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1 LIFE Project Number <LIFE09 NAT/IT/000093> LIFE+ PROJECT NAME or Acronym <ECO-RICE - Vercelli rice ields: integrated plan for environmental requaliication and sustainable management of rice agroecosystem> Action E Monitoring of wetland habitat evolution and of their functionality inside the ecological network, after the nature restoration actions foreseen Azione: E Monitoraggio dell evoluzione degli habitat acquatici e della loro funzionalità all interno della rete ecologica, a seguito delle azioni di ripristino ambientale previste Componente: ERPETOFAUNA

2 Autore: Daniele Seglie, Ph.D. Consulente Faunistico V.lo Costabel, San Germano Chisone (TO) Telefono: Mobile: daniele.seglie@gmail.com P.IVA: Data: Settembre 2013 Titolo: ECO-RICE - LIFE09 NAT/IT/ Azione: E Monitoraggio dell evoluzione degli habitat acquatici e della loro funzionalità all interno della rete ecologica, a seguito delle azioni di ripristino ambientale previste: Relazione finale sull'erpetofauna. Elenco allegati: Allegato 1: Dati raccolti (ECORICE_Seglie_Erpetofauna_Allegato 1 Dati.dbf) Allegato 2: Dati pregressi (ECORICE_Seglie_Erpetofauna_Allegato 2 - BDN_Dati Pregressi.dbf) Allegato 3: Schede siti riproduttivi (ECORICE_Seglie_Erpetofauna_Allegato 3 - Schede Siti.pdf) Allegato 4: Schede di campo (ECORICE_Seglie_Erpetofauna_Allegato 4 - Schede di campo.pdf) Allegato 5: CD-Rom contenente il materiale iconografico

3 Indice Introduzione...4 Inquadramento progettuale...4 Obbiettivi...4 Materiali e metodi...4 Esame dei dati pregressi...4 Tecniche di monitoraggio degli anfibi...5 Tecniche di monitoraggio dei rettili...6 Studio di Cattura-Marcatura-Ricattura (CMR) sulla Testuggine palustre europea...7 Informatizzazione ed analisi dei dati...12 Risultati...16 Esame dei dati pregressi...16 Risultati dei rilievi sul campo ) F.ne Mora e Moretta, C.na Oschiena, comune di Crova (Azione C.2.3-ii) ) F.na Prato Lungo, fraz. Lachelle, comune di Ronsecco (Azione C.2.3-i) ) Navilotto della Colombara (Azione C.2.3-ii), Camere di risaia di C.na Spinola (Azione C.2.3-iii) e Camere di risaia della Riseria Arrigone (Azione C.2.3-iv), comune di Livorno Ferraris ) Fontanili nel Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino SIC/ZPS IT (Azione C.2.1) ) Laghetto della Guglielmina (Azione C.2.4), Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino SIC/ZPS IT ) Palude di San Genuario, ZPS IT e SIC IT , comune di Fontanetto Po (Azione C.2.2) Risultati dello studio MCR sulla testuggine palustre...43 Dati pregressi...43 Risultati del monitoraggio Conclusioni...47 Criticità...47 Indicazioni gestionali...48 Conclusioni generali...50 Bibliografia...52

4 Introduzione Inquadramento progettuale Nell'ambito del progetto ECO-RICE è stata prevista una specifica azione di monitoraggio dell'evoluzione degli habitat acquatici all'interno delle rete ecologica, dopo gli interventi di ripristino e creazione ex-novo di ambienti naturali effettuati durante il progetto. Questi interventi sono stati effettuati sia in aree di elevata importanza per la biodiversità (Core Areas), sia in piccole aree agricole utili per la dispersione delle specie nella rete ecologica (Stepping Stones). Gli interventi nelle Core Areas sono stati costituiti dal recupero di fontanili (C.2.1) e di ambienti palustri (C.2.2); le azioni relative alla realizzazione di Stepping stones sono state: 1) la riqualificazione di un fontanile (C.2.3-i); 2) la riqualificazione di canalizzazioni irrigue (C.2.3 -ii); 3) la creazione di zone umide permanenti (C.2.3-iii); 4) la creazione di cenosi arbustive non lineari (C.2.3-iv). Obbiettivi Gli obbiettivi principali del monitoraggio sono stati: 1) censire e localizzare tutte le specie di anfibi e rettili presenti nell'area interessata dagli interventi ECO-RICE e nei suoi immediati dintorni; 2) valutare i benefici degli interventi sull'erpetofauna presente nell'area, sia nel contesto locale che nella rete ecologica; 3) rilevare le criticità e fornire spunti gestionali per la conservazione dell'erpetofauna delle aree esaminate; tra gli anfibi, particolare attenzione è stata posta sul tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie di elevato interesse conservazionistico che può essere considerata specie ombrello per la batracofauna dell'area; 4) stimare l'abbondanza e il trend di popolazione di Emys orbicularis presso la Palude di San Genuario (ZPS IT e SIC IT ), fornendo le indicazioni gestionali per la sua efficace tutela. Materiali e metodi Esame dei dati pregressi I dati pregressi provengono dalle Banche Dati Naturalistiche della Regione Piemonte ( che contengono i dati naturalistici regionali. Per ogni punto di intervento ECO-RICE è stata considerata un'area buffer di 2 km; dall'unione delle aree buffer sono risultate quattro macro-aree separate (Figura 1), per le quali sono stati estratti i record faunistici disponibili nel database.

5 Figura 1 - Raffigurazione delle quattro macro-aree con indicati i punti degli interventi ECO-RICE Tecniche di monitoraggio degli anfibi Durante lo studio sono state utilizzate le seguenti tecniche di monitoraggio: 1) Visual Encounter Surveys. I VES sono condotti da un osservatore che percorre un transetto lineare o un'area scelta cercando visivamente gli animali. Questo tipo di monitoraggio è spesso utile per rinvenire le specie difficilmente catturabili, quelle presenti per poco tempo al sito riproduttivo o quelle rare. I VES permettono di ottenere informazioni su: (a) presenza delle specie nei dintorni dell area di osservazione; (b) alcune informazioni sulla biologia, quale ad esempio il pattern di attività; (c) alcune informazioni sull habitat frequentato. I VES sono stati utilizzati principalmente per la ricerca degli adulti in fase terrestre. 2) Call surveys. Alcune specie di anuri difficilmente osservabili nel corso dell anno possono essere rilevate ascoltando i canti di richiamo emessi dai maschi durante la stagione riproduttiva. I call survey sono relativamente semplici e poco dispendiosi e permettono di identificare i siti riproduttivi delle diverse specie. Per le specie che emettono le vocalizzazioni sotto la superficie dell acqua (Pelobates fuscus insubricus, Rana latastei e Rana dalmatina) i rilevamenti sono condotti con l ausilio di un idrofono, posizionato in diversi punti della zona umida. I call surveys permettono di ottenere informazioni su: (a) la presenza di maschi adulti; (b) il periodo e condizioni climatiche durante l emissione dei canti; (c) la localizzazione dei siti riproduttivi; (d) la stima dell abbondanza

6 relativa di maschi in canto. I call surveys sono utilizzati principalmente per determinare la presenza di Hyla intermedia, Rana lessonae-esculenta cpx. e Lithobates catesbeianus. 3) Egg mass counts. Gli ammassi, i cordoni o le singole uova deposte dalle femmine degli anfibi sono spesso facilmente osservabili e identificabile: il loro rinvenimento e conteggio (egg mass count) permette di confermare con certezza la riproduzione di una specie nel sito esaminato. Per le specie in cui le femmine depongono singoli ammassi o cordoni ben identificabili (e.g. Rana dalmatina) il conteggio delle ovature consente anche la stima del numero di femmine riproduttive per ogni sito. L egg mass count possono fornire, quindi, informazioni su: (a) il numero di femmine che si è riprodotto con successo durante la stagione riproduttiva; (b) il periodo e le condizioni climatiche durante la deposizione; (c) le caratteristiche del luogo di deposizione all interno del sito riproduttivo. L egg mass count è stato utilizzato principalmente per determinare la presenza di Triturus carnifex e Lissotriton vulgaris meridionalis. 4) Dip-netting. Questo protocollo consiste nella cattura delle larve di anfibi e degli adulti in fase acquatica per mezzo di un retino a maglie fini. I campionamenti possono essere casuali all interno della pozza oppure mirati a seconda delle preferenze ecologiche di una specie. Questa tecnica, una delle meno dispendiose, fornisce informazioni su: (a) le specie di larve presenti al momento del campionamento; (b) alcuni aspetti della biologia, quale ad esempio lo stadio larvale; (c) le preferenze e sulla distribuzione delle varie specie; (d) in alcuni casi, la stima della densità. Il dip-netting è stato utilizzato principalmente per determinare la presenza di larve di anfibi nei siti esaminati e per il censimento delle specie presenti. Tecniche di monitoraggio dei rettili Durante lo studio sono state utilizzate le seguenti tecniche di monitoraggio: 1) Visual Encounter Surveys su Transetto Lineare. I VES sono stati condotti percorrendo un transetto lineare cercando visivamente gli animali, ad occhi nudo o con l'ausilio di un binocolo. Questo tipo di monitoraggio è spesso utile per rinvenire le specie difficilmente catturabili, quelle presenti per poco tempo al sito riproduttivo o quelle rare. I VES permettono di ottenere informazioni su: (a) presenza delle specie nei dintorni dell area di osservazione; (b) alcune informazioni sulla biologia, quale ad esempio il pattern di attività; (c) alcune informazioni sull habitat frequentato. 2) Cattura marcatura e ricattura utilizzando nasse e trappole ad atollo. Tale tecnica è stata utilizzata per lo studio di Cattura-Marcatura-Ricattura (CMR) su Emys orbicularis; per un spiegazione in dettaglio si rimanda al paragrafo seguente.

7 Studio di Cattura-Marcatura-Ricattura (CMR) sulla Testuggine palustre europea La ricerca sulla testuggine palustre europea (Emys orbicularis) presso la Palude di San Genuario è stata effettuata mediante la cattura, la marcatura e la ricattura di individui, utilizzando una trappola ad atollo e delle nasse galleggianti. Le nasse galleggianti, appositamente costruite, sono costituite da un cilindro del diametro di 50 cm di rete in PVC (maglia 1 cm 2 circa); alle due estremità del cilindro sono fissate, con fascette in PVC (75 x 2,2 mm), due tronchi di cono dello stesso materiale con le aperture minori (circa 20 cm) rivolte verso l interno della nassa, in modo da impedire la fuga dell animale (Figure 3 e 4). Sono state costruite 5 nasse da 1 m di lunghezza e una nassa di lunghezza 1,2 m (quest'ultima è stata fabbricata in rete elettro-saldata, sempre con maglia di 1 cm 2 ). Per consentirne il galleggiamento, sono state fissate, a circa 10 cm dalla tangente del cilindro, 4 bottiglie vuote in PVC da 1,5 l. Le nasse venivano ancorate a riva utilizzando un cordino. Come esche sono stati utilizzati dei bastoncini di merluzzo, appesi in posizione centrale con un cordino. Il monitoraggio si è articolato in due sessioni, dal 20 al 24 maggio e dal 22 al 25 luglio. Una sessione aggiuntiva di 2 giorni (1-2 agosto) è stata effettuata in collaborazione con il Dr. Claudio Ciofi, nell'ambito di un progetto coordinato dal Dipartimento di Biologia dell'università di Firenze, volto alla raccolta di campioni genetici delle popolazioni italiane di Emys. Durante quest'ultima sessione sono state utilizzate 7 trappole fatte di rete da pesca; tali strutture, lunghe circa 3 m, sono composte da due gabbie a nassa del diametro di circa 50 cm, poste all'estremità di una rete di sbarramento in posizione centrale, con l'apertura verso lo sbarramento. Le trappole sono state fissate per le estremità a dei paletti piantati nello stagno, in modo tale che una parte della gabbia a nassa emergesse dall'acqua per consentire agli animali intrappolati di prendere aria. Tali trappole sfruttano la spiccata acquaticità di Emys orbicularis: durante il nuoto le testuggini incontrano lo sbarramento centrale e, seguendolo, vengono indirizzate verso le trappole a nassa (che in questo caso non sono munite di esca). La trappola ad atollo, appositamente costruita, è costituita da un quadrilatero di tubi in PVC (diametro 12 cm) largo 0,7 m e lungo circa 1 m. Sul quadrilatero è stata fissata un intelaiatura di legno a cui sono state ancorate, verso l'esterno, due rampe per la salita delle testuggini e, verso l'interno, due rampe basculanti che facilitano la caduta delle testuggini verso l'interno del quadrilatero (Figure 5 e 6). Una sacca di rete da pesca (magia di circa 2 cm 2 ) è fissata al quadrilatero in modo tale che l'animale non riesca a fuggire sott'acqua; la mancanza di appigli verso il lato interno del quadrilatero, che emerge di almeno 10 cm dalla superficie dell'acqua, non permette alla testuggine di risalire verso l'esterno. Tale trappola sfrutta la propensione delle testuggini a effettuare basking su oggetti emersi; la cattura avviene sia grazie alle passerelle basculanti, sia sfruttando la propensione delle testuggini a gettarsi in acqua se si sentono minacciate.

8 Figura 2 - Nassa galleggiante prima del posizionamento Figura 3 - Nassa galleggiante dopo il posizionamento nella vasca 5

9 Figura 4 - Trappola ad atollo prima del posizionamento Figura 5 - Trappola ad atollo posizionata nella vasca 6

10 Durante la prima sessione esplorativa sono state posizionate una nassa galleggiante e una trappola ad atollo. Il posizionamento è stato effettuato dopo alcune osservazioni dirette, mediante binocolo, delle testuggini durante la loro attività di basking o floating nelle vasche. La nassa è stata posizionata 2 giorni nella vasca 5 e due giorni nella vasca 28; la trappola ad atollo è stata posizionata e lasciata nella vasca 6 per tutta la sessione (per la mappa con il numero e la posizione delle vasche della Palude di San Genuario si rimanda alla Figura 26). Durante la seconda sessione sono state posizione 6 nasse nelle vasche 1, 2, 5, 26, 28, 19; dopo 2 giorni la nassa nella vasca 19 è stata spostata nella vasca 18 in quanto non era stato catturato nessun animale. La trappola ad atollo è stata lasciata nella vasca 6 per tutta la sessione. Nell'ultima sessione aggiuntiva (svolta dal Dr. Claudio Ciofi nell'ambito del progetto relativo allo studio della genetica delle popolazioni italiane) le 7 nasse sono state così posizionate: due nella vasca 2, due nella vasca 5, una nella vasca 26, due nella vasca 28. Le nasse venivano controllate mattina e sera; gli animali catturati venivano misurati, pesati e marcati (Figure 8 e 9). La massa in grammi (body weight, BW) è stata misurata con una bilancia elettronica. Le misurazioni (Figura 6) sono state rilevate seguendo la metodologia adottata da Zuffi et al. (1995): CL, lunghezza del carapace (carapace length); CW, larghezza del carapace (carapace width); PL, lunghezza del piastrone (plastron length); PW, larghezza del piastrone (plastron width); SH, altezza base del piastrone-punta del carapace (scute height); TL, lunghezza totale della coda (total tail length); CT, lunghezza apertura della cloaca-punta della coda (cloaca-tail tip length). Per quanto riguarda la marcatura si è deciso di usare la metodologia già applicata precedentemente in uno studio svolto tra il 2002 e il 2007 (Di Già, 2007). Il sistema di marcatura utilizzato è quello proposto da Stubbs et al. (1984) che prevede l incisione delle placche marginali del carapace. Ciascuna placca corrisponde ad un numero, e dalla combinazione di più placche si ottengono fino a 1499 codici possibili: le prime 9 placche marginali a partire dal capo indicano le unità (a destra) e le decine (a sinistra); una combinazione di incisioni sulle ultime 4 pacche marginali (le ultime 2 del lato destro, più le ultime due del lato sinistro) indica le centinaia (da 100 a 1400) (Figura 7). Il sesso è stato determinato solo negli individui maturi: il maschio, rispetto alla femmina, presenta una coda più lunga e spessa, con un astuccio caudale più grande, concavità del piastrone e placca caudale del carapace ricurva verso l interno. Per la determinazione dell età si è fatto riferimento agli anelli di accrescimento presenti sugli scudi cornei. Ogni anello dovrebbe corrispondere ad un anno di età risultante da una fase di accrescimento (stagione attiva) e da una fase di stasi (ibernazione).

11 Figura 6 - Misure morfometriche rilevate relative al carapace, al piastrone e al guscio: a. lunghezza del carapace (carapace length, CL); b. larghezza del carapace (carapace width, CW); c. lunghezza del piastrone (plastron length, PL); d. larghezza del piastrone (plastron width, PW); e. altezza base del piastrone-punta del carapace (scute height, SH) Figura 7 - Codice di marcatura applicato durante le indagini: a sinistra sono riportati numeri a cui corrispondono le placche marginali delle decine e delle unità, la cui incisione permette di ottenere 99 combinazioni (nell'esempio, il numero 82); a destra sono indicate le placche da marcare per ottenere le combinazioni da 100 a 1400

12 In realtà questo criterio risulta sufficientemente valido solo fino ai anni, cioè quando la crescita più rapida consente di riconoscere facilmente gli anelli (Figure 10 e 11). Dai 10 anni in poi gli anelli di accrescimento sono talmente ravvicinati da non essere più distinguibili. Figure 8 e 9 - Misurazioni morfometriche e pesa di un esemplare di testuggine palustre Figure 10 e 11 - Foto in cui sono ben visibili tre anelli di accrescimento sulle placche centrali (foto a sinistra) e marginali (foto a destra) in un esemplare di Emys orbicularis al quarto anno di età Informatizzazione ed analisi dei dati Tutte le segnalazioni sono informatizzate nel database tramite il software DBFauna.exe (I.P.L.A. s.p.a). I dati sono stati trasmessi all'i.p.l.a. e confluiranno nelle Banche Dati Naturalistiche della Regione Piemonte ( Le segnalazioni raccolte sono identificate dal codice ECORICE nel campo PROGETTO del database. Tutti i siti riproduttivi, le località di ritrovamento e i transetti identificati vengono identificati dal codice univoco nel campo SCHEDA (vedi tabella successiva): i siti localizzati in aree di intervento ECO-RICE sono identificati dal codice dell'intervento ed un numero progressivo (ad esempio, C21_## indica i punti

13 di rilievo presso l'area dell'intervento C.2.1); i siti esterni alle aree di intervento sono indicati da un codice alfanumerico progressivo (ad esempio EC##). Le elaborazioni cartografiche sono state effettuate utilizzando il software QuantumGIS RC1 (Quantum GIS Development Team, 2012). La stima dell'abbondanza di popolazione relativa allo studio CMR su Emys orbicularis è stata effettuate utilizzando il pacchetto Rcapture di R (Baillargeon & Louis-Paul Rivest, 2012) per popolazioni chiuse.

14 SCHEDA AZIONE COMUNE UTMY UTMX QUOTA LOCALITA'/DESCRIZIONE C21_01 C.2.1 Trino Testa della risorgiva Fontana dello Zolfo C21_02 C.2.1 Trino Transetto lungo la risorgiva Fontana dello Zolfo C21_03 C.2.1 Trino Testa della risorgiva Fontana della Divisione C21_04 C.2.1 Trino Transetto lungo la risorgiva Fontana della Divisione C21_05 C.2.1 Trino Testa della risorgiva Fontana del Cappello C21_06 C.2.1 Trino Transetto lungo la risorgiva Fontana del Cappello C22_01 C.2.2 Crescentino Vasca 35 della Palude di San Genuario C22_02 C.2.2 Crescentino Vasche della Palude di San Genuario C22_03 C.2.2 Crescentino Vasche della Palude di San Genuario C22_04 C.2.2 Fontanetto Po Vasche della Palude di San Genuario C22_05 C.2.2 Fontanetto Po Vasche della Palude di San Genuario C22_06 C.2.2 Fontanetto Po Vasca 47 della Palude di San Genuario, stagno vecchio C22_07 C.2.2 Crescentino Vasche 3-4 della Palude di San Genuario C22_08 C.2.2 Fontanetto Po Vasche della Palude di San Genuario C22_09 C.2.2 Fontanetto Po Vasca 34 della Palude di San Genuario C22_10 C.2.2 Fontanetto Po C22_11 C.2.2 Fontanetto Po C22_12 C.2.2 Fontanetto Po C22_13 C.2.2 Fontanetto Po Vasche piccole della Palude di San Genuario Transetto Est-Ovest della Palude di San Genuario Transetto Nord-Sud della Palude di San Genuario Vasca 48 della Palude di San Genuario, stagni nuovi C22_14 C.2.2 Fontanetto Po Vasche della Palude di San Genuario C22_15 C.2.2 Fontanetto Po Vasconi in cemento tra la Vasca 27 e la Vasca 28 della Palude di San Genuario C22_16 C.2.2 Crescentino Vasche 1-2 della Palude di San Genuario C23-a_01 C.2.3.i Ronsecco Testa della risorgiva Fontana Prato Lungo

15 SCHEDA AZIONE COMUNE UTMY UTMX QUOTA LOCALITA'/DESCRIZIONE C23-a_02 C.2.3.i Ronsecco C23-a_03 C.2.3.i Ronsecco C23-b_01 C.2.3.ii Livorno Ferraris C23-c_01 C.2.3.ii Crova C23-c_02 C.2.3.ii Crova C23-c_03 C.2.3.ii Crova C23-c_04 C.2.3.ii Crova C23-c_05 C.2.3.ii Crova Acquitrino e stagni di nuova creazione in loc. Fontana Prato Lungo Transetto lungo l'impianto di Fontana Prato Lungo Transetto lungo il Navilotto della Colombara, C.na Spinola Testa della risorgiva Fontana Mora, C.na Oschiena Nuova Transetto lungo l'impianto delle risorgive Fontana Mora e Fontana Moretta Risaia ad Ovest della risorgiva Fontana Mora, C.na Oschiena Nuova Risaia ad Est della risorgiva Fontana Mora, C.na Oschiena Nuova Risaia a Sud della risorgiva Fontana Mora, C.na Oschiena Nuova C23-d_01 C.2.3.iii Livorno Ferraris Camera di risaia C.na Spinola C23-e_01 C.2.3.iv Livorno Ferraris Transetto lungo l'mpianto della Riseria Arrigone C24_01 C.2.4 Trino Laghetto grande della Guglielmina C24_02 C.2.4 Trino Laghetto piccolo della Guglielmina C24_03 C.2.4 Trino Transetto lungo le sponge del laghetto della Guglielmina EC01 N/A Crova Fosso 70 m ad E di Cappella Tabalino EC02 N/A Crova Testa della risorgiva di Cappella Tabalino EC03 N/A Lignana Fontana Nuova EC04 N/A Trino Fossetto presso C.na la Generala EC05 N/A Trino EC06 N/A Trino EC06 N/A Trino EC07 N/A Trino Pozza lungo il Sentiero Segatura, Cantone Est, 150 m ad O della F.na della Divisione Pozza Est 100 m Nord della Fontana della Divisione, Paludi di Mezzo Ovest Pozza Est 100 m Nord della Fontana della Divisione, Paludi di Mezzo Ovest Pozza Ovest 100 m Nord della Fontana della Divisione, Paludi di Mezzo Ovest EC08 N/A Crova Cappella Tabalino EC09 N/A Trino Ingresso Ponte d'assi, Rio Ranguinolento EC10 N/A Trino Boscodella Partecipanza, lungo la strada principale tra Termini Est e Termini Ovest Tabella 1 - Elenco dei punti di rilievo identificati nell'ambito del presente studio; per ogni sito è indicata l'azione ECO-RICE di riferimento, il comune, le coordinate in formato UTM ED50 (Zona 32 N), la quota e la località

16 Risultati Esame dei dati pregressi Di seguito solo elencate le specie segnalate nelle quattro macro-aree, nonché la data dell'ultimo avvistamento. Area 1: F.na Prato Lungo, fraz. Lachelle, comune di Ronsecco (Azione C.2.3-i) e F.ne Mora e Moretta, C.na Oschiena, comune di Crova (Azione C.2.3-ii). - Bufo viridis sensu latu (BDN, 1996) Area 2: Navilotto della Colombara (Azione C.2.3-ii), Camere di risaia di C.na Spinola (Azione C.2.3-iii) e Camere di risaia della Riseria Arrigone (Azione C.2.3-iv), comune di Livorno Ferraris. - Hierophis viridiflavus (BDN, 1993) - Podarcis muralis (BDN, 1993) Area 3: Fontanili (Azione C.2.1) e Laghetto della Guglielmina (Azione C.2.4), Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino SIC/ZPS IT Triturus carnifex (BDN, 2009) - Bufo viridis sensu latu (BDN, 2004) - Hyla intermedia (BDN, 2009) - Rana lessonae-esculenta cpx. (BDN, 2009) - Podarcis muralis (BDN, 2004) - Lacerta bilineata (BDN, 2009) - Hierophis viridiflavus (BDN, 2004) - Zamenis longissimus (BDN, 2009) - Natrix natrix (BDN, 2009) - Vipera aspis (BDN, 2006) Area 4: Palude di san Genuario, ZPS IT e SIC IT , comune di Fontanetto Po (Azione C.2.2). - Triturus carnifex (BDN, 2006) - Lissotriton vulgaris (BDN, 1979) - Bufo bufo (BDN, 2003) - Bufo viridis sensu latu (BDN, 1996) - Hyla intermedia (BDN, 2004) - Rana lessonae-esculenta cpx. (BDN, 2004) - Emys orbicularis (BDN, 2010)

17 - Anguis fragilis (BDN, 1999) - Lacerta bilineata (BDN, 2008) - Podarcis muralis (BDN, 2004) - Hierophis viridiflavus (BDN, 2009) - Zamenis longissimus (BDN, 2006) - Natrix maura (BDN, 1980) - Natrix natrix (BDN, 2011) - Natrix tessellata (BDN, 1985) - Vipera aspis (BDN, 2004) - Trachemys scripta (BDN, 1999) Le Aree 3 e 4, situate nelle aree protette del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino e della Palude di San Genuario, risultano ben indagate dal punto della composizione specifica dell'erpetofauna, sopratutto per la maggior frequentazione da parte di naturalisti e del personale delle Aree Protette. Tutte le segnalazioni, però, sono costituite da avvistamenti sporadici e non permettono una stima quantitativa o semi-quantitativa delle specie presenti. Per alcune specie, inoltre, mancano dati recenti: il tritone punteggiato italiano (Lissotriton vulgaris) non è stato più osservato dal 1979; analogamente gli unici avvistamenti di natrice viperina (Natrix maura) e natrice tassellata (Natrix tassellata) risalgono agli anni '80. Le Aree 1 e 2, al contrario, risultano estremamente povere di segnalazioni: questo è dovuto principalmente allo scarso livello di indagine di tali aree, situate su terreni privati in un contesto di risicoltura intensiva. Tra le specie non segnalate ma potenzialmente presenti in queste due aree vi sono la Raganella italiana (Hyla intermedia) e le rane verdi de complesso Esculenta-Lessona (Rana lessonae-esculenta cpx.), specie assai comuni nelle risaie vercellesi.

18 Risultati dei rilievi sul campo 1) F.ne Mora e Moretta, C.na Oschiena, comune di Crova (Azione C.2.3-ii) Figura 12 - Ortofoto aerea dell'area studiata con indicati i punti di campionamento (in rosso), i transetti percorsi (in verde) e la localizzazione delle Azioni ECO-RICE (in rosso) Azione. C Creazione di stepping stones nella ZPS Risaie vercellesi (IT ), per favorire la connessione ecologica fra gli elementi della Rete Natura 2000 della pianura vercellese. Descrizione. L'Azione ECO-RICE C.2.3-ii presso l'azienda Agricola Oschiena è stata costituita da un impianto di una siepe lungo l'asta del fontanile Fontana Mora (in rosso nella foto) e la riqualificazione floristica della testa del fontanile stesso. La risorgiva è situata a pochi metri dalla Strada Provinciale 18 tra Crova e Lignana, a NO della C.na Oschiena Nuova; la testa del fontanile, con una profondità massima di 60 cm, si trova circa 1 metro sotto al livello del terreno circostante; l'asta del fontanile è interessata, a ridosso della testa, dall'immissione di acque di scarsa qualità provenienti dal reticolo irriguo. A sud della Fontana Mora è situata la risorgiva F.na Moretta; la testa e l'asta della risorgiva non sono più distinguibili, in quanto totalmente canalizzate in un fosso che scorre in direzione ESE; il primo tratto della risorgiva non riceve apporti diretti dal reticolo idrico superficiale. Entrambi i fontanili sono inseriti in un contesto di agricoltura intensiva a riso, ove l'unico elemento naturale è costituito dalla siepe messa a dimora con l'azione ECO-RICE.

19 Figura 13 - Testa della risorgiva Fontana Mora (a destra nella foto); si noti (al centro) l'immissione di acqua più torbida proveniente dal reticolo idrico superficiale Risultati. I risultati dei monitoraggi presso l'area di intervento sono riassunti in tabella 2; l'area è risultata alquanto povera di specie: tra gli anfibi le uniche due specie censite sono la raganella italiana (Hyla intermedia) e le rane verdi del complesso Esculenta-Lessona. Tra i rettili, l'unica specie osservata è la lucertola muraiola. Delle due specie di anfibi rilevate, solo Rana lessonae-esculenta cpx. utilizza la risorgiva come sito di riproduzione, mentre Hyla intermedia utilizza le risaie circostanti come sito di riproduzione. Le popolazioni di tutte le specie presenti sono sicuramente influenzate positivamente dalla siepe impiantata in quanto per gli anfibi costituisce un habitat di rifugio e sussistenza durante la fase terrestre, per per i rettili fornisce anche un ambiente idoneo alla riproduzione. F.ne Mora e Moretta, C.na Oschiena, comune di Crova (Azione C.2.3-ii) Codice C23-c_1 C23-c_2 C23-c_3 C23-c_4 C23-c_5 Anfibi Hyla intermedia Raganella italiana Rana lessonae-esculenta cpx. Rane verdi del Complesso L-E Rettili Podarcis muralis Lucertola muraiola P(M) P(M) R(M) R(M) R(M) R(M) P(M) R(M) R(M) R(M) P(A) Tabella 2 - Specie di anfibi rilevate nei punti di campionamento indicati sulla mappa; P, presenza; R, riproduzione accertata; tra parentesi è indicata la stima semi-quantitativa di abbondanza (M, molti; A, alcuni; S, sporadico)

20 Criticità e indicazioni gestionali. Le criticità elencate si riferiscono in particolare al Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie che può essere considerata a buon titolo specie ombrello per la l'erpetofauna dell'area. Le principali criticità dell'area sono: 1) Isolamento: l'area si trova circondata da un contesto di agricoltura risicola intensiva; tale ambiente, pur non costituendo una barriera totale allo spostamento degli animali, risulta un habitat che ostacola la dispersione degli individui in quanto fornisce pochissimi rifugi per gli individui in fase terrestre. 2) Presenza di pesci: la fauna ittica costituisce una seria minaccia per le popolazioni di anfibi in quanto preda intensamente le larve. In particolare, nel fontanile sono state osservate numerosissime Gambusie (Gambusia affinis), anche in periodo invernale; tale specie comporta la scomparsa totale delle popolazioni di Triturus carnifex e Lissotriton vulgaris meridionalis. 3) Inquinamento: l'immissione, subito a ridosso della testa della Fontana Mora, di acqua proveniente dal reticolo idrico superficiale riduce sensibilmente gli effetti positivi su flora e fauna palustre dell'acqua di elevata qualità proveniente dal fontanile. Per ciò che concerne le indicazioni gestionali, si suggeriscono, in ordine di priorità, i seguenti interventi volti al miglioramento dell'habitat per l'erpetofauna presente (anche in questo caso la specie considerata target è il Tritone crestato italiano): 1) Creazione di un sito riproduttivo idoneo a Triturus carnifex: l'obbiettivo è quello di creare un ambiente acquatico privo di fauna ittica per consentire la riproduzione del tritone crestato italiano. La Fontana Moretta si presta abbastanza facilmente per un intervento di questo tipo: il posizionamento di una paratia regolabile a valle della testa della risorgiva (a circa 20 metri) consentirebbe di isolare dal retico idrico un tratto del fosso; lo sbarramento dovrebbe essere regolato in modo da innalzare l'acqua nella parte a monte (dove c'è la testa del fontanile) di circa cm, per creare una zona di acqua ferma. In tal modo risulterebbe più difficile la colonizzazione del tratto di fosso isolato da parte della fauna ittica, e si costituirebbe una zona umida adatta alla riproduzione della batracofauna. La paratia mobile, inoltre, permetterebbe anche lo svuotamento del fosso in caso si osservi la presenza di pesci. 2) Miglioramento del corridoio ecologico tra l'area oggetto di intervento e la Cappella Tabalino (situata a circa 1,5 Km di distanza): l'area compresa tra la Cappella Tabalino e la F.na Nuova (Figura 14) si è rilevata un ambiente naturale di notevole importanza naturalistica; in questa zona infatti è presente una delle ultime popolazioni di Triturus carnifex (punto EC01 in Figura 14). L'ambiente è costituito da numerosi fossi alimentati da acqua di falda e da alcune aree boscate ed incolte; in uno di questi fossi, parzialmente isolato dal reticolo idrico superficiale, è presente una piccola popolazione di Tritone crestato italiano. Nell'ottica del

21 miglioramento degli stepping stones della rete ecologica tale area costituisce un importante tassello. Pertanto sarebbe necessario implementare la sua connettività con le Fontane Mora e Moretta e con la F.na Prato Lungo (Azione ECO-RICE 2.3.i). 3) Potenziamento dell'unico sito noto nei dintorni dell'area di azione. Come accennato, nei dintorni della Cappella Tabalino è presente la stazione nota di Triturus carnifex più vicina al sito di intervento di C.na Oschiena. La popolazione presente, però, è risultata estremamente esigua; come sito di riproduzione utilizza un piccolo fossetto dove è presente anche fauna ittica. Per potenziare le popolazione si suggerisce di creare nell'area limitrofa (in rosso nella Figura 14) nuovi acquitrini e stagni, analoghi a quelli creati nell'ambito dell'azione C2.3.i (F.na Prato Lungo). Tali ambienti acquatici, isolati dal reticolo idrico, consentirebbero un notevole aumento della popolazione fornendo nuovi siti idonei alla riproduzione. Figura 14 - Ortofoto aerea dell'area compresa tra la Cappella Tabalino e la Fontana Nuova con indicati i punti di campionamento (in rosso) e la localizzazione delle aree in cui si suggerisce di realizzare i nuovi stagni (in rosso)

22 2) F.na Prato Lungo, fraz. Lachelle, comune di Ronsecco (Azione C.2.3-i) Figura 15 - Ortofoto aerea dell'area studiata con indicati i punti di campionamento (in rosso), i transetti percorsi (in verde) e la localizzazione delle Azioni ECO-RICE (in rosso) Azione. C Creazione di stepping stones nella ZPS Risaie vercellesi (IT ), per favorire la connessione ecologica fra gli elementi della Rete Natura 2000 della pianura vercellese. Descrizione. L'Azione ECO-RICE C.2.3.i ha previsto la rinaturalizzazione del Fontanile F.na Prato Lungo; gli interventi attuati sono stati: 1) la rifunzionalizzazione e riqualificazione ambientale della testa del fontanile; 2) la rifunzionalizzazione dell asta di deflusso; 3) la diversificazione degli habitat umidi; 4) il potenziamento/creazione di fasce ecotonali fra biotopo e risaia. La testa della risaia si trova ad Ovest ed è circondata da una fascia di vegetazione ripariale (con alcuni individui pluridecennali di specie di pregio, Quercus robur, Tilia cordata); l'asta, meandriforme e dalle sponde ripide, prosegue in direzione SE e dopo qualche centinaia di metri si unisce al reticolo idrico superficiale. Poco a valle della testa (punto C2e-a_2 nella mappa) si trova un area di falda affiorante di forma triangolare, coltivata a riso fino al 2009, dove, nell'ambito del progetto ECO-RICE, sono stari costruiti alcuni acquitrini e stagni al fine di diversificare gli ambienti umidi dell'area; tali acquitrini, alcuni temporanei, altri semi-permanenti, non sono in diretta comunicazione con il reticolo idrico circostante.

23 Figura 16 - Stagno realizzato nell'ambito del progetto nell'area triangolare prossima alla testa della risorgiva Fontana Prato Lungo Risultati. I risultati dei monitoraggi presso l'area di intervento sono riassunti in tabella 3. L'area è risultata di particolare importanza per la rete ecologica in quanto gli stagni e gli acquitrini di nuova formazione sono stati colonizzati da Triturus carnifex, specie di elevato interesse conservazionistico (Allegati II e IV della Diretttiva Habitat). Tale specie, estremamente rara e localizzata nel vercellese, nonché specie ombrello per la batracofauna, si è riprodotta con successo negli stagni realizzati, testimoniando l'efficacia degli interventi. Gli ambienti umidi creati risultano ottimali per la specie in quanto isolati dal reticolo idrico e pertanto privi di fauna ittica (compresa la Gambusia, presente e abbondante nella testa del fontanile); inoltre, il loro carattere permanente e semi-permanente favorisce la naturale scomparsa dell'ittiofauna in caso di un eventuale colonizzazione. Infine, anche se durante i rilievi non sono state osservate specie di rettili, l'ambiente terrestre ecotonale ben diversificato che caratterizza l'area risulta idoneo alla sussistenza e alla riproduzione delle specie potenzialmente presenti nei dintorni del fontanile (Podarcis muralis, Lacerta bilineata, Hierophys viridiflavus).

24 F.na Prato Lungo, fraz. Lachelle, comune di Ronsecco (Azione C.2.3-i) Codice C23-a_1 C23-a_2 C23-a_3 Anfibi Triturus carnifex Tritone crestato italiano Hyla intermedia Raganella italiana Rana lessonae-esculenta cpx. Rane verdi del complesso L-E R(A) R(A) P(M) R(M) P(M) Tabella 3 - Specie di anfibi rilevate nei punti di campionamento indicati sulla mappa; P, presenza; R, riproduzione accertata; tra parentesi è indicata la stima semi-quantitativa di abbondanza (M, molti; A, alcuni; S, sporadico) Figura 17 - Acquitrino realizzato nell'ambito del progetto nell'area triangolare prossima alla testa della risorgiva Fontana Prato Lungo Criticità e indicazioni gestionali. Le criticità elencate si riferiscono in particolare al Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie che può essere considerata a buon titolo specie ombrello per l'erpetofauna dell'area. Le principali criticità dell'area sono: 1) Isolamento: l'area si trova circondata da un contesto di agricoltura risicola intensiva; tale ambiente, pur non costituendo una barriera totale allo spostamento degli animali, risulta un habitat che ostacola la dispersione degli individui in quanto fornisce pochissimi rifugi per gli individui in fase terrestre. 2) Progressiva diminuzione del soleggiamento: tale criticità potrà manifestarsi negli anni nel

25 caso in cui l'habitat circostante evolva naturalmente in un bosco; l'aumento dell'ombreggiamento determina un generale abbassamento della temperatura dei corpi idrici (soprattutto nelle aree di risorgiva, caratterizzate da acque fredde ed oligotrofiche). La bassa temperatura dell'acqua è un fattore limitante per la batracofauna in quanto rallenta lo sviluppo delle larve, riducendo il successo riproduttivo delle popolazioni. Per ciò che concerne le indicazioni gestionali, si suggeriscono, in ordine di priorità, i seguenti interventi volti al miglioramento dell'habitat per l'erpetofauna e alla risoluzione delle criticità osservate: 1) Miglioramento del corridoio ecologico tra la Fontana Prato Lungo e la Cappella Tabalino (situata a circa 1,5 Km di distanza): come accennato nel paragrafo relativo all'area di intervento di Fontana Mora, infatti, l'area di Cappella Tabalino costituisce un importante tassello per il miglioramento degli stepping stones della rete ecologica. Pertanto sarebbe necessario implementare la sua connettività con le Fontane Mora e Moretta e con la F.na Prato Lungo. 2) Mantenimento di un elevato grado di soleggiamento delle pozze: per evitare un eccessivo ombreggiamento delle pozze (cfr. punto 2 delle criticità) si suggerisce di sfalciare o trinciare almeno una volta l'anno un tratto delle sponde degli acquitrini e degli stagni realizzati. Tale azione impedirebbe la formazione della vegetazione arborea ed arbustiva che determinerebbe un eccessivo ombreggiamento degli stagni, con conseguente riduzione della produzione primaria ed abbassamento della temperatura dell'acqua (fattori che limitano lo sviluppo delle larve di anfibi).

26 3) Navilotto della Colombara (Azione C.2.3-ii), Camere di risaia di C.na Spinola (Azione C.2.3-iii) e Camere di risaia della Riseria Arrigone (Azione C.2.3-iv), comune di Livorno Ferraris Figura 17 - Ortofoto aerea dell'area studiata con indicati i punti di campionamento (in rosso), i transetti percorsi (in verde) e la localizzazione delle Azioni ECO-RICE (in rosso) Azione. C Creazione di stepping stones nella ZPS Risaie vercellesi (IT ), per favorire la connessione ecologica fra gli elementi della Rete Natura 2000 della pianura vercellese. Descrizione. Nell'area di Cascina Spinola sono stati effettuati tre interventi ECO-RICE: 1) Sistemazione spondale e realizzazione di una siepe lineare lungo il Navilotto della Colombara (Azione C.2.3.ii); 2) Conversione in una camera di risaia a zona umida permanente (Azione C.2.3.iii); 3) Realizzazione di un impianto non lineare di vegetazione arboreo ed arbustiva (Azione C.2.3.iv). La camera di risaia riconvertita a zona umida permanente si trova in prossimità della C.na Spinola (punto C23-d_1 nella mappa); tale zona umida è alimentata tutto l'anno da un canale irriguo (Fosso di Leiva) che origina dal fontanile 400 m a SSO della C.na Roggero (Fontana Isana), a circa 3 Km di distanza in direzione NNO; i punti di ingresso dell'acqua sono a metà della sponda N (da una seconda risaia convertita a zona umida nell'estate 2013) e nell'angolo SO; oltre all'apporto idrico del canale irriguo, all'interno della risaia lungo la sponda N è presente una piccola area di falda emergente. La zona umida si trova in un contesto di agricoltura risicola intensiva e gli unici

27 elementi naturali, prima della realizzazione delle siepi, erano costituiti da un piccolo impianto boschivo realizzato dallo stesso proprietario all'estremità O del Navilotto della Colombara, Lungo la Roggia di Livorno. Figura 19 - Camera di risaia di C.na Spinola, riconvertita in zona umida permanente Risultati. I risultati del monitoraggio sono riassunti nella tabella 4. Particolarmente interessante è il ritrovamento nella zona umida del tritone crestato italiano, specie in allegato II e IV della Direttiva Habitat. La specie, però, sembra presente con una popolazione estremamente esigua: la presenza è stata confermata solo grazie al rinvenimento di alcune uova attaccate alla vegetazione acquatica; nonostante gli intensi campionamenti, infatti, non sono mai stati osservati adulti o larve. La zona umida ospita anche una popolazione molto abbondante di Rana lessona-esculenta cpx. La colonizzazione da parte del tritone crestato italiano (specie ombrello per la batracofauna della zona) testimonia l'efficacia degli interventi per la batracofauna; la scarsa entità dei ritrovamenti e la presenza di pesci (vedi paragrafo seguente) non permettono di fare ipotesi sulla sopravvivenza a lungo termine della popolazione. Per quanto riguarda i rettili, si ritiene che le azioni realizzate potranno avere una ricaduta positiva sulle specie presenti nei dintorni di C.na Spinola: la formazione boschiva (Azione C.2.3.iv), la siepe (Azione C.2.3.ii) e le sponde della zona umida (Azione C.2.3.iii), infatti, forniscono ambienti terrestri ben diversificati con funzione di sussistenza e riproduzione per i rettili che colonizzeranno le aree di intervento.

28 In ultimo, pur non appartenendo all'erpetofauna, per la sua importanza regionale, si ritiene opportuno segnalare la scoperta di una popolazione di ragno palombaro (Argyroneta aquatica) nella zona umida di C.na Spinola. Il ritrovamento di tale specie risulta estremamente interessante in quanto dal 1800 non vi erano più segnalazioni di questo ragno acquatico per il Piemonte. Vista l'importanza della stazione di Argyroneta aquatica di C.na Spinola, ad oggi l'unica nota in Piemonte, è stato avviato in collaborazione con il dipartimento di Ecologia dell'università di Torino un progetto di Tesi di Laurea volto ad approfondire la biologia della popolazione presente. Navilotto della Colombara (Azione C.2.3-ii), Camere di risaia di C.na Spinola (Azione C.2.3-iii) e Camere di risaia della Riseria Arrigone (Azione C.2.3-iv), comune di Livorno Ferraris Codice C23-b_1 C23-d_1 C23-e_1 Anfibi Triturus carnifex Tritone crestato italiano Rana lessonae-esculenta cpx. Rane verdi del complesso L-E Rettili Podarcis muralis Lucertola muraiola R(S) P(A) R(M) P(A) P(A) Tabella 4 - Specie di anfibi rilevate nei punti di campionamento indicati sulla mappa; P, presenza; R, riproduzione accertata; tra parentesi è indicata la stima semi-quantitativa di abbondanza (M, molti; A, alcuni; S, sporadico) Criticità e indicazioni gestionali. Come per le altre aree di intervento C.2.3, le criticità elencate si riferiscono in particolare al Tritone crestato italiano (Triturus carnifex), specie che può essere considerata a buon titolo specie ombrello per l'erpetofauna dell'area. La principale criticità dell'area è: 1) Presenza di pesci: nella zona umida sono state osservate diverse specie di pesci, Gambusie (Gambusia affinis), Alborelle (Alburnus arborella), Persici sole (Lepomis gibbosus), Cobiti comuni (Cobitis bilineata), cobite di stagno orientale (Misgurnus anguillicaudatus), Pseudorasbore (Pseudorasbora parva). Tra queste le specie più dannose sono sicuramente la Gambusia e il Persico sole; esse, infatti, predano intensamente le larve di tritone e possono causare l'estinzione delle popolazioni. Per ciò che concerne le indicazioni gestionali, si suggeriscono i seguenti interventi volti a risolvere la criticità osservata ed approfondire lo stato conservazionistico della popolazione di Triturus carnifex: 1) Creazione di un sito acquatico separato. Si suggerisce di creare una piccola area umida separata dal resto della risaia e dal reticolo idrico per limitare la presenza di pesci. Questo può essere fatto separando un un angolo del risaia, con un setto di terra semicircolare con le

29 estremità addossate alle sponde ed emergente dal livello massimo dell'acqua. Il piccolo stagno creato (di circa 60 metri quadrati), alimentato per infiltrazione dalla zona umida circostante, risulterebbe difficilmente colonizzabile da parte della fauna ittica. In caso di un'eventuale colonizzazione, inoltre, la scarsa profondità della pozza dovrebbe permettere il totale congelamento del volume d'acqua durante le gelate invernali più intense e la conseguente scomparsa dell'ittiofauna. 2) Monitoraggio sul trend della popolazione di Triturus carnifex. Si suggerisce di proseguire il monitoraggio sulla popolazione presente per verificare l'andamento della popolazione e chiarire il suo stato conservazionistico. Figura 20 - Esemplare di Argyroneta aquatica catturato a C.na Spinola e fotografato in laboratorio

30 4) Fontanili nel Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino SIC/ZPS IT (Azione C.2.1) Figura 21 - Ortofoto aerea dell'area studiata con indicati i punti di campionamento (in rosso), i fontanili di intervento ECO-RICE (in azzurro) e i transetti percorsi (in verde)

31 Azione. C Riqualificazione di fontanili all interno del Bosco della Partecipanza di Trino. Descrizione. L'azione C.2.1 ha previsto riqualificazione delle aree sorgive inserite nel Bosco della Partecipanza. I fontanili, non più utilizzati, risultavano in avanzato stato di interramento. L'Azione ECO-RICE ha portato al ripristino della polla della Fontana del Cappello e della Fontana della Divisione. Le polle di risorgiva sono caratterizzate da acque particolarmente fredde ed oligotrofiche; mentre le vegetazione acquatica emersa è abbastanza ricca, la vegetazione sommersa e semi-emersa è praticamente assente. Risultati. I risultati dei monitoraggi sono riassunti in tabella 5. Per ciò che concerne gli anfibi, nonostante la presenza di alcune specie rare nel contesto risicolo vercellese (quali Triturus carnifex e Bufo bufo), il numero di specie osservate è inferiore alle attese. Dalla checklist mancano infatti alcune specie che troverebbero nel Bosco delle Sorti della Partecipanza un ambiente terrestre ottimale (come Rana dalmatina e Lissotriton vulgaris meridionalis). L'assenza di questi taxa è probabilmente dovuta alla intensa bonifica effettuata in passato che ha portato alla scomparsa di molti degli ambienti acquatici utili alla riproduzione. È da sottolineare, inoltre, come anche oggi, nonostante l'abbandono della manutenzione ordinaria di fossi e ruscelli, il numero di ambienti idonei alla riproduzione degli anfibi sia estremamente ridotto (vedi paragrafo criticità): anche le rane verdi, estremamente abbondanti nel Bosco della Partecipanza, non si riproducono nelle zone umide all'interno dell'area boschiva ma utilizzano principalmente le risaie circostanti. Per quanto riguarda le altre specie censite, Triturus carnifex è stato rinvenuto in sole tre stazioni esterne alle aree di intervento (con popolazioni estremamente esigue), il rospo comune (Bufo bufo) è stato contattato in una sola occasione, e la raganella italiana è presente principalmente nelle fasce ecotonali tra bosco e risaie. La riqualificazione dei fontanili sembra non aver avuto ricadute sulle popolazioni di anfibi, in quanto le polle di risorgiva, avendo acque troppo fredde ed oligotrofiche per lo sviluppo delle larve, risultano non idonee alla riproduzione della batracofauna. Per quanto riguarda i rettili, le uniche specie rilevate durante il monitoraggio sono Podarcis muralis, Lacerta bilineata e Hierophis viridiflavus. Considerata, però, l'elevata naturalità e il buon grado di conservazione dell'ambiente terrestre, si ipotizza che siano ancora presenti le specie già segnalate in passato: Zamenis longissimus (BDN, 2009), Natrix natrix (BDN, 2009) e Vipera aspis (BDN, 2006).

32 Fontanili nel Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino SIC/ZPS IT (Azione C.2.1) Codice C21_1 C21_2 C21_3 C21_4 C21_5 C21_6 C22_01 EC04 EC05 EC06 EC07 EC09 EC10 Anfibi Triturus carnifex Tritone crestato italiano R(S) R(S) R(S) Bufo bufo Rospo comune P(S) Hyla intermedia Raganella italiana Rana l.-e. cpx. Rane verdi L-E Rettili R(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) P(A) Lacerta bilineata Ramarro occidentale Podarcis muralis Lucertola muraiola Hierophis viridiflavus Biacco P(A) P(A) P(A) P(A) Tabella 5 - Specie di anfibi rilevate nei punti di campionamento indicati sulla mappa; P, presenza; R, riproduzione accertata; tra parentesi è indicata la stima semi-quantitativa di abbondanza (M, molti; A, alcuni; S, sporadico) Criticità e indicazioni gestionali. La principale criticità osservata è la mancanza di ambienti idonei alla riproduzione, che determina la scarsità di specie e l'esiguità delle popolazioni. Infatti, nonostante la ricchezza di zone umide (principalmente sorgenti, fossi, ruscelli, pozze ed acquitrini), il numero di siti di riproduzione di anfibi nel Bosco della Partecipanza è risultato estremamente ridotto. Da un lato, infatti, rii, ruscelli e sorgenti sono risultati poco idonei in quanto caratterizzati da bassa temperatura dell'acqua, scarsità di nutrienti e ridotta vegetazione acquatica sommersa (fattori sfavorevoli allo sviluppo delle larve); dall'altro, gli acquitrini e le pozze presenti, a causa della loro scarsa profondità, sono caratterizzate da un idroperiodo molto ridotto, che non consente il raggiungimento della metamorfosi di gran parte delle specie. Per quanto riguarda le indicazioni gestionali, si consiglia di: 1) Approfondire e ingrandire le tre pozze riproduttive di Triturus cranifex, e diradare la vegetazione arborea-arbustiva presente sulle sponde, al fine di aumentare la vocazionalità per la batracofauna e consentire l'aumento della popolazione. Gli stagni dove è stata accertata la riproduzione del tritone crestato italiano, infatti, risultano eccessivamente ombreggiati ed in avanzato grado di interramento. 2) Creare ex-novo stagni idonei alla batracofauna per aumentare il numero di siti riproduttivi. Particolare cura dovrà essere posta nella scelta della posizione degli stagni: si consiglia di scegliere zone di naturale ristagno d'acqua o aree paludose stagnanti, evitando di agire sulle polle di risorgiva, caratterizzate da acque troppo fredda. Inoltre, per garantire una temperatura dell'acqua elevata, bisognerà localizzare le pozze in zone dove il bosco è più

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