METODOLOGIA DELL INSEGNAMENTO

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1 METODOLOGIA DELL INSEGNAMENTO CORSO ISTRUTTORI 1 LIVELLO 1 MODULO Marsala 2-6 maggio 2017 dispensa didattica a cura di Giulia Seppi

2 LA METODOLOGIA DELL INSEGNAMENTO La metodologia dell insegnamento in ambito sportivo si occupa d individuare e suggerire le strategie più efficaci per favorire l apprendimento delle tecniche e delle tattiche sportive da parte degli allievi/atleti.

3 L APPRENDIMENTO Possiamo definire l apprendimento come l acquisizione e/o la modifica di conoscenze, comportamenti e abilità in forme evolute e consolidate nel tempo. L'apprendimento deriva da nuove esperienze e/o dalla pratica di nuovi comportamenti. Apprendere vuol dire acquisire nuove conoscenze e modalità di agire o reagire, per adattarsi ai cambiamenti dei contesti ambientali.

4 FORME DI APPRENDIMENTO Esistono diverse studi e teorie dell apprendimento (teorie comportamentiste, cognitiviste e costruttiviste). In questa sede ci limiteremo a prendere in considerazione alcune delle forme di apprendimento studiate da queste teorie. Rientra infatti nelle competenze di un istruttore conoscere i meccanismi dell apprendimento, per poter sviluppare e utilizzare i metodi più efficaci per ogni allievo in base alla sua età, al suo livello di esperienza, all obiettivo da raggiungere, ecc.

5 PROVE ED ERRORI CONDIZIONAMENTO IMITAZIONE COMPRENSIONE INTUIZIONE

6 PROVE ED ERRORI L apprendimento tramite prove ed errori si basa sul naturale processo di stimolo-risposta. In pratica, se un comportamento ha un effetto positivo verrà ripetuto, mentre comportamenti che hanno effetti negativi o nulli non verranno ripetuti. Nell insegnamento di una disciplina sportiva è una forma di apprendimento molto importante, ma va adeguatamente «dosata» dall istruttore, per evitare errori che possono mettere in pericolo l allievo o portarlo a situazioni di eccessivo stress.

7 CONDIZIONAMENTO CONDIZIONAMENTO Anche il condizionamento è una forma di apprendimento basata sul processo stimolo-risposta. Per esempio: se ad un cane vengono ripetuti più volte due stimoli in successione (il suono di un campanello e la somministrazione di cibo), a un certo punto il suono del campanello stimolerà la salivazione del cane, anche senza il cibo. L apprendimento per condizionamento porta ad eseguire delle azioni per automatismo, ed è quindi particolarmente utile quando si vogliono ottenere risposte immediate a determinati segnali/stimoli.

8 IMITAZIONE E un processo dinamico attraverso cui vengono acquisiti nuovi comportamenti che sono propri di altre persone con cui l'individuo è a contatto e che fungono da modello. Tale processo è reso possibile dallo sviluppo del pensiero e della motricità, ed molto importante in età evolutiva: per esempio dai 4 anni in poi è la forma di apprendimento che conduce all'acquisizione di importanti abilità quali lo scrivere, il disegnare, ecc. E una forma di apprendimento particolarmente utile in campo motorio.

9 COMPRENSIONE La comprensione (dal latino comprehensio-onis) è l'atto e la capacità di capire, cioè di "afferrare" (cumprehendo, cioè "afferro insieme cose che stanno dinanzi a me") con la ragione un contenuto conoscitivo. E una forma di apprendimento che non si basa sull esperienza ma sulla capacità di elaborare conoscenze.

10 INTUIZIONE INTUIZIONE L intuizione è la capacità di risolvere determinati problemi facendo uso di esperienze maturate in altri contesti. La soluzione di problemi con mezzi mentali che implicano processi di astrazione indica un intelligenza sviluppata. E quindi una forma di apprendimento più sviluppata nelle specie animali più evolute (scimmia) e si manifesta solo a una certa fase dell età evolutiva.

11 CANALI DI APPRENDIMENTO A seconda della predisposizione individuale ogni allievo può sfruttare maggiormente il canale visivo, quello uditivo, quello motorio... C'è chi ha bisogno di annusare o di toccare tutto, chi mentre legge sente il bisogno di camminare avanti e indietro o al contrario chi ha bisogno di isolarsi. Raramente le persone imparano solo in un modo: usando una combinazione equilibrata di esperienze diverse, si offre agli allievi la possibilità di costruirsi il loro personale processo di apprendimento.

12 SENTIRE L apprendimento è basato sulla parola detta. Esempi: lezione frontale, registrazioni, indicazioni verbali

13 VEDERE L apprendimento è basato su diagrammi, figure, esempi visivi, video.

14 LEGGERE L apprendimento è basato sulla parola scritta, tramite la lettura di testi, appunti.

15 FARE L apprendimento avviene attraverso il tatto, il movimento, l imitazione e la pratica.

16 L APPRENDIMENTO NELL ETA EVOLUTIVA Per età evolutiva si intende il periodo della vita di un individuo in cui si sviluppano le sue caratteristiche somatiche e fisiche, ma anche la sua personalità e la consapevolezza di sé. Pur non potendo dare una rigida divisione temporale, in genere si individuano tre fasi principali: - dalla nascita ai sei/sette anni; - dai sei/sette anni fino ai dodici/quattordici anni; - dai quattordici ai venti anni.

17 6/7 ANNI INFANZIA

18 8/11 ANNI MASCHI - 8/9 ANNI FEMMINE ETA PRE PUBERALE

19 12/14 ANNI MASCHI -10/13 ANNI FEMMINE ETA PUBERALE

20 >14 ANNI MASCHI ->13 ANNI FEMMINE ADOLESCENZA

21 Attenzione Attenzione SOGLIA DI ATTENZIONE OK OK Tempo Tempo RAGAZZI ADULTI

22 ETA ED APPRENDIMENTO Ogni allievo ha motivazioni diverse e assorbe le informazioni in modo e in tempi differenti. L età è un fattore importante, ed è fondamentale che l istruttore modifichi e adatti il suo stile e i suoi metodi in modo che gli allievi apprendano efficacemente, specialmente se i gruppi sono eterogenei. RAGAZZI Facilità di apprendimento (scuola) Reattivi alle novità Fantasiosi, creativi Alti livelli di energia Buone capacità motorie Tendono a non avere paure Poca capacità di controllo Poco senso di responsabilità Si annoiano facilmente Capacità di concentrazione limitata ADULTI Fuori dal ciclo di apprendimento Abitudini consolidate Senso di responsabilità Coinvolti nella discussione Problemi di mobilità Barriere Buon autocontrollo Motivati Indipendenti Bagaglio di esperienze

23 PRESUPPOSTI PER L APPRENDIMENTO NEGLI ALLIEVI ADULTI BISOGNO DI CONOSCERE CONCETTO DI SE ESPERIENZE PRECEDENTI DISPONIBILITA MOTIVAZIONE

24 BISOGNO DI CONOSCERE 1. Bisogno di conoscere Gli adulti sentono l esigenza di «sapere perché occorra apprendere qualcosa» e «a che cosa possa servire». Di conseguenza uno dei cardini della formazione degli adulti è che il «facilitatore di apprendimento» aiuti gli allievi a diventare consapevoli del loro bisogno di sapere. Tale consapevolezza può essere accresciuta dalle esperienze reali o simulate in cui gli allievi scoprono da soli il divario tra il punto in cui sono attualmente e quello dove vogliono arrivare.

25 2. Concetto di sè CONCETTO DI SE Mentre nel bambino il concetto di sé è basato sulla dipendenza da altri, nell adulto è vissuto come dimensione essenzialmente autonoma. Se l adulto si trova in una situazione in cui non gli è concesso di autogestirsi, sperimenta una tensione tra quella situazione e il proprio concetto di sé. La sua reazione tende a divenire di resistenza e può sfociare in rifiuto, aggressività, disinteresse

26 ESPERIENZE PRECEDENTI 3. Esperienze precedenti Nell educazione dell adulto l esperienza ha un ruolo essenziale. L esperienza precedente dell adulto costituisce una base sempre più ampia rispetto alla quale raffrontare i nuovi apprendimenti. Il nuovo apprendimento deve integrarsi in qualche modo con l esperienza precedente. Le precedenti esperienze talvolta hanno anche un effetto negativo, perché possono dar luogo a una barriera di pregiudizi e abitudini mentali che fanno resistenza all apprendimento stesso.

27 DISPONIBILITA 4. Disponibilità ad apprendere La disponibilità ad apprendere dell adulto è rivolta a ciò di cui sente il bisogno per i compiti che deve svolgere per realizzare il proprio obiettivo, come ad esempio il successo professionale lavorativo o il raggiungimento di un maggiore benessere psico/fisico. Gli adulti sono disponibili ad apprendere ciò che hanno bisogno di sapere e di saper fare per far fronte efficacemente alla situazione della loro vita reale. Essi apprendono nuove conoscenze, capacità di comprensione, abilità, valori, atteggiamenti molto più efficacemente quando sono presentati nel contesto della loro applicazione alle situazioni reali.

28 6. Motivazione MOTIVAZIONE Relativamente agli adulti le motivazioni più potenti sono le pressioni interne: il desiderio di una maggiore soddisfazione nel lavoro/vita privata; l auto-stima; la qualità della vita.

29 FASI PROGRESSIVE DI APPRENDIMENTO Nell apprendimento motorio possiamo distinguere tre fasi progressive: 1.Comprensione e coordinazione grezza 2.Coordinazione fine 3.Coordinazione avanzata

30 COMPRENSIONE DEL COMPITO E COORDINAZIONE GREZZA In questa prima fase dell apprendimento si comprende l azione e, in particolare, lo scopo per cui la si esegue, ascoltando la spiegazione di un esperto ( l insegnante, l allenatore ), osservando l esecuzione del gesto e provando a ripeterlo. Il movimento realizzato è di tipo volontario e, fintanto che non diventa automatizzato, mancherà di fluidità e costanza. -attenzione sul cosa fare -dipendenza dall istruttore -attività importante di verbalizzazione -errori frequenti e molto differenti -spezzettamento del compito in sub-obiettivi

31 COORDINAZIONE FINE in questa fase si arriva a eseguire il gesto in forma automatizzata, quindi, con costanza e armonia. Perché questo avvenga occorre che il movimento o la sequenza di movimenti vengano fissati attraverso numerose ripetizioni. Il controllo del gesto, che nella fase precedente era principalmente visivo, diventa ora basato sulle informazioni provenienti da muscoli e articolazioni. -attenzione rivolta al come fare -scarso controllo consapevole -grande importanza dell apprendimento implicito -errori piuttosto stabili e ricorrenti -automatizzazione

32 COORDINAZIONE AVANZATA Una volta raggiunto un certo grado di automatizzazione del movimento, la sua realizzazione sarà ormai precisa e costante. A questo punto, sarà possibile trasformarla e adottarla a seconda delle situazioni in cui ci si trova ad agire. Si diventa sempre più capaci di anticipare le conseguenze delle proprie azioni e i comportamenti dell attrezzatura -attenzione rivolta alla «performance» -capacità di adattamento -capacità di autovalutazione -livello di automazione elevato -integrazione delle fasi del movimento in una unità superiore

33 MODELLO PEDAGOGICO E MODELLO ANDRAGOGICO Nella scuola pedagogica l obiettivo è insegnare: la responsabilità della programmazione è attribuita quasi esclusivamente ad una figura d autorità (istruttore). Nella scuola andragogica l obiettivo è facilitare l apprendimento: gli allievi sono coinvolti nei processi decisionali che riguardano la progettazione.

34 Nella scuola pedagogica lo stile di insegnamento è direttivo: - centrato su chi insegna e sul controllo che egli è in grado di effettuare sullo svolgere dell attività e sugli allievi; - consente di sapere sempre cosa e perché si realizzano; - consente di sapere sempre cosa e perché si realizzano certe attività piuttosto che altre; - prevede un uso efficace del tempo didattico e dei suoi contenuti; - può però determinare scarsi livelli di coinvolgimento emotivo degli allevi, bassi livelli di autonomia e talvolta crisi nell autostima.

35 Nella scuola andragogica lo stile di insegnamento è non direttivo: - è centrato sull interazione e sulla comunicazione bidirezionale tra chi insegna e gli allievi; - chi insegna dispone delle informazioni utili cui gli allievi attingono perché guidati e sollecitati alla conoscenza; attingono perché guidati e sollecitati alla conoscenza; - favorisce lo sviluppo dell autonomia, della creatività, dell autostima; - consente la partecipazione di tutti e di ciascuno con un elevato coinvolgimento sociale, emotivo e cognitivo; - necessita però di tempi lunghi e di verifiche continue e può determinare difficoltà nel controllo sociale del gruppo.

36 METODI DIDATTICI I metodi didattici sono procedure d insegnamento finalizzate a far conseguire a chi apprende gli obiettivi programmati. Hanno la funzione di cerare le migliori condizioni per consentire i processi di apprendimento e sviluppo. Non esistono metodi didattici «buoni» o «cattivi»: rientra nelle competenze dell istruttore adottare i metodi didattici più efficaci per gli allievi, in base alla loro età, alla loro esperienza e alle risorse disponibili.

37 METODI DIDATTICI INDUTTIVI Vengono definiti metodi didattici di tipo induttivo quelli che sono centrati sull azione dell allievo, sulla sua sperimentazione diretta, e che tendono a partire dal particolare per arrivare al generale: LIBERA ESPLORAZIONE SCOPERTA GUIDATA RISOLUZIONE DI PROBLEMI

38 METODI DIDATTICI DEDUTTIVI Vengono definiti metodi didattici di tipo deduttivo quelli si basano sulla capacità dell allievo di elaborare in modo autonomo dati e informazioni, anche astratti, e che tendono a partire dal generale per arrivare al particolare: ASSEGNAZIONE DI COMPITI PRESCRITTIVO ANALITICO

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40 Grazie!

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