L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO. COMUNICAZIONE e PERCORSI FORMAZIONE SELEZIONE CONSULENZA Daniela Sarigu daniela.sarigu@hotmail.
|
|
- Federico Bruni
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO COMUNICAZIONE e PERCORSI FORMAZIONE SELEZIONE CONSULENZA Daniela Sarigu daniela.sarigu@hotmail.it
2 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO Un Direttore d orchestra non esprime neanche un suono; il suo potere deriva dalla sua capacità di rendere potenti gli altri. In generale un leader che si sente superiore alle persone da lui dirette tende a coprire le voci dei collaboratori a cui, invece, deve affidarsi per esprimere compiutamente la sua visione. Da questa riflessione nasce una nuova sensibilità che porta l attenzione su come mettere in grado i musicisti di suonare ogni spartito al meglio delle loro possibilità Zander, L Arte del possibile.
3 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO CONOSCIAMO NOI STESSI PER CONOSCERE GLI ALTRI
4 LEADERSHIP GIOCO
5 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA Insieme semplice (aggregazione) Gli individui si sentono aggregati casualmente o per una contingenza. Insieme a bassa strutturazione (pre-gruppo) Gli individui sperimentano scopi o obiettivi comuni e hanno tra loro qualche relazione. Insieme strutturato (gruppo) Vi sono una rete di comunicazioni e interrelazioni, si delineano i ruoli, si usa il soggetto noi.
6 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA IL GRUPPO NASCE DA obiettivi comuni relazioni affettive E GENERA coscienza di gruppo definizione dei ruoli e suddivisione dei compiti influenza reciproca possibilita di collaborazione definizione di un sistema di regole e norme comuni nascita di un cultura del gruppo
7 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA FUNZIONAMENTO DEI GRUPPI CONTENUTI PROCESSI Le cose di cui parlano le persone ed I compiti nei quali sono impegnate Quello che accade tra le persone, le tipologie di relazioni IL CONTENUTO E IL COSA IL PROCESSO IL COME
8 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA I MEMBRI DEL GRUPPO OSSERVATORI ciascun membro del gruppo deve osservare il processo PARTECIPANTI ciascun membro del gruppo deve partecipare al contenuto OSSERVARE PER CONOSCERE PARTECIPARE PER COSTRUIRE
9 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA Fenomeni Strutturali DINAMICHE di gruppo Fenomeni Affettivi Originati dalla struttura del gruppo; ruolo svolto dalla persona in un sistema di relazioni interdipendenti Originati da rappresentazioni coscienti o Inconsce. Sala degli specchi
10 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA RAZIONALE DIMENSIONI DI VITA del gruppo EMOTIVO AFFETTIVA Dimensione MANIFESTA Dimensione LATENTE Orientamento esplicito agli OBIETTIVI DEL GRUPPO Orientamento all esterno, AL RISULTATO Energia impiegata per realizzare L OBIETTIVO Dinamica delle relazioni personali basata sui SENTIMENTI PROFONDI e sugli STEREOTIPI Orientamento all interno VERSO I RAPPORTI INTERPERSONALI Energia dedicata alle DINAMICHE SOGGETTIVE
11 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA Lo SVILUPPO del gruppo ORIENTAMENTO INSODDISFAZIONE LA SVOLTA PRODUZIONE
12 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA ACCETTAZIONE E APPARTENENZA Legame affettivo RICONOSCIMENTO ED IDENTITÀ Autonomia Paura del rifiuto Paura della dipendenza Paura del conflitto Paura di fidarsi L individuo si trova in tensione
13 GLI STILI PERSONALI Ogni persona è caratterizzata da uno stile personale predominante, ma in lei convivono ed esistono diversi stili che si mettono in gioco a seconda delle situazioni da affrontare. Gli stili personali sono categorie in cui rientrano persone con caratteristiche simili ma non uguali.
14 GLI ATTORI Test di autodiagnosi
15 GLI ATTORI Il contributore Membro orientato alla mansione Fornisce al gruppo le migliori informazioni possibili Porta a termine i suoi incarichi all interno del gruppo Incita il gruppo a mantenere alti i livelli di performance e ad utilizzare adeguatamente le proprie risorse Fornisce al gruppo presentazioni chiare, concise, utili. Ha chiare le priorità
16 GLI ATTORI Il collaboratore Membro orientato agli obiettivi Fa di tutto affinchè il gruppo converga sull obiettivo Incoraggia il gruppo a stabilire piani con punti di verifica E disposto ad operare al di fuori del ruolo definito intervenendo a supporto degli altri Condivide il successo con gli altri membri del gruppo E aperto a nuove idee che possano modificare gli obiettivi del gruppo
17 GLI ATTORI Il comunicativo Membro orientato al processo Ha parole di riconoscimento per l impegno Ascolta con attenzione evitando di esprimere giudizi Aiuta il gruppo a rilassarsi ed a divertirsi Interviene per risolvere conflitti o il mancato coinvolgimento Aiuta i componenti del gruppo a riconoscere meglio le risorse con cui possono contribuire
18 GLI ATTORI Membro orientato alla discussione Il provocatore Mette spesso in discussione gli obiettivi del gruppo Si allontana spesso dalla logica comune Incita il gruppo a rischiare in modo ragionevole e considerato Parla chiaro anche quando le sue opinioni sono contrarie a quelle del gruppo E onesto nel dichiarare i progressi del gruppo e i problemi da affrontare Denuncia eventuali attività illegali e contrarie all etica del gruppo
19 LA MATRICE degli ATTORI Alto I compagni di viaggio Gli alleati Coloro che concordano con i nostri progetti, ma nei confronti dei quali nutriamo moderata o scarsa fiducia Condividono la nostra visione e sono disposti a realizzarla offrendoci tutto il loro supporto: di loro ci fidiamo totalmente, pensiamo che ci dicano la verità e che siano onesti. Basso ACCORDO Gli avversari Sono diventati tali a causa del fallimento della nostra negoziazione sia sulla fiducia sia sull'accordo. Gli oppositori Sono persone con le quali intratteniamo una solida e onesta relazione, nei confronti delle quali nutriamo molta fiducia e rispetto e che non condividono i nostri progetti Bassa Alta FIDUCIA
20 LA MATRICE degli ATTORI I NEUTRALI Ovvero i formali, gli incerti, i rassegnati, i pessimisti, gli indifferenti, gli altalenanti. Con loro è importante muoversi con equilibrio, calma e maturità per fare in modo che escano allo scoperto e far prendere loro una posizione.
21 LA MATRICE degli ATTORI IL GRUPPO CHE NON FUNZIONA I DIVI Si pongono al centro dell attenzione e trascinano il gruppo. I COLPEVOLI Vengono sistematicamente identificati dal gruppo come tali. I PERDENTI E VINCENTI Ricercare gli errori altrui con vincitori e vinti NOI E LORO Si suddividono in sottogruppi e si contrastano tra loro.
22 IL COPIONE GRUPPO CHE FUNZIONA Consapevolezza dello scopo Informalità Partecipazione Ascolto Disaccordo civile Decisione per consenso Comunicazione aperta Chiara condivisione dei ruoli e delle mansioni Leadership condivisa Diversità di stile Autovalutazione
23 L EVOLUZIONE DI UN CAPO Il capo è un leader? Da Capo a Leader COSA PENSANO LE PERSONE DI UN CAPO? COSA PENSANO LE PERSONE DI UN LEADER?
24 IL LEADER CARATTERISTICHE DI UNA LEADERSHIP EFFICACE ORIENTATA AL COMPITO finalizzata al raggiungimento dell obiettivo, rispetta i tempi fissati, usa il tempo in modo proficuo ORIENTATA ALLE RELAZIONI riconosce i bisogni individuali non evita i conflitti, permette che emergano, li gestisce, li rende espliciti, non consente che trascendano sul piano personale
25 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO Lunedi 20 febbraio Fine prima parte Daniela Sarigu
26 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO COMUNICAZIONE e PERCORSI FORMAZIONE SELEZIONE CONSULENZA Daniela Sarigu daniela.sarigu@hotmail.it
27 GRUPPO SI NASCE O SI DIVENTA Lo SVILUPPO del gruppo ORIENTAMENTO INSODDISFAZIONE LA SVOLTA PRODUZIONE
28 IL COPIONE GRUPPO CHE FUNZIONA Consapevolezza dello scopo Informalità Partecipazione Ascolto Disaccordo civile Decisione per consenso Comunicazione aperta Chiara condivisione dei ruoli e delle mansioni Leadership condivisa Diversità di stile Autovalutazione
29 L EVOLUZIONE DI UN CAPO LA LEADERSHIP È LA CAPACITÀ DI ESERCITARE UN INFLUENZA POSITIVA SULLE PERSONE, ATTIVANDO IN LORO MOTIVAZIONI, IMPEGNO E SFORZI, VERSO OBIETTIVI CONDIVISI E IN SINTONIA CON LE FINALITÀ DELL ORGANIZZAZIONE. LA LEADERSHIP EFFICACE OTTIENE RISULTATI NEL TEMPO.
30 L EVOLUZIONE DI UN CAPO AGISCE SUI COMPORTAMENTI, SULL IMPEGNO E COINVOLGE I SENTIMENTI. NON È IMPORTANTE QUANTO SUCCEDE MENTRE VOI CI SIETE MA QUANDO VOI NON CI SIETE.
31 STILI DI LEADERSHIP LO STILE DI LEADERSHIP LO SCHEMA DI COMPORTAMENTO CHE ADOTTATE CON GLI ALTRI COME LORO LO PERCEPISCONO. LA LEADERSHIP SITUAZIONALE NON È QUALCOSA CHE FAI ALLE PERSONE MA CON LE PERSONE
32 IL LEADER La funzione più importante per il leader di un gruppo è Aiutare il gruppo a muoversi attraverso gli stadi di sviluppo. ORIENTAMENTO INSODDISFAZIONE LA SVOLTA PRODUZIONE
33 IL LEADER LL LEADER ADATTA IL PROPRIO STILE ALLO STADIO DI SVILUPPO PER FORNIRE AL GRUPPO QUELLO CHE SERVE AI MEMBRI
34 LEADERSHIP MATURITA Livello di prontezza nel perseguire il compito, le finalità, gli obiettivi COMPORTAMENTO DI RELAZIONE Quantità di supporto socio-emotivo COMPORTAMENTO DIRETTIVO Quantità di guida e direzione
35 LEADERSHIP SITUAZIONALE ALTO MODERATO MODERATO BASSO competenza elevata competenza da media a elevata competenza da scarsa a media competenza scarsa impegno elevato impegno variabile impegno scarso impegno elevato D4 D3 D2 D1 SVILUPPATO DA SVILUPPARE
36 LEADERSHIP SITUAZIONALE BISOGNI DI UN D1 Vedere riconosciuti il suo entusiasmo e le sue capacità trasferibili Avere obiettivi chiari Disporre di standard di lavoro Sapere su cosa verrà determinata la sua performance Conoscere le regole non scritte su come si svolgono le cose Disporre di informazioni chiare sul suo compito e sull organizzazione Ricevere formazione sul campo Poter fare riferimento a piani di azione a direttive che specifichino come, quando e con chi agire Avere scadenze temporali definite Disporre di priorità precise Conoscere il proprio ambito di autonomia e di responsabilità Ricevere feedback sui risultati
37 LEADERSHIP SITUAZIONALE BISOGNI DI UN D2 Fare riferimento ad obiettivi chiari Avere una visione prospettica del lavoro Ricevere feedback continuo sui risultati Ottenere riconoscimento per i progressi compiuti Essere rassicurato sulla possibilità di compiere errori Comprendere il perché le cose si facciano in un determinato modo Avere la possibilità di discutere le sue preoccupazioni Essere coinvolto nella presa di decisione e nella soluzione dei problemi Essere incoraggiato
38 LEADERSHIP SITUAZIONALE BISOGNI DI UN D3 Disporre di una figura di riferimento disponibile Avere la possibilità di esplicitare le proprie preoccupazioni Ricevere sostegno ed incoraggiamento nello sviluppo di attività di problem solving Essere aiutato a considerare obiettivamente le sue capacità in modo da sviluppare sicurezza ed autostima Ottenere valorizzazione e riconoscimento della sua competenza e della qualità del lavoro svolto Poter contare su un aiuto a rimuovere eventuali ostacoli che possono impedire il raggiungimento degli obiettivi
39 LEADERSHIP SITUAZIONALE BISOGNI DI UN D4 Essere coinvolto in situazioni di lavoro Varie e stimolanti Poter contare su un leader che sia più un collega e un punto di riferimento che un capo Vedere riconosciuto il proprio contributo Disporre di autonomia e autorità Ottenere fiducia
40 LEADERSHIP SITUAZIONALE LE POSSIBILI RISPOSTE AI BISOGNI RILEVATI S1 COMPORTAMENTO DIRETTIVO Si esprime nel dire ai collaboratori che cosa fare e come fare STRUTTURARE ORGANIZZARE FORMARE SUPERVISIONARE
41 LEADERSHIP SITUAZIONALE LE POSSIBILI RISPOSTE AI BISOGNI RILEVATI S2 COMPORTAMENTO DI SOSTEGNO Si esprime nell ascoltare e nell incoraggiare l autonomia nella soluzione dei problemi INCORAGGIARE ASCOLTARE DOMANDARE SPIEGARE
42 LEADERSHIP SITUAZIONALE LE POSSIBILI RISPOSTE AI BISOGNI RILEVATI S3 COMPORTAMENTO DI SUPPORTO Si esprime nella condivisione della responsabilità nella valorizzazione e nel sostegno. CONDIVIDERE RESPONSABILIZZARE ASCOLTARE INCORAGGIARE VALORIZZARE
43 LEADERSHIP SITUAZIONALE LE POSSIBILI RISPOSTE AI BISOGNI RILEVATI S4 COMPORTAMENTO DI DELEGA Si esprime nel responsabilizzare il collaboratore nella definizione degli obiettivi Nel riconoscere e premiare il contributo all organizzazione RESPONSABILIZZARE RENDERE AUTONOMO VALORIZZARE SPRONARE
44 LEADERSHIP Gli stadi di sviluppo Alto supporto Bassa direttività Alto supporto alta direttività C. supportivo SVOLTA S3 S2 INSODDISFAZIONE S4 S1 PRODUZIONE ORIENTAMENTO Basso supporto Bassa direttività Basso supporto alta direttività Comportamento direttivo
45 LEADERSHIP LIVELLO DI SVILUPPO DEI COLLABORATORI Alto supporto Bassa direttività Alto supporto alta direttività SUPPORTO S3 S2 COACHING S4 DELEGA Basso supporto Bassa direttività DIRETTIVO S1 Basso supporto alta direttività ALTO MODERATO BASSO D4 D3 D2 D1 REALIZZATO DA SVILUPPARE
46 IL LEADER Gli attori Leader Collaboratori S1 S2 S3 S4 DIRETTIVO COACHING SUPPORTO DELEGA D1 D2 D3 D4 PRINCIPIANTE ENTUSIASTA APPRENDISTA DISILLUSO DEMOTIVATO MOTIVATO E COMPETENTE
47 IL LEADER Esercitazione sugli stili di leadership
48 LEADERSHIP SITUAZIONALE COMPORTAMENTI COMUNI AI QUATTRO STILI DI LEADERSHIP IL LEADER STABILISCE GLI OBIETTIVI E DEFINISCE I RISULTATI ATTESI OSSERVA E CONTROLLA LA PERFORMANCE FORNISCE FEEDBACK
49 LEADERSHIP SITUAZIONALE I QUATTRO STILI SI DIFFERENZIANO PER GRADO DI DIRETTIVITA ESPRESSO DAL LEADER PER IL GRADO DI SOSTEGNO FORNITO PER IL LIVELLO DI COINVOLGIMENTO DEL COLLABORATORE NELLA PRESA DI DECISIONE
50 IL LEADER CARATTERISTICHE DI UNA LEADERSHIP EFFICACE ORIENTATA AL COMPITO finalizzata al raggiungimento dell obiettivo, rispetta i tempi fissati, usa il tempo in modo proficuo ORIENTATA ALLE RELAZIONI riconosce i bisogni individuali non evita i conflitti, permette che emergano, li gestisce, li rende espliciti, non consente che trascendano sul piano personale
51 LEADERSHIP LE 4 FUNZIONI DELLA LEADERSHIP Definire gli obiettivi e stabilire i piani d azione, chiarire i risultati attesi e determinare le modalità di realizzazione dell obiettivo Dare feedback. Osservare,controllare e misurare le performance per consentire al collaboratore di capire come sta andando Individuare i problemi, risolverli, generare alternative e valutare le opzioni. Fornire il riconoscimento. Rinforzare i comportamenti attesi e riconoscere i progressi compiuti.
52 LEADERSHIP STILI DI LEADERSHIP E RISULTATI stimolare alla partecipazione tutti i membri tutelare le opinioni della minoranza sapere quando far prevalere l autorevolezza o l autorità sviluppare l ascolto attivo e paziente accettare le critiche non imporre una propria decisione al gruppo non essere impazienti verso il progresso del gruppo
53 LEADERSHIP E PERFORMANCE Un pessimo leader fa fare cose normali a persone eccezionali UN VERO LEADER RIESCE A FAR FARE COSE ECCEZIONALI A PERSONE NORMALI
54 LEADERSHIP Fine secondo incontro GRAZIE DELLA VOSTRA PARTECIPAZIONE Riferimenti DANIELA SARIGU Cell
55 LEADERSHIP Terzo incontro Lunedi 5 Marzo
56 IL PROCESSO DECISIONALE PER LE DECISIONI IMPORTANTI L OBBIETTIVO E UN ACCORDO FONDAMENTALE, NON NECESSARIAMENTE UNANIME ATTRAVERSO LA DISCUSSIONE APERTA DELLE IDEE DI TUTTI I PARTECIPANTI
57 IL PROCESSO DECISIONALE PARTECIPARE AD UN GRUPPO SIGNIFICA 1. ESPRIMERSI 2. ASCOLTARE 3. CAPIRE 4. FARSI CAPIRE
58 IL PROCESSO DECISIONALE PARTECIPARE AD UN GRUPPO SIGNIFICA 1. ESPRIMERSI OGNI PARTECIPANTE E TENUTO A FORNIRE IL SUO SUPPORTO, PARERI CRITICHE, IDEE, SUGGERIMENTI, SUI DIVERSI TEMI ANCHE SE NON INTERROGATO DIRETTAMENTE
59 IL PROCESSO DECISIONALE PARTECIPARE AD UN GRUPPO SIGNIFICA 2. ASCOLTARE INTERESSARSI ALLA PERSONA ED ALL ARGOMENTO TRATTATO, INDIPENDENTEMENTE DALLE SUE COMPETENZE NEL GRUPPO.
60 IL PROCESSO DECISIONALE 3. CAPIRE PARTECIPARE AD UN GRUPPO SIGNIFICA OGNI PARTECIPANTE E TENUTO AD ASSICURARSI, ATTRAVERSO DOMANDE E CHIEDENDO CONFERMA, DI AVERE BEN COMPRESO IL SENSO DI OGNI INTERVENTO.
61 IL PROCESSO DECISIONALE PARTECIPARE AD UN GRUPPO SIGNIFICA 4. FARSI CAPIRE OGNI PARTECIPANTE, NELL ESPRIMERSI, E TENUTO AD ESSERE IL PIU CHIARO POSSIBILE ED ESPLICITO. AD ASSICURARSI CHE TUTTI LO ABBIANO COMPRESO CORRETTAMENTE.
62 IL PROCESSO DECISIONALE GUIDA AGLI INTERVENTI PRIMA DI PRENDERE LA PAROLA HO CHIARI GLI OBIETTIVI DELLA RIUNIONE HO CHIARI GLI OBIETTIVI DEL MIO INTERVENTO HO FATTO UNA SCALETTA DI QUANTO DIRO HO STIMATO IL TEMPO DEL MIO INTERVENTO TERRO CONTO DI QUANTO DETTO DAGLI ALTRI PARTECIPANTI
63 IL PROCESSO DECISIONALE GUIDA AGLI INTERVENTI MENTRE PARLO HO BEN PRESENTI GLI OBIETTIVI DEL MIO INTERVENTO CONTROLLO IL TEMPO MI RIVOLGO A TUTTI I PARTECIPANTI OSSERVO LE LORO REAZIONI MI ASSICURO CHE TUTTI COMPRENDANO IL SENSO DI QUANTO STO DICENDO
64 IL PROCESSO DECISIONALE GUIDA AGLI INTERVENTI MENTRE GLI ALTRI PARLANO LI ASCOLTO CON INTERESSE ED ATTENZIONE LI OSSERVO EVITO DI COMMENTARE E DI INTERROMPERE QUANDO NON SONO D ACCORDO PRENDO NOTA DELLE OBIEZIONI O DEI COMMENTI CHE FARO E CONTINUO AD ASCOLTARE MI ASSICURO DI AVER CAPITO ANCHE CHIEDENDO CONFERMA
65 IL PROCESSO DECISIONALE COMPETENZE SPECIFICHE PER LA COLLABORAZIONE ASCOLTARE CON INTERESSE DIVERSI PUNTI DI VISTA SVILUPPARE QUELLO CHE C E DI INTERESSANTE IN OGNI IDEA PRENDERE NOTA DELLE DIVERSE IDEE NON ACCONTENTARSI DELLA SOLUZIONE PIU FACILE, O PIU OVVIA DARE SPAZIO E TEMPO ALLA RIFLESSIONE
66 IL PROCESSO DECISIONALE COMPETENZE SPECIFICHE PER LA COLLABORAZIONE INVITARE ANCHE CHI HA UN ATTEGGIAMENTO CRITICO A CONTRIBUIRE CON IDEE O SUGGERIMENTI PORSI LA DOMANDA «E SE»? EVITARE CRITICHE, GIUDIZI, PREGIUDIZI. DIVERTIRSI!
67 IL PROCESSO DECISIONALE COMPETENZE SPECIFICHE PER LA COLLABORAZIONE IL CONFLITTO E UN FATTORE CHE CI APPARTIENE E NATURALE! CONSIDERIAMOLO UN OPPORTUNITA
68 IL PROCESSO DECISIONALE CONFLITTUALITA COSTRUTTIVA QUANDO OPERA SULLE IDEE NON SULLE PERSONE! DISTRUTTIVA QUANDO SI MIRA AD ATTACCARE L INDIVIDUO QUALSIASI IDEA ESPRIMA
69 IL PROCESSO DECISIONALE MODALITA DI GESTIONE DEL CONFLITTO MINIMIZZARE LE AREE DI DIVERGENZA ED ENFATIZZARE LE AREE DI CONVERGENZA GIUNGERE A SOLUZIONI CHE PERMETTANO LA PARZIALE SODDISFAZIONE DELLE PARTI COLLABORARE NELL ESAME DELLE SOLUZIONI ALTERNATIVE PER RISOLVERE LE QUESTIONI
70 IL PROCESSO DECISIONALE IL CONSENSO: COME PRENDERE DECISONI DURATURE IL PROCESSO CHE PORTA A QUESTO PIENO ACCORDO CONSISTE NEL CONVINCERE INDIVIDUI CON OPINIONI DIVERSE A CONVERGERE VERSO UN PUNTO IN COMUNE O A COLMARE LE DIFFERENZE CHE LI SEPARANO.
71 IL PROCESSO DECISIONALE IL CONSENSO: QUALI COMPETENZE SONO NECESSARIE CHIEDERE AD OGNUNO IL SUO PARERE E LE SUE MOTIVAZIONI A SOSTEGNO PRETENDERE FATTI, SPIEGAZIONI, CERCANDO DI CAPIRE COSA VI SIA DIETRO ALLE DIVERSE OPINIONI VERIFICARE EVENTUALI DISCREPANZE TRA FATTI ED OPINIONI CAMBIARE IDEA DI FRONTE A FATTI OD OPINIONI INOPPUGNABILI RICONOSCERE DIFFERENZE ED ANALOGIE TRA I DIVERSI PUNTI DI VISTA DEL TEAM
72 IL PROCESSO DECISIONALE IL CONSENSO: QUALI COMPETENZE SONO NECESSARIE FAVORIRE L ATMOSFERA DI APERTURA MENTALE E LO SPIRITO DI COLLABORAZIONE EVITARE DI STARE SULLA DIFENSIVA QUANDO C E CONTRAPPOSIZIONE PER EVITARE GLI SCONTRI ELENCARE PREGI E DIFETTI DELLE CONSEGUENZE CHE CIASCUNA OPINIONE COMPORTA ASSICURARSI LA COMPLETA PARTECIPAZIONE DEL TEAM DISCUTERE E DEFINIRE IL LIVELLO DI RISCHIO ASSOCIATO A CIASCUNA DECISIONE ED INDENTICARE UN APPROCCIO CHE MINIMIZZI I RISCHI PER TUTTI
73 IL PROCESSO DECISIONALE METODO PER AFFRONTARE LE SITUAZIONI CRITICHE NELLE DISCUSSIONI NEL GRUPPO 1. ANALISI DELLA SITUAZIONE 2. FORMULAZIONE DELLE SOLUZIONI O PROPOSTE 3. DISCUSSIONE DELLE SOLUZIONI 4. INDIVIDUAZIONE DELLA SOLUZIONE 5. DEFINIZIONE DELLE STRATEGIE 6. DEFINIZIONE DELLE VERIFICHE E DEGLI INDICATORI DI RISULTATO
74 LA COMUNICAZIONE A SOSTEGNO DEL GRUPPO PRAGMATICA TRASPARENTE FINALIZZATA SITUAZIONALE
75 LA COMUNICAZIONE A SOSTEGNO DEL GRUPPO PRAGMATICA QUAL E IL CONTRIBUTO E LA RESPONSABILITA DI CIASCUNO NELLA DECISIONE? COSA ABBIAMO EFFETTIVAMENTE DECISO? QUALE RISULTATO ABBIAMO RAGGIUNTO IN QUESTA RIUNIONE?
76 LA COMUNICAZIONE A SOSTEGNO DEL GRUPPO TRASPARENTE ABBIAMO DETTO TUTTO QUELLO CHE CONOSCIAMO? ABBIAMO OMESSO O DIMENTICATO QUALCHE INFORMAZIONE?
77 LA COMUNICAZIONE A SOSTEGNO DEL GRUPPO FINALIZZATA QUALE DECISIONE E STATA PRESA? QUALI AZIONI O ATTIVITA ABBIAMO IDENTIFICATO? A COSA SERVE IL RAGIONAMENTO, LA DISCUSSIONE, IL CONFLITTO? QUALE RISULTATO ABBIAMO RAGGIUNTO? IN QUALI SITUAZIONI APPLICHIAMO LA DECISIONE PRESA?
78 LA COMUNICAZIONE A SOSTEGNO DEL GRUPPO SITUAZIONALE CI SONO CONFLITTI IN ATTO? ABBIAMO ADATTATO IL NOSTRO COMPORTAMENTO ALLE PERSONE ED ALLA SITUAZIONE?
79 IL PROCESSO DECISIONALE IL MIGLIOR RISULTATO SI OTTIENE QUANDO OGNI COMPONENTE DEL GRUPPO FA CIO CHE E MEGLIO PER SE E PER IL GRUPPO! John Nash
80 L ASSOCIAZIONE VISTA DA DENTRO COMUNICAZIONE e PERCORSI FORMAZIONE SELEZIONE CONSULENZA Daniela Sarigu daniela.sarigu@hotmail.it
81 COINVOLGERE E MOTIVARE QUARTO ED ULTIMO INCONTRO 15 marzo
82 COINVOLGERE E MOTIVARE La gente soddisfatta di sé produce buoni risultati. Sorprendili a fare qualcosa di giusto K.Blanchard
83 COINVOLGERE E MOTIVARE LA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI SE NON C E CHIAREZZA ABBIAMO INEFFICACIA DEL GRUPPO E RALLENTAMENTO NEL LAVORO QUALE E IL RISULTATO DA RAGGIUNGERE? ACQUISIRE INFORMAZIONI O CONDIVIDERE CONOSCENZE GENERARE IPOTESI ESPRIMERE PARERI SU UN IPOTESI GIA FORMULATA PARTENDO DA UN IPOTESI GIA DEFINITA ED ACCETTATA DEFINIRNE LE MODALITA APPLICATIVE VERIFICARE I RISULTATI
84 COINVOLGERE E MOTIVARE LA COMUNICAZIONE DEGLI OBIETTIVI IL LAVORO DEL GRUPPO PUO INIZIARE SOLO SE GLI OBIETTIVI SONO STATI: DEFINITI: E UNA PROORITA DEL GRUPPO COMUNICATI: CON CHIAREZZA ED IN MODO INEQUIVOCABILE CONDIVISI: NON BASTA CHE I COMPONENTI DEL GRUPPO ASCOLTINO, E NECESSARIO CHE ESPRIMANO LA LORO ACCETTAZIONE, IN MODO DA SENTIRSI VINCOLATI, DURANTE LE LORO ATTIVITA, AD ATTENERSI AGLI OBIETTIVI DEFINITI.
85 COINVOLGERE E MOTIVARE I SEGRETI DEI GRANDI CONDOTTIERI 1. Sanno ispirare le persone con una VISION potente, esaltante e trascinatrice 2. Coinvolgono le persone facendole sentire responsabili e parte integrante del progetto di realizzazione della VISION 3. Rinforzano l autostima delle persone attraverso riconoscimenti 4. Danno l esempio
86 COINVOLGERE E MOTIVARE IL VOLONTARIO SAPERE SAPER FARE SAPERE COME FARE SAPERE PERCHÉ FARE SAPER ESSERE
87 COINVOLGERE E MOTIVARE L INSERIMENTO UN PERCORSO ESPLICITO E GUIDATO CONSENTE DI FARE DIVENTARE L INIZIO DELL ATTIVITÀ IN UN NUOVO RUOLO, UNA SITUAZIONE DI CHIAREZZA ORGANIZZATIVA E DI INTEGRAZIONE CULTURALE, SECONDO I VALORI E LE LOGICHE DI APPARTENENZA DELL ASSOCIAZIONE.
88 COINVOLGERE E MOTIVARE MONITORARE LE MOTIVAZIONI RACCOGLIERE LE ASPETTATIVE VERIFICARE GLI OBIETTIVI PERSONALI TRASFERIRE SPIRITO DI APPARTENENZA L INSERIMENTO FAR COMPRENDERE LE REGOLE INTERNE DEL GRUPPO DI LAVORO E LA SUA CULTURA ORGANIZZATIVA PER CHIARIRE E CONDIVIDERE IN MODO EFFICACE L IMPEGNO RICHIESTO PER OPERARE NEL RUOLO ORGANIZZATIVO ASSEGNATO.
89 COINVOLGERE E MOTIVARE L INSERIMENTO CHI ACCOGLIE IL VOLONTARIO? E L INTERA ASSOCIAZIONE CHE LO ACCOGLIE!
90 COINVOLGERE E MOTIVARE L INSERIMENTO QUALE E LA NOSTRA VISION? QUALE E LA NOSTRA MISSION? QUALI SONO I NOSTRI VALORI? QUALI SONO I NOSTRI OBIETTIVI? QUALI SONO I NOSTRI PROGETTI PER IL FUTURO?
91 COINVOLGERE E MOTIVARE LEVE DI GESTIONE DELLA PERSONA In una prospettiva di sviluppo delle persone vanno tenuti presenti i seguenti punti: CHIARIRE RUOLI E RESPONSABILITÀ ED OBIETTIVI DESCRIVERE LE ATTIVITÀ DA SVOLGERE EFFETTUARE LA ROTAZIONE DI RUOLI FORNIRE FEEDBACK SULLE PRESTAZIONI ASSEGNARE COMPITI SPECIALI: AD ES.TRAINING FARE RIUNIONI OPERATIVE PERIODICHE DARE SEGNALI DI DISPONIBILITÀ ALL ASCOLTO.
92 COINVOLGERE E MOTIVARE LA MOTIVAZIONE INSIEME DI CONDIZIONI CHE VEICOLANO IL NOSTRO COMPORTAMENTO, DETERMINANDO L ORIENTAMENTO VERSO UN PRECISO BISOGNO (PER ESEMPIO IL BISOGNO DI DORMIRE, DI PARLARE CON UN COLLEGA) E/O VERSO UN DESIDERIO (PER ESEMPIO IL VOLER RAGGIUNGERE UN PRECISO OBIETTIVO NEL LAVORO).
93 COINVOLGERE E MOTIVARE MOTIVAZIONE BISOGNO MOTO VERSO L AZIONE NECESSITA DA SODDISFARE EFFETTO CAUSA
94 COINVOLGERE E MOTIVARE BISOGNI CHE SPINGONO ALL AGGREGAZIONE BISOGNO DI SICUREZZA BISOGNO DI IDENTITA SOCIALE BISOGNO DI COMUNICARE BISOGNO DI APPRENDERE BISOGNO DI PARTECIPAZIONE AFFETTIVA BISOGNO DI UNIONE IN VISTA DELLA PARTECIPAZIONE AD UNA AZIONE
95 COINVOLGERE E MOTIVARE MOTIVI SONO DISPOSIZIONI PERSONALI CHE SPINGONO A DARE PRIORITÀ ALLA SODDISFAZIONE DI PARTICOLARI BISOGNI E AD ATTRIBUIRE VALORE A PARTICOLARI INCENTIVI MOTIVAZIONE POTENZIALE ECCITATORIO CHE CONSEGUE ALL ATTIVAZIONE DI UN MOTIVO
96 COINVOLGERE E MOTIVARE LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW Quando un bisogno è soddisfatto, cessa di essere uno stimolo determinante ai fini del comportamento La soddisfazione dei bisogni di livello inferiore pone in evidenza quelli del livello immediatamente superiore
97 COINVOLGERE E MOTIVARE di autorealizzazione sviluppo del proprio potenziale umano e professionale di stima soddisfazione nel lavoro riconoscimenti di status di appartenenza e amore integrazione e coinvolgimento nell ambiente di lavoro di sicurezza stabilità e continuità del lavoro e del reddito primari o fisiologici condizioni di lavoro e retributive chiare e regolarmente applicate
98 COINVOLGERE E MOTIVARE LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW I LIVELLO: BISOGNI FISIOLOGICI Sono legati alle necessità basiche di sopravvivenza immediata e di sostentamento vitale: mangiare bere respirare dormire (riposare) muoversi riprodursi (sessualità ormonale ) mantenere le condizioni dell ambiente esterno e interno indispensabili per la sopravvivenza
99 COINVOLGERE E MOTIVARE LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW II LIVELLO: BISOGNO DI SICUREZZA Riguarda la sopravvivenza e il sostentamento oltre l immediato presente, sia in senso fisico che in senso psicologico: casa sicurezza economica mantenimento della salute pensione, copertura in caso di malattia bisogno di ordine, di legge, di struttura, di limiti bisogno di protezione bisogno di dipendenza bisogno di identità (chi sono? qual è la mia storia?)
100 COINVOLGERE E MOTIVARE LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW III LIVELLO: BISOGNO DI APPARTENENZA E essenzialmente un bisogno di ordine affettivo, e riguarda la possibilità di sentirsi parte di un gruppo per sperimentare rapporti interpersonali positivi: bisogno di accettazione bisogno di riconoscimento bisogno di relazione (parlare, stare insieme) bisogno di condivisione (di idee, esperienze, ricordi) bisogno di identificazione con un modello bisogno di identificazione con una realtà più ampia (patria, idea, squadra, associazione, azienda )
101 COINVOLGERE E MOTIVARE LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW IV LIVELLO: BISOGNO DI STIMA/AUTOSTIMA E un riconoscimento di valore, che nasce essenzialmente dalla necessità di trovare conferme all immagine di sé. Rientrano in questa classe i bisogni di: successo, fama, importanza, notorietà prestigio sociale potere, forza competenza, adeguatezza dignità in generale tutto ciò che fa parte dell immagine di riferimento
102 Livelli Contenuti motivanti del l attività svolta Rispetto al compito l'oggetto motivante è I Retribuzione, benessere generale, evitare la fatica. ESTERNO. Non importa quello che faccio, ma il benessere che ne posso trarre II Mantenere nel tempo le condizioni del livello I ESTERNO. Non importa cio' che faccio, ma la possibilità di conservare nel tempo il benessere. III Essere accettato, avere buone relazioni col gruppo, stabilire nuovi rapporti. ESTERNO.Non importa ciò che faccio, ma il gruppo delle persone con cui sto. IV Avere riconoscimneti, dimostrazioni che attestino il proprio valore ESTERNO. Non importa cio' che faccio ma i riconoscimenti che ne posso trarre V Manifestare attraverso un risultato cio' che si è in atto o in potenza INTERNO. Il risultato è importante in sé e non per cio' che ne puo' derivare
103 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI LE MOTIVAZIONI MUTANO CON IL TEMPO. BISOGNA ESSERE ATTENTI AI CAMBIAMENTI NEI LIVELLI DI PARTECIPAZIONE E NELLA QUALITÀ DEL LAVORO DEL VOLONTARIO.
104 COINVOLGERE E MOTIVARE LA CADUTA DELLE MOTIVAZIONI SOLUZIONI POSSIBILI Cambiare attività Attribuire o togliere responsabilità Fare maggiore formazione Spostare le persone su un altro progetto Cambiare team Prendere una pausa
105 COINVOLGERE E MOTIVARE LA CADUTA DELLE MOTIVAZIONI L IMPORTANZA DEL CONTESTO ORGANIZZATIVO Ove esistano continue tensioni all interno dell associazione tra le persone, o vi sia confusione di ruoli, funzioni e responsabilità, poca chiarezza rispetto ad obiettivi e metodi di lavoro, allora sarà difficile che il volontario trovi stimoli a restare nell associazione.
106 COINVOLGERE E MOTIVARE LA CADUTA DELLE MOTIVAZIONI ASPETTI CHE INFLUENZANO LA SCELTA DEL VOLONTARIO DI RESTARE O LASCIARE L ODV IL NON POTER LAVORARE BENE, quindi non disporre di strumenti e competenze per sapere se sta lavorando bene oppure no, se raggiungerà gli obiettivi, se sta utilizzando il metodo corretto. IL NON SENTIRSI VALORIZZATI E RICONOSCIUTI. La valorizzazione rafforza il senso di appartenenza e sottolinea l importanza delle loro azioni.
107 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO BISOGNO DI FARE, DI REALIZZARE, DI SFIDARE Hanno una spinta che proviene da un approccio etico, morale, di morale e di impegno civile e/o religioso, ma anche soprattutto da un desiderio di realizzare qualcosa direttamente con il proprio contributo e impegno, verificando momento per momento l efficacia delle proprie azioni. SI VUOLE LA REALIZZAZIONE DI VALORI PERSONALI ATTRAVERSO AZIONI CONCRETE.
108 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO BISOGNO DI FARE, DI REALIZZARE, DI SFIDARE Dare concretezza alle proprie idee richiama il bisogno di sfidarsi e di sfidare il mito attuale della totale impotenza di fronte a questo mondo complesso, anche se questo fa emergere molte paure ( sarò capace? e se non riesco? ). La necessità della formazione chiesta dai volontari (sapere saper fare-saper essere) sta in queste paure.
109 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO Si sceglie di fare volontariato senza vincoli ma anche senza eroismi: L associazione si deve preoccupare di prevedere sempre un orientamento che permetta a tutti di mantenere una posizione confortevole dalla quale è possibile portare veramente aiuto, ascoltare con disponibilità, stabilire una relazione con l altro che sostiene volontario e destinatario senza sfinire nessuno dei due. CERCARE QUESTO EQUILIBRIO E TUTELARLO NEL TEMPO È COMPITO DELL ASSOCIAZIONE.
110 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO L EQUILIBRIO TRA L IMPEGNO PROFUSO VOLONTARIAMENTE E LA SODDISFAZIONE, NON VIENE RAGGIUNTO UNA VOLTA PER TUTTE. E PRECARIO E IN CONTINUA EVOLUZIONE. LA GRATIFICAZIONE PERSONALE, LA SODDISFAZIONE, LA PIACEVOLEZZA, L AMORE PER LA VITA SONO QUEI SENTIMENTI CHE I VOLONTARI VORREBBERO PROVARE A RICOMPENSA DELL IMPEGNO CHE METTONO IN CAMPO.
111 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO DA PARTE DI MOLTI VOLONTARI C È LA RICERCA DI UNO SPAZIO SPECIFICO, PERSONALE, PER ELABORARE SOLUZIONI CHE RIEMPIANO I NUMEROSI VUOTI CREATI DALLA MODERNA ORGANIZZAZIONE SOCIALE, DALLA RAREFAZIONE DEI LEGAMI TRA LE PERSONE, DALLA CARENZA DI PARTECIPAZIONE COLLETTIVA ALL ELABORAZIONE DELLE DECISIONI, DALLA DIFFUSA SENSAZIONE DI SOLITUDINE ED ESTRANEITÀ.
112 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO L ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO VIENE PERCEPITA COME UNO SPAZIO ALTERNATIVO AL SISTEMA. SOCIALE CORRENTE, IN CUI GLI INDIVIDUI SI SENTONO ESCLUSI DAI PROCESSI DELLA COSTRUZIONE DELLE DECISIONI E DELL ANTICIPAZIONE DEL PROPRIO FUTURO SOCIALE. ATTRAVERSO LA PARTECIPAZIONE AL VOLONTARIATO SI VUOLE SUPERARE L INDIFFERENZA, L INGIUSTIZIA, L INTOLLERANZA IN UNA PROSPETTIVA DI AUTOPROMOZIONE E DI COSTRUZIONE DI COMUNITÀ SOCIALE
113 COINVOLGERE E MOTIVARE LE MOTIVAZIONI DEL VOLONTARIO VOLONTARI SPINTI DA BISOGNI DI CARATTERE PSICOLOGICO. C è bisogno di sentirsi utili, di interrompere una situazione di solitudine o di inattività, costruendo una rete di rapporti sociali fondata sul reciproco ascolto, sostegno e cooperazione. Ci si avvicina al volontariato a volte per rielaborare la propria sofferenza, a volte per restituire l aiuto ricevuto, a volte per scambiare quel calore umano che si è sentito e si ricerca per colmare vuoti affettivi. LA RELAZIONE CON GLI ALTRI VOLONTARI DIVENTA UNA NECESSITÀ DA SODDISFARE.
114 COINVOLGERE E MOTIVARE AD OGNI TIPO DI VOLONTARIO LA SUA ATTIVITA SE UNA PERSONA HA BISOGNO DI ESSERE RICONOSCIUTA COME LEADER, DI ESSERE ASCOLTATA E DI OTTENERE DEI RICONOSCIMENTI PUBBLICI, DEVE POTER SVOLGERE DELLE ATTIVITA CHE RICHIEDANO UN IMPEGNO COSTANTE. DEVE AVERE LA POSSIBILITA DI ESERCITARE UNA CERTA INFLUENZA SULLE DECISIONI DA PRENDERE ED AVERE UN CERTO GRADO DI RESPONSABILITA.
115 COINVOLGERE E MOTIVARE AD OGNI TIPO DI VOLONTARIO LA SUA ATTIVITA SE UNA PERSONA HA BISOGNO DI SCADENZE PRECISE, ASSUNZIONI DI RESPONSABILITÀ, CRESCERE ANCHE ATTRAVERSO L IMPEGNO IN SITUAZIONI DIFFICILI, LE ATTIVITÀ CHE PUÒ SVOLGERE POSSONO PREVEDERE L ATTRIBUZIONE DI CHIARE RESPONSABILITÀ, IL RICONOSCIMENTO DEGLI OBIETTIVI E LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE INDIVIDUALMENTE.
116 COINVOLGERE E MOTIVARE AD OGNI TIPO DI VOLONTARIO LA SUA ATTIVITA SE UNA PERSONA HA SENSIBILITÀ E CAPACITÀ DI ASCOLTO, HA BISOGNO DI SENTIRSI AIUTATA E DI AIUTARE, DI ESSERE VALORIZZATA E RINGRAZIATA PER IL LAVORO, LE ATTIVITÀ PIÙ ADATTE SONO QUELLE SVOLTE IN GRUPPO E IN CUI LA COOPERAZIONE È FONDAMENTALE, O QUELLE IN CUI PREVALE LA RELAZIONE CON GLI UTENTI E LE ATTIVITÀ DI PUBBLICHE RELAZIONI. UNA NECESSITÀ.
117 COINVOLGERE MOTIVARE GLI UOMINI E LE DONNE DELLE NOSTRE ASSOCIAZIONI SONO PERSONE. UN LEADER OGGI DEVE AVERE COMPETENZE DIVERSE CHE INCLUDONO SENSIBILITÀ, EMPATIA, CAPACITÀ DI STABILIRE RELAZIONI, ASCOLTARE, COMUNICARE, RISOLVERE CONFLITTI, MOTIVARE E MANTENERE UN CLIMA FAVOREVOLE ALLA COLLABORAZIONE ED ALL ESPRESSIONE DEI POTENZIALI PERSONALI.
118 COINVOLGERE E MOTIVARE Appendice: LA VALUTAZIONE DEL VOLONTARIO
119 COINVOLGERE E MOTIVARE VALUTAZIONE DEL VOLONTARIO VALUTAZIONE DEL VOLONTARIO L Associazione insieme al volontario prevedono dei momenti di confronto per capire quali risultati si sono raggiunti rispetto agli obiettivi prefissi e le modalità che si sono messe in campo
120 COINVOLGERE E MOTIVARE VALUTAZIONE In taluni casi, in cui la valutazione non è positiva, il volontario può essere: MOTIVATO E CAPACE se la sua prestazione è insufficiente la causa può essere un aspettativa poco chiara rispetto alle attività che svolge oppure una difficoltà con gli altri volontari;
121 COINVOLGERE E MOTIVARE VALUTAZIONE In taluni casi, in cui la valutazione non è positiva, il volontario può essere: MOTIVATO MA NON CAPACE In questo caso l associazione può avere sopravvalutato le competenze e le abilità del volontario. Occorre intervenire definendo insieme quali sono le carenze e agendo con una formazione mirata;
122 COINVOLGERE E MOTIVARE VALUTAZIONE CAPACE MA NON MOTIVATO Lo scarso rendimento può essere dovuto al fatto che l associazione non ha sostenuto a sufficienza la motivazione iniziale del volontario, oppure non ha trovato un attività meglio rispondente alle sue motivazioni, oppure la motivazione del volontario è mutata e l associazione non ha saputo coglierla;
123 COINVOLGERE E MOTIVARE VALUTAZIONE NON CAPACE E NON MOTIVATO In questo caso, l associazione può cercare di capire le motivazioni ed i nuovi interessi del volontario al fine di proporre una nuova attività e attivare in tempi brevi un percorso formativo ad hoc.
124 COINVOLGERE E MOTIVARE VOLONTARI NON IDONEI Da un lato il volontario può lasciare liberamente l associazione, dall altro l associazione può trovarsi nella condizione di dover rinunciare a quella persona.
125 COINVOLGERE E MOTIVARE VOLONTARI NON IDONEI Questo fatto può determinarsi quando: il volontario non ha filosofia o valori compatibili con quelli dell associazione; non c è un lavoro/attività adatta al volontario; il volontario non ha le caratteristiche necessarie alle attività previste o disponibili in associazione; il volontario ha aspettative che l associazione non può soddisfare. Qualunque siano le ragione del rifiuto si devono spiegare chiaramente e con rispetto della persona.
126 COINVOLGERE E MOTIVARE VOLONTARI NON IDONEI si può considerare il fatto di ricontattare il volontario in successive occasioni (eventi speciali o manifestazioni); si può invitare il volontario a rivolgersi al Centro di Servizi per essere orientato verso un associazione più adatta ai suoi interessi, alle sue motivazioni, alla sua disponibilità di tempo..
127 COINVOLGERE E MOTIVARE VOLONTARI NON IDONEI L associazione può considerare il rifiuto anche come occasione di riflessione su quanto fatto per la ricerca volontari o in fase di accoglienza e/o in quello d inserimento. Può considerare il fatto che la fase di ricerca si è rivolta ad un target inappropriato, oppure l orientamento non è stato adeguato rispetto alle attività da svolgere; oppure ancora la formazione non è stata sufficiente o, infine, le situazioni di tensione e/o di crisi non sono state affrontate per tempo o la loro gestione non ha saputo tener conto di tutti gli elementi in gioco.
128 COINVOLGERE E MOTIVARE IO SONO IL LORO CAPO, BISOGNA CHE LI SEGUA Louis II de Bourbon, Principe di Condé
129 COINVOLGERE E MOTIVARE COMUNICAZIONE E PERCORSI Daniela Sarigu FORMAZIONE SELEZIONE CONSULENZA daniela.sarigu@hotmail.it Mobile
Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile
Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente
DettagliAccogliere e trattenere i volontari in associazione. Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile
Accogliere e trattenere i volontari in associazione Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Accoglienza Ogni volontario dovrebbe fin dal primo incontro con l associazione, potersi sentire accolto e a proprio
DettagliLa Leadership efficace
La Leadership efficace 1 La Leadership: definizione e principi 3 2 Le pre-condizioni della Leadership 3 3 Le qualità del Leader 4 3.1 Comunicazione... 4 3.1.1 Visione... 4 3.1.2 Relazione... 4 pagina 2
Dettaglidott.ssa Sofia Conterno
Rafforzamento delle competenze sui modelli organizzativi di gestione del personale dott.ssa Sofia Conterno Prima parte LA LEADERSHIP SITUAZIONALE LA LEADERSHIP EFFICACE UN LEADER EFFICACE HA SVILUPPATO
DettagliIL COMPORTAMENTO DEL LEADER E LA REAZIONE DEI MEMBRI DEL GRUPPO IN TRE DIVERSI CLIMI AZIENDALI AUTORITARIO DEMOCRATICO LASSISTA. www.ergonomica.
IL COMPORTAMENTO DEL LEADER E LA REAZIONE DEI MEMBRI DEL GRUPPO IN TRE DIVERSI CLIMI AZIENDALI AUTORITARIO DEMOCRATICO LASSISTA Ogni decisione sul da farsi viene presa dal leader. Tutte le cose da farsi
DettagliUN GRUPPO DI LAVORO EVOLVE
GRUPPI DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Un gruppo di lavoro è costituito da un insieme di individui che interagiscono tra loro con una certa regolarità, nella consapevolezza di dipendere l uno dall altro e di
DettagliQUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA
QUESTIONARIO 3: MATURITA ORGANIZZATIVA Caratteristiche generali 0 I R M 1 Leadership e coerenza degli obiettivi 2. Orientamento ai risultati I manager elaborano e formulano una chiara mission. Es.: I manager
DettagliIL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA. Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale.
IL MANAGER COACH: MODA O REQUISITO DI EFFICACIA Nelle organizzazioni la gestione e lo sviluppo dei collaboratori hanno una importanza fondamentale. Gestione e sviluppo richiedono oggi comportamenti diversi
DettagliGRUPPI DI INCONTRO per GENITORI
Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione
DettagliGestire e valorizzare le risorse umane. Ennio Ripamonti
Gestire e valorizzare le risorse umane Ennio Ripamonti 1 1. Le funzioni 2. La leadership situazionale 3. Empowerment 4. Condurre riunioni 5. Dinamica di ruolo 2 1 Le funzioni 3 LE FUNZIONI DI GESTIONE
DettagliDIMENSIONI CRITERI INDICATORI
Allegato 4 - Manerbio META EDUCATIVA: autonomia in ambito scolastico (classe 4/5 scuola primaria) DIMENSIONI CRITERI INDICATORI GESTIONALE OPERATIVA Uso degli strumenti Conoscere gli strumenti necessari
DettagliLa Leadership. Salvatore Savarese
La Leadership Salvatore Savarese 1 Introduzione Lavorare all interno di organizzazioni induce un evoluzione professionale ed umana in più direzioni: aumentano le competenze tecniche specifiche, si sviluppano
DettagliNUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING
gno Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. NUOVI APPROCCI PER UN MANAGER ALLENATORE : IL PROCESSO DI COACHING COSA
DettagliPsicologia dell orientamento scolastico e professionale. Indice
INSEGNAMENTO DI PSICOLOGIA DELL ORIENTAMENTO SCOLASTICO E PROFESSIONALE LEZIONE I ORIENTAMENTO E PSICOLOGIA PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO Indice 1 L orientamento: significato e tipologie ---------------------------------------------------------------
DettagliChi sono. Progettista di Formazione. Giudice di Gara dal 1972. Giudice di Partenza Nazionale dal 1981
Chi sono Francesco lo Basso Molfetta (Ba) Progettista di Formazione Giudice di Gara dal 1972 Giudice di Partenza Nazionale dal 1981 Esperienze specifiche: Tutor Progetto Formazione Giovani Obiettivi Acquisire
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
DettagliAgenzia Regionale di Protezione Civile &!!
Agenzia Regionale di Protezione Civile!!!"#$ % &!! '()* &+#),) Ascoltiamo un po. Parole chiave di Velasco Motivazione Mentalità vincente Esercizio Impegno Adattamento Flessibilità Punti in comune. Quali
DettagliPROGETTO: TEATRO FORUM
24 5 PROGETTO: TEATRO FORUM (per Oratori sensibili) Che cos è Il Teatro forum è un metodo e percorso formativo utilizzato spesso in situazioni di disagio socio-culturale e si propone come strumento per
DettagliProgetto per la valutazione dei comportamenti organizzativi del personale del comparto in Arpa Repertorio
Allegato 1 REVISIONE DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE DEL COMPARTO Progetto per la valutazione dei comportamenti organizzativi del personale del comparto in Arpa Repertorio SINTESI DEI COMPORTAMENTI ORGANIZZATIVI
DettagliCosa ci può stimolare nel lavoro?
a Cosa ci può stimolare nel lavoro? Quello dell insegnante è un ruolo complesso, in cui entrano in gioco diverse caratteristiche della persona che lo esercita e della posizione che l insegnante occupa
DettagliCOACHING. Bocconi Alumni Association. Presentazione
COACHING Bocconi Alumni Association Presentazione INDICE Perché il Coaching? Coaching e Mentoring: le differenze Ruoli, competenze e comportamenti del Coach e del Coachee (cliente) Regole del rapporto
DettagliALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO!
ALLINEARSI: IL DRIVER PER UNA INNOVAZIONE DI SUCCESSO! L allineamento del team esecutivo è definibile come l accordo dei membri del team in merito a: 1. Allineamento personale -consapevolezza dell impatto
Dettagli7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA
7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA Via San Giovanni Bosco, 171 - Modena tel. 059.223752 / fax 059.4391420 VADEMECUM IMPEGNI DI RECIPROCITA NEI RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Premessa Dal POF 2009/2010 del 7 Circolo
DettagliQUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE
QUESTIONARIO DI AUTOOSSERVAZIONE PROFESSIONALE I FATTORI CHE ACCRESCONO L EFFICACIA DELL INSEGNAMENTO LE COMPETENZE DIDATTICHE Contrassegna con una X la casella prescelta per ogni indicatore L insegnante
DettagliPROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA
PROGRAMMAZIONE COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA COMPETENZA 1 IMPARARE AD IMPARARE Abilità/ Capacità Organizzare il proprio lavoro autonomamente - Rispettare le consegne - Mettere in atto strategie appropriate
DettagliLo Sviluppo delle Capacità
Lo Sviluppo delle Capacità 1 Come elaborare un Piano di sviluppo: premesse e processo 3 2 Appendice A: Una guida per la Diagnosi degli ostacoli 7 3 Appendice B: Una guida per la scelta delle Tecniche 8
DettagliLA GESTIONE EFFICACE DEI COLLABORATORI
LA GESTIONE EFFICACE DEI COLLABORATORI La qualità organizzativa passa attraverso la qualità delle persone 1. Le ragioni del corso Nella situazione attuale, assume una rilevanza sempre maggiore la capacità
DettagliIL COACHING delle Ambasciatrici
IL COACHING delle Ambasciatrici European Commission Enterprise and Industry Coaching ambasciatrici WAI-Women Ambassadors in Italy, Ravenna, 20/05/2010 2 FASE 1 Le motivazioni e gli scopi FASE 2 L analisi
DettagliGestione del conflitto o della negoziazione
1. Gestione del conflitto o della negoziazione Per ognuna delle 30 coppie di alternative scegli quella che è più vera per te. A volte lascio che siano gli altri a prendersi la responsabilità di risolvere
DettagliQUADRO AC DI COMPETENZE Versione riveduta Giugno 2012
QUADRO AC DI COMPETENZE Versione riveduta Giugno 2012 Competenze di coaching per Tutti i Coach 1. Rispettare le linee guida etiche, legali e professionali 2. Stabilire il contratto di coaching e gli obiettivi
DettagliI 12 principi della. Leadership Efficace in salone
I 12 principi della Leadership Efficace in salone Leadership = capacita di condurre e di motivare Per condurre i tuoi dipendenti devono avere stima e fiducia di te. Tu devi essere credibile. Per motivare
DettagliLO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE
LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato
DettagliJ. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo
J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che
DettagliOBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI
ISTITUTO COMPRENSIVO DI BREMBATE SOPRA - SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO FERRUCCIO DELL ORTO OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI CLASSI PRIME SOCIALIZZAZIONE - PARTECIPAZIONE Primo quadrimestre Si pone nella
DettagliPercezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP
Percezione della sicurezza sul lavoro in Toscana: il caso dei lavoratori immigrati nel settore agro-boschivo - ANOLF/CISL FOCUS GROUP PRESENTAZIONE DEL PROGETTO La CISL ha organizzato questo incontro perché
DettagliSVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA
SVILUPPO TALENTI PROGETTO CONSEGUIRE OBIETTIVI RICERCARE ECCELLENZA Bologna Aprile 2009 L IMPORTANZA DEL MOMENTO In un mercato denso di criticità e nel medesimo tempo di opportunità, l investimento sulle
DettagliMANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6
MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.
DettagliDistinguere tra bisogni di cura standard e individualizzati. Valutazione delle esigenze e traduzione di queste in azioni adeguate
Linee guida per la costruzione di test per la valutazione degli esiti dei percorsi di apprendimento per Coordinatori all interno delle strutture residenziali per anziani Queste linee guida sono rivolte
DettagliC. Parla con i collaboratori e poi stabilisce degli obiettivi. D. Lascia al gruppo la completa responsabilità della situazione.
QUESTIONARIO SULL EFFICACIA E FLESSIBILITA DELLA LEADERSHIP Di Paul Hersey e Kenneth Blanchard ISTRUZIONI Si presume che Lei sia coinvolto in ognuna delle seguenti 12 situazioni. Legga attentamente ogni
Dettagliorganizzazioni di volontariato
Il bilancio sociale per le organizzazioni di volontariato Modena, 1 Ottobre 2009 Bilancio sociale Cosa ci viene in mente? Rendere conto Perché fare un bilancio? La relazione di fiducia Ti dico chiaramente
DettagliUNO SGUARDO OLTRE LA SCUOLA ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO E PROGETTO DI VITA
ENTE DI APPARTENENZA ASSOCIAZIONI Coinvolgimento prima e durante l esperienza Riflessione sull esperienza Collegamenti con realtà vissuta Scoperta di nuovi bisogni e nuove opportunità Possibilità di provare
DettagliL Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane
L Integrazione dei Processi di Gestione delle Risorse Umane 1 L integrazione dei processi della gestione delle Risorse Umane 3 2 Come i Modelli di Capacità consentono di integrare i processi? 5 pagina
Dettagli20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL
20 GENNAIO 2011 SCHEMA DELLA RELAZIONE DEL DOTT. ANDREA TOSI Chi sono i miei interlocutori Quale è il mio ruolo Quale situazione devo affrontare Quale richiesta mi viene effettuata Cosa faccio io di fronte
DettagliLa Gestione delle Risorse Umane nello Studio Professionale. Dott. Simone Cavestro Sinthema Professionisti Associati
La Gestione delle Risorse Umane nello Studio Professionale Dott. Simone Cavestro La Sfida attuale In uno scenario in continua evoluzione, dove si sviluppano con velocità crescente Organizzazione Tecnologie
DettagliPATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s.
PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. 2014 15 L obiettivo del patto di corresponsabilità è quello di impegnare le
DettagliRapporto dal Questionari Insegnanti
Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la
DettagliCHI SIAMO. BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione in ambito di valutazione, sviluppo e formazione delle risorse umane.
www.beon-dp.com Operiamo in ambito di: Sviluppo Assessment e development Center Valutazione e feedback a 360 Formazione Coaching CHI SIAMO BeOn è una società di consulenza italiana ad alta specializzazione
DettagliALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001
ALLEGATO ALLA DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 35 DEL 31/03/2001 METODOLOGIA PERMANENTE PER LA VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI E DEI RISULTATI DEI DIPENDENTI GENERALMENTE CONSIDERATI CUI NON SIANO STATI CONFERITI
DettagliGVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE 2015 2016
GVV FORMAZIONE REGIONE PIEMONTE 2015 2016 L ASCOLTO Primo passo dell Accoglienza Padre GHERARDO ARMANI C. M. 1. La relazione di aiuto La relazione si fonda su un rapporto umano centrato sull incontro di
DettagliDalla valutazione alla valorizzazione delle performance
LA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE IN QUALITÀ La valutazione delle prestazioni basata sulle competenze Dalla valutazione alla valorizzazione delle performance Lo strumento che verrà illustrato nelle pagine
DettagliL USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE
L USO DELLA PNL IN AZIENDA: COME, QUANDO E PERCHE LA SCIENZA Se si cerca programmazione neurolinguistica O PNL si hanno questi risultati ( tantissimi ) Definire la PNL, Programmazione Neuro Linguistica
DettagliRisultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014
Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di
DettagliPremessa. Di seguito le nostre principali aree aree di intervento
Premessa Ad Meliora è anche Sicurezza. Ci rivolgiamo principalmente ad aziende operanti nel settore del terziario erogando: corsi di adempimento normativo: in funzione della tipologia di azienda e dei
DettagliCampo d esperienza: IL SE E L ALTRO
Campo d esperienza: IL SE E L ALTRO 1. Il bambino sviluppa il senso dell identità personale, è consapevole delle proprie esigenze e dei propri sentimenti, sa controllarli ed esprimerli in modo adeguato
DettagliUfficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti
Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere
DettagliAccettazione della malattia diabetica e la famiglia. Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa
Accettazione della malattia diabetica e la famiglia Dott.ssa Annalisa Tintori Psicologa Malattia cronica Condizione patologica che dura tutta la vita Medico deviazione da una norma biologica. Oggettività
DettagliQuale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013
PIANO DI ZONA 2011-2013 2013 Quale futuro per il Welfare locale? 15 novembre 2013 Tavolo Minori e Famiglie: STORIE PER CRESCERE A cura di AS Angela Morabito ed AS Ilenia Petrucci Lab. Minori Sensibilizzazione
DettagliUN ESEMPIO DI VALUTAZIONE
UN ESEMPIO DI VALUTAZIONE Processo di Performance Review (PR) Luisa Macciocca 1 Che cos è una PR? La PR è un sistema formale di gestione della performance La gestione della performance è: un processo a
DettagliIL PERCORSO DI COACHING
IL PERCORSO DI COACHING UNA RISORSA PER IL CAMBIAMENTO PROFESSIONALE E IL POTENZIAMENTO PERSONALE Non c èc nulla che spaventi di più l uomo che prendere coscienza dell immensit immensità di cosa è capace
DettagliQuestionario PAI Personale Scolastico
Questionario PAI Personale Scolastico La paziente e partecipata analisi del contesto locale porta ad evidenziare punti di vista diversi che possono generare ipotesi risolutive di problemi. Per questo motivo
DettagliOperatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega?
Operatori Socio Sanitari risorsa e opportunità per il miglioramento della qualità e dell assistenza. Attribuzione o delega? Pordenone, Marzo 2014 Dott.ssa Catia Cassin Delega In ambito gestionale per delega
DettagliProcessi di comunicazione scuola-famiglia
Processi di comunicazione scuola-famiglia Appunti Comunicare a scuola è il cuore della relazione scuola-famiglia, parti alleate di un progetto che -in particolare nella realtà attualenon sopporta solitudine:
DettagliDocumento di approfondimento. Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola
Documento di approfondimento Valutazione dello stress lavoro correlato e benessere organizzativo nella scuola VALUTAZIONE DELLO STRESS LAVORO CORRELATO E BENESSERE ORGANIZZATIVO NELLA SCUOLA Il Decreto
DettagliLa mia autostima. Edizioni Erickson. Deborah Plummer. Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it
Edizioni Erickson La mia autostima Dario Ianes Centro Studi Erickson Università di Bolzano www.darioianes.it Deborah Plummer Introduzione L immaginazione come strumento per il cambiamento Imagework: un
DettagliASSOCIAZIONE MOSAICO CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
ASSOCIAZIONE MOSAICO CORSO DI FORMAZIONE PER VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE NAZIONALE Presentazione Il gruppo di formazione di Associazione Mosaico nasce per fornire la formazione agli obiettori di coscienza
DettagliRUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI
INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104
DettagliAl termine del lavoro ad uno dei componenti del gruppo verrà affidato l incarico di relazionare a nome di tutto il gruppo.
Pag. 1 di 5 6FRSR analizzare problemi complessi riguardanti la gestione di un sito interattivo proponendo soluzioni adeguate e facilmente utilizzabili da una utenza poco informatizzata. 2ELHWWLYL GD UDJJLXQJHUH
DettagliLavorare in Rete. a cura di Nunzia Coppedé. Nulla su di Noi senza di Noi. Formazione EmpowerNet
Lavorare in Rete Nulla su di Noi senza di Noi a cura di Nunzia Coppedé Cosa significa lavorare in rete Significa lavorare con diversi attori per affrontare insieme una causa comune La rete informale Le
DettagliDa dove nasce l idea dei video
Da dove nasce l idea dei video Per anni abbiamo incontrato i potenziali clienti presso le loro sedi, come la tradizione commerciale vuole. L incontro nasce con una telefonata che il consulente fa a chi
DettagliInsegnare le abilità sociali con la carta a T. ins. Fabrizia Monfrino
Insegnare le abilità sociali con la carta a T ins. Fabrizia Monfrino Scuola: I circolo di Giaveno (To) Classe: trasversale Anno scolastico: 2003/2004 Insegnare le abilità sociali con l uso della carta
DettagliCarlo Bartolomeo Novaro - Studio di Coaching. Executive Team & Business Coaching NPL Training
Carlo Bartolomeo Novaro - Studio di Coaching Executive Team & Business Coaching NPL Training Il Coaching: allenarsi a vivere meglio Chi è un Coach? Il "coach" un professionista che aiuta le persone a prendere
DettagliLa lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro)
La lettura con la tecnica del jigsaw (gioco a incastro) Abdelkrim Boussetta Ispettorato Regionale - Rabat 1 Corso di formazione Accademia di Rabat, giovedi 21 ottobre 2010 Docente Studente Materia 2 Insegnamento
DettagliVALeS Valutazione e Sviluppo Scuola
Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni
DettagliQUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE
QUESTIONARIO 1: PROCESSO DI AUTOVALUTAZIONE Step 1 - Decidere come organizzare e pianificare l autovalutazione (AV) 1.1. Assicurare l impegno e il governo del management per avviare il processo. 1.2. Assicurare
DettagliIl counseling: uno strumento per il benessere organizzativo ELISABETTA GHEZZI
Il counseling: uno strumento per il benessere organizzativo ELISABETTA GHEZZI Non posso cambiare la direzione del vento, ma posso sistemare le vele in modo da poter raggiungere la mia destinazione IL COUNSELING
DettagliLE FATTORIE AUMENTANO
LE FATTORIE AUMENTANO Nata dalla collaborazione tra 5 fattorie didattiche, l iniziativa mira a contribuire ad elevare la qualità della didattica in fattoria e a far riconoscere le stesse come agenzie educative,
DettagliMilano, 9 novembre 2013. Vincenzo Saturni
Milano, 9 novembre 2013 Vincenzo Saturni 1 La carta etica: perché e per chi? Avis opera da 86 anni per diffondere una cultura solidale tra i cittadini su tutto il territorio nazionale. E sin dal momento
DettagliL UOMO L ORGANIZZAZIONE
UNITÀ DIDATTICA 1 L UOMO E L ORGANIZZAZIONE A.A 2007 / 2008 1 PREMESSA Per poter applicare con profitto le norme ISO 9000 è necessario disporre di un bagaglio di conoscenze legate all organizzazione aziendale
Dettaglidella manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.
L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono
DettagliIN COACH Academy Neuro Science Linguistic Coaching
modulo 1 IL COACHING / 1 È un interazione tra 2 persone, in cui una assume il ruolo di Coach [allenatore] e l altra di Coachee [allenato] Scopo dell interazione e lo sviluppo delle competenze dell allenato
DettagliPARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE
PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un
DettagliCOMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)
COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA
DettagliGiuseppe Cisari Professional coach
Il coaching. Dopo quarant anni di lavoro nel settore commerciale, potrei dirmi soddisfatto del percorso professionale e dedicarmi ad altro, al mio tempo libero, ai miei interessi. Non fosse stato il destino,
DettagliAppendice III. Competenza e definizione della competenza
Appendice III. Competenza e definizione della competenza Competenze degli psicologi Lo scopo complessivo dell esercizio della professione di psicologo è di sviluppare e applicare i principi, le conoscenze,
DettagliFINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA
I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità
DettagliPROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO SIMONE DA CORBETTA PROGETTO ACCOGLIENZA Classi prime Anno scolastico 2012/2013 1 Introduzione Il progetto accoglienza nasce dalla convinzione che i primi mesi di lavoro
DettagliLAVORO DI GRUPPO. Caratteristiche dei gruppi di lavoro transnazionali
LAVORO DI GRUPPO Caratteristiche dei gruppi di lavoro transnazionali Esistono molti manuali e teorie sulla costituzione di gruppi e sull efficacia del lavoro di gruppo. Un coordinatore dovrebbe tenere
DettagliLE STRATEGIE DI COPING
Il concetto di coping, che può essere tradotto con fronteggiamento, gestione attiva, risposta efficace, capacità di risolvere i problemi, indica l insieme di strategie mentali e comportamentali che sono
DettagliL INSERIMENTO DI GIOVANI RISORSE UMANE IN AZIENDA griglia per la conduzione di gruppi di lavoro con imprenditori e tutor aziendali
La griglia si compone di due livelli: una parte "a testo libero", in cui si chiede di descrivere e rispondere in modo discorsivo; una parte codificata tramite una scala a punteggio (intervallo da 1 a 5)
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliSERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO
SERVIZIO VOLONTARIO EUROPEO CHE COS È È un programma di mobilità che permette ai giovani di impegnarsi nel volontariato in un paese diverso da quello di residenza per un periodo non superiore ai 12 mesi.
Dettagliè lo spazio che intercorre tra gli obiettivi degli interessati che hanno la volontà di
Sessione La negoziazione Introduzione INTRODUZIONE Il presente modulo formativo ha lo scopo di aiutare il manager a riesaminare le dinamiche interpersonali e le tecniche che caratterizzano una negoziazione
DettagliSistema di misurazione e valutazione della performance individuale del personale dell Ente Foreste della Sardegna Allegati
Sistema di misurazione e valutazione della performance individuale del personale dell Ente Foreste della Sardegna (Approvati con Delibera del Consiglio di Amministrazione n. 145 del 11.09.2014, sulla base
DettagliTra il dire e l educare c è di mezzo il web. Come può la comunicazione educare alla cultura dell incontro?
Tra il dire e l educare c è di mezzo il web. Come può la comunicazione educare alla cultura dell incontro? Marco Deriu docente di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa, Università Cattolica per
Dettaglicome nasce una ricerca
PSICOLOGIA SOCIALE lez. 2 RICERCA SCIENTIFICA O SENSO COMUNE? Paola Magnano paola.magnano@unikore.it ricevimento: martedì ore 10-11 c/o Studio 16, piano -1 PSICOLOGIA SOCIALE COME SCIENZA EMPIRICA le sue
DettagliAssociazione AMA BERGAMO Metodologia dell auto mutuo aiuto Come funziona un gruppo Risorse e difficoltà Dr.ssa Bruna Allievi Treviglio 28 marzo 2015 I GRUPPI DI AUTO MUTUO AIUTO Obiettivi 1. Sviluppo di
DettagliIl sistema di gestione delle competenze A cura di Michele Valerio Consulente di Direzione e Organizzazione Aziendale Partner di Eupragma srl L approccio Prestazioni attese: OBIETTIVI Mission Vision Valori
DettagliOSSERVAZIONI TEORICHE Lezione n. 4
OSSERVAZIONI TEORICHE Lezione n. 4 Finalità: Sistematizzare concetti e definizioni. Verificare l apprendimento. Metodo: Lettura delle OSSERVAZIONI e risoluzione della scheda di verifica delle conoscenze
DettagliAvvicinare i giovani allo Sport fa bene all Impresa
Avvicinare i giovani allo Sport fa bene all Impresa Un progetto socialmente responsabile in collaborazione tra Assolombarda Coni Lombardia Fondazione Sodalitas Impresa & Sport è un progetto che nasce da
DettagliBenessere Organizzativo
Benessere Organizzativo Grazie per aver scelto di partecipare a questa indagine sul benessere organizzativo. Rispondere alle domande dovrebbe richiedere non più di 15-20 minuti. Attraverso il questionario
Dettagli