4. La strategia multi-business

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4. La strategia multi-business

IL CASO: IMPERIAL CHEMICAL INDUSTRIES LA COSTITUZIONE Per contrastare la concorrenza delle grandi imprese chimiche americane ed europee, nel 1926, quattro imprese britanniche costituirono Imperial Chemical Industries (ICI) SUCCESSI Nei decenni successivi conquista una posizione importante nel campo della chimica, soprattutto in Europa, tanto da diventare, negli anni 70, una grande impresa integrata verticalmente

IL CASO ICI LA CRISI A partire dalla metà degli anni 70 il settore entra in una fase di stagnazione; si affacciano nuovi concorrenti (imprese petrolifere); si rafforza la sterlina (seri problemi per l esportazione) 1 RISTRUTTURAZIONE La crisi porta ad un cambiamento della strategia: abbandono della chimica di base per l entrata nella produzione di prodotti chimici specializzati ad alto valore aggiunto. Il portafoglio di SBU venne cambiato in parte attraverso l acquisto di imprese ed in parte con lo sviluppo interno.

IL CASO ICI PRIGIONIERA DEL SUCCESSO Mentre ICI si espandeva verso altri segmenti della chimica per migliorare la profittabilità, la divisione farmaceutica conseguiva ottimi risultati (profitti superiori alle altre divisioni). L espansione nella chimica applicata RESE DIFFICILE IL CONTROLLO SULLE STRATEGIE DELLE VARIE B.U. ed infatti si riscontrò che:

IL CASO ICI poche B.U. del portafoglio erano vincenti; alcune B.U. richiedevano molta attenzione e risorse; alcune B.U. sarebbe stato conveniente venderle; si era determinato un eccesso d integrazione verticale che non generava profitti; vi era una mancanza di capitali; si manifestava un difficile sostenimento dei dividendi attesi.

IL CASO ICI 2 RISTRUTTURAZIONE La modesta creazione di valore era il segno di una crisi profonda; era come se il mercato valutasse positivamente solo il ramo farmaceutico. Inoltre c era la mancanza di sinergie. Il demerger fu la soluzione adottata: scorporo della divisione farmaceutica (ICI e ZENECA insieme 7,6 mil. sterline, separate 13,2 mil. sterline) NUOVA STRATEGIA: SCELTE SBAGLIATE ICI acquista da Unilever la divisione della chimica specializzata indebitandosi fortemente crisi e perdita di valore

LA VALUTAZIONE DELLE STRATEGIE E DEL POTENZIALE DEL GRUPPO STRATEGIA CORPORATE formulata dal top management, riguarda l intera organizzazione. IMPRESA SINGLE-BUSINESS: strategia corporate e strategia di business coincidono; IMPRESA MULTIBUSINESS: ci sono più strategie di business anche diverse tra loro.

Il corporate di una multi-business dovrebbe: formulare gli obiettivi di tutto il «gruppo»/corporate (anche per il livello business ed il livello funzionale); valutare costantemente il potenziale dei settori e la posizione competitiva delle B.U. migliorare i risultati del gruppo/corporate: efficienza del management di ogni B.U. ulteriore diversificazione o disinvestimento.

IMPRESE SINGLE-BUSINESS ed IMPRESE MULTI-BUSINESS hanno a disposizione lo stesso ventaglio di opzioni strategiche: SVILUPPO STABILITA' CONTRAZIONE Rispetto alle imprese single-business, nelle multi-business gli obiettivi, i processi strategici, gli strumenti, il ruolo del management dovrebbero tener conto di ALLOCARE LE RISORSE PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI DI TUTTA L ORGANIZZAZIONE PROMUOVERE LA COOPERAZIONE TRA B.U. PER CREARE SINERGIE E VALORE

Il sistema delle sinergie aziendali Maggior valore del sistema aziendale (principio dell omeostasi o olistico) Le sinergie si possono individuare: a livello di funzione a livello di ASA a livello globale (corporate) Effetti concreti delle sinergie si calcolano nel miglioramento delle condizioni di economicità: incremento di ricavi riduzione di costi riduzione della rischiosità riduzione del fabbisogno finanziario

La natura delle sinergie aziendali di mercato produttive in senso stretto operativo/caratteristica di approvvigionamento infrastrutturali natura delle sinergie finanziaria fiscale

Il luogo delle sinergie aziendali di mercato produttive in senso stretto operativo/caratteristica di approvvigionamento infrastrutturali natura delle sinergie finanziaria corporate fiscale

Il tempo delle sinergie aziendali sinergie in atto Legate all attuale formula imprenditoriale. Effetti iniziati ma non conclusi la dimensione tempo Legate ad interventi da fare nella formula imprenditoriale di spazio sinergie potenziali di tempo/opzioni reali

Il tempo delle sinergie aziendali (segue) 1. Le sinergie potenziali di spazio: gli elementi portatori di sinergie ci sono nel mercato e nell ambiente. L attivazione del processo dipende dai vari attori interni ed esterni. 2. Le sinergie potenziali di tempo: gli elementi portatori di sinergie non ci sono (sono potenziali) del tutto nel mercato e nell ambiente. L attivazione del processo non dipende solo dai vari attori ma dalla realizzazione dei segnali potenziali previsti nel mercato e nell ambiente.

Il tempo delle sinergie aziendali (segue) Le sinergie potenziali di tempo: fanno riferimento al concetto di OPZIONE REALE: 1. risorse, fatti, decisioni attuali vanno collegate a situazioni e scelte che potranno verificarsi in futuro 2. le interrelazioni 1. devono creare valore 3. Il management deve saper cogliere 1. e 2. Altre caratteristiche delle OPZIONI REALI: natura potenziale, incerta e correlata ad una decisione futura (accompagnata da un futuro investimento) la presenza ed il possesso di opzioni reali non è di per sé sufficiente a trasformarle in flussi di ricchezza devono esistere fattori oggettivi: competenze esclusive, marchi, brevetti, routine operative, localizzazione, possesso di materie.

I percorsi delle sinergie e la gestione del portafoglio nella complessiva formula strategica e nel sistema del valore origine delle sinergie nelle interrelazioni tra più catene del valore all interno di una catena del valore

I percorsi delle sinergie e la gestione del portafoglio (segue) Le sinergie relative a più catene del valore determinano: 1. strategie di diversificazione 2. strategie orizzontali modalità per vie interne per vie esterne

I percorsi delle sinergie e la gestione del portafoglio (segue) per vie interne I percorsi di sviluppo delle sinergie per vie esterne per mezzo di alleanze strategiche

I percorsi delle sinergie e la gestione del portafoglio (segue) Le sinergie «per vie esterne» devono poter contare su: 1. convergenza strategica 2. compatibilità organizzativa 3. compatibilità operativa nella similarità nella difformità

I percorsi delle sinergie e la gestione del portafoglio (segue) Le sinergie «per vie esterne» si esprimono attraverso LOGICHE: 1. di portafoglio diversificazione investimenti + riduzione rischio 2. della condivisione di risorse/competenze e conoscenze industriali e competitive riduzione costi operativi + aumento prezzi vendita + aumento volumi vendita 3. dell integrazione finanziaria riduzione debiti finanziari + riduzione tassi di finanziamento + riduzione costi di finanziamento 4. dello sfruttamento delle disposizioni tributarie riduzione base imponibile + riduzione aliquota media d imposta + riduzione imposte sul reddito

L analisi ed il controllo delle sinergie attività infrastrutturali sviluppo tecnologia approvvigionamento gestione delle risorse umane margine logistica in entrata attività operative logistica in uscita marketing e vendite servizi

CORPORATE PORTFOLIO MANAGEMENT Le multi-business possono orientare le loro strategie ricorrendo a strumenti noti come PORTFOLIO MANAGEMENT elaborati da società di consulenza A. MATRICE «SVILUPPO SETTORE/QUOTA DI MERCATO» (BCG) B. MATRICE «ATTRATTIVITÁ SETTORE/POSIZIONE COMPETITIVA IMPRESA» (GE-McKINSEY) C. MATRICE «STADI DI EVOLUZIONE DEL PRODOTTO- MERCATO/POSIZIONE COMPETITIVA» (HOFER) D. MATRICE «RISORSE/MERCATO» (HAMEL e PRAHALAD) E. MATRICE «PARENT MIX» (GOOLD, CAMPBELL E ALEXANDER)

A. MATRICE «SVILUPPO DI SETTORE/QUOTA DI MERCATO» (BCG) nasce e si sviluppa come strumento per capire un gruppo diversificato (anni 70) Riferimenti teorici: ciclo di vita del prodotto costruita in coerenza con tale teoria presuppone che le varie SBU in portafoglio siano in stadi diversi del loro sviluppo curve di esperienza (versione originale della curva d apprendimento): ad ogni raddoppio dei volumi di produzione (sintomo dell accresciuta esperienza) i COSTI TOTALI tendono a scendere del 20-30% aumento dei profitti per via dell andamento meno decrescente dei prezzi

A. MATRICE BCG (segue) Dalle riformulazioni teoriche e sulla base delle osservazioni empiriche, se ne dedusse che: si possono prevedere i rapporti di forza tra concorrenti si può calcolare il valore di cambiamento delle quote di mercato si possono calcolare gli effetti nel ritmo di crescita del segmento di mercato

Approccio prescrittivo della BCG 1. ogni business identifica una S.B.U. e tutte le loro prospettive nel m/l termine 2. confronta le S.B.U. rispetto a due parametri RITMO DI SVILUPPO DEL SETTORE QUOTA DI MERCATO 3. formula strategie per ciascuna S.B.U. A. MATRICE BCG (segue) Richiama la curva d esperienza relativi al settore PROFITTI E FLUSSI DI CASSA relativi all impresa

RITMO DI SVILUPPO A. MATRICE BCG (segue) alto STAR QUESTION MARK CASH-COW DOG basso alta QUOTA DI MERCATO bassa Indicazioni di sviluppo Indicazioni di allocazione risorse finanziarie

A. MATRICE BCG (segue) prescrizioni della matrice A. sull allocazione risorse muoversi verso le cash-cow e le star alimentare una o più question mark non investire nelle dog Il finanziamento degli investimenti è interno, si evitano stasi e punte finanziarie, non si ricorre all indebitamento B. sull andamento dello sviluppo Le question mark dovrebbero trasformarsi in star e poi in cash-cow

A. MATRICE BCG (segue) 1. prende in considerazione 2 soli elementi d analisi. Ignora l intensità della concorrenza, le attese dei consumatori 2. non sono chiari i calcoli per misurare i due parametri 3. premesse discutibili: il cash flow non dipende esclusivamente dal ritmo di sviluppo e dalla quota di mercato i confini del mercato non sempre sono identificabili non dice come si è raggiunto il successo

A. MATRICE BCG (segue) 4. non considera i vantaggi competitivi della diversificazione: sinergie, condivisione risorse 5. dà raccomandazioni generiche 6. non considera l innovazione 7. le dog possono attrarre compratori 8. considera solo le B.U. star e question mark come creatrici di valore, ma anche le cashcow possono crearlo 9. presuppone che i rivali non reagiscano

B. MATRICE «ATTRATTIVITÀ SETTORE/POSIZIONE COMPETITIVA» (GE-McKINSEY) MATRICE A 9 CELLE GE-McKINSEY 2 CRITERI PER VALUTARE LA POSIZIONE STRATEGICA DELLE SBU ATTRATTIVITÀ DEL SETTORE POSIZIONE COMPETITIVA in cui opera l impresa dell impresa

B. MATRICE GE-McKINSEY (segue) ATTRATTIVITÀ DEL SETTORE NEL M/L TERMINE: Quote di mercato Margini di profitto del settore Intensità della concorrenza Fattori stagionali e ciclici Comparabilità tra la catena del valore del settore e quella dei business dell impresa Condizioni dell ambiente esterno Opportunità/minacce emergenti nel settore Grado di rischio e d incertezza

B. MATRICE GE-McKINSEY (segue) POSIZIONE COMPETITIVA: Quota relativa di mercato Controllo delle competenze e delle capacità necessarie Buoni margini di profitto rispetto ai rivali Capacità di fronteggiare i rivali (qualità, servizi, caratteristiche prodotti) Posizione relativa di costo Disponibilità di risorse per alimentare i fattori di successo Immagine/reputazione Capacità di negoziazione Qualità del management

ATTRATTIVITA' DEL SETTORE B. MATRICE GE-McKINSEY (segue) POSIZIONE COMPETITIVA forte media debole alta media debole ALTA PRIORITA' DI INVESTIMENTO: strategie di sviluppo e rafforzamento MEDIA PRIORITA' DI INVESTIMENTO BASSA PRIORITA' DI INVESTIMENTO: strategia del "mietere" o disinvestire

B. MATRICE GE-McKINSEY (segue) Nel decidere in quali SBU investire: si potrebbe concentrare risorse nelle SBU con elevate possibilità di crescita selezionare le SBU in posizione intermedia; prelevare risorse dalle SBU con bassa priorità (a meno che non ci sia la possibilità di trasformale in SBU di successo)

C. MATRICE «STADI DI EVOLUZIONE DEL PRODOTTO-MERCATO/POSIZIONE COMPETITIVA» (HOFER) MATRICE A 15 CELLE 2 CRITERI PER POSIZIONARE LE SBU POSIZIONE COMPETITIVA STADIO DI EVOLUZIONE PRODOTTO-MERCATO

STADI DI EVOLUZIONE DEL PRODOTTO - MERCATO C. MATRICE HOFER (segue) lancio sviluppo shakeout maturità/ saturazione declino forte media debole POSIZIONE COMPETITIVA DIMENSIONE DEL CERCHIO È la dimensione relativa del settore rispetto agli altri SPICCHIO GRIGIO È la quota di mercato della SBU all interno del settore

C. MATRICE HOFER (segue) è un indicatore della distribuzione delle SBU nei vari stadi del ciclo di vita è utile sia per descrivere la situazione attuale, sia per tracciare un percorso futuro programmato il ciclo di vita del settore non può sempre esser tracciato con precisione

D. MATRICE «RISORSE/MERCATI» (HAMEL e PRAHALAD) rilanciano la VISIONE RESOURCE-BASED dei VANTAGGI COMPETITIVI con il presupposto che: L IMPRESA HA SUCCESSO SE COMBINA AL MEGLIO LE PROPRIE RISORSE CON QUANTO EMERGE DALL AMBIENTE COMPETITIVO Combinazione risorse/portafoglio di SBU = quadro strategico efficace le RISORSE apportano un VANTAGGIO COMPETITIVO RILEVANTE

D. MATRICE HAMEL e PRAHALAD (segue) non è sufficiente un contributo, ad es., alle economie di scala: DEVE TRADURSI IN VANTAGGIO SUI CONCORRENTI DEVE COMPORTARE LA CREAZIONE DI VALORE PER TUTTA L ORGANIZZAZIONE Errori nel considerare le risorse: 1) sovrastimare la capacità di trasferimento da una SBU ad un altra; 2) sovrastimare la capacità di una SBU di creare vantaggi competitivi in un mercato.

D. MATRICE HAMEL e PRAHALAD (segue) CORE COMPETENCIES dell impresa = PORTAFOGLIO DI RISORSE IMPRESA MULTIBUSINESS PORTAFOGLIO DI SBU PORTAFOGLIO DI RISORSE MATRICE A 4 CELLE 2 CRITERI PER VALUTARE LA POSIZIONE STRATEGICA DELLE SBU CORE COMPETENCIES (esistenti, nuove) MERCATI (esistenti, nuovi)

D. MATRICE HAMEL e PRAHALAD (segue) Approccio strutturato in 6 fasi: 1.individuare le attuali core competencies; 2.costruire una matrice a 2 dimensioni 3.piano di acquisizione delle core competencies di cui non si dispone; 4.acquisizione delle core competencies; 5.dispiegare tali core competencies nell organizzazione; 6.proteggere e rafforzare dalla concorrenza la leadership delle core competencies.

CORE COMPETENCIES D. MATRICE HAMEL e PRAHALAD (segue) nuove, da acquistare PREMIER PLUS 10 MEGA OPPORTUNITA' esistenti esistenti RIEMPIRE GLI SPAZI VUOTI SPAZI BIANCHI nuovi MERCATI (HILL e JONES, 1998) mentre i metodi tradizionali del Portfolio Management considerano le singole SBU come entità indipendenti, Hamel e Prahalad le considerano interdipendenti e propongono di creare valore facendo leva sulle COMPETENZE disseminandole tra le varie SBU

E. MATRICE «PARENT MIX» (Goold, Campbell e Alexander) Goold, Campbell e Alexander (1994) idearono lo strumento: per scegliere il miglior portafoglio di SBU in un impresa multibusiness per definire le core competencies per infonderle nelle SBU al fine di assisterle nel raggiungimento degli obiettivi

ESIGENZE DELLA SBU NEI CONFRONTI DEL CORPORATE E COMPENTENZE DEL CORPORATE E. MATRICE «PARENT MIX» (segue) PARENT COMPANY: una società che controlla il capitale e la gestione delle SBU con l obiettivo di creare il massimo valore per gli azionisti 2 INTERROGATIVI POSTI A MATRICE RAPPORTO TRA FATTORI DI SUCCESSO E RISORSE DEL CORPORATE

E. MATRICE «PARENT MIX» (segue)

E. MATRICE «PARENT MIX» (segue) PREGI: 1. spinge a coordinare l azione del corporate nei confronti delle SBU 2. rilevanza del centro nella creazione di valore: una strategia multi-business non è la somma di tante strategie di BU 3. spinge a individuare i business dove l impresa ha maggiori competenze 4. poche imprese esercitano un ruolo centrale nella formulazione delle strategie, delegano la responsabilità ai manager di BU

E. MATRICE «PARENT MIX» (segue) LIMITI: 1. un controllo stretto sulle SBU può ridurre la loro autonomia che spinge verso la ricerca di opportunità e la capacità di affrontare rischi 2. più il centro è responsabile della gestione delle risorse e meno le SBU sono stimolate nel chiedersi cosa voglia il potenziale cliente e, più in generale, il management delle SBU si cimenta oltre il breve termine