DI CHI SONO LE ALPI? Appartenenze politiche, economiche e culturali nel mondo alpino contemporaneo

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1 DI CHI SONO LE ALPI? Appartenenze politiche, economiche e culturali nel mondo alpino contemporaneo WHOSE ALPS ARE THESE? Governance, ownerships and belongings in contemporary Alpine regions a cura di/edited by Mauro Varotto, Benedetta Castiglioni

2 La rete dei rifugi alpini: quali effetti sull economia del territorio montano? Giovanni Ferrazzi 1 Abstract The Network of Alpine Huts: What Effects on the Economy of the Alpine Territory? - Alpine huts have always represented an important instrument of protection and enhancement of this mountain region. Difficulties, however, related to the technical and economic management of high altitude refuges have led to a questioning of their economic value, as well as the actionable strategies (at both the corporate and institutional level) needed in order to preserve their unique characteristics while ensuring a gradual recovery from economic marginality. To this regard, it is essential to assess, together with the economic performance of individual firms, the overall effects that the presence of huts have on the local economy. This approach leads to a reconsideration of the particular results of each structure in the light of the larger territorial context, as well as an effort to identify an existent network of huts that may provide significant benefits to the economy of the mountain area. The aim of this study is therefore to identify and determine these benefits so as to carry out a more accurate economic evaluation of a network of huts and define a strategy for high altitude refuges. At the methodological level, after a preliminary analysis of the area aimed at identifying the particular objects of investigation, information will be gathered via a questionnaire developed specifically for this study. The information collected will be integrated with data from the main statistical sources available, providing the basis for subsequent economic evaluation of the network 1 Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale, Università di Milano - sede di Edolo.

3 Giovanni Ferrazzi 175 of mountain huts as well as the identification of development and management strategies for both each individual structure and for the mountain area as a whole. 1. Introduzione Da un punto di vista economico, la montagna è generalmente considerata un ambiente poco adatto allo sviluppo e di difficile gestione. Tale visione trova sostanziale conferma sia nell impianto normativo italiano, a partire dalla Legge 991/1952 2, sia in quello europeo che individua, nei limiti in termini di possibilità di utilizzo e di costo del lavoro gli elementi caratterizzanti delle zone montuose 3. Le crescenti incertezze evidenziate dai sistemi economici, la nuova consapevolezza ambientale e la necessità di tutelare un patrimonio naturale di inestimabile valore, portano a riconsiderare il ruolo della montagna all interno dei sistemi economicosociali. In questo senso, i territori montuosi potrebbero rappresentare, infatti, una straordinaria opportunità per promuovere strategie di sviluppo di sistemi economico-sociali maggiormente rispondenti ai nuovi bisogni della società. A livello italiano la superficie classificata come montuosa, con kmq, rappresenta oltre metà della superficie totale (Tab. 1). Italia Lombardia Superficie montana Superficie montana/ tot. sup. 54,30% 43,30% Comuni montani Comuni montani/ tot. comuni 51,90% 35,10% Popolazione montana Popolazione montana/tot. popolazione 18,60% 13,40% N comunità montane Tab. 1. La montagna in Italia e in Lombardia [Fonte: dati ISTAT, 2004]. The mountains in Italy and in Lombardy [Source: ISTAT, 2004]. 2 La Legge 991/1952 definisce montuosi i territori posti per almeno l 80% della loro quota al di sopra dei 600 m di altitudine sul livello del mare e quelli nei quali il dislivello tra la quota altimetrica inferiore e quella superiore del territorio comunale non è minore di 600 m, e nei quali il reddito imponibile medio non supera le lire (in base ai prezzi del ). 3 Regolamento (CE) n.1275/99 del Consiglio del 17/05/1999.

4 176 La rete dei rifugi alpini Particolarmente elevato anche il numero dei comuni montani (4.201), a fronte di una popolazione residente che rappresenta meno del 20% del totale nazionale. Anche i dati regionali confermano, seppur con qualche leggera variazione, quanto analizzato a livello nazionale. Tra le diverse attività produttive che presentano forti legami con il territorio e che costituiscono, di fatto, un imprescindibile elemento nella definizione delle strategie di sviluppo locale troviamo le attività agricole e agro-alimentari. Nel corso degli ultimi decenni, l agricoltura italiana ha puntato sempre più verso la differenziazione e segmentazione del mercato sostenendo prodotti ad alto valore aggiunto quali quelli tipici e tradizionali. Tali prodotti presentano un elevata vocazionalità del territorio, artigianalità dei processi produttivi e una migliore sostenibilità sociale ed ambientale (Ismea, 2002). Il legame tra prodotto agroalimentare tipico e/o tradizionale, il territorio e la necessità di promuovere azioni concrete a tutela e valorizzazione del territorio montano possono quindi rientrare in una strategia che miri non solo a sviluppare uno dei due o al limite entrambi gli aspetti ma in modo complessivo la montagna stessa. A tal riguardo, l albo dei prodotti di montagna introdotto dal Ministero delle politiche agricole e forestali nel si pone l obiettivo di tutelare l originalità del patrimonio storico-culturale dei territori montani, attraverso la valorizzazione dei loro prodotti protetti con denominazione di origine o indicazione geografica (Sistema Informativo della Montagna). La presenza di un albo specifico per i prodotti della montagna rappresenta un valido strumento a supporto del comparto agroalimentare locale che tuttavia appare ancora oggi poco sfruttato a causa della scarsa conoscenza circa l esistenza di tale albo e delle relative potenzialità informativo-promozionali testimoniate da numerosi operatori del settore. Da una prima analisi dei dati forniti dal sistema informativo della montagna è utile sottolineare come il territorio montano rappresenti per circa l 80% dei prodotti tipici a denominazione d origine o ad indicazione geografica una potenziale area di produzione (Tab. 2). Questo dato contrasta con quello relativo alla presenza di produttori in territori montani che risultano essere meno del 30% del totale nazionale. La montagna si trova quindi ad essere un importante area per la produzione dei prodotti ad elevato legame con il territorio, tuttavia le potenzialità evidenziate non trovano, ad oggi, una conferma in termini di risultati produttivi. Da una prima lettura della situazione appare evidente come le potenzialità del sistema agroalimentare si scontrino con difficoltà di carattere tecnico ed economico tipiche dei territori montani. In particolare, è opportuno sottolineare la carenza informativa necessaria all analisi delle strutture produttive, delle differenti produzioni e delle relative dinamiche nel tempo. 4 Legge finanziaria 2003, art. 85.

5 Giovanni Ferrazzi 177 Un secondo aspetto che emerge dallo studio è la necessità di coordinare attività di promozione attraverso una vera e propria regia che possa individuare gli elementi essenziali da valorizzare nelle diverse situazioni territoriali. In questo caso appare evidente come sia fondamentale coinvolgere tutti gli operatori presenti sul territorio per definire una strategia per il sistema montagna in un ottica di marketing territoriale. Tra le strutture che più di altre potrebbero rappresentare un elemento di unione tra i diversi aspetti caratterizzanti il territorio montano nella definizione di una strategia di valorizzazione complessiva, i rifugi d alta quota sono senza dubbio una risorsa particolarmente importante. DOP IGP TOTALE nel complesso aree montane¹ nel complesso aree montane¹ nel complesso aree montane¹ Carni Preparazioni di carni Formaggi Olii extrav. oliva Ortofrutta e cereali Altri Totale ¹Specialità nel cui disciplinare la zona di produzione e trasformazione ricade in un comune montano (Legge 991/ Provvedimenti in favore dei territori montani) Tab. 2 I prodotti tipici e la montagna [Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati del Sistema Informativo della Montagna]. Typical products and the mountains [Source: DEPAA elaborations on data from Sistema Informativo della Montagna]. I rifugi alpini, da sempre elemento fondamentale di presidio del territorio, attraverso un più stretto rapporto con il tessuto produttivo locale possono andare a costituire un prezioso elemento di valorizzazione e tutela del sistema montagna. Tuttavia, tali realtà presentano particolari criticità gestionali di carattere tecnico-economico che, di fatto, mettono a rischio la sopravvivenza stessa dei rifugi.

6 178 La rete dei rifugi alpini 2. Obiettivi e metodologia Il lavoro di ricerca si pone l obiettivo di tracciare le linee guida di una strategia multiscopo in grado, da un lato, di sostenere i rifugi alpini e, dall altro, di promuovere iniziative volte ad una sempre maggiore integrazione dell offerta di prodotti con elevato legame territoriale sfruttando le sinergie positive generate dalla costituzione di una rete di rifugi d alta quota che coinvolga il più ampio numero di stakeholders presenti. A tale scopo è stato ratificato un accordo quadro tra l Università degli Studi di Milano e il Club Alpino Italiano. Il campione d indagine è stato individuato in base a tre differenti criteri: 1) differenti caratteristiche economico-turistiche delle aree oggetto di studio; 2) differente distanza rispetto ai principali centri urbani ed in particolare rispetto a Milano; 3) presenza di strutture diversificate in merito alla facilità di raggiungimento e quota altimetrica del rifugio. In particolare, da questa prima fase è emersa la necessità di suddividere il campo d indagine in quattro aree principali: l area 1 corrispondente alle province di Vercelli e Verbania; l area 2 identificata con l Alta Valtellina; l area 3 costituita dalla zone montuose comprese tra la provincia di Lecco e la Bassa Valtellina; l area 4 individuata con la montagna delle zone di Como e Varese (Tab. 3a e 3b). Strutture Posti letto N letti medio per struttura N % N % N Area 1 VC-VB Area 2 Alta Valtellina Area 3 LC-Bassa Valtellina Area 4 CO-VA Totale Tab. 3a I rifugi alpini oggetto d indagine: caratteristiche strutturali [Fonte: nostre elaborazioni]. The alpine huts under investigation: structural features [Own elaboration].

7 Giovanni Ferrazzi 179 Area 1 VC-VB Area 2 Alta Valtellina Turistico Escursionistico Escursionistico Attrezzato Alpinistico Totale N % N % N % N % N % entro 150 Km 2 7% 23 79% 3 10% 1 3% % oltre 150 Km 2 25% 6 75% 8 100% entro 150 Km Area 3 LC-Bassa Valtellina Area 4 CO-VA oltre 150 Km 2 17% 8 67% 2 17% % entro 150 Km 2 7% 21 75% 5 18% % oltre 150 Km 1 8% 7 58% 3 25% 1 8% % entro 150 Km 2 15% 11 85% % oltre 150 Km Totale Tab. 3b I rifugi: tipologia di itinerari e distanza da Milano [Fonte: nostre elaborazioni].the alpine huts: types of routes and distance from Milan [Source: own elaboration]. Al fine di evidenziare le principali problematiche tecnico-economiche inerenti la conduzione dei rifugi è stato predisposto un questionario ad hoc da sottoporre ai gestori ed articolato in tre sezioni principali. Nella prima sono evidenziate le principali informazioni relative alle strutture in modo da poter ottenere una scheda anagrafica sintetica, nella seconda parte vengono trattati gli aspetti logistici e di approvvigionamento mentre nell ultima sezione sono riportate le informazioni economiche. I dati così raccolti ed integrati con quelli derivanti dalle principali fonti statistiche disponibili costituiranno la base per la successiva valutazione economica della rete dei rifugi alpini oggetto di studio e per l elaborazione, tramite analisi SWOT, di strategie gestionali sia a livello di singola struttura sia a livello comprensoriale. 3. Discussione dei risultati Allo stato attuale i risultati dell indagine empirica condotta nel corso del 2011 sono ancora parziali e non permettono di procedere nell analisi economica. Tuttavia è possibile evidenziare alcuni interessanti aspetti emersi nel corso di questa prima fase

8 180 La rete dei rifugi alpini del progetto e che meritano un ulteriore indagine. In primo luogo si segnala come i rifugi possano effettivamente ricoprire un ruolo chiave nella definizione di una strategia comune di valorizzazione della montagna in quanto rappresentano spesso un importante punto d incontro tra diverse tipologie di fruitori, la storia e le tradizioni locali; tuttavia appaiono ancora poco sfruttate le sinergie con i produttori locali. È necessario, quindi, prevedere un vero e proprio piano di sviluppo utilizzando un approccio multiscopo tipico del marketing territoriale. In particolare è utile definire gli elementi in grado di modificare la domanda di prodotti e servizi a carattere prevalentemente turistico e quella dei prodotti agroalimentari tradizionali e tipici come ad esempio la crescente richiesta in termini di sicurezza alimentare, intesa come food safety, e di garanzia della tradizionalità e tipicità delle produzioni. Per quanto riguarda i rifugi alpini appare fondamentale comprendere le nuove tendenze e il progressivo ampliamento del potenziale bacino d utenza. Sempre più spesso, infatti, è possibile rilevare la presenza presso i rifugi d alta quota di nuove tipologie di fruitori provenienti dalle grandi aree metropolitane. In secondo luogo è necessario effettuare un analisi dell offerta di prodotti ad elevato legame territoriale per poter successivamente procedere ad una riorganizzazione della medesima attraverso un duplice approccio. Da un lato, attraverso un integrazione di tipo orizzontale, andando a costituire di fatto una rete di rifugi in grado di offrire una tipologia di servizi articolata ma allo stesso tempo coordinata; dall altro mediante un integrazione verticale che coinvolga, oltre alla rete di rifugi sopra citata, i diversi operatori e produttori locali in modo da creare sinergie positive a livello di sistema economico montano. Questo tipo di lettura sembra celare un dilemma relativo alla possibilità di cooperare e/o competere da parte dei diversi soggetti coinvolti. Tuttavia, una possibile soluzione al problema può essere rappresentata da un nuovo modello interpretativo in materia di strategie d impresa. La letteratura disponibile risulta estremamente eterogenea, tuttavia la maggior parte dei contributi è riconducibile ad una visione dicotomica della realtà fondata su due principali comportamenti: quello competitivo e quello cooperativo. L importanza di tali comportamenti risiede nel fatto che essi rappresentano le due driving forces fondamentali per il progresso economico e sociale (Hurta & Hilda, 2007). Negli ultimi anni a questo approccio interpretativo si è affiancata una chiave di lettura focalizzata sullo studio di nuovi comportamenti strategici caratterizzati dalla presenza contemporanea di atteggiamenti di tipo cooperativo e competitivo, indicati con il neologismo coopetizione (Brandeburg & Nalebuff, 1995; Bengtsson & Kock, 2003; Luo, 2007) 5. Il termine coopetizione, introdotto per la prima volta da Raymond Noorda nel 1980, viene definito da Brandeburg e 5 Sull origine del termine coopetizione c è un sostanziale disaccordo tra le fonti anche se la maggior parte degli autori è concorde nell attribuire l introduzione del neologismo all Imprenditore statunitense R. Noorda (Walley, 2007), CEO di Novell dal 1982 al 1994.

9 Giovanni Ferrazzi 181 Nalebuff (1995) come una strategia che, andando oltre le tradizionali regole della competizione e della cooperazione, determina un vantaggio per entrambi i soggetti coinvolti. Le tipologie di coopetizione descritte in letteratura appaiono estremamente eterogenee e direttamente condizionate dalle caratteristiche intrinseche del prodotto e del mercato di riferimento oltre che, come evidenziato da Bengtsson & Kock (2000), dalla prevalenza o meno al suo interno dei differenti atteggiamenti cooperativi/competitivi. Ad esempio, la presenza di comportamenti coopetitivi all interno del settore agroalimentare interessa i rapporti orizzontali e verticali sia a livello delle imprese sia a livello di strutture organizzative sovra-aziendali (Walley, 2007; Walley & Custance, 2010). Tale approccio interpretativo potrebbe rappresentare un opportunità per un sistema economico-sociale complesso come quello delle aree montane. In questo caso, infatti, le necessità in termini di riduzione dei costi di produzione e/o gestione potrebbero trovare risposte positive proprio attraverso la creazione di reti di cooperazione interaziendali ed intersettoriali senza, tuttavia, dover rinunciare alla possibilità di mantenere un elevato grado di autonomia imprenditoriale continuando così a competere nei rispettivi mercati. 4. Considerazioni conclusive Il territorio montano appare caratterizzato da elevata complessità e da una carenza strutturale di informazioni che rende problematica l individuazione delle criticità del sistema economico compromettendo, di fatto, la possibilità di definire valide strategie a livello sia di singola impresa sia di sistema territoriale locale. Il progressivo deterioramento della situazione economica globale e le difficoltà strutturali delle imprese che operano in montagna rendono quanto mai attuale la necessità di individuare azioni concrete per contrastare la continua erosione dei redditi e della redditività delle imprese locali. In un tale contesto si inserisce lo studio condotto su un gruppo di rifugi alpini, da sempre elemento fondamentale di tutela del territorio, per evidenziarne criticità e opportunità in un ottica di valorizzazione e tutela del territorio e dell ambiente montano. La ricerca ha evidenziato come il coinvolgimento dei diversi soggetti operanti sul territorio debba partire da una profonda conoscenza in termini di domanda e offerta dei prodotti e servizi che la montagna offre o potrebbe garantire. In particolare, è stato sottolineato come elemento fondamentale l integrazione a duplice livello, verticale ed orizzontale, delle realtà presenti ed operanti sul territorio. A tale scopo è stato pro-

10 182 La rete dei rifugi alpini posto un nuovo modello di sviluppo che, andando oltre le tradizionali regole della competizione e della cooperazione, determina un vantaggio per entrambi i soggetti coinvolti. L approccio coopetitivo potrebbe rappresentare un opportunità per un sistema economico-sociale complesso come quello delle aree montane, in particolare per la sua capacità in termini di riduzione dei costi (di produzione e gestionali) grazie ad una progressiva riduzione dell asimmetria informativa che caratterizza i sistemi economici montani. Bibliografia Bengtsson M. and Kock S., Coopetition in business networks Cooperate and Compete simultaneously, in Industrial Marketing Management, 29 (2000), pp Bengtsson M. and Kock S., Relationships of Cooperation and Competition between Competitors, Paper presented at the 19th Annual IMP Conference, September 4-6, 2003, Lugano Brandenburger A.M. and Nalebuff B.J., The right game: use game theory to shape strategy, in Harvard Business Review, 73, July-August 1995, pp Hurta H., Modification of the concept of competitiveness with special regard to the demand emerging nowdays on cooperation, in Gazdálkodás, 51, Special edition No. 19 (2007), pp ISMEA, I prodotti agroalimentari protetti in Italia, Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Roma ISTAT e EIM, Atlante statistico della montagna italiana, Bononia University Press, Roma Luo Y., A coopetition perspective of global competition, Journal of World Business 42 (2007), pp Walley K., Coopetition An introduction to the Subject and an Agenda for Research, in Int. Studies of Mgt. & Org., 37, 2, 2007, pp Walley K. and Custance P., Coopetition: insights from the agri-food supply chain, in Journal on Chain and Network Science, 3 (2010), pp

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