Come una farfalla sul muro:osservare durante il tirocinio

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FERRARA Facoltà di Lettere e Filosofia Seminari metodologici propedeutici al tirocinio a.a. 2014/2015 Come una farfalla sul muro:osservare durante il tirocinio Ph.D. Emanuela Spaggiari

2 IL TIROCINIO COME PROGETTO Si struttura in cinque fasi: 1. Informativo-conoscitiva 2. Progettuale 3. Osservativa 4. Operativa 5. Valutativa e di riflessione personale

3 FASE OSSERVATIVA: LA PIANIFICAZIONE Esperienze di osservazione partecipante dell attività svolta da uno o più operatori in relazione con gli utenti. Tali esperienze vanno pianificate in accordo con gli operatori e inserite nel progetto (vedi schema della relazione di tirocinio, parte seconda, punto c)

4 OBIETTIVI GENERALI Comprendere la microcultura in cui si è inseriti facendo particolare attenzione a: la sua identità culturale i suoi modelli valoriali di riferimento l'insieme di regole (scritte e non) che strutturano l'azione e le relazioni tra gli attori...

5 COME AFFRONTARE LA FASE OSSERVATIVA Muniti di un sufficiente bagaglio di conoscenze sul contesto da analizzare E' necessario definire cosa osservare, non essendo possibile osservare tutto con la medesima attenzione

6 L'OSSERVAZIONE COME COSTRUZIONE Con l'osservazione non si scoprono dati oggettivi ma si costruiscono buone interpretazioni della realtà osservata. L'osservazione consente di leggere e trasformare la realtà mediante la condivisione delle interpretazioni suddette.

7 IL SISTEMA CONTESTO-OSSERVATORE Ogni realtà è una microcultura in possesso di un'identità peculiare Durante l'osservazione anche l'osservatore contribuisce a creare il sistema contesto-osservatore (processo attivo di adattamento reciproco)

8 OSSERVARE IL CONTESTO Contesto come comunità di pratiche Nel sistema contesto-osservatore-attori l adattamento è reciproco Il clima organizzativo: proprietà della situazione sociale complessiva che tende a naturalizzarsi (caldo/freddo, accogliente/distante, rilassante/teso ) Esistono momenti dedicati al confronto? (abitudine alla discussione, allo scambio critico diretto per affrontare e risolvere i conflitti)

9 OSSERVARE GLI SPAZI E GLI ATTORI La conformazione degli spazi è un indizio delle caratteristiche sociali dell'organizzazione; Il contesto sociale che riguarda l'"ambiente umano": la storia dell ente, gli attori che lo popolano con le loro funzioni e compiti, i gruppi e sottogruppi, le gerarchie mescolate e/o rigide, le interazioni formali e informali, ecc.; Le interazioni informali sono il fulcro dell'osservazione partecipante; Le rappresentazioni degli attori sociali (anche attraverso colloqui informali).

10 OSSERVARE LE RELAZIONI Il contesto educativo si caratterizza per la presenza continua di dimensioni di gruppo: pertanto l'unità osservativa fondamentale saranno le relazioni (ricerca dell'invarianza ma anche del fenomeno singolare e diverso).

11 INDIVIDUARE CIÒ CHE È DATO PER SCONTATO Individuare i "luoghi comuni" che sottostanno alle reti collettive di significato, e che essendo divenuti normali, scontati, assumono il carattere di norme indiscusse, come: Le leggi informali che entrano a far parte della conoscenza tacita degli operatori. Gli aspetti emergenti che spesso rimangono sommersi: strategie di risoluzione di problemi, sistemi valoriali e abiti culturali (schemi mentali di percezione e valutazione).

12 COMPARARE FORMALE E INFORMALE Comparare rappresentazioni formali - discorsi istituzionali o ufficiali, dichiarazioni d intenti, ecc. (la ribalta) - e interazioni informali - alcuni aspetti delle pratiche realmente agite nella quotidianità (il retroscena).

13 OLTRE LA NORMALITÀ Non soffermarsi solo su ciò che ci sembra accettabile in quanto "normale", ma accogliere anche elementi di sorpresa (es. microviolazioni, che tendono ad incrinare le regole tacite). Di solito queste interpretazioni, all'interno dei contesti educativi, vengono respinte o nascoste, ma sono proprio queste "eccezioni" a costituire il terreno più fertile di osservazione per le riflessioni dell educatore.

14 ESSERE DISCRETI L accesso al campo deve essere il più discreto possibile finché la propria presenza non viene accettata. Non cercare di raccogliere subito tutte le informazioni (osservazione in apnea), e nemmeno essere troppo preoccupati di non perdere nessun dettaglio.

15 SENTIRSI AI MARGINI Sensazione iniziale di marginalità e non appartenenza Non siamo in grado di prevedere ciò che accadrà, dobbiamo affrontare situazioni sconosciute I professionisti che accolgono il tirocinante sanno di essere osservati e si creano delle aspettative sull operato del tirocinante. Quest ultimo può essere visto come una risorsa o come una minaccia.

16 IL TIROCINANTE COME MINACCIA Giudica e valuta l operato degli educatori osservati, gli educatori stessi e anche gli utenti. Propone i propri modelli come unici e adeguati.

17 IL TIROCINANTE COME RISORSA Osserva e analizza. Si adatta all ambiente Propone interrogativi, sollecitazioni Porta alla luce dati che in condizioni di routine non emergono Produce nuove conoscenze e le condivide con il tutor e la comunità accogliente

18 BIBLIOGRAFIA Corbetta P. (1999), Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna. Dovigo F. (2003), Osservazione e formazione. Manuale per l osservazione dei contesti educativi, Milano, Angeli.

19 Per approfondire Goffman E. (1969), La vita quotidiana come rappresentazione, Il Mulino, Bologna

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