Favino e pisello nella razione, buoni sostituti della soia

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1 S SPECIALE SPERIMENTAZIONE DEL CRPA SU VACCHE DA LATTE Favino e pisello nella razione, buoni sostituti della soia La sostituzione della proteina derivante da farine di soia con altre farine proteiche non ha determinato effetti sostanziali sulla produzione e la qualità del latte. Migliora l efficienza di conversione degli alimenti e la resa in formaggi freschi; non influisce sulla qualità del formaggio stagionato 12 mesi di A. Formigoni, M. Fustini, A. Mordenti, M. Nocetti, P. Vecchia quantitativa e qualitativa della nutrizione azotata delle vacche rappresenta una delle problematiche L ottimizzazione più importanti della produzione del latte, in particolare di quello destinato alla trasformazione in Parmigiano-Reggiano. La questione investe differenti aspetti e assume diverse sfaccettature dense di ricadute pratiche e più precisamente: inquinamento ambientale: a ogni eccesso proteico della dieta corrisponde inevitabilmente un aumento dell escrezione di azoto. L ottimizzazione delle razioni in termini di apporti azotati e aminoacidici consente di ridurre del 20-25% la concentrazione proteica della dieta rispetto a un alimentazione convenzionale (Mordenti et al., 2005). Da non trascurare il fatto che l adozione di queste strategie nutrizionali consentirebbe di rispettare con maggior facilità e flessibilitàlenor - mative che fissano l apporto massimo di azoto per ettaro a 170 o 340 kg/anno, in relazione alla diversa vulnerabilità dei terreni (direttiva nitrati 91/676/Cee - decreto legge 152/99); qualità del latte: l equilibrato apporto delle diverse frazioni azotate e glucidiche degli alimenti, che tenga conto fra l altro del loro tasso di degradabilità oraria nel Da alcuni anni in Italia si sta promuovendo la coltivazione di pisello proteico per la produzione di granella La sostituzione delle farine di soia, per lo più ottenute da semi gm, con altre proteaginose consente anche di incontrare la preferenza di molta parte dei consumatori rumine, rappresenta la via maestra per elevare la sintesi di caseina, migliorare l attitudine casearia del latte e le rese in formaggi; a ogni eccesso proteico, inoltre, corrisponde un proporzionale aumento dell urea nel latte con interferenze negative sulla sua qualità e potenziali effetti indesiderati sullo stato di salute delle bovine; problema ogm: la quasi totalità dei consumatori, in particolare di quelli orientati verso i prodotti tipici, accorda la preferenza agli alimenti cosiddetti ogm free; di tale tendenza i produttori devono tenere conto se non altro per essere preparati a rispondere alle nuove richieste del mercato. Se per la componente energetica dei mangimi, rappresentata principalmente dai cereali, è relativamente facile l approvvigionamento di prodotti ogm free, per la quota proteica (soprattutto per la soia) le difficoltà sono decisamente maggiori, dato che la quasi totalità della soia consumata in Europa (95% circa) proviene da Paesi ove sono diffuse le colture transgeniche (Mordenti e De Castro, 2005). Materiali e metodi La ricerca è stata realizzata presso un azienda agricola sita nel comprensorio del Parmigiano-Reggiano che dispone di circa 140 ha in pianura ed è autosufficiente per la produzione dei fieni, che sono realizzati con l ausilio di moderni impianti di essiccazione assistita. In allevamento sono presenti circa 150 vacche di razza Frisona in mungitura, alimentate con la tecnica del piatto unico; il latte è trasformato in Parmigiano-Reggiano nel moderno caseificio aziendale. Per la ricerca sono state utilizzate 120 vacche in lattazione suddivise in due gruppi omogenei per produzione, numero e giorni di lattazione, percentuale di primipare e Body Condi- 40 L Informatore Agrario 17/2007

2 SPECIALE S Obiettivi della ricerca Considerando le problematiche succintamente esposte e tenendo conto delle potenziali necessità di ricorrere all impiego della soia come fonte azotata nelle razioni delle bovine il cui latte sia destinato alla caseificazione in Parmigiano-Reggiano, alla fine del 2005 è stato avviato un progetto di ricerca, finanziato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano, coordinato dal Crpa e realizzato dai ricercatori del Dimorfipa dell Università di Bologna. Obiettivo generale era il mantenimento di filiere per la produzione di latte destinato a Parmigiano-Reggiano prive di ogm, eliminando le materie prime che potevano essere geneticamente modificate, o derivate da queste, per la formulazione dei mangimi e delle razioni per le bovine da latte. A tal fine è stata realizzata una ricerca tesa a verificare gli effetti sulla produzione quanti-qualitativa del latte e sulle caratteristiche casearie di diete basate sull impiego di proteaginose diverse dalla soia e di possibile produzione locale. Come noto, l alimentazione delle bovine allevate nella filiera di produzione del Parmigiano-Reggiano è regolamentata con la definizione delle materie prime utilizzabili e le dosi massime che possono essere incluse nelle razioni giornaliere. L utilizzazione di proteaginose quali il pisello proteico e il favino nella formulazione dei mangimi è attualmente piuttosto marginale, essenzialmente a causa della maggiore competitività economica che le fonti proteiche tradizionali, soia in primis, offrono. In numerose realtà aziendali caratterizzate dalla produzione di foraggi di elevata qualità e costanza, e in particolare di erba medica, la necessità di ricorrere a mangimi proteici è decisamente più contenuta di quanto non avvenisse in passato. Inoltre l utilizzazione di foraggi di ottima qualità (sfalciati precocemente e aeroessiccati) con concomitante adozione di diete a titolo proteico relativamente contenuto (14-15% s.s.) consente di rendere sempre più interessanti mangimi alternativi alla soia, quali fava, favino, pisello proteico, ecc. La riduzione dei titoli proteici delle razioni e l utilizzazione di fieni di medica come fonte azotata primaria della dieta si sono dimostrate una strategia praticabile grazie alle ricerche finanziate dalla Regione Emilia-Romagna (Mordenti et al., 2005); il limite risiede nell impossibilità da parte di molte aziende, soprattutto quelle situate in aree svantaggiate, di produrre foraggi di qualità superiore. Circa la possibilità di sostituire la farina di estrazione di soia con adeguate quantità di favino e/o di pisello proteico, alcune esperienze condotte sia al di fuori che nell ambito del comprensorio del Parmigiano-Reggiano (Hoden et al., 1992; Pasquini et al., 2003; Masoero et al., 2006; Battini et al., 2003) hanno offerto indicazioni sostanzialmente positive. Le ricerche non sono tuttavia esaustive sia per le diverse componenti delle razioni alimentari (presenza, tra l altro di insilati di mais), sia, in qualche caso, per la modesta produttività delle bovine e la limitata durata delle prove; questi motivi hanno portato alla necessità di ripetere analoghe esperienze in allevamenti caratterizzati da bovine con produzioni giornaliere oltre i 30 kg di latte. tion Score (BCS - punteggio della condizione corporea) (tabella 1). I due gruppi si distinguevano per i seguenti trattamenti alimentari: gruppo di : mangime complementare contenente l 11,6% di farina di estrazione di soia; gruppo : mangime complementare contenente il 10,1% di farina di pisello proteico e il 10,1% di farina di favino in sostituzione di soia e cereali. Il disegno sperimentale ha previsto le seguenti fasi: periodo pre-sperimentale della durata di 14 giorni, nel quale tutti gli animali hanno ricevuto una dieta contenente farina di estrazione di soia; periodo sperimentale della durata di 180 giorni, dall inizio del quale gli animali sono stati suddivisi nei gruppi omogenei e alimentati con le razioni sperimentali (tabella 2); periodo post-sperimentale, di 14 giorni, caratterizzato dall unificazione delle diete e dal ritorno a quella del periodo pre-sperimentale. Le bovine che nel corso della prova sono state poste in asciutta sono state sostituite da quelle che avevano nel frattempo partorito; il criterio di inserimento è stato quello di garantire la maggiore omogeneità possibile dei gruppi. Il piatto unico veniva preparato e distribuito due volte al giorno (separatamente per i due gruppi e ) ed è stata assicurata la disponibilità ad libitum della miscelata. Per valutare i consumi alimentari di gruppo, giornalmente è stato registrato il peso della miscelata scaricata, il numero di capi presenti e il peso degli alimenti residui. Tale misura è stata effettuata caricando i residui della miscela TABELLA 1 - Caratteristiche dei gruppi sperimentali all inizio della prova (soia farina estrazione) del piatto unico nel carro prima della loro distribuzione alle manze presenti in allevamento. I componenti dei mangimi complementari, forniti con l unifeed, erano formulati in modo tale da somministrare agli animali appartenenti ai due gruppi sperimentali diete isoenergetiche e isoproteiche (tabella 3). In tabella 4 sono riportati i risultati delle analisi eseguite su campioni di unifeed prelevati dalla greppia immediatamente dopo la distribuzione ogni 4 settimane (6 campioni in totale). (pisello + favino) Capi (n.) Superficie paddock (m 2 /capo) 6,1 6,0 Giorni di lattazione (n.) 116,92 ± 90,35 130,53 ± 88,34 Incidenza primipare/totale (%) Body Condition Score (n.) 2,78 ± 0,32 2,79 ± 0,30 Produzioni medie di latte (kg/giorno) 34,18 ± 7,38 33,45 ± 6,40 TABELLA 2 - Composizione media della razione Alimento kg/capo/ giorno % Mais ceroso disidratato 1,57 4,86 Paglia di frumento 1,14 3,53 Fieno di medica (1 taglio) 4,29 13,28 Fieno di medica 9,14 28,31 Crusca di frumento 0,86 2,67 Mangime complementare 10,43 32,30 Acqua 4,86 15,05 17/2007 L Informatore Agrario 41

3 S SPECIALE TABELLA 3 - Composizione dei mangimi somministrati Alimento (%) Farina di mais 47,03 40,54 Farina di orzo 15,68 13,51 Farina di sorgo 15,68 13,51 Soia farina estrazione 10,00 Favino (Vicia faba minor) 10,14 Pisello proteico 10,14 Crusca di frumento 6,62 7,16 Seme di lino 1,62 1,62 Oligoelementi e vitamine 1,01 1,01 Lieviti 0,34 0,34 Bicarbonato di sodio 0,68 0,68 Cloruro di sodio 0,68 0,68 Carbonato di calcio 0,34 0,34 Ossido di magnesio 0,34 0,34 Nel gruppo di animali trattati la farina di soia è stata sostituita con quella di favino e pisello. TABELLA 4 - Composizione delle diete somministrate Componenti Incidenza (media ± DS) (media ± DS) Sostanza secca % 80,80 ± 2,31 81,59 ± 2,25 Proteina greggia (N 6,25) % della s.s. 14,00 ± 0,83 13,90 ± 1,04 Grasso greggio (estratto etereo) % della s.s. 1,93 ± 0,31 1,94 ± 0,30 Fibra greggia % della s.s. 18,58 ± 1,27 18,80 ± 1,22 Ceneri % della s.s. 8,02 ± 0,56 7,62 ± 0,34 NDF % della s.s. 37,37 ± 3,02 37,42 ± 2,94 ADF % della s.s. 23,73 ± 2,15 23,86 ± 1,95 ADL % della s.s. 4,12 ± 0,74 3,73 ± 1,18 Amido % della s.s. 22,68 ± 3,05 22,03 ± 2,85 Calcio % della s.s. 0,80 ± 0,09 0,71 ± 0,11 Fosforo % della s.s. 0,36 ± 0,04 0,36 ± 0,06 Nitrati g/kg s.s. 1,13 ± 0,30 1,03 ± 0,31 Frazioni azotate Cornell Frazione A % della s.s. 2,61 ± 0,48 2,72 ± 0,49 Frazione B1 % della s.s. 1,05 ± 0,33 1,41 ± 0,29 Frazione B2 % della s.s. 7,83 ± 0,90 7,17 ± 0,60 Frazione B3 % della s.s. 1,81 ± 0,51 1,88 ± 0,26 Frazione C % della s.s. 0,71 ± 0,17 0,72 ± 0,18 Dal punto di vista del valore nutrizionale delle razioni somministrate ai due gruppi di animali non esistono differenze sostanziali. I risultati ottenuti testimoniano la sostanziale equivalenza di apporti teorici delle due diete poste a confronto; la variabilità delle frazioni fibrose che si può evincere dai valori relativamente elevati di deviazione standard di questi parametri indica la difficoltà di gestire con costanza la qualità dei fieni che costituiscono la base foraggera delle razioni utilizzate in area consortile. Per valutare le caratteristiche di composizione e l attitudine casearia del latte prodotto sono state effettuate con cadenza bisettimanale analisi del latte di massa Raccolta di pisello proteico La sostituzione della soia con favino e pisello proteico non ha determinato conseguenze significative sulle caratteristiche organolettiche del Parmigiano-Reggiano (grasso %, caseina %, cellule somatiche, urea, acidità e caratteristiche lattodinamografiche) prelevato dalla cisterna della sala di mungitura, della sera e del mattino, per ciascuno dei due gruppi sperimentali. Con la medesima tempistica è stato analizzato anche il latte di caldaia (latte intero ottenuto dalla mungitura del mattino addizionato con quello parzialmente scremato, per affioramento naturale del grasso, della sera precedente); inoltre, nelle stesse giornate dei campionamenti sono state realizzate le prove di caseificazione per verificare le rese produttive e la qualità del formaggio prodotto. Durante la sperimentazione (inizio, metà e fine del periodo sperimentale) si è inoltre determinato lo stato di nutrizione della mandria mediante la valutazione del BCS. Su 40 bovine (20 per ciascuno dei due gruppi sperimentali) sono stati effettuati all inizio e dopo 140 giorni di sperimentazione prelievi di sangue per la valutazione del loro stato metabolico. A inizio, metà e fine del periodo sperimentale sono stati prelevati, sempre dagli stessi animali (20 di e 20 trattati), direttamente dal retto, campioni di feci per stimare l andamento digestivo delle due razioni in esame attraverso la valutazione delle feci mediante la metodica del Faecal Score. Risultati e discussione In tabella 5 sono riportati, in sintesi, i risultati relativi ai consumi alimentari, allo stato di nutrizione e alla produzione giornaliera di latte. Dall esame dei risultati ottenuti emerge che la sostituzione della farina di estrazione di soia e di cereali con adeguate quantità di favino e pisello proteico per fornire razioni almeno teoricamente del tutto equivalenti ha: indotto una flessione dei consumi di sostanza secca con differenze (0,83 kg in media per capo al giorno, corrispondenti al 3,6%) che superano il livello di signi-

4 SPECIALE S ficatività statistica dell 1%; determinato un minor volume produttivo ma con una sostanziale equivalenza della produzione media di latte corretta al 4% di grasso; mantenuto la condizione corporea delle bovine entro range accettabili e comunque non diversi rispetto al gruppo di. Le motivazioni di queste risultanze sperimentali non appaiono di facile interpretazione stante la sostanziale similitudine delle diete e della composizione dei gruppi sperimentali; un elemento comunque appare interessante e tale da essere sottolineato: l inclusione nella razione di favino e pisello tende a influenzare positivamente la sintesi di materia grassa da parte della mammella con una accresciuta efficienza di conversione alimentare se si considera la quantità di latte corretto al 4% di grasso in rapporto alla sostanza secca consumata. I dati relativi al profilo metabolico delle bovine appartenenti ai due gruppi sono riportati in tabella 6; nessuna differenza è stata evidenziata per questi parametri, che nell insieme rientrano entro limiti del tutto fisiologici. I valori riportati in tabella 7, relativi all andamento del Faecal Score, mostrano un andamento omogeneo di questo parametro durante tutto il periodo sperimentale, senza differenze tra i due gruppi oggetto di sperimentazione. Per quanto riguarda le caratteristiche qualitative dei latti di massa, i risultati TABELLA 5 - Ingestione di sostanza secca e condizione corporea (BCS) media degli animali L inclusione nella dieta di farine di pisello e favino ha influenzato positivamente la sintesi del grasso del latte (soia farina estrazione) (pisello + favino) rafforzandoli nell entità, i risultati analitici per il latte in caldaia (tabella 9). In questo caso infatti il grasso è nettamente più elevato (P < 0,01) nel gruppo di vacche che non riceveva soia, come pure superiore è la caseina (P < 0,05). Tutto ciò rende ragione della diversa resa in formaggio registrata prima della salagione; tale differenza resta anche a 12 mesi, ma non raggiunge più la significatività statistica (tabella 10). Tutte le forme derivate dal latte prodotto dai due gruppi sperimentali (362 forme da e 362 da ) sono state sottoposte all espertizzazione di rito da parte del personale del Consorzio di tutela con ottimi risultati complessivi (97% di formaggio di prima categoria e 3% di forme con difetti minimi) e senza differenze fra i due gruppi. La valutazione degli eventuali effetti della sostituzione della soia con pisello proteico e favino nella razione per vacche da latte sulla qualità del Parmigia- Significatività Ingestione (kg s.s./capo/giorno) 24,05 ± 1,05 23,22 ± 1,36 P < 0,01 Latte (kg/capo/giorno) 33,13 ± 6,91 31,84 ± 6,62 P < 0,01 Latte corretto al 4% di grasso (kg/capo/giorno) TABELLA 6 - ematochimici rilevati nel corso della ricerca 30,22 ± 6,36 29,54 ± 6,28 n.s. BCS (n.) 2,72 ± 0,34 2,74 ± 0,32 n.s. L ingestione di sostanza secca diminuisce con l introduzione di pisello e favino nella dieta, ma sia la produzione sia il BCS non subiscono variazioni significative. Tempo (giorni) Glucosio (mmol/l) 3,74 ± 0,35 3,82 ± 0,65 3,45 ± 0,61 3,55 ± 0,44 Trigliceridi (mmol/l) 0,11 ± 0,02 0,09 ± 0,01 0,11 ± 0,03 0,10 ± 0,02 Colesterolo totale (mmol/l) 2,60 ± 0,30 2,75 ± 0,44 2,82 ± 0,61 2,89 ± 0,52 NEFA (mmol/l) 0,04 ± 0,02 0,07 ± 0,06 0,03 ± 0,01 0,03 ± 0,03 ß-OH butirrato (mmol/l) 0,28 ± 0,15 0,31 ± 0,16 0,21 ± 0,09 0,18 ± 0,07 Proteine totali (g/l) 74,95 ± 0,55 73,06 ± 0,68 72,97 ± 0,42 73,04 ± 0,69 Albumine (g/l) 33,16 ± 0,25 33,21 ± 0,29 33,2 ± 0,21 33,20 ± 0,36 Urea (mmol/l) 3,94 ± 0,59 3,69 ± 0,82 3,76 ± 0,45 3,81 ± 0,91 ottenuti dall elaborazione statistica dei dati ottenuti nelle varie fasi sperimentali non hanno evidenziato alcuna differenza apprezzabile imputabile alla diversa composizione dei mangimi (tabella 8); tuttavia, per ciò che attiene ai contenuti di grasso e di caseina gli animali che con la razione ricevevano favino e pisello hanno presentato valori tendenzialmente più elevati. Nel caso del grasso, in particolare, le differenze sono state tali da condizionare la produzione del latte corretta in funzione del grasso che, di fatto, è risultata del tutto analoga a quella del gruppo che con la dieta ha assunto soia. L acidità, leggermente più bassa nel latte delle bovine alimentate con soia, è in sintonia con i contenuti di caseina, mentre quelli relativi all urea sono leggermente superiori nel latte delle bovine del gruppo. Questi reperti possono essere messi in relazione alla maggior degradabilità della frazione azotata della dieta a base di favino e pisello. Va precisato che si tratta in ogni caso di un semplice trend, in quanto le differenze non raggiungono mai la soglia di significatività statistica. Confermano questi rilievi, TABELLA 7 - Faecal Score osservato in tre diverse fasi della ricerca Periodi e osservazioni Osservazioni (n.) 8 8 Gennaio ,98 ± 1,30 3,14 ± 0,82 Aprile ,15 ± 0,88 2,79 ± 0,90 Giugno ,84 ± 0,93 2,92 ± 1,03 Tra i due gruppi non ci sono differenze in termini di Faecal Score. Tra i due gruppi alimentari con diverse razioni non ci sono significative differenze di parametri ematochimici. Coltivazione di favino destinato all alimentazione animale 17/2007 L Informatore Agrario 43

5 S SPECIALE TABELLA 8 - Caratteristiche di composizione e di attitudine casearia del latte di massa Osservazioni Grasso Cellule somatiche (SCS) Caseina Lattosio Acidità Urea Tempo di coagulazione (soia farina e.) (pisello + favino) significatività sera (n.) mattina (n.) sera (%) 3,77 ± 0,23 3,83 ± 0,17 n.s. mattina (%) 3,40 ± 0,23 3,51 ± 0,27 n.s. sera (n.) 3,83 ± 0,58 3,75 ± 0,75 n.s. mattina (n.) 3,79 ± 0,43 3,71 ± 0,73 n.s. sera (%) 2,48 ± 0,04 2,51 ± 0,07 n.s. mattina (%) 2,48 ± 0,05 2,49 ± 0,04 n.s. sera (%) 4,95 ± 0,08 4,95 ± 0,11 n.s. mattina (%) 4,97 ± 0,07 4,94 ± 0,07 n.s. sera ( SH/50 ml) 3,44 ± 0,16 3,47 ± 0,16 n.s. mattina ( SH/50 ml) 3,49 ± 0,09 3,50 ± 0,10 n.s. sera (mg/dl) 21,33 ± 1,75 22,47 ± 3,52 n.s. mattina (mg/dl) 22,55 ± 4,58 23,76 ± 6,02 n.s. sera (min) 17,57 ± 1,02 17,43 ± 1,24 n.s. mattina (min) 17,65 ± 1,62 16,75 ± 1,71 n.s. Nessuna differenza significativa è stata riscontrata nelle caratteristiche qualitative del latte di massa, ma nel gruppo alimentato con pisello e favino grasso e caseina sono tendenzialmente maggiori. TABELLA 9 - Caratteristiche di composizione e di attitudine casearia del latte in caldaia (soia farina e.) (pisello + favino) Caseina e grasso sono più elevati nel gruppo di animali alimentati con favino e pisello. significatività Osservazioni (n.) Grasso (%) 2,58 ± 0,10 2,66 ± 0,11 P<0,01 Cellule somatiche (SCS) (n.) 3,09 ± 0,30 3,11 ± 0,50 n.s. Caseina (%) 2,49 ± 0,05 2,52 ± 0,07 P<0,05 Lattosio (%) 5,03 ± 0,09 5,01 ± 0,10 n.s. Rapporto grasso/caseina (n.) 1,04 ± 0,04 1,05 ± 0,05 n.s. Acidità ( SH/50 ml) 3,52 ± 0,13 3,53 ± 0,15 n.s. ph (n.) 6,65 ± 0,03 6,65 ± 0,03 n.s. Tempo di coagulazione (min) 16,77 ± 2,40 16,43 ± 2,43 n.s. TABELLA 10 - Rese in formaggio significatività Osservazioni (n.) Rese in formaggio prima della salagione (%) 8,44 ± 0,19 8,61 ± 0,21 P < 0,01 Rese in formaggio a 12 mesi (%) 7,49 ± 0,18 7,62 ± 0,22 n.s. La resa in formaggi freschi è maggiore nel gruppo alimentato con pisello e favino mentre non vi sono differenze qualiquantitative nei formaggi stagionati a 12 mesi. no-reggiano prodotto sarà completata al compimento del 24 mese di stagionatura con la caratterizzazione chimico-fisica e sensoriale del formaggio stagionato. Conclusioni La possibilità di eliminare la farina di estrazione di soia dall alimentazione delle bovine produttrici di latte da destinare alla trasformazione in formaggio Parmigiano-Reggiano rappresenta un interessante opportunità che va oltre le semplici problematiche di ordine economico e commerciale. Si può infatti, in tal modo, offrire un ipotesi alternativa alla ricerca di soia non gm da inserire nei mangimi, e quelli alternativi alla soia ammessi dal regolamento del Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano sono, di fatto, riconducibili a fava e pisello proteico. Dai risultati fino a ora emersi dalla ricerca si ritiene di poter trarre alcune considerazioni. La sostituzione della farina di estrazione di soia con favino e pisello nella razione per vacche da latte destinato a Parmigiano-Reggiano: riduce la capacità di ingestione degli alimenti senza tuttavia modificare lo stato di nutrizione e di salute degli animali e tendendo a migliorare l efficienza di conversione degli alimenti, se rapportati alla produzione di latte corretta al 4% di grasso; non influenza la produzione corretta al 4% di grasso, riducendo però il volume produttivo in maniera significativa; eleva sia il contenuto di grasso, sia di caseina del latte con rese in formaggio fresco maggiori; non interferisce negativamente sulla qualità del formaggio valutata a 12 mesi di stagionatura. La sostituzione della soia con pisello e/o altre leguminose da granella, a parità di apporti proteici, consente di ridurre drasticamente anche l esigenza di cereali (mais nello specifico) nella dieta delle bovine. Questa possibilità offre l opportunità di ridurre l inclusione nella razione del mais, cereale spesso contaminato da micotossine. Per altro, la stessa soia risulta, anche se in modo saltuario e non sistematico, contaminata da aflatossine; la sua eliminazione dalle diete delle bovine permetterebbe, quindi, di esercitare più efficacemente il sulla presenza di queste micotossine negli alimenti destinati alle bovine da latte e quindi nel latte. Sono in corso numerosi sforzi per favorire il rilancio della produzione di leguminose domestiche. I possibili risultati positivi di questi consentirebbero: una maggiore diversificazione colturale, con l introduzione della coltura del pisello nei sistemi foraggeri delle aziende zootecniche padane; un minor impiego di fattori di produzione, con una diminuzione dell input di concimi di sintesi grazie alla coltivazione di una specie azotofissatrice; un miglioramento dell autoapprovvigionamento aziendale, o comprensoriale, di alimenti zootecnici, con riduzione della posizione di vulnerabilità del sistema legato alle importazioni di materie prime e, di conseguenza, un intensificazione del legame del prodotto con il territorio. Andrea Formigoni Mattia Fustini Attilio Mordenti Dimorfipa - Università di Bologna Marco Nocetti Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano Paola Vecchia Crpa - Reggio Emilia p.vecchia@crpa.it La bibliografia sarà consultabile all indirizzo 44 L Informatore Agrario 17/2007

6 SPECIALE S BIBLIOGRAFIA Mordenti A.L., Gramenzi A., Brogna N., Formigoni A. (2005) - Effect of dietary supplementation with methionine on cheese-making properties. Ital. J. Anim. Sci. 4, (suppl. 2): Direttiva Nitrati 91/676/Cee - Decreto legge n. 152/99. Mordenti A., De Castro P. (2005) - Mangimi gm e produzioni tipiche, una convivenza forzata. L Informatore Agrario, 14: Hoden A., Delaby L., Marquis B. (1992) - Pois proteagineux comme concentrè unique pour vaches laitieres. Inra Prod. Anim. 5 (1): Pasquini M., Mattii S., Trombetta M.F., Tavoletti S. (2003) - On-farm feeding trial to test partial substitution of soybean with faba bean and field pea in dairy cows. 38 Simp. Int. Zoot. Milk Research: Masoero F., Moschini M., Fusconi G., Piva G. (2006) - Raw, extruded and expanded pea (Pisum sativum) in dairy cows diets. Ital. J. Anim. Sci., 5: Battini F., Ligabue M., Marmo N., Vecchia P. (2003) - Pisello proteico nell alimentazione delle bovine da latte. L Informatore Agrario, 1: Lammers B.P., Buckmaster D.R., Heinrichs J. (1996) - A simple method for the analysis of particle sizes of forage and total mixed rations. J. Dairy Sci., 79: /2007 L Informatore Agrario 1

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