LAW AND THE HUMANITIES 2
Direttore Vittorio Capuzza
LAW AND THE HUMANITIES La norma giuridica vuole trasformare nella forma più equa i sentimenti in idee, orientando verso una ragion d essere; essa rimane una scelta (del legislatore) e un applicazione (del giudice): sono parole convenzionali ed efficaci, che freddano le emozioni e si declinano come scienza, affermandosi come qualificatori (F. Cordero, Fiabe d entropia). La letteratura come entra in questa vicenda giuridica dapprima di scelta e poi di espressione di ciò che è stato valutato come il meglio? Compito della letteratura (come dell arte in genere) è scoprire, svelare e leggere i limiti dell uomo verso il mistero della vita: questa coscienza della propria condizione, che passa all uomo attraverso il bello e il piacevole, è capace di dire a chi compie scelte e limitazioni tanto nella società quanto per se stesso, ciò che è importante in quel frammento di storia. Sicché, l arte può meglio di tutto cogliere la differenza necessaria e denunciare un male, fissare al giudizio il carattere ontologico, cioè metafisico e non cronologico; da questa valutazione, può detrarre poi le conseguenze anche il legislatore nella scelta secondo il metro giuridico-scientifico, ovvero il giudice in sentenza, attraverso la porta dei principi dell ordinamento. La parola è nel diritto come per la letteratura lo strumento della scelta e dell individuazione del meglio. Nella prospettiva delle considerazioni teoretiche ora tratteggiate, questa Collana editoriale dedicata alla dualità Diritto e Letteratura, intende offrire, attraverso gli studi analitici e opportunamente selezionati che ospita, le visuali elaborate da diverse angolature del contatto fra il mondo giuridico e quello letterario, con i reciproci scambi e influssi, non mancando eventualmente di dedicare l attenzione, oltre alla prosa e alla poesia, anche alle diverse forme di arte attraverso le quali sussista il colloquio con il concetto del diritto. A tal fine, affiancata, come novità, dalla Rivista cartacea intitolata Agathergòs (parola che indica il compiere belle azioni o belle opere ), la Collana si caratterizza principalmente per: pubblicare Opere nuove e Atti di Convegni individuati alla luce del tema attinente al settore; ospitare, opportunamente tradotte, le Opere di rilievo scritte in materia da Autori stranieri; rendere edite o ripubblicare Opere storiche che abbiano in un certo senso preannunciato la dualità Diritto-Letteratura, scritte da Autori appartenenti alla più classica tradizione. Vittorio Capuzza
Pietro Pellegrino Miti, favole, fiabe. Modelli alternativi di comunicazione giuridica tra prosa e poesia Lezioni di narratologia del diritto
Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it via Raffaele Garofalo, 133/A B 00173 Roma (06) 93781065 ISBN 978-88-548-6647-8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: novembre 2013
Indice 9 Prefazione 13 Lezione I Diritto e narrazione. Etica, estetica, comunicazione 23 Lezione II Morale letteraria ed estetica giuridica della comunicazione 39 Lezione III Norma e salvezza. Diritto, mito e narrazione teologica 65 Lezione IV Pensiero narrativo e pensiero normativo. Memoria, oralità e regola 83 Lezione V Mito, diritto e narrazione tra oriente e occidente. Motivi giuridici nella letteratura favolistica e didascalica di ogni origine. Spunti introduttivi 93 Lezione VI Diritto e affabulazione tra finzione, metafora e aspirazione pedagogica 119 Lezione VII Mito, narrazione e stilistica. Forma letteraria e morfologia giuridica 151 Lezione VIII Favole e fiabe. Brevi note d introduzione 7
8 Indice 157 Lezione IX Il genere favolistico nella letteratura dell antichità. Oriente, Grecia, Roma. Il giuridico nella produzione esopiana, cenni 169 Lezione X Fiaba e narrazione giuridica: introduzione 175 Lezione XI Fiaba e narrazione giuridica: analogie morfo strutturali 181 Lezione XII Fiabisti o giuristi? Scrittori di storie tra diritto e letteratura 197 Lezione XIII L opera dei fratelli Grimm. Germanistica e diritto nel mondo delle fiabe 225 Lezione XIV Racconti di giustizia tra occidente e oriente 239 Lezione XV Immagini di comunità. Poesie, fiabe e altre narrazioni di diritto e di potere 273 Lezione XVI Fiaba e rapporto educativo. Narrazione, società, politica, diritto 287 Lezione XVII Sacramento di diritto. Il contratto tra simbolo e norma. Parola giuridica, arte e vita vissuta 307 Lezione XVIII Dove si prova a tirar le somme
Prefazione Le lezioni raccolte in questo corso costituiscono, per certi versi, la naturale prosecuzione delle altre che ho già raccolto nel volume Introduzione alla cultura del postmodernismo giuridico (Aracne, Roma 2012). In quel testo la questione dei rapporti tra diritto e letteratura e più in generale tra diritto e altre discipline espressive della creatività umana (musica, fumetti, serie TV e altro... ) era già introdotta quale uno dei motivi più originali e caratterizzanti la complessiva riflessione giuridica della Postmodernità. In queste nuove pagine ho ritenuto di ampliare il discorso, dedicando nuove, più mirate e specifiche riflessioni al tema, quanto mai attuale, dei rapporti tra diritto ed altre manifestazioni caratteristiche del genio umano e delle sue forme di esternazione. Se il giuridico si muove entro l orizzonte di un vitalismo incomprimibile, fatto di pulsioni, emozioni, comportamenti e interpretazioni cosa questa di cui sono personalmente ogni giorno più convinto allora è del tutto naturale che le forme di lettura più originali del mondo del diritto possano e debbano arricchirsi delle tecniche e delle metodiche ermeneutiche che gli studi di estetica, di letteratura, di antropologia ad ampio spettro, da decenni conoscono e coltivano. Del resto, nella nostra materia, una delle riconosciute frontiere dell approfondimento dottrinario dell alba del terzo millennio è proprio quella dell estetica giuridica, con tutto quel che di intrigante e misterioso, nello stesso tempo, ciò comporti. Non ci si meravigli, dunque, se si proverà a parlare, tra l altro, dei nessi e delle relazioni tra diritto e mondo della letteratura favolistica e di quelli tra diritto e mondo della narrazione in genere, anche nel prisma di sfaccettature apparentemente marginali o misconosciute. In fondo, che i fenomeni giuridici si manifestino, si concretizzino addirittura, attraverso forme di racconto (un testo normativo, un provvedimento amministrativo, una sentenza, un contratto, un te- 9
10 Prefazione stamento... ) è fatto assodato e incontrovertibile; non può dunque destare, in effetti, alcuna sorpresa che le tecniche di studio di materie solo apparentemente lontane ma in realtà accomunate dall essere tutte opera dell uomo, siano simili se non proprio le stesse. L impermeabile autonomia della scienza giuridica da molto tempo è ormai un mito superato, e il diritto, guardato e studiato da una privilegiata visuale interdisciplinare, da semplice ordine tendenzialmente autosufficiente è sicuramente divenuto un prodotto, fra i molti altri, del contesto umano, sociale, economico, politico e culturale. In ambiti geopolitici meno provinciali del nostro le relazioni tra diritto e altre scienze umane (humanities) da almeno un quarantennio sono oggetto di attenzione accademica istituzionale. Nei colleges nordamericani in particolare, non si contano corsi e cattedre deputati ai relativi specifici insegnamenti (diritto e fiabe, diritto e musica, diritto e fiction, diritto e fumetti... ). In questo corso, nello specifico, cercherò di focalizzare la mia attenzione sulle importanti relazioni tra diritto e mondo delle narrazioni tradizionali. Ho optato, anche in quest occasione, per la forma espositiva del corso di lezioni, che ritengo congeniale ad un esposizione divulgativa e informativa approfondita, ancorché nei limiti delle mie possibilità. Del resto anche questo è un lavoro concepito per la scuola, nel solco dei filoni di Law and Literature che costituiscono una delle cifre più caratterizzanti l insegnamento universitario del diritto contemporaneo. Per questo, volutamente, pur nel rispetto assoluto per i dati essenziali del rigore metodologico e della qualità delle informazioni offerte, il tono espositivo talvolta potrà risultare quasi colloquiale. Le singole lezioni, alcune delle quali senza perdere l impostazione divulgativa hanno raggiunto l ampiezza di piccoli inserti monografici altre invece sono più brevi e schematiche sono, per quanto possibile, autoconclusive, pur subendo tutte gli effetti del denominatore che le accomuna, costituito dalla riflessione estetologico interpretativa di cui si è detto. Proprio per questo, per la leggibilità autonoma di ciascun titolo, qualche piccola ripetizione concettuale non deve meravigliare. L apparato delle note è volutamente ricco e molto discorsivo; in esso si continua in termini piani e informativi il discorso intrapreso
Prefazione 11 nel testo vero e proprio. L auspicio, forse un po troppo ambizioso, sarebbe che tutti sulle note si soffermassero. I più curiosi, in ogni caso, vi troveranno spunti e indicazioni per ulteriori personali approfondimenti e spero non restino delusi. Qua e là, ma sempre rielaborati e rivisti, spesso completamente ripensati e riscritti, si ritroveranno osservazioni e brani già presentati nel mio precedente Introduzione alla cultura del postmodernismo giuridico (Aracne, Roma 2012). Dedico il mio lavoro a mia moglie. È il faro della mia vita: la persona senza la quale io semplicemente non esisterei. Non so dove trovi la pazienza di sopportarmi, sempre col sorriso sulle labbra. Lo dedico ai miei figli, come sempre dal più profondo del cuore. Lo dedico, una volta ancora, ai miei insostituibili Maestri, i professori Silvio Mazzarese e Alessandro Argiroffi dell università di Palermo, senza i quali non avrei avuto alcuna possibilità di fare quel poco di divulgazione giuridica nel cui solco si inserisce anche questo libro. Le lezioni qui raccolte nascono sempre dalle loro sollecitazioni, da lunghe conversazioni, da innumerevoli stimoli, da corsi accademici in cui mi hanno ospitato. Lo dedico, per ultimo ma non da ultimo, alla straordinaria Teresa Stefanetti, donna di gran fascino, vasta cultura e grande acutezza, che mi onora da anni della sua amicizia e sopporta stoicamente la mia pressoché quotidiana presenza nel suo bellissimo negozio di libri.