PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI FRUTTA FRESCA
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- Uberto Porta
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1 PRODUZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE DI FRUTTA FRESCA La fotografia La rilevanza del comparto L elevata vocazione produttiva del territorio nazionale ed il consolidarsi di tradizioni colturali hanno consentito al segmento di produzione e commercializzazione di frutta fresca di acquisire un importante rilevanza nell economia agricola nazionale: l offerta di frutta fresca incide per più del 7% sulla produzione della branca agricoltura, configurando un comparto con un tasso di autoapprovvigionamento ben superiore al 100% e necessariamente export oriented. Nel 2006, le esportazioni di prodotti freschi hanno generato un saldo attivo di milioni di euro, cui si aggiungono i 300 milioni di euro di saldo positivo relativi ai trasformati a base di frutta. Nonostante il forte orientamento al consumo fresco, l industria della trasformazione della frutta ha una sua rilevanza, pesando per il 21% sul fatturato dell industria di trasformazione dei prodotti ortofrutticoli nel complesso che, comunque, si traduce in un incidenza piuttosto bassa, inferiore all 1%, sul fatturato dell agroalimentare. Esistono tuttavia realtà locali dove l attività di trasformazione della frutta assume un rilievo non trascurabile. L influenza della politica Le regole del gioco per gli operatori del comparto sono definite, per quanto concerne la regolazione del mercato, nell OCM dei prodotti freschi e trasformati relativamente alla quale il 2007 recherà una riforma importante, ancora in via di definizione. Anche per tener conto dell evoluzione degli accordi in sede WTO, le modifiche interesseranno soprattutto i prodotti destinati alla trasformazione in frutta allo sciroppo e simili. In ogni caso, la riforma dell OCM proposta dalla Commissione conferma il ruolo centrale delle OP per la pianificazione e programmazione della produzione, l assistenza tecnica in campo, l aggregazione dell offerta e la gestione delle crisi congiunturali di mercato. Inoltre, l attività aziendale è regolata da un ampia normativa afferente ad ambiti diversi, dall igiene, alle caratteristiche qualitative (norme di qualità), origine e tracciabilità degli alimenti, utilizzo di manodopera extracomunitaria. In definitiva, l impianto normativo che disciplina il contesto produttivo dei prodotti frutticoli, benché ampio e articolato, non appare certamente tra quelli che interferiscono maggiormente con le scelte operative dell agricoltore. Le variabili di mercato L offerta. Nell ultimo quinquennio il potenziale produttivo nazionale, ossia gli ettari investiti a frutta, ha subito una flessione (-4,5%), che ha interessato prevalentemente la superficie investita a pesche, mele, pere ed uve da tavola. A questo generale andamento si contrappone la superficie a Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 1 di 6
2 kiwi e ciliegie. La produzione raccolta, invece, è oscillata anche pesantemente attorno al valore attuale di circa 7 milioni di tonnellate, evidenziando un estrema dipendenza dalle condizioni climatiche tutt altro che regolari di questi ultimi anni. L apparente contraddizione tra riduzione della superficie complessiva e la stabilità di medio termine della produzione, è riconducibile all aumento della resa media, conseguente non tanto al progresso tecnico quanto piuttosto al processo di concentrazione dell offerta in atto, con la crescita delle dimensioni medie aziendali. In tale processo sono state espulse dal mercato le aziende più piccole, meno competitive, contraddistinte da rese medie più basse. La domanda. La domanda nazionale di frutta è principalmente rappresenta dal consumo fresco (56% delle disponibilità totali), mentre risulta inferiore la quota destinata all industria di trasformazione (11%); la restante parte, al netto degli scarti e perdite, è destinata all export. La frutta, attraverso canali più o meno articolati, giunge al consumatore finale per il 70% tramite la distribuzione moderna e tradizionale, mentre per il 30%, in forme più o meno elaborate è consumata tramite il canale Ho.Re.Ca.. La domanda, soprattutto domestica, di frutta fresca ha evidenziato un vistoso calo negli ultimi anni attribuibile al mutamento degli stili di consumo, a dinamiche demografiche e, per quanto concerne la funzione d uso salutistica, al proliferare di potenziali sostituti di sintesi in grado di apportare vitamine e fibre. Inoltre, l esigua presenza di marchi commerciali affermati e di adeguate campagne di comunicazione determina una certa disaffezione al prodotto da parte delle generazioni più giovani. Il mercato. Negli ultimi cinque anni, il mercato della frutta fresca ha subito la pesante influenza di andamenti climatici estremamente variabili che hanno comportato una forte volatilità dei prezzi alla produzione, in particolare per quei prodotti caratterizzati da una breve shelf life e soggetti a picchi d offerta difficilmente assorbibili dalla domanda. Nello stesso periodo, l analisi congiunta costi e ricavi, ha messo in evidenza che, in molte situazioni, il margine del produttore, composto dalla remunerazione dei diversi fattori apportati nel processo produttivo, ha sofferto una certa erosione, pur in un contesto di forte variabilità. Gli scambi commerciali. Il comparto italiano si caratterizza per essere uno dei principali player sul mercato internazionale, in grado di contribuire alla bilancia agroalimentare con un saldo positivo non lontano da 1,3 miliardi di euro. Di contro, un tasso di autoapprovvigionamento non distante dal 160%, ne evidenzia una forte dipendenza dai flussi esportativi. La mancata collocazione sui mercati esteri di talune produzioni genera l immediata sovra saturazione del mercato interno e conseguente flessione dei prezzi. Il recente arricchirsi di nuovi competitori da parte dell arena competitiva mondiale contribuisce quindi a generare oscillazioni delle performance settoriali apportando un surplus di incertezza al mercato interno. Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 2 di 6
3 Le performance concorrenziali Struttura dei costi e del fatturato In generale, la struttura dei costi di produzione evidenzia: un elevatissima incidenza della manodopera extra aziendale, soprattutto in corrispondenza delle operazioni di raccolta; una remunerazione molto bassa della manodopera aziendale, ossia di quella apportata dall imprenditore e dai suoi familiari; un progressivo deterioramento della ragione di scambio, a causa di un aumento dei costi dei fattori produttivi a cui non ha corrisposto un analogo incremento dei ricavi. Risultati di bilancio L analisi economico-finanziaria, realizzata su alcune aziende del comparto per il triennio , risulta fortemente influenzata dalla congiuntura di mercato. Per questo motivo si riscontra un miglioramento degli indici di bilancio tra il 2003 ed il 2004, mentre nel 2005, le difficoltà registrate da alcuni prodotti come kiwi, pesche e nettarine hanno determinato il peggioramento degli stessi indici. Questo andamento discontinuo degli indici di bilancio è stato riscontrato sia per le società di capitale sia per le società cooperative (OP). Si evidenziano, poi, alcuni elementi strutturali che caratterizzano le imprese analizzate, quali: l ottimo grado di solidità patrimoniale delle OP, in virtù del ricorso a fonti di finanziamento interno, in particolare, i debiti verso i soci per i conferimenti. Il pagamento dei soci avviene con regolarità ed in modo consistente all interno dell esercizio. Gli anticipi coprono almeno il 70% dei conferimenti. Molto positivo risulta anche il livello di solvibilità; l eccellente ciclo di cassa delle imprese di capitale che si manifesta con una giacenza media dei debiti più che doppia rispetto a quella dei crediti, ciò compensa le difficoltà riscontrate in termini di solvibilità: gli indici di liquidità e disponibilità sono inferiori all unità. Il tasso di rotazione del capitale investito mostra una riduzione progressiva, mentre la redditività netta evidenzia un trend di crescita costante. Le forze competitive Nel periodo recente lo scenario in cui operano le aziende frutticole ha subito profonde trasformazioni che si sono tradotte in un aumento notevole della pressione competitiva a livello internazionale. Nei rapporti interprofessionali, la forza contrattuale della domanda determina una considerevole compressione dei margini delle aziende, nonostante la crescente attenzione posta nei confronti della programmazione e dell aggregazione dell offerta. In sintesi, i principali elementi di scenario risultano: la concorrenza interna tra gli operatori risulta elevata, a causa delle caratteristiche strutturali dell offerta (polverizzazione del tessuto produttivo) e del restringimento del mercato interno (riduzione dei consumi). Le difficoltà sono accentuate dall erosione delle quote di mercato nazionali sui principali mercati europei, determinata dalla maggiore presenza di Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 3 di 6
4 competitor stranieri, e dalla contemporanea difficoltà a penetrare nuovi mercati; i fornitori, oltre alle aziende vivaistiche che offrono materiale vegetativo da riproduzione, sono per lo più esterni al settore (industria chimica, meccanica, ecc.). Attualmente, le aziende produttrici di frutta si configurano in uno stato di price taker, con poco potere contrattuale nei confronti dei settori a monte della filiera che risultano molto concentrati. Tale condizione risulta lievemente attenuata nel caso di aggregazione dei produttori in cooperative ed OP, in grado di realizzare acquisti collettivi; i nuovi entranti, rappresentati dall entrata di nuovi operatori nel mercato, non trovano ostacoli di tipo istituzionale e legislativo, sebbene il know-how ed il livello di investimenti per intraprendere l attività non siano assolutamente trascurabili. Tuttavia, uno scarso interesse economico a causa della limitata attrattività del settore in termini di remunerazione dei fattori rende, di fatto, piuttosto rarefatta l entrata di nuovi attori nel comparto. Nonostante la presenza di barriere all entrata non insormontabili, se si considera uno scenario di competizione allargato geograficamente, si possono identificare come competitor gli operatori esteri in grado di fornire frutta fresca con un ottimo rapporto qualità/prezzo. I costi più alti della manodopera e di altri fattori produttivi (input chimici) rappresentano un evidente svantaggio competitivo nei confronti non solo dei paesi emergenti (Cile, Argentina, Egitto) ma anche di paesi come la Spagna; gli acquirenti, sono rappresentati dalla distribuzione moderna super, iper, discount, cash & carry, da grossisti e da dettaglianti tradizionali ed ambulanti e, infine, dall industria di trasformazione. Generalmente, gli acquirenti hanno un elevato potere negoziale che si esprime non solo nell imposizione del prezzo, ma anche nella richiesta di servizi e di certificazioni sulla qualità igienico sanitaria. Giocano a sfavore delle aziende altri elementi, quali l alta deperibilità della frutta estiva ed il modesto costo di sostituzione dei fornitori da parte degli acquirenti. L industria di trasformazione assorbe per lo più prodotto che non possiede i requisiti commerciali richiesti dal mercato del fresco; i prodotti sostitutivi, come succhi di frutta, macedonie e frutta sciroppata, rappresentano una minaccia di media entità. La minaccia maggiore viene dalla contrazione dei consumi di frutta fresca determinata dalla riduzione dei pasti domestici e dalla sostituzione del consumo di frutta con snack, yogurt e dessert e da integratori vitaminici e/o di fibra. I fattori critici di successo Il comparto della produzione di frutta fresca ha perso molta della sua attrattività nel corso degli anni e, in un contesto internazionale caratterizzato da un elevata e crescente competizione, sconta la mancanza di adeguate strategie di rilancio da parte degli operatori e delle istituzioni. Sulla base delle recenti dinamiche riguardanti i principali fattori produttivi e di mercato, si delinea uno scenario concorrenziale in cui si possono identificare i seguenti fattori critici di successo per il settore, con riferimento: Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 4 di 6
5 al processo produttivo: dimensioni adeguate atte a garantire una massa critica sul mercato o, alternativamente, far parte di un contesto organizzativo in grado di ovviare a eventuali limiti dimensionali (cooperativa o OP); produzioni di nicchia sia in termini di specie che varietali ad elevata domanda in fase di sviluppo; capacità di adeguare l offerta attraverso l introduzione di varietà in linea con le esigenze della domanda; adozione di tecniche colturali e adesione a disciplinari produttivi in grado di garantire il rispetto di soglie-limite dei residui di fitofarmaci inferiori ai dettami normativi; adozione di adeguati strumenti per la gestione del rischio atmosferico e di mercato; possesso di know-how necessario per applicare tecniche colturali a basso impatto che tendano a ridurre l utilizzo di energia e di altri fattori scarsi come manodopera specializzata e acqua; alla commercializzazione: diversificazione dell offerta attraverso il coinvolgimento in circuiti di qualità/eccellenza e/o messa a punto di prodotti ad alto contenuto di servizi; far parte di contesti commerciali coinvolti in accordi interprofessionali e/o di integrazione. Le previsioni Nel medio-lungo periodo, lo scenario emerso attraverso modelli di simulazione ISMEA, evidenziano un quadro caratterizzato da una possibile ulteriore modesta contrazione produttiva, più che compensata dalla diminuzione dei consumi sul mercato interno con conseguente ulteriore compressione del prezzo all origine. Da questa tendenza generale potrebbero smarcarsi alcune produzioni come ad es. le pomacee (mele e pere). Infatti, l ottima organizzazione che caratterizza le imprese che operano in questo segmento dovrebbe consentire a queste di consolidare le quote sia sul mercato interno quanto su quelli esteri. In tale contesto si ipotizza possibile la prosecuzione del processo di razionalizzazione dell attività e quindi di concentrazione dell offerta, in conseguenza dell uscita di molte aziende marginali dal mercato. Nel breve periodo, gli elementi di scenario disponibili inducono ad ipotizzare per la campagna 2007/08: una lieve flessione della produzione agricola, per effetto della continua flessione degli investimenti nelle aree meno vocate; una modesta crescita degli scambi, in considerazione del consolidamento della tendenza dell import e della ripresa dell export, riconducibile all uva da tavola; Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 5 di 6
6 il permanere delle debolezza della domanda interna. Rev 0 Febbraio 2007 Pagina 6 di 6
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