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ANNO SCOLASTICO 2012-13 SIMULAZIONE DELLA PROVA DI MATEMATICA DELL ESAME DI STATO INDIRIZZO: SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO Risoluzione Problema 1 a) Poiché per ogni valore di a l espressione analitica di f è un polinomio senza termine noto, tutti i grafici delle funzioni f hanno in comune l origine Dimostriamo che è l unico punto comune a tutti i grafici delle funzioni f I punti comuni a tutte le funzioni sono quelli le cui coordinate soddisfano la condizione Ciò significa che l equazione deve risultare indeterminata rispetto all incognita a Trattandosi di un equazione di primo grado in una incognita, essa è indeterminata se e solo se i suoi coefficienti sono entrambi nulli, ossia se L origine è dunque l unico punto comune a tutti i grafici delle funzioni f Anche l espressione della funzione g manca del termine noto e quindi il grafico di g passa per l origine Studiamo ora le funzioni Dominio: Parità:, le f sono dispari Limiti: se e se e Non ci sono asintoti verticali e orizzontali Se non ci sono neppure asintoti obliqui, in quanto: Se la funzione si riduce a e ammette l asintoto obliquo di equazione che coincide con il grafico della funzione stessa Segno: se se per se per per (figura 1) 1

Figura 1 Derivata prima: Studiamo il segno di se se a < 0, se Derivata seconda: Studiamo il segno di se a > 0, se se a = 0, se a < 0, se Riassumiamo lo studio del segno, della crescenza e della concavità delle funzioni f nella seguente tabella Studiamo ora la funzione Dominio: Parità: è pari 2

Limiti: Non ci sono asintoti verticali o orizzontali Non ci sono asintoti obliqui, in quanto: Derivata prima: Studiamo il segno di Derivata seconda: Studiamo il segno di se se Riportiamo lo studio del segno, della crescenza e della concavità della funzione g nei seguenti grafici Figura 2 Rappresentiamo i grafici delle funzioni (figura 3) Figura 3 b) L equazione assegnata esprime la condizione le soluzioni pertanto corrispondono ai punti di intersezione dei grafici delle due funzioni e ovvero agli zeri della funzione: 3

I caso: Osservando la figura 3a notiamo che i grafici di f e g si incontrano, oltre che in O, anche in un punto di ascissa maggiore di 1 Infatti: e dunque, essendo continua, per il teorema di esistenza degli zeri, essa si annulla almeno una volta per Quindi i grafici delle due funzioni si incontrano in almeno un punto con ascissa maggiore di 1 e perciò, considerando anche il punto (0; 0), hanno almeno due punti di intersezione II caso: Analogamente, dall esame della figura 3b notiamo che i grafici di f e g si incontrano almeno una volta per quindi hanno almeno due punti di intersezione c) In devono essere verificate le due condizioni: Sostituiamo il valore nella funzione f e nei risultati della tabella di pagina 2, quindi disegniamo i grafici (figura 4) La retta tangente comune ha equazione: Figura 4 d) La regione di piano di cui si deve trovare l area è formata da due parti (figura 4): la prima con la seconda con L area è data dalla somma dei seguenti due integrali: 4

e) Rappresentiamo in un riferimento cartesiano ortogonale tridimensionale la base del solido, la sezione ottenuta con un generico piano ortogonale all asse x e il corrispondente elemento infinitesimo di volume In base ai dati forniti la generica sezione è un rettangolo di altezza Figura 5 (figura 5) e base Il volume del solido è dato dalla somma degli infiniti elementi infinitesimi compresi nell intervallo dell asse x Il volume dell elemento infinitesimo generico è: Osserviamo che per x tendente a 0 la sezione ha area finita, anche se l altezza tende a, in quanto il prodotto tende a 1 per x che tende a 0 Possiamo quindi determinare il volume del solido calcolando l integrale definito: Problema 2 a) L area richiesta è quella relativa alla parte di piano delimitata dalle rette di equazione x = 3 e x = 0, dall asse x e dal grafico di Figura 6 5

Indichiamo tale area con A Utilizzando l integrale definito e tenendo conto che per abbiamo: Applichiamo il teorema fondamentale del calcolo integrale e, ricordando che una primitiva di è otteniamo: e rappresentano i coefficienti angolari delle rette tangenti al grafico di rispettivamente nei punti di ascissa 3 e 0, che possiamo ricavare esplicitando in y l equazione delle rette tangenti in tali punti: Sostituendo abbiamo: b) Dall esame del grafico di possiamo ricavare alcune informazioni sul grafico probabile di Dominio Poiché è continua in, allora è continua e derivabile in ogni punto di tale intervallo e quindi il dominio di è Nel punto tende a e poiché ha un asintoto verticale, allora anche I punti ( 3; 4) e (0; 1) appartengono al grafico di per le indicazioni relative alle rette tangenti Derivata prima dominio per, pertanto è sempre decrescente nel suo Limiti agli estremi di Per abbiamo stabilito, analizzando il dominio, che inoltre, dato che è sempre decrescente, deve necessariamente essere Per, poiché il coefficiente angolare della retta tangente a tende a 0; dunque, per, ha la concavità rivolta verso l alto e non possiede l asintoto obliquo Non abbiamo elementi sufficienti per stabilire se possieda o meno un asintoto orizzontale per 6

Di seguito riportiamo due diversi grafici probabili per Figura 7 c) Determiniamo calcolando la primitiva della funzione assegnata: Poiché il grafico di passa per il punto (0; 1), deve essere: Dunque Determiniamo ora f (x) calcolando la primitiva di Poiché il dominio di f (x) è l intervallo, scriviamo Inoltre, dall equazione della retta tangente nel punto otteniamo che il grafico di f (x) passa per il punto Sostituendo abbiamo: L equazione di f (x) è allora: Per rappresentare il grafico di studiamo la funzione Dominio: Segno: se Intersezione con gli assi: e Limiti agli estremi di D: ; 7

Constatiamo quindi che la retta di equazione è asintoto verticale destro per e che non esiste l asintoto orizzontale Osserviamo inoltre che si presenta nella forma indeterminata Applichiamo il teorema di De L Hospital: Pertanto non possiede l asintoto obliquo Derivata prima, già calcolata: Dominio:, perché ci restringiamo al dominio di Segno: per ogni Pertanto non sono presenti punti stazionari di minimo, né di massimo, né di flesso a tangente orizzontale Derivata seconda, fornita dalla traccia: Segno: per ogni ha concavità rivolta verso il basso per ogni non ci sono punti di flesso con tangente obliqua Tracciamo il grafico Γ di f (x) Figura 8 Osserviamo che il grafico Γ può essere dedotto dal grafico della funzione dopo l altra tre trasformazioni nel piano: traslazione di vettore dilatazione di un fattore 4 rispetto all asse y; traslazione di vettore applicando una d) Calcoliamo l area della parte di piano compresa tra Γ e l asse x nell intervallo [ 3; 0] utilizzando l integrale definito Per risolvere una parte dell integrale indefinito associato applichiamo il metodo di integrazione per parti e successivamente, per integrare la funzione razionale fratta che risulta, utilizziamo la divisione tra polinomi: 8

Figura 9 e) Il volume richiesto, che indichiamo con V, è equivalente al volume del solido ottenuto dalla rotazione completa attorno all asse x del tratto con ascissa compresa nell intervallo [1; 4] della curva che si ricava traslando il grafico Γ di secondo il vettore Figura 10 Abbiamo pertanto otteniamo: e, applicando la formula del volume dei solidi di rotazione, Calcoliamo per parti l integrale 9

Abbiamo allora: Questionario 1 Una funzione suriettiva da A a B ha per dominio A e per codominio B Dato che l insieme A ha un elemento in più rispetto a B, due tra i sei elementi di A devono avere la stessa immagine in B Il numero di modi in cui possiamo selezionare tale coppia di elementi di A, è pari al numero di combinazioni semplici di 6 oggetti di classe 2: Dopo aver fissato la coppia di elementi con la stessa immagine, il numero di modi in cui è possibile associare agli elementi di A gli elementi di B è pari al numero di permutazioni semplici di 5 oggetti: Pertanto il numero complessivo di funzioni suriettive da A a B che possiamo definire è pari a: P 5 C 6,2 = 1800 2 Il limite, che si presenta nella forma indeterminata può essere risolto con vari metodi Con le formule di bisezione e di duplicazione, otteniamo: Con i limiti notevoli, e dividendo numeratore e denominatore per x, otteniamo: Applicando il teorema di De L Hospital, otteniamo: 10

Ricorrendo al principio di sostituzione degli infinitesimi, e operando quindi le sostituzioni otteniamo:, 3 Osserviamo che la quantità venduta: è positiva, o nulla, se: cioè se il prezzo unitario non supera 20; assume il valore massimo se Il ricavo è dato dal prodotto qp del prezzo unitario p per la quantità venduta q; sostituendo a q la sua espressione in funzione di p, e tenendo conto della limitazione, otteniamo: con r (p) descrive un arco di parabola con concavità verso il basso e ascissa compresa fra 0 e 15 (figura 11a) Figura 11 Le coordinate del vertice della parabola sono:, Dato che, il vertice rappresenta il punto in cui il ricavo è massimo Il ricavo massimo è dunque pari a 2500,00 e si ottiene in corrispondenza del prezzo unitario di vendita di 10,00; la quantità venduta che dà il massimo ricavo è 250 La funzione che dà il ricavo in funzione della quantità venduta si ottiene ancora dal prodotto qp; esprimendo p in funzione di q, otteniamo: Tracciamo il grafico (figura 11b) tenendo conto delle limitazioni: 11

Se se quindi q è compreso fra 125 e 500 Ritroviamo che il ricavo massimo si ha in corrispondenza di 4 Disegniamo la generica parabola di equazione con k > 0, assieme alla retta tangente nel punto P e alla parallela all asse x (figura 12) Figura 12 Il segmento parabolico individuato dalla corda PP' è indicato con R 1 in figura, mentre il triangolo curvilineo è indicato con R 2 Il generico punto P ha coordinate P(a; ka 2 ), con a > 0 L area di un segmento parabolico, per la formula di Archimede, è pari ai rettangolo circoscritto, quindi l area di R 1 è data da: dell area del Possiamo calcolare l area di R 2 per differenza: dall area delimitata dal grafico di γ nell intervallo sottraiamo l area del triangolo QHP Determiniamo innanzi tutto le coordinate di Q Retta tangente a γ in P: dove Coordinate del punto Q:, L area di R 2 vale dunque: 12

Il rapporto fra le due aree è: Dato che il rapporto è costante al variare delle coordinate di P, il limite richiesto è 16 5 La funzione f(x), essendo ovunque continua e derivabile, è in particolare continua nell intervallo chiuso [0; 1] e derivabile nell intervallo aperto ]0; 1[ Sono dunque soddisfatte le ipotesi del teorema di Lagrange, quindi esiste ]0; 1[ tale che: Poiché e risulta: La disuguaglianza si può dimostrare anche per altra via Poiché risulta: In particolare, vale la disuguaglianza più restrittiva 6 I triangoli e, rettangoli rispettivamente in e sono congruenti perché hanno l ipotenusa in comune e i cateti ordinatamente congruenti Sono quindi congruenti anche le altezze relative all ipotenusa, che cadono sullo stesso punto P (figura 13) Figura 13 è dunque perpendicolare alle rette e pertanto è perpendicolare al piano che le contiene: tale piano è perciò una sezione normale del diedro convesso di facce e 13

Applichiamo ora il teorema del coseno al triangolo per determinare l ampiezza dell angolo Esprimiamo tutti gli elementi in funzione della lunghezza a dello spigolo del cubo: Calcoliamo l ampiezza del diedro:, 7 La funzione data ha per dominio e le sue restrizioni ai tre intervalli indicati sono continue La funzione, quindi, è continua in se lo è nei punti e Condizione per la continuità in (dato che : Condizione per la continuità in (dato che Abbiamo due casi: Le coppie ordinate di valori per i quali la funzione è continua sono dunque: (1; 1) 8 Data una funzione f continua in, la sua funzione integrale di punto iniziale a è: 14

Per il teorema fondamentale del calcolo integrale, questa funzione integrale è derivabile e risulta: Fissiamo dunque a piacere un punto iniziale a e applichiamo all integrale dato le proprietà di additività e di scambio degli estremi di integrazione dell integrale definito: Calcoliamo la derivata di osservando che il secondo addendo è una funzione composta: Ora calcoliamo i risultati richiesti, tenendo conto dei dati noti del problema: ; ; 9 Condizione necessaria, ma non sufficiente, perché una funzione sia derivabile in un punto è la continuità in tale punto In abbiamo: ; In la funzione presenta una discontinuità (di I specie), quindi non è derivabile e la proposizione è falsa Possiamo dimostrare la non derivabilità in anche partendo dal rapporto incrementale Consideriamo separatamente il rapporto incrementale sinistro e destro, e calcoliamo il limite, per del rapporto incrementale sinistro La funzione non ammette derivata sinistra in e quindi non è ivi derivabile Infatti condizione necessaria e sufficiente perché una funzione sia derivabile in un punto è che ammetta la derivata destra e sinistra e che esse siano coincidenti L errore nella proposizione sta nell identificare la derivata sinistra (o destra) in un punto x 0 con il limite della derivata, calcolata in un intorno sinistro (o destro) di x 0, per x tendente a x 0 da sinistra (o da destra), anziché con il limite, sinistro o destro, del rapporto incrementale 15

10 Per il teorema della corda, posto si ha Figura 14 Per il secondo teorema dei triangoli rettangoli, nel triangolo (figura 14) è e cioè: Per le formule parametriche è: Sostituendo nella relazione iniziale si ha, da cui: 16