Sviluppo e Internazionalizzazione dell Impresa: Borsa, Private Equity e M&A a supporto della crescita. Lucio Cassia - Bergamo, 28 giugno 2006

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1 Sviluppo e Internazionalizzazione dell Impresa: Borsa, Private Equity e M&A a supporto della crescita Lucio Cassia - Bergamo, 28 giugno 2006 Scenari competitivi e velocità della crescita delle imprese Permettetemi di rivolgere un saluto al presidente di BPU Banca dott. Emilio Zanetti e al presidente di Confindustria Bergamo Ing. Alberto Barcella che hanno aperto i lavori, al presidente di KPMG dott. Renato Guerini che ha promosso questa iniziativa, agli illustri relatori e a tutti voi, ospiti presenti. Quando un paio di mesi fa il dott. Guerini mi ha chiesto di essere il chairman di a questo convegno, molte sono state le ragioni che mi hanno indotto ad aderire con entusiasmo all iniziativa, e non solo per gli aspetti di amicizia e professionali che ci legano da alcuni anni. In primo luogo perché il tema della crescita è estremamente critico, non già sotto il profilo congiunturale, ma, molto più, sotto il profilo strutturale, in primis per le singole imprese e, di conseguenza, per il nostro Paese, che mostra una crescita invero modesta, non solo in ambito globale per la pervasività dell effetto Cindia, ma anche in ambito paneuropeo. Il problema appartiene anche all ambito locale, perché dall osservazione del tessuto imprenditoriale lombardo, appaiono emergere limiti, talvolta connessi ad un eccesso di particolarismo, che sono ostacolo allo sviluppo, e non solo dimensionale, della maggior parte delle imprese. Perciò l individuazione di strumenti facilitatori in relazione alla crescita, da coniugare con attenzione rispetto alla cultura aziendale, diviene essenziale per la crescita del territorio; gli strumenti di finanza straordinaria consentono di rimuovere alcuni dei vincoli posti, non solo per gli aspetti connessi alle fonti di finanziamento, ma anche per quanto concerne le competenze manageriali indotte, la visibilità sul mercato, la possibilità di partecipare ad un network più vasto. In sintesi, finanza straordinaria come strumento per un migliore posizionamento competitivo. In secondo luogo, il tema è interessante anche sotto il profilo accademico; da molti anni nell ambito delle attività di ricerca nel nostro Ateneo diversi gruppi si stanno occupando di crescita dimensionale e di internazionalizzazione delle imprese, come strumenti che, inter alias, assecondano il riposizionamento strategico del Paese. Solo la settimana scorsa, il mio collega prof. Stefano Paleari, nell ambito di un convegno organizzato con il sostegno di BPU 1

2 sulle opportunità connesse ai processi di quotazione, ha presentato un Fact Book relativo a tutte le quotazioni avvenute in Europa fino al 2005 evidenziando la relazione con la crescita successiva. Vorrei passare la parola ai relatori osservando che il tema dell importanza della crescita in sé è stato oltremodo discusso e studiato; a seguito dell accelerazione del cambiamento nei processi economici mondiali è, a mio parere, ora necessario ragionare sul tema, per così dire, in chiave dinamica, parlando non tanto di crescita in re ipsa, ma di velocità della crescita. Gli illustri relatori presenti sono: il dott. Giuseppe Latorre, Partner di KPMG Corporate Finance l Ing. Francesco Silleni, Amministratore Delegato allo sviluppo dell Impresa di Centrobanca SGR l ing. Massimo Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana il rag. Emilio Moreschi ed il dott. Fabio Ghisalberti, rispettivamente Presidente e Consigliere Delegato di Rulmeca l ing. Alberto Bombassei, Presidente di Brembo il dott. Renato Guerini, presidente di KPMG Colgo ora a questo tavolo di imprenditori, uomini di finanza ed accademici l equa presenza di laureati in discipline economiche e di ingegneri. La considerazione che ne traggo è che la complessità dei processi è tale per cui, accanto ai contributi fondativi e determinanti degli studiosi dell area economico-finanziaria, anche i contributi metodologici e scientifici in termini di problem-solving della moderna figura dell ingegnere appaiono importanti. Dinanzi alla emergenza della situazione del Paese, una chiamata alle armi interdisciplinare mi pare sia auspicabile. 2

3 Tavola rotonda Una domanda per il dott. Giuseppe Latorre, partner di KPMG Corporate Finance. L articolo principale della prima pagina di ieri del Sole 24 Ore aveva titolo Fusioni, febbre da record e si riferiva all annuncio nel giro di un solo giorno di operazioni di M&A per 100 miliardi di dollari tra Europa e USA. Un fenomeno imponente, ma quando si guarda all Italia, terra di diffusa piccolaimprenditorialità, qualcuno parla di nanismo industriale. Il Rapporto Unicredit Banca sulle piccole imprese ricorda che 5 milioni di aziende hanno un fatturato inferiore a 3 milioni di euro di fatturato. Una ricerca OCSE sulla provincia di Bergamo evidenzia che oltre un terzo dei posti di lavoro del settore privato è fornito da microaziende con meno di 10 dipendenti. Appare forse una propensione alla costruzione del proprio, ancorché piccolo, comune e, per estrapolazione, impresa. Probabilmente la propensione alla imprenditorialità non è disgiunta da una sorta di vocazione al localismo, dall orgoglio della propria identità e dal desiderio di autonomia, che, emerso nel periodo post-feudale dei Comuni, ancora oggi è percepito come valore importante nelle regioni dell Italia settentrionale. Di fronte a questa linea di pensiero, appare interessante conoscere il pensiero del dott. Latorre con riferimento alle convinzioni che soccorrono le ragioni delle aggregazioni per un piccolomedio imprenditore per vincere l avversione ad accordi, potenzialmente win-win, sulla struttura del capitale. 3

4 Una domanda all Ing. Francesco Silleni, Amministratore Delegato allo sviluppo dell Impresa di Centrobanca SGR. Per tentare di superare le problematiche connesse al nanismo industriale si è mosso negli anni anche l ambito politico, tramite proposte o strumenti di politica economica e l uso della leva fiscale (es. agevolazioni fiscali temporanee per facilitare e sostenere fusioni e aggregazioni tra imprese, incentivi alla quotazione delle PMI e la (re)introduzione in formula semplificata della DIT (Dual Income Tax). Le misure cercano di stimolare negli imprenditori un maggior ricorso al finanziamento con capitale di rischio, più adatto, rispetto al tradizionale ricorso al credito bancario, al profilo temporale degli ingenti investimenti richiesti dallo scenario competitivo. E in questo ambito che mi pare si possa inquadrare l adozione di nuovi schemi di finanziamento ed il potenziamento del Private Equity. Tuttavia, l adozione di questo strumento appare complesso e ricco di implicazioni culturali; le spinte alla capitalizzazione dell azienda si scontrano con la volontà dell imprenditore di mantenerne il totale controllo e l assenza di intrusi. In particolare, per le piccole imprese, la frequente sovrapposizione tra interesse personale e interesse dell impresa, non sempre coincidenti, appare un freno. Interessante conoscere le condizioni per poter superare ciò che appare un sensibile vincolo culturale e strutturale. 4

5 Per l Ing. Massimo Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana, un opinione sul tema delle aggregazione dei mercati finanziari. Diversi relatori hanno parlato di aggregazioni tra imprese; non possiamo dimenticare che in queste settimane vi sono importanti discussioni in essere per operazioni di M&A tra i mercati finanziari stessi. I giornali finanziari ogni giorno ci sussurrano di discussioni in essere tra la federazione Euronext, Borsa Italiana, Deutsche Boerse, il Nyse. Il tema è molto delicato, sia sotto il profilo tecnico, che politico; pare che segnali dai governi di Parigi, Berlino e Roma, in sintonia con la BCE, siano stati inviati in direzione di una Borsa dell Eurozona. Deutsche Boerse mette in luce i vantaggi di costituire un blocco continentale, mentre esprime scetticismo sull ipotesi di collocamento transoceanico. Dichiarazioni del prof. Modiano del Sanpaolo e del dott. Abete della BNL sono in linea. Altri, come in una intervista del dott. Alberini rilasciata al Corriere, sognano una Borsa addirittura globale. Proprio per la necessaria discrezione associata al tema, vorremmo focalizzare la domanda su quale potrebbe essere l impatto di una eventuale aggregazione tra le Borse ai fini del processo di quotazione di una piccola-media impresa. Ovvero se le determinanti, le opportunità, i rischi e, non dimentichiamo, i costi della quotazione potrebbero essere maggiormente favorevoli rispetto ad oggi per le piccole/medie imprese. 5

6 E apprezzabile la vision dell impresa, espressa dal presidente di Rulmeca, rag. Emilio Moreschi : essere riconosciuti come il LEADER mondiale per la produzione di rulli, mototamburi e componenti per il mercato bulk handling globale. Avrei voluto chiedere le ragioni che inducono un imprenditore a far crescere la propria impresa, ma già questo pensiero fornisce la risposta. Preferirei allora soffermarmi sui processi di M&A di Rulmeca. Nella storia della società il processo di crescita per internazionalizzazione è stato assecondato da alcune importanti acquisizioni. Credo che possa essere interessante conoscere da un lato quali difficoltà sono state riscontrate proprio nel processo di integrazione, non tanto per gli aspetti di natura economico-finanziaria, e neppure tanto per gli aspetti di natura tecnicoproduttiva, quanto per la componente umana, dall altro lato come si supera il sempre latente conflitto tra culture aziendali diverse, tra corporate culture che hanno specificità culturali anche country-specific. 6

7 Dalle parole del Dott. Fabio Ghisalberti, Consigliere Delegato di Rulmeca, ho potuto apprezzare con interesse la descrizione del coraggioso progetto Cina. In questi ultimi anni abbiamo tutti letto molto sul tema della crescita della Cina. Ma qui mi corre l obbligo e il piacere di citare l ing. Bombassei, in un passaggio della sua Lectio Magistralis di un paio di anni fa: Un fenomeno macroeconomico evidente è oggi rappresentato dalla Cina, dove a una massa spettacolarmente grande si unisce una velocità che sta crescendo, creando quindi un livello di energia che rischia di spazzare via una parte dei nostri sistemi industriali, soprattutto manifatturieri. Mi farebbe piacere ascoltare cosa ne pensa il dott. Ghisalberti, vista la sua recentissima esperienza cinese, sul tema velocità di crescita e accelerazione del cambiamento, anche in relazione alle precedenti crescite per acquisizione in Germania e in Svizzera. In particolare se nei processi acquisitivi odierni vi siano dinamiche differenti rispetto a quelli effettuati dieci anni fa e se vi siano nuove opportunità e nuovi rischi. 7

8 Alcuni anni fa l ing. Alberto Bombassei, Presidente di Brembo e Vicepresidente di Confindustria, mi pare durante un assemblea di Brembo, parlò della sua impresa come di una multinazionale tascabile, riprendendo un termine della marina militare ( corazzata tascabile ). Nel contempo la Brembo è cresciuta raggiungendo un fatturato dell ordine dei 750 milioni di euro, facendo un saggio uso nella sua storia di tutti gli strumenti di cui abbiamo discusso oggi (M&A, private equity e Borsa). Da quando il presidente Bombassei parlava di multinazionale tascabile il fatturato di Brembo è forse triplicato; uno a tre, giusto il rapporto tra le tonnellate dislocate dalla Graf Spee, la corazzata tascabile per eccellenza del secondo conflitto mondiale ( tonnellate / velocità massima 26 nodi), e la Bismarck ( tonnellate, ma più lenta con soli 19 nodi di velocità massima) ovvero la corazzata per eccellenza. Mi farebbe piacere sapere dall ing. Bombassei se il modello multinazionale tascabile è ancora valido per Brembo e se, in accordo all intervento dell ing. Capuano, la quotazione ha assecondato il processo di cambiamento mantendo contemporaneamente crescita e velocità. 8