METODOLOGIA DELL ESAME ECOGRAFICO DEL FEGATO



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Transcript:

METODOLOGIA DELL ESAME ECOGRAFICO DEL FEGATO

A questo punto sai già riconoscere le strutture epatiche normali. Non sei ancora un ecografista, ma non disperare! Adesso scrivi su un foglio le caratteristiche ecografiche che dovrai studiare in ogni esame che farai. In seguito dovrai tenerle a mente in modo da seguire sempre uno schema predefinito che ti permetterà di ridurre le dimenticanze e gli errori!

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Le dimensioni del fegato, da un punto di vista clinico, hanno scarsa importanza principalmente per due motivi: range di normalità molto ampio. La maggioranza delle epatopatie non si accompagna a significative variazioni delle dimensioni del fegato. Eccezione del lobo caudato, la cui ipertrofia può evidenziare, confermare la presenza di cirrosi.

Molto usata la valutazione del diametro longitudinale del lobo epatico dx che deve essere < di 13 cm e la valutazione degli angoli epatici < 13 cm

L angolo inferiore dx (in scansione longitudinale sul lobo dx) deve essere < 75 e non deve debordare il polo inferiore del rene dx. < 75

L angolo inferiore sx (in scansione longitudinale sul lobo sx) deve essere < 45. < 45

V

Angolo inferiore arrotondato V

V

V

Le dimensioni del lobo caudato rivestono particolare importanza nella cirrosi e nelle patologie veno occlusive.

Il diametro longitudinale nelle scansioni lungo la vena cava e la vena porta deve essere < 5 cm.

Esiste un altro metodo, più attendibile, che consiste nella valutazione del rapporto tra il diametro trasverso del lobo caudato e quella del lobo dx ( C/RL)che deve essere < 0,65. C/ RL <0,65

IGEA Dea della salute III sec. a.c. Museo P. Orsi SR

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Ecostruttura normale Ecostruttura addensata (Bright Liver) Ecostruttura granulosa (Coarse pattern) Ecostruttura granulosa e nodulare (Coarse nodular pattern)

L ECOSTRUTTURA NORMALE DEL FEGATO E DEFINITA COME UN INSIEME DI ECHI FINI, DI MEDIA INTENSITA, OMOGENEAMENTE DISTRIBUITI.

Ecostruttura addensata (Bright Liver): echi fini, fittamente stipati, iperintensi

Ecostruttura addensata (Bright Liver): echi fini, fittamente stipati, iperintensi

Ecostruttura granulosa (Coarse pattern): Echi iperintensi, distribuiti irregolarmente a zolle (ecotessitura grossolana)

Ecostruttura granulosa e nodulare (Coarse nodular pattern): ecotessitura grossolana con micronoduli ipoecogeni

Asclepio III sec. a.c. Dio Della Medicina Museo P. Orsi SR

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

L ecogenicità del fegato viene confrontata con quella della corticale renale dx.

Il fegato normale ha una ecogenicità uguale o lievemente maggiore di quella della corticale renale dx.

Ecogenicità maggiore di quella della corticale renale dx

Ecogenicità maggiore di quella della corticale renale dx

Sombrotidas VI sec. a.c. Museo P. Orsi SR

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

I margini del fegato normale sono lisci. Nel fegato cirrotico i margini sono bozzuti.

REGOLARI BOZZUTI A

Seppellimento di S. Lucia Caravaggio Chiesa di S. Lucia alla Badia SR

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

La vena porta origina dalla vena splenica e dalla vena mesenterica superiore. E lunga 10-15 cm, penetra nel fegato all ilo epatico

si divide in due rami dx e sx, i quali si dividono ulteriormente in rami principali, segmentari e sub segmentari.

La vena porta ha un calibro < 13 mm e dovrebbero essere apprezzabili le variazioni di calibro durante il respiro.

La netta evidenza delle pareti distingue in genere i rami portali dalle vene sovraepatiche.

Il flusso è epatopeto.

La velocità di flusso deve essere > di 15 cm/sec.

Nell ipertensione portale la vena porta appare dilatata (> 13 mm) senza apprezzabili variazioni di calibro durante il respiro.

Nell ipertensione portale la vena porta appare con flusso rallentato (< 15 cm/sec) o addirittura con inversione del flusso che diventa epatofugo.

Via Minerva : Prospetto laterale del Duomo (colonne Doriche dell Athenaion V sec. a.c.)

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Le tre vene sovraepatiche (dx, media e sn) sono rettilinee, aumentano progressivamente di calibro e confluiscono nella Vena Cava Inferiore. Frequente la variabilità anatomica.

Le tre vene sovraepatiche (dx, media e sn) sono rettilinee, aumentano progressivamente di calibro e confluiscono nella Vena Cava Inferiore. Frequente la variabilità anatomica.

Il loro calibro, a un centimetro dallo sbocco, deve essere inferiore a 8 mm. Sono dotate di pareti sottili non visibili ecograficamente;

Il flusso è epatofugo.

Le pareti sono apprezzabili solo quando il fascio ultrasonoro le colpisce perpendicolarmente (in genere sono visibili le pareti della vena sovraepatica dx).

Le pareti sono apprezzabili solo quando il fascio ultrasonoro le colpisce perpendicolarmente (in genere sono visibili le pareti della vena sovraepatica dx).

Le vene sovraepatiche appaiono dilatate nel fegato da stasi (scompenso cardiaco; cardiomiopatie congestizie, ipertensione polmonare, pericardite costrittive, insufficienza tricuspidale) e nella S. di Budd Chiari ( occlusione trombotica di una o più vene sovraepatiche). 12 mm

Le vene sovraepatiche appaiono sottili e dentellate nelle cirrosi.

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

NELLO STUDIO DELLA COLECISTI DEVONO ESSERE VALUTATI: 1. LA TOPOGRAFIA 2. LA FORMA 3. LE DIMENSIONI 4. LE PARETI 5. IL CONTENUTO

Forma Corpo Fondo Colletto

Forma

Forma

Forma FREQUENTEMENTE E DISMORFICA: A BERRETTO FRIGIO.

Forma FREQUENTEMENTE E DISMORFICA: A BERRETTO FRIGIO.

Forma AD UNCINO

Dimensioni LE DIMENSIONI MASSIME DI UNA COLECISTI SONO: DIAMETRO TRASVERSO <4 CM DIAMETRO LONGITUDINALE <10 CM VALORI SUPERIORI INDICANO UN IDROPE DELLA COLECISTI

Parete LA PARETE DEVE AVERE UNO SPESSORE <3 mm.

Parete LO SPESSORE >3 mm INDICA UNA SOFFERENZA FLOGISTICA

Parete Adese alla parete possiamo evidenziare neoformazioni parietali: polipi e neoplasie

Parete Ma, siamo proprio sicuri che si tratta di un polipo?

Neoplasie della colecisti

Contenuto IL CONTENUTO DEVE ESSERE ANECOGENO. NEL LUME POSSIAMO EVIDENZIARE FORMAZIONI LITIASICHE MOBILI E FANGO BILIARE.

Contenuto

Contenuto

Diamo un occhiata alle vie biliari Intanto, si dividono in: Vie biliari intra epatiche Vie biliari extra epatiche

Le vie biliari intra epatiche Normalmente, non sono visualizzabili Diventano visibili se dilatate La dilatazione delle vie biliari intraepatiche è dovuta principalmente a ostruzione delle vie biliari extra epatiche, più raramente è dovuta a malattie intraepatiche primitive (es.: Malattia di Caroli).

Le vie biliari extra epatiche Sono in genere ben visualizzate La vbp decorre parallelamente alla vena porta

Il calibro normale della V.B.P. è <6 mm. 3,5 mm

La dilatazione è principalmente da ostruzione (calcoli, neoplasie, parassiti biliari, ecc.)

La dilatazione è principalmente da ostruzione (calcoli, neoplasie, parassiti biliari, ecc.)

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Coraggio siamo a buon punto!!!

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Le lesioni focali epatiche posso essere divise in : ANECOGENE IPOECOGENE IPERECOGENE MASSE COMPLEX

LESIONI ANECOGENE

LESIONI ANECOGENE

LESIONI ANECOGENE

LESIONI IPOECOGENE

LESIONI IPOECOGENE

LESIONI ISOECOGENE

LESIONI ISOECOGENE

LESIONI ISOECOGENE

LESIONI IPERECOGENE

LESIONI IPERECOGENE

LESIONI IPERECOGENE

UNA CLASSIFICAZIONE CLINICA POTREBBE DIVIDERE LE LESIONI FOCALI EPATICHE IN: QUASI SICURAMENTE BENIGNE PROBABILMENTE BENIGNE PROBABILMENTE MALIGNE QUASI SICURAMENTE MALIGNE

QUASI SICURAMENTE BENIGNE

QUASI SICURAMENTE BENIGNE

QUASI SICURAMENTE BENIGNE

PROBABILMENTE BENIGNE

PROBABILMENTE BENIGNE

PROBABILMENTE BENIGNE

PROBABILMENTE MALIGNE

PROBABILMENTE MALIGNE

QUASI SICURAMENTE MALIGNE

QUASI SICURAMENTE MALIGNE

QUASI SICURAMENTE MALIGNE

1. DIMENSIONI 2. ECOSTRUTTURA 3. ECOGENICITA 4. MARGINI 5. VENA PORTA 6. VENE SOVRAEPATCHE 7. COLECISTI 8. VIE BILIARI 9. EPATOPATIE DIFFUSE 10. LESIONI FOCALI 11. VERSAMENTI PERITONEALI

Devi ricercare eventuali raccolte fluide: nel recesso epato-diaframmatico, nella tasca del Morison, nello spazio perisplenico, nella retrocavità degli epiploon e nello spazio retto-vescicale (uomo) Nello spazio vescico-uterino e nel cavo del Douglas nella donna.

Ascite recesso epato diaframmatico

Ascite recesso epato diaframmatico

v

v

Ascite spazio del Morrison

Versamento perisplenico

Versamento perisplenico

Versamento nello spazio retto-vescicale nell uomo

Versamento nello spazio vescico-uterino e nel cavo del Douglas nella donna

Versamento nello spazio vescico-uterino e nel cavo del Douglas nella donna

Versamento nello spazio vescico-uterino e nel cavo del Douglas nella donna