LO SVILUPPO PSICOLOGICO DEL PREADOLESCENTE

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1 MURARU DUMITRINA - LO SVILUPO PSICOLOGICO DEL PREADOLESCENTE LO SVILUPPO PSICOLOGICO DEL PREADOLESCENTE La preadolescenza (da poco prima della maturazione puberale fino ai 14/15 anni) che coincide con gran parte del ciclo della scuola secondaria inferiore; esso è caratterizzato da una accelerazione della crescita e dalle conseguenti risonanze psicologiche, sia sul piano intellettuale che su quello affettivo-sociale. Quello che caratterizza fortemente quest età è la presenza di situazioni conflittuali. Si può trattare tanto di conflitti interpersonali (con genitori, insegnanti, coetanei) quanto, con una più estesa presenza, di conflitti intrapsichici, ovvero quelli che si manifestano all interno della persona, quando due forze psicologiche pari agiscono in direzioni opposte(k.lewin). Tale compresenza di forze opposte si verifica quando il ragazzo deve scegliere tra due alternative, tra due situazioni diverse, o in una stessa situazione che sia ambivalente, cioè che abbia aspetti positivi e negativi. Generalmente il conflitto interpersonale si traduce in conflitto psichico e spesso, in tali casi, è difficile riconoscere quali siano le due forze contrapposte. Queste situazioni conflittuali assorbono una certa quantità di energia psichica, la quale non è più disponibile per altre attività. Per questo, a quest età, si assiste spesso a una caduta dell impegno nello studio, a una diminuzione della capacità di concentrarsi e di sostenere sforzi prolungati, o anche a un calo dell interesse per i contenuti disciplinari. Questo mette in evidenza la necessità di PREVENIRE la formazione di quei conflitti che non costituiscono uno stimolo per lo sviluppo, ma sono educativamente sterili. È una necessità a cui dovrebbero far fronte le famiglie e la scuola. Sarebbe opportuno, invece, suscitare altri conflitti intrapsichici, quelli che, pur assorbendo energie, costituiscono un punto di passaggio obbligato per lo sviluppo della personalità, nella forma di acquisizione di nuove abilità o di nuove consapevolezze sul piano dei valori o dei grandi problemi sociali. -1-

2 Ciò può verificarsi, quando un ragazzo si sente sollecitato ad elevare il proprio livello di aspirazione in una certa area della propria attività (il conflitto tra la voglia,per esempio, di imparare a suonare uno strumento e la consapevolezza dell impegno che questo richiede). Lo stesso accade se un ragazzo viene posto di fronte a qualche problema sociale di grande portata (razzismo, povertà, culture diverse, inquinamento) e viene stimolato a prendere posizione; dovrà lavorare per analizzare questi aspetti della realtà, ma questo gli consentirà di raggiungere un livello di più alta consapevolezza. Chi è in una situazione conflittuale non coglie le forze in conflitto, ma avverte un senso di disagio, di tensione, di irrequietezza, talvolta di ansia; non sa cosa fare, che decisione prendere, si sente schiacciato, oppresso, spesso avverte un senso di spossatezza, una carenza di energia. È compito dello psicologo o dell insegnante (con una adeguata preparazione psicologica) aiutarlo a prendere consapevolezza della situazione conflittuale. Tale presa di coscienza consentirà al ragazzo di gestire bene il conflitto e superarlo in modo soddisfacente per sé e per gli altri. Con la preadolescenza inizia un periodo di rapide trasformazioni del corpo che hanno ripercussioni, sia dirette che indirette, di cui un insegnante non può non tener conto. Fra quelle dirette, un modo sgraziato di muoversi, che porta il ragazzo a urtare facilmente oggetti e compagni, a concorrere a quella rumorosità fastidiosa che, per gli adulti, può sembrare una mancanza di rispetto, ma che è dovuta all incapacità del sistema nervoso di controllare la massa muscolare e ossea divenuta improvvisamente più grande. Un altra ripercussione diretta è un certo imprigionamento mentale, una sorta di compensazione alla crescita fisica rapida. Le ripercussioni indirette sono le situazioni conflittuali (inquietudine,tensione,ansia) derivanti dalla percezione del proprio sviluppo fisico. Non vi è nessuno che risulti totalmente soddisfatto del proprio aspetto. I ragazzi sono di fronte a situazioni che provocano preoccupazione e sofferenza: il desiderio di essere diversi da come si è, rappresenta una forza propulsiva, ma la consapevolezza della difficoltà del cambiamento, si contrappone costituendo una forza costrittiva che innesca un conflitto psichico. A questi conflitti sono riconducibili alcuni -2-

3 diffusi disturbi alimentari di origine psicologica (anoressia, bulimia). Si tratta di situazioni conflittuali che dovrebbero essere prevenute con conversazioni su questi temi, per sdrammatizzare problemi personali vissuti come terribili. Anche la maturazione puberale è una trasformazione importante che, direttamente, causa una serie di disturbi fisici e psicologici collegati, per le ragazze, al flusso mestruale e, indirettamente, a sentirsi, quando sono in tale situazione, in uno stato di temporanea menomazione, non controllabile, che le porta a sfuggire gli sguardi dei coetanei. Anche per i ragazzi le manifestazioni dello sviluppo, anche se non così improvvise, possono causare imbarazzi e timori. È proprio la presenza di situazioni emotive collegate alla maturazione puberale e alle pulsioni sessuali che influenza la crescita nel periodo adolescenziale, durante il quale il ragazzo tende a liberarsi definitivamente del complesso di Edipo, trasferendo i propri investimenti emotivi su persone esterne alla famiglia, con una svalutazione dei genitori, che aiuta il distacco; è un svalutazione solo temporanea perché verso i 18 anni c è un riavvicinamento. Nel momento del distacco, si vivono sensi di colpa, ansia e conflitti, causati spesso da reazioni inadeguate dei genitori a questo atteggiamento svalutativo dei loro figli. Anche il riemergere delle pulsioni sessuali, siano esse autocentrate o etero centrate sono spesso causa di tensioni, ansie e conflittualità. Tutto ciò può essere un problema per l esperienza scolastica, se determina una caduta dell impegno nello studio. Molti ragazzi, prima allievi modello, diventano svogliati, sembrano stare tra i loro banchi solo con il corpo e vagare con il pensiero fuori della scuola. È accaduto che i problemi collegati alla crescita hanno assorbito una buona parte dell energia che essi utilizzavano nello studio. Questa caduta dell impegno, per l insegnante è un problema non facile, rende necessaria una corretta impostazione dell attività didattica e una grande attenzione alla qualità dei rapporti che egli stabilisce con gli allievi. -3-

4 LO SVILUPPO INTELLETTUALE E I SUOI RIFLESSI NELLA SCUOLA Per affrontare in modo adeguato il problema dello sviluppo intellettuale, occorre precisare cos è l intelligenza e di quali strumenti si serve. L intelligenza è la capacità di costruire una struttura coerente, partendo dai dati della conoscenza (capacità di capire): i dati vengono collegati in modo organico, sostenendosi e complementandosi a vicenda. L intelligenza è anche la capacità di risolvere problemi: capacità, cioè, di cambiare la situazione d insieme con nuovi dati per ottenere una struttura che risulti più adeguata. L intelligenza si sviluppa, passando dalla capacità di capire e risolvere cose semplici, fino ad arrivare a quelle difficili. Questo sviluppo non è una linea retta, ma con tre gradini, ogni gradino è l emergere di un capacità mentale nuova e molto generale, che riorganizza la nostra attività cognitiva. Il primo gradino (18 mesi) è la capacità rappresentativa, il secondo (5-7 anni) è il pensiero reversibile, l ultimo (11-13 anni) è la capacità di ragionare per ipotesi. Tra un gradino e l altro ci sono i periodi in cui queste conquiste vengono applicate a situazioni via, via, più complesse per creare le condizioni che rendono possibile un nuovo balzo. Nella scuola secondaria inferiore l intelligenza del ragazzo compie l evoluzione verso il pensiero ipotetico-deduttivo (soluzione dei problemi) e il pensiero complesso (strutturazione di fatti diversi che si coordinano e influenzano tra di loro per giungere ad un certo esito). È molto importante che gli insegnanti, di allievi preadolescenti e adolescenti, conoscano bene le caratteristiche del pensiero ipoteticodeduttivo e il ruolo che in esso ha la rappresentazione di situazioni possibili, non solo perché ne devono favorire lo sviluppo e il rafforzamento, ma anche perché la sua acquisizione ha molteplici riflessi sull ambito della scuola, i più rilevanti sono sei: I. L accesso a contenuti più complessi. Lo sviluppo del pensiero ipotetico-deduttivo apre l accesso a contenuti di maggiore complessità, -4-

5 che non erano precedentemente alla portata degli allievi. In ogni disciplina si possono trovare queste situazioni, in cui occorre porre in rapporto tra di loro diverse situazioni ipotetiche esprimibili con dei se o con dei se non, oppure dei ma se. II. Induzione e deduzione, sperimentazione e previsione. L acquisizione della capacità di ragionare per ipotesi (ovvero per eventi assunti come possibili ) e di coordinare più ipotesi, pone un ragazzo in grado di progettare e condurre, in modo tecnicamente rigoroso, esperimenti volti a scoprire eventuali rapporti di dipendenza fra più eventi o fra più aspetti dello stesso evento. Progettare un esperimento, infatti, significa anzitutto immaginare (induzione), a proposito di un certo fenomeno, le variabili indipendenti che potrebbero influenzare l andamento, prevedere (deduzione) le possibili combinazioni di variabili e, per ciascuna combinazione, i possibili esiti. Queste sperimentazioni riguardano in questo periodo anche i rapporti sociali, l amicizia, la socialità, la capacità di suscitare l interesse del gruppo. III. Lo sviluppo di interessi epistemici. Un terzo riflesso dell acquisizione del pensiero ipotetico ( e del pensiero complesso) consiste nel fatto che, accanto all interesse per problemi che possiamo definire esplicativi (il problema di capire come e perché si è verificato un fatto), compare un interesse nuovo per problemi epistemici i quali riguardano il modo in cui gli uomini sono venuti in possesso di certe conoscenze. Non è un caso che in questo periodo molti ragazzi sviluppano interesse per l archeologia o l astronomia, per i metodi e le apparecchiature di cui si servono i loro cultori e per la letteratura di tipo poliziesco. In questi casi vengono in primo piano i ragionamenti ipotetico-deduttivi, che consentono di scoprire nuove conoscenze da indizi già a disposizione. Questi interessi arricchiscono l orizzonte culturale e possono fiorire se vengono alimentati da insegnanti sensibili e ben preparati. IV. Il desiderio di discutere. Si fa vivo nei ragazzi, soprattutto in quelli più dotati, con maggiore autonomia intellettuale, il desiderio che gli insegnanti diano la dimostrazione ragionata delle loro affermazioni. Si manifesta l interesse per la discussione, nell ambito della quale manifestare idee e vederle prese in considerazione. -5-

6 Insegnante, familiari, non disposti a discutere alla pari con i ragazzi, vuoi perché non riconoscono l importanza di questi momenti, vuoi perché incontrano difficoltà nel gestire la discussione. Questi contrasti possono causare incomprensioni e conflitti, tanto nell ambito scolastico quanto in quello familiare. V. La marginalità psicologica volontaria. Un importante riflesso dell acquisizione delle nuove abilità mentali è il crescente desiderio di un adolescente di compiere delle esperienze dirette, in prima persona e in piena autonomia, nei vari ambiti della realtà e di valutarne i risultati con la propria testa. Questo atteggiamento si manifesta, anzitutto, in famiglia. Un ragazzo desidera assumere nei confronti dell atmosfera familiare una posizione di marginalità, il desiderio di uscire e di vivere esperienze fuori casa, da solo o con amici, per poi rientrare nell atmosfera familiare, per ritrovarvi un senso di sicurezza, se le nuove esperienze hanno generato ansia. Questa voglia di stare un po fuori e un po dentro può verificarsi anche nei confronti della scuola, ciò accade, in particolare, per ragazzi con interessi culturali più sviluppati e con maggiori capacità di iniziativa che, partendo da stimoli scolastici, approfondiscono per conto loro, riportando poi a scuola il risultato del proprio lavoro. È importante che l insegnante scopra e utilizzi queste marginalità culturali volontarie, perché ciò è positivo per l allievo, che vede riconosciuta da altri la proprio attività, e per i compagni, ai quali si apre la prospettiva di attività extra-scolastiche utili e possibili nelle quali impegnarsi in modo personale. VI. Progettare il proprio futuro. Un ultimo riflesso, che l acquisizione del pensiero ipotetico può avere, è un accrescimento della capacità degli allievi di elaborare dei programmi di lunga durata e, in particolare, di progettare il proprio futuro. Questi progetti per il futuro danno luogo ad una terza marginalità volontaria (dopo quella nei riguardi della famiglia e della scuola), che potremmo chiamare decisionale. Un adolescente si immagina già dentro una certa situazione e così la vive sul piano cognitivo ed emotivo anche se è consapevole che ne è ancora fuori, che non ha ancora deciso. La maturazione del pensiero ipotetico, con tutti questi riflessi che ha nella vita scolastica, familiare e personale, crea quegli interessi, quella -6-

7 voglia di autonomia, quella voglia di discutere, che atteggiamenti autoritari e non autorevoli possono far sfociare in conflitti, in risentimenti, sia a scuola che in famiglia. Tutto ciò assorbe energie, sottratte all impegno scolastico,inoltre, a minare la serenità del ragazzo, si aggiungono anche altre tensioni dovute al rapporto con i compagni e alla formazione del senso di identità. L intervento psicologico in preadolescenza ha lo scopo di sostenere ed aiutare il ragazzo a superare senza eccessive difficoltà la transizione caratterizzata da profonde trasformazioni fisiche, cognitive, affettive e relazionali, proponendo la possibilità di vivere il cambiamento con interesse, con piacere e curiosità, favorendo la sicurezza e la fiducia in se stessi, attraverso il riconoscimento e lo sviluppo delle risorse e delle potenzialità personali. Per garantire al ragazzo il diritto ad un benessere su più fronti, e per assicurare una continuità educativa è necessario che lo psicologo instauri rapporti anche con anche con la famiglia, gli insegnanti, l intero sistema scolastico. Anche i genitori si tratta di un periodo critico, gli viene richiesto di riconsiderare la loro stessa adolescenza, di gestirne gli aspetti irrisolti e di riuscire a conciliare contenimento e flessibilità nell'aggiustamento delle distanze e nella ridefinizione dei confini generazionali. E importante anche la presa in carico degli insegnanti, infatti il loro quotidiano contatto con gli studenti, il seguirli nella crescita, li rende molto preziosi per l aiuto che possono dare ai ragazzi in questa complicata fase di passaggio; essi rappresentano un referente adulto con cui gli alunni possono confrontarsi. In conclusione credo che sia sempre più evidente la necessità di un atteggiamento sperimentale dello psicologo in questo ambito, di una programmazione accurata degli interventi, di una valutazione dei risultati, di un confronto continuo con le altre figure professionali. Inoltre appare evidente l esigenza di una figura con delle funzioni e una collocazione ben definite, anche a livello istituzionale. Muraru Dumitrina novembre/

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