Dislessia evolutiva. Variabililtà tra il 5-17% (dipende anche dal tipo di lingua)

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1 La lettura

2 Dislessia evolutiva Disturbo neuro-evolutivo caratterizzato da una specifica difficoltà nell acquisizione delle abilità di lettura in bambini con normale sviluppo intellettivo e in assenza di alterazioni neurosensoriali. Variabililtà tra il 5-17% (dipende anche dal tipo di lingua)

3 Abilità di lettura & Ortografia Studi epidemiologici stimano che il 4 % della popolazione mondiale è affetto da dislessia L'incidenza del disturbo è maggiore nei paesi che hanno un sistema ortografico più complesso o irregolare (profondo) come la lingua inglese. Prevalenza Italia USA 3.6% 7.3% Lindgren, De Renzi and Richman (1985)

4 Ortografie trasparenti (coerenti) 1 lettera 1 fonema Molte delle incoerenze possono essere risolte Aspettando la lettera successiva Ortografie opache (incoerenti) Molte irregolarità ed incoerenze

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9 Abilità di Lettura & Ortografia accuratezza lettura di parole fine 1 elem. Il decorso dello sviluppo delle abilità di lettura è determinato dalla complessità ortografica della lingua. (Seymur et al, 2003)

10 12 soggetti (studenti universitari) 6 inglesi 6 Italiani Compiti di lettura di parole bisillabe ad alta frequenza d uso di non parole derivate dalle stesse parole modificando uno o due fonemi ma mantenendo la struttura sillabica Es. GB cabin, market, cottage, apron cagin, marnet, connage, afton I marmo, ponte, moto, carta margo, ponda, moco, corla di parole internazionali (tennis, boiler, basket, corner, partner, bitter, coma, taxi, panda, bravo, villa, pasta)

11 Differenze cross-linguistiche nella lettura (esperta) Italiani sono avvantaggiati nella lettura di P, NP e P prestito Gruppi equivalenti nei compiti di controllo (tempo di reazione vocale semplice, velocità di articolazione, denominazione, fluenza verbale [fonemica e semantica])

12 Inglesi e Italiani Sistema comune di lettura non parole > parole Nessuna differenza significativa per parole> non parole

13 GB>IT i soggetti inglesi mostrano in compiti di lettura NP una maggiore attivazione a carico della porzione posteriore del giro temporale inferiore (WFA) e nel giro frontale inferiore anteriore, aree associate con compiti di recupero di parole in compiti di lettura e denominazione IT>GB i soggetti italiani mostrano nella lettura di P e NP una maggior attivazione nella giunzione parieto-temporale di sinistra (planum temporale) associata a compiti di elaborazione fonologica

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15 Modello a due vie CASA analisi visiva lessico ortografico di entrata di visivo entrata 1. segmentazione grafemica C/A/S/A 2. conversione grafema-fonema /K/ /A/ /S/ /A/ 3. assemblaggio fonemico /CASA/ sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico /CASA/

16 FREQUENZA FAMILIARITA CONCRETEZZA IMMAGINABILITA ETA DI ACQUISIZIONE COMPOSIZIONE MORFOLOGICA LUNGHEZZA REGOLE CONTESTUALI COMPOSIZIONE LISTA ACCENTO

17 Dislessie acquisite CASA analisi visiva lessico ortografico di entrata di visivo entrata 1. segmentazione grafemica C/A/S/A 2. conversione grafema-fonema /K/ /A/ /S/ /A/ 3. assemblaggio fonemico /CASA/ sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico /CASA/

18 Dislessie analisi visiva periferiche conversione scritto-suono lessico ortografico di entrata sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico

19 Dislessie analisi visiva lessico ortografico di entrata centrali conversione scritto-suono sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico

20 Dislessie analisi visiva periferiche conversione scritto-suono lessico ortografico di entrata sistema semantico Alessia pura / Lettura lettera x lettera Dislessia attenzionale Dislessia da neglect lessico di uscita fonologico buffer fonemico

21 Dislessia superficiale Parole regolari Parole irregolari Non parole Effetti regolarità Errori di regolarizzazione GLICERINA /licerina/ YACHT passèro - macchìna conversione scritto-suono analisi visiva X lessico di entrata visivo sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico lettura silente di omofoni non omografi Il l ago è fatto di acqua Correlato neurale: lobo temporale sinistro

22 Dislessia fonologica Parole regolari ad alta frequenza analisi visiva Parole irregolari Non parole Effetti lessicalità classe grammaticale* Lessicalizzazioni TIRTA torta * errori morfologici Xconversione scritto-suono lessico di entrata visivo sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico Correlato neurale: lobo parietale inferiore e regioni temporo-occipitali; frontali anteriori*.

23 Dislessia profonda Parole Parole irregolari Non parole Effetti lessicalità concretezza classe grammaticale Errori semantici visivi derivazionali Xconversione scritto-suono brodo dado cane pane andare andato analisi visiva lessico di entrata visivo X sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico Correlato neurale: vaste lesioni perisilviane (Ipotesi emisfero destro?)

24 Dislessia evolutiva Differenti deficit cognitivi, sensoriali e motori sono stati associati alla dislessia, ed a causa della variabilità delle sue manifestazioni comportamentali, sono state formulate differenti interpretazioni psicologiche e neurologiche per spiegare il meccanismo responsabile della dislessia.

25 La dislessia si associa frequentemente al riscontro di altri disturbi neuropsicologici : disturbi di acquisizione del linguaggio (disfasia) delle abilità di scrittura (disortografia) di calcolo (discalculia) di coordinazione motoria (disprassia) di stabilità posturale ed equilibrio di orientamento temporale (discronia) delle abilità visuospaziali delle abilità attentive (deficit di iperattività ed attenzione).

26 DISLESSIA: Lo stretto legame tra diversi livelli AMBIENTE (es. premat) biologico Fattori genetici (15 geni) e neuro-anatomici Sistema ortografico Funzione neurocognitiva alterata? Analisi sensoriale, attenzione, percezione, memoria, automatizzazione Metodi d insegnamento comportamentale (velocità e accuratezza, di lettura P & NP)

27 Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) STADIO LOGOGRAFICO Prescolare Riconoscimento visivo attraverso indizi percettivi salienti (lunghezza, forma di alcune lettere) guida la lettura di alcun parole, con un meccanismo globale esclusivamente visivo (come disegno). Processo associativo; non implica la conoscenza e l applicazione del sistema alfabetico e non è basato sul suono.

28 STADIO LOGOGRAFICO Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) STADIO ALFABETICO I-II elem. Iniziale apprendimento delle regole che sottendono alla relazione grafema-fonema e iniziale lettura di parole nuove. E un processo analitico e sequenziale che si fonda e sviluppa la consapevolezza fonologica Capacità di percepire e riconoscere per via uditiva i segmenti fonologici (sillabe e fonemi) che compongono le parole del linguaggio parlato. Chiama in causa la capacità di identificare le componenti fonologiche di una lingua e di saperle manipolare intenzionalmente.

29 STADIO LOGOGRAFICO Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) STADIO ALFABETICO I-II elem. Iniziale apprendimento delle regole che sottendono alla relazione grafema-fonema e iniziale lettura di parole nuove. E un processo analitico e sequenziale che si fonda e sviluppa la consapevolezza fonologica Un disturbo legato a queste due abilità è alla base delle ipotesi del deficit della denominazione rapida autonomizzzata e dell ipotesi fonologica

30 STADIO LOGOGRAFICO Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) STADIO ALFABETICO STADIO ORTOGRAFICO Le regole si estendono a gruppi di lettere (sillabe, morfemi), e il riconoscimento di unità ortografiche astratte perfeziona e accelera la via di lettura fonologica E un processo analitico che implica il mapping di unità morfemiche nel lessico ortografico visivo. Sensibilità al contesto ortografico

31 Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) Il modello prevede che solo se la fase alfabetica si sviluppa in maniera corretta si può sviluppare il terzo stadio, quello ortografico La fase alfabetica corrisponderebbe alla via sublessicale (lettura parole regolari e non parole) e quella ortografica a quella lessicale (parole irregolari e regolari di alta frequenza) QUINDI: una DE fonologica è quasi impossibile che sia pura perché la fase alfabetica condiziona la fase ortografica e quindi si avrà una DE mista La DE superficiale è invece possibile Importanza della procedura sublessicale per apprendimento lettura: capicità di lettura delle nonparole e decodifica fonologica sono i miglior predittori delle future abilità di lettura

32 STADIO LOGOGRAFICO Modello Evolutivo della Lettura (Uta Frith, 1985) STADIO ALFABETICO (Via sublessicale) STADIO ORTOGRAFICO (procedura lessicale) STADIO LESSICALE Lettura esperta delle P come unità lessicali, la cui forma fonologica si recupera dal lessico.

33 CIRCUITI CEREBRALI DELLA LETTURA 1. Analisi visiva elementare 2. Riconoscimento della forma ortografica della parola 3. Recupero della forma sonora (temporo-parietale) 4. Attivazione della programma neuromotorio di articolazione del suono ABILITA VISUO- PERCETTIVE ABILITA FONOLOGICHE ABILITA MNESTICHE

34 CIRCUITI CEREBRALI DELLA LETTURA 1. Analisi visiva elementare 2. Riconoscimento della forma ortografica della parola (WFA) 3. Recupero della forma sonora 4. Attivazione della programma neuromotorio di articolazione del suono ABILITA VISUO- PERCETTIVE ABILITA FONOLOGICHE ABILITA MNESTICHE

35 Attivazione cerebrale durante compiti di lettura Controlli network perisilviano (area di Broca, area di Wernike incluso il planum temporale), giri temporale medio e inferiore, giro fusiforme, emisferi cerebellari e strutture sottocorticali (talamo e gangli della base) Dislessici

36 Controlli > Dislessici Regioni cerebrali maggiormente attivate nei gruppi di controllo rispetto ai dislessici durante i due compiti di lettura (giro temporale superiore; giro temporale medio; giro temporale inferiore; giro occipitale medio)

37 Riconoscimento della forma ortografica della parola Aree di attivazione alla visione di: > ſө NLPFZ TANCO PONTE La regione extrastriata mediale sinistra costituisce l ingresso visivo al sistema linguistico agendo come elaboratore ortografico.

38 Ipotesi interpretative DISLESSIA EVOLUTIVA

39 Principali teorie interpretative IPOTESI FONOLOGICA IPOTESI ELABORAZIONE UDITIVA IPOTESI VISIVA IPOTESI SENSORIALE-MAGNOCELLULARE IPOTESI ATTENZIONALE-PARIETALE CEREBELLARE O DELL AUTOMATIZZAZIONE

40 1. IPOTESI FONOLOGICA L apprendimento della lettura nei sistemi alfabetici presuppone l apprendimento della corrispondenza grafemafonema. Compromissione specifica nella rappresentazione, immagazzinamento e recupero dei suoni linguistici

41 1. IPOTESI FONOLOGICA Individua in fattori linguistici il nucleo comune dei disturbi di letto-scrittura ELABORAZIONE FONOLOGICA manipolazione astratta della struttura fonologica della parola (codifica e consapevolezza fonemica). DE presentano una compromissione specifica a carico delle abilità fonologiche (deficit primario)

42 Predittori fonologici di competenza lettura ripetizione non parole say "dooloowheep" elisione say the word "blend" without saying /l/ assemblaggio what word do these sounds make? /k/ /a/ /t/ segmentazione say "pit" one sound at a time inversione say "foob"; now say "foob" backwards

43 1. IPOTESI FONOLOGICA 3. IPOTESI FONOLOGICA A livello anatomico viene ipotizzata una disfunzione delle aree perisilviane dell emisfero sinistro sottostanti alla rappresentazione fonologica o alla connessione tra le rappresentazioni fonologiche e ortografiche. STUDI ANATOMICI (Galaburda et al, 1985; Geschwind and Galaburda, 1985) STUDI FUNZIONALI (Paulesu et al, 1996, 2001; Shaywitz et al, 1998; Brunswick et al, 1999; Mc Crory et al, 2000; Pugh et al, 2000; Temple et al, 2001; Shaywitz et al, 2002).

44 Ipotesi del deficit fonologico Anomalie nelle aree peri ed extra silviane dell emisfero sx e simmetria nel planum temporale Ambiente Livello socioculturale Metodo d insegname nto Conoscenze grafema-fonema povere Deficit fonologico biologico cognitivo Lettura povera Scarsa consapevol dei fonemi Lentezza nella denominazione comportamentale 47

45 2. IPOTESI: DISTURBI DELLA PERCEZIONE UDITIVA Deficit nell elaborazione temporale rapida dell informazione uditiva. la discriminazione tra fonemi richiede un analisi di frequenza precisa nei dislessici la discriminazione di frequenze spazialmente vicine è peggiore rispetto ai controlli

46 2. IPOTESI: DISTURBI DELLA PERCEZIONE UDITIVA Evidenze di un deficit nell elaborazione uditiva in DE discriminazione di frequenze giudizio di ordine temporale di stimoli uditivi fallimento nel rappresentare correttamente brevi suoni e rapide transizione determinerebbe difficoltà quando questi eventi dovrebbero consentire di discriminare tra contrasti fonemici come in /ba/ verso /da/. Povera discriminazione di alcuni contrasti.

47 3. IPOTESI: DISTURBO DELLA PERCEZIONE 1. TEORIA VISIVA VISIVA Errori tipici possono essere attribuiti a un disturbo nell elaborazione visiva dell informazione SOSTITUZIONI (più frequenti) chiodo - chiudo dorso borso INVERSIONI serdo - sedro linea liena OMISSIONI tucca-tuca bitto - bito attivista attività INSERIMENTI vunto - vunito tana tanta

48 DE e sistema magnocellulare DE e sistema magnocellulare Alcuni autori hanno considerato la possibilità che la dislessia sia dovuta a un anomalia nel sistema magnocellulare sia a livello anatomico che funzionale. Questo sistema è implicato nel rilevamento dei movimenti veloci ed è stato dimostrato che i dislessici hanno alte soglie nella percezione di oggetti in movimento

49 SISTEMA MAGNOCELLULARE a) M (Magnus o Y), campi recettivi ampi, sensibili a stimoli a basso contrasto, rispondono in modo rapido e transiente, più numerose nella periferia retinica (c.a. 10%). MOVIMENTO risposta a frequenze spaziali basse e a elevate frequenze temporali, specializzata nei cambiamenti istantanei del movimento di uno stimolo parvocellulare magnocellulare Genicolato Laterale

50 L efficienza della componente magnocellulare può essere testata ricorrendo a stimoli che attivano selettivamente il sistema (luci a rapida intermittenza, basso contrasto di target in movimento a bassa frequenza spaziale) Stimuli used for contrast sensitivity and speed discrimination (Ramus, 2003) (A) Magnocellular-specific stimulus; (B) Parvocellular-specific stimulus.

51 Ipotesi magnocellulare: evidenze significativa differenza di prestazione tra soggetti di controllo e dislessici in test psicofisici che utilizzano tali stimoli (Stein & Walsh, 1997; Stein & Talcott, 1999) riduzione degli strati Magnocellulari nel Nucleo Genicolato Laterale, responsabile dell elaborazione rapida degli stimoli visivi (Galaburda, 1989; Livingstone et al, 1991). Ma anomalie anche con ERP (Livingston et al, 1991) e con fmri (Eden et al., 1996).

52 EVIDENZE ANATOMICHE Particolarità strutturali nei cervelli dei dislessici. Un alterazione del planum temporale sinistro e la presenza di micro malformazioni anatomiche (ectopie e displasie) all interno del network delle aree perisilviane del linguaggio. (Galaburda et al, 1978; Galaburda et al, 1985; Humphreys et al, 1990)

53 IPOTESI Magnocellulare Come un deficit nelle funzioni basate sul sistema magnocellulare dà origine a difficoltà a leggere? la corteccia parietale posteriore costituisce la principale afferenza del sistema magnocellure, presiede tre importanti funzioni implicate nel processo di lettura regolazione dei movimenti oculari visione periferica attenzione visuo-spaziale

54 PERCEZIONE VISIVA: aree e vie di elaborazione

55 durante il movimento oculare la percezione del mondo rimane stabile grazie al meccanismo di SOPPRESSIONE SACCADICA operata dal sistema magnocellulare che inibisce la fissazione precedente in modo che questa non mascheri lo stimolo successivo. Questo meccanismo sarebbe disfunzionale nei dislessici per cui si determinerebbe una confusione tra stimoli percettivi (Stein & Walsh, 1997; Stein & Talcott, 1999) gli stimoli provenienti dalla periferia visiva intervengono al pari di uno stimolo foveale sulla percezione finale (Facoetti Molteni, 2001; Martelli et al., XXXX)

56 Effetto lunghezza della parola sui parametri dei Movimenti Oculari in DE (Hutzler & Wimmer, 2003)

57 IPOTESI Magnocellulare la corteccia parietale posteriore costituisce la principale afferenza del sistema magnocellure, presiede tre importanti funzioni implicate nel processo di lettura regolazione dei movimenti oculari DE compie più saccadi per parola, di ampiezza ridotta e le fissazioni avvengono anche su funtori. visione periferica Scarsa abilità di elaborare stimoli provenienti dalla periferia, inoltre eccessiva suscettibilità al rumore che fa da mascheramento a stimoli salienti (sia uditivi che visivi) attenzione visuo-spaziale Difficoltà nell orientamento implicito dell attenzione; con DE fonologici non sensibili al movimento apparente.

58 La partita è molto combattuta perché le due squadre tentano di vincere fino all'ultimo minuto. Era l'ultima giornata del campionato e il risultato era molto importante per la classifica finale. La partita è molto combattuta perché le due squadre tentano di vincere fino all'ultimo minuto. Era l'ultima giornata del campionato e il risultato era molto importante per la classifica finale.

59 Il deficit magnocellulare potrebbe anche spiegare le difficoltà riscontrate nei soggetti dislessici nel percepire stimoli uditivi in rapida successione, evidenza supportata da esperimenti di neuroimmagine funzionale (Temple et al, 2000). Circa il 50% dei bambini con DE manifesta un pregresso DSL Meccanismi dominio-generali come la percezione acustica e l attenzione (acustica e visiva) sono prerequisiti dello sviluppo della competenza fonologica

60 Ruolo del cervelletto: nel controllo motorio 4. Ipotesi cerebellare deficit di automatizzazione nell articolazione del linguaggio (lentezza o disfunzione nel processo di articolazione determinerebbe una rappresentazione fonologica povera) automatizzazione di procedure (una ridotta capacità di automatizzazione interferirebbe con il processo di apprendimento delle regole di corrispondenza grafema-fonema)

61 DISFUNZIONE CEREBELLARE: evidenze comportamentali prestazione ridotta in compiti di tipo motorio ridotto equilibrio e coordinazione motoria in paradigmi di tipo dual task difficoltà nell acquisizione e automatizzazione di nuove abilità motorie

62 L apprendimento implicito di una sequenza motoria di tapping coinvolge il cervelletto. Sia l esecuzione di una sequenza nota che l apprendimento di una nuova si associa ad attivazione cerebellare. DISLEXIC VS NORMAL READERS. Regions where the dyslexic group showed significantly less relative activation compared with controls. The only regions of significantly different relative activation are the right hemisphere of the cerebellum, together with the cerebellar vermis.

63 16 DE adulti vs. 16 controlli Tests: fonologia, percezione uditiva, visiva e funzioni cerebellari. Un deficit fonologico può non essere necessario (raro) ma è sufficiente per DE.

64 DISLESSIA EVOLUTIVA Il caso delle ortografie trasparenti Zoccolotti P. & Burani C. (2010) Apprendimento e disturbi di lettura in ortografie trasparenti in Vicari & Caselli (Eds) Neuropsicologia dello Sviluppo. Cap. XII

65 Prime strategie di lettura (1 trimestre 1 elem) Gruppo 4 strategia alfabetica avanzata (Orsolini et al, 2003)

66 Prime strategie di lettura Nel corso del primo anno di scuola elementare si arriva ad una lettura molto accurata. La rapidità si raggiungerà successivamente. (Orsolini et al, 2003)

67 accuratezza velocità Sviluppo delle abilità di lettura (1 elem-3 media, 500 bambini) La velocità migliora in modo più marcato all inizio e poi molto meno. L effetto lunghezza si riduce con l età e varia con la lessicalità, ma entrambe permangono nel tempo. L accuratezza arriva presto a soffitto per stimoli corti, e non è sempre correlata con la velocità. (Zoccolotti et al, 2008)

68 accuratezza velocità Effetto lunghezza in DE e normolettori Normolettori L effetto lunghezza sulla velocità di lettura cala drasticamente nel passaggio dalla 1a e 2a. Indice di passaggio alla lettura lessicale? Dislessici Il profilo RTs mostra un ritardo di due anni. (gli errori sempre di più dei controlli) Non c è indicazione di una lettura lessicale (Zoccolotti et. al 2005)

69 La lentezza dei DE suggerisce il predominio della lettura fonologica, accurata in ortografie trasparenti ma dispendiosa (dislessia superficiale) Parole Parole irregolari Non parole Effetti regolarità Errori di regolarizzazione GLICERINA /licerina/ YACHT passèro - macchìna conversione scritto-suono analisi visiva X lessico di entrata visivo sistema semantico lessico di uscita fonologico buffer fonemico lettura silente di omofoni non omografi Il l ago è fatto di acqua 74

70 Italiano: ortografia trasparente, con elevata corrispondenza grafema-fonema (g-f). Nella maggior parte dei casi esiste una corrispondenza uno-a-uno tra grafemi e fonemi, indipendentemente dal contesto: P /p/ palazzo (Regole Non Contestuali) Tuttavia ci sono casi (c, g, gl, sc) in cui la pronuncia di alcune consonanti dipende dal contesto successivo: G /j/ gelato (Regole Contestuali) /g/ gatto

71 Le parole con C e G sono lette più lentamente e con più errori rispetto alle parole senza regole contestuali, ma solo in interazione con la frequenza (Burani et al., 2006) (Kessler et al., 2002; Rastle & Coltheart, 1998; vedi anche Job et al., 1998)

72 Effetto frequenza e contesto ortografico in DE e normolettori chiesa multa cielo miele 14 DE e 68 controls (11-12 anni). Normale prestazione Raven

73 Effetto frequenza e contesto ortografico in DE e NormoLettori (NL) Effetti gruppo**, frequenza**, contesto** frequenza x gruppo** frequenza x contesto** DE sono più lenti e meno accurati dei controlli, ma mostrano uguale sensibilità alla frequenza e al contesto ortografico (low freq!). Questi indicatori di accesso lessicale non supportano un deficit puro superficiale. Le due procedure sono disponibili ai DE, ma con meno prontezza (deficit visivo??). (Barca et. al 2006)

74 Lettura lessicale in DE? effetto lessicalità sia in NL che in DE effetto frequenza sia in NL che in DE (in velocità ma non in errori) (Paizi et al 2011) DE italiani sono sensibili alle dimensioni lessicali? P e NP bilanciate per: fonema inziale N lettere freq bigrammi freq vicini ortografici doppie

75 LETTURA P-NP?FREQUENZA? DECISIONE LESSICALE effetto lessicalità sia in NL che in DE effetto frequenza sia in NL che in DE effetto lessicalità sia in NL che in DE Trasf dati: z-score individuali

76 LETTURA P-NP length/freq DECISIONE LESSICALE Sia in lettura che in decisione lessicale effetto lunghezze in DE, non dovuto alla lentezza globale (z-score) effetto frequenza sia in NL che in DE

77 Lettura lessicale in DE? DE italiani sono sensibili alle dimensioni lessicali? -Lettura di HF e LF P più veloce di NP (anche in liste miste!) -Effetto lessicalità riflette un buon accesso al lessico ortografico -L effetto frequenza emerge in DE ad escludere un deficit lessicale - Ma l effetto lunghezza (anche in DecLes) specifico in DE (visuo-attentional decifit?) (Paizi et. al 2011)

78 La morfologia può aiutare la lettura? HP:i morfemi costituiscono delle unità intermedie (tra grafema e parola) che facilitano la lettura nei lettori non esperti (precoce o DE). Parole Derivate vs Semplici BELL-EZZA vs. TEST-ARDO AUT-ISTA vs. CAST-AGNA Pseudoparole morfologiche vs Semplici DONN-ISTA vs. DENN-OSTO ASA [radice+suffisso derivazionale HF] GUERR-OSO vs. STROD- (Burani et. al 2008)

79 MORFOLOGIA Parole derivate o composte FORMA LIBERA (RADICE): GOMM FORMA LEGATA: AFFISSO GOMM-ISTA PRE-MEDITAZIONE (SUFFISSO) (PREFISSO)

80 TAVOLO TAVOLI TAVOLINO TAVOLINI TAVOLATA TAVOLATE INTAVOLARE INTAVOLIAMO..

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82 Burani e Thornton (2003) Ar - As Nud-ista Br- As Igien-ista Ar - Bs Lavat-oio Br - Bs Serbat-oio

83 Burani e Thornton (2003) Ar - As Nud-ista 1 Br- As Igien-ista 1 Ar - Bs Lavat-oio 5 Br - Bs Serbat-oio 1

84 Burani e Thornton (2003) Ar -As Nud-ista Br -As Igien-ista Ar -Bs Frutt-eto Br- Bs Querc-eto 34-46

85 AA AB BA BB ND nudista frutteto igienista querceto scirocco TR % Errori % TR AA AB BA BB ND

86 NON PAROLE MORFOLOGICHE

87 La morfologia può aiutare la lettura? [ = = Tutti i gruppi leggono meglio NP morfologicamente complesse, più vero per i DE. Solo i lettori giovani o DE sono sempre facilitati dalla morfologia nella lettura di P

88 La morfologia può aiutare la lettura? SI! La morfologia aiuta sempre la lettura di NP, sia i NL che i DE, ma solo questi ultimi la utilizzano anche per la lettura di parole dato che in questi soggetti l analisi globale è meno efficiente.. La lettura morfologica puo essere una strategia compensatoria, che guida alla comprensione. (Burani et. al 2008)

89 Difficoltà nelle prime fasi di elaborazione percettiva? HP: Se c è abbastanza tempo per completare l analisi visiva, la lettura ne dovrebbe beneficiare! 12 DE vs 24 controlli (6-7 grades) dislessici controlli (Zoccolotti et. al 2006)

90 Difficoltà nelle prime fasi di elaborazione percettiva? Effetto lunghezza* in lettori precoci e DE italiani Movimenti oculari (frequenti e con lunghe fissazioni) Faticosa estrazione delle informazioni nella singola fissazione (Zoccolotti et. al 2006)

91 R RBS S 0.5 eccentricità

92 CROWDING Caratterizza la periferia normale dove gli oggetti sono spesso non identificabili. Nel caso di lettere, se più di una cade all interno della stessa regione di integrazione tutte le caratteristiche vengono integrate e l identificazione delle lettere è impossibile. Manipolazione: per eliminare il crowding occorre aumentare lo spazio tra le lettere in modo che sia pari alla metà dell eccentricità retinica delle lettere.

93 PANTELLERIA P A N T E L L E R I A

94 A che livello il meccanismo responsabile del crowding interferisce con la lettura in DE? (Spinelli et. al 2002)

95 L effetto crowding emerge sia in DE che in controlli ma è più evidente nel primo gruppo. Caratterizza sia la lettura di parole che di simboli quindi emerge ad un livello pre-linguistico di elaborazione

96 Un aumento limitato della spaziatura tra le lettere facilità le lettura in DE e non nei controlli (troppo spazio ha un effetto negativo)

97 Samples of the text read by the dyslexic and normally developing children matched for reading level. Zorzi M et al. PNAS 2012;109: by National Academy of Sciences

98 (A) Reading accuracy measured in terms of number of errors (incorrect words) as a function of group and testing time. Zorzi M et al. PNAS 2012;109: by National Academy of Sciences

99 fine 107

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