Capitolo 1 IL COSTRUTTO DI AUTOEFFICACIA Bandura (1986), in ambito sociocognitivista, definisce il senso di autoefficacia come la convinzione, nelle proprie capacità d organizzare e realizzare il corso di azioni necessario a gestire adeguatamente le situazioni che si incontreranno, in modo da raggiungere i risultati prefissati (p.15). A livello teorico, la self-efficacy è stata studiata e concettualizzata attraverso due direttrici principali: una prima prospettiva considera tale costrutto un tratto globale e generalizzato di personalità ravvisabile in vari ambiti (Chen, Gully e Eden, 2001; Schwarzer e Jerusalem, 1995). La seconda prospettiva, afferente alla teoria sociocognitiva di Bandura (1989) considera la self-efficacy come una variabile specifica per un determinato ambito o in altri casi come una variabile specifica per un determinato compito, volta a predire un comportamento circoscritto. I ricercatori della prima linea teorica hanno evidenziato come la "General Self-Efficacy" (GSE) sia un tratto globale di personalità importante per far luce sulle differenze individuali in termini di motivazioni, attitudini, apprendimento e task performance. Viene ritenuta un tratto stabile ed una convinzione di competenza generalizzata. Judge, Erez e Bono (1998) hanno definito la GSE come la percezione relativa alla propria abilità di rendimento in attività plurime e variegate, rilevando le differenze individuali nella tendenza a considerare se stessi capaci o incapaci di fronteggiare le richieste del compito nelle più differenti situazioni e contesti. Questi autori hanno sviluppato il concetto di autoefficacia generalizzata, intesa come fiducia generale che una persona possiede, riguardo la propria capacità di portare a termine con successo, attività diverse in vari ambiti. 5
La percezione delle proprie abilità andrà ad influenzare sensibilmente quanto impegno le persone investiranno nello svolgimento di un compito, la perseveranza ed il livello di soddisfazione che deriva dal raggiungimento dell'obiettivo. In tale ottica si ritiene che una persona può presentare differenti livelli di autoefficacia, a seconda degli ambiti indagati, in quanto è possibile padroneggiare maggiormente attività o occupazioni in alcuni campi piuttosto che in altri. Le convinzioni di efficacia devono quindi essere misurate attraverso giudizi particolareggiati su capacità che possono variare a seconda delle sfere di attività o dei livelli di difficoltà del compito all'interno di un dato ambito di attività. Secondo la prospettiva socio-cognitivista, la self-efficacy si riferisce alle aspettative che una persona ha circa le proprie capacità di ricorrere alle risorse necessarie per far fronte alle richieste dell'ambiente. Bandura a tal proposito fa una distinzione tra aspettative di efficacia e aspettative di risultato, definendo la prima una convinzione circa le proprie capacità di mettere in atto un corso di azioni adeguato per raggiungere livelli di prestazione prefissati e la seconda come giudizio circa le probabili conseguenze che tali azioni produrranno (Bandura, 1997). Queste due diverse impostazioni teoriche hanno contribuito a rendere vivo il dibattito scientifico sulla natura del costrutto di selfefficacy, determinando al riguardo numerose ricerche a livello internazionale (Labone, 2004; Schyns, 2004). Bandura (1997) considera l autoefficacia come una variabile in grado di predire comportamenti, affetti e processi cognitivi, egli afferma che ogni persona compie scelte, trova motivazioni e regola il suo comportamento basandosi sul proprio sistema di convinzioni. Nessun meccanismo di autoregolazione è più essenziale e pervasivo delle convinzioni di efficacia personale. 6
Questo sistema di convinzioni è il fondamento del comportamento umano. Tutti gli altri fattori che orientano e motivano il comportamento affondano le radici nella convinzione centrale di poter produrre cambiamenti con le proprie azioni. Tale convinzione ha un ruolo centrale per il modo in cui le persone costruiscono e vivono la loro vita. Gli scopi e le aspirazioni personali, che si fondano a loro volta su un sistema di valori, forniscono ulteriori incentivi e guide per l azione. Inoltre, le persone regolano il corso della loro vita prevedendo i risultati del loro impegno: i costi e i benefici materiali, gli effetti sociali positivi e negativi e la propria autovalutazione (Bandura, 2001). Lo sviluppo e il cambiamento personale procederebbero facilmente se non ci fossero ostacoli da superare; così l idea soggettiva delle opportunità e degli ostacoli presenti nel proprio ambiente modella il corso della vita. L autoefficacia è un elemento essenziale perché influisce sul comportamento sia direttamente sia attraverso gli effetti prodotti su queste altre determinanti. Le convinzioni di efficacia determinano gli scopi e le aspirazioni. Più il senso di efficacia è forte, più gli scopi prescelti sono elevati e maggiore è la determinazione nel loro perseguimento. Le convinzioni di efficacia modellano i risultati previsti del proprio impegno. Quando sono elevate, le persone prevedono risultati favorevoli; quando sono ridotte, le persone si aspettano di ottenere risultati scarsi. Le convinzioni di efficacia influiscono anche sulla rappresentazione degli ostacoli e degli impedimenti: in presenza di aspettative ridotte ci si concentra sui costi e i rischi da evitare, più che sulle opportunità disponibili. Di fronte agli impedimenti, chi ha scarse aspettative di efficacia si convince facilmente che sia inutile impegnarsi. 7
Chi ha invece aspettative elevate pensa di poter superare gli impedimenti sviluppandosi come persona e perseverando nell impegno (Bandura, 2001). Le credenze delle persone riguardo la propria efficacia nel gestire gli eventi, influenzano le scelte, le aspirazioni, i livelli di sforzo, di perseveranza, resilienza e vulnerabilità allo stress ed in generale la qualità della prestazione. Indagare le convinzioni di autoefficacia personale, relativamente ad un dato comportamento, può allora permettere di predire la condotta dell'individuo in quello specifico dominio comportamentale. Per quanto riguarda le convinzioni di efficacia sulla gestione delle emozioni e delle relazioni interpersonali, si evidenzia una stretta relazione tra efficacia emotiva (relativa alla regolazione dell'affettività negativa e all'espressione dell'affettività positiva) ed efficacia interpersonale (convinzioni relative alla gestione delle relazioni con profitto e soddisfazione). Il senso di autoefficacia agisce anche sulla determinazione e sulla scelta degli obiettivi personali. In questo senso l'importanza primaria di credenze di efficacia incentrate sulla controllabilità dell'ambiente entro cui la scelta è operata, risulta fondamentale nella scelta dei propri obiettivi: con una scarsa controllabilità percepita si riducono le aspirazioni e gli obiettivi che le persone si prefiggono (Bandura, 2001). Secondo Pajares (1996) l autoefficacia comprende almeno tre diversi aspetti e cioè la valutazione del proprio livello di abilità, le aspettative di riuscita e l importanza assegnata al compito e alla situazione. La valutazione del proprio livello di abilità si riferisce alla percezione delle competenze personali possedute per affrontare lo specifico compito e si collega a una valutazione delle difficoltà poste dalla situazione. Le aspettative di riuscita riguardano la stima della possibilità di ottenere un successo. 8
Esse si collegano sia al livello di difficoltà del compito, così come percepito in relazione anche alle abilità possedute, sia ai parametri attraverso cui il singolo stabilisce se e in che misura un certo risultato costituisce un successo. Infine l importanza assegnata al compito consiste nel valore assegnato alla situazione, la quale può contribuire in maniera più o meno efficace a soddisfare gli obiettivi del soggetto. In una situazione ottimale queste tre componenti (valutazione di abilità, aspettative e importanza) sono tutte positive e sinergiche e conducono a una buona percezione di autoefficacia. In altri casi, invece, o sono negative, per cui la percezione di autoefficacia è complessivamente bassa oppure sono discrepanti e, in quanto tali, conflittuali. Un caso frequente è, ad esempio, quello di studenti che valutano positivamente la situazione, per cui vorrebbero riuscire a sostenere molti esami e ottenere voti positivi, ma che percepiscono un basso livello di competenza nell affrontare lo studio di specifiche materie. Tale situazione è conflittuale in quanto lo studente vorrebbe affrontare la situazione ma teme di non farcela a causa del personale riconoscimento della mancanza di adeguate capacità per riuscire (De Beni & Moè, 2000). Un elemento fondamentale del concetto di autoefficacia è, infatti, secondo Bandura (1997), l esercizio del controllo (human agency). Sentire di avere la capacità di affrontare una specifica situazione e credere che le proprie azioni produrranno gli effetti desiderati, porta ad anticipare scenari di riuscita, a impegnarsi e, di conseguenza, a ottenere buoni risultati. Al contrario, la sensazione di non riuscire a controllare la situazione, caratterizzata da bassa autoefficacia, porta al ritiro dell impegno e, quale conseguenza, a risultati di apprendimento non soddisfacenti. Tutto questo può tradursi in un processo circolare mediato dalle aspettative (De Beni & Moè, 2000). 9
Chi possiede un elevato senso di autoefficacia si aspetta il successo, aspettativa che, a sua volta, sostiene e motiva per ottenere una buona prestazione. Chi presenta, invece, una bassa percezione di autoefficacia tende a essere demotivato nel timore di non riuscire ad affrontare la situazione e a controllarla. Bandura (1986, 1995, 1997) identifica quattro fonti di informazioni principali per la costruzione dell'autoefficacia. La fonte di maggior influenza di queste credenze riguarda le esperienze comportamentali dirette di gestione efficace, che funzionano da indicatori di capacità; semplicemente valutando le conseguenze delle proprie azioni e interpretando tali conseguenze, gli individui accrescono le credenze circa la propria autoefficacia. I risultati interpretati come positivi aumentano il livello di autoefficacia quelli negativi lo diminuiscono. Bandura (1986) sottolinea che le esperienze personali e dirette sono la fonte di maggior influenza per la raccolta di informazioni inerenti l autoefficacia ed hanno importanti implicazioni nel raggiungimento di successi in ambito accademico. Risulta perciò importante che l insegnante ponga attenzione al cambiamento delle credenze degli studenti, riguardo l autoefficacia e le competenze che ritengono di possedere. Le esperienze vicarie e di modellamento sono un altra importante fonte per la costruzione dell autoefficacia ed agiscono attraverso la trasmissione di competenze ed il confronto con le prestazioni ottenute dalle altre persone. Questa fonte di informazione è più debole rispetto alla precedente ma, quando le persone sono incerte circa le proprie capacità o hanno un esperienza limitata in materia, diventano più vulnerabili a questo tipo di fonte. Come dimostra Schunk (1981, 1983a, 1987) in questo ambito le conseguenze/effetti dei modelli risultano essere particolarmente rilevanti: un modello significativo nella vita di una persona può essere utile per elaborare determinate credenze su se stessi e sarà quindi in grado di influenzare l intero percorso di vita. 10