PEDAGOGIA GENERALE. Prof. Andrea Potestio
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO PEDAGOGIA GENERALE (A.A. 2018/2019) Prof. Andrea Potestio
2 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Giuseppe Bertagna DALL EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA Avvio al lessico pedagogico e alla teoria dell educazione Capitolo IV
3 CAPITOLO 4: L intenzionalità e le sue regioni
4 l evoluzioneche dellacos è specie l intenzionalità? umana rispetto ai nostri Storia etimologica e semantica molto lunga e complessa Intenzionalità come espressione riassuntiva in quanto impiegata per riferirsi a quattro significati (intrecciati, ma concettualmente distinguibili, tanto da poter parlare di quattro differenti regioni della più ampia intenzionalità umana ) L UOMO, GRAZIE ALL INTENZIONALITÀ, RIESCE AD ANDARE OLTRE L ESPERIENZA (come ex-perire)
5 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I quattro significati dell intenzionalità 1. Intenzionalità come DIREZIONE (o relazione) della coscienza verso un oltre che non contiene 2. Intenzionalità come RAPPRESENTAZIONE ed ESECUZIONE DI INTENZIONI 3. Intenzionalità come ANALISI FORMALE DELLE RAPPRESENTAZIONI 4. Intenzionalità come COSCIENZA DELLA COSCIENZA (AUTOCOSCIENZA)
6 l evoluzione 1 della specie umana rispetto ai nostri Brentano: Intenzionalità come direzione (o relazione) L intenzionalità è direzione verso un oggetto, poiché ogni fenomeno psichico implica la presenza di un oggetto che sarà percepito, desiderato, ecc. L intenzionalità è la caratteristica originaria degli stati mentali che li mette in relazione con oggetti diversi (pp )
7 l evoluzione 1 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come direzione (o relazione) Es: p. 96 L atto consapevole di vedere un tavolo non può che riferirsi al suo contenuto (vedo un rettangolo, con 4 gambe, color ciliegio, in legno, le 4 gambe terminano leggermente smussate, ecc.)
8 l evoluzione 2 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come rappresentazione ed esecuzione di intenzioni Se l intenzionalità è direzione verso un oggetto, questa direzione implica un movimento Livello biologico Nel cervello umano esistono diverse aree che si occupano del movimento: - area prefrontale (decisione dello scopo del movimento) - area premotoria (pianificazione dell esecuzione per raggiungere quello scopo) - area motoria (esecuzione concreta del programma pianificato)
9 l evoluzione 2 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come rappresentazione ed esecuzione di intenzioni Che cosa ricaviamo da quello che i neurofisiologi affermano? Importanza dello skopòs (in greco: l oggetto su cui si fissano gli occhi ; dunque il traguardo, la meta) È come, perciò, se il movimento umano si attivasse solo in presenza di una precisa rappresentazione del traguardo che è chiamato a raggiungere (la sua intenzione, il suo scopo). (p. 98)
10 l evoluzione 2 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come rappresentazione ed esecuzione di intenzioni Es: un bambino (soggetto) vede una fetta di torta (oggetto) sul tavolo, pensa a quanto è buona (magari è la sua torta preferita rappresentazione) e ne prende una fetta (muove il braccio e ne afferra una fetta movimento ed esecuzione dell intenzione)
11 L intenzione di Le compiere pulsioni un movimento e i movimenti che ne conseguono sono prodotto causa La soglia dell iceberg (Leggere p.99)
12 l evoluzione 2 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come rappresentazione ed esecuzione di intenzioni Tale rappresentazione (del soggetto su un oggetto) può essere: Precisa, ma inconsapevole (es: togliere la mano dal fuoco) Precisa, ma del tutto consapevole (es: abbraccio) Ad ogni modo, i nostri movimenti sono sì regolati dai vincoli fisici imposti dall ambiente e dal nostro stesso corpo, ma grazie a questo 2 significato possiamo vedere come l intenzionalità permetta all uomo di andare oltre le pulsioni, l imitazione, i neuroni specchio, ecc. per giungere alla piena consapevolezza
13 l evoluzione 2 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come rappresentazione ed esecuzione di intenzioni Oltre i neuroni Nell uomo (unico tra tutti gli animali) si manifesta la capacità di: - Rappresentarsi mentalmente scopi da realizzare e modi diversi per realizzarli; - Scegliere tra scopi diversi e realizzarli (prescindendo anche dai condizionamenti operanti in natura) Considerare l uomo solo a livello biologico = forma di riduzionismo ontologico
14 l evoluzione 3 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come analisi formale delle rappresentazioni Livello biologico L uomo è attrezzato per due generi di operazioni: 1. Motoria (seconda regione dell intenzionalità) 2. Formale e rappresentativa (assume i concetti concepiti nella precedente operazione oppure prodotti per combinazione di precedenti e li analizza per giudicarli) L intenzionalità umana non si manifesta solo come direzione degli atti psichici (1), ma sia che si rappresenti scopi per movimenti a cui dà seguito sia che rifletta in maniera formale su tali scopi motori (2), essa si palesa anche come fenomeno che ha a che fare con una specie di oggetti che sono mentali alla doppia potenza, pensieri di pensieri (3)
15 l evoluzione 3 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come analisi formale delle rappresentazioni Dunque di un oggetto possiamo avere: ESPERIENZA DIRETTA (esperienza nella quale non avviene nessuna rappresentazione) es: ho fame prendo la fetta di torta e la mangio ESPERIENZA INDIRETTA (esperienza nella quale intervengono le rappresentazioni i pensieri sull oggetto e i pensieri dei pensieri sull oggetto) es: è ora di pranzo, sebbene io abbia fame, la mamma non vuole che prima di pranzo si mangino dolci, quindi aspetto a mangiare la torta, la mangerò come dessert dopo il pasto
16 l evoluzione 3 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come analisi formale delle rappresentazioni L INTENZIONALITA E ANCHE LA SCOPERTA CHE CIO CHE MI RAPPRESENTO DELL OGGETTO ( L immagine ) NON è MENO REALE DELL OGGETTO STESSO Es: I girasoli di Van Gogh
17 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come analisi formale delle rappresentazioni 3Esempio: scoperta dell obbligazione (p.108) Grazie all intenzionalità, scopriamo che il pensabile non solo non è meno reale del sensibile, ma soprattutto il pensabile modella il sensibile dall esterno, ob-ligandolo ( legandolo da fuori ) a dimensioni che esso non mostra sul piano empirico, ma che sarebbe bene assumere per evitare in futuro di essere in contrasto con la realtà pensata. In tal senso. Es: è ora di pranzo, sebbene io abbia fame, la mamma non vuole che prima di pranzo si mangino dolci, quindi aspetto a mangiare la torta, la mangerò come dessert dopo il pasto La mia rappresentazione, il pensabile sull oggetto obbliga il sensibile dall esterno
18 l evoluzione 3 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità come analisi formale delle rappresentazioni E queste rappresentazioni avvengono: sul piano morale quando ci chiediamo se ciò che abbiamo fatto è ciò che sarebbe stato bene fare es: decidere se mangiare o meno la seconda fetta di torta, quando il dottore mi ha messo a dieta perché ho il colesterolo alto sul piano estetico quando esprimiamo le ragioni del nostro giudizio estetico es: il quadro di Van Gogh è culturalmente riconosciuto come un capolavoro dell arte, ma preferisco le ninfee di Monet perché amo di più la pennellata impressionista, i colori tenui, ecc. sul piano tecnico quando sentiamo l esigenza di costruire qualcosa secondo il nostro modello mentale es: nel dipingere il quadro, decido prima di dipingere i girasoli e poi lo sfondo
19 l evoluzione 4 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità coscienza ed autocoscienza La quarta regione dell intenzionalità è sia causa sia risultato delle tre regioni precedenti: LA COSCIENZA È IL LUOGO IN CUI GLI ATTI PSICHICI UMANI SI RENDONO POSSIBILI E SI UNIFICANO (pp ) Intenzionalità come coscienza aperta a, ma a che cosa? -Al continuo guardare in una direzione; -a continui scopi e mezzi per realizzarli; -alle continue rappresentazioni formali dell esperienza e delle rappresentazioni stesse.
20 l evoluzione 4 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità coscienza ed autocoscienza L intenzionalità, dunque, esige: -un soggetto (es: il bambino) -un oggetto (es: la torta) Nella coscienza l oggetto non si può dare se non con la direzione, il senso, l ordine e il giudizio colto dal soggetto stesso L OGGETTO È SEMPRE CO-ORIGINARIO AL SOGGETTO
21 l evoluzione 4 della specie umana rispetto ai nostri Intenzionalità coscienza ed autocoscienza Tuttavia, questa dimensione co-originaria si rivela non solo come coscienza di qualcosa, ma soprattutto quando l oggetto della coscienza è la coscienza stessa Autocoscienza = la coscienza che prende se stessa, come coscienza del corpo e del mondo, a proprio oggetto (FORMA PIU ALTA DI INTENZIONALITA )
22 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri CONCLUSIONI PROBLEMA Origine dell intenzionalità - Molti sostengono la teoria di una provenienza solamente fisiopsichico-biologica - Nietzsche - Crick - Pinker - Altri scienziati e filosofi sono persuasi che non si possa spiegare scientificamente la nostra coscienza razionale. E sarebbero per ora impossibili risposte chiare e condivise (carattere irriducibilmente misterioso dell intenzionalità)
23 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri CONCLUSIONI Altri autori restano convinti, con buoni argomenti, anche senza entrare in un ottica di fede, che le regioni dell intenzionalità abbiano caratteristiche così eccezionali e qualitativamente diverse da qualsiasi altra manifestazione umana di matrice materiale, pur dandosi in e attraverso la materia, da esigere una spiegazione ultrasensibile di sé, ovvero trascendente. Nonostante le diverse opinioni e teorie, è indubitabile che L INTENZIONALITA SI COLLOCA AL CULMINE DELLE MANIFESTAZIONI DELLA VITA UMANA, ESSENDONE SUA PERFEZIONE E SUA CONDIZIONE (per tale ragione ci permette di andare oltre l esperienza)
24 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Giuseppe Bertagna DALL EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA Avvio al lessico pedagogico e alla teoria dell educazione Capitolo V Come da programma, il Capitolo V non è oggetto della prova in itinere, né di esame
25 CAPITOLO 5: Il discorso pubblico della ragione e le sue tipologie
26 La seconda condizione, Le pulsioni dopo l intenzionalità, che ha permesso la maturazione complessa dell educazione, della formazione e dell istruzione è la trasformazione del linguaggio umano (scoperta di essere lògos pubblico) Ma cosa si intende per lògos?
27 l evoluzione della specielógos umana rispetto ai nostri Aristotele la definizione di uomo come animale sociale non fu sufficiente a distinguere l uomo dagli altri animali, così gli aggiunse una qualificazione l unico animale che abbia lógos In greco: lógos = parola / lógos = dialogo a. Lógos inteso non come mera parola, nuda e cruda (le parole non sono solamente banali etichette che indicano un contenuto) 1. Lingua intesa come VOCE (anche animali) 2. Lingua intesa come LÓGOS (squisitamente umano)
28 l evoluzione della specielógos umana rispetto ai nostri b. Quando parliamo con lógos abbiamo sempre davanti a noi un interlocutore (lógos come relazione, quindi dialogo) UOMO ANIMALI - ANIMALI: a-lógoi - UOMO: con lógos unico essere vivente che ha la ragione
29 l evoluzione della specielógos umana rispetto ai nostri LÓGOS come KRISIS (greco: rimanda al gesto agricolo di separare il grano dalla paglia e dalle impurità Krínein=criticare) Significa: discernere, discriminare una cosa dall altra, prendere una cosa escludendone un altra DARE RAGIONE DI L uomo usa il logos per distinguere, in ciò che dice e fa, quanto e perché è vero o falso, bello o brutto, buono o cattivo, fonte di felicità o infelicità, degno o indegno, utile o inutile, ecc.
30 l evoluzione della specielógos umana rispetto ai nostri LÓGOS: éthos e polis RAZIONALITA COME RELAZIONE E SCOPERTA DELLA RELAZIONE TRA LE COSE Attraverso il discernere l uomo ottiene dall altro ragione, ovvero avviene il riconoscimento di aver dato ragione nelle sue discriminazioni. Dunque, è attraverso il «medio» dell altro che ogni uomo si scopre lógos Per questo, il lógos è: -Éthos (modo di agire comune accettato da tutti) -Polis (ricerca e condivisione di questo modo di agire con altri uomini che vivono insieme in un luogo)
31 RAZIONALITA COME UNIONE DI LÓGOS e NOÛS Che cosa ci spiega il prolungamento dell infanzia e l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Il lógos è critica, ma quali sono le condizioni che permettono che sia critica? 1. NOÛS = componente intuitiva (andare dentro, dietro e oltre alle cose come appaiono ai sensi) Agisce quando: - afferriamo il significato unitario e invisibile di una parola - capiamo l intenzione di un altra persona prima che agisca - inventiamo una soluzione ad un problema che non si era mai presentato prima (Wittgenstein)
32 RAZIONALITA COME UNIONE DI LÓGOS e NOÛS Che cosa ci spiega il prolungamento dell infanzia e l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Il noûs sembra rimandare al radicamento della razionalità nella sensibilità (es: Pascal cuore) non conosciamo la verità solamente con la ragione! Però il noûs non basta per creare e mantenere un discorso pubblico intersoggettivo critico. Per due ragioni: 1. per trovare, nel comune sentire, primi principi intuitivi che stiano, per tutti, all inizio di possibili percorsi logici, tecnici e morali, bisognerebbe ascoltare e interrogare tutti gli uomini, passati, presenti e futuri. 2. nell esplorazione dell intenzionalità umana non si va molto avanti se ci si accontenta dell intuizione: è necessario riflettere razionalmente sui principi e sulle ipotesi intuitive.
33 RAZIONALITA COME UNIONE DI LÓGOS e NOÛS Che cosa ci spiega il prolungamento dell infanzia e l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri 2. RATIO Romani: ratio come calcolo, conto Medievali: ratio rinvia a un concetto che è compreso nel più ricco e significativo lógos greco - come lógos significa critica; espressione pubblica di ragioni; dialogo e giudizio tra diversi uomini per giungere a qualche condivisa visione, dichiarazione, valutazione, giudizio - tuttavia lógos ha altri tre ambiti di significato: 1. lógos come riunire insieme 2. lógos come gesto dello scegliere, del contare 3. lógos come parola che crea
34 RAZIONALITA COME UNIONE DI LÓGOS e NOÛS Che cosa ci spiega il prolungamento dell infanzia e l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Noûs e lógos (mai separabili) sono dunque le condizioni per impostare il discorso pubblico della ragione tra gli uomini e per renderlo sempre più critico, trasparente e intersoggettivo Da questa loro unione si sono storicamente strutturati in tre diverse tipologie di lavoro: 1. RAZIONALITA TECNICA téchne (riflessione intenzionale orientata al fare qualcosa) 2. RAZIONALITA TEORETICA epistéme (riflessione intenzionale che cerca di conoscere con verità intersoggettiva ciò che c è) 3. RAZIONALITA PRATICA phrónesis (riflessione intenzionale orientata all agire bene dell uomo)
35 l evoluzione della RAZIONALITA specie umana TECNICA rispetto ai nostri Dalla neotenia la specificità dell uomo Platone ne narra la nascita (p.135) Aristotele ne conferma la necessità (p.136) per la successiva gratuità della razionalità teoretica
36 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri RAZIONALITA TECNICA: definizione «ciò per cui una cosa passa dal non essere all essere è produzione (pόiesis), ciò a cui tutte le tecniche mettono capo sono prodotti (ergásiai pόiesis), e gli artefici di tutte queste cose sono produttori (pόitai)» Platone, Simposio 205 b-c G. Sandrone Pedagogia generale 1 A.A. 2016/17 Modulo 1 Lezione 4 Dall educazione alla pedagogia
37 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri PROBLEMA Se è vero che la téchne libera l uomo dalla necessità di provvedere alla propria sopravvivenza, è altrettanto vero che nella storia della cultura occidentale si è, in alcuni casi, portato all estremizzazione di questa caratteristica della natura umana. Uomo non più soggetto della téchne, ma cantore del ritmo ontologico della razionalità tecnica che lo sovrasta nell Essere impersonale
38 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I requisiti della razionalità tecnica 1.lo scopo/il modello 2.la materia 3.I metodi e i mezzi 4.il controllo del risultato
39 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I problemi della téchne - Lo scopo di un progetto diventa mezzo di uno scopo successivo, così via all infinito - Vale anche se la materia è una persona? - «Si potrebbe fare qualcosa che né si sa, né si ha potenza alcuna per farlo?» La téchne è potere solo se - sa - è competente (in quel settore) - fa ( si conosce solo ciò che si fa) La téchne è onnipotente?
40 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Pericoli di rovesciamento Se la razionalità tecnica non si combina adeguatamente con le altre forme di razionalità (teoretica e pratica) corre forti rischi di tramutare in danno la sua ricchezza 1) la distanza tra progetto e prodotto (lo scarto dell azione umana) 2) l antinomia tra sapere e fare, tra chi pensa e chi fa 3) il fine si identifica con lo scopo (la razionalità tecnica travalica e fa perdere la consuetudine a riflettere sul fine, sul bene, sul vero, ) 4) l assolutizzazione dei mezzi - si deve fare tutto ciò che si può fare - il dislivello prometeico
41 l evoluzionerazionalita della specie umana TEORETICA rispetto ai nostri L etimologia della parola rimanda al concetto di GRATUITA della sua azione pp e
42 l evoluzionerazionalita della specie umana TEORETICA rispetto ai nostri L etimologia della parola rimanda al concetto di GRATUITA della sua azione pp e
43 Caratteristiche dell azione Che cosa ci spiega il prolungamento dell infanzia e l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri teoretica - Guardare ciò che non cambia = conoscenza scientifica dell esperienza -Guardare ciò che non ha né inizio né fine L AZIONE TEORETICA HA LA PRETESA DI DIRE LA VERITA CHE NON CAMBIA e SI REGGE DA SOLA COGLIE NELLE COSE CIO CHE NON PUO ESSERE DIVERSO
44 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Due i tratti distintivi della R.Teo. 1. si interessa delle conoscenze epistemiche ( stanno dritte ) che vanno oltre l esperienza sensibile di ciascuno e cerca di darne ragione 2. si esprime in una dimensione temporale immobile, lontana dal divenire dinamico dell esperienza ed ha la pretesa di dite «la verità che non cambia mai e si regge da sola perché coglie, delle cose stesse, ciò che è sempre e non ha nascita» Per questi tratti distintivi i greci consideravano la R. Teo. Come la forma superiore della razionalità umana.
45 l evoluzione La dellarazionalità specie umana rispetto pratica ai nostri OGGETTO = l azione buona quella che si deve adottare nella situazione concreta non in generale Polisemia del termine pratica
46 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Il collegamento R. Tc. R.P. Il vero tecnico è anche pratico? SI perché 1) mette in gioco il proprio bene come persona 2)non solo il proprio bene, ma il bene di tutti 3) controlla che i mezzi che utilizza per la produzione siano corretti e socialmente degni G. Sandrone Pedagogia generale 1 A.A. 2016/17 Modulo 1 Lezione 4 Dall educazione alla pedagogia
47 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri L azione buona E lo sbocco della R.P. è quella che dobbiamo fare ora, nella situazione data, unica nel suo genere utilizzando la nostra capacità di giudizio per realizzare il «bene per sé» e «per gli altri» che mai si trovassero nella stessa nostra situazione.
48 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Come dire che «un azione è buona»? Approfondiremo questo aspetto parlando «dell azione umana» e delle risposte che sono state data alla domanda nel corso del tempo 1) risposta biologico-naturalistica 2) risposta del volontarismo etico e giuridico 3) risposta che recupera e miscela la 1) e la 2)
49 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Fondamento della razionalità pratica = coscienza Non coscienza psicologica Coscienza trascendentale che si ri-flette continuamente nelle 3 dimensioni: - libero arbitrio - anamnesi (vergogna = scarto tra come si vorrebbe apparire e come si appare senso di colpa = scarto tra ciò che si dovrebbe fare e ciò che si fa) - coscienza vera e propria(esempio/esercizio)
50 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Giuseppe Bertagna DALL EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA Avvio al lessico pedagogico e alla teoria dell educazione Capitolo VI
51 CAPITOLO 6: L azione umana Identità ed implicazioni pedagogiche
52 Dopo intenzionalità e lógos, la terza condizione che ha permesso la chimica personale dell educazione, della formazione e dell istruzione è l affermarsi dell azione umana libera e responsabile (come tratto caratteristico e più alto dell esperienza umana)
53 AZIONE come MOVIMENTO? Bambino sull altalena Pendolo
54 Le pulsioni - MACCHINE, AUTOMI, VEGETALI, CORPI FISICI determinati da vincoli naturali, sono privi di intenzionalità e logos (mostrano sì movimenti e compiono operazioni, ma fanno ciò inconsapevolmente e non provando emozioni) - ORGANISMI ANIMALI SUPERIORI possiedono un intelligenza capace di integrare stati d animo e soluzione di problemi (gli animali, infatti, instaurano con l ambiente e gli altri animali uno scambio coevolutivo per mantenersi nello stato di autopoiesi omeostatica di cui hanno bisogno per vivere, hanno cioè reazioni comportamentali)
55 L UOMO - in quanto corpo: Le pulsioni mostra movimenti ed è vincolato delle leggi della fisica e della biochimica; - in quanto macchina/automa: compie operazioni meccaniche dettate da vincoli costruttivi; - in quanto animale: ha delle reazioni comportamentali sia consapevoli che inconsapevoli, osservabili e misurabili; - in quanto uomo: possiede intenzionalità e lógos, compie azioni umane AZIONE COME QUALITA ESCLUSIVA DELL UOMO CHE ACCOMPAGNA SIA IL MOVIMENTO SIA LE OPERAZIONI VOLTE A UNO SCOPO
56 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Che cosa significa agire in modo umano? Dimensione oggettiva (movimento, comportamento) Dimensione soggettiva (intenzionalità, lògos)
57 l evoluzione della specie Aristotele umana rispetto ai nostri Si chiese: che cosa distingue la vita dell uomo da quella degli altri esseri viventi? ANIMA = la forma del corpo naturale che ha la vita in potenza L anima si compone di tra parti 1.VEGETATIVA 2.SENSITIVA 3. RAZIONALE (nascita, nutrizione, crescita) (sensazione, movimento) (conoscenza, deliberazione, scelta)
58 l evoluzionetommaso della specie umana D Aquino rispetto ai nostri Riprese nel medioevo le suggestioni antropologiche di Aristotele per arrivare ad affermare che ciò che davvero distingue l uomo dagli altri esseri viventi è L AZIONE UMANA Distinse, infatti: 1. ATTI DELL UOMO (operazioni e movimenti) atti che avvengono nell uomo, anche consapevolmente, causati però in modo necessario, determinati dall interazione con processi naturali fisici e psichici che ci costringono a subire ciò che ci accade e a fare ciò che facciamo: noi operiamo come le macchine e abbiamo reazioni e riflessi condizionati come gli animali Es: acquolina
59 l evoluzionetommaso della specie umana D Aquino rispetto ai nostri 2. ATTI UMANI (azioni) sono esclusivi dell uomo in quanto: - sono azioni personali caratterizzate da intenzionalità e logos; - avvengono nell ambito della coscienza e dell autocoscienza, nella libertà e nella responsabilità. - sono più lenti degli atti dell uomo: richiedono tempo per decisioni e valutazioni. Gli atti umani, in quanto compiuti in libertà, ci rendono causa. L uomo ha la libertà di porre alternative, di scegliere tra alternative possibili e tutte motivanti, libertà di assumersi la responsabilità di eseguirne una preferendola all altra, libertà di accompagnare con il proprio consenso l azione decisa fino alla fine, assumendosi la responsabilità delle conseguenze previste e impreviste di questo suo intervento consapevole sul mondo e sugli altri L unico modo di sapere chi è l uomo? è coglierlo nella sua concreta attuazione di sé: appunto attraverso i suoi atti umani.
60 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri... agire in modo umano Agire secondo intenzionalità e lógos e in libertà e responsabilità CARATTERISTICHE DELL AZIONE: (ciò che permette all uomo di inaugurare le proprie azioni, di esserne l inizio) 1. Intenzionalità coscienza/autocoscienza (vs consapevolezza senziente) 2. Lógos dare ragione di 3. Libertà intesa come deliberazione, scelta 4. Responsabilità intesa come risposta alla libertà e alle conseguenze delle mie scelte, qualunque sia stato l esito del mio agire
61 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri L uomo principio delle azioni umane Aristotele L uomo sia il principio e il padre delle proprie azioni come lo è dei figli (Etica Nicomachea) L uomo è un originario creatore di storie che da ideali si trasformano, grazie alle azioni, in reali e che senza di lui nessuno avrebbe mai potuto né compiere, né far vivere, né scrivere Però padroni solo del principio (Etica Nicomachea) perché: - Non è detto che l azione intrapresa si debba concludere come noi l avevamo ragionevolmente rappresentata, deliberata, prevista e voluta nel suo svolgimento. - Tra l inizio dell azione e la sua conclusione si frappongono il disturbo di azioni decise da altri, il capriccio del caso, l insuperabile necessità, gli errori nella realizzazione dello scopo o nella scelta del fine.
62 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri L uomo principio delle azioni umane L uomo controlla solo il principio delle sue azioni, ma non per questo si sente sollevato da: Il DESIDERIO di cercare di diffondere nella propria vita un sempre maggior numero di atti umani contro la fortuna, il caso, la necessità; La RESPONSABILITA di rispondere a sé e agli altri delle conseguenze volontarie e involontarie delle proprie azioni. NB: l uomo non può comandare alla fortuna, al caso e alla necessità che regge il mondo!
63 l evoluzione Le azioni della specie umane umanae rispettoi dispositivi ai nostri Dunque l uomo è l unico essere vivente che, nel suo agire nel mondo, può essere sia attivo che passivo - attivo: compie atti umani (in libertà e responsabilità, secondo lógos e intenzionalità) - passivo: compie atti dell uomo (non è solamente un essere che pone, ma può a sua volta essere posto da vincoli e pressioni che non dipendono da lui e di cui non è in grado di vederne la verità, la bontà ecc, semmai solo la piacevolezza o la dolorosità estetica e sensibile) Ma che cosa fa compiere al soggetto atti dell uomo? I DISPOSITIVI ( qualcosa che è posto contro )
64 l evoluzione Le azioni della specie umane umanae rispettoi dispositivi ai nostri DISPOSITIVI = realtà che si impongono sull uomo costringendolo a compiere atti dell uomo e non atti umani (ovvero l uomo più che agire, subisce passivamente e viene inaugurato ) I dispositivi possono essere di 4 diversi tipi: NATURALI ARTIFICIALI FAMILIARI COMUNITARI
65 l evoluzione I DISPOSITIVI della specie umananaturali rispetto ai nostri CONDIZIONAMENTI FISIOLOGICI (es: fame, sete, ecc ) REGOLE DELLA NATURA (es: non possiamo correre più di una certa velocità, siamo sottoposti alla forza di gravità, ecc.) CASO / FORTUNA G. Sandrone Pedagogia generale 1 A.A. 2016/17 Modulo 1 Lezione 4 Dall educazione alla pedagogia
66 l evoluzione I DISPOSITIVI della specie umana ARTIFICIALI rispetto ai nostri TECNICA TECNOLOGIE SCIENZE Poste inizialmente dall uomo sono diventate una sorta di seconda natura condizionante: Una natura artificiale peggiore di quella naturale (qualcosa di impersonale che pone l uomo; si impone a forza su di lui; gli comanda invece di essere comandata; lo plasma invece di essere plasmata)
67 l evoluzione I DISPOSITIVI della specie umanafamiliari rispetto ai nostri FAMIGLIA I genitori non solo non chiedono ai figli se sono d accordo nel farli nascere, ma anche insegnano loro regole, comportamenti e significati secondo la loro intenzionalità e lógos, senza preoccuparsi se li condividano o meno (es: alcuni studi hanno dimostrato che vi è una maggiore probabilità che il figlio di un tossico-dipendete faccia a sua volte uso di sostanze stupefacenti) Perchè? Perchè la scelta intersoggettiva e razionale delle azioni di ogni soggetto richiede un procedimento complesso fatto di analisi, critica, scelta, ecc Per questo, nei suoi primi passi nel mondo l uomo si fida e si affida a quanto la famiglia gli trasmette in termini di valori, comportamenti, regole, ecc (lo stesso vale anche per la comunità)
68 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I DISPOSITIVI COMUNITARI - ISTITUZIONI - COMUNITA DI APPARTENENZA Il luogo in cui si è nati influisce sulla fede religiosa, sui gusti estetici, sulle abitudini alimentari, sulle credenze cognitive, sulle pratiche economiche, sulle scelte professionali, sui giudizi morali e sui valori etici, sui significati culturali e le preferenze ideologiche Es: differente modo di intendere la relazione tra uomo e donna nel mondo occidentale e in quello orientale che si riflette nel ragazzo straniero con cui ci troviamo a interagire nella comunità in cui lavoriamo.
69 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri COMUNITA communitas SOCIETA societas Munus: dono e obbligo di ognuno nei confronti dell altro com: introduce la reciprocità LA LIBERTA E DATA DALL ADERIRE A QUESTA COMUNITA Socius: colui che decide volontariamente, razionalmente e liberamente di andare con ed essergli solidale (sodalis) LA LIBERTA E INDIVIDUALE E FONDA QUELLA COMUNITARIA
70 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I DISPOSITIVI:CONCLUSIONI Ma fino a che punto i dispositivi determinano l uomo? NON SI PUÒ NEGARE LA FORZA DEI DISPOSITIVI, MA PER INAUGURARE I NOSTRI COMPORTAMENTI/MOVIMENTI E NECESSARIO UN MOMENTO RIFLESSIVO A POSTERIORI grazie al quale distinguere tra: Disposizione Abitudine Routine Automatismo
71 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I DISPOSITIVI:CONCLUSIONI - Nell intenzionalità e con il logos, l uomo può essere libero e responsabile di ciò che fa. Ed è uomo se trasforma sempre più questo potere in essere, allargandolo progressivamente nel tempo e nello spazio della propria esistenza. - I dispositivi non sono mai in grado di sovrastare del tutto l uomo al punto da togliergli la coscienza, l autocoscienza, la potenza della sua anima. Si è uomini in quanto si coltiva lo spazio della propria azione umana. - Certo all uomo è anche lasciata la possibilità di accettare le regole costituite. Ed è tentazione forte e tranquillizzante. La libertà è un fardello e una responsabilità. AZIONE UMANA: UNA POSSIBILITA INELIMINABILE
72 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I DISPOSITIVI:CONCLUSIONI Riassumendo - Non esistono atti umani senza la mobilitazione di tutte le regioni dell intenzionalità e del lógos personali e che non siano il risultato della libertà e della responsabilità di ciascuno - Ci possono essere diversi motivi per cui agire (biologici, fisici, culturali, economici, politici, ecc ) ma la causa e il fine dell azione non possono che essere ritrovati nella libertà e nella responsabilità dell uomo
73 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri I DISPOSITIVI:CONCLUSIONI - Il problema è che nè intenzionalità nè lógos, nè libertà nè responsabilità si possono cogliere con i sensi, esperire, vedere, ecc anzi, molte volte le (ri)conosciamo perchè le attribuiamo agli altri ( dimensione relazionale dell azione umana) - Per capire quali sono le condizioni che rendono possibile l azione umana, bisogna studiare e considerare l uomo non in quanto oggetto, ma in quanto soggetto che, sia nella sua esperienza diretta che nell osservazione della pratica altrui, intende approfondire e testimoniare sempre di più questa sua possibilità intrinseca di poter compiere atti umani.
74 l evoluzione della specie umana rispetto ai nostri Strumenti per imparare ad agire 1. AZIONE PERSONALE RIFLESSIVA Sottoporre ad analisi riflessiva sistematica il proprio e l altrui agire, i suoi esiti e il suo rapporto con i dispositivi al fine di individuare comportamenti, automatismi, routine, abitudini, atti umani, disposizioni, ecc. 2. NARRAZIONE DI AZIONI UMANE Il raccontare, ma anche l imparare da. Diversi tipi di narrazione: - Narrazione soggettiva diretta (basata sulla testimonianza: biografia, autobiografia) - Narrazione soggettiva indiretta (incentrata sull immaginazione: epica, tragedia, commedia ) - Narrazione intersoggettiva di azioni oggettive (elaborata attraverso la ricostruzione documentata: la storia)
75 l evoluzioneper dellariflettere specie umana insieme rispetto ai nostri ROBOT BAMBINO icub (min. 3:56)
76 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO Giuseppe Bertagna DALL EDUCAZIONE ALLA PEDAGOGIA Avvio al lessico pedagogico e alla teoria dell educazione Capitolo VII
77 CAPITOLO 7: Educazione, formazione, istruzione. Processi e significati
78 MACCHINE Eseguono operazioni Forniscono informazioni (ad es., selezione dell esercito americano dopo Pearl Harbour nel 1941) In-segnano (informazioni, operazioni e comportamenti) Privi di intenzionalità, logos, libertà, responsabilità Sono risorse inventate dagli uomini perché chi le usufruisce si educhi, formi, istruisca o educhi, formi, istruisca altri uomini
79 ANIMALI Insegnano Privi di intenzionalità, logos, libertà, responsabilità Curano, difendono, proteggono (ad es., Pet Therapy) NATURA (esseri vegetali e inanimati, processi fisiologici ecc.) Sono anch essi risorse
80 Gli uomini EDUCANO, FORMANO, ISTRUISCONO, (e addestrano, curano, allevano) SEMPRE? NO Anche gli uomini sono natura, macchine, animali Dotati di Intenzionalità, logos, libertà, responsabilità Così come non esiste persona umana che non sia necessariamente costituita anche dal minerale, dal vegetale, dall animale e dal meccanico, in maniera analoga non esiste educazione formazione e istruzione che non sia altrettanto necessariamente costituita da comportamenti di cura, addestramento, modellamento ecc. Il problema pedagogico è, però, di non esaurire i primi fenomeni nei secondi, bensì sussumere questi secondi al livello dell intenzionalità, del logos pubblico, e dell azione umana libera e responsabile che caratterizza i primi
81 1 EDUCAZIONE Dal latino educ-ăre Far crescere, allevare, curare e nutrire un soggetto per farlo sviluppare in vista di ciò che dovrà essere - Mondo animale allevare - Mondo vegetale modellare - Mondo pedagogico plasmare in modo gerarchico Dal latino educ-ĕre dimensione passiva dell educando Tirare fuori, condurre, guidare senza imporre - Maieutica allevare - Agricoltura tagliare per liberare - Mondo pedagogico tutor, gouverneur - Mondo nomadico percorso mai concluso dimensione attiva dell educando
82 1 EDUCAZIONE: trasmissione della cultura comunitaria La paideia (Aristotele) -Il processo attraverso il quale la comunità trasmette ai nuovi membri il patrimonio di visioni del mondo, idee scientifiche, sensibilità... -La trasmissione di tale patrimonio consente a ciascun individuo di diventare a pieno titolo membro della comunità Come avviene? Nelle società semplici - all interno della famiglia e della comunità - per imitazione - in modo diffuso e casuale Nelle società complesse - specializzazione e differenziazione («scienze») - gradualità - in sedi istituzionali ad hoc (famiglia, comunità locale, chiesa, scuola ecc.)
83 1 EDUCAZIONE: personalizzazione - L educazione è insegnamento del patrimonio culturale accumulato dalla comunità umana nel tempo - Un acquisizione non diviene «carne della propria carne se essa non è stata elaborata da un vero lavoro personale» PERSONALIZZAZIONE - Fare proprio, rielaborandolo, ciò che ci viene trasmesso - Per consegnarlo migliore a chi verrà dopo di noi...
84 1 EDUCAZIONE: la relazione. Il tu e il noi Essenzialità dell incontro - con l esso, della cultura-comunità-mondo - con il tu, persona che è a sua volta un io... Non c è educazione se, all inizio, non esiste una persona, un tu, che riconosca e continui a riconoscere un io per quello che è, e non per quello che dovrebbe o potrebbe essere L instaurazione della relazione educativa è l a priori dell educazione L ambiente educativo, la cultura educativa, i mezzi educativi sono tali solo perché precedenti relazioni interpersonali hanno attribuito loro un senso umano L educazione riconosce la comunità di nascita e la cultura dell altro e i «fili» che legano il mondo
85 2 FORMAZIONE Fino a metà del XX secolo, variante dell educăre. Fabbricare, plasmare, costruire; dare forma a qualcosa di passivo e malleabile - Formazione professionale (botteghe artigiane, mondo industriale) - Ambiente militare (addestramento delle reclute, schieramento dei soldati) - Valore ideologico-politico (formazione dei cittadini) Soggetto forte Soggetto debole
86 2 FORMAZIONE Dagli anni 60 del XX secolo. Nel mondo accademico: variante dell educere. Formar-si, scegliere la propria forma Reazione pedagogica al positivismo e all utilitarismo: traduzione di O.Willmann e la lezione tedesca Bildung = formarsi Scegliere criticamente, come e in quanto uomini, in tutti i campi della vita e dell esperienza umana, nei modelli di umanità resi disponibili dalla storia e dalla cultura, la propria particolare «forma» nella quale realizzarsi in intenzionalità, logos, libertà e responsabilità. Educatore di se stesso, il soggetto impiega i «dispositivi» e gli educatori a disposizione pluralità di prospettive, attenzione alla deriva idealistica
87 2 FORMAZIONE Anni 60 del XX secolo. Nel mondo produttivo: formazione della persona in senso funzionalista, utilitaristico Primo decennio XXI rilettura del concetto di lavoro, «economia civile - Coinvolgimento attivo e progettuale di tutte le dimensioni dell intenzionalità; - Crescita globale della persona; - Realizzazione di azioni buone e giuste, da uomini integralmente compiuti, in qualsiasi lavoro. Formazione professionale agìta e pensata dalla persona stessa Creatività, innovazione, libertà, responsabilità in una concezione di lavoro come opus di un uomo che agisce (inaugura)
88 3 ISTRUZIONE Scopo: conoscere Teoresi Dove: scuola Cosa: impadronirsi delle conoscenze, moltiplicarle e renderle rigorose e formalizzate Come: in integrazione con formazione ed educazione Istruzione e formazione professionale Sistema educativo di istruzione e di formazione professionale
89 Come variante del latino educ-ăre Abradere conoscenze spontanee ed erigere un edificio di conoscenze organiche e interrelate, scientificamente valide Conoscenze = Oggetti, cose - Decostruire le concettualizzazioni spontanee e prescientifiche che ciascuno di noi ha costruito - Imporre la memorizzazione di conoscenze proposte nell istruzione formale dimensione passiva Come variante del latino educ-ĕre - Mettersi in discussione come persone e adoperare intenzionalità e logos per fare proprie le conoscenze - Rendere la scuola una società cooperativa della conoscenza attraverso la compartecipazione attiva e generativa di docenti, genitori e allievi Conoscenza = Esercizio della soggettività dimensione attiva
90 3 ISTRUZIONE: modalità dell istruzione nella scuola Attraverso quali canali oggi avviene normalmente l insegnamento? - Contenuti disciplinari: l istruzione deve coinvolgere e mobilitare tutte le dimensioni della vita umana. - Forza dispositiva ARTIFICIALITA (classi, tempi, discipline..) DISCIPLINAMENTO imposto dall alto
91 Dove avviene il processo di istruzione? In base al dettato costituzionale (art. 30) i genitori sono affidatari del «dovere e diritto» di istruire i figli. Tale esercizio viene affidato alla scuola. Quando? le tappe dell apprendimento - scuola dell infanzia (non fa parte dell obbligo) Gioco e spontaneità: apprendimento degli schemi fondamentali dell azione sociale e delle conoscenze che li rendono possibili - scuola primaria 1. apprendimento per somiglianza e contiguità (nei momenti informali) 2. confronto con le conoscenze implicite (riflessione a partire dall esperienza) - scuola secondaria e Università apprendimento di conoscenze nuove (attribuzione di un senso alla propria esperienza attraverso le acquisizioni scientifiche)
92 RIFLESSIONE SULL ESPERIENNZA GIUDIZIO GIUDIZIO GIUDIZIO E INVENTIO 3 ISTRUZIONE: i gradi dell istruzione Primaria... Secondaria 1^ Secondaria 2^ Istruzione superiore CHE COSA CHE COSA PERCHE CHE COSA PERCHE CHE COSA PERCHE INVENTIO Conoscenze Cultura Cultura Cultura enciclopediche generale generale specifica specialistica
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