TENDENZE NELLA GESTIONE DELLA CHIOMA NELLA VITICOLTURA CILENA

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1 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.1 TENDENZE NELLA GESTIONE DELLA CHIOMA NELLA VITICOLTURA CILENA Francisco VALDIVIESO Direttore Tecnico Viña Undurraga, Santiago, Cile È molto importante conoscere alcuni concetti che rendono necessario realizzare una gestione della chioma. La domanda che in molte occasioni ci facciamo: vale la pena lo sforzo, sopratutto economico, di mantenere la vigna equilibrata con una minor resa per ottenere vini di maggior qualità? La risposta la abbiamo vista noi stessi in cantina ed inoltre anche la bibliografia conferma che la qualità migliora. Esiste una relazione indiretta tra il sole e il vino, in altre parole, c è un effetto dell esposizione dei grappoli e le foglie al sole sulla qualità del vino. L esperienza c insegna che fogliami vigorosi ed ombreggianti nelle varietà d uva rossa riducono la qualità dei vini. D altra parte, vigneti con una sistemazione appropriata della chioma, vigoria media, numero di grappoli proporzionati alla loro vigoria e grappoli con una buona quantità di luce migliorano la qualità dell uva permettendo di ottenere un buon vino. La gestione della chioma consiste nel realizzare una serie d interventi o nell applicare delle tecniche che aiutano a posizionare i germogli, il loro numero e i frutti (Smart, 1989), il tutto allo scopo di espandere la chioma per far in modo che abbia la maggior superficie possibile di foglie esposte al sole e la minor parte all ombra. È importante segnalare che tutte le decisioni prese precedentemente alla piantagione, possono essere decisive nel determinare l esito di questa gestione nella vigna adulta. Fattori da prendere in considerazione al momento di progettare una piantagione, che determineranno le caratteristiche della chioma e quindi la gestione che di questa si farà nella vigna adulta: - Suolo - Varietà - Porta innesto - Distanza di piantagione - Sistema d allevamento - Orientamento dei filari - Sistema d irrigazione Una volta deciso ed eseguito l impianto, il vigneto si svilupperà ed arriverà alla piena produzione ed in funzione dei fattori precedentemente elencati, avremo nel nostro appezzamento un maggior o minor lavoro di manipolazione del fogliame, in funzione della vigoria, ma soprattutto dell uniformità con la quale questo appezzamento si trovi una volta in produzione. Di conseguenza, prima di affrontare i lavori o le tecniche di gestione della chioma, dobbiamo avere chiari due fattori che sono assolutamente basilari e senza i quali è difficile lavorare: a) Identificare le diverse vigorie all interno dell appezzamento e la loro uniformità contrassegnando i settori per le future gestioni, a questo scopo esistono alcune alternative: - Misure sul terreno di parametri che ci permettano di stabilire queste vigorie. - Immagini multispettrali basate sull agricoltura di precisione

2 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.2 b) Conoscere l obiettivo finale delle uve, per quanto riguarda il tipo di vino che si vuole produrre, per esempio: riserva o vino da tavola. La suddivisione degli appezzamenti in funzione della vigoria, è un aspetto che molte volte non è preso in considerazione nella gestione, ed è per questo che si lavorano allo stesso modo settori a bassa vigoria e settori ad alta vigoria, poiché gli appezzamenti sono considerati come unità completa e quel che è peggio, si effettua la vendemmia di questi differenti settori contemporaneamente, diminuendo in questo modo la qualità di quei settori che potrebbero avere un maggiore potenziale. Quando si conoscono queste differenze nelle vigorie, ci rendiamo conto dell importanza che ha effettuare i lavori di potatura e gestione della chioma in genere separatamente, raccogliere ed avere l opportunità di mantenere i prodotti separati in cantina, ed in funzione dei risultati, avere la possibilità di realizzare un taglio o di ottenere prodotti differenti. Per identificare questi settori esistono diverse possibilità, tra cui la misura dei seguenti parametri: 1) Peso della potatura (Kg. di potatura per metro lineare di cordone) 2) Superficie fogliare (m 2 di foglia per metro lineare di cordone) 3) Peso dei tralci 4) Lunghezza dell internodo 5) Numero di strati di foglie Per effettuare queste misure é necessario fare delle campionature che molte volte sono difficili da realizzare e poi da valutare con i seguenti svantaggi: - Si sviluppa una griglia regolare di campionamento senza tener conto delle diverse vigorie. - C é bisogno di un elevato numero di campioni e quindi di personale, perciò il costo è elevato. - L elaborazione dell informazione é difficile da realizzare. - Una volta elaborati i dati é complicato ottenere la settorializzazione per vigoria. Un altra possibilità per settorializzare gli appezzamenti, sono le immagini multispettrali o mappa di vigorie della vigna con i seguenti vantaggi: - Si ottengono le vigorie del vigneto delimitate all interno di ogni appezzamento. - Si può conoscere il coefficiente di variabilità per appezzamento. - I punti precedenti ci permettono di realizzare i lavori di potatura e gestione della chioma per aree di vigorie, facendo maggiore attenzione agli appezzamenti con maggiore variabilità. - Permette di assegnare punti di campionatura per vigoria, cosa che ci aiuta a stabilire con minor quantità di punti il peso di potatura, i chilogrammi raccolti per vigoria, ecc.. - Permette di diagnosticare problemi e di stabilire le soluzioni. Per esempio: nei settori di alta vigoria si potrebbero mettere colture fra i filari per diminuirla. Una volta conosciute le diverse vigorie all interno dell appezzamento e di averle contrassegnate in campo, bisogna avere chiara la destinazione delle uve dei vigneti che andiamo a lavorare, dato che un settore destinato a riserva avrà una gestione differente rispetto ad un altro destinato a vino da tavola. Il conoscere la destinazione ci permette di fissare il nostro obiettivo nei chili per ettaro che vogliamo ottenere, e questo ci servirà da guida per tutti i lavori di gestione della chioma. In questo modo, conosciute la vigoria del vigneto e la destinazione finale dell uva cominceremo a lavorare il vigneto, dopo la raccolta, utilizzando i diversi criteri per risolvere i problemi che si presenteranno a traverso le tecniche di gestione della chioma. Si tratta dei lavori annuali della vigna all interno delle quali troviamo: 1) Potatura 2) Diradamento dei germogli 3) Spuntatura o Tiping 4) Intreccio

3 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.3 5) Cimatura o Toping 6) Sfogliatura 7) Sfemminellatura 8) Irrigazione Potatura In funzione dei criteri di potatura determineremo l ubicazione dei germogli e la densità della vegetazione. I criteri del numero di germogli da lasciare per metro dipenderanno da molti fattori tra i quali: storico della produzione della tenuta, fertilità delle gemme, chili d uva per ettaro progettati, percentuale di germogliamento, densità d impianto. La combinazione di tutti questi fattori é di grande aiuto per decidere, ma come abbiamo detto anteriormente, devono essere accompagnati dalla conoscenza della differente vigoria all interno del appezzamento e dalla possibilità di non potare tutto l appezzamento allo stesso modo, poi che potremo aggravare il problema, lasciando minor quantità di gemme in un settore vigoroso e molte gemme per pianta in un settore debole. Inoltre, conoscere in questo caso la destinazione delle uve é molto importante. In questo modo per le uve destinate a riserva avremo bisogno di una minor vigoria e di minor quantità di gemme per metro. Invece, per uve destinate a vino da tavola dovremo avere maggior vigoria con la possibilità di lasciare più gemme e pertanto più produzione. Peso di potatura per vigneti destinati a riserva (chili / metro lineare) Minore di 0.5 Vigoria Debole Tra 0.5 e 0.9 Vigoria Media Maggiore di 0.9 Vigoria Alta In questo modo, una volta identificati i settori di vigorie differenti per fotografia aerea, dobbiamo stabilire in che livello di vigoria di vegetazione ci troviamo. Questo si può effettuare a traverso un parametro conosciuto e facile da ottenere: il peso di potatura misurato in modo diretto attraverso fotografia. Diradamento dei germogli Questa pratica consiste nel togliere i germogli gemelli, i succhioni e germogli di gemma che non si desiderano avere nell epoca di crescita. L ideale é farlo fra 10 e 20 cm di lunghezza, poi che é più facile e veloce e di conseguenza abbassa i costi. In alcune varietà, come il Pinot nero, dove escono un numero elevato di germogli é meglio aspettare i 20 cm, e addirittura superarli, per realizzare in questo modo un minor numero di passaggi o idealmente uno solo. Obiettivi del diradamento: 1) Stimolare la differenziazione e l induzione delle gemme per la stagione successiva. 2) Lasciare la quantità di germogli stimata durante la potatura. 3) Diminuire la concorrenza realizzando diradamenti precoci in modo da ottenere una maggior crescita dei germogli che rimangono se la vite è di bassa vigoria. 4) Favorire la concorrenza effettuando un diradamento tardivo e in questo modo diminuire la vigoria. 5) Distanziare i germogli in funzione di quanto lasciato nella potatura. 6) Lasciare sostituti, se necessario, per la potatura della stagione successiva. 7) Formazione di nuove piante.

4 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.4 Spuntatura o Tiping Questa pratica risiede nel togliere manualmente l apice dei germogli di maggior crescita, tagliando il più su possibile, per non incentivare la crescita posteriore delle femminelle che si trovano all altezza dei grappoli. Questa tecnica si realizza quando i germogli di maggiori dimensioni hanno da 40 a 50 cm. L obiettivo di questa pratica é quello d incentivare la crescita dei germogli di minori dimensioni, e di far sì che tutti questi germogli arrivino all invaiatura con la stessa lunghezza. Le varietà con potatura lunga hanno germogliamenti molto disuguali. È per questo che i germogli che emergono per primi, in genere nella base e nell apice inibiscono la crescita dei germogli che crescono dopo per dominanza apicale. Questa tecnica invece rompe questa dominanza ed aiuta ad uniformare le dimensioni dei germogli. È utile applicarlo anche nei vigneti nuovi in formazione ottenendo materiale di potatura posteriore con polloni molto uniformi. Intreccio L obiettivo di questa pratica é quello di posizionare verticalmente i germogli, lasciando la massima quantità di foglie esposte al sole in modo che abbiano una maggiore luminosità e, di conseguenza, maggior superficie di foglia producendo solidi solubili per la maturazione dell uva. Inoltre, permette una miglior esposizione dei grappoli e, in genere, la pianta rimane meglio strutturata per essere lavorata tanto per la cimatura come per la sfogliatura. L intreccio si realizza in seguito alla fioritura, quando i germogli non si strappano dalla base. Questo lavoro può essere realizzato con fili di ferro fissi, dove le persone devono imbottire i germogli, lavoro che mi sembra più lento ed inoltre produce più danni. L altro sistema é con fili di ferro mobili che permettono una maggiore velocità e minor danno. Questi devono essere sistemati ad un altezza adeguata per facilitare che tutti i germogli al momento dell intreccio rimangano avvolti dai fili ed evitare, in questo modo, che dopo si deva ripassare a mano i germogli caduti, o cosa che è peggio, si deva passare la macchina cimatrice per tagliare i germogli; questa pratica lascia 3 o 4 foglie che alimentano i grappoli i quali potranno non arrivare alla maturità ottimale, aumentando in questo modo i fattori di eterogeneità e quindi, la qualità dell uva dell appezzamento. In questo modo, nelle viti equilibrate o deboli, i fili di ferro mobili per realizzare il primo rialzo non devono superare i cm dal filo di ferro fruttifero, potendo avvolgere una maggior quantità di germogli, un secondo piano di non più di cm sul primo e, possibilmente un terzo piano con unicamente un filo di ferro immobile per rafforzare i viticci. Cimatura o Topping La cimatura o topping è una pratica utilizzata dopo la fioritura e fino all invaiatura in funzione della vigoria della vite. Con questa pratica si stabilisce il numero finale di foglie che alimenteranno il grappolo, in genere si parla di foglie sufficienti per far maturare la frutta. Si tratta di una pratica che normalmente si realizza a macchina e che, in base alla vigoria della vite, dipende dalla data e dal numero di ripetizioni. In questo modo, in una vite vigorosa dovremo iniziare prima e realizzare un maggior numero di ripetizioni, poiché le crescite laterali, tanto nell apice come verso la base dei grappoli, cominciano a crescere e questo provoca un grande sviluppo fogliare all altezza dei grappoli e la caduta di nuove crescite apicali forzate ad intervenire tirando fuori femminelle, foglie e nuove cime.

5 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.5 Quest ultimo é assolutamente indesiderabile. L ideale é non dovere cimare o al massimo realizzare una cimatura verso la fine della stagione, più vicino alla pinta accompagnato da un arresto della crescita totale della pianta e, in questo modo, disincentivando l uscita delle femminelle e dei germogli apicali che possono diminuire la luminosità dentro della vegetazione. Sfogliatura e Sfemminellatura La qualità dei vini può variare in funzione della superficie fogliare e dei grappoli esposti alla luce. In questo modo, nelle viti con una chioma equilibrata aumenta la quantità di foglie con radiazione solare, cosa che favorisce la loro fotosintesi e quindi l accumulo di solidi solubili, diminuendo, inoltre, il carattere erbaceo e pastoso dei vini e ottenendo caratteristiche di uve più mature. Secondo Smart, il colore e il contenuto in polifenoli nelle uve rosse migliorano se non si supera un 60 % dei grappoli esposti. Altro obiettivo della sfogliatura é aumentare l aerazione dei grappoli e con questo diminuire la possibilità di marciume. Probabilmente, si potrebbe pensare che in questi casi si è in presenza di viti non correttamente equilibrate. Molte volte é così e la soluzione é molto più complicata (come per esempio cambiamenti nel tipo d allevamento), tuttavia in molti casi è necessario togliere foglie con obiettivi differenti in funzione della varietà, della vigoria, dell orientamento del filare. I momenti per la sfogliatura sono diverse: possono essere precoci nel periodo che va dall allegagione fino all acino della dimensione di un pisello, con acini meno suscettibili alle bruciature. Il problema, in questo caso, é che nella vite di vigoria media e alta si tornano a coprire con nuove crescite di foglie, e questo lavoro si deve realizzare lasciando una maggior quantità di frutti esposti per non doverlo ripetere successivamente. Da questo punto di vista, l ideale è effettuare il lavoro definitivo durante l invaiatura, vale a dire, il più tardi possibile nella stagione, per non dover ripetere l operazione. Bisogna evitare di effettuare tale pratica dal lato del sole del pomeriggio o lasciare grappoli esposti totalmente al sole, potendo provocare bruciature o disidratazioni che diminuiscono la qualità finale. La sfemminellatura ha degli obiettivi simili a quelli della sfogliatura e va effettuata precocemente nella stagione, al massimo fino a due settimane dopo la fioritura. In seguito a tale data s induriscono e diventa un lavoro difficile da realizzare, ed é perfino possibile danneggiare la gemma basale, fondamentale per la produzione dell anno successivo Nelle varietà a bacca rossa, come Cabernet Sauvignon e Merlot, la sfogliatura e delle femminelle sono necessarie nelle spalliere ad alta vigoria, per far sì che penetri una maggiore luminosità, tirar fuori il carattere erbaceo che poi sarà ritrovato nel vino e favorire l aerazione per evitare marciumi. In queste stesse varietà, ma con vigorie equilibrate, le femminelle possono essere importanti per l accumulo di solidi solubili del grappolo grazie alla gran capacità fotosintetica delle loro foglie (Martínez, 1991). In questo modo può essere solo necessario realizzare l eliminazione di poche foglie intorno al grappolo per migliorare l aerazione e uniformare la luminosità. Probabilmente, nei vigneti che si trovano su terreni di struttura leggera come i pendii di collina, non sarà necessaria la sfemminellatura, al contrario di quel che succede nei terreni con strutture più pesanti che si trovano in pianura dove diventa necessario. Nella varietà Carménère, con delle tonalità molto verdi nei vini, si realizza la sfemminellatura obbligatoriamente ed inoltre l eliminazione della foglie un mese prima della raccolta, quando le temperature massime sono più basse e non esiste il rischio di disidratazioni e bruciature dovute al sole, con la finalità di tirar fuori quei gusti erbacei e pastosi ed ottenere vini più morbidi. Nel caso dei vini bianchi, il Sauvignon Blanc é una varietà nella quale si eliminano solo foglie e femminelle interne che siano in contatto con i grappoli per favorire l aerazione di questi ed evitare marciumi. In questo caso, non é consigliabile lasciare i grappoli esposti al sole, poi che questo

6 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.6 provocherebbe una degradazione rapida dei sapori e degli aromi varietali. Nel caso della varietà Chardonnay, ci sono alcuni che lasciano un maggior fogliame per ottenere vini più erbacei e mantenere le caratteristiche varietali, altri invece li lasciano più soleggiati per ottenere uve più mature e tostate. Irrigazione Sebbene l irrigazione non sia una tecnica di gestione della chioma vera e propria, mi riferisco a questa poiché é uno strumento fondamentale che influenza i processi fisiologici del frutto direttamente e indirettamente, modificando la superficie fogliare e di conseguenza l esposizione dei grappoli (Ginestar et al 1998). Mi riferisco solamente al fatto che una scarsa irrigazione aiuta evidentemente a ridurre la chioma e a gestirla fino alla raccolta. È però fondamentale seguire un metodo per riuscire ad arrivare all obiettivo finale di aumentare la qualità. Fra gli strumenti abbiamo il fattore visivo che prende in considerazione il colore (colore più opaco e non molto vivo), la temperatura della foglia, lo storico dell irrigazione, i viticci caduti, gli apici secchi. A tutto questo si può aggiungere la camera a pressione, per la misura della pressione esercitata in bar per estrarre la prima goccia d acqua a traverso il picciolo della foglia, e con questo avere dati quantificabili e misurabili della nostra realtà in campo dello stato idrico della pianta. In questo modo, attraverso la gestione dell irrigazione, dovremo essere capaci di arrivare alla raccolta con uno stato del fogliame nel vigneto che permetta di esprimere nella miglior maniera quello che stiamo cercando nell uva. In questa situazione é molto difficile unificare criteri e ognuno deve definire, in accordo con i risultati ottenuti in cantina, quale deve essere questo stato. Secondo la nostra esperienza, si ottengono buoni risultati nel vino arrivando alla raccolta con il seguente stato del fogliame: Rossi: Cabernet Sauvignon Merlot Syrah Carménère Fogliame che diventa giallo nella base. Fogliame che diventa giallo nella base e nel centro. Fogliame interamente rossiccio. Bianchi: Chardonnay Sauvignon Blanc Fogliame interamente verde o che diventa giallo nella base in funzione del prodotto che si vuole ottenere. Fogliame interamente verde. Conclusioni 1) Non esistono ricette per la gestione della chioma. Ognuno deve realizzare i lavori in accordo con la propria realtà e i propri obiettivi. 2) Dobbiamo avere chiaro, prima di cominciare a lavorare, le vigorie con le quali ci troviamo a livello d appezzamento completo e meglio ancora in dettaglio all interno d ogni appezzamento 3) Dobbiamo lavorare seguendo un programma, in cui saremo informati di quale sarà la destinazione dell uva per quanto riguarda la qualità finale che si aspetta da quell appezzamento. 4) La gestione della chioma sarà differente in funzione della varietà 5) La gestione dell irrigazione é fondamentale per la gestione della chioma. Articolo publicato in Tópicos de Actualización en Viticultura y Enología (CEVIUC). 22 e 23 Luglio 2004, Santiago di Cile, Cile.

7 VALDIVIESO, GESTIONE DELLA CHIOMA IN CILE, PAG.7 BIBLIOGRAFIA Ginestar, C., J. Eastham, S. Gray y P. Llarid, 1998a. Use of sap-flow sensors to shedule vineyard irrigation I. Effects of post veraison water deficits onwater relations, vine grow, arid yield of Shiraz grapevines. Am. J. Enol. Vitic. 49(4): Martínez De Toda Fernández, Fernando, Biología de la Vid. Fundamentos biológicos de la viticultura. Smart, Richard and Robinson, Mike, Sunlight into Wine. A Handbook for Winegrape Canopy Management

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