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Calcolo di Probabilità e Processi Stocastici, Laurea magistrale in Ing. Robotica e dell Automazione, a.a. 2011/12 Registro delle lezioni Lezione 1 (26/9). Introduzione al corso; materiale e comunicazioni alla pag. di F. Flandoli, http://www2.ing.unipi.it/~a008484/eps.html. Si considerano svolte le pagine 2-11 delle dispense (versione aggiornata volta per volta), salvo alcune esemplificazioni che però si possono leggere. Gli argomenti sono: universo, eventi ed eventi elementari, famiglie di eventi, operazioni su eventi, algebre, σ-algebre, esempi, probabilità, sue prime proprietà, densità di probabilità ed esempio di probabilità associata, densità esponenziali, densità discrete ed esempio di probabilità associata, densità geometriche. Lezione 2 (29/9). Descrizione di una terza categoria di spazi probabilizzati, aventi un numero finito di esiti, relativi ad affermazioni di varia natura (non strettamente numerica). Esempio dell azienda di vini e sue esportazioni. In tali spazi si può prendere F = P (Ω) e basta avere le probabilità dei singoletti, degli esiti, da cui si calcolano le probabilità di tutti gli eventi. Probabilità condizionale, interpretazione grafica, verifica (non in tutti i dettagli) del fatto che è una probabilità (mentre P (A B) non ha particolari proprietà rispetto a B); esempio. Formula di fattorizzazione, suo uso nell esempio. Calcolo della probabilità di un singoletto a partire dalla probabilità condizionale, nell esempio. Indipendenza tra eventi, legame con la probabilità condizionale, sua versione simmetrizzata. Esempio di eventi indipendenti nel lancio di due dadi. Verifica che non ha a che fare con la proprietà di essere disgiunti. Lezione 3 (3/10). Definizione intuitiva di variabile aleatoria, esemplificata con esempi di grandezze aventi un certo grado di imprevedibilità. Linguaggio e notazioni tipiche, collegamento con le densità: X ha densità f se P (X A) = f (x) dx; esempio del tempo di vita esponenziale. A Definizione rigorosa di v.a., come funzione su un certo Ω. Esempi vari: tempi di vita di sottosistemi di un sistema; utenti collegati ad un satellite di telecomunicazioni; traiettoria di un punto materiale rilevata da un radar. In ciascun esempio viene scelto Ω e su di esso vengono definite delle v.a. elementari ed alcune meno elementari. Nel primo esempio viene impostato il calcolo di P (T > t) dove T = min (T 1, T 2, T 3 ), T 1, T 2, T 3 indipendenti di densità nota. Nel secondo viene citato il teorema che studieremo: se X 1,..., X n 1

hanno valore 1 con probabilità p e 0 con probabilità 1 p e sono indipendenti, allora S = X 1 +... + X n ha probabilità P (S = k) = ( n k) p k (1 p) n k. Si sottolinea infine come per a maggior parte degli scopi lo spazio Ω può rimanere nascosto e le v.a. possono essere intese in senso intuitivo, utilizzando però le regole giuste di notazione e di calcolo. Funzione di ripartizione (o distribuzione cumulativa) F. Sue formulazioni nel continuo e nel discreto, sue proprietà, legame con f, P (a < X b) = F (b) F (a) (permette il calcolo delle probabilità di ogni intervallo). Grafico tipico, caso continuo e caso discreto. Densità e v.a. uniforme. Sua F. F delle v.a. Exp (λ). Esercizio: calcolare P ( X 1 > 1) se X Exp (2). Densità normale standard, grafico; calcolo della costante di normalizzazione (facoltativo). Lezione 4 (6/10). Vedere la registrazione di Barsanti, disponibile alla pagina http://users.dma.unipi.it/barsanti/processi_2011/index.html. Esercizi su probabilità discreta. Legge ipergeometrica. Problema dei compleanni. Lezione 5 (10/10). Formula di Bayes, dimostrazione, esempio delle dispense. Linguaggio cause-effetti, probabilità a priori ed a posteriori delle cause; problema della causa più probabile (teoria delle decisioni), anche nel caso di cause a priori equiprobabili, interpretazione del calcolo sull albero degli eventi. Variabili aleatorie discrete, loro valori e loro probabilità. Definizione di v.a. di Bernoulli, binomiale (verifica della somma 1; grafici tipici al variare di p), geometrica. Schema di Bernoulli; il primo istante di successo è una v.a. geometrica. Il numero di successi è una binomiale: enunciato e dimostrazione del teorema sulla somma di Bernoulli indipendenti. Esempio: numero di utenti connessi ad un satellite di telefonia cellulare; problema del suo dimensionamento; formula per il calcolo della probabilità che siano connessi più di un certo numero di utenti. Definizione di valor medio di una v.a. discreta. Valor medio di una Bernoulli e di una binomiale. Interpretazione nel caso del problema del satellite. Trasformazioni di v.a. discrete, valor medio della trasformazione. Definizione di varianza. Lezione 6 (13/10). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi su teorema di Bayes, variabili bernoulliane e binomiali, probabilità condizionali. Esercizi su variabili bernoulliane, binomiali, geometriche. Lezione 7 (17/10). Definizione di valor medio di una v.a. continua. 2

Valor medio di una uniforme, esponenziale, definizione di gaussiana N (µ, σ 2 ), verifica che è una densità e suo valor medio. Proprietà del valor medio: positività, monotonia, linearità (senza dimostrazione). Trasformazioni di v.a., trasformazione di una densità (dopo aver visto la trasformazione della cumulativa). Esempio di trasformazione non invertibile (Y = X 2 ). Valor medio di una trasformazione (senza dimostrazione). Definizione di varianza, di deviazione standard e loro proprietà (dimostrate). Definizione di momenti e di funzione generatrice dei momenti. V.a. indipendenti: proprietà del valor medio e della varianza relativamente ad esse (per ora solo enunciato). Media e varianza di una Bernoulli e di una binomiale, concentrazione delle binomiali. Lezione 8 (20/10). Funzione generatrice dei momenti, scrittura generale e particolari. Proprietà sotto trasformazioni, somma di indipendenti, legame con i momenti. Esempi delle Bernoulli e binomiali; momenti della binomiale usando la generatrice. La generatrice dipende solo dalla legge ed identifica la legge (teoremi senza dimostrazione). Gaussiane: trasformazioni affi ni mantengono la gaussianità (dimostrato con le densità di trasformazioni); standardizzazione e scrittura del tipo X = σz + µ; generatrice della standard e delle altre gaussiane; la somma di gaussiane indipendenti è gaussiana; in genere, la combinazione affi ne. Lezione 9 (24/10). Verso il completamento della prima parte del Capitolo 1 (prima dei teoremi limite). - Teoria generale. Vettori aleatori, densità congiunta e marginali (caso continuo). Caso discreto; esempio di applicazione: dimostrazione dei teoremi sulla media della somma e del prodotto di v.a. Covarianza, v.a. scorrelate, legame con l indipendenza, varianza della somma di indipendenti. - Proprietà di v.a. importanti. Mancanza di memoria delle esponenziali e teorema sul minimo di v.a. esponenziali. Definizione di v.a. di Poisson, verifica della somma 1, teorema degli eventi rari, interpretazione come numero di successi nei casi in cui la probabilità di successo è bassa (ed il numero di prove alto). Problema su cui riflettere: meglio usare binomiale o Poisson per descrivere il numero di successi negli esempi pratici? Lezione 10 (27/10). Cumulativa standard gaussiana, in generale, quantili e regole di trasformazione. Uso delle tavole. Formule pratiche: generatrice e momenti di tutte le variabili. Lezione 11 (31/10). Disuguaglianze di Chebyshev, con dimostrazione. 3

Definizioni di limite di variabili aleatorie (quattro tipi), legame tra quella in media quadratica e quella in probabilità. Legge debole dei grandi numeri, dimostrata, versioni, interpretazione in un problema di testa e croce. Enunciato del teorema limite centrale, osservazioni sulla standardizzazione. Problema del comportamento per n grande delle somme S n = X 1 +...+X n : informazioni derivanti dalla LGN (e differenza intuitiva tra convergenza quasi certa e in probabilità), dal TLC, dal semplice calcolo di V ar [S n ]. Lezione 12 (3/11). Teorema TLC: richiami e considerazioni di varia natura sull enunciato e sulle applicazioni ad esempio a v.a. di Bernoulli (legame tra binomiale e gaussiana, anche grafico). Dimostrazione del TLC. Richiamo su stime del tipo P ( S n n µ ) [ > ε 1 S E n µ 2] = σ2. Il ε 2 n ε 2 n termine E [ S n n µ 2] tende a zero come 1 n ma cosa accade a P ( S n n µ > ε )? La Teoria delle Grandi Deviazioni dice che questo tipo di deviazione della media aritmetica da quella teorica ha probabilità esponenzialmente piccola. Non in programma, così come i teoremi sui massimi di variabili aleatorie. Matrice di covarianza: definizione, simmetria. Esercizi per casa: Q Y = AQ X A T se Y = AX; Q è semi-definita positiva (x T Qx 0). Lezione 13 (7/11). Densità e momenti sotto trasformazioni, in più dimensioni. Matrice di covarianza: verifica delle proprietà, analisi spettrale, radice di Q. Due definizioni di vettore gaussiano, interpretazione grafica e proprietà della prima definizione; circa la seconda, solo enunciati, incluso quello di equivalenza. Lezione 14 (11/11). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi su densità. Lezione 15 (14/11). Introduzione ai processi stocastici (Capitolo 3): definizione di processo a tempo discreto, quantità statiche associate (media, varianza, densità), e dinamiche (covarianza ecc., inclusa la probabilità condizionale). Concetto di realizzazione (storia, traiettoria). Raffi gurazioni delle realizzazioni e della densità al tempo t, loro legame grafico. Raffi gurazione delle probabilità condizionali del tipo P (X t I X s = a). Differenza potenziale tra P (X t I X s = a) e l analoga probabilità dipendente da tutta la storia fino al tempo s. Definizione di catena di Markov (Capitolo 5), caso omogeneo. Grafo e probabilità di transizione. Lezione 16 (17/11). Catene di Markov: sistemi a eventi discreti, quantizzazione, esempio delle dispense, identificazione di stati, transizioni, scelta 4

delle probabilità di transizione; esempio senza e con temporizzazione. Processo di Markov associato al grafo. Calcolo di probabilità della forma P (X n = b X 0 = a) per n basso usando i cammini possibili sul grafo. Matrice di transizione e legame tra le sue potenze e le probabilità del tipo suddetto (ancora senza dimostrazione). Vantaggi e svantaggi dell uso della matrice di transizione. Probabilità di stato, legame con la matrice di transizione, idea (che svilupperemo) del limite per t. Lezione 17 (21/11, 10:30-12:30). Dimostrazione della formula p (n) = p (0) P n, quindi verifica del metodo grafico per il calcolo di P (X n = b X 0 = a), e dimostrazione della formula per la probabilità delle storie, quindi determinazione della legge del processo a partire dalle probabilità di transizione e iniziali. Definizione di π invariante, interpretazione secondo il flusso di massa tra gli stati, interessi veri per questo concetto. Bilancio di flusso e calcoli di π in un caso semplice. (quello della lezione precedente). Classificazione degli stati: stati comunicanti, transitori e ricorrenti, classi chiuse e classi chiuse irriducibili. Teorema sulle misure invarianti relativamente alla classificazione. Esempio. Lezione 17 (21/11, 12:30-13:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi sulle catene di Markov. Lezione 18 (25/11, 12:30-14:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Complementi ed esercizi su catene di Markov. Lezione 19 (28/11, 10:30-13:30). Teoria dei processi stocastici: definizioni generali (inclusa la funzione R (t, s) ed il suo ruolo) ed esempi (WN e RW), caso stazionario (due definizioni, interpretazione, è suffi ciente verificare la stazionarietà debole per m ed R) e gaussiano (teorema che lega le due stazionarietà), esempi (i precedenti più l equazione X t = ax t 1 + W t, prima parte). Lezione 20 (30/11, 17:30-18:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi su catene di Markov e su densità gaussiane. Lezione 21 (2/12, 12:30-14:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi su TLC, correzione di continuità. Esercizi su approssimazione di leggi Bernoulliane con Gaussiane e/o Poissoniane. Lezione 22 (5/11, 10:30-13:30). Teorema ergodico: preliminari vari e dimostrazione completa. Interessi applicativi delle leggi dei grandi numeri, ed in particolare del teorema erogdico per le serie storiche (calcolo di grandezze medie del processo a partire da una singola realizzazione). Enunciato del teorema ergodico per le catene di Markov, commenti sulle ipotesi. Lezione 23 (7/12, 17:30-18:30). Vedere la registrazione di Barsanti. 5

Esercizi vari. Lezione 24 (12/12, 10:30-12:30). Primi elementi sull analisi di Fourier di sequenze a tempo discreto (fino alla densità spettrale di potenza esclusa). Lezione 24 (12/12, 12:30-13:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi sulle catene di Markov, assorbimento. Lezione 25 (14/12, 17:30-18:30). Vedere la registrazione di Barsanti. Esercizi vari. Lezione 26 (15/12, 8:30-10:30). Analisi di Fourier dei processi stocastici, enunciato e traccia di dimostrazione (prima parte) del teorema di Wiener- Khinchin. 6