Progetto per le Assistenti Familiari 2008

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1 Progetto per le Assistenti Familiari 2008 Relazione finale Indice Premessa... pg.3 Studio del fenomeno e progettazione operativa. pg.4 Sportelli e azioni di promozione.. pg.5 Formazione. pg.9 Inclusione sociale.. pg.11 Attivazione e mantenimento della Rete. pg.14 Riepilogo dell organizzazione e dello stato di avanzamento del progetto.. pg.15

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3 Premessa Nel corso del 2007, IAL Emilia Romagna ha realizzato, nel territorio di Vergato, il progetto Oltre il lavoro di cura, finanziato dal Fondo Sociale Europeo ed espressamente dedicato alle assistenti familiari e alle famiglie che usufruiscono del loro lavoro. Tale progetto prevedeva, oltre all'apertura di uno sportello informativo e l'organizzazione di seminari tematici, anche l'attivazione di una rete tra tutti i soggetti che a vario titolo si occupavano del tema. E' stato proprio durante la strutturazione di tale rete, tra marzo e aprile 2007, che la coordinatrice locale ha incontrato gli operatori dell'ufficio di Piano. Da questo primo incontro è scaturita una stretta collaborazione, alimentata da una fortunata coincidenza di tempi. Nello stesso periodo, infatti, le amministrazioni locali erano impegnate nella stesura dei piani attuativi distrettuali del Fondo Regionale per la Non Autosufficienza e nelle linee di indirizzo di tale fondo molta attenzione era dedicata al tema del lavoro di cura prestato all'interno delle mura domestiche. In particolare l'allegato 3 della Delibera di Giunta Regionale 1206/2007 chiedeva a ciascun distretto di attivare una serie di attività specifiche dedicate a badanti e famiglie. Vista la coincidenza di obiettivi, si è dunque deciso di unire le forze e di strutturare lo sportello IAL come un progetto pilota che potesse fungere da volano per eventuali progetti successivi e maggiormente articolati. Dati i risultati incoraggianti di questa prima fase, alla chiusura del progetto Oltre il lavoro di cura (fine dicembre 2007), IAL si è proposto al distretto come partner per la realizzazione del Progetto per le assistenti familiari. Tale iniziativa è diventata parte del Programma Attuativo del Piano di Zona del Distretto di Porretta Terme, in riferimento alle linee progettuali finanziate attraverso il FRNA e il Fondo Sociale Regionale (progetto finalizzato Qualificazione assistenti familiari ). Il progetto è stato strutturato su 5 azioni parallele: 1. Studio del fenomeno e progettazione operativa 2. Sportelli e azioni di promozione 3. Formazione 4. Inclusione sociale 5. Attivazione e mantenimento della rete Durante l anno, i dati di monitoraggio dell attività svolta sono stati raccolti in relazioni trimestreli, contenute nell allegato B. La presente relazione raccoglie sia i risultati dell ultimo trimestre (gennaio-marzo 2009), sia una sintesi dell intero anno di lavoro (aprile 2008-marzo 2009). A seguito dei risultati raggiunti nel corso di questo anno, il progetto è stato inserito nel Programma Attuativo 2009 del Piano per la salute e il benessere sociale del Distretto di Porretta Terme e quindi nuovamente finanziato per l annualità aprile 2009-marzo

4 AZIONE 1. Studio del fenomeno e progettazione operativa Il lavoro concreto dello Sportello Assistenti Familiari è stato preceduto ed accompagnato da un attività di studio del fenomeno del lavoro di cura in Italia e delle strategie messe in campo finora per accompagnarlo e qualificarlo. La maggior parte del materiale raccolto e studiato per questa azione è raccolto nell allegato B a questa relazione. Riteniamo opportuno sintetizzare qui alcuni elementi essenziali. In Italia abbiamo quasi 12 milioni di ultrasessantacinquenni, di cui sono grandi anziani, cioè superano i 75 anni di età 1. Recenti stime 2 ci dicono che il 6,6% degli ultrasessantacinquenni sia seguito da un assistente familiare, cioè si stimano più di badanti sul territorio nazionale. Se trasferissimo queste percentuali anche al nostro territorio, data una popolazione ultrasessantacinquenne (al 1/1/2007) di unità 3, dovremmo ipotizzare circa 860 assistenti familiari al lavoro sul territorio del distretto. Di queste, poco più di un centinaio sono visibili ai servizi perché seguono anziani in carico ai servizi sociali del distretto. Tale dato è stato raccolto nell estate 2007 dalle assistenti sociali, che hanno contato il numero di casi di anziani assistiti da badanti tra gli utenti da loro seguiti. Non è stato possibile in quella sede rilevare se il rapporto di lavoro fosse in regola oppure no. Il problema è infatti annoso. Il lavoro nero nell ambito della cura a domicilio raggiunge punte agghiaccianti, influenzato anche dal fatto che molte delle lavoratrici in questo ambito sono straniere (90%) e parte di esse non possiede il permesso di soggiorno. Solo tra le straniere, si stima che le lavoratrici con regolare contratto di lavoro siano il 33%, contro un 24% di persone senza contratto e un 43% di persone irregolarmente soggiornanti in Italia. Il lavoro di cura a domicilio non è un rapporto semplice. Gli attori coinvolti non sono solo due (datore di lavoro, lavoratore) bensì tre: l assistente, l assistito, la famiglia dell assistito. A volte il datore di lavoro è l assistito stesso, mentre nella maggioranza dei casi questo ruolo è rivestito da uno o più componenti della famiglia. Ciascuno di questi attori porta con sé una fragilità: l assistito ha bisogno di cure, più o meno complesse: oltre gli effetti pratici, questo significa che deve anche accettare il suo dipendere da altre persone (siano esse familiari o lavoratrici), processo non sempre facile ed indolore la famiglia si trova di fronte al fatto di non riuscire più ad occuparsi con le sole sue forze dell anziano: rivolgersi a qualcuno di esterno aumenta la complessità della gestione familiare e non è esente da sensi di colpa la lavoratrice, se straniera, porta con sé difficoltà di comprensione della lingua, mancanza di reti familiari, la dipendenza dal lavoro per il mantenimento del permesso di soggiorno; inoltre, nel caso di lavoro a tempo pieno con convivenza, si trova anche privata di molto del suo spazio personale e del suo tempo libero, vivendo una condizione di isolamento sociale molto forte. Se si aggiunge a questi fattori che il lavoro di cura è scarsamente riconosciuto a livello sociale e che molte persone lo fanno senza essere formate, si capisce su quanti molteplici aspetti lo Sportello Assistenti Familiari e tutti gli altri servizi simili sono chiamati ad intervenire. 1 Fonte: Istat 2 S. Pasquinelli, G. Rusmini, BADANTI: LA NUOVA GENERAZIONE. Caratteristiche e tendenze del lavoro privato di cura 3 Conferenza territoriale sociale e sanitaria di Bologna e della Giunta ex CTSS del Nuovo Circondario Imolese (a cura di), Profilo di comunità della provincia di Bologna 4

5 AZIONE 2. Sportelli e azioni di promozione Le persone che si rivolgono ai nostri sportelli vengono registrate sotto 3 grandi categorie: datori di lavoro, aspiranti lavoratrici e lavoratori, altri. Per chiarezza metodologica specifichiamo subito a cosa corrispondono queste 3 categorie. I Datori di lavoro sono le persone che si presentano allo sportello alla ricerca non solo di informazioni, ma anche di una persona da assumere. Queste persone vengono aiutate a compilare la richiesta di personale che viene poi presentata al Centro per l Impiego distrettuale e, una volta ricevuta la lista di nominativi, aiutate nel momento della selezione e della messa in regola del contratto. Le Aspiranti lavoratrici e gli aspiranti lavoratori sono tutti coloro i quali si presentano perché alla ricerca di un lavoro, siano essi completamente disoccupati, solo parzialmente occupati o occupati ma in cerca di altro impiego. Anche per queste persone si attiva un contatto diretto con il Centro per l Impiego. Si controlla infatti che siano registrate al CIP in modo che emergano in fase di ricerca del personale. All interno del colloquio, a queste persone sono fornite anche indicazioni sui propri diritti e sulle possibilità di formazione e animazione che lo sportello può loro offrire. Per comodità e anche per rispecchiare la percentuale femminile all interno di questa categoria (96%), d ora in avanti sarà indicata solo come Aspiranti lavoratrici. Infine la categoria Altri racchiude le persone che si sono presentate per ricevere informazioni (molto spesso futuri datori di lavoro), le persone iscritte inizialmente come aspiranti lavoratrici e che poi hanno trovato lavoro (attraverso di noi o autonomamente) e le persone che si sono accostate allo sportello per partecipare alla formazione professionale o ad attività per il tempo libero. Gli sportelli operanti sul territorio distrettuale sono 4: Vergato, Vado, Castiglione dei Pepoli e San Benedetto Val di Sambro. La scelta di tali luoghi è stata fatta in funzione del territorio. Si è visto infatti come Vergato fosse in una buona posizione per servire l intera Valle del Reno, essendo presente su questa valle una buona possibilità di spostamento con i mezzi pubblici. Inoltre far coincidere il luogo dello sportello con i locali dello IAL, dove aveva sede il progetto 2007 e dove erano presenti anche le aule utilizzabili per la formazione e altre attività, ci sembrava una scelta strategicamente intelligente e come tale si è rivelata. Infatti non sono stati pochi i casi in cui gli utenti si sono presentati nella sede al di fuori dell orario di sportello e hanno ugualmente trovato l operatrice che potesse rispondere alle loro esigenze in tempo reale. Allo stesso tempo è stato possibile venire incontro alle esigenze delle persone che non potevano recarsi allo sportello per motivi di orario di lavoro e che hanno potuto incontrare l operatrice su appuntamento. Per la Vallata del Setta la situazione meno rosea a livello di trasporti pubblici e di morfologia del territorio ci ha fatto optare, su proposta degli amministratori, su una struttura più capillare a livello territoriale anche se a cadenza solo bimensile. Gli sportelli non hanno aperto tutti insieme. Quello di Vergato ha aperto il 7 aprile e ha continuato la sua attività tutti i martedì pomeriggio dalle 14 alle Quello di Vado lo ha segutio il 7 maggio, mentre il 15 maggio abbiamo aperto a S. Benedetto e il 12 giugno a Castiglione. Questi tre sportelli sono aperti 2 volte al mese e rispettivamente: il primo e il terzo mercoledì del mese a Vado, dalle alle 13.30; il secondo e quarto giovedì del mese a San Benedetto, dalle alle 13.30, e a Castiglione, dalle alle Per potersi fare un idea di come gli sportelli hanno lavorato e con quale tipo di utenza, andiamo a vedere più nel dettaglio quali e quante persone hanno utilizzato questo servizio 4. 4 Oltre alle analisi condotte in questo paragrafo, troverete ulteriori approfondimenti nell Allegato A di questa relazione 5

6 Innanzi tutto uno sguardo di insieme. Sportelli Datori di lavoro Trim. prec. scarto % Aspiranti lavoratrici Trim. prec. scarto % Altri Trim. prec. scarto % Totale Trim. prec. Scarto % Valle del Reno (Vergato) ,55% ,47% ,43% ,08% Vado ,00% ,00% ,67% ,84% Castiglione ,00% ,44% 8 8 0,00% ,57% San Benedetto ,00% ,00% ,67% ,56% Val di Setta (V+C+SB) ,00% ,50% ,65% ,73% Totale ,33% ,24% ,92% ,08% Gli utenti, durante il primo anno di attività, sono stati in tutto 240, a cui andrebbero sommate le persone che hanno contattato lo sportello solo telefonicamente. Come si coglie a colpo d occhio, la maggior parte delle persone si rivolge allo sportello perché alla ricerca di un lavoro (57%). Lo sportello è normalmente considerato un altro posto dove lasciare il curriculum, quasi fosse un agenzia interinale. Solo durante il colloquio la persona si rende conto che il servizio di incrocio domanda offerta è fornito dal Centro per l impiego (eccezion fatta, naturalmente, per le persone che sono state inviate dalle varie sedi CIP del territorio) e che pertanto dovrà iscriversi anche lì nel caso non lo avesse già fatto. Non sono comunque poche le famiglie che si sono affidate allo sportello per essere aiutate nel momento della ricerca di una persona da assumere. Può essere interessante notare che la tipologia di offerta di lavoro è abbastanza concentrata sul profilo tipico della badante giorno e notte. Questa terminologia popolare sta ad indicare un orario di lavoro a tempo pieno (54 ore settimanali) abbinato alla richiesta di convivere con l assistito. Sono infatti il 65% delle famiglie che si sono rivolte a noi a cercare questo tipo di lavoratrice, seguite a distanza dal 19% di famiglie che offre un tempo pieno senza richiedere la convivenza. Sull intero ammontare delle richieste di personale, gli esiti si sono ripartitisostanzialmente in tre categorie quasi equivalenti a livello di peso percentuale. Un terzo delle ricerche (32%) è andato a buon fine, nel senso che al termine dei colloqui la famiglia ha dichiarato di avere scelto una delle persone inserite della lista fornitagli dal CIP attraverso di noi. Un 27% ha invece deciso di assumere altre persone al di fuori della lista, conosciute normalmente attraverso il passa parola. Non è infatti mistero che la maggior parte delle famiglie in ricerca utilizzano più canali contemporaneamente. Un altro consistente 30% ha invece interrotto la ricerca per motivi legati normalmente al cambiamento delle condizioni di salute dell anziano o al suo rifiuto di accogliere qualcuno in casa propria. Il restante 10% rappresenta quelle 4 ricerche di personale ancora non concluse al 31/3/09. 6

7 Per tornare in un ambito di analisi generale, possiamo anche analizzare come gli utenti sono ripartiti a livello territoriale. Come si nota bene dal grafico, lo sportello con il più ampio numero di accessi rimane Vergato, che conta quasi il triplo di utenti rispetto a tutti gli sportelli della Valle del Setta. Questo non deve stupire né ci pare indice del fatto che gli sportelli della Val di Setta stiano funzionando meno. Innanzi tutto, se si osserva il bacino di utenti delle due vallate, ci si rende conto che in Val di Setta risiedono (al ) persone mentre nella Valle del Reno Significa che percentualmente la Valle del Setta pesa sull popolazione intera del distretto per un 30% che è ben fotografo dal nostro 28% di accessi agli sportelli del Setta. Utenti per Comune di residenza e tipologia 5 Comune totale Camugnano 3 Castel d'aiano 5 Castel di Casio 4 Castiglione dei Pepoli 24 Gaggio Montano 9 Granaglione 5 Grizzana Morandi 29 Lizzano in Belvedere 0 Marzabotto 13 Monzuno 23 Porretta Terme 4 San Benedetto Val di Sambro 14 Vergato 72 TOTALE DISTRETTO 205 Bologna 18 Altro Comune in Provincia di Bologna 13 Altra Provincia 4 TOTALE 240 Chiaramente il rapporto numero di utenti/popolazione residente non è rispettato se si vanno ad analizzare i comuni di residenza degli utenti dello sportello della Valle del Reno. Un occhiata alla tabella qui a lato è sufficiente per farci capire che, se è pur vero che tutti i comuni a parte Lizzano hanno qualche proprio rappresentante tra gli utenti, in realtà la maggior parte degli utenti dello sportello di Vergato provengono da Marzabotto, Grizzana Morandi e Vergato stesso. La vicinanza allo sportello è quindi, come logicamente prevedibile, un fattore che influenza molto il suo utilizzo. Fortunatamente per i comuni più lontani sono stati gli operatori dei servizi comunali a contattarci per informarsi loro stessi e per poter quindi fornire risposte iniziali ai propri concittadini che si recavano allo Sportello Sociale. Essendo il mondo del lavoro di cura a domicilio un mondo ad alta percentuale di lavoratrici straniere, è importante capire anche la composizione etnica delle persone che si sono rivolte allo sportello. Il grafico seguente riassume le nazionalità per aree geografiche, ma potrete trovare il grafico nazionalità per nazionalità nell allegato A. Da notare che tra le aspiranti lavoratrici le donne dell Europa dell Est quasi equiparano il numero delle italiane, pur senza tuttavia superarlo. Quello che il grafico non dice, però, è la differenza di disponibilità oraria tra le donne straniere e quelle italiane. Infatti mentre solo il 15% delle donne italiane è disponibile al lavoro in convivenza, lo è il 34% delle donne dell Est e il 32% delle donne magrebine. Non esiste però nessuna corrispondenza tra quanto vediamo dal nostro osservatorio rispetto al luogo comune per il quale le donne straniere sono tutte disponibili a lavorare giorno e notte mentre non lo sono le donne italiane. In effetti neanche tra le donne dell Est europa, che molto più spesso di altre lasciano il loro paese senza portare con sé i propri figli e che quindi teoricamente hanno meno problemi di gestione del proprio tempo, la maggioranza desidera lavorare convivendo con l assistito. 5 Tabella completa in Allegato A 7

8 Questo dato può essere letto in due modi, i quali contengono entrambi una parte di verità: in primo luogo il lavoro in convivenza è un lavoro molto duro. Toglie alla persona quasi tutti i suoi spazi di vita privata e spesso non è garantito il riposo notturno che invece spettere per legge. Le persone che scelgono questo tipo di orario lo fanno più per necessità economica che per qualunque altro tipo di ragione. Si può obiettare che allo stesso tempo molto del fenomeno nero non è percepito dallo sportello e che sono le persone che non hanno più voglia di lavorare giorno e notte a cercare attraverso canali alternativi al passaparola, che per ora è stato il principale canale di collocamento delle lavoratrici in questo campo. Un ultimo dato riguarda l età degli utenti. Come si può notare la maggior parte delle aspiranti lavoratrici si colloca nelle due fasce tra i 30 e i 50 anni, mentre i datori di lavoro sono per lo più nella fascia tra i 40 e i 60. Solitamente sono infatti i figli a diventare datori di lavoro per l assistente familiare dei propri genitori anziani. Non sono mancati però casi di datori di lavoro che erano al tempo stesso le persone da assistere. Si trattava naturalmente di persone con disturbi più lievi rispetto alle altre, ancora in grado di gestire parte della loro vita autonomamente. Utenti per età e tipologia anni (al ) aspiranti lavoratrici datori altri totale meno di oltre dato mancante totale

9 AZIONE 3. Formazione Alla selezione del corso di formazione professionale sono state accettate 19 persone: 9 italiane (di cui una donna nata in Romania ma con cittadinanza italiana), 6 rumene, 2 srilankesi, 1 marocchina e 1 tunisina. Tra i selezionati, 18 erano donne e uno solo era uomo. Di queste persone solo una si è ritirata prima dell inizio del corso, che è quindi cominciato il 29 settembre con 18 persone. Il corso si è svolto in 11 incontri nell arco di 7 settimane, per un totale di 40 ore. Le partecipanti hanno seguito con costanza e interesse l intero corso e 15 su 18 sono arrivate ad ottenere l attestato di frequenza, consegnato solo a coloro le quali hanno partecipato ad almeno il 75% delle lezioni ottenendo congiuntamente valutazioni positive da parte dei docenti. I docenti sono stati: le infermiere Rita Melani (Referente di stabilimento dell ospedale di Porretta) e Antonella In classe, aspettando l inizio della lezione Tanari, (Responsabile ArOA - Area Omogenea Assistenziale del Distretto di Porretta T.), già docenti dei corsi per OSS organizzati dalla Comunità Montana Alta e Media Valle del Reno; Alessandra Arrabito, assistente sociale per i comuni di Vergato, Castel d Aiano, Marzabotto e Grizzana Morandi; Sabrina Stinziani, psicologa dell Unità di Valutazione Geriatrica Distgrettuale; Rossano Di Federico, responsabile dell Ufficio Datori di lavoro domestico della CISL di Bologna; Alice Ghibellini, coordinatrice del corso. Sono stati affrontati i seguenti argomenti: Orientamento nel contesto sociale e istituzionale (3 ore) Problematiche comuni della salute dell anziano e tecniche di cura: Patologie (diabete, ictus, ipertensione, Alzheimer, demenza, Parkinson, infarto, piaghe da decubito,..) e introduzione alla cura degli allettati (4 ore ) Cura degli allettati (4 ore con simulazione) Aiuto al movimento (4 ore con simulazione) Igiene personale (4 ore con simulazione) Flebo, somministrazione terapie, medicazioni, Pronto Soccorso (4 ore) Dieta, cura dei denti, conservazione e somministrazione del cibo (4 ore) Competenze tecniche relative alla casa e cucina italiana (4 ore) Il rapporto di lavoro (3 ore) La relazione con l'anziano e la sua famiglia (3 ore) Verifica dei contenuti appresi (3 ore) Le lezioni che prevedevano attività di simulazione sono state effettuate nelle aule della Comunità Monta Alta e Media Valle del Reno, a motivo della presenza in tali aule di tutto il materiale normalmente utilizzato nei corsi OSS (letto articolato e relativa biancheria, manichino, strumenti per l igiene personale dell assistito). La coordinatrice del corso ha inoltre svolto il ruolo di tutor durante tutte le ore di lezione. Questo ha permesso di mantenere una presenza che facesse da filo conduttore e che conoscesse le diverse esigenze e capacità delle allieve. Tale presenza è risultata molto utile nel sopperire alle difficoltà linguistiche di alcune delle utenti. In alcuni casi si è deciso di organizzare alcune lezioni di ripasso individualizzate per le donne più in difficoltà con la lingua o che avessero perso alcune ore di lezione, in modo da dare a tutte la stessa possibilità di comprensione dei contenuti. 9

10 Le allieve (l unico allievo maschio ha abbandonato il corso quasi subito perché ha dovuto spostarsi nel sud Italia per qualche settimana) hanno sfruttato molto bene le lezioni, sia dal punto di vista di apprendimento di contenuti sia da quello, altrettanto importante dal punto di vista degli obiettivi generali del progetto, della creazione di un gruppo. Ne sono la prova le valutazioni finali (tutte oltre i 75 centesimi) e la richiesta, da parte delle allieve, di continuare ad avere occasioni di incontro organizzate, sia per apprendere ulteriormente che per avere occasioni di incontro tra loro. Foto di gruppo 10

11 AZIONE 4. Inclusione sociale L azione 4 del progetto è stata denominata Inclusione sociale. Si voleva cioè porre attenzione a un aspetto importante della vita di una assistente familiare: il rischio dell isolamento. Tale rischio è connaturato in particolare al lavoro di cura in convivenza, che lascia pochissimo spazio alla vita personale della lavoratrice, e si fa sentire ancora più forte per le donne straniere, che spesso sono prive di una forte rete di legami interpersonali nel territorio dove lavorano e vivono. L isolamento ha una serie di conseguenze negative: l alto rischio di burn-out, la mancanza di quegli stimoli che di solito si ricevono lavorando all interno di organizzazione ( confronto con i colleghi, spinta a migliorare il proprio modo di lavorare, ), depressione, L elevato turn-over di lavoratrici in questo campo è anche frutto di queste condizioni di lavoro. Si è quindi pensato di organizzare alcuni eventi, a carattere più animativo che formativo, per facilitare l incontro tra lavoratrici, anche di etnie diverse. Abbiamo cominciato con una festa, che si è svolta il 21 di settembre, dalle 17 alle 19.30, a Vergato, grazie all ospitalità del centro sociale autogestito dagli anziani, che ha messo a disposizione la sua ampia sala e l impianto di amplificazione. Alla festa hanno partecipato una trentina di persone, in prevalenza donne straniere, ma anche uomni, utenti del centro sociale e bambini. Il programma prevedeva danze, giochi e rinfresco offerto dallo Progetto e dalle stesse utenti che hanno portato qualche piatto tipico della loro terra. Le persone intervenute sono arrivate a orari diversi, spesso a piccoli gruppi su base etnica, e i cambiamenti continui del gruppo hanno modificato anche l animazione del pomeriggio, che è passata dalle danze popolari emiliane e dell Europa dell Est a ritmi decisamente più caraibici nella seconda parte del pomeriggio su esplicita richiesta delle signore polacche. La musica ha favorito l interazione tra le donne straniere e italiane più giovani, mentre ha coinvolto un po meno le signore del centro sociale, che hanno preferito un ruolo più da spettatrici. 11

12 La seconda festa si è tenuta il 18 dicembre 2008 e ha avuto un carattere un po diverso. Si è svolta nei locali IAL di Vergato ed è stata una festa di Natale fortemente voluta dalle partecipanti al corso di formazione professionale conclusosi il 20 novembre. Ciascuna delle partecipanti ha portato qualche dolce del proprio paese di origine e passare dagli assaggi allo scambio delle ricette il passo è stato breve. Grazie alla presenza di una delle docenti, la festa è stata anche l occasione in cui sono stati ufficialmente consegnati gli attestati di frequenza. Le allieve hanno mostrato di gradire molto questa piccola cerimonia pubblica che ha valorizzato i loro sforzi. In tale occasione è stata condivisa con le donne l idea di coinvolgerle nella realizzazione di laboratori per il tempo libero, sia come utenti che come insegnanti. La risposta è stata molto entusiasta e alcune persone hanno avanzato delle prime proposte. E stata poi organizzata una riunione domenica 8 febbraio 2009, sempre nei locali IAL, dove le persone interessate si sono trovate per provare a raccogliere le proposte e le disponibilità. Si è deciso di partire con un attività di découpage, che tra quelle proposte era la più rapida da organizzare. Una delle allieve del corso si è proposta come insegnante e insieme si è deciso di strutturare il laboratorio su 3 o 4 incontri di 2 ore ciascuno. Il laboratorio è inziato il 6 marzo ed è proseguito con un incontro a settimana fino al 24 marzo. Hanno partecipato in tutto una quindicina di persone, italiane, rumene, marocchine, tunisine, srilankesi. Erano presenti sia lavoratrici (il laboratorio era dalle 14 alle 16 proprio per coincidere con le loro pause) che donne al momento disoccupate. E stato molto interessante vedere che, oltre ad invitare le proprie amiche, le persone intervenute ci hanno chiesto di poter portare con sé le proprie figlie. Al laboratorio si sono quindi aggiunte due ragazzine e una giovane mamma. Un laboratorio non solo interetnico ma anche intergenerazionale! Le persone intervenute hanno appreso la tecnica di decorazione a découpage a partire dalle operazioni 12

13 base fino ad arrivare ad una scatola finita. Tutte si sono appassionate al tipo di lavoro tanto da chiedere pomeriggi aggiuntivi per chi era stato assente a un incontro e non aveva finito tutta la scatola. Le scatole sono tutte riuscite molto bene e molte persone hanno chiesto all insegnante di incontrarsi nuovamente, anche al di fuori di incontri organizzati. Questo ha certamente gratificato l insegnante che è, anche lei, una delle utenti del progetto, e allo stesso tempo è un promettente indicatore di relazioni che si instaurano e proseguono autonomamente senza bisogno di ulteriore supporto da parte dell operatrice. Dando uno sguardo di insieme alle attività effettuate in questa azione, si può notare come siano state realizzate tutte sul territorio di Vergato. Questo non è stato un caso ma una scelta. Infatti, dopo la prima festa che è stata organizzata un po al buio, cioè senza sapere chi sarebbe intervenuto, si è deciso di sfruttare il gruppo che si era creato con il corso di formazione per aiutare le persone a costruire relazioni che durassero nel tempo, sia tra allieve, sia tra allieve e Sportello. La strategia ha pagato, perché il gruppo è riuscito anche a non chiudersi su se stesso ma ad accogliere altre persone che si sono aggiunte al laboratorio senza aver frequentato il corso di formazione. Tali new entries erano sia amiche delle corsiste, sia persone invitate direttamente dall operatrice dello sportello. Chiaramente non tutte le allieve del corso di formazione abitavano a Vergato e dintorni. Quelle che abitano più lontano e soprattutto quelle che lavorano hanno difficoltà a partecipare a incontri infrasettimanali. Alcune hanno rinunciato, mentre una corsista di Castiglione dei Pepoli ha coinvolto alcune sue amiche ed ha partecipato all incontro dell 8 febbraio, proponendo di cominciare ad organizzare qualcosa anche a Castiglione. Non avendo locali di nostra proprietà a Castiglione, l organizzazione si è rivelata più complessa. Un gruppetto di cinque donne rumene, capitanato dalla nostra ex corsista, si è presentato più volte allo sportello per discutere delle modalità di attuazione. L esigenza più forte non era tanto quella di avere qualcosa da fare bensì un posto dove poter stare, specialmente in inverno. Grazie all aiuto fornitoci dal servizio sociale comunale nell analizzare la situazione, la scelta è stata quella di chiedere l ospitalità del Centro Sociale autogestito dagli anziani, che ha anche la buona caratteristica di essere sempre aperto e di poter diventare anche un luogo di incontro informale. Le donne diventerebbero socie del Centro e lo potrebbero utilizzare sia per incontrarsi sia per organizzare piccoli laboratori ed attività. Inoltre in questo modo potrebbe diventare un luogo di incontro anche con le altre donne del territorio che già si incontrano al Centro, per quanto siano di generazioni diverse. Nell attesa che i soci del Centro decidano della nostra proposta, abbiamo accompagnato le donne a conoscere altri luoghi disponibili a tutta la popolazione. La Biblioteca, e la sua bibliotecaria, sono state una bella scoperta: non solo un luogo dove potersi rifugiare in caso di pioggia due pomeriggi alla settimana, ma anche un luogo dove poter leggere e consultare internet gratuitamente. La bibliotecaria, molto 13

14 accogliente, è stata unche una buona fonte di informazioni. Da lei le donne hanno scoperto la possibilità di iscriversi al corso di informatica di base presso la scuola superiore e due di loro hanno voluto subito essere accompagnate lì per iscriversi. Insieme alla bibliotecaria abbiamo anche valutato la possibilità che lo Sportello doni alla biblioteca un abbonamento a una o più riviste in lingua, a cominciare da quella rumena vista l alta percentuale di rumeni presenti a Castiglione (al 31/12/08, i rumeni erano 245, il 4,1% della popolazione, quasi il 40% dell intera popolazione straniera del Comune). AZIONE 5. Attivazione e mantenimento della rete Obiettivo dello sportello è anche quello di attivare e mantenere la rete tra coloro che si occupano a vario titolo di anziani, disabili e di assistenti familiari. Di questa rete fanno parte, per il momento: L ASL I comuni del Distretto l'ufficio di Piano; il Centro per l'impiego di Porretta Terme Le Assistenti Sociali Adulti del Distretto; Le Organizzazioni Sindacali l'associazione degli Immigrati non comunitari dell'appennino Bolognese il Centro Interculturale di Vado la Caritas locale e quella provinciale il Centro Sociale Autogestito dagli Anziani di Vergato il Centro Sociale Autogestito dagli Anziani di Castiglione Ufficio datori di lavoro domestico CISL, Casa Base, CNA e Confartigianato Le parrocchie del territorio Le associazioni che si occupano di disabilità sul territorio (Passo passo, Uno per uno insieme) La rete dei servizi collegata al Progetto Assistenti Familiari è stata attivata più volte durante questo anno. Sempre più attiva, visto l aumentare delle richieste di personale, la collaborazione con il Centro per l impiego, che non solo riceve le nostre richieste ma ci invia anche tutte le lavoratrici che si rivolgono ai propri sportelli alla ricerca di lavoro come assistenti familiari, per fare in modo che progressivamente le due banche dati coincidano. Allo stesso modo, le persone che vengono allo Sportello Assistenti Familiari senza essersi mai presentate al CIP, vengono inviate allo Sportello Lavoro più vicino. Molto attiva anche l interconnessione con i servizi sociali, che inviano allo Sportello sia aspiranti lavoratrici che famiglie alla ricerca di personale. Con i servizi sociali, la Caritas e i sindacati, inoltre, è stata attivata su casi specifici una collaborazione più fitta, per cercare di rispondere a momenti di disagio sociale di soggetti che si rivolgevano allo sportello assistenti familiari portando problematiche che esulavano dal suo ambito di intervento (problemi di sfratto, di molestie sul lavoro, ecc..). In questi casi lo Sportello Assistenti Familiari ha avuto ruolo sia di antenna capace di intercettare i bisogni di un utente e di aiutarlo a trovare il luogo giusto dove esprimerli, sia di tutor che affianca passo passo il percorso di alcuni individui. 14

15 Riepilogo dell organizzazione e dello stato di avanzamento del progetto Il calendario dell'apertura degli sportelli è stato seguente (in grigio gli appuntamenti effettuati, barrati quelli non previsti, in bianco quelli non effettuati causa malattia dell operatrice): VERGATO VADO SAN BENEDETTO CASTIGLIONE Ogni Martedì 1 e 3 Mercoledì 2 e 4 Giovedì 2 e 4 Giovedì Aprile Maggio Giugno Luglio Settembre Ottobre Novembre (2h) Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Per il totale delle azioni del progetto, nell ultimo trimestre l operatrice ha lavorato per un totale effettivo di 303 ore, pari a una media settimanale di 25 ore. Le ore lavoro effettuate dall inizio del progetto sono quindi 1009, pari ad una percentuale sul totale previsto (900 h) del 112%. % ore di lavoro sul totale annuo previsto 112% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 110% 120% Di tale monte ore trimestrale, 96 sono state dedicate al lavoro in front office nei 4 sportelli territoriali. Le ore di sportello erogate dall inizio del progetto sono quindi 331, quota che corrisponde al 95% del totale delle ore di apertura sportello preventivate (349 h). Il totale non è stato raggiunto a causa di alcune assenze per malattia dell operatrice e per il sovrapporsi di importanti riunioni di rete (quali il tavolo del Welfare) all orario di sportello. % ore di sportello erogate sul totale annuo previsto 95% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% A fronte di tale attività, i fondi erogati sono ,35 per l ultimo trimestre e dall inizio del progetto, pari al 100% del totale dei fondi stanziati. % fondi erogati sul totate stanziato 100% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% 15

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