Tv: futuro presente La trasformazione del medium più amato dagli italiani Strategie e prospettive per lo schermo connesso

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1 Tv: futuro presente La trasformazione del medium più amato dagli italiani Strategie e prospettive per lo schermo connesso A cura di Serena Ferrara L evoluzione del mezzo televisivo dipende da condizioni di carattere economico e infrastrutturale che sono diverse per ciascun Paese. Le strategie di investimento e di regolamentazione definite in Europa, quindi, non possono prescindere dai singoli contesti nazionali. Nel caso della transizione al digitale, per esempio, l Italia ha intrapreso la propria specifica strada scegliendo di puntare sul digitale terrestre. Una scelta strettamente legata alla straordinarietà di un panorama televisivo caratterizzato dalla presenza di un numero assai elevato di emittenti locali private, nonché alle passate politiche di distribuzione dello spettro. Queste considerazioni oggi valgono anche rispetto agli scenari di sviluppo della Connected Tv, che non possono prescindere da una politica dello spettro consapevole e univoca, tale da consentire interventi coordinati da parte degli attori coinvolti. Così come non potranno prescindere dal quadro delle politiche di investimento in infrastruttura adottate dagli operatori; dalle politiche regolatorie e tariffarie che definiscono i rapporti tra OTT e gli operatori di rete; dai modelli di adozione delle diverse piattaforme. Fino a che punto, dunque, gli scenari delineati a livello internazionale per la Connected Tv sono realmente riproducibili nel contesto italiano? Sulla tematica della convergenza tra Internet e televisione, la Commissione Europea ha appena pubblicato la comunicazione Green Paper: Preparing for a Fully Converged Audiovisual World: Growth, Creation and Values. In Italia, l Agcom ha avviato un indagine conoscitiva per la redazione del libro bianco Televisione 2.0 nell era della convergenza. Nelle pagine che seguono sarà illustrato dettagliatamente il contributo al libro bianco redatto dalla Fondazione Ugo Bordoni. Negli ultimi anni, FUB è stata protagonista dei processi di switch off e di assegnazione delle frequenze LTE in qualità di advisor tecnico-scientifico del Ministero dello sviluppo economico. Proprio il coinvolgimento in tali processi conferisce alla Fondazione una conoscenza approfondita del panorama tecnologico italiano e delle sue peculiarità: presupposto essenziale per la definizione di strategie che siano a misura della realtà nazionale, senza prescindere dagli scenari internazionali. Sviluppo dell infrastruttura e politiche dello spettro, interoperabilità, nuovi scenari tecnologici e modelli di business inaugurati dalla Connected Tv, fino al futuro del servizio pubblico in questo scenario in continua evoluzione. Sono questi i temi affrontati negli articoli che seguono, al fine di contribuire a una definizione utile del cambiamento in corso.

2 Dal colore alla Tv connessa Innovazione tecnologica e governance Alessandro Luciano Presidente della Fondazione Ugo Bordoni La televisione ha accompagnato gli italiani nel passaggio dal dopoguerra alla società dei consumi, narrando il boom economico e la ricostruzione della Nazione. Nella sua storia, molte sono state le vicende politiche che hanno contribuito a trasformare il futuro del Paese. Così come molte sono state le decisioni di governance del servizio pubblico che, influenzate direttamente dalle scelte dei grandi partiti di massa, hanno visto alternarsi momenti di stallo con momenti di grande creatività e innovazione culturale. Decisamente meno incisive son state invece le (rare) innovazioni tecnologiche che l hanno interessata direttamente e il cui successo o declino è stato quasi sempre subordinato ai processi di mercato e alle decisioni della politica: queste giunte spesso con notevole ritardo rispetto alla capacità del mercato di assorbire e indirizzare il cambiamento. Nel 1939, l allora EIAR inaugura le prime trasmissioni televisive, che tuttavia saranno interrotte dalla guerra. Nel 1944 nasce la Rai (Radio Audizioni Italia) e, solo dieci anni più tardi, viene inaugurato il servizio regolare di trasmissioni televisive (1954). Nel secondo dopoguerra due sono i principali problemi infrastrutturali del Paese: il primo è la ricostruzione di una rete telefonica capace di portare numerosi canali contemporaneamente con la nuova tecnica dei ponti radio; l altro è di portare il segnale televisivo su tutto il territorio nazionale. Nei primi anni 50, la FIMM (Fabbrica Italiana Magneti Marelli) riceve l incarico di costruire un ponte radio che porti il segnale televisivo da Milano fino a Palermo (e viceversa). Il risultato viene raggiunto nel Da questo momento, occorre aspettare vent anni perché si realizzi la seconda importante innovazione tecnologica del mezzo: il colore. Inaugurato in Italia nel 1977, viene introdotto con un forte ritardo rispetto al suo reale sviluppo, perché considerato in contrasto con la funzione educativa del mezzo. Nel frattempo, però, la Tv si è già diffusa nelle case degli italiani come il nuovo fuoco domestico. Nei primi anni Settanta giunge la prima vera grande rivoluzione del sistema radiotelevisivo italiano: la nascita delle emittenti private. Gli anni Ottanta saranno caratterizzati dal progressivo consolidarsi del duopolio Rai/Fininvest e la legge Mammì sarà il primo tentativo di mettere ordine in un contesto normativo quanto meno contraddittorio. Di lì in avanti, vari altri tentativi seguiranno, fino alla legge Gasparri che ribadisce l importanza del passaggio al digitale e introduce uno scenario di privatizzazione della Rai. Intanto, nel corso degli anni Novanta, si afferma il fenomeno delle pay Tv. La Tv generalista comincia a cedere il passo alla specializzazione dei palinsesti e alla personalizzazione delle scelte di fruizione promuovendo, con la complicità del mercato, un evoluzione nei comportamenti del pubblico ancor prima che questa sia determinata dalla transizione definitiva al digitale. E, infatti, occorrerà attendere il 2012 perché in Italia si completi lo switch off del segnale analogico e si affermi la piattaforma digitale terrestre, anche grazie all importante ruolo che la Fondazione Bordoni ha avuto nella governance di questo passaggio. Intanto, già da qualche anno, si assiste a un costante incremento della convergenza tra emittenza radiotelevisiva e Internet. Sta sfumando rapidamente la linea di demarcazione fra trasmissione lineare e servizi a richiesta. Se, in generale, nell UE si guarda ancora la Tv in modo lineare, l esperienza della convergenza sta

3 diventando realtà e gli attori del mercato stanno progressivamente sviluppando e adattando i loro modelli d impresa. I servizi e i dispositivi televisivi connessi sono soggetti a una serie di norme specifiche (norme di radiodiffusione DVB e protocollo Internet di fornitura di contenuti; in futuro potrebbero avere un ruolo rilevante norme come MPEG 25 e HTML-5). La norma HbbTv (Hybrid Broadcast Broadband Tv) è una norma dell ETSI destinata a collegare i contenuti trasmessi attraverso la radiodiffusione e la banda larga. In Italia, soprattutto per motivi storici, per la Tv connessa si usa la norma MHP. La convergenza ripropone il dibattito sull approccio da seguire in fatto di normalizzazione. Così come pone il tema del futuro ruolo della radiodiffusione terrestre nella fornitura di tali servizi. La Commissione Europea ha adottato una politica globale per favorire lo sviluppo della banda larga e ha fissato un obiettivo di 1200 MHz di frequenze da destinare al wireless. Ma quale rilevanza avranno le differenze tra singole piattaforme (radiodiffusione terrestre o via satellite, banda larga cablata, banda larga mobile) a livello di esperienza concreta dei consumatori e di obblighi di servizio pubblico? La Commissione ha avviato una consultazione al fine di cogliere le opportunità offerte da quest ambiente tecnologico in evoluzione, imitata a livello nazionale dall Agcom. La Fondazione Ugo Bordoni si candida ancora una volta ad essere l interlocutore privilegiato delle istituzioni oggi chiamate a comprendere e indirizzare gli sviluppi futuri della Tv digitale. Da sempre protagonista dei principali processi di innovazione tecnologica del Paese, la FUB può vantare tra le proprie attività tecniche e di studio nel campo della trasmissione anche quelle relative ai collegamenti televisivi a grande distanza (in cavo coassiale e in ponte radio). Fin dagli anni 60, FUB ha fornito al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni il supporto necessario alla scelta degli standard televisivi (dal bianco e nero, al colore; dalla qualità migliorata al 3D), affermandosi come punto di riferimento a livello internazionale nell area delle metodologie di valutazione della qualità delle immagini televisive. Nell ambito del Consiglio Superiore delle Poste Telecomunicazioni e Automazione, ha coordinato la Commissione incaricata di riferire sulla scelta da effettuare tra il sistema europeo EUROPSAT e quello italiano SARIT per l introduzione in Italia della Tv satellitare. A partire dagli anni 80, di particolare importanza sono state le sperimentazioni effettuate sulla codifica numerica dei segnali e sulla televisione ad alta definizione. Oggi la Fondazione Ugo Bordoni contribuisce attivamente al dibattito sulla diffusione della Tv connessa con studi di scenario e sperimentazioni relative alle opportunità di applicazione della sentiment analysis. Ma molti altri sono gli aspetti sui quali può mettere a disposizione la propria expertise. Sviluppo dell infrastruttura e politiche dello spettro, interoperabilità, sicurezza dei dati personali sono temi che vedono la FUB impegnata in primo piano sia nell ambito di progetti di ricerca europei sia in attività di supporto all amministrazione pubblica. Su questi aspetti la Fondazione gode di un campo di osservazione privilegiato, che le consente di analizzare le strategie elaborate in ambito internazionale e le scelte operate in campo nazionale per presentare piani di intervento concreti ed efficaci. Il nucleo centrale di questo numero è un contributo alla definizione del nuovo fenomeno della Connected Tv, sia da un punto di vista socio-economico, sia dal punto di vista degli scenari tecnologici e dei nuovi modelli di business che essa inaugura. A questo nucleo centrale, fanno da cornice la riflessione sull evoluzione delle politiche dello spettro radio e sul ruolo futuro del servizio pubblico.

4 a Nei numeri precedenti Le frontiere dell intrattenimento domestico Luglio / Agosto / Settembre 2010 (Re)visioni: alcune tracce per interpretare le mutazioni televisive Ottobre 2010 Quanto è larga la banda? Oggi l utente può misurarla Dicembre / Gennaio 2011 Come misurarsi la banda, contestare gli Operatori e vivere felici Febbraio 2011 Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? 1 Marzo 2011 Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? 2 Aprile / Maggio 2011 La sostenibilità energetica non può fare a meno dell ICT Giugno 2011 Registro Pubblico delle Opposizioni: un opportunità per i cittadini e le imprese Luglio / Agosto / Settembre 2011 L opt-out nel telemarketing è sempre più realtà: dal telefono alla posta, con uno sguardo verso Internet Ottobre 2011 PANDORA: l ICT per il Crisis Management Dicembre / Gennaio 2012 Una nuova generazione di sportelli automatici accessibili e usabili da tutti Febbraio 2012 Campi Elettromagnetici 1 Marzo 2012 Campi Elettromagnetici 2 Aprile / Maggio 2012 misurainternet.it Qualità dell accesso ad Internet da postazione fissa Giugno 2012 Qualità del servizio dati in mobilità: alla partenza la prima esperienza regolamentare Luglio / Agosto / Settembre 2012 Loudness: questa pubblicità è troppo forte! Ottobre 2012 Open Government Data: una roadmap tecnica Dicembre / Gennaio 2013 Un social network a misura della terzà età Marzo / Aprile 2013 TV, un futuro già presente 1 Maggio 2013 IL QUADERNO DI TELÈMA È STATO REALIZZATO DALLA FONDAZIONE UGO BORDONI Presidente: Alessandro Luciano Direttore delle Ricerche: Mario Frullone Curatore del Quaderno: Serena Ferrara 8

5 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A broadband Ripensare la Tv e l uso dello spettro, fra esigenze locali e strategie internazionali di Mario Frullone Direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni La convergenza fra i tradizionali servizi di broadcasting e il mondo Internet ha aperto nuovi orizzonti allo sviluppo della televisione digitale. Il modello tradizionale di contenuti distribuiti agli utenti in maniera non diversificata si evolve costantemente verso modalità di fruizione personalizzate dove i contenuti non lineari affiancano sempre di più il broadcasting tradizionale. L accesso a contenuti non lineari richiede comunicazioni bidirezionali impiegate, in un verso, per la distribuzione del contenuto e, nell altro, per consentire l interazione dell utente che può, come minimo, selezionare specifici contenuti o porzioni di essi, decidere quando guardarli e accedere a servizi interattivi. Le tecnologie broadcast e broadband sono utilizzate nel mondo della Tv connessa in maniera complementare, combinando le potenzialità e i vantaggi offerti da entrambe, e proiettando gli scenari di riferimento per la televisione in una dimensione più ampia che passa dalla tipica scala nazionale della televisione al mondo globale di Internet. Si comprendono quindi le ragioni per cui la Tv connessa sia considerata un driver formidabile per lo sviluppo di piattaforme distributive e di accesso ad alta velocità. Il quadro di evoluzione tecnologica della Tv connessa, il ruolo dei diversi attori coinvolti, la competizione tra le varie piattaforme e le potenzialità del mercato aprono, tuttavia, un dibattito non ancora risolto che pone la necessità di un analisi approfondita del contesto globale, con l obiettivo poi di declinarlo opportunamente in riferimento alle specificità che caratterizzano il contesto italiano. Il panorama della televisione in Italia si distingue, infatti, per la pressoché totale assenza dell accesso alla Tv via cavo, a favore invece di una predominanza dell accesso via radio (terrestre o satellitare) che da solo copre il 98% delle abitazioni (Figura 1). Il panorama nazionale è poi fortemente connotato dalla predominanza di contenuti free-to-air (65% del totale contro il 35% della pay Tv al termine del 2011, secondo OFCOM ICMR), con una cospicua presenza di operatori locali. Per quanto riguarda l accesso a Internet è poi noto che ci troviamo a dover colmare un forte ritardo di sviluppo delle reti, maturato nel corso degli anni, con una penetrazione della connettività a banda larga su rete fissa pari al 22,5% sensibilmente inferiore alla media europea del 28,8% e investimenti per le reti di accesso di nuova generazione che stentano a decollare, relegando la presenza di infrastrutture di nuova generazione ad una posizione del tutto residuale (Figura 2). Una delle ragioni principali di questo ritardo risiede di certo nel freno posto allo sviluppo del broadband fisso dall assenza di infrastrutture in cavo, sulle quali poggia invece il 57% delle linee di nuova generazione in Europa (Figura 3). 9

6 a IPTV Analogue terrestrial Digital terrestrial Analogue satellite Digital satellite Analogue cable Digital cable Figura 1. Dotazione di televisione digitale per piattaforma e per Paese al termine del 2011, espressa in termini percentuali rispetto alle abitazioni. Fonte: OFCOM ICMR 2012 L Italia rimane, all opposto, tra i Paesi con una più alta penetrazione di connessioni radiomobili ad alta capacità, con reti 3G in tecnologia HSPA disponibili al 96,5% della popolazione (96,3 in Europa) e un tasso di sottoscrizione ben superiore alla media comunitaria (14,3% di sottoscrizioni riferite alla popolazione in Italia contro il 9% europeo) e stiamo oggi assistendo all avvio delle reti 4G LTE (DAE Scoreboard). Le posizioni italiane di fanalino di coda in Europa circa la penetrazione e la velocità delle connessioni possono costituire un elemento notevolmente frenante per la progressiva introduzione e lo sviluppo dei servizi di Tv connessa e possono impedire di intercettare le opportunità di sviluppo delle reti che questi stessi servizi offrono. È perciò necessario maturare a livello nazionale una più ampia consapevolezza delle opportunità e degli effetti della Tv connessa sul panorama di sviluppo delle reti nel prossimo futuro, così da consentire a tutte le diverse piattaforme di cogliere le opportunità di apertura del mercato, evitando rischi di chiusura. Le cifre portano ad osservare che le diverse infrastrutture e piattaforme presenti in Italia (digitale terrestre, digitale satellitare, cavo, reti radiomobili) sono contraddistinte da differente penetrazione e offerta di capacità trasmissiva. Tale disparità può potenzialmente condurre a posizioni di vantaggio rispetto al futuro sviluppo della Tv connessa, e, in assenza di politiche adeguate, può tradursi in un freno allo sviluppo di alcune infrastrutture/piattaforme. La definizione di politiche opportune richiede la corretta conoscenza dello stato di penetrazione e dell offerta in termini di capacità trasmissiva delle diverse piattaforme per osservare, analizzare e comprendere le potenzialità del mercato della Tv connessa. Queste considerazioni devono essere tenute in conto in un momento in cui l Italia si trova a prendere importanti decisioni sul futuro della banda larga, nel quadro delle decisioni prese di recente in ambito europeo ed internazionale in materia di spettro. Nel 2012, infatti, la Conferenza delle Radiocomunicazioni del 2012 (WRC-12) ha stabilito che la banda a 700 MHz ( MHz) sarà destinata al servizio mobile, accanto al broadcasting, con effetto immediato dopo la successiva Conferenza del 2015 (WRC-15). Nella preparazione della WRC-15 è stata formulata la duplice richiesta di affrontare il tema della necessità di spettro aggiuntivo per i sistemi mobili, considerando le bande potenzialmente candidate a tale scopo, e di stabilire le modalità tecniche di impiego per la banda a 700 MHz per il servizio mobile, compresa la definizione della canalizzazione opportuna, alla luce dell elevato valore riconosciuto all uso armonizzato a livello globale. Un ulteriore spinta verso l evoluzione dell uso delle frequenze viene poi dal Programma pluriennale euro La definizione del limite inferiore della banda è fissato provvisoriamente a 694 MHz, ma può essere soggetto a leggere modifiche in fase di preparazione dei lavori per la Conferenza Mondiale delle Radiocomunicazioni del 2015.

7 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A NGA broadband Basic broadband Figura 2. Penetrazione delle connessioni a banda larga ad alta velocità nei diversi Paesi europei al gennaio Le connessioni sono distinte per connettività base e per reti di accesso di nuova generazione NGA che comprendono VDLS, cavo e reti in fibra. Fonte: DAE Scoreboard peo per le politiche dello spettro radio (RSPP), adottato dalla Commissione Europea con la Decisione n. 243 del marzo La Decisione europea, che ha naturalmente carattere cogente per gli Stati Membri, impone diverse azioni, tra le quali l identificazione di 1200 MHz per soddisfare la crescente domanda di banda da parte del traffico dati wireless, e richiede anche di assicurare spettro in quantità sufficiente per fornire servizi audiovisivi su piattaforma terrestre. Infine, il Mandato adottato dalla Commissione Europea nel febbraio del 2013, finalizzato alla definizione di condizioni tecniche armonizzate per la banda a 700 MHz, richiama esplicitamente l opportunità di sviluppare una visione di lungo periodo per l uso dell intera banda UHF attualmente allocata ai servizi di broadcasting televisivo, considerando gli sviluppi futuri della televisione digitale terrestre, il loro valore sociale e la possibile convergenza del servizio broadcasting e delle comunicazioni wireless a banda larga per la fornitura di voce, dati e servizi audiovisivi. Si tratta quindi di un quadro in grande evoluzione, in cui la realtà italiana si colloca e si distingue per molti aspetti. I Paesi europei, infatti, stanno assumendo diversi atteggiamenti rispetto al futuro dell uso dello spettro: alcuni di essi hanno preso in considerazione la possibilità di abbandonare la televisione digitale terrestre, altri invece, riconoscendo una convergenza tra broadcasting e comunicazioni radio a banda larga per la fornitura di servizi audiovisivi lineari e non lineari, ritengono le diverse piattaforme complementari e, per questo, meritevoli di essere mantenute entrambe nel prossimo futuro. Le strategie nazionali sono quindi spesso difformi e a volte non ancora del tutto definite. Dunque si rileva la necessità di contribuire alla definizione di una strategia comunitaria che accolga, per quanto possibile, le esigenze dei vari Paesi. In altre parole, in un contesto in cui le decisioni vengono prese ad un livello sempre più globale, è necessario identificare chiaramente strategie nazionali di medio-lungo periodo e promuoverle opportunamente nelle sedi comunitarie e internazionali preposte. Questo costituisce non solo una generale buona pratica, ma diviene un azione indispensabile per una partecipazione attiva ai processi decisionali in merito a strategie sovranazionali che interessano settori industriali economicamente e socialmente importanti per l Italia come le comunicazioni mobili e la televisione. Esiste quindi la necessità di definire una strategia nazionale di medio-lungo periodo sullo sviluppo delle reti a banda larga e sull uso dello spettro oggi impiegato per il servizio televisivo digitale terrestre. Recentemente il Presidente francese François Hollande ha annunciato l intenzione di mettere all asta molte frequenze DTT nella banda 700 MHz per operatori telefonici al fine di estendere la disponibilità 11

8 a 4g, dtt hd ultra hd vdsl FTTH FTTB Cable Other NGA Figura 3. Tecnologie per le reti di accesso di nuova generazione NGA in Europa al gennaio Fonte: DAE Scoreboard di servizi 4G a tutto il territorio francese. Tale azione renderebbe al governo francese qualcosa come Euro da destinare al Ministero della Difesa per aiutarla a finalizzare il suo bilancio. Secondo il quotidiano Les Echos, l asta delle frequenze potrebbe avvenire entro il Tuttavia, il piano ha provocato la reazione negativa dei canali DTT francesi. L impatto, infatti, sarebbe devastante sul settore, in quanto impedirebbe l evoluzione verso il DTT HD e Ultra HD (4K). A quanto pare, Hollande ha preso la decisione senza discutere il progetto con il Primo Ministro francese, con i Ministeri della Cultura e delle Comunicazioni o con l Autorità di regolazione competente in materia televisiva. Preoccupati dall eventualità di perdere frequenze audiovisive chiave e dalla minaccia di non essere in grado di crescere ulteriormente, i canali DTT francesi si stanno mobilitando. Secondo Satellifax, hanno iniziato un azione di lobby nei confronti del Primo Ministro Jean-Marc Ayrault per la reiezione del progetto. La vicenda francese mostra come decisioni di questo tipo non possano essere assunte all improvviso, e per esigenze di cassa. Si tratta infatti di misure che, anche se condivisibili nella sostanza, andrebbero inserite per tempo in una più ampia strategia di politica industriale, e dunque previa attenta considerazione delle disponibilità economiche degli operatori cui s intende vendere le frequenze, ma anche delle possibili conseguenze sul settore televisivo che ne viene privato. Ciò vale in misura maggiore nel contesto italiano, caratterizzato dalla presenza delle emittenti locali, anch esse migrate alla piattaforma digitale terrestre, e alla vigilia della disponibilità commerciale del DVB-T2 e dello standard HEVC. Infine, non va trascurato l effetto di tali annunci sul futuro della banda larga, dal momento che tali scelte contribuiscono a spostare l attenzione degli operatori sul wireless, rendendo sempre meno remunerativi gli investimenti in infrastruttura. È ipotesi ricorrente negli articoli di questo numero che proprio la Tv connessa, ovvero l incontro tra il mondo broadcast e il mondo Internet, possa essere uno dei principali driver potenziali allo sviluppo della banda larga. RIFERIMENTI 1. OFCOM, International Communications Market Report 2012, 13 dicembre Digital Agenda Scoreboard 2013, 12 giugno REBOARD%202013%20-%20SWD%202013%20217%20FINAL.pdf 12

9 TV, UN FUTURO GIÀ PRESENTE A Il futuro della Rai Come cambia il ruolo del servizio pubblico di Ruben Razzante Docente di Diritto dell informazione e della comunicazione all Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma e consigliere d amministrazione della Fondazione Ugo Bordoni Ogni volta che si parla di riforma della Rai, il dibattito tra gli addetti ai lavori e nell opinione pubblica scivola lungo la china della depoliticizzazione o departitizzazione della governance Rai, intesa come necessaria emancipazione della Tv pubblica dalle logiche spartitorie che da decenni la dominano. La Rai riceve gli indirizzi dalla Commissione parlamentare bicamerale di vigilanza, che, al pari del consiglio d amministrazione e del direttore generale, è espressione degli schieramenti politici. Il Ministero del Tesoro è azionista Rai al 99% e quindi risulta alquanto illusorio, stante l attuale modello di governance, immaginare un arretramento dei condizionamenti partitici sulla Tv pubblica. Tuttavia, non bisogna qualunquisticamente bollare come inopportune e screditanti le nomine fatte dalla politica. Succede anche che gli accordi tra le forze politiche partoriscano designazioni eccellenti e di qualità, sia tra i dirigenti che tra i manager che tra i direttori, conduttori e giornalisti del servizio pubblico. Il metodo è in astratto non meritocratico e non democratico, ma a volte il risultato è migliore di quello temuto. Fatto sta che gli esempi d oltreconfine evidenziano l inadeguatezza del servizio pubblico televisivo italiano, impoverito dai cospicui tagli di bilancio che hanno sottratto ingenti risorse agli investimenti su prodotto e contenuti. Il modello di riferimento per una riforma del servizio pubblico radiotelevisivo resta, a sommesso avviso di chi scrive, la BBC, la più grande azienda radiotelevisiva del mondo. La politica non interferisce in alcun modo con le scelte di governance della Tv pubblica inglese, che ha organi decisionali non di nomina governativa. Nel BBC trust, che vigila sull imparzialità delle trasmissioni, entrano 12 membri nominati dalla Regina, che però può farsi consigliare dal Parlamento. La Tv pubblica non ospita spot e si alimenta quasi esclusivamente con il canone. Nel risanamento dei conti delle aziende pubbliche, le due tendenze, peraltro sinergiche, sono quelle al taglio dei costi e alla privatizzazione di porzioni minoritarie di rami d azienda, per consentire l ingresso di capitali privati. La legge Gasparri n.112 del 3 maggio 2004 prevede la privatizzazione della Rai, con la permanenza del 51% dell azienda in mano pubblica. Perché non costituire un tavolo congiunto Mise-Rai per attuare quell ipotesi? Nel resto d Europa (in Norvegia, ad esempio) esistono forme consortili a gestione mista pubblico-privato che garantiscono la transizione alle nuove piattaforme trasmissive e la copertura dei costi dell innovazione tecnologica, senza compromettere 13

10 a bbc rai il carattere pubblico della programmazione radiotelevisiva. Anche in molti altri Stati europei, soprattutto in Danimarca e Portogallo, il dibattito sulla privatizzazione della Tv pubblica è molto acceso. Sul versante dei costi, allora, perché non prendere esempio dall Inghilterra? Il governo londinese ha minacciato la BBC di tagliare i fondi ad essa destinati, se non verranno ridotti i compensi alle star (conduttori, show-girl, ecc.) che vi lavorano. Nel guinness delle retribuzioni, si registrano compensi record e assolutamente fuori mercato. In Italia c è una situazione analoga. Perché non ripartire da qui anche in Italia? Timidi segnali ci sono stati, ma occorre forse fare di più. La qualità della nostra Tv pubblica è scarsa. Lo pensa la maggioranza dei cittadini (tutti i sondaggi dicono questo, anche l ultimo Rapporto Censis sull informazione). Già nella Relazione annuale del 2008, l ex Presidente dell Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, denunciò un omologazione al ribasso che sbiadisce la missione del servizio pubblico e colloca la nostra televisione al di sotto di altre televisioni europee e citò l esempio della BBC che fornisce a tutto il mondo (Italia compresa) interessanti documentari scientifici, storici, geografici, e, più in generale, realizza prodotti di valido contenuto culturale con destinazione mirata. Calabrò in quella sede dichiarò altresì che l elevazione della qualità del servizio pubblico radiotelevisivo resterebbe lettera morta se non permeasse il convincimento della stessa Rai la quale ha risorse professionali per tradurla in atto. Il riferimento esplicito era alla ricchezza di contenuti che la Rai ha già a disposizione, anche attraverso il suo archivio, pezzo fondamentale della nostra storia. Perché non ripartire da una seria rivalutazione e riqualificazione delle risorse umane e materiali esistenti in Rai? Anche su questo punto l attuale governance sta facendo meno di quanto potrebbe. Negli ultimi anni si sta lavorando alla semplificazione del reticolo di norme amministrativo-contabili che imbriglia la Tv pubblica anche per coniugare il carattere imprenditoriale della governance con il perseguimento degli obiettivi di fondo di un servizio pubblico. Sul modello di altre nazioni, il servizio pubblico radiotelevisivo (public service broadcasting) dev essere sempre più orientato alla soddisfazione dell utenza (customer orientation). Anche su questo versante, la direzione verso cui tendere è quella inglese. Ad ogni inizio di stagione radiotelevisiva, la BBC redige il Rapporto delle promesse agli utenti, che contiene i programmi da trasmettere, gli standard editoriali adottati, le modalità di consultazione e di risposta agli utenti, i parametri di qualità. Tali parametri riguardano l effettiva universalità del servizio (concetto di democrazia dell informazione, rivolta a tutti e nell interesse di tutti), il rispetto degli standard di qualità (equità, imparzialità, puntualità, esattezza e correttezza 14

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