Psicologia dello Sviluppo e dell Educazione
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- Annabella Abbate
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1 Psicologia dello Sviluppo e dell Educazione Prof.ssa Arianna Bello arianna.bello@uniroma3.it Letture consigliate Vygotskij, 1962.Pensiero e Linguaggio. Roma Bari Laterza. Vygotskij, Il processo cognitivo. Bollati Boringhieri
2 Applicazioni della Teoria di Piaget all Educazione Assumere un approccio costruttivista I bambini apprendono meglio se sono attivi, quando trovano da soli le risposte. I bambini imparano facendo scoperte. Contesta il metodo didattico che si basa su rispondere a domande. Considerare le conoscenze e i ragionamenti del bambino Gli alunni dispongono di molte idee sul mondo reale (concetti di spazio, quantità, causalità). Gli insegnanti devono interpretare ciò che i bambini dicono; Gli insegnanti devono rispondere in modo non troppo distante dal livello di conoscenze del bambino. 30
3 Applicazioni della Teoria di Piaget all Educazione Facilitare l apprendimento piuttosto che dirigerlo Gli insegnanti devono osservare con attenzione il bambino Capire come pensa: richiedere spiegazione e stimalore il ragionamento L aula come setting di sperimentazione Fare esperienze concrete Utilizzare valutazioni continue Processo di valutazione dei progressi: i bambini possono esporre le loro conoscenze, fornire spiegazioni orali e scritte dei loro ragionamenti 30
4 Il bambino come apprendista: la teoria dello sviluppo socio-cognitivo di Vygotskj Lo sviluppo cognitivo degli individui dipende dagli strumenti messi a disposizione dalla società e la loro mente prende forma a partire dal contesto culturale in cui vivono. 4
5 L. VYGOTSKIJ Biografia: russo,ebreo,comunista (la sua giovinezza si svolse durante la rivoluzione russa) Interessi fondamentali: pedagogia, letteratura. Era interessato ai modi di favorire lo sviluppo del pensiero Orientamento generale: esaminare le relazioni interpersonali e il ruolo della società nello sviluppo del pensiero Vygotskij si è occupato di 3 aree ambiti: Lo sviluppo delle funzioni cognitive del bambino L influenza delle variabili culturali sui processi cognitivi Il ritardo mentale 3
6 La teoria dello sviluppo socio-cognitivo Secondo Vygotskij (1962; 1978; 1986) lo sviluppo cognitivo è essenzialmente un processo sociale. Lo sviluppo del bambino dipende dal contesto storico e socio-culturale e da come egli viene messo in grado di padroneggiare gli strumenti della propria cultura (prospettiva storico-culturale). E interessato a quello che sa fare il bambino in seguito a nuove esperienze sociali e culturali (processo inter-individuale) 4
7 La teoria dello sviluppo socio-cognitivo L evoluzione della mente avviene tramite l acquisizione di strutture psichiche di complessità crescente: funzioni inferiori e superiori Funzioni psichiche inferiori = es. percezione, motricità, emozione, attenzione. Lo sviluppo biologico trova espressione nelle funzioni psichiche inferiori. Le funzioni psichiche superiori= es. pensiero, calcolo, pianificazione, memoria/ricordo, ragionamento. Le funzioni psichiche inferiori diventano superiori grazie al linguaggio. Grazie al linguaggio le FP inferiori si interiorizzano trasformandosi. Le funzioni psichiche superiori implicano una modificazione strutturale dei processi cognitivi e la relativa perdita del loro primario carattere immediato, dipendente dalla realtà. 5
8 La teoria dello sviluppo socio-cognitivo Esamina lo sviluppo psichico su tre livelli: il livello culturale Il livello interpersonale Il livello individuale 6
9 Livello culturale Vede la natura umana, come un prodotto socio-culturale. I bambini beneficiano di un sapere accumulato e dalle generazioni precedenti e trasmesso grazie alle interazioni con i caregivers. Ogni generazione si appoggia alla precedente. Quali elementi vengono trasmessi da una generazione all altra? I bambini acquisiscono strumenti culturali e imparano a vivere in modo più accettabile, secondo le consuetudini/regole sociali. Gli strumenti culturali comprendono - gli strumenti tecnologici (oggetti) libri; orologi; agende; calcolatori - Gli strumenti psicologici (concetti e simboli): linguaggio, competenza alfabetica, le teorie matematiche e scientifiche 7
10 Livello culturale Esempio: strumenti tecnologici che svolgono un ruolo primario (uso del computer; cellulari) ma gli effetti dello sviluppo sono imprevedeibili. Esempio: strumenti psicologici; come il concetto del tempo e il ruolo essenziale che svolge nella nostra società: I caregivers comunicano al bambino la necessità di collocare gli eventi in una struttura temporle e di organizzare e pensare le attività in questi termini. Sin da piccoli i bambini imparano che la loro esperienza quotidiana è divisa in unità di tempo (arrivo tra due ore; martedì; la prossima settimana..) Gli strumenti psicologici (concetto di tempo) possono essere rafforzati da strumenti tecnologici (orologi; agende; calendari) 8
11 Il linguaggio e il rapporto linguaggio-pensiero Lo strumento culturale di maggior valore che viene trasferito ai bambini dai caregivers è il linguaggio. Il linguaggio serve per la comunicazione e l interazione sociale: è lo strumento di trasferimento dell esperienza a livello sociale. Vygotskij sostiene che il bambino è sin dall inizio un protagonista attivo nelle relazioni sociali e il primo uso del linguaggio è di tipo comunicativo e sociale. Il linguaggio è anche uno strumento interno che guida il pensiero. Nel corso delle attività, il bambino commenta verbalmente le proprie azioni. Con le parole, il bambino accompagna le azioni, le guida, le riorganizza, le pianifica: le parole sono la realtà oggettiva di riferimento. 9
12 Il linguaggio e il rapporto linguaggio-pensiero Secondo V. linguaggio e Pensiero all inizio sono indipendenti. Verso i 2 anni i bambini usano le parole come forme simboliche per uno scambio interpersonale; verso i 3 anni i bambini dispongono di un linguaggio interpersonale e un linguaggio privato che serve da guida per il pensiero; a 7-8 anni il linguaggio il linguaggio privato diventa interiore. Tra i 3 e 7 anni si assiste a un periodo di transizione: da linguaggio esterno a linguaggio interno. Il linguaggio interiore: è il linguaggio serve al bambino per pianificare, guidare, monitorare il loro stesso comportamento: funzione di autoregolazione. Il bambino che usa il linguaggio a livello interiore è socialmente più competente, di colui che non lo usa. Studi recenti (Winsler et al., 2000) il linguaggio interiore gioca un ruolo positivo nello sviluppo Studio di Berk e Spuhl (1995): i bambini che usano il linguaggio interiore sono più attenti, tendono a migliorare le loro prestazioni nella risoluzione di compiti. 10
13 Il linguaggio per Vygotskij è: Lo strumento preminente grazie al quale viene trasferita l esperienza a livello sociale (come parlano e di che cosa parlano le altre persone) Consente ai bambini di regolare le proprie attività (i monologhi dei bambini sono un segno del fatto che il linguaggio è stato acquisito come strumento di pensiero) Il linguaggio, alla fine del periodo prescolare, viene interiorizzato e si trasforma in pensiero (da funzione sociale diventa uno strumento per il funzionamento cognitivo) Differente visione tra Piaget e Vygotskij (P) il linguaggio interiore è egocentrico, immaturo; è distaccato dalla realtà. (V) il linguaggio interiore è uno strumento di pensiero ed è connesso all attività pratica: il bambino si suggerisce i passaggi necessari per lo svolgimento di una azione. 11
14 Livello interpersonale Lo sviluppo cognitivo ha luogo come risultato dell interazione con le altre persone più competenti e più esperte che trasmettono ai bambini gli strumenti culturali necessari per l attività intellettuale. Quindi lo sviluppo cognitivo è una impresa cooperativa tra adulto e bambino il bambino è un apprendista che si sviluppa seguendo la guida dell adulto Qualsiasi progresso del bambino in campo intellettuale affonda le sue radici nei contesti culturali e interpersonali. L abilità del bambino di sfruttare l aiuto degli adulti, e in particolare il ruolo dell istruzione, costituisce una caratteristica fondamentale della natura umana, come anche la capacità dell adulto di dare aiuto e istruzione. 12
15 Livello interpersonale Qualunque abilità intellettuale viene sperimentata congiuntamente con l adulto competente, prima che il bambino la faccia sua e la interiorizzi: lo sviluppo inteso come progresso dall inter-mentale all intra-mentale. Il bambino è un partner che prende parte a un lavoro condiviso, è un partener più giovane, una apprendista. 13
16 Livello individuale Non interessava a Vygotskj esaminare lo sviluppo alle diverse età. Vygotskj crede che il bambino è capace di contribuire attivamente al proprio sviluppo: svolge un ruolo attivo nell incremento della conoscenza e delle capacità di risoluzione di problemi Il bambino riesce contribuisce al proprio sviluppo non da solo ma insieme ad altre persone, in un contesto di impresa congiunta. (costruttivismo sociale) Nello sviluppo intervengono forze biologiche in prima istanza e dopo influenze socio-culturali. 14
17 Dal controllo degli altri al controllo di sè Vygotiskij sostiene che il bambino può risolvere, grazie alla guida di un esperto, problemi e compiti che non sa ancora risolvere da solo, ma che diventeranno presto parte delle sue abilità individuali. Quando il bambino è in grado di fare autonomamente quello che in precedenza sapeva fare con l aiuto di un adulto, significa che l abilità è stata interiorizzata. 15
18 Dal controllo degli altri al controllo di sè In che modo gli adulti possono contribuire allo sviluppo cognitivo del bambino? Penetrare nella zona di sviluppo prossimale del bambino Impegnarsi nel fornire istruzioni attivamente Essere sensibili e recettivi ai messaggi del bambino 16
19 La zona di sviluppo prossimale Vygotiskij ha proposto il concetto di zona di sviluppo prossimale (area di sviluppo prossimo o potenziale) come idea unificatrice per comprendere il progresso del bambino da una situazione di dipendenza dagli altri, all indipendenza del funzionamento cognitivo. La zona di sviluppo prossimale: è la differenza tra il livello di sviluppo effettivo di un individuo, manifestato quando risolve un compito da solo, e il suo livello potenziale, che si potrebbe esprimere, se il il compito fosse risolto con indicazioni, suggerimenti di un altro soggetto più competente di lui. Questo partener esperto, può essere un adulto, un genitore, un insegnante, ma anche un coetaneo o un bambino più grande, che promuove la trasformazione di potenzialità in capacità esibite grazie all uso di strumenti culturali (linguaggio, lettura, scrittura). 17
20 La zona di sviluppo prossimale Limite Superiore Livello di responsabilità aggiuntiva che il bambino può accettare con l assistenza di una guida abile Zona di sviluppo Prossimale Limite Inferiore Livello di capacità di risoluzione dei problemi raggiunto dal bambino da solo 18
21 La zona di sviluppo prossimale Vygotiskij sostiene che il bambino può risolvere, grazie alla guida di un esperto, problemi e compiti che non sa ancora risolvere da solo, ma che diventeranno presto parte delle sue abilità personali. Se il bambino è in grado di fare autonomamente quello che in precedenza sapeva fare con l aiuto di un adulto, significa che l abilità è stata interiorizzata. Gli adulti (genitori, insegnanti) devono adeguare/modulare il loro insegnamento alla zona prossimale del bambino. Al crescere delle competenze del bambino, l insegnante dovrebbe ritirarsi e lasciare al bambino la responsabilità di dirigere l apprendimento. 21
22 Fasi evolutive della zona di sviluppo prossimale Prevede una successione di tre stadi (Tharp & Gallimore, 1988): Stadio 1: in cui la prestazione è controllata dalla persona esperta. Prima di riuscire a funzionare indipendentemente i bambini sono costretti ad affidarsi all aiuto di altre persone. L adulto deve farsi carico di una parte dominante. Stadio 2: in cui la prestazione è controllata dal bambino Il bambino si assume la maggior parte della responsabilità dell esito positivo che prima era affidato all adulto. Il bambino si basa sulle proprie verbalizzazioni ad alta voce con le quali ripete le istruzioni, le richieste e avvertimenti. Stadio 3: in cui la prestazione è automatizzata (interiorizzata) Con la pratica il bambino abbandona gradualmente ogni forma di autoguida ad alta voce. L esecuzione del compito è trasferita dal livello sociale a quello psicologico/individuale. 21
23 Scaffolding Scaffolding (impalcatura) significa graduare il livello di supporto, modulandolo sul bambino. Nel caso dell interazione adulto-bambino, la maggior parte della competenza dell adulto viene messa a disposizione del bambino per favorire l apprendimento di nuove abilità e anche per consolidare le abilità apprese. Nelle attività di scaffolding, l aiuto deve essere flessibile (modulato sulle capacità del bambino) e contingente all interno di interazione collaborativa bambino/adulto, in contesti formali (es. scuola) e informali (es. gioco; conversazione). 22
24 Adulti come Tutor nelle attività di scaffolding I primi tutor dei bambini sono i genitori. La relazione tra tutor e apprendista procede in modo spontaneo e naturale nei contesti diadici. Gli adulti usano molti pattern di comportamento diversi per aiutare i bambini a risolvere i compiti. * variano in base all età e capacità del bambino. 23
25 Adulti come Tutor nelle attività di scaffolding Compito - Il bambino deve fare un puzzle Strumento di Scaffolding: l uso del dialogo La madre, contribuisce formulando domande che servono a guidare attenzione e azioni del bambino in maniera appropriata. Stadio 1 : strategie di scaffolding Il bambino non sa come assemblare il puzzle e non sa quale è il risultato finale. L madre incoraggia il bambino ad aiutarla - ad imitarla. La madre pone attenzione (distinzione) tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. La madre attira l attenzione su come l immagine viene progressivamente costruita e infine completata. Stadio 2 : abilità interiorizzata Ora il bambino usa un linguaggio interiore e si chiede da solo quali pezzi dovrei mettere insieme per prima? 24
26 Differenze tra i bambini nella ZSP 19
27 Perché non tutti gli aiuti sono efficaci nello stesso modo? Non tutti i tentativi degli adulti di aiutare i bambini hanno stesso esito nei bambini / esito positivo vs esito negativo che cosa spiega questa differenza? 3 tipi di influenze: Differenze tra gli adulti nella capacità di sintonizzarsi con le esigenze dei bambini (diversa sensibilità nel discernere le componenti del compito che il bambino può affrontare da solo e/o con l aiuto esterno) Differenze tra i bambini nel limite entro il quale riescono a sfruttare l aiuto che viene loro offerto. Tutte le interazioni tra bambino e adulto hanno natura bidirezionale: effetti che i bambini producono sugli adulti modificano le interazioni. Relazione tra l adulto e il bambino: (il tipo di attaccamento influenza l apprendimento cognitivo; quello sicuro rende bambini più curiosi e capaci di affrontare problemi difficili, Moss et al 1997). 25
28 I pari come Tutor Circostanze in cui i bambini si aiutano nel risolvere i compiti/problemi: Apprendimento collaborativo: bambini dello stesso livello di competenza lavorano insieme, a coppie o in gruppi; Tutoring tra pari: un bambino più esperto decide di istruire e guidare un altro bambino, con l obiettivo di portarlo a un livello di competenza simile al proprio; letteratura consistente sul tutoring dei pari (Foot et al., 1998; 1990). 26
29 I pari come Tutor Ricerche. Gruppi di bimbini di età scolare. Compiti: lettura, scrittura, apprendimento di ortografia, problemi scientifici. Risultati I pari si comportano da tutor quando vengono rispettate due condizioni: 1. La differenza tra i due bambini è minima; 2. Lo scambio è proficuo anche per il bimbo più esperto I pari non si comportano a tutor quando: - Il partener esperto non comprende a fondo il problema, non avviene il processo di istruzione; - Il tutor domina l interazione; - Il tutor non concede spazio; - Il tutor non adatta strategie: non è sensibile nei confronti degli sforzi dell altro; non fornisce feedback adeguati; 27
30 Gli strumenti a disposizione Ma con quali strumenti può essere costruita una zona di sviluppo prossimale? o Osservazione di comportamenti o Utilizzo della Contingenza o Istruzioni sul compito o Porre Domande 30
31 Osservazione di comportamenti L adulto offre un comportamento da osservare ed imitare. Nella vita quotidiana, vi sono molte occasioni: cucinare, preparare la tavola; allevare gli animali. I bambini possono partecipare a queste attività, avendo l opportunità di osservare l intera sequenza di azioni, possono fare domande, chiedere di partecipare in parte o a tutta l attività (partecipazione guidata) Utilizzo della Contingenza L adulto usa premi o sanzioni per ottenere/ inibire la produzione di un comportamento da parte del bambino. Le sanzioni: sono i rimproveri verbali, il non fornire i premi I premi: rinforzi verbali e privilegi simbolici 31
32 Istruzioni sul compito Le richieste e le istruzioni vengono fornite all interno di una sistema di obiettivi condivisi: quando questo non si realizza, l effetto può essere contrario. Porre domande Un insegnante pone la domanda: Che cosa è la velocità?? Tale domanda avvia una attività cognitiva e verbale negli alunni, durante la quale l insegnante coglie il livello potenziale del funzionamento verbale e cognitivo e i ragazzi vengono assistiti nella raccolta di esempi e nella formulazione di ipotesi e concetti. 31
33 Zona di Sviluppo Prossimale e Educazione Applicazione della Teoria di Vygotskij al mondo dell Educazione Ø Valutazione della Zona di Sviluppo Prossimale La guida esperta propone compiti di difficoltà variabile per determinare il punto da cui partire. La valutazione sulla determinazione della zona di sviluppo prossimale Ø Utilizzo della Zona di Sviluppo Prossimale Partire dal limite superiore della ZVP Esperto chiede: Come ti posso aiutare? e poi quando necessario e Offrire incoraggiamenti.. Osservare e dare sostegno Ø Uso si compagni più abili come Tutor 32
34 Zona di Sviluppo Prossimale e Educazione Ø Monitoraggio e Incoraggiamento all uso del Linguaggio interiore negli allievi E importante incoraggiare i bambini a interiorizzare e auto-regolare il loro discorsi durante gli anni della scuola primaria. Ø Localizzazione di Istruzioni in contesti significativi Sperimentare l apprendimento nei contesti di vita reale. Ø Trasformazione degli spazi/aule secondo le idee di V. Attività in piccoli gruppi a suola. L insegnante pone delle domande e risponde ai dubbi e parte dalle idee generate dai bambini. 33
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