Protocolli sperimentali per la caratterizzazione dei prodotti, la determinazione della shelf-life e lo studio di stabilità dei prodotti

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1 Microbiologia predittiva: possibili utilizzi nell attività di controllo ufficiale negli Operatori del Settore Alimentare Reggio Emilia // Protocolli sperimentali per la caratterizzazione dei prodotti, la determinazione della shelf-life e lo studio di stabilità dei prodotti Finazzi Guido IZSLER - Reparto Microbiologia

2 Analisi del rischio Analisi del rischio applicata ad una produzione alimentare Accurata conoscenza del prodotto e del suo processo produttivo

3 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

4 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

5 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

6 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

7 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

8 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

9 Analisi del rischio Conoscenza del processo produttivo: Rilevare accuratamente il processo produttivo di ogni prodotto; Individuare fasi di processo che possono costituire CCP (quando ci sono); Verificare tramite strumenti di misura (es. sonde per T ) della situazione in superficie e a cuore dell alimento; Rilevare variabilità di parametri quali T, tempo, U.R., ecc. nei diversi lotti (variabilità accettata); Valutare diverse possibilità di confezionamento e utilizzo Considerare sempre nelle nostre valutazioni la situazione teoricamente più sfavorevole, ovvero meno efficace nella prevenzione o limitazione di un rischio Verificare se il processo produttivo viene modificato

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11 Analisi del rischio Conoscenza di un prodotto: Caratterizzazione del prodotto: - Individuazione delle popolazioni presenti - Descrizione della dinamica di tali popolazioni - Misurazione andamento di Aw e ph - Creazione di standard di prodotto e di processo

12 Conoscenza di un prodotto Caratterizzazione del prodotto: elenco dei produttori conoscenza dei processi produttivi evidenziazione delle variabilità accettate scelta dei produttori stabilire un piano di campionamento stabilire quanto prodotto serve in totale

13 Caratterizzazione di un prodotto analisi su almeno produttori per ogni produttore analisi su almeno lotti per ogni lotto analisi su almeno unità valutare stagionalità delle produzioni (alpeggi)

14 Piano di campionamento quando fare i campioni? come fare i campioni? quali parametri valutare?

15 Piano di campionamento Quando fare i campioni? da materia prima (latte / cagliata o carne / impasto) fino a fine stagionatura prevista o anche oltre le prime fasi della stagionatura (asciugatura) sono quelle in cui le popolazioni microbiche aumentano più velocemente Fare più campioni ravvicinati nelle prime - settimane e poi ogni - giorni nel resto della stagionatura

16 Piano di campionamento Quando fare i campioni? tenere un calendario alla mano per stabilire il piano di campionamento (festività, ponti, ecc.) non è necessario avere la stessa identica cadenza delle campionature nei diversi lotti se so la distanza (in ore) dall inizio della lavorazione È importante l andamento dei vari parametri (trend), meno il confronto tra dati singoli

17 Piano di campionamento Come fare i campioni? una unità = un campione: per prodotti di piccola pezzatura (es. caprini, scamorze o cacciatori) una unità = - campioni: per prodotti di media pezzatura (es. caciotte suddivise in quarti o salami utilizzabili per più prelievi) una unità = tutti i campioni: per prodotti di grossa pezzatura (eliminare di volta in volta la parte di prodotto esposta all aria) trasporto e conservazione dei campioni refrigerati fino all analisi analizzare i campioni prima possibile

18 Piano di campionamento Quali parametri valutare? Microrganismi tecnologici: PCA = Carica batterica totale mesofila, MRS e M= numerazione di flore lattiche mesofile e termofile Baird Parker = numerazione micrococcacee KAA = enterococchi (spesso normale flora in formaggi di montagna) Parametri merceologici: ph e Aw

19 Piano di campionamento Quali parametri valutare? Microrganismi criteri di igiene di processo (reg. /): VRBA = Numerazione Enterobatteriacee, TBX = Numerazione Escherichia coli Baird Parker = numerazione Staph. aureus Microrganismi deterioranti: OGYEA = numerazione lieviti e muffe TSC = numerazione clostridi solfito riduttori

20 Piano di campionamento Quali parametri valutare? Microrganismi criteri di sicurezza alimentare: Listeria monocytogenes Salmonella Spp Campylobacter termotolleranti Fare un controllo (ricerca e numerazione se positiva) nei primi campioni e a fine stagionatura

21 Caratterizzazione di un prodotto Standard di processo: dati che riguardano l andamento di un parametro, misurati nei diversi lotti di uno stesso produttore Standard di prodotto: dati che riguardano l andamento di un parametro, misurati nei diversi lotti di tutti i produttori

22 Caratterizzazione di un prodotto Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Andamento dei Lattobacilli mesofili nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Outliers Andamento dei Lattococchi nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Outliers Andamento di Micrococcaceae nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Outliers

23 Caratterizzazione di un prodotto Andamento del ph nel Salame Piacentino DOP, ph,, ph regressione max min Andamento dell'attività dell'acqua nel Salame Piacentino DOP,, Aw,,,, Aw regressione max min outliers

24 Caratterizzazione di un prodotto Andamento dei Lattobacilli termofili nel Salame Piacentino DOP Andamento dei Lattococchi termofili nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione log ufc/g regressione Andamento degli Enterococchi nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione

25 Caratterizzazione di un prodotto Andamento delle Enterobattericeae nel Salame Piacentino DOP Andamento di Staph. aureus nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione log ufc/g Andamento dei Lieviti nel Salame Piacentino DOP Andamento delle Muffe nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione log ufc/g regressione

26 Standard di prodotto e di processo Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio San Bono S.r.l. log ufc/g regressione max min Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio Giordano S.r.l. log ufc/g regressione max min Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio Fiocchi Luigi log ufc/g regressione max min

27 Standard di prodotto e di processo Andamento dei Lattobacilli mesofili nel Salame Piacentino DOP log ufc/g regressione max min Outliers Andamento dei Lattobacilli mesofili nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio San Bono S.r.l. log ufc/g regressione max min Andamento dei Lattobacilli mesofili nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio Giordano S.r.l. log ufc/g regressione max min Outliers Andamento dei Lattobacilli mesofili nel Salame Piacentino DOP prodotto da Salumificio Fiocchi Luigi log ufc/g regressione max min

28 Standard di processo Andamento della Carica Batterica Totale aerobia mesofila nella Formagella della Val Palot log ufc/g regressione max min log ufc/g lotto Outliers Andamento dei Lattobacilli mesofili nella Formagella della Val Palot log ufc /g regressione max min log ufc/g lotto Outliers Andamento dei Lattobacilli termofili nella Formagella della Val Palot log ufc/g regressione max min log ufc/g lotto Outliers Andamento di Micrococcacee nella Formagella della Val Palot log ufc/g regressione max min log ufc/g lotto Outliers

29 Caratterizzazione di un prodotto Non necessariamente i dati che si riferiscono ad un parametro microbiologico o merceologico descrivono un andamento standard Anche questa è un informazione, e indica estrema variabilità di un prodotto

30 Reg. / (/ ) In conformità all allegato II, gli operatori del settore alimentare, da soli o in consorzio, devono effettuare studi per verificare se i criteri di sicurezza alimentare sono rispettati: Prove per determinare caratteristiche chimico-fisiche (ph, Aw, presenza Sali o conservanti); Consultazione letteratura scientifica disponibile Utilizzo di modelli di microbiologia predittiva Effettuazione di challenge test per valutare la sopravvivenza di patogeni inoculati durante il processo di trasformazione Effettuazione di challenge test per valutare la sopravvivenza di patogeni inoculati durante il periodo di conservabilità e in condizioni prevedibili di distribuzione, conservazione ed uso

31 Microbiologia predittiva

32 Microbiologia predittiva

33 Microbiologia predittiva

34 Microbiologia predittiva

35 Microbiologia predittiva

36 Microbiologia predittiva

37 Microbiologia predittiva Altri siti gratuiti: Predictive microbiology Information portal: PMIP Pathogen modeling programme: PMP Seafood spoilage and safety predictor: Refrigeration index calculator:

38 Challenge test Effettuati in laboratorio (Lab. di Trasformazioni sperimentali del Reparto di Microbiologia dell IZSLER) In collaborazione con produttori Con ceppi patogeni o equivalenti (ATCC e isolati in campo) su cui sono state eseguite prove di caratterizzazione

39 Piano di campionamento Come contaminare?

40 Piano di campionamento Quali patogeni utilizzare? Listeria monocytogenes o Listeria innocua Clostridium botulinum o Cl. sporogenes Salmonella spp E. coli O:H Altri (es. Bac. cereus)

41 Livello di contaminazione Contaminazione con concentrazione alta - verifica efficacia di trattamenti termici - processo di trasformazione dovrebbe inibire i patogeni Contaminazione con concentrazione bassa - processo di trasformazione non dovrebbe inibire patogeni - valutazione di shelf-life

42 Piano di campionamento Quanti campioni fare? aliquote contaminate per ogni campionamento aliquota di controllo per ogni campionamento Almeno - campionamenti per ogni sperimentazione

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45 Presenza patogeni = alterazione prodotto? Contaminazione Bagoss

46 Presenza patogeni = alterazione prodotto? Pancetta di controllo Contaminata con L.monocitogenes

47 Presenza patogeni = alterazione prodotto? Contaminazione sperimentale Bresaola della Valtellina IGP

48 Challenge test: Produzioni contaminate Contaminazione Grana Padano DOP ph... Andamento del ph nelle prime fasi del processo del Grana Padano tem po Andamento ph dal latte alla forma di Grana dopo ore ph regressione max min GIACENZA Temperatura ( C) AGGIUNTA A CAGLIO INIZIO COTTURA ROTTURA CAGLIATA. Tempo (ore) Andamento temperatura dal latte alla forma di Grana dopo ore

49 Challenge test: produzioni contaminate Contaminazione Grana Padano DOP Salmonella typhimurium Listeria monocytogenes tempo (ore) log ufc/g regressione max min latte + patogeno latte caldo + patogeno tempo (ore) log ufc /g regressione max min latte + patogeno lp lp latte caldo + patogeno lc p lcp Staphylococcus aureus tempo (ore) log ufc/g regressione max min latte+patogeno latte caldo + patogeno

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51 Challenge test: produzioni contaminate Bagoss artificialmente contaminato

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53 Derivati del latte: acidificazione Sperimentazione su caprino artificialmente contaminato: fase di lavorazione

54 Derivati del latte: acidificazione Sperimentazione su caprino artificialmente contaminato: lavorazione Andamento del ph nel Caprino artificialmente contaminato ph,,,, ph regressione max min controllo

55 Challenge test: produzioni contaminate Caprino artificialmente contaminato: fase di lavorazione Andamento di Escherichia coli O:H nel Caprino artificialmente contaminato log ufc/g regressione max min Andamento di Listeria monocytogenes nel Caprino artificialmente contaminato log ufc/g regressione max min Andamento di Salmonella typhimurium nel Caprino artificialmente contaminata Andamento di Staphylococcus aureus nel Caprino artificialmente contaminato log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

56 Derivati del latte: acidificazione Sperimentazione su caprino artificialmente contaminato: lavorazione + stagionatura Andamento del ph nel Caprino artificialmente contaminato ph,,,, ph regressione max min controllo

57 Derivati del latte: acidificazione Caprino artificialmente contaminato: fase di stagionatura Andamento di Escherichia coli O:H nel Caprino artificialmente contaminato Andamento di Listeria monocytogenes nel Caprino artificialmente contaminato log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min Andamento di Salmonella typhimurium nel Caprino artificialmente contaminata Andamento di Staphylococcus aureus nel Caprino artificialmente contaminato log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

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60 Derivati del latte: acidificazione Sperimentazione su yogurt artificialmente contaminato: fase di lavorazione Andamento del ph durante la produzione di yogurt contaminato da diversi patogeni ph,,,,, tempo (ore) ph regressione max min

61 Derivati del latte: acidificazione Andamento di Listeria monocytogenes durante la produz ione di yogurt sperimentalmente contaminato Log UFC/ml tempo (ore) log ufc/g regressione max min Andamento di Salmonella typhimurium durante la produzione di yogurt sperimentalmente contaminato Log UFC/ml tempo (ore) log ufc/g regressione max min

62 Challenge test: validazione trattamenti termici Abbattimento di Listeria monocytogenes durante il trattamento post confezionamento di Tranci di fesa di tacchino sottovuoto artificialmente contaminati Log UFC/cm^ tempo (minuti) log ufc/cm^ regressione max min Tempo di riduzione decimale D: minuti secondi ± secondi

63 Challenge test: produzioni contaminate Contaminazione Bresaola della Valtellina IGP Log UFC/cm log ufc/cm regressione max min Andamento di Salmonella spp: D = hh e ± hh D = gg ± gg e hh

64 Challenge test: produzioni contaminate Contaminazione Bresaola della Valtellina IGP E. Coli O:H: D = gg e hh ± gg log ufc/cm regressione max min L. monocytogenes: D = gg e hh ± gg e hh log ufc/cm regressione max min outlier

65 Challenge test: prove di biocompetizione L. monocytogenes nel Salame della Bergamasca: D = gg e hh ± gg e hh log ufc /g regressione max min outlier L. monocytogenes nel Salame della Bergamasca + Leuconostoc spp.: D = gg e hh ± gg e hh D = gg e hh ± gg log ufc/g regressione max min

66 Challenge test: confronto tra prodotti Salmonella typhimurium nel Salame della Bergamasca: D = gg e hh ± gg e hh Salmonella typhimurium nel Salame alla cacciatora DOP: D = gg e hh ± gg e hh

67 Determinazione shelf-life Spesso la durata commerciale dei prodotti alimentari viene stabilita: Su imitazione dei concorrenti; In base a quanto imposto dal cliente; In base ai vantaggi commerciali; Tenendo conto solo delle alterazioni organolettiche dei prodotti

68 Determinazione shelf-life Corretta determinazione della shelf-life Basata primariamente sul comportamento dei patogeni in condizioni usuali di conservazione

69 Determinazione shelf-life Temperatura di conservazione degli alimenti: - C = temperatura ideale ma teorica; - C = temperatura che facilmente si può verificare nella grande distribuzione o nei frigo domestici; - C = temperatura di blando abuso termico; - C = temperatura di abuso termico

70 Determinazione shelf-life Modalità di confezionamento degli alimenti: al naturale; sottovuoto; in atmosfera modificata (ATM); in liquido di governo

71 Determinazione shelf-life Indicazioni su come svolgere challenge test per valutazione shelf life (L. monocytogenes) SANCO ver.: Valutazione del potenziale di crescita valuta la capacità di crescere di L. monocytogenes in un alimento fatto su lotti diversi dello stesso alimento utilizzo miscela di ceppi in fase stazionaria a T dell alimento concentrazione dell inoculo - ufc/g se alimento è naturalmente contaminato test comunque valido bisogna mimare le condizioni di conservazione usuali si valuta differenza δ tra inizio e fine sperimentazione (>, log) possibile sapere conc. a Tempo variabile per non superare ufc/g o ml poco flessibile. Specifico per quell alimento in quelle condizioni

72 Determinazione shelf-life Indicazioni su come svolgere challenge test per valutazione shelf life (L. monocytogenes) SANCO ver.: Valutazione del tasso di crescita massimo misura tasso di crescita di L. monocytogenes ad un determinata T selezionare ceppi a più alta velocità di crescita inoculare lotti diversi con ceppi diversi () a concentrazione di ufc/g se alimento naturalmente contaminato il test non è più valido i risultati devono essere rielaborati con programmi appositi (modello Baranyi) applicando modelli di microbiologia predittiva è possibile estendere ad altre T possibile sapere conc. a Tempo zero per non superare ufc/g o ml in situazioni di conservazione differenti più flessibile, ma più lungo e costoso

73 Determinazione shelf-life Indicazioni su come svolgere challenge test per valutazione shelf life (L. monocytogenes) SANCO ver.: Studi di conservabilità Si possono utilizzare alimenti naturalmente contaminati (campioni ufficiali) L interpretazione può essere complicata (disomogeneità della contaminazione) Il campionamento deve essere casuale Può essere necessario utilizzare molte unità dell alimento (limite di confidenza) Alimento conservato nelle usuali condizioni di conservazione Si analizzano i lotti di alimento alla fine della conservazione e si valuta se e quanti hanno un valore di L. monocytogenes superiore a ufc/g o ml.

74 Determinazione shelf-life

75 Studi di shelf-life Coppa affettata: L. monocytogenes La Coppa contaminata affettata non supporta la crescita di L.monocytogenes in differenti condizioni di conservazione

76 Studi di shelf-life Fesa di tacchino: L. monocytogenes Log UFC/cm^ Andamento di Listeria monocytogenes nella Fesa di tacchino arrosto contaminata in superficie, confezionata, trattata termicamente e conservata a C Log UFC/cm^ Andamento di Listeria monocytogenes nella Fesa di tacchino arrosto contaminata in superficie, confezionata, trattata termicamente e conservata a C log ufc/cm^ regressione log ufc/cm^ regressione Td = gg hh ± gg e hh Td = hh ± hh Tempo per arrivare a ufc/cm partendo da ufc/cm = gg hh Tempo per arrivare a ufc/cm partendo da ufc/cm = gg hh

77 Studi di shelf-life Fesa di tacchino: L. monocytogenes Log UFC/cm^ Andamento di Listeria monocytogenes nella Fesa di tacchino arrosto contaminata in superficie, confezionata, trattata termicamente e conservata a C Log UFC/cm^ Andamento di Listeria monocytogenes nella Fesa di tacchino arrosto contaminata in superficie, confezionata, trattata termicamente e conservata a C log ufc/cm^ regressione log ufc/cm^ regressione Td = hh ± hh Td = hh ± hh Tempo per arrivare a ufc/cm partendo da ufc/cm = gg hh Tempo per arrivare a ufc/cm partendo da ufc/cm = gg hh

78 Studi di shelf-life Zampone precotto affettato: Salmonella typhimurium C C log ufc/g regressione max min log ufc /g regressione max min outlier C C log ufc/g regressione max min log ufc /g regressione max min

79 Studi di shelf-life Zampone precotto affettato: L. monocytogenes C C log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min Deviazione estrema C C log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

80 Studi di shelf-life: valutazione modalità di confezionamento Salmonella typhimurium nei Salamini alla cacciatora DOP (stagionatura): D = gg e hh Salmonella typhimurium nei Salamini alla cacciatora DOP (sottovuoto): D = gg e hh

81 Studi di shelf-life: valutazione utilizzo conservanti Mortadella affettata: L. monocytogenes C C mortadella senza lattato mortadella con lattato mortadella senza lattato mortadella con lattato C C mortadella senza lattato mortadella con lattato mortadella senza lattato mortadella con lattato

82 Studi di shelf-life: valutazione utilizzo conservanti C Lo g UF C/ g Nervetti cubettati: Enterobatteriacee Con conservante (E) Senza conservante log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min C log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

83 Studi di shelf-life: valutazione utilizzo conservanti C Nervetti cubettati: Enterobatteriacee Con conservante (E) Senza conservante log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min C log ufc /g regressione max min log ufc/g regressione max min

84 Studi di shelf-life: valutazione utilizzo conservanti Nervetti cubettati: L. monocytogenes C Con conservante (E) log ufc/g regressione max min Senza conservante log ufc/g regressione max min C log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

85 Studi di shelf-life: valutazione utilizzo conservanti C Nervetti cubettati: Enterobatteriacee Con conservante (E) Senza conservante log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min C log ufc/g regressione max min log ufc/g regressione max min

86 Studi di shelf-life: confronto tra prodotti Mezzelune di provolone confezionate in ATM

87 Studi di shelf-life: confronto tra prodotti Mezzelune di provolone confezionate in ATM

88 Grazie per l attenzione sivars@izsler.it paolo.boni@izsler.it guido.finazzi@izsler.it paolo.daminelli@izsler.it

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