PERFORMANCE LAB. Corso Nazionale Maschile e Femminile PRO Golf Club Riviera Sport ASD

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Transcript:

PERFORMANCE LAB Massimo Scarpa Team Manager Nazionale Maschile/Femminile Professionisti Mauro Bertoni Preparatore Atletico Walter Bragagnolo Biomeccanico Giorgio Pasetto Biomeccanico Funzionale e Osteopata Stefano Morbioli Ingegnere Responsabile Bernstein@Lab 1

PERFORMANCE LAB MODELLO TECNICO Basato su una valutazione per immagini (riprese video) LIMITAZIONI: scelta inquadrature (fisse) frequenza di acquisizione (frame/sec) slow motion visione qualitativa e globale del gesto (difficoltà ad effettuare misurazioni ed a valutare i singoli segmenti) 2

PERFORMANCE LAB IL NOSTRO OBIETTIVO E LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI Tecnologia avanzata di visione del movimento (Bernstein@Lab) Analisi quantitativa del movimento dei singoli segmenti Applicazione di modelli biomeccanici per la sintesi delle informazioni relative al gesto motorio inteso come risultato dell attivazione coordinata dei singoli segmenti 3

PERFORMANCE LAB ANALISI dello SWING BACKSWING DOWNSWING FOLLOW-THROUGH 4

MODELLO BIOMECCANICO Il nostro modello biomeccanico di riferimento è costituito da una serie di molle torsionali partendo dall appoggio al suolo fino all estremità dello shaft. Phil Cheetam, A simple Model of the Pelvis-Thorax Kinematic Sequence 5

PREVENZIONE L analisi biomeccanica dello swing consente di comprendere l eziologia degli infortuni, rendendo efficaci le strategie preventive. Seguendo la tendenza più attuale, lo swing può essere diviso in 4 fasi: 1. address 2. backswing 3. downswing 4. follow-through 6

ANALISI dello SWING I sistemi di visione in uso presso il Bernstein@Lab permettono di: analizzare a posteriori le fasi dello swing scegliendo a discrezione il punto di osservazione; misurare le escursioni angolari alle articolazioni e le relative velocità di rotazione. ADDRESS shaft orizzontale impatto BACKSWING DOWNSWING FOLLOW THROUGH 7

1. ADDRESS La posizione di partenza è denominata address e deve consentire la migliore stabilità posturale possibile, ovvero la traccia della proiezione del baricentro al suolo (gomitolo) deve essere la più ridotta possibile (valutabile mediante stabilometria). 8

2. BACKSWING Il backswing serve a pre-stirare le molle torsionali predisposte in serie, ovvero le catene cinetiche muscolari che ci consentiranno poi di colpire la pallina con la massima potenza che il soggetto può esprimere. Dal momento che la velocità dipende dall escursione totale del caricamento (definibile in gradi articolari), i giocatori di golf migliori compiono delle rotazioni più ampie e in tempi molto brevi (inferiori al secondo), evitando così che parte dell energia elastica accumulata si disperda in calore. 9

2. BACKSWING Nel backswing risulta di importanza fondamentale monitorare una grandezza cinematica in particolare: la differenza in gradi tra l angolo delle spalle e l angolo del bacino. ANGOLO SPALLE ANGOLO BACINO ANGOLO GINOCCHIA Apice del BACKSWING 10

3. DOWNSWING Il downswing coincide con la discesa del bastone dall apice (termine) del backswing fino all impatto con la pallina. Abbiamo deciso di cogliere due istanti durante il downswing: a) shaft parallelo al suolo b) impatto con la pallina a) b) 11

APPLICAZIONE del MODELLO Il downswing si può considerare un movimento balistico : l ordine efficace di attivazione dei segmenti prevede la propagazione del moto a partire dalla base di appoggio per estendersi progressivamente all estremità distale e allo shaft che è ideale prolungamento degli arti superiori. BIOMECCANICO 12

3. DOWNSWING SHAFT ORIZZONTALE SPALLE BACINO GINOCCHIA 13

3. DOWNSWING IMPATTO IMPATTO SPALLE BACINO GINOCCHIA 14

RISCHIO INFORTUNIO Il downswing rappresenta la fase a maggior rischio di infortunio. Il motivo principale è l accelerazione, infatti il bastone (shaft) compie un arco di movimento analogo a quello effettuato nella salita (backswing), ma con una velocità tre volte superiore (la durata del downswing nei professionisti è di soli 2 3 decimi di secondo). 15

4. FOLLOW-THROUGH Scopo della quarta ed ultima fase, il follow-through, è quello di decelerare progressivamente il corpo e l attrezzo dopo aver colpito la pallina. La spalla e il braccio sinistro vanno in abduzione ed extrarotazione, l avambraccio in supinazione; la spalla destra si adduce e ruota internamente, seguita dalla pronazione dell avambraccio. Il tronco e le anche ruotano progressivamente verso sinistra (atleti destrorsi) fino a terminare tutto il gesto tecnico dello swing, con il tronco in estensione e inclinazione laterale. Al termine del follow-through ( finish ) il golfista si trova in situazione di equilibrio praticamente monopodalico: il peso del corpo grava quasi completamente sulla gamba sinistra (il tallone destro viene sollevato per permettere al bacino una rotazione nel piano orizzontale più ampia). 16

AFFEZIONI MUSCOLO - SCHELETRICHE Gli infortuni che noi possiamo prevenire, ovvero quelli imputabili direttamente al gioco, sono distribuiti percentualmente in modo differente tra le varie articolazioni. A. Mc Hardy, One Year Follow-up Study on Golf Injuries in Australian Amateur Golfers (2007) Gli infortuni si verificano prevalentemente durante l esecuzione dello swing (46.2%) Le strutture interessate sono: parte bassa della schiena (18.3%) gomiti/avambracci (17.2%) piedi caviglie (12.9%) spalle/braccia (11.8%) Il tempo dedicato alla pratica del golf è significativamente legato al rischio di infortunio 17

STRATEGIA PER LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI A OSSERVAZIONE E ANALISI DELLA BIOMECCANICA DEL GESTO TECNICO B VALUTAZIONE CLINICA DELL ATLETA C PREPARAZIONE ATLETICA 18

CAUSE DEGLI INFORTUNI Le cause principali sono riconducibili all esecuzione ripetitiva di gesti tecnici spesso errati effettuati con intensità e/o frequenze superiori alla resistenza dei tessuti o alla loro capacità di adattamento, all uso di strumenti che trasmettono vibrazioni (shaft) e all adozione di posture scorrette. Altri fattori predisponesti sono: età, scadente preparazione fisica, patologie sistemiche (diabete, obesità, ecc.), alterazioni anatomo-funzionali. 19

LA PREVENZIONE Il problema che gli individui devono risolvere in qualsiasi comportamento motorio finalizzato è quello di assumere una gestualità altamente redditizia e minimamente pericolosa (Walter Bragagnolo). La strategia sino ad ora utilizzata è stata quella di imitare la gestualità dei golfisti migliori, dimenticando che ognuno di noi è diverso da tutti gli altri. Per noi non esiste il modello da imitare, ma ogni singolo giocatore deve trovare il proprio gesto ideale. 20

IL BARICENTRO Il nostro modello di riferimento prevede che durante il movimento dello swing la proiezione del baricentro al suolo sia la più centrale possibile rispettando l ordine di intervento dei segmenti. Più il baricentro uscirà dalla traiettoria ideale e più si creeranno momenti di forza che dovranno essere compensati, diventando potenzialmente pericolosi per le articolazioni ed aventi l effetto di diminuire il rendimento del gesto motorio. 21

TRAIETTORIA del COP Carichi verticali durante l intero swing PIEDE SINISTRO PIEDE DESTRO Apice del Backswing Shaft Orizzontale Impatto Traiettoria del COP dall apice del backswing fino all impatto (punto di osservazione del golfista) 22

ARTICOLAZIONI A RISCHIO DURANTE LO SWING 1/3 Address La flessione del busto deve avvenire lordotizzando (lordosi fisiologica) la colonna lombare altrimenti si determina un sovraccarico dei dischi lombari. Backswing L impugnatura (grip) scorretta può causare patologie infiammatorie a carico del polso e della mano; Una presa troppo stretta può sovraccaricare i muscoli epicondiloidei e quindi determinare una epicondilite; L elevazione eccessiva delle spalle può indurre un impingement sub-acromiale; Il tratto lombare si trova in torsione e quindi per i soggetti lombalgici può essere fonte di dolore acuto e improvviso. 23

ARTICOLAZIONI A RISCHIO DURANTE LO SWING Downswing Distrazioni muscolari degli addominali possono verificarsi con una eccessiva rotazione del busto; Lo spostamento eccessivo del carico sulla gamba sinistra può creare patologie a carico dell anca o del ginocchio; Errori di impugnatura o di esecuzione del gesto tecnico possono causare l epicondilite e/o l epitrocleite; Il polso e la mano possono essere sede di lesione nel caso in cui vi sia un impatto accidentale molto violento con un terreno troppo duro oppure vi sia un eccessiva flessione/estensione del polso. 2/3 24

ARTICOLAZIONI A RISCHIO DURANTE LO SWING 3/3 Follow-through La struttura capsulo-legamentosa della spalla e la cuffia dei rotatori sono sottoposti ad uno stress molto elevato; Infortuni alle anche e alla regione lombare possono verificarsi durante una decelerazione troppo brusca del movimento; Qualora il piede rimanga eccessivamente ancorato al suolo possono verificarsi traumi distorsivi al ginocchio sinistro sino alla possibile rottura del legamento crociato anteriore. 25

VALUTAZIONE BIOMECCANICA FUNZIONALE DELL ATLETA Altra strategia preventiva è quella di effettuare periodicamente una valutazione biomeccanica funzionale. 26

VALUTAZIONE BIOMECCANICA FUNZIONALE DELL ATLETA Quello che il biomeccanico funzionale deve osservare sono: asimmetrie degli arti inferiori; normalità funzionale di tutte le vertebre in particolare del cardano di D12 e L1; integrità articolare di caviglie, ginocchia, anche, spalle, gomiti e polsi. 27

LA PREPARAZIONE ATLETICA Il programma di allenamento in palestra finalizzato a migliorare le performance dei golfisti si basa su alcuni punti fondamentali: Miglioramento della propriocettività (gestione dell equilibrio); Miglioramento dell articolarità del busto e delle spalle; Miglioramento del tono-trofismo muscolare generale e specifico degli arti inferiori, glutei, busto e arti superiori; Miglioramento della potenza aerobica con il cardiofrequenzimetro; Miglioramento della postura e prevenzione delle algie vertebrali attraverso allenamenti mirati di core stability. 28

LA PREPARAZIONE ATLETICA NEL DETTAGLIO Una preparazione adeguata per il golf dovrà prevedere l'allenamento della resistenza e della forza esplosiva. La resistenza opportunamente allenata ci consente di arrivare lucidi fino al termine della gara sia essa di uno o più giorni. Il golf è uno sport a basso impatto, cioè caratterizzato da una modesta richiesta energetica che associata, però, alla lunga durata della gara ed all'elevato carico psicologico produce frequentemente un abbattimento della prestazione. Chi è opportunamente allenato potrà anche tenere sotto controllo la pulsazione cardiaca che è un fattore di disturbo della precisione (gioco corto e soprattutto putt). 29

RESISTENZA La resistenza può essere allenata con la camminata veloce, con la corsa, con il fartlek, interval training, ecc. L'ideale sarebbe dotarsi di cardiofrequenzimetro (strumento facilmente reperibile che legge le pulsazioni del cuore) ed iniziare camminando per 30/45 minuti almeno 2/3 volte per settimana ad una frequenza pari al 65/70% del proprio battito cardiaco massimo. Utilizzando questa metodica potremo anche bruciare un pò di grassi corporei. 30

FORZA ESPLOSIVA La forza esplosiva è l'espressione fisica dello swing, vale a dire che quando compiamo il gesto tecnico mettiamo in gioco questa forza che determina la velocità finale della testa del bastone e di conseguenza la distanza che possiamo compiere con un dato attrezzo. Sarebbe però riduttivo pensare che l'allenamento della forza sia esclusivamente finalizzato al raggiungimento di maggiore distanza, infatti attraverso questo training si ottiene anche la possibilità di esercitare un maggiore controllo sullo swing sia nel gioco lungo che nel gioco corto (in definitiva una maggiore precisione anche nell esecuzione dei movimenti fini). 31

FORZA ESPLOSIVA La forza esplosiva si può allenare con diverse metodiche sia a corpo libero (carico naturale) sia con l'utilizzo di piccoli e grandi attrezzi (manubri, elastici, fitball, tavolette per l'equilibrio, macchine tradizionali da palestra, macchine a cavo libero, pilates, ecc.). Si possono utilizzare esercizi di tipo analitico (stimolazione di pochi muscoli per volta), semi-analitico (più muscoli per volta) e complessi (tanti muscoli lavorano contemporaneamente e su più piani sviluppando così una forte componente di coordinazione del movimento). Molto importante allenare la parte centrale del corpo (core) che funge da link tra il tronco/braccia e gli arti inferiori e, per questo, può garantire la massima coordinazione tra i due comparti. 32

FORZA ESPLOSIVA Questi esercizi possono essere anche mescolati tra loro in funzione delle necessità personali del giocatore e tenendo conto del periodo dell'anno in cui vengono svolti (più o meno vicino alle gare). Anche nel caso della forza esplosiva sarebbe necessario programmare 2/3 allenamenti ogni settimana della durata di circa un ora meglio se seguiti da personale qualificato che possa individualizzare il training in funzione delle caratteristiche fisiche del golfista e, naturalmente, tenendo conto delle caratteristiche del golf. 33

RIASSUMENDO Programmando correttamente la nostra preparazione atletica avremo ulteriori benefici in particolare in relazione alla prevenzione delle patologie che affliggono tanti golfisti (sovraccarico della colonna vertebrale, problemi articolari diffusi, postura scorretta, ecc) e questo per giocare a golf è fondamentale perchè sentirsi bene aiuta tantissimo il nostro gioco. 34

CONCLUSIONI Performance Lab è un servizio disponibile per la preparazione del golfista orientato alla prevenzione degli infortuni che prevede l applicazione di: protocolli di indagine per la valutazione strumentale mirata del movimento; protocolli di valutazione della funzionalità articolare ed eventuale ripristino della mobilità mediante trattamenti manuali (normalizzazione biomeccanica); protocolli di allenamento specifici. SVILUPPI FUTURI Performance Lab è un progetto in continua evoluzione. L applicazione dei protocolli e la raccolta delle informazioni relative alle prove oggettive effettuate consentiranno la formazione di un archivio di rifermento per la valutazione dei nuovi atleti. Le misurazioni effettuate sugli atleti potranno essere utilizzate per valutare anche: la ripetibilità del gesto (capacità di controllo); l atteggiamento della colonna vertebrale all address; la scomposizione dei movimenti della colonna (rotazione, flessione laterale e a/p) le azioni scambiate nel piano degli appoggi (non solo le forze verticali) 35