RACCOMANDAZIONI PROCEDURALI. per la marcatura degli ELEMENTI DEL SANGUE

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1 Associazione Italiana di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare RACCOMANDAZIONI PROCEDURALI per la marcatura degli ELEMENTI DEL SANGUE a cura del Gruppo di Studio Infezioni- Infiammazioni Estensori: Alberto Biggi, Luca Burroni, Mauro Carena, Diego De Palma, Paola Anna Erba, Angela Cataldi, Elena Lazzeri, Giulia Manfredini, Napoleone Prandini, Brunella Rossi, Alberto Signore, Martina Sollini, Annibale Versari, Anna Laura Viglietti. Revisione 2011 di Elena Lazzeri Vrs. 03/2012

2 INDICE MARCATURA DEI GLOBULI BIANCHI 1 INTRODUZIONE... 1 GENERALITÀ... 1 NOTA TECNICA... 2 MARCATURA DEI LEUCOCITI MISTI... 2 MARCATURA DEI GRANULOCITI PURI... 2 NOTA TECNICA... 3 MARCATURA DELLE PIASTRINE 4 INTRODUZIONE... 4 MARCATURA DELLE CELLULE... 4 NOTA TECNICA... 4 MARCATURA DEI GLOBULI ROSSI IN VITRO 5 INTRODUZIONE... 5 MARCATURA DELLE CELLULE... 5 CONVALIDA, MATERIE PRIME, PRELIEVO E STRUMENTAZIONE DELLA MARCATURA DEGLI ELEMENTI DEL SANGUE 6 CONVALIDA DEI METODI... 6 MATERIE PRIME... 6 PRELIEVO... 7 STRUMENTAZIONE... 7 PRECAUZIONI... 7 Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012

3 MARCATURA DEI GLOBULI BIANCHI Introduzione La marcatura in vitro, con traccianti radioattivi, dei globuli bianchi, prevede l esecuzione di un prelievo di sangue dal quale viene isolata la popolazione cellulare da marcare. I traccianti e i radioisotopi non possono essere incorporati direttamente dalle cellule ed è pertanto necessario utilizzare molecole chelanti che consentano il passaggio attraverso la membrana cellulare. Per la marcatura dei globuli bianchi sono disponibili in commercio due radiofarmaci: 111 In-oxina ( 111 In-8-hydroxyquinoline), fornito come radio farmaco pronto all uso e il 99m Tc-HMPAO ( 99m Tc-hexamethylpropyleneamine), fornito come kit lipofilico a cui va aggiunto il 99m Tc-pertecnetato. 111 In-oxina: è un complesso neutro, saturo e liposolubile che rapidamente diffonde attraverso la membrana cellulare. Nella cellula l indio si lega ai componenti del citoplasma mentre l 8-hydroxyquinoline viene rilasciata dalla cellula. Il legame dell indio ai componenti cellulari è stabile e l eluizione dalla cellula inizia solo tardivamente (24 ore). Concentrazioni elevate di oxina sono tossiche per la cellula (riducono la fagocitosi e la chemiotassi) : la concentrazione di oxina che non altera le funzioni cellulari e che permette una soddisfacente incorporazione del radioisotopo all interno della cellula è di 10 ug/10 7 cellule. Un altra fonte di danno cellulare può essere la presenza di contaminanti quali ioni metallici ed in particolare il cadmio utilizzato nelle fasi di preparazione del radiofarmaco. Le preparazioni commerciali garantiscono meno di 0,5 ug/ml di cadmio e l assenza di contaminanti metallici. 99m Tc-HMPAO: è un complesso neutro e liposolubile che rapidamente diffonde attraverso la membrana cellulare. Nella cellula il complesso lipofilico si converte rapidamente nella forma idrofila come conseguenza dell azione di agenti intracellulari ad elevato potere riducente come il glutatione. Nella forma idrofila il complesso non è più in grado di attraversare la membrana plasmatica e rimane intrappolato all interno della cellula, come risultato dell apertura della struttura ad anello e della conseguente perdita della lipofilicità della molecola. In vivo si osserva radioattività nel tratto gastrointestinale e urinario dovuta al rilascio del radiofarmaco dalla cellula. Generalità Le preparazioni radiofarmaceutiche di materiale autologo marcato sono ad alto rischio microbiologico e pertanto richiedono che tutte le operazioni di separazione e di marcatura, inclusa la preparazione del radiofarmaco in siringa per la somministrazione al paziente, siano effettuate in condizioni di asepsi e con le dovute precauzioni per l operatore. Le attività svolte sono in genere numerose e richiedono che tutti i flaconi, le provette e le siringhe utilizzati siano codificati in modo univoco, dall inizio alla fine della procedura, per consentire una corretta e continua identificazione e tracciabilità. Può essere utile utilizzare il codice colore quale ausilio per l identificazione dei campioni. Tutti i reagenti, le siringhe, i tubi e ogni altro materiale che entra in contatto con il sangue del paziente deve essere sterile e apirogeno e prodotto per uso umano. Tutte le operazioni di preparazione e di controllo di qualità devono essere registrate in un batch-record con una numerazione progressiva delle preparazioni. Particolare attenzione deve essere posta nella pulizia delle aree e della strumentazione dedicate alle preparazioni cellulari; devono pertanto essere operativi programmi di pulizia e di monitoraggio ambientale. Il personale deve essere adeguatamente formato ed aggiornato in modo continuo in merito alla peculiarità dei prodotti, alla radioprotezione, alla lavorazione in asepsi e al rischio microbiologico derivante dalla lavorazione di sangue umano potenzialmente infetto. Esiste in commercio un sistema sterile e chiuso (Leukokit, Gi-Pharma) che, pur non permettendo di evitare l uso dell isolatore o comunque di una cappa sterile in ambiente idoneo come previsto dalla normativa vigente per le preparazioni estemporanee non sterilizzabili, facilita le operazioni di preparazione e marcatura dei leucociti e aggiunge ulteriore protezione all operatore e garanzia al prodotto. Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 1/7

4 Nota tecnica Marcatura dei leucociti misti Il numero minimo di globuli bianchi circolanti nel sangue periferico per una marcatura nei limiti di accettabilità effettuando un prelievo standard dovrebbe essere superiore a 2000/µl Esempio di metodica di marcatura dei globuli bianchi (popolazione cellulare mista) 1) In ambiente controllato introdurre in una siringa da 60 ml, 10 ml (2.5-5 ml in età pediatrica) di soluzione anticoagulante (ACD-A) per un prelievo ematico di 38 ml (10-20 in età pediatrica) e 10 ml (2.5-5 ml in età pediatrica) di soluzione per espandere il plasma (preferibile HAES 10%). Eseguire il prelievo al paziente con ago butterfly preferibilmente 19G o 21G (21G o 23G in età pediatrica). 2) In ambiente controllato, agitare delicatamente la siringa e lasciare il sangue a sedimentare per circa ) Al termine della sedimentazione collegare alla siringa un ago butterfly 19G e trasferire, avendo cura di non trascinare i globuli rossi sedimentati, il surnatante, ricco di leucociti e piastrine, in una provetta tipo Falcon. 4) Centrifugare la provetta a 150 g per 5 5) Al termine della centrifugazione eliminare il surnatante ricco di piastrine tenendo conto che i radiofarmaci utilizzati per la marcatura delle cellule si legano alla transferrina plasmatica riducendo la possibilità di legame; il bottone cellulare può essere marcato con il radiofarmaco 99m Tc HMPAO o con il radiofarmaco 111 Inossina. Il surnatante trasferiro può essere utilizzato, dopo centrifugazione a 2500 g per 10 minuti, nelle fasi descritte ai punti 7 e 10. 6) Marcatura: 99m Tc HMPAO: aggiungere il radiofarmaco 99m Tc HMPAO (appena ricostituito con eluato fresco) previsti di al bottone cellulare e lasciare incubare per a temperatura ambiente. 111 In-oxina: ricostituire il bottone cellulare con 1 ml di soluzione fisiologica; aggiungere il radiofarmaco 111 In-oxina e lasciare incubare per 15 a temperatura ambiente. In entrambi i casi il volume di marcatura non dovrebbe superare 1 ml. 7) Al termine della reazione d incubazione lavare le cellule con plasma (privo di piastrine e cellule) o soluzione fisiologica. 8) Centrifugare la provetta a 150 g per 5. 9) Eliminare il surnatante contenente l attività non legata alle cellule. 10) Riportare delicatamente in sospensione il bottone cellulare marcato con 1-3 ml di plasma ottenuto al punto 5 o con 1-3 ml di soluzione fisiologica. 11) Trasferire il radiofarmaco in una siringa opportunamente identificata lasciando alcune gocce nella provetta per il controllo di qualità. 12) Misurare, in un calibratore di dose, la radioattività presente nella siringa e nella provetta contenente l attività libera scartata al punto ) Calcolare la resa di marcatura. Marcatura dei granulociti puri Esempio di metodica di marcatura dei granulociti puri 1) In ambiente controllato introdurre in una siringa da 60 ml, 10 ml (2.5-5 ml in età pediatrica) di soluzione anticoagulante (ACD-A) per un prelievo ematico di 38 ml (10-20 in età pediatrica) e 10 ml (2.5-5 ml in età pediatrica) di soluzione per espandere il plasma (preferibile HAES 10%). 2) Eseguire il prelievo al paziente con ago butterfly preferibilmente 19G o 21G (21G o 23G in età pediatrica). 3) In ambiente controllato, agitare delicatamente la siringa e lasciare il sangue a sedimentare per circa ) Mentre è in corso la fase di sedimentazione delle emazie procedere all allestimento del gradiente di densità (1.077 g/ml). Preparare 1 provetta da 50 ml con circa 15 ml di gradiente di densità per uso umano. 5) Aggiungere delicatamente alla provetta, per mezzo del Butterfly, il plasma Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 2/7

5 derivante dalla sedimentazione delle emazie. 6) Centrifugare la provetta a 800 g per 20 minuti. 7) Al termine della centrifugazione gli strati di cellule dall alto al basso saranno: plasma ricco di piastrine, anello di mononucleati e sul fondo granulociti. 8) Eliminare il surnatante, aggiungere 10 ml di soluzione isotonica di lavaggio (Hanks Balanced Salt Solution)) e centrifugare nuovamente a 150 g per 15 9) Eliminare il surnatante e procedere alla marcatura 10) Marcatura: 99m Tc-HMPAO: aggiungere il radiofarmaco 99m Tc-HMPAO (appena ricostituito con eluato fresco) previsti di al bottone cellulare e lasciare incubare per a temperatura ambiente. 111 In-ossina: ricostituire il bottone cellulare con 1 ml di soluzione fisiologica; aggiungere il radiofarmaco 111 In-oxina e lasciare incubare per 15 a temperatura ambiente. Il volume di marcatura, di norma, non deve superare 1 ml. 11) Al termine della reazione d incubazione lavare le cellule con plasma privo di cellule e piastrine o soluzione fisiologica. 12) Centrifugare la provetta a 150 g per 5 minuti. 13) Eliminare il surnatante contenente l attività non legata alle cellule. 14) Riportare delicatamente in sospensione il bottone cellulare marcato con 1-3 ml di plasma ottenuto al punto 7, o con 1-3 ml di soluzione fisiologica. 15) Trasferire il radiofarmaco in una siringa opportunamente identificata lasciando alcune gocce nella provetta per il controllo di qualità. 16) Misurare, in un calibratore di dose, la radioattività presente nella siringa e nella provetta contenente l attività libera scartata al punto ) Calcolare la resa di marcatura. Nota tecnica I radiofarmaci utilizzati per la marcatura entrano nella cellula con un meccanismo lipofilico e numerosi fattori (ad es. ph, qualità del radiofarmaco, temperatura, numero dei globuli bianchi, indici di flogosi, terapia farmacologica, dialisi, trasfusione) influenzano il transito del radiofarmaco attraverso la membrana cellulare. Questo determina la possibilità di avere valori di resa di marcatura anche bassi. In questi casi, se i controlli di qualità del preparato sono in specifica, la preparazione può essere comunque rilasciata per la somministrazione. Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 3/7

6 MARCATURA DELLE PIASTRINE Introduzione Marcatura delle cellule Nota tecnica La marcatura in vitro, con traccianti radioattivi, delle piastrine, prevede l esecuzione di un prelievo di sangue dal quale viene isolate le piastrine da marcare. Per la marcatura delle piastrine è disponibile in commercio il radiofarmaco 111 In-oxina ( 111 In- 8-hydroxyquinoline), fornito come radio farmaco pronto all uso Esempio di metodica di marcatura delle piastrine Nota Tecnica: il numero minimo di piastrine per una marcatura nei limiti di accettabilità è 15000/µl 1) In ambiente controllato, preparare il sistema per il prelievo come descritto sopra. Preparare 1 (se la piastrinemia è > /µl ) o 2 (se la è < /µl) siringa/e da 60 ml ed introdurre in ciascuna 0,2 ml di soluzione anticoagulante (ACD-A)/ml di sangue prelevato. (L uso di anticoagulanti differenti dall ACD-A può causare attivazione delle piastrine e quindi va evitato. L utilizzo di stabilizzanti quali prostaglandine o nitrossido non è stato sufficientemente sperimentato). 2) In ambiente controllato suddividere il sangue in provette coniche da 50 ml in modo da non superare il volume di 30 ml ognuna 3) Centrifugare a 150 g per 30 minuti 4) Trasferire il surnatante in provette coniche (senza superare il volume di 30 ml) e centrifugare a 150 g per 10 minuti. Questa centrifugazione serve ad eliminare la contaminazione di globuli bianchi e rossi. 5) Trasferire il surnatante in provette coniche e centrifugare a 950 g per 20 minuti per fare sedimentare le piastrine. Questo passaggio è particolarmente critico, perché un eccesso di forza gravitazionale può danneggiare le piastrine e una rotazione troppo dolce può ridurne il recupero. Nota tecnica: nella fase di messa a punto della metodica deve essere fatto il test di recupero utilizzando differenti velocità di centrifugazione e deve essere scelta la velocità di centrifugazone che permette di avere 0 (zero) piastrine nel surnatante. 6) Recuperare, evitando la formazione di schiuma, il plasma e tenerlo da parte per i passaggi successivi. 7) Risospendere delicatamente il pellet di piastrine rimasto sul fondo con tampone fosfato a ph 6,2 o con 1 ml di soluzione composta da 19 ml di fisiologica ed 1 ml di sodio citrato 38 mg/ml. Se gli aggregati stentano a dissolversi. aspirare ed espellere delicatamente, con una siringa da 10 ml e veniflon da G, le piastrine facendole passare ripetutamente attraverso l'ago. Evitare comunque la marcatura a ph più elevati, ed in particolar quella in plasma non acidificato. Se si sono utilizzati più contenitori per la separazione, tutti i pellet vanno unificati a questo punto in un solo contenitore. 8) Aggiungere alle piastrine risospese MBq di 111 In-ossina. Risospendere lentamente e incubare per 10 minuti a temperatura ambiente. 9) Al termine dell incubazione aggiungere 5 ml del plasma ottenuto al passaggio e centrifugare a 950 g per 20 minuti. 10) Eliminare il surnatante contenente l attività non legata alle cellule. 11) Risospendere il fondello di piastrine con 5 ml del plasma ottenuto al passaggio 6) pipettando delicatamente per riportare in sospensione le cellule. Se gli aggregati stentano a dissolversi aspirare ed espellere delicatamente, con una siringa da 10 ml e ago veniflon da G, le piastrine facendole passare ripetutamente attraverso l'ago. Trasferire il radiofarmaco in una siringa opportunamente identificata lasciando alcune gocce nella provetta per il controllo di qualità. 12) Misurare, in un calibratore di dose, la radioattività presente nella siringa e nella provetta contenente l attività libera scartata al punto 10). 13) Calcolare la Resa di marcatura. I radiofarmaci utilizzati entrano nelle piastrine con un meccanismo lipofilico e numerosi fattori (ad es. ph, temperatura, numero dei G.B., indici di flogosi, terapia farmacologica, dialisi, trasfusione) ne influenzano il transito attraverso la parete. Questo determina la possibilità di avere bassi valori di resa di marcatura. In questi casi, se i controlli di qualità del preparato sono in specifica, la preparazione può essere rilasciata per la somministrazione, anche se una resa di marcatura < 30%, che comporta un attività iniettabile <10 MBq, consiglia di non iniettare il preparato. Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 4/7

7 MARCATURA DEI GLOBULI ROSSI IN VITRO Introduzione Per la marcatura dei globuli rossi in vitro sono disponibili in commercio il Sodio cromato [ 51 Cr] fornito come radiofarmaco pronto all uso e alcuni Kit lipofilici contenenti pirofosafato stannoso. Sodio cromato [ 51 Cromo [Na 2 51 CrO 4 ]: per la marcatura dei globuli rossi può essere usato soltanto il Cromo esavalente (cromato di sodio) in quanto in questa forma chimica il Cromo mostra capacità di superare la membrana cellulare. Il Cromo trivalente (cloruro di cromo) invece, pur conservando la capacità di legarsi all emoglobina disciolta, non supera la membrana cellulare. 99m Tc-pertecnetato + pirofosfato stannoso: il pre-trattamento dei globuli rossi con ioni stannosi permette che il sodio pertecnetato si riduca a livello dei globuli rossi e si leghi alla catena della globina. Marcatura delle cellule Esempio di metodica di marcatura dei globuli rossi La metodica descritta è quella gold standard che prevede la marcatura dei globuli rossi con il sodio cromato in forma esavalente [Na251CrO4]. In alternativa può essere utilizzato il 99m Tecnezio dopo il pre-trattamento dei globuli rossi con ioni stannosi in modo che il sodio pertecnetato si riduca a livello dei globuli rossi e si leghi alla catena della globina. Nel caso in cui si effettui la marcatura dei globuli rossi per la determinazione della loro sopravvivenza in circolo il solo radiofarmaco utilizzabile per la marcatura è il sodio cromato in quanto l esame può durare anche giorni e la breve emivita del tecnezio ne esclude automaticamente l impiego a tale scopo. 1) In ambiente controllato, mettere, in una provetta da 50 ml, 1,5 ml di ACD-A ed eparinare una siringa da 10 ml. 2) Al termine del prelievo, in ambiente trasferire i 10 ml di sangue prelevato in una provetta da 50 ml. 3) Centrifugare la provetta da 50 ml a 2470 g per 10 minuti. 4) Scartare il plasma surnatante 5) Marcare i globuli rossi con 51 Cromo e lasciare incubare per 15 minuti possibilmente su bascula dolce. 6) Lavare le cellule con soluzione fisiologica 7) Centrifugare a 2470 g per 5 minuti 8) Eliminare il surnatante e ripetere i punti 6. e 7. 9) Al termine della seconda centrifugazione eliminare il surnatante 10) Aggiungere 2 ml si soluzione fisiologica e riportare delicatamente in sospensione le cellule 11) Trasferire un eguale volume di globuli rossi marcati in due siringhe da 5 ml (una siringa serve per la somministrazione al paziente e l altra rappresenta la dose standard necessaria a normalizzare la geometria di conteggio). Lasciare alcune gocce nella provetta per il controllo di qualità Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 5/7

8 CONVALIDA, MATERIE PRIME, PRELIEVO E STRUMENTAZIONE DELLA MARCATURA DEGLI ELEMENTI DEL SANGUE Convalida dei metodi Sono numerose le metodiche descritte per separare gli elementi del sangue da marcare. Ciascun centro, una volta scelta e provata una metodica, deve convalidarla attraverso un protocollo di convalida in cui vengono descritte le attività da eseguire, le funzioni coinvolte, le modalità di esecuzione, i test da applicare ed i limiti di accettabilità relativi al processo in convalida. E necessario stabilire le modalità di conservazione di ogni singolo lotto di radiofarmaco pronto per la somministrazione al paziente e il periodo di validità entro il quale tale lotto può essere utilizzato. I parametri di conservazione ed il periodo di validità devono essere stabiliti a seguito di prove di stabilità che devono dare evidente dimostrazione del mantenimento di tutte le caratteristiche di qualità richieste per quel determinato prodotto. Tutti i dati ottenuti durante le prove devono essere allegati al protocollo, verificati, commentati, approvati. Deve essere redatto un rapporto finale con la discussione dei risultati ottenuti, le considerazioni conclusive e l approvazione, da parte del responsabile generale, del processo sottoposto a convalida. La convalida del metodo ha lo scopo di garantire elevati standard qualitativi della preparazione da somministrare al paziente. Tali requisiti di qualità, conformandosi al riferimento normativo delle Norme di Buona Preparazione in Medicina Nucleare previsto per le strutture di Medicina Nucleare, vengono garantiti individuando le attività che è necessario valutare nel processo di convalida per dimostrare che le fasi di preparazione del prodotto e i possibili aspetti critici sono sotto controllo. La convalida deve prevedere tre prove consecutive e deve essere eseguita con il sangue di donatori volontari (nel rispetto della normativa vigente); i lotti utilizzati per la convalida devono essere perfettamente identici, per le modalità d esecuzione della preparazione, a quelli che verranno somministrati al paziente. Al termine della convalida vengono individuati i controlli di qualità che sono ritenuti maggiormente utili ed eseguibili in routine, nel tempo più breve possibile, e, comunque, in un tempo tale da ricadere entro il periodo di validità del prodotto stabilito con le prove di stabilità. Periodicamente è necessario fare la riconvalida del metodo che prevede l esecuzione di una prova sempre utilizzando sangue di donatori volontari. Materie Prime Le materie prime che vengono solitamente impiegate per allestire questi radiofarmaci sono: sangue del paziente, soluzione anticoagulante, espansore del plasma, radiofarmaco utilizzato per la marcatura degli elementi del sangue, soluzione fisiologica, gradiente di densità, sodio citrato, tampone. Esse devono essere controllate secondo specifici protocolli di gestione che ne prevedano l utilizzo secondo quanto indicato dal produttore. Deve essere creato e mantenuto aggiornato un registro contenente le informazioni riguardanti le materie prime utilizzate, quali: data di ricevimento, quantità, nome del fornitore, numero di lotto, data di scadenza, luogo di conservazione, certificato di analisi. Devono essere acquisite e messe a disposizione del personale le schede di sicurezza relative a tutti i materiali utilizzati. Tutti i prodotti e i materiali utilizzati per la preparazione dei radiofarmaci devono essere sterili e apirogeni. In tutti i casi la qualità e, di conseguenza, la sicurezza e l efficacia dipendono dall uso corretto dei prodotti utilizzati, dai calcoli eseguiti, dall accuratezza, dalla precisione operativa e dal rispetto delle procedure operative standard che necessariamente ogni struttura è tenuta ad implementare e mantenere aggiornate. Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 6/7

9 Prelievo Il sangue del paziente è, per tutte le marcature degli elementi del sangue, una materia prima la cui qualità deve essere assolutamente garantita. La preparazione della siringa per il prelievo deve essere effettuata in ambiente controllato e con materiale sterile e apirogeno aperto subito prima dell'utilizzo. Al fine di minimizzare la possibile contaminazione del sangue del paziente con l ambiente esterno è possibile utilizzare un sistema che impedisca il passaggio dell aria dall ago verso la siringa. Le modalità di prelievo prevedono: 1. Ampia disinfezione della cute dove eseguire il prelievo 2. Introduzione di un ago butterfly 19G o 21G (o 23G in età pediatrica) e.v. 3. Aspirazione lenta del sangue in siringa in modo da evitare eccessiva turbolenza. 4. Capovolgere ripetutamente e delicatamente, durante il prelievo ematico, la siringa per evitare formazione di coaguli. Strumentazione La strumentazione che può essere impiegata per la preparazione e per i controlli di qualità (centrifuga, calibratore di dose, rivelatore con cristallo di NaI, microscopio ottico, bagno umido termostatato, frigorifero, strumento per la rilevazione delle endotossine batteriche, agitatore a rulli, conta globuli, micropipette, dispositivi per la radioprotezione) deve essere utilizzata esclusivamente da personale addestrato all utilizzo (documentato dal Responsabile dell Assicurazione di qualità). Ogni strumento deve seguire un percorso di qualifica iniziale che prevede una Qualifica dell Installazione (IQ) che garantisce la presenza di tutti i componenti dello strumento necessari per il funzionamento e della documentazione così come dichiarato dal costruttore e una Qualifica operativa (OQ) che verifica che lo strumento operi secondo le specifiche e garantisca i requisiti richiesti al produttore per l utilizzo a cui esso è dedicato. La qualifica iniziale è a carico del produttore e viene generalmente fatta con la supervisione del Servizio di ingegneria clinica aziendale, dove presente. Il percorso di verifica strumentale prosegue con la Qualifica di Performance (PQ) fatta al momento dell installazione e nella manutenzione periodica. Accanto ad ogni strumento deve essere presente il manuale d uso e il programma di riconvalida periodico. Ogni intervento, sia di riconvalida (manutenzione ordinaria) che di manutenzione straordinaria da parte del personale addetto deve essere documentato, riportando data dell esecuzione, tipo e risultato dell intervento. Per ogni strumento deve essere compilato un logbook nel quale vengono riportate le note di utilizzo sulla base delle quali è possibile programmare in modo oculato la manutenzione ordinaria necessaria a garantire la perfetta performance dello strumento. Precauzioni Come noto, la procedura di marcatura in vitro richiede l assoluta necessità di osservanza delle norme di buona preparazione e il rispetto di ogni specifica in esse indicata. Per ogni ulteriore dettaglio inerente le norme di marcatura in vitro si rimanda alla consultazione dei seguenti riferimenti: - (Suppl. Ord. alla G.U. della Repubblica Italiana, n. 274 del 23/11/ Serie generale); - G.Lucignani "La qualità nella preparazione dei radiofarmaci. Indicazioni per la pratica clinica" ISBN Spinger Raccomandazioni Procedurali AIMN Marcatura degli Elementi del Sangue Vrs. 03/2012 p. 7/7

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