 69 interviste semi-strutturate Domande su «pericolo di vita» e su «valore libertà» (per elicitare pronuncia delle variabili desiderate) N variazione diafasica

7 Martha s Vineyard Risultati Le persone tra anni centralizzano di più i dittonghi rispetto ai giovani Gli abitanti di up-island centralizzavano molto di più Rispetto all etnia, il gruppo di Indiani e Yankees centralizzavano molto di più dei Portoghesi Discussion (= interpretazione) Il cambiamento ha inizio dai gruppi Yankee di Up-island e si estende agli Indiani che vivono a cavallo tra le due parti dell isola. Il gruppo portoghese mostra una centralizzazione minore perché è più stanziato a Down-Island (verso cui si sta estendendo il cambiamento) Le persone che vogliono lasciare al più presto l isola e andare sulla terraferma NN centralizzano per nulla, a dispetto della loro etnia Più frequenti nei più giovani (under 30) che infatti mostrano un atteggiamento negativo nei confronti della vita da pescatore a M.V.

8 L inglese di NY (ripasso) Variabile/varianti (r): [r], ø Metodo; osservazione anonima rapida 264 soggetti in 6 ore e mezzo, Pronuncia Fourth Floor (2 ripetizioni) Variabili indipendenti: contesto linguistico (/r/ finale & interna parola) formalità (2 ripetizioni) classe sociale (3 magazzini) età del parlante (stabilita dal ricercatore) Risultati La variante [r] è più frequente nel parlato controllato e in fine parola La variante [r] è più frequente nelle classi sociali alte e diminuisce progressivamente in quelli bassi Rispetto all età, la variante [r] è più frequente nei giovani, ma si ritrova anche nei gruppi 35+ e 55+ della classe sociale media Interpretazione Cambiamento di tipo «top-down», ancora in corso Riflette le aspirazioni della classe sociale media di elevarsi ( ipercorrettismo ) La variante [r] presenta una tipica distribuzione laboviana, sensibile cioè sia alla variazione diastratica che a quella diafasica

9 L AAVE African American Vernacular English Studi di Labov fin dagli anni 70 Legato alla segregazione di alcuni quartieri e anche alla diversa distribuzione della ricchezza tra le varie classi sociali Non è una varietà in pericolo, anzi è molto viva (Labov 2010) Caratteristiche principali Fonologia vocalica simile a quella degli stati meridionali degli USA, non modificata nel corso del tempo (a differenza dei vernacoli bianchi ) Se ci sono cambiamenti fonologici, sono per differenziazione rispetto agli altri gruppi etnici (we-code) A livello fonologico, si nota una sostanziale stabilità dell AAVE (minime variazioni solo nella zona di NY e legata a certi lemmi) A livello morfo-sintattico: cancellazione copula Labov, W. (1972) Language in the Inner city: studies in the Black English Vernacular

10 L AAVE Come si diffondono le caratteristiche dell AAVE tra i vari gruppi? Ed è possibile parlare anche di un «apprendimento del vernacular»?

11 «Sociolinguistic Patterns» (Labov 1972) I have resisted the term sociolinguistics for many years, since it implies that there can be a successful linguistic theory or practice which is not social (p. xiii) Una summa dei principi della SL: Importanza del metodo di raccolta dati Casual speech vs. Controlled speech Style come «attention paid to speech» Definizione di variabile SL: «we may define a sociolinguistic variable as one which is correlated with some nonlinguistic variable of the social context» (p. 237) Importanza anche di considerare le «social attitudes towards language» (v. anche Martha s Vineyard) «Variables closer to surface structure frequently are the focus of social affect. In fact, social values are attributed to linguistic rules only when there is variation» (p. 251) Introduzione di alcuni concetti centrali anche negli sviluppi odierni della sociolinguistica Es. il principio di uniformità (Sociolinguistica Storica, v. lezione 14): «the forces operating to produce linguistic change today are of the same and order of magnitude as those which operated in the past five or ten thousand years» (p. 275) Una (prima) discussione metodologica puntuale di alcuni costrutti teorici della SL Cambiamento linguistico (v. lezione 10) Classe sociale L approccio apparent-time vs. real-time

12 Strutture sociolinguistiche Variabile: qualunque variabile linguistica che vari in concomitanza al contesto extralinguistico La variabilità NN è caotica, ma mostra di seguire certe tendenze o schemi Nel paradigma laboviano, si parla di strutture sociolinguistiche, che rappresentano il comportamento di una variabile SL all interno di un certo corpus Variazione rispetto agli assi diastratici e diafasici Questo tipo di distribuzione è espressa attraverso l uso di diagrammi cartesiani (Weinreich/Labov/Herzog 1968) Asse delle ascisse: stili contestuali (diafasia) Asse delle ordinate: % di occorrenza delle diverse varianti Linee: i diversi strati sociali Questi diagrammi spiegano la ordinata eterogeneità del comportamento dei parlanti Berruto (1995: ); Berruto & Cerruti (2015: )

13 Strutture sociolinguistiche Distribuzione di prestigio (o laboviana ) Le variabili sub-standard decrescono in relazione sia all asse diafasico sia a quello diastratico Sono meno usate nel parlato controllato dalla classe alta Sono più usate da tutte le classi nel parlato meno controllato La classe bassa mostra una variazione maggiore tra compiti formali e compiti informali Si tratta di una CL con una chiara distribuzione di prestigio > una norma linguistica chiara e un diffuso accesso allo standard La variabile che presenta questa distribuzione SIA diastratica SIA diafasica è netta MARKER (o contrassegno o differenziatore ) Berruto (1995: ); Berruto & Cerruti (2015: )

14 Altri tipi di distribuzione Indicators ( indicatori ) Sensibili solo alla variabilità sociale ma NN al contesto comunicativo/stilistico Stereotipi Sensibili solo alla situazione comunicativa/stilistica ma NN alla variabilità sociale (per alcuni sono una eccezione assoluta legata a CL peculiari!) Berruto (1995: ) immagini da p. 137; Berruto & Cerruti (2015: )

15 L ipercorrezione Simile ai markers MA con accavallamento tra le classi sociali più alte La classe media inferiore IPERCRREGGE le proprie produzioni nei compiti più formali Tanto è lo sforzo di aderire a un modello che lo applicano anche laddove non è necessario Berruto (1995: ), immagine da p. 138; Berruto & Cerruti (2015: )

16 Marcatezza delle variabili Domanda: come stabiliamo che una variante è standard o sub-standard? meglio: esistono varianti classificate come sub-standard a livello interlinguistico? In generale sì: variabili marcate a livello sociolinguistico come substandard vernacular universals (Chambers 2004, Trudgill 2011) Caratterizzate da un minore impegno cognitivo per essere realizzate Sono una variante più semplice e trascurata Ne si trovano esempi su tutti i livelli del sistema Fonologico: semplificazione di nessi consonantici Fr. [ot] autre, it. [pisi kologa] psicologa, ingl. [wɛnt] went Morfologico: regolarizzazione di paradigmi Ing. I knowed (vs. I knew), it. Venghino, vada ecc. Sintattico: costruzioni analitiche e non sintetiche Ing. The man that his sister was in danger (vs. whose) It. La donna che hai prestato il libro (vs. a cui) -> tratti neostandard o popolari! Lessicale: iperonimi vs. iponimi Ing. Stuff, things it. Cosa, robo, fare

17 Valori probabilistici delle regole variabili biettivo di una parte della SL: trovare una regola alla variabilità SL (Guy/Boyd 1990, Guy 1991) Regole variabili: il comportamento della realizzazione di un determinata variante di una variabile è regolato da frequenze e probabilità dipendenti dal contesto (linguistico ed extralinguistico) Pattern di variazione: configurazione di co-variazione tra fattori linguistici ed extra-linguistici Calcoli statistici per determinare la possibilità di un dato fattore di influenzare la realizzazione (o la mancata realizzazione di una regola) -> dominio della statistica inferenziale! ggi, però, non si parla più di regole variabili ma di PES di ciascuna variabile all interno di un corpus (v. Tagliamonte 2006) Peso di una variabile = il valore di probabilità di ciascun fattore Possibilità di determinare così quale fattore ha il peso maggiore, ossia quale influenza maggiormente la variazione del nostro corpus Berruto & Cerruti (2015: )

18 Problemi delle regole variabili Riflettono il paradigma generativo imperante all epoca Estendono il modello generativo della competenza del parlante nativo La variabilità di una regola risiede nella competenza di un parlante nativo (e quindi può essere appresa) Usano anche la stessa formulazione A->B/C «A diventa B nel contesto C» Problema 1: Le regole variabili descrivono che cosa fa un parlante, non cosa sa (se non indirettamente) Studi sull acquisizione di L1 (v. Henry 2002) mostrano che i bambini riproducono la variabilità che sentono nell input. Studi sulla percezione dei bambini anche in età pre-scolare mostrano che sono molto sensibili alla variabilità SL Problema 2: le regole variabili dovrebbero avere valore predittivo Sono però considerazioni probabilistiche -> possono essere induttive e legate a una aspettativa Problema 3 (!): sono valide per i membri di una data CL, che anzi è a sua volta definita dalla condivisione di una regola variabile Rischio fortissimo di circolarità! Eterogeneità della CL rispetto al campione e a diverse sotto-comunità Inoltre, le regole variabili danno una gerarchia dei fattori in gioco ma non spiegano da sole i rapporti di causalità, ossia la relazione di causa-effetto circa i motivi per cui in una data CL siano stati ritrovati proprio quei fattori come determinanti Analisi Discussione Berruto & Cerruti (2015: )

19 Scale di implicazione Modello opposto alle regole variabili Derivato dalla creolistica (DeCamp 1971) Analisi del continuum pidgin-creolo in termini di competenza linguistica Niente modelli probabilistici, ma relazioni implicazionali Se A, allora B Analisi dei rapporti di co-occorrenza tra varianti di variabili Le varietà di una lingua sono dunque descritte dalla co-occorrenza di varianti, lungo un continuum tra presenza di tutte le varianti ad assenza di tutte le varianti Berruto & Cerruti (2015: )

20 Continuum post-creolo giamaicano Varietà Variabili A (eat) B (granny) C (didn t) D (child) E (th) F (dh) Eat (+) Nyam (-) Granny (+) Nanny (-) Didn t (+) No ben (-) Child (+) Pikni (-) [θ] (+) [t] (-) [ð] (+) [d] (-) Berruto & Cerruti (2015: 132, tab. 4.2, adattata da DeCamp 1971: 356)

21 Scale di implicazione Basiletto Mesoletti Acroletto Varietà che realizzano tutte le varianti creole Varietà intermedie, con varianti sia creole sia inglesi Varietà che realizzano tutte le varianti inglesi Assunti di base delle scale di implicazione: - Regole sono categoriche (+/-), non variabili - Scelta di una regola = scelta di una grammatica - La scelta delle regole può essere influenzata da esigenze contestuali (maggiore o minore formalità Berruto & Cerruti (2015: )

22 Implicazione & variabili Punto di congiunzione tra i due modelli: le scale di interpretazione tengono conto anche della realizzazione variabile delle varianti. La realtà è un insieme di continua (es. italiano) Le varianti si riscontrano con frequenze diverse, non in termini categorici di presenza assenza Scarsa rappresentatività della realtà > debole capacità esplicativa di entrambi i modelli Scale di implicazione con regole variabili 3 valori: 0, 1, v (v = uscita variabile) Alternativa: V può essere anche espressa come intervallo di frequenza (v. Romaine 1980) La scala di implicazione parte dalla distribuzione di frequenza dei tratti linguistici disposti in una matrice a doppia entrata Colonne: le variabili o i tratti/varianti Righe: le varietà (ossia i gruppi di parlanti o gli individui) Ci possono essere uscite binarie o variabili Il legame, ossia le relazioni implicative, fra i tratti sono costruite a posteriori dal ricercatore -> disponendo i tratti sulla scala. Berruto & Cerruti (2015: )

23 Scale di implicazioni con tratti variabili Creolo della Guyana: variazione nella resa dei pronomi, Standard [mi:] sub-standard [mɪ] Scala di implicazione con valori di frequenza «Indice di scalabilità»: la percentuale di celle che rispetta lo schema implicazionale previsto è pari o superiore al 90% Es. indice di scalabilità del 96,9% significa che solo 3 celle su 100 sono devianti rispetto allo schema previsto Problema generale di questi modelli: stabiliscono la co-occorrenza tra soli tratti linguistici. Il legame con i fattori extra-linguistici (caratteristico della SL) avviene solo in seguito, come implicazione da parte del ricercatore! ggi si usano invece «modelli misti» di analisi statistica che permettono di implementare sia fattori linguistici che extralinguistici discreti e continui come variabili Berruto & Cerruti (2015: 135), adattata da Rickford (2002: 159)

24 Approfondimento! Prestigio Classe sociale

25 Il prestigio Pattern della SL laboviana: standard = prestigio La variante legata gruppi socio-economicamente e culturalmente dominanti Ma è sempre così? Studi sociolinguistici post-laboviani (v. lez. 9) hanno dimostrato l esistenza di 2 tipi di prestigi Prestigio aperto: le varianti standard sono riconosciute come prestigiose da tutta la comunità; le varianti sub-standard sono stigmatizzate da tutta la comunità Prestigio nascosto (covert prestige): le varianti sub-standard, pur se apertamente stigmatizzate dalla comunità, godono di un certo prestigio non codificato all interno di alcuni gruppi sociali In-group making variables: servono a definire l estensione del gruppo e la sua coesione interna Di solito sono associati a gruppi particolari della Working Class la cui coesione interna è legata a particolari valori socio-culturali (es. mascolinità) Attenzione: per stabilire il valore di prestigio e marcatezza delle varianti occorre essere certi che i parlanti della CL siano consapevoli della marcatezza SL di quel tratto Labov (2001) dimostra che i parlanti mostrano maggiore consapevolezza in relazione a variabili fonetico-fonologiche rispetto a quelle grammaticale Il problema è quando uno standard fonetico-fonologico non è così ben acclimatato (v. Italia): qual è lo standard di riferimento in questo caso? E questo standard coincide con la variante di prestigio?

26 La nozione di «classe sociale» Class vs. Social Class Labov (1963) usa il termine classe Block (2013) preferisce il termine social class per una maggiore chiarezza terminologica Cos è la classe sociale in SL? Block (2013: 56) argomenta che deve essere una nozione puramente economica L uso della variabile classe sociale in SL è andato riducendosi a favore di altri fattori (es. social group e network, v. lezione 9) Fattori per determinare la classe sociale Reddito dell individuo Quartiere di residenza Beni posseduti ecc. D. Block (2013) Social Class in Applied Linguistics, London: Routledge.

27 Problemi di «classe» Problema generale: la nozione di classe sociale e la sua differenziazione dipende strettamente dalla CL che si esamina Necessità di letteratura sociologica precisa Stabilire a priori come si classificano gli individui in classi Ci sono società stratificate secondo altri parametri (es. ruolo nella comunità, livello di studi) La divisione WC (LWC, MWC, UWC) e MC (LMC, MMC, UMC) funziona solo in contesto anglofono I parlanti sono consapevoli di questo tipo di divisione Si può ritenere che ci sia un gruppo sociale che detta la norma o introduce le innovazioni socio-linguistiche Per utilizzare la nozione di classe in uno studio SL, bisogna aver chiara una ipotesi di ricerca Quale variabilità mi aspetto rispetto alla classe sociale di un individuo/gruppo? E, in seguito, perché trovo proprio questa variazione? D. Block (2013) Social Class in Applied Linguistics, London: Routledge.

28 Fine lezione 8 Lezione 9 (spoiler!): Altre chiavi interpretative Riferimenti bibliografici: Riferimenti bibliografici: Berruto (1995), capp. 3, 6.5, 6.6; Berruto & Cerruti (2015) cap. 3. Approfondimenti: Celata, C., Meluzzi, C. and Ricci, I. (2016). The sociophonetics of rhotic variation in Sicilian dialects and Sicilian Italian: corpus, methodology and first results. Loquens, 3(1), e025. DI: Coupland, N. (1980) Stye-shifting in a Cardiff worksetting, Language in society 9: 1-12; Coupland, N. (1984) Accomodation at work, International Journal of the Sociology of Language, 46: 49-70; Giles, H. (1994) Accomodation in Communication, ELL: 12-15; Milroy, J. & Milroy, L. (1980) Language and Social Networks, xford: Blackwell; Trudgill, P. (1974) The Social Differentiation of English in Norwich, Cambridge: CUP.

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