GRUPPO DI STUDIO FLC Cgil DI VICENZA SULLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO ASIAGO AGOSTO 2007
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- Giorgia Piva
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1 GRUPPO DI STUDIO FLC Cgil DI VICENZA SULLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO ASIAGO AGOSTO 2007 Premessa La FLC Cgil di Vicenza, ha costruito l opportunità per una trentina di insegnanti della provincia, nonché di alcune RSU, di costituire un tavolo di lavoro per riflettere sia sulle nuove Indicazioni per il Curricolo, sia sulle modalità di pubblicizzazione di tali indicazioni e degli impegni ipotizzabili per i docenti e i dirigenti scolastici. I partecipanti allo stage di studio si sono divisi in due gruppi di lavoro che hanno approfondito i seguenti temi: - Misure di accompagnamento, obblighi professionali degli insegnanti, tempi e spazi per l attuazione delle Indicazioni - Contenuti e prime valutazioni d impatto delle indicazioni Nella giornata del 31 agosto il lavoro dei gruppi è stato discusso in plenaria ed approvato all unanimità DOCUMENTO DI ASIAGO a cura della FLC Cgil di VICENZA In premessa vogliamo ribadire che compito di un sindacato è difendere sempre e comunque la dignità dei lavoratori e delle lavoratrici, sviluppare le condizioni che consentono la loro crescita professionale, tutelare le conquiste che hanno riconosciuto e valorizzato i lavoratori e li hanno resi protagonisti della loro professione. Non è compito del sindacato dettare indirizzi alternativi alle Indicazioni ma favorire attorno alle Indicazioni dibattito, partecipazione, aumentare gli spazi di partecipazione e di collegialità, valorizzazione delle professionalità, anche ai fini di un contributo fattivo al loro miglioramento. In quest ottica come gruppo di lavoro del FLC di Vicenza desideriamo offrire, consci di limiti, un contributo alla discussione che in ogni scuola autonoma di Vicenza, come nel resto del Paese, deve avvenire dopo il 4 settembre giornata di presentazione ufficiale delle Indicazioni. Crediamo si tratti di un opportunità da cogliere, nonostante lo scoramento e la disaffezione che possono tentare le scuole, messe a dura prova da raffiche di cambiamenti imposti, estranei alla cultura pedagogica e didattica ampiamente diffusa. Negli anni appena trascorsi, nel mutato contesto normativo che ha visto riconosciuta e garantita dalla Costituzione l autonomia scolastica, abbiamo chiesto con forza che venisse definita la cornice generale entro cui le scuole possono esercitare le loro specifiche competenze. Solo così si garantiscono la tenuta unitaria del sistema di istruzione e formazione e insieme il protagonismo responsabile delle istituzioni scolastiche. Ciò premesso va rilevato che le indicazioni contengono sia lati positivi,sia lati oscuri o comunque aspetti che, a nostro avviso, richiedono maggior chiarezza e approfondimento. Siamo quasi certi comunque che se falliranno anche queste nuove indicazioni, la scuola reale non sarà più disposta a credere ad altre proposte innovative o pseudo tali. Ricordiamo che dopo l abrogazione della legge 30, che ci piace nominare come legge Berlinguer de Mauro, la deludente e nociva l. 53 chiamata riforma Moratti, vorremo sperare che nel nostro Paese si apra un dibattito serio e generativo sulle nuove indicazioni affinché il risultato finale sia condiviso e che l adozione, dopo la dovuta e prevista biennale sperimentazione, diventi effettivamente un punto fermo di riferimento, seppur modificabile negli anni, per gli insegnanti, per i genitori, per i dirigenti. 1
2 Noi crediamo che la maggioranza dei docenti senta come necessità l emanazione di indicazioni nazionali ma che oggi come oggi, visti i cattivi esempi della litigiosa classe politica, abbia paura dell incapacità delle forze politiche di portare a compimento un percorso di rinnovamento, di cambiamento. Entrando nel merito dei documenti, il gruppo di lavoro apprezza lo sforzo della commissione nel tracciare i contorni dei bisogni formativi della nostra odierna società. Tale sforzo trova la sua più alta espressione nella parte del documento dal titolo: cultura scuola persona. Rileviamo che proprio la complessità del tempo che stiamo vivendo avrebbe dovuto suggerire di titolare al plurale: culture, scuole, persone. Nell evidenziare che anche dopo le modifiche apportate al testo diffuso la primavera scorsa le finalità costituzionali della nostra scuola restano oscurate, abbiamo tuttavia la speranza che le positività di molti dei contenuti presenti si trasformino realmente in possibilità di sostegno alla crescita professionale degli insegnanti e ciò può avvenire con uno sforzo sul piano della formazione seria e ben organizzata. Siamo contemporaneamente preoccupati nella poca chiarezza in merito ai tempi del dibattito. Da una parte, nelle bozze della direttiva di accompagnamento, leggiamo un tentativo di forzatura dei tempi, dall altro si ribadisce che le scuole hanno due anni di tempo per elaborare pensieri, riflessioni, opportuni cambiamenti per attuare al meglio le indicazioni. Pensiamo quindi che ci debba essere maggior coerenza: se sono previsti due anni di sperimentazioni, sia garantito alle scuole di studiare un piano d azione autonomo e non calato dall alto. Un piano che valorizzi l autonomia delle singole scuole che si esplica nella collegialità delle decisioni. In questi due anni di sperimentazione ( come dichiarato nella bozza di direttiva di accompagnamento) c è la possibilità per gli insegnanti di ripensare al proprio insegnamento alla luce delle Indicazioni, cercando di realizzare un curricolo coerente ed unitario senza gettare a mare quanto le singole scuole, nella loro autonomia didattica, hanno comunque, nel tempo, già realizzato. In tal modo, senza forzature nei tempi può essere avviata un approfondita discussione all interno delle scuole autonome. Oltre a ciò si valorizzerebbe la cooperazione professionale, l unitarietà degli interventi, giusti e distesi rapporti tra ordini di scuola, intese raccordi e sinergie anche con il biennio della scuola superiore di secondo grado oggi a pieno diritto scuola dell obbligo. Sicuramente tale processo di elaborazione di riflessioni e di interiorizzazione delle Indicazione necessita di un piano robusto e fattibile di formazione. Da subito evidenziamo che ci preoccupa l apparire di piani di formazione a cascata : prima si formano gli ispettori, poi i dirigenti e forse, con le risorse rimaste gli insegnanti. Da subito chiediamo di rovesciare la scaletta: prima sia garantita la formazione degli insegnanti in modo adeguato e proficuo utile ad innalzare il livello professionale. Negli ultimi anni i lavoratori della scuola hanno sofferto per la difficoltà di esprimere il loro dissenso rispetto alle proposte ministeriali; oggi chiediamo che il dissenso abbia piena cittadinanza, che sia visto come foriero di ulteriori contaminazioni tra pensieri, come aiuto ad aumentare la professionalità come dono e arricchimento culturale. Per questo ribadiamo la necessità di rendere effettiva l autonomia delle scuole che nello specifico si enuclea in finanziamenti diretti per la formazione, nel dar credito alle scuole di effettuare la propria rilevazione dei bisogni formativi rispetto alle questioni poste dalle indicazioni e non subire modelli formativi già preconfezionati e calati dall alto. Invitiamo le scuole a credere nella propria capacità di apprendere dalle proprie esperienze, a credere in proposte formative che si riferiscono alla ricerca azione, che valorizzino le risorse interne alle scuole. Ci preoccupano percorsi formativi estremamente strutturati nei tempi e nelle modalità. Abbiamo bisogno di parlare della didattica che consegue alla lettura allo studio, all approfondimento, al tentativo di mettere in pratica le nuove Indicazioni. Nel riguardare i nostri POF, alla luce delle nuove stimolazioni non dobbiamo gettare nel cestino le tante idee e pratiche didattiche realizzate in questi anni dagli insegnanti: si desidera recuperare la voglia innovativa che ha caratterizzato la stagione degli Orientamenti della scuola dell infanzia, dei programmi dell 85 per la scuola primaria. Desideriamo rilanciare 2
3 anche i modelli didattici che sono patrimonio della professione: tempo pieno, contitolarità, contemporaneità d intervento, classi aperte, tempo lungo, collegialità e unitarietà d intervento educativo, senza voler ricreare tempi andati ma valorizzando dinamicamente ciò che ci appartiene perché da noi richiesto, pensato e attuato. Ne consegue che siamo consci dell importanza dell evento, vogliamo esercitare il nostro diritto e dovere alla formazione, desideriamo impadronirci degli stimoli culturali offerti dalle nuove indicazioni, vogliamo tornare ad essere protagonisti del pensiero pedagogico dentro le nostre scuole misurandoci con la costruzione del curricolo, realizzando piste di lavoro didattico attente sia ai traguardi per lo sviluppo delle competenze, sia agli obiettivi di apprendimento ma, desideriamo e chiediamo ritmi di lavoro adeguati, risorse materiali e di personale per realizzare proficuamente una buona didattica nelle nostre scuole. Allora va denunciato che resta un problema: il contesto dove le Indicazioni si calano. Sotto gli occhi di tutti noi c è: taglio di personale, mancanza di fondi per garantire un adeguata sostituzione dei docenti, classi numerose, poca attenzione alle necessità dei nostri alunni diversamente abili e delle loro famiglie. Facciamo un appello ai nuovi dirigenti affinché diano il giusto peso ai problemi da affrontare, non siano catturati dai tempi frenetici che forze esterne potrebbero tentare d imporre, che siano attenti ai bisogni espressi dai collegi dei docenti, che siano forti nel negoziare i bisogni, che siano da stimolo affinché la discussione sulle indicazioni sia trasferita anche ai genitori, al territorio con l obiettivo non del controllo ulteriore dell esterno su quanto realizza la scuola, ma come opportunità per valorizzare il lavoro professionale degli operatori scolastici, come possibilità di far capire l importanza strategica per una Nazione moderna il costruire una scuola che sappia rispondere in modo adeguato ai bisogni formativi del cittadino di domani. Insomma potrebbe essere una buona occasione di dialogo tra scuola e territorio per aumentare la considerazione sociale rispetto al mondo scuola. Desideriamo evidenziare, come più volte detto in questo documento, che se le nuove indicazioni nascono come sperimentazione biennale aperta ai suggerimenti dei protagonisti veri del far scuola allora non siano previste, nelle misure di accompagnamento, tempi stretti o valutazioni approssimate e frettolose dei primi risultati, nessuna task force nazionale (e men che meno regionale o provinciale) con compiti d indottrinamento che voglia imporre alle scuole metodologia, formazione o tempi di discussione, dibattito e realizzazione precostituiti. Ciò non significa non avere delle regole comuni ma solo garantire tempi accettabili di riflessione e di azione. Significa che le scuole, risolti i loro problemi organizzativi, dato l avvio all anno scolastico, impostato il lavoro didattico potranno impostare i tempi e i luoghi della loro convinta adesione alla sperimentazione sulle nuove Indicazioni. La normativa prevede, nel campo della formazione, una contrattazione a livello territoriale tra gli organi scolastici territoriali e i sindacati; il nostro gruppo di lavoro chiede alle organizzazioni sindacali di muoversi nell ottica di garantire giuste e sufficienti risorse, favorire la riflessione interna agli istituti, privilegiare le piste di lavoro che scelgono la ricerca azione, contrastare pacchetti preconfezionati, valorizzando invece le competenze interne alle Istituzioni scolastiche e le esperienze che utilizzano la formazione in rete tra scuole. Riteniamo utile sintetizzare per punti il nostro pensiero e le nostre proposte. Proponiamo che nei collegi dei docenti ci sia uno sforzo per ricucire le lacerazioni provocate dalle Indicazioni Moratti- Bertagna. Abbiamo l occasione di ripensare insieme i nostri problemi professionali. Questo potrebbe essere un merito delle Nuove Indicazioni Fioroni: non si discute del niente ma concretamente cominciamo a costruire curricoli attorno ai bisogni formativi degli alunni e rispettosi della professionalità docente 3
4 La discussione e l approfondimento nonché l avviamento di pratiche didattiche e di curricolo legate alle Indicazione devono partire dal riconoscimento del chi siamo e quale scuola abbiamo realizzato in questi anni. Abbiamo una grossa responsabilità come adulti in genere e come educatori nello specifico: abbiamo il dovere di decidere quale scuola realizzare per i nostri bambini/e ragazze/i. Nel far questo probabilmente saremo maggiormente rassicurati tenendo presente che gli alunni, a qualsiasi età, hanno un forte bisogno di essere esseri sociali cioè di sapersi mettere in relazione con gli altri, star bene a scuola, vivere e studiare in climi relazionali positivi e di sostegno. Non solo, dovremmo tener presente che i nostri alunni hanno anche un forte desiderio di conoscere e padroneggiare il mondo nel quale vivono. Per questo hanno bisogno di competenze e abilità. Gli alunni chiedono un equilibrio tra le due dimensioni senza nessun eccesso né nell una né nell altra. In altre parole: esagerando sui climi si creano i club mediterranè, dall altra, esagerando nel richiedere competenze e abilità si creano carceri. La scuola costruisce un terzo ambiente che vorremmo chiamare: ambiente ecologico". Nella costruzione del curricolo va posta l attenzione sulla costruzione della quota parte che rimane dedicata al curricolo locale ( 20%). Non possiamo accettare intrusioni pesanti e vessatorie da parte di proposte di Enti esterni. È la scuola che, dopo un attenta rilevazione dei suoi bisogni interni e delle proprie potenzialità in termini economici e di risorse umane, elabora ed attua linee d indirizzo per il curricolo locale ( quota parte d orario.) Occorre garantire, da subito, un metodo di discussione collegiale, partecipato e democratico. Vanno chiariti gli aspetti legati alla valutazione, con dei documenti di accompagnamento, questi sì fatti con una certa urgenza. Il curricolo e la sua costruzione da parte delle scuole deve partire dalla valorizzazione del chi siamo senza accettare interventi coercitivi o peggio ancora colonizzatori e portatori di metodologie estranee al mondo scuola. Ciò non significa assolutamente chiusura per il nuovo per l innovativo, si chiede solo di poter negoziare le posizioni, che sia garantito il dissenso e la possibilità di sperimentare percorsi alternativi e completamente nuovi. Chiediamo comunque che si attui un serio e scientificamente fondato monitoraggio delle attività e iniziative poste in atto dalle scuole per arrivare ad un confronto tra risultati ottenuti. Noi chiediamo aiuto per affrontare al meglio lo studio, l approfondimento, la realizzazione delle nuove Indicazioni ma mettiamo le mani avanti: - diffidiamo dei pacchetti preconfezionati - desideriamo siano valorizzate le risorse professionali interne della scuola - sia privilegiato lo strumento della ricerca azione - siano incentivati i progetti di formazione, studio e approfondimento, di valutazione in rete Il dibattito che le nuove indicazioni innesteranno nelle scuole italiane, non metta in sordina problemi strutturali profondi: -mancanza di adeguate risorse finanziare - precariato -aumento del numero degli alunni per classe - scarsità di finanziamento delle supplenze - taglio delle risorse umane soprattutto degli insegnanti di sostegno 4
5 Il dibattito sulle nuove Indicazioni per il Curricolo deve confrontarsi anche con gli ordinamenti fissati dal Decreto 59/04: non si può, ad esempio, discutere di curricolo unitario se viene mantenuto un tempo scuola frazionato in attività obbligatorie e attività facoltative, non si può parlare di collegialità se sono negati gli spazi per esercitarla e non viene riconosciuta a tutti la pari dignità e responsabilità. Gli impegni di lavoro. Suggeriamo tempi distesi. Per l approfondimento e la stesura di lavori inerenti alle nuove indicazioni: curricolo, POF e altro ci si deve attenere al contratto di lavoro vigente. Il collegio dei docenti stabilisce all interno delle ore stabilite ( 40 h e altre fino ad un massimo di 40)possibili e diverse calendarizzazioni sfruttando: dipartimenti, articolazioni del collegio, classi parallele ecc. Si possono costituire gruppi di studio, approfondimento ma le decisioni vanno assunte in Collegio Docenti e incentivate, quindi occorre predisporre un adeguata contrattazione d Istituto che coinvolga le R.S.U. Ci auguriamo che le indicazioni diano la possibilità di discutere realmente sulla specificità del ruolo e della funzione docente innalzando, nel nostro paese, la considerazione che la società deve avere nei confronti degli operatori scolastici a tutti i livelli. Asiago, 31 agosto
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