Decisione N del 20 dicembre 2013

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1 IL COLLEGIO DI ROMA composto dai Signori: Dott. Giuseppe Marziale Presidente Avv. Bruno De Carolis Prof. Avv. Pietro Sirena Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia Prof. Avv. Gustavo Olivieri Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof. Avv. Federico Ferro-Luzzi Membro designato da Confindustria, Confcommercio,Confagricoltura, Confartigianato. [Estensore] nella seduta del 30/10/2013, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell'intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica Fatto Espone parte ricorrente che in data ha inoltrato alla banca domanda di moratoria sulla base dell Accordo ABI-MEF del La banca, non solo non ha risposto nel termine previsto di 30 giorni ma, dopo vari solleciti, ha risposto con un diniego immotivato e ha effettuato la segnalazione in Centrale Rischi. Fatto è che alla data di presentazione della domanda di moratoria (7 dicembre 2012) non vi erano rate scadute da oltre 90 giorni poiché il debito residuo (come evidenziato nella lettera della banca del ) risultava essere di ,65, perfettamente allineato al piano di ammortamento. A tale situazione si aggiunga che la banca detiene ipoteche sproporzionate rispetto al debito residuo di ,00. Conclude parte ricorrente chiedendo all Arbitro bancario Finanziario di intimare alla banca: (i) la cancellazione della segnalazione in Centrale dei Rischi; (ii) il risarcimento del danno morale e patrimoniale. Regolarmente costituitasi, parte resistente evidenzia quanto segue. Pag. 2/6

2 In data la banca concedeva al ricorrente - titolare dell'omonima ditta individuale un finanziamento ai sensi della L.R , n. 21 di euro ,22 a fronte della spesa ammessa di euro ,42 per investimenti fissi, da rimborsare in 20 rate semestrali posticipate, ciascuna di euro 9.728,97 comprensive di capitale ed interessi al tasso dell'8,54% nominale annuo, a decorrere dal A garanzia dell'adempimento delle relative obbligazioni, la ditta finanziata consentiva la costituzione a favore della banca del privilegio speciale per la somma di euro ,00, di ipoteca di primo grado su un immobile e di ipoteca di secondo grado su altro immobile. Con richiesta datata , il ricorrente avanzava la domanda finalizzata a ottenere la sospensione delle rate del suddetto finanziamento ai sensi delle "Nuove misure per il credito alle PMI", dichiarando di possedere i requisiti richiesti. La banca dava atto del ricevimento di tale richiesta in data , riservandosi di verificare le condizioni di ammissibilità previste dall'accordo, in seguito alle quali provvedeva con lettera in data a comunicare al ricorrente il diniego, essendo stato verificato che l'impresa presentava posizione debitorie classificate a incaglio da oltre 90 giorni. Alla ricezione di tale comunicazione, con lettera raccomandata a.r. del , il ricorrente inviava ulteriore domanda finalizzata a ottenere la sospensione delle rate del suddetto finanziamento ai sensi delle "Nuove misure per il credito alle PMI", al dichiarato fine di "poter sopperire alla carenza di liquidità attuale". Con ulteriore lettera raccomandata a.r. del , il Cliente presentava formale reclamo volto a ottenere il riesame della propria richiesta di moratoria nonché di restrizione di ipoteca, che l'ufficio Assistenza Clienti della banca riscontrava con lettera del , precisandogli i dettagli delle rate impagate a giustificazione del diniego della sospensione - resa comunque entro 30 giorni lavorativi - e l'impossibilità di procedere ad una valutazione della domanda di restrizione del gravame ipotecario a causa delle perduranti irregolarità della posizione creditizia. L Accordo sottoscritto in data dall'abi e dalle altre Associazioni di rappresentanza delle imprese, nonché dal Ministero dell'economia e delle Finanze e dal Ministero dello Sviluppo Economico (Nuove misure per il Credito alle PMI), ripropone misure analoghe a quelle già messe a disposizione delle PMI con l'avviso comune del 3 agosto 2009 e con l'accordo per il credito alle PMI del 16 febbraio I suddetti interventi finanziari erano destinati alle piccole e medie imprese e, per quanto riguarda l'accordo ABI invocato dal ricorrente per ottenere la sospensione delle rate del Pag. 3/6

3 finanziamento, veniva precisato: Possono richiedere l'attivazione degli strumenti previsti dall'accordo, le PMI, così come definite dalla normativa comunitaria, operanti in Italia, che al momento di presentazione della domanda non abbiano posizioni debitorie classificate dalla banca come "sofferenze", '''partite incagliate", "esposizioni ristrutturate" o "esposizioni scadute/sconfinanti da oltre 90 giorni, né procedure esecutive in corso (imprese in bonis ). Ciò premesso, il finanziamento presentava alla data della domanda (dicembre 2012) un debito residuo in linea capitale di euro ,65 e risultava parzialmente impagata la rata scaduta in data La posizione - in arretrato costante da tempo, sin dal risultava segnalata in incaglio dal a causa dei costanti ritardi e/o mancati pagamenti delle rate del finanziamento de quo. Ne deriva quindi la legittimità della segnalazione a incaglio in capo al nominativo del ricorrente presso la Centrale Rischi di banca d'italia in data in seguito alla mancata totale sistemazione della posizione debitoria. Pertanto, è di tutta evidenza che non sussistevano i presupposti per l'applicabilità delle agevolazioni previste dall'accordo ABI del , essendo stato accertato che la ditta individuale presentava posizioni debitorie classificate dalla banca come "partite incagliate" e sconfinanti da oltre 90 giorni. Risulta, poi, priva di fondamento l'eccezione relativa alla richiesta di restrizione del gravame ipotecario, essendo stato il ricorrente informato che, verificati i costanti ritardi e le documentate inadempienze nella regolarizzazione della posizione debitoria, non è stato possibile, come non lo è tuttora, procedere alla valutazione della sua richiesta. La pretesa risarcitoria risulta, infine, formulata in termini generici e a dir poco apodittici, limitandosi il ricorrente a richiedere la condanna della banca al risarcimento dei danni, da determinarsi "conformemente a quanto recepito in materia civile". Il ricorrente non ha quindi nemmeno ritenuto di dover tentare di provare, o almeno meglio illustrare, quali effettivi e attuali danni egli asserisca essergli conseguiti dalle vicende in esame, o quale collegamento eziologico egli possa ritenere sussistere fra la pretesa condotta non corretta della banca, le circostanze che ne sono conseguite, e i pretesi ed indimostrati danni dei quali vorrebbe essere risarcito. Su tali premesse, la banca resistente sottolinea altresì l'assoluta genericità della richiesta risarcitoria in esame anche sotto il profilo della sua pretesa quantificazione; che richiama senz'altro alla memoria quella "deprecabile abitudine a rivolgere all'abf Pag. 4/6

4 domande risarcitorie ingenti senza nemmeno indicare il concreto pregiudizio subito", che proprio codesto Collegio ebbe a stigmatizzare nella decisione n del Conclude parte resistente chiedendo il rigetto della domanda in quanto infondata in fatto e in diritto. Diritto Rileva preliminarmente il Collegio che il ricorrente non offre elementi specifici a supporto della richiesta di cancellazione della segnalazione in Centrale dei Rischi. Sulla base della complessiva documentazione prodotta, sembra però ragionevole ritenere che il ricorrente individui le ragioni della illegittimità della segnalazione (non tanto nel difetto di presupposti oggettivi o procedurali specifici, quanto piuttosto) nella mancata concessione della sospensione del mutuo ai sensi dell Accordo ABI-MEF 28 febbraio 2012, circostanza quest ultima che avrebbe determinato l aggravarsi delle condizioni di deterioramento del credito. Così inquadrata la fattispecie oggetto di decisione, assumono certa rilevanza le seguenti circostanze. L orientamento finora espresso in materia dai Collegi ABF, orientamento al quale questo Collegio aderisce, è nel senso di negare l esistenza di un diritto soggettivo delle imprese ad accedere ai benefici previsti dall Accordo Abi-MEF del 2009 e successivi rinnovi, posto che quand anche sia verificata la sussistenza dei presupposti richiesti per la concessione degli stessi è in ogni caso rimessa alla valutazione discrezionale del creditore l opportunità o meno di concederli. (per tutte Napoli n. 1710/12). Tale principio è tratto dallo stesso tenore letterale dell Accordo (secondo cui le operazioni saranno analizzate dalle banche aderenti su base individuale senza alcuna forma di automatismo nella concessione del credito o realizzazione dell intervento e ferma restando la loro autonoma valutazione [Art. 5. Istruttoria delle domande]) e della Lettera Circolare del (che chiarisce: ferma restando l assenza di qualsiasi automatismo nella realizzazione degli interventi, la cui opportunità è sempre rimessa all autonoma valutazione della banca ). Ciò posto, non è escluso che la condotta dell intermediario possa assumere rilevanza (i) alla luce del principio di correttezza e buona fede nell esecuzione del contratto (art c.c.) ovvero (ii) ai fini dell attivazione della facoltà concessa dall art. 4, comma 1, del Provvedimento della Banca d Italia del 18 giugno 2009 di rivolgere all intermediario raccomandazioni utili a migliorare il rapporto con la clientela. Pag. 5/6

5 In tale ottica, il Collegio rileva che parte resistente ha comunicato il rigetto della domanda in data con la seguente per vero generica motivazione: è stato accertato che l impresa presentava posizioni debitorie classificate dalla banca come sofferenze o partite incagliate o esposizioni ristrutturate o scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni., motivazione poi ulteriormente chiarita dalla banca nelle controdeduzioni ove dichiara che: la posizione - in arretrato costante da tempo, sin dal risultava segnalata in incaglio dal a causa dei costanti ritardi e/o mancati pagamenti delle rate del finanziamento de quo. In ragione delle superiori premesse, il comportamento tenuto dall intermediario in relazione alla gestione della domanda di accesso ai benefici di cui all Accordo ABI-MEF rende pienamente legittima la successiva segnalazione in SIC. Rileva, comunque e incidentalmente, questo Collegio, che il ricorrente non ha allegato evidenze in ordine alla sussistenza e alla quantificazione dei danni di cui chiede il ristoro e ciò, come detto, indipendentemente dalla non sussistenza di alcun diritto al risarcimento dello (assunto) danno subito. Premesso quanto sopra, questo Collegio, avvalendosi del potere di fornire indicazioni all intermediario per favorire le relazioni con i clienti (di cui all art. 10, comma 3, del Regolamento per il funzionamento dell organo decidente dell ABF emanato dalla banca d Italia), non può non evidenziare come l esatta indicazione delle ragioni per le quali la banca ha rigettato la domanda di concessione della sospensione del mutuo ai sensi dell Accordo ABI-MEF 28 febbraio 2012 avrebbe dovuto essere immediatamente fornita al ricorrente e nella maniera specifica così come poi fatto in questa sede. P.Q.M. Il Collegio respinge il ricorso. Delibera, inoltre, di rivolgere all intermediario, nei sensi di cui in motivazione, indicazioni utili a migliorare le relazioni con la clientela. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6