CANCRO VESCICA Fattori di rischio
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- Lelia Grandi
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1 Fattori di rischio Anche la natura dell acqua bevuta può essere rilevante; alcuni studi sembrerebbero riportare un eccesso di rischio per le acque clorizzate (IARC, 2004b; Villanueva et al., 2004) mentre è noto che acque contaminate da arsenico in alcune regioni dell Asia e dell America del Sud e del Centro sono associate ad un elevato rischio dei tumori della vescica e anche di numerose altre neoplasie (IARC, 2004b). Carlotta Annunziata
2 Infestazioni ed altre patologie urinarie Il tumore della vescica è molto frequente in Egitto ed in altre regioni ad elevata prevalenza di infestazioni da Schistosoma haematobium, responsabile di una flogosi cronica vescicale. Le neoplasie squamocellulari sono frequenti in queste aree (Bedwani et al., 1998).
3 Anche le cistiti croniche, quelle aspecifiche ricorrenti e la calcolosi urinaria sono state correlate a un rischio circa doppio di tumore della vescica. (Negri et al., 2001).
4 Farmaci L associazione tra frequente consumo di fenacetina e rischio di tumore della vescica ha condotto all eliminazione di questo analgesico. Un altro farmaco associato al rischio di tumore della vescica è l antitumorale ciclofosfamide, mentre resta non definita l associazione con il paracetamolo (Silverman et al., 1996; Negri et al., 2001).
5 L associazione tra coloranti per capelli e rischio di carcinoma della vescica è stata ipotizzata in numerosi studi, sia di coorte che caso controllo, per un totale di oltre casi, ma il RR globale rimane compreso tra 1.0 e 1.1 per le utilizzatrici di coloranti rispetto alle non utilizzatrici, sebbene rischi aumentati siano stati riportati, non concordemente, in alcuni sottogruppi (Gago- Dominguenz et al., 2001; 2003; La Vecchia et al., 2001; Andrew et al., La professione di parrucchiere o barbiere era stata associata ad aumentato rischio di tumore della vescica in passato (Czene et al., 2003), sebbene non fossero note le esposizioni rilevanti. E possibile che l aumentato rischio fosse dovuto a differenze nel fumo o in altre abitudini di vita nei parrucchieri e barbieri rispetto alla popolazione generale (La Vecchia et al., 2001).
6 Storia familiare I familiari di primo grado di pazienti con tumori della vescica hanno un rischio circa doppio di sviluppare a loro volta un cancro della vescica, il rischio appare più elevato in giovane età (Negri et al., 2001).
7 Papilloma uroteliale Lesioni papillari uroteliali benigne vere (papillomi) sono assai rare. La diagnosi di papilloma uroteliale andrebbe limitata a lesioni singole, con urotelio istologicamente normale montato su architetture frondose senza fusione delle papille e con espressione di citocheratina 20 limitata al solo strato superficiale (cellule ad ombrello). Papilloma invertito Anch esso assai raro e singolo, interessa sedi trigonali/peri-meatali) è possibile anche in pazienti anziani. E composto da cordoni/isolotti di urotelio normale invaginati all'interno della lamina propria, senza vera infiltrazione.
8 Neoplasia uroteliale papillare a basso potenziale maligno(pun- LMP, papillary urothelial neoplasm of low malignant potential) Sede:pareti posteriori e laterali in prossimità degli sbocchi ureterali frondosa piccola, singola o talora multipla spesso citologia urinaria negativa. papille sottili e non fuse scarsissime atipie citologiche Recidive nel 35-47% dei casi prevalentemente senza progressione di grado e/o stadio Prognosi eccellente La PUN-LMP assomiglia ai papillomi, rispetto ai quali mostra un aumento del numero di strati, nuclei lievemente aumentati e lievissima anisometria nucleare con preservazione di ordine, polarità e cellule ad ombrello.
9 Carcinoma uroteliale papillare (non invasivo) a basso grado(lg-puc, low grade- papillary urothelial carcinoma) fronde papillari (ordinate, spesso fuse) atipie citoarchitetturali (lievi perdite di polarità ed anisometrie nucleari) mitosi scarse e prevalentemente basali. Recidive > 50% Frequente progressione di stadio e/o grado Mortalità < 5%
10 Carcinoma uroteliale papillare (non invasivo) ad alto grado(hg-puc, high grade-papillary urothelial carcinoma) Lesioni singole o multiple papillari o nodulari/sessili ematuria macro/microscopica disordine architetturale già a basso ingrandimento frequente fusione di papille perdita di polarità nucleari, anisometrie, eterocromatina e/o nucleoli evidenti Talora anaplasia mitosi frequenti focolai di infiltrazione Citocheratina 20, p53 e p63 > che nel LG-PUC Aneuploidia Alta mortalità cancro specifica
11 Carcinoma uroteliale in situ (Tis) e displasia Displasia uroteliale (lesione piana dell urotelio) Primaria (non associata a neoplasie papillari uroteliali) Secondaria (associata/preceduta a neoplasie papillari uroteliali) Caratterizzata da: Ipercromasia Affollamento nucleare Anisonucleosi Perdita di cellule ad ombrello Frequente espressione di citocheratina 20 Carcinoma uroteliale in situ (forma piana di neoplasia uroteliale) Non invasivo Integralmente trasformata in senso maligno Probabile trasformazione in ca. uroteliale infiltrante T1, T2-4 si possono associare anche a varianti di carcinomi uroteliali invasivi, quali i carcinomi uroteliali con metaplasia adenocarcinomatosa o squamosa, i carcinomi linfoepiteliali, i micropapillari invasivi, i carcinomi uroteliali con cellule osteoclastiche, plasmocitoidi, producenti βhcg o con componente a piccole cellule.
12 Carcinoma uroteliale in situ (Tis) e displasia Marcatori oggettivi di displasia/tis, di ausilio diagnostico: Ki-67 p53 citocheratina 20 (70% dei casi) La presenza di un Tis vescicale comporta, rispetto ad altri carcinomi uroteliali, anche di tipo invasivo, un rischio triplicato di simultanea o successiva comparsa di Tis nelle vie urinarie superiori, mentre in uretra il rischio appare aumentato fino a 7 volte (Witjes et al., 2003).
13 Criteri di definizione della microinfiltrazione del Tis 2 mm dalla membrana basale soglia numerica di 20 cellule al di sotto della membrana basale (Lopez-Beltran et al., 2001). Se il Tis è la malattia d'esordio ed è unifocale, la prognosi appare generalmente favorevole. Se il Tis è multifocale o non risponde alla terapia topica o sia esteso ai dotti prostatici ha un comportamento aggressivo (AFIP 2004).
14 Modello ipotetico di sviluppo e progressione del carcinoma vescicale ideato sulla base delle evidenze biomolecolari più recenti (Lopez-Beltran e Montironi, 2004). Nota CIS= Tis
15 Profondità di invasione Invasione dello stroma sottoepiteliale (T1) Il chorion nella parete vescicale ha caratteristiche peculiari. In particolare, la muscolaris mucosae avrebbe principalmente la funzione di facilitare lo scorrimento della mucosa durante la replezione e lo svuotamento della vescica e per questo essa ha decorso discontinuo, spessore irregolare e manca completamente in alcuni tratti di parete, con marcate differenze tra singoli individui.
16 Profondità di invasione Invasione dello stroma sottoepiteliale (T1) Il tentativo di sottoclassificare lo stadio T1 in due sottogruppi ha impegnato molti autori (Younes et al., 1990), che hanno utilizzato differenti landmarks anatomici: 1. Suddivisione sulla base del raggiungimento o meno della muscolaris mucosae (25-60%). 2. Metodo che utilizza come limite, oltre alla muscolaris mucosae, la sede di vasi sanguiferi a parete spessa, ben evidenti, che occupano un livello all'incirca corrispondente a quello della muscolaris mucosae. 3. Altri autori (Cheng et al., 1999b) hanno valutato la profondità d'invasione in mm (inferiore o superiore 1,5 mm ).
17 Invasione del detrusore vescicale (T2) Attenzione: in molte istituzioni italiane ed estere è a questo punto che viene deciso l'abbandono dell'atteggiamento conservativo a favore della chirurgia radicale.
18 Invasione del connettivo adiposo perivescicale (T3) Giudizio limitato alla valutazione di cistectomia radicale o parziale. Per altro, la distinzione tra stadio T3a e T3b richiede l'esame macroscopico dell'organo, non eseguibile se non dopo l'exeresi chirurgica.
19 Invasione di organi vicini e della piccola pelvi (T4) Lo stadio T4 (in particolare T4a) può essere occasionalmente posto con l'esame di campioni bioptici. ciò avviene quando una lesione del collo vescicale venga resecata unitamente a frammenti prostatici o quando si scopra un'invasione prostatica da lesione vescicale nota o misconosciuta in campioni da TURP o ago-biopsia prostatica.
20 VARIANTI ISTOLOGICHE: Varianti di carcinoma uroteliale Altre neoplasie epiteliali Tumori neuroendocrini Neoplasie non epiteliali
21 Altre neoplasie epiteliali: Carcinoma squamoso Adenocarcinoma Adenocarcinoma uracale Adenocarcinoma a cellule chiare (Mulleriano) Adenoma villoso Papilloma di epitelio pavimentoso
22 Tumori neuroendocrini: carcinoma neuroendocrino a piccole cellule paraganglioma Neoplasie non epiteliali: neoplasie stromali (angio-, leiomio- rabdomio- lipo- e osteosarcoma, e le rispettive controparti benigne, istiocitoma fibroso benigno e maligno, tumore fibroso solitario) nevi e melanomi linfomi soprattutto MALT-omi (linfomi di tessuto linfatico mucosa-associato).
23 DIAGNOSI La citologia urinaria ha rappresentato lo standard di riferimento per tutti gli altri test diagnostici La cistoscopia (anche a fluorescenza) presenta una più elevata specificità ma ha lo svantaggio di essere un esame relativamente invasivo, anche nella versione con strumenti flessibili, costoso e non scevro di complicanze, quali infezioni urinarie (10% circa) e stenosi uretrali nel maschio. Tests: 1) quelli ad interpretazione rapida effettuati e valutati dall operatore sanitario al momento della visita del paziente, con produzione di un campione di urina; 2) quelli ad interpretazione differita, che richiedono l invio in laboratori specializzati Tecniche di imaging (ecografia, TC, RMN, ricostruzioni 3D)
24 DIAGNOSI Sintomi: Ematuria macroscopica iniziale (nell 80% dei casi). Disuria (anche con ritenzioni complete di urina) Pollachiuria Quadri di colica renale (per neoplasie a sede trigonale con coinvolgimento degli osti ureterali,in caso di ostruzione acuta) Sintomatologia irritativa simil-cistitica (carcinomi in situ) Sintomi legati al grado di progressione della malattia (ovvero infiltrazione degli organi viciniori, prostata, retto e vagina o provocati da localizzazioni a distanza, linfonodali, polmonari, ossee ed epatiche)
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27 Definizione di cistectomia radicale rimozione di vescica, prostata e vescicole seminali nell uomo rimozione di vescica, utero, ovaie e parete vaginale anteriore nella donna
28 TERAPIA DELLE NEOPLASIE VESCICALI SUPERFICIALI Le neoplasie vescicali superficiali vengono di preferenza trattate in modo conservativo. Nelle forme papillari il trattamento più frequente è la resezione endoscopica (TUR) seguita, nei casi a rischio di recidiva e/o progressione, da terapia endovescicale (chemioterapia/immunoterapia) Nel carcinoma in situ od in casi particolari di neoplasie papillari, il trattamento della neoplasia è affidato alla sola terapia endovescicale; si parla in tal caso di chemioterapia o immunoterapia ablativa (Pavone Macaluso et al., 2003).
29 TERAPIA DELLE NEOPLASIE VESCICALI SUPERFICIALI Chemioterapia endovescicale (Trattamento topico per instillazione endovescicale di un antiblastico) Indicazioni: Profilattiche (adiuvanti) dopo intervento di resezione endoscopica, elettrofolgorazione o fotocoagulazione laser (chemioprofilassi endovescicale) nei confronti delle recidive degli uroteliomi Terapeutiche (radicali o citoriduttive) nei confronti di uroteliomi superficiali multipli diffusi o del carcinoma in situ (chemioterapia endovescicale ablativa o chemioresezione ).
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31 TERAPIA DEL CARCINOMA VESCICALE INFILTRANTE (MUSCOLO-INVASIVO) Il carcinoma muscolo-infiltrante rappresenta il 60-90% di tutte le neoplasie che sono asportate chirurgicamente. Questa neoplasia rappresenta una condizione morbosa ad elevata letalità e problematica dal punto di vista del trattamento che, oltre ad assicurare il miglior controllo possibile della malattia a livello locale e sistemico, deve porsi l obiettivo di rispettare il più possibile l integrità della funzione urinaria e di quella sessuale
32 TERAPIA DEL CARCINOMA VESCICALE INFILTRANTE (MUSCOLO-INVASIVO) Terapia chirurgica a cielo aperto: CISTECTOMIA RADICALE (considerata l intervento oncologico di maggiore difficoltà tecnica) Indici di qualità di un Centro in cui si esegue la cistectomia radicale sono: mortalità peri-operatoria (> 4% costituisce un indice di qualità non elevata) margini chirurgici (accettabile una percentuale globale di margini chirurgici positivi del 10%, 15% nei pt3-pt4 e del 20% nella cistectomia di salvataggio ) numero di linfonodi esaminati (10-14 in caso di linfadenectomia pelvica standard ) Il numero minimo di cistectomie radicali stimato per il raggiungimento di tali standard qualitativi è pari a 10 per anno per Centro (Herr et al., 2004).
33 Cistectomia radicale La sopravvivenza dipende da: stadio patologico infiltrazione locale (pt) coinvolgimento linfonodale (pn) grading della neoplasia
34 Indicazioni alla cistectomia radicale Tumore in stadio T2-4a, N0-Nx, M0 Tumore superficiale ad alto rischio (T1G3- Tis refrattari) Coinvolgimento neoplastico uretra o stroma prostatico Malattia papillare non controllabile endoscopicamente Tumore in vescica non funzionante Sintomi irritativi severi+dolore/ematuria
35 Indicazioni alla cistectomia radicale nei Tumori superficiali della vescica T1 non responsivi a 6 mesi BCG (2 cicli 6 settimane) Persistenza di T1mG3 3 mesi dopo TUR e BCG Recidiva precoce in uretra prostatica di T1 (1 anno) TaG3 multifocale, recidivo dopo 1 anno di BCG Tis (persistente e diffuso) 1 anno dopo BCG T1, Ta, Tis recidivi dopo TUR e BCG (anche dopo risposta a TUR e BCG in passato) T1, Ta, Tis p53+ recidivi dopo BCG (?)
36 Il timing della cistectomia radicale Molti Autori riportano migliori tassi di sopravvivenza dopo cistectomia precoce rispetto a quelli dopo cistectomia ritardata Herr, J Urol, 2001
37 Cistectomia di salvataggio: indicazioni malattia che non risponde a terapia nonchirurgica ( bladder-sparing ): radioterapia definitiva radiochemioterapia definitiva recidiva dopo terapia non-chirurgica ( bladder-sparing ) tumori non transizionali
38 Cistectomia di salvataggio Considerazioni generali mortalità e morbilità non dissimili dalla cistectomia radicale di elezione linfadenectomia può risultare difficoltosa (RT pregressa) compromissione possibilità di vescica ortotopica la sopravvivenza è legata allo stadio patologico: 63-71% nel pt1, 9-26% nel pt3 o più alto a 5 anni
39 Uretrectomia Considerazioni generali 4-10% dei pz. sviluppano una neoplasia uretrale impatto negativo sulla sopravvivenza in caso di recidiva uretrale sintomatica (prognosi pt!) la procedura aumenta tempi operatori e morbilità uretrectomia simultanea a cistectomia radicale vs. dilazionata
40 Uretrectomia Indicazioni all uretrectomia simultanea Tis esteso del collo vescicale Tis o carcinoma papillare dell uretra prostatica Lesioni papillari visibili dell uretra Margini uretrali positivi per tumore all esame estemporaneo durante cistectomia
41 Uretrectomia Indicazioni all uretrectomia dilazionata Tis dell uretra o dello stroma prostatico all istologico definitivo Citologie positive su lavaggio uretrale durante la sorveglianza Comparsa di secrezione uretrale ematica
42 Linfadenectomia Considerazioni generali intento diagnostico e prognostico effetto terapeutico stazioni più coinvolte: otturatori (74%) iliaci esterni (65%) formale /limitata?
43 Linfadenectomia Linfadenectomia formale linfonodi otturatori, iliaci esterni, interni e comuni, presacrali e della biforcazione aortica Linfadenectomia limitata linfonodi iliaci esterni ed interni, otturatori Poulsen, J Urol, 1998
44 Cistectomia radicale : complicanze Considerazioni generali recente significativa riduzione di complicanze e mortalità dopo cistectomia mortalità riportata in letteratura: 2-3% associazione tra morbilità e ASA score difficoltà nel distinguere tra complicanze dell intervento demolitivo o ricostruttivo
45 Cistectomia radicale: complicanze Mortalità in relazione ai gruppi di età young group elderly group Nr. pazienti Età mediana (range) 62.8 (40-69)75.9 (70-88) Mortalità % Leibovitch, Cancer, 1993
46 Complicanze Non c è correlazione tra mortalità o morbidità ed età alla cistectomia E l indice ASA più che l età anagrafica a condizionare il tipo di trattamento Rosario, BJU Int, 2000
47 Ricostruzione La neovescica ortotopica è la derivazione urinaria di prima scelta dopo cistectomia radicale. Essa consiste nella creazione di un serbatoio con intestino opportunamente detubularizzato e riconfigurato e nell anastomosi prossimale con gli ureteri e distale con l uretra. Consente la minzione per uretram. Il risparmio dell uretra in corso di cistectomia radicale è ovviamente un prerequisito fondamentale per poter eseguire tale derivazione urinaria. E evidente che una neoplasia in un margine uretrale distale prelevato caudalmente all apice prostatico controindicazione oncologica al risparmio dell uretra nell uomo
48 Ricostruzione Cistectomia nella donna e risparmio dei genitali femminili Recentemente, il concetto di chirurgia di risparmio nella cistectomia radicale è stato spinto sino a mettere in discussione la necessità di asportare con la vescica la parete anteriore della vagina, l utero e gli annessi. La frequenza di coinvolgimento sincrono o metacrono dei genitali femminili nel carcinoma della vescica in pazienti operate di cistectomia è effettivamente molto bassa.
49 Derivazioni urinarie
50 Derivazioni urinarie La scelta del tipo di derivazione urinaria si basa non soltanto sulla prognosi della malattia e sulle condizioni del paziente, ma anche sulla formazione professionale del chirurgo e sul grado di accettazione da parte del paziente. In letteratura è riportato che le derivazioni continenti si associano ad una probabilità più elevata di recupero dell attività professionale, ricreativa e sociale. Le procedure chirurgiche più complesse (neovesciche ortotopiche) sono controindicate nei pazienti con patologie neurologiche e psichiatriche, nei soggetti con limitata aspettativa di vita o con insufficienza renale o epatica.
51 Derivazioni urinarie L ureterosigmoidostomia (Mainz II) è divenuta obsoleta in Occidente per l alta incidenza di infezioni delle alte vie urinarie, l elevata frequenza delle evacuazioni. La tasca continente è diventata una procedura di routine negli ultimi due decenni, dopo l introduzione della detubularizzazione intestinale, dei meccanismi antireflusso e di continenza e dell autocateterismo. Comprende un ampia varietà di soluzioni, che prevedono l utilizzo di segmenti ileali, ileo-cecali ocolon-sigma l incontinenza ed il rischio di sviluppare neoplasie intestinali.
52 Derivazioni urinarie Le controindicazioni alle neovesciche ortotopiche sono la presenza di neoplasia nell uretra prostatica, il carcinoma uroteliale in situ multifocale, l irradiazione pre-operatoria ad alte dosi, le stenosi uretrali complesse e l intolleranza all incontinenza.
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