Cultura, linguaggio e comunicazione

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1 Cultura, linguaggio e comunicazione 1

2 In questo capitolo passeremo in rassegna alcune delle ipotesi sull origine, le funzioni e la variabilità storica del linguaggio in quanto strumento di comunicazione interpersonale, per poi analizzare le caratteristiche della comunicazione di massa, l influenza che i vecchi e nuovi media esercitano sulla società e le principali interpretazioni sociologiche di questi fenomeni. 2

3 Prima questione: origini del linguaggio ipotesi monogenetica ale lingue attuali sono prodotte per differenziazione da un unica lingua ipotesi poligenetica a sostiene la pluralità dei ceppi linguistici originari oggi processo di differenziazione linguistica ipotesi unitaria 3

4 Seconda questione: il linguaggio è innato acquisito Se ammettiamo come plausibile l ipotesi unitaria del linguaggio, si rafforza anche la tesi di coloro che sostengono che il linguaggio è innato nella specie umana, una sorta di caratteristica del patrimonio biologico della specie umana formatasi gradualmente nel corso del processo di evoluzione. Quanto estesa sia questa base, quanto ci sia di innato e quanto di acquisito nelle competenze linguistiche, è una questione a cui, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile dare una risposta. 4

5 Seconda questione: il linguaggio è innato? acquisito? 5

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8 Noam Chomsky a le analogie strutturali, che si riscontrano in tutte le lingue, fanno ritenere che vi sia una grammatica universale innata, fatta di regole che permettono di collegare il numero limitato di fonemi, che gli organi vocali della specie umana sono in grado di produrre. Sulla base di questa sintassigrammatica universale si svilupperebbero poi, per processi secondari di differenziazione, le grammatiche delle singole lingue particolari. 8

9 Il linguaggio svolge due importanti funzioni: cognitiva a pensare il mondo verbalmente o mentalmente = stabilire un rapporto tra un significante e un significato: raggruppare, enumerare, assegnare, applicare, usare comunicativa a comunicare ad altri il nostro pensiero e ricevere dagli altri i messaggi nei quali è formulato il loro pensiero. La comunicazione (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire) non è soltanto un processo di trasmissione di informazioni (secondo il modello di Shannon-Weaver). 9

10 Affinché abbia luogo un atto comunicativo devono essere presenti alcuni elementi: - un emittente - un ricevente - un canale - un codice - un messaggio - un feedback (Severino, 2011) 10

11 L emittente deve tradurre quello che vuole comunicare in una serie di segni o suoni, seguendo le prescrizioni del codice del canale utilizzato, e confezionare così il messaggio. ll ricevente, a sua volta, deve utilizzare un codice analogo per decifrare il messaggio. Perché ci possa essere comunicazione, il codice deve essere condiviso da emittente e ricevente. 11

12 codifica Informazione interpretazione decodifica decodifica Interpretazione Informazione codifica 12

13 Il concetto di condivisione del codice indica che il linguaggio: è una convenzione sociale a un patto implicito stabilito all interno di una comunità ha un carattere normativo a è formato da un insieme di norme (regole), che definiscono quali sono i modi ammissibili di confezionare i messaggi, affinché questi possano essere recepiti con successo dal ricevente 13

14 Non c è linguaggio quindi senza una comunità di parlanti, piccola o grande che sia, che lo abbia adottato come strumento della comunicazione interpersonale. L acquisizione delle competenze linguistiche è un fenomeno abbastanza misterioso. Non sappiamo bene come avvenga, ma sappiamo per certo che l acquisizione del linguaggio richiede un assidua, prolungata e costante interazione sociale. 14

15 3. LA VARIABILITÀ DEI LINGUAGGI UMANI Tutte le lingue presentano caratteristiche strutturali comuni. Le strutture grammaticali e sintattiche sono quelle che presentano la maggiore stabilità nel tempo e uniformità nello spazio. 15

16 Linguaggio e stratificazione sociale William Labov ha rilevato nelle sue ricerche differenze sostanziali tra appartenenti alla classe media e appartenenti alla classe operaia in relazione: agli aspetti fonetici a il modo col quale le parole vengono pronunciate al lessico a utilizzo di certe parole ed espressioni ricorrenti 16

17 Basil Bernestein ha rilevato una forte discrepanza tra: le forme di comunicazione richieste dalla scuola le pratiche linguistiche spontaneamente adottate dagli alunni a A tale discrepanza è imputabile il diverso rendimento scolastico dei bambini di classe operaia e di classe media, indipendentemente dalle capacità intellettive misurate con i test di intelligenza. a Le varie classi usano codici comunicativi diversi, acquisiti spontaneamente nell interazione familiare e nei primi stadi della socializzazione infantile e riconducibili al contesto delle relazioni sociali, connesse alla posizione occupata dalla famiglia nella divisione sociale del lavoro. 17

18 La disuguaglianza non è l unica fonte di variabilità sociale del linguaggio. Qualsiasi forma di differenziazione sociale, che porta alla formazione di gruppi, si riflette in altrettante varianti linguistiche, tra questi: maschi/femmine a linguaggio maschile/femminile città/campagna a linguaggio urbano/contadino gruppi professionali a linguaggi tecnici 18

19 Il linguaggio varia tuttavia anche in relazione alla situazione sociale nella quale avviene la comunicazione linguaggio privato a fra amici, familiari: ciò che conta è farsi capire linguaggio pubblico a rivolto a un pubblico e non a una serie di persone ben individuate: maggiore controllo formale, oppure 19

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22 linguaggio orale a presenza di elementi metacomunicativi: forniscono all interlocutore una serie di messaggi aggiuntivi, con i quali interpretare il significato del messaggio verbale (VERBALE, DIGITALE) linguaggio gestuale a postura del corpo, movimenti delle braccia e delle mani, direzione dello sguardo, ecc. (NON VERBALE, ANALOGICO) linguaggio scritto a maggiore controllo formale, maggiore intenzionalità, differimento temporale, assenza elementi metacomunicativi (DIGITALE) 22

23 Per quanto variabile e soggettiva, la comunicazione verbale segue sempre determinate regole che dipendono: a dal contesto nel quale avviene l interazione nei contesti altamente formalizzati vigono regole molto precise su chi ha diritto di iniziare, interrompere, concludere l interazione vi è una netta asimmetria tra gli interlocutori (V ASSIOMA) 23

24 a dalla posizione sociale relativa degli interlocutori il linguaggio utilizzato varia molto a seconda dello status del nostro interlocutore solo nell interazione tra pari vige una vera reciprocità e l interazione non è deformata dalle differenze di status 24

25 Uno degli aspetti della comunicazione interpersonale che sono stati maggiormente studiati riguarda il turno di parola, cioè l avvicendamento dei partecipanti in una conversazione. Analisi conversazionale = analisi dell interazione verbale all interno di un gruppo. Essa è in grado di mettere in luce la struttura dei rapporti sociali tra i membri del gruppo, in particolare dei rapporti di potere, l esistenza di regole più o meno implicite, la loro eventuale violazione e le dinamiche che vengono messe in atto per ristabilirle o modificarle. 25

26 La comunicazione interpersonale non è l unica forma di comunicazione, e in alcuni casi nemmeno la più preponderante. La diffusione, la pervasività, le logiche della comunicazione di massa hanno prodotto un progressivo interesse sui suoi meccanismi ed effetti. 26

27 codifica Informazione interpretazione decodifica Fonti varie Ideologia FUNZIONE INTUITIVA 27

28 Teoria critica della società ahorkheimer e Adorno, Marcuse Critica della cultura di massa e dei mezzi di comunicazione che la veicolano: questi sono visti essenzialmente come strumenti di manipolazione in mano a interessi economici e politici, che se ne servono per fini di profitto, creando falsi bisogni, o di controllo politico, creando un consenso fondato sulla passività. 28

29 Queste interpretazioni sono state ampiamente criticate per la loro unilateralità in quanto non terrebbero in considerazione che la «massa» è un entità assai differenziata e che quindi sono anche assai differenziati gli effetti che su di essa esercita la comunicazione. Il concetto di «massa», è stato abbandonato per adottare il concetto più neutro di «pubblico», indicato spesso nell uso corrente con il termine inglese audience. Nel processo di selezione e costruzione delle notizie nel settore dell informazione operano molteplici fattori di condizionamento. La stessa visibilità è a sua volta amplificata dai mezzi di comunicazione in un processo a spirale che si autoalimenta: chi ha più visibilità, più ne avrà. Attenzione selettivaà massa come insieme di pubblici differenti 29

30 Influenza dei media Secondo Harold Lasswell, per descrivere e spiegare un atto comunicativo, è necessario rispondere alle seguenti domande: chi? a emittente dice che cosa? a contenuti dei messaggi trasmessi attraverso quale canale? a mezzo utilizzato e tipo di linguaggio a chi? a destinatari e loro caratteristiche con quale effetto? a le risposte comportamentali dei destinatari 30

31 La ricerca sociologica sulle comunicazioni di massa ha affrontato tutte e cinque queste domande. Ci si è resi conto che gli effetti delle comunicazioni: a non variano soltanto a seconda della segmentazione del pubblico lungo le consuete dimensioni sociodemografiche (età, sesso, classe sociale, livello di istruzione, condizione professionale, ecc.) a ma anche a seconda delle reti di relazione, nelle quali gli individui sono inseriti: il pubblico non è composto da individui atomizzati, ma da individui che vivono in contesti di relazione (Katz e Lazarsfeld a flusso di comunicazione a due stadi) 31

32 Media e Politica Lazarsfeld et al. [1944] hanno studiato come gli effetti sul comportamento di voto della propaganda elettorale siano prodotti dalla mediazione dei cosiddetti opinion leaders, da coloro cioè che nell ambito delle relazioni informali influenzano i modi di selezione, ricezione e interpretazione dei messaggi e quindi gli stessi comportamenti elettorali. In quale misura i messaggi propagandistici siano effettivamente efficaci nell influenzare il comportamento elettorale resta un problema aperto. Sicuramente l efficacia è modesta, se non nulla, nel caso di elettori che hanno già sviluppato un orientamento definito, mentre è più consistente nei confronti degli incerti e di coloro che hanno uno scarso interesse per le questioni politiche. 32

33 Caratteristiche fondamentali dei nuovi media: a selettività delle informazioni a interattività (non solo ricevere) a multimedialità (dei sistemi, ecc.) a virtualità (vs reale) 33

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