Capitolo l: Sistemi cartografici italiani e loro stato di aggiornamento.

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Capitolo l: Sistemi cartografici italiani e loro stato di aggiornamento. 1.1 - Impostazione del problema del rilievo Scopo ultimo di un rilievo e' la determinazione della posizione relativa di punti, da rappresentare poi in forma grafica su un opportuno documento, la carta. Le operazioni di rilievo si svolgono sulla superficie fisica della terra, ma i calcoli che portano alla posizione dei punti debbono essere eseguiti su una superficie esprimibile matematicamente. Gli strumenti classici di misura sfruttano 1' esistenza della forza di gravità, che permette di materializzare la verticale (cioè la direzione del filo a piombo), e superfici equipotenziali (cioe la superficie libera di un liquido in quiete). La forma della terra, al di là dell articolazione in monti e depressioni, e definita da una superficie equipotenziale particolare, quella corrispondente al livello medio dei mari; tale superficie e detta geoide. Ad ogni punto P sulla superficie fisica della terra si può far corrispondere un punto P0 sul geoide tramite il tratto di verticale mandato dal punto P. Grazie alla verticale ogni porzione della superficie terrestre può essere proiettata sul geoide: le diverse lunghezze dei tratti di verticale, dette quote ortometriche, definiscono le relazioni di posizioni altimetriche tra i punti, mentre le posizioni relative delle proiezioni sul geoide definiscono la planimetria. 4

La separazione tra rilievo planimetrico e rilievo altimetrico é alla base della geodesia e topografia classica. Poiché la forma della terra, ovvero il geoide, e una superficie ancora estremamente complessa, si introduce una superficie che, pur essendo assai prossima al geoide, e matematicamente assai più semplice: l'ellissoide di rotazione, ossia quella superficie che si ottiene facendo ruotare una ellisse attorno al suo semiasse (minore, nel caso della terra). Sull'ellissoide e finalmente possibile eseguire i calcoli relativi al rilievo planimetrico; inoltre se il rilevo e' di limitata o modesta estensione, e del tutto corretto sostituire all'ellissoide superfici più semplici, quali la sfera o il piano tangenti al punto centrale della zona rilevata. Per questa ragione le coordinate planimetriche sono riferite all ellissoide mentre l altimetria è riferita al geoide. L'ellissoide costituisce dunque la superficie matematica che approssima il geoide: e però necessario collocare nello spazio l'ellissoide rispetto alla terra, in modo che la superficie convenzionale approssimi 'al meglio', secondo opportuni criteri, la realtà fisica del geoide. 1.2 - Sistemi di coordinate: geocentriche ed ellissoidiche. Per definire la posizione di punti sulla superficie dell'ellissoide e nel suo intorno occorre introdurre dei sistemi di coordinate. Il sistema geocentrico e un sistema di coordinate cartesiane ortogonali, con origine sul centro della terra, asse Z lungo l'asse di rotazione terrestre (semiasse minore dell'ellissoide), assi X e Y sul piano equatoriale; la posizione del piano XZ e fissata convenzionalmente in modo da contenere il meridiano di Greenwich. Le coordinate cartesiane di un punto P si ottengono proiettandolo ortogonalmente sui piani coordinati, fig. 1.1. Un altro sistema e quello ellissoidico. Il punto P può essere proiettato sulla superficie ellissoidica secondo la normale alla superficie stessa, ottenendo il punto P0 ; il segmento PP0 e la quota ellissoidica del punto P. L'angolo che la normale ellissoidica in P forma col piano equatoriale e detto latitudine di P; l'angolo che il piano meridiano per P0 forma col piano meridiano di riferimento e detto longitudine (rispetto Greenwich). Latitudine, longitudine e quota ellissoidica h costituiscono la terna delle coordinate ellissoidiche. 5

Per determinare la posizione di un punto sull'ellissoide, a quota ellissoidica nulla, sono sufficienti latitudine e longitudine, che sono dette coordinate geografiche. Fig. 1.1 1.3 - Sistema geodetico nazionale L'ellissoide di riferimento sul quale si effettuano i calcoli relativi al rilievo planimetrico viene scelto da una Nazione in modo da aderire 'al meglio' alla porzione di territorio di interesse. Fissati i parametri che lo dimensionano, l'ellissoide viene collocato nello spazio in modo che alcuni suoi elementi geometrici siano in stretta relazione a corrispondenti elementi materializzabili sulla superficie terrestre; ad esempio la normale all'ellissoide deve formare con la verticale angoli definiti in corrispondenza di certi punti. L'angolo tra normale ad un ellissoide e la verticale viene detto 'deviazione della verticale'. 6

L'Italia negli anni 40 ha scelto come ellissoide di riferimento quello 'Internazionale' o di Hayford, contraddistinto dai seguenti parametri di forma e dimensioni: semiasse maggiore = 6378388 km, schiacciamento α= 1/ 297 L'ellissoide e 'orientato' rispetto al geoide in modo tale che la normale ad esso coincida con la verticale in un particolare punto, il vertice trigonometrico di Monte Mario: ciò significa che sull'ellissoide le coordinate geografiche di quel punto hanno gli stessi valori delle coordinate astronomiche del punto materiale, misurate sulla superficie terrestre, che forniscono la direzione della verticale. Per bloccare la posizione dell'ellissoide si impone inoltre che la direzione Monte Mario - Monte Soratte sull'ellissoide, formi, rispetto al meridiano passante per Monte Mario, un angolo pari a quello misurato sul terreno. Nel sistema geodetico nazionale le longitudini ω sono contate a partire dal meridiano di Monte Mario anziché da quello di Greenwich, con valori positivi sia verso est che verso ovest. I valori imposti sono i seguenti: latitudine ϕ= 41 55' 25.51" longitudine ω = 0 (λ = 12 27' 8.4" Est di Greenwich ) azimut az = 6 35' 0.88" A partire dal 'punto di emanazione' di Monte Mario, si definisce la posizione di tutti i vertici della rete trigonometrica nazionale tramite misure fatte sulla superficie terrestre e ridotte all'ellissoide, sul quale possono essere calcolate le coordinate dei punti con le procedure della geodesia. I calcoli sull'ellissoide sono notevolmente complessi; fortunatamente l'opportuna scelta di una rappresentazione cartografica consente di effettuare i calcoli sul piano della rappresentazione e quindi di utilizzare la trigonometria piana; la possibilità di eseguire facilmente calcoli sul piano della rappresentazione anziché sull'ellissoide e uno dei motivi principali per la scelta della rappresentazione. 7

1.4 - Sistema geodetico ED5O. Alla fine della seconda guerra mondiale si é proceduto all integrazione della cartografia dei paesi dell'europa occidentale. Per realizzarla é stato scelto un sistema geodetico che é stato designato come ED5O (European Datum 1950). L'ellissoide scelto é sempre quello di Hayford per quanto attiene a forma e dimensione; l'orientamento é stato scelto ovviamente in modo da 'adattarsi al meglio' su tutto il territorio europeo: per la precisione é stata minimizzata la deviazione della verticale su un certo numero di punti. L'ellissoide viene quindi ad assumere una collocazione nello spazio rispetto al geoide diversa da quella che ha l'ellissoide nel sistema geodetico italiano, pur avendo le stesse dimensioni. Le varie reti trigonometriche nazionali sono state integrate e si é proceduto al calcolo della posizione dei loro punti sull' ellissoide ED5O, sulla base delle misure eseguite dai singoli Stati. Per i punti della rete trigonometrica italiana si sono ottenute quindi da questo calcolo delle coordinate che differiscono sensibilmente da quelle che hanno nel sistema nazionale; per M. Mario ad esempio le coordinate valgono: latitudine ϕ== 41 55' 31.49" longitudine λ = 12 27' 10.93" Est di Greenwich Si deve osservare che la differenza tra le coordinate nel sistema nazionale e nel sistema ED5O dipende non solo dall'assetto relativo dei due ellissoidi (che potrebbe essere modellato tramite una trasformazione di similitudine), ma anche dal fatto che esse scaturiscono da due diversi calcoli e tengono conto delle misure eseguite e usate per i calcoli; le differenze di coordinate risentono dunque della distorsione della rete trigonometrica nazionale. 8

1.5 - La rappresentazione cartografica conforme. Le operazioni di rilievo consentono di ottenere la posizione relativa di un certo numero di punti atti a descrivere una certa area. La zona rilevata va quindi rappresentata in un documento di tipo (anche) cartaceo per consentirne la lettura all'utilizzatore. La necessità della produzione di una carta pone il problema della rappresentazione di una porzione di terreno, e quindi della superficie di riferimento ellissoidica, su di una superficie piana, detta piano della rappresentazione. Non é però possibile riportare su di un piano una porzione di ellissoide o di una sfera senza introdurre delle deformazioni, cioè senza variare forma e dimensioni di una qualsiasi figura tracciata o rilevata sul terreno. Compito della Cartografia é di studiare modi di rappresentazione sul piano che permettano di controllare l'entità e le caratteristiche dei vari tipi di deformazioni che una rappresentazione necessariamente introduce, poiché è teoricamente impossibile eliminarle tutte. Secondo gli scopi che si prefigge la rappresentazione cartografica, certi tipi di deformazioni sono più o meno dannosi. Le rappresentazioni conformi hanno ad esempio la proprietà di trasformare l'angolo individuato da due lati sul terreno in un angolo dello stesso valore tra le linee che rappresentano sulla cartografia i lati dell'angolo: tale proprietà ha notevole valore in applicazioni quali la navigazione e a scopi militari. Peraltro in questo tipo di trasformazioni la lunghezza di una linea tra due punti sull'ellissoide é diversa da quella corrispondente sul piano della rappresentazione (deformazione lineare) e l'area di una superficie sull'ellissoide é diversa da quella della figura ottenuta trasportando la superficie sul piano della rappresentazione (deformazione superficiale). La rappresentazione cartografica utilizzata attualmente sia in Italia che nel sistema cartografico mondiale UTM-UPS si basa su di una particolare rappresentazione cartografica conforme, nota come 'Rappresentazione di Gauss'. Tale rappresentazione agisce su di un fuso, cioè sulla porzione di ellissoide compresa tra due meridiani (meridiani di bordo). Da un punto di vista di interpretazione geometrica si può considerare la rappresentazione come la proiezione, a partire dal centro della terra, del fuso su di una superficie cilindrica che avvolge l'ellissoide in modo da essere tangente in corrispondenza del meridiano centrale del fuso; l'asse del cilindro è perpendicolare all'asse di rotazione terrestre. La superficie cilindrica può poi essere 'aperta' e riportata su di un piano senza ulteriori deformazioni. (fig. 1.2) 9

Le rappresentazioni cartografiche sono in realtà delle trasformazioni puramente matematiche e si basano sulle 'leggi della rappresentazione' che sono delle relazioni funzionali che associano alle due coordinate che individuano la posizione di un punto sull'ellissoide (ad esempio, longitudine e latitudine) le due coordinate cartesiane ortogonali X, Y che individuano la posizione del punto trasformato su di un piano. Fig. 1.2 L'aspetto geometrico é di puro ausilio per la comprensione dell'andamento delle deformazioni, ma non concorre minimamente alla genesi della carta. Nella rappresentazione di Gauss si impone, oltre la conformità, che il meridiano centrale del fuso si trasformi nell'asse delle ordinate (asse delle coordinate 'X' o 'nord'), che 10

lungo questo non ci sia deformazione lineare, e che la trasformata piana dell'equatore sia l'asse delle ascisse (indicato con 'Y' o 'est' ). Per capire le deformazioni introdotte dalla rappresentazione basta osservare come si trasforma il 'reticolato geografico', ovvero l'insieme di meridiani e paralleli equispaziati in latitudine e longitudine nella rappresentazione di Gauss. Il rapporto tra lunghezza di una linea trasformata e la lunghezza della corrispondente linea sull'ellissoide prende il nome di modulo di deformazione lineare per elementi finiti ed il suo valore dipende dalla posizione dei punti all'interno del fuso: dalla figura é evidente come tale modulo cresca in particolare man mano che ci si allontana dal meridiano centrale del fuso. Proprio per contenere tale deformazione lineare l'ampiezza del fuso viene limitata entro un opportuno valore; se il territorio da cartografare é troppo esteso per essere contenuto in un solo fuso, vengono utilizzate più rappresentazioni ciascuna per ogni fuso adiacente nel quale il territorio è suddiviso. Nella rappresentazione conforme di Gauss le longitudini vengono contate a partire dal meridiano centrale del fuso, X = X - X0, mentre le latitudini vengono regolarmente contate dall'equatore; le leggi della rappresentazione sono del tipo: X=X (ϕ, λ) Y=Y (ϕ, λ) e le coordinate cartografiche X e Y vengono indicate come coordinata Nord e coordinata Est rispettivamente. L'Italia, che ha una ampiezza di circa 12 gradi in longitudine, é suddivisa in due fusi, ovest ed est, per ciascuno dei quali viene realizzata una rappresentazione cartografica conforme tipo Gauss; per intendersi, la parte ovest del territorio nazionale viene proiettata su un cilindro tangente in corrispondenza del meridiano di longitudine λ0 = 9 est di Greenwich, e la porzione est sul cilindro tangente in corrispondenza del meridiano di longitudine λ0 = 15 est di Greenwich. Si veda la Fig. 1.3. La forma matematica delle leggi della rappresentazione é la stessa, ma viene applicata in riferimento a due diversi meridiani centrali: si noti che uno stesso punto fisico per essere riportato in entrambe le rappresentazioni, deve essere rapportato a due diversi 11

meridiani centrali, dai quali ha evidentemente diverse posizioni (in particolare diverse differenze di longitudine λ dal meridiano centrale del fuso) e quindi viene ad acquistare coordinate cartografiche diverse. 1.6 - Il sistema cartografico nazionale Gauss Boaga. La cartografia nazionale si basa sulla rappresentazione conforme di Gauss, applicata ai due fusi nei quali é contenuto il territorio italiano. E stata introdotta nei primi anni 40 e prende il nome di rappresentazione Gauss - Boaga; le formule originali vengono corrette per un fattore di riduzione k che ha lo scopo di contenere le deformazioni lineari e quindi di consentire l'adozione di fusi più ampi, 60 in longitudine. Le coordinate cartografiche dei punti nel sistema cartografico nazionale sono calcolate tramite le leggi della rappresentazione a partire dalle coordinate geografiche definite nel sistema nazionale; i meridiani centrali dei fusi ovest ed est sono rispettivamente ωo = - 3 27' 08.4" e ωo = 2 32' 51.6" a est di M. Mario. Il fuso ovest viene esteso verso est di 30' allo scopo di avere una area nella quale i punti sono riferiti ad entrambi i sistemi intrinseci ai fusi; in assenza di tale accorgimento ci sarebbe una discontinuità tra le due rappresentazioni, tale da rendere impossibile ad esempio la valutazione della distanza tra due punti vicini ma appartenenti a fusi diversi, almeno con metodi semplici alla portata di tutti gli utilizzatori. Anche il fuso est viene esteso verso est allo scopo di contenere tutta la Puglia, per la quale altrimenti sarebbe necessario introdurre un terzo fuso. 12

Fig. 1.3 Si noti che la coordinata Est dei punti posti ad ovest del meridiano centrale del fuso verrebbe a risultare negativa, con pericolo di errori a causa del segno: per evitare di avere 13

numeri negativi, alla coordinata Y che risulta dalle equazioni della trasformazione viene aggiunta una costante pari a 500 km. Poiché inoltre in ciascun fuso le formule di corrispondenza sono le stesse, si verrebbero ad avere identiche coordinate X,Y per punti diversi collocati però identicamente rispetto al meridiano centrale del fuso (ad esempio due punti di due fusi aventi lo stesso ω - ω o con ω o una volta pari a ω o (ovest) e l'altra a ω o (est)). Per evitare questo, alle coordinate est dei punti del primo fuso vengono ulteriormente aggiunti 1000 km, e a quelle del secondo fuso 2020km; per la precisione dalle coordinale X,Y calcolate dalle leggi della trasformazione si passa alle coordinate N,E tramite le relazioni, espresse in metri: N=X N=X E = Y + 1500000 fuso ovest E = Y + 2520000 fuso est Le costanti aggiunte alla coordinata est sono dette 'false origini'; si noti che se la prima cifra della E é un 1, il punto appartiene al fuso ovest, se é un 2, appartiene al fuso est. 1.7 - Il sistema cartografico UTM La rappresentazione conforme di Gauss viene impiegata anche per rappresentare tutto l'ellissoide. Si utilizzano 60 rappresentazioni su altrettanti fusi ampi 60 ciascuno, numerati a partire dall'antimeridiano di Greenwich; la rappresentazione é impiegata per le porzioni di fuso tra 80 latitudine nord e 80 latitudine sud. Il territorio italiano ricade nei fusi 32 e 33, con meridiani centrali a 9 e 15 longitudine est di Greenwich; la porzione di Puglia che ricadrebbe nel fuso 34 viene cartografata tramite una estensione del 33. Le coordinate geografiche dei punti sono quelle calcolate nel sistema geodetico ED50 e le coordinate cartografiche sono calcolate con le formule di corrispondenza di Gauss e con l'apporto del coefficiente di riduzione già visto per la rappresentazione cartografica nazionale. Per evitare coordinate est negative viene apportata una falsa origine pari a 500 km per tutti i fusi; é evidente che per individuare univocamente un punto del territorio nazionale oltre ai valori delle coordinate N,E va aggiunta l'indicazione del fuso. 14

1.7.1 Designazione UTM Accanto alle coordinate N,E esiste un metodo di designazione dei punti basato su una successione di lettere e numeri. Le prime due cifre indicano il numero del fuso, a cui fa seguito la lettera che individua una delle 20 'fasce' di 8 di latitudine in cui e' suddivisa la porzione di ellissoide cartografata (la fascia é la porzione di ellissoide compresa tra due paralleli). Ogni 'zona' (intersezione di un fuso e di una fascia) é suddivisa in 'quadrati di 100 km di lato tramite un reticolato parallelo agli assi del riferimento del fuso in cui é compresa, e ogni quadrato é individuato da una coppia di lettere. Infine all'interno del quadrato ciascun punto é individuato da una coppia di numeri che indicano, per ciascuna coordinata, il numero delle decine di km, delle unità di km, delle centinaia di metri, e cosi via. 1.8 - Lettura delle coordinate sulla cartografia ufficiale Al suo impianto la cartografia ufficiale Italiana era basata su una rappresentazione diversa dalla conforme, e che aveva richiesto la suddivisione del territorio nazionale in zone ampie 20' in latitudine e 30' in longitudine per limitare le deformazioni; ognuna di tali zone é stata rappresentata in un elemento cartografico chiamato 'foglio' alla scala 1:100000. Come noto della stessa zona sono stati generati elementi cartografici al 50000, i 'quadranti' e al 25000, le 'tavolette'. Attualmente é in produzione una nuova serie di elementi cartografici al 50000 che rappresentano zone di 12' per 20': il taglio di questi elementi é tale da avere per bordi i meridiani a longitudine 12, 12 20', 12 40' ed é quindi diverso dal taglio della vecchia cartografia, che considerava i meridiani di M. Mario e quelli a 15', 30',.. di longitudine da questo. In ogni caso i limiti della zona rappresentata corrispondono a trasformate piane di porzioni di meridiani e paralleli: ci si riferisce a questo quando si parla di 'taglio geografico' della cartografia. Un elemento cartografico, come noto, é costituito dalla zona cartografata, contornata da un bordo che contiene le indicazioni necessarie alla definizione delle coordinate dei punti rappresentati, e da una cornice dove sono riportate, tra le altre, anche delle indicazioni sui sistemi geodetici e sulle coordinate. In particolare, lungo i bordi 15

dell'area cartografata, é riportata una scala relativa a latitudine e longitudine, per cui é possibile determinare queste coordinate geografiche per ogni punto mandando le parallele ai bordi dell'elemento e interpolando rispetto ai valori riportati. La cartografia permette di determinare le coordinate geografiche tanto nel sistema nazionale quanto nel sistema ED50: sono infatti presenti sul bordo le coordinate geografiche in entrambi i sistemi, scritte in colori diversi per distinguerle. Il significato del colore é spiegato in cornice senza possibilità di equivoco. Più frequentemente interessa però conoscere le coordinate cartografiche N,E. A tale scopo all'interno del campo rappresentato é riportato il 'reticolato chilometrico', una parametratura costituita da linee parallele agli assi del sistema di riferimento del fuso di appartenenza in corrispondenza di un particolare km, con interdistanza corrispondente ad un numero intero di km: per esempio sulle tavolette la parametratura é tracciata ogni 4 cm, cioè ogni km alla scala della rappresentazione. Le coordinate di un punto vengono interpolate linearmente all'interno della 'cella' nella quale il punto viene a cadere, e al valore ottenuto si aggiunge il numero intero di km corrispondenti al vertice sud - ovest della cella. Occorre ricordare che non ha senso cercare di digitalizzare un punto da un documento cartaceo con precisione superiore a 0.3-0.4 mm, in quanto la carta stessa é generata con un errore di graficismo di almeno 0.2 mm. Per tenere conto delle deformazioni che il particolare foglio di carta su cui si lavora ha subito, nella cornice viene talvolta riportata una scala delle lunghezze che al momento della genesi della carta era metricamente congruente con la parametratura; al momento dell'uso tale scala può risultare deformata, ma si suppone che la stessa deformazione fisica sia stata subita da tutto l'elemento e che quindi la scala disegnata in cornice rappresenta la scala grafica di quel particolare elemento. La parametratura tracciata é relativa alle coordinate UTM del fuso cui la zona appartiene; per consentire la determinazione anche delle coordinate cartografiche nazionali, sui bordi della zona cartografata sono riportati dei tratti -gli 'inviti'- unendo i quali é possibile tracciare anche la parametratura nel sistema nazionale: essendo riportate in cornice le coordinate Gauss-Boaga dei quattro vertici, é possibile risalire al numero intero di km corrispondenti ad ogni linea della parametratura senza possibilità di equivoco. Negli elementi cartografici compresi nella zona di sovrapposizione é presente o può essere tracciata tramite gli inviti il reticolato chilometrico in entrambi i fusi, sia UTM che nazionale. In ogni caso nella cornice degli elementi cartografici sono sempre riportate tutte 16

le informazioni necessarie per la lettura delle coordinate e per l'indicazione dei fusi di appartenenza; si consiglia di far sempre riferimento a tale legenda. E appena il caso di notare che non c'é generalmente parallelismo tra reticolato chilometrico, parallelo al sistema di riferimento del fuso, ed il bordo dell'area cartografata e che l'angolazione é tanto maggiore quanto più l'elemento si trova ai bordi del fuso. 1.9 - Aggiornamento della cartografia ufficiale. La produzione cartografica dell I.G.M., l unica completa ed uniforme su tutto il territorio nazionale, è in questo momento in una fase di transizione poiché dalla cartografia tradizionale basata sul sistema Gauss-Boaga si sta passando ad una nuova cartografia basata sul sistema U.T.M. La mancanza degli aggiornamenti di queste cartografie le rende scarsamente utilizzabili, soprattutto in zone a forte espansione abitativa dove il territorio ha subito le più profonde modificazioni nei decenni passati, rendendo in pratica obsolete le cartografie tradizionali dell IGM. Come già ricordato, la cartografia tradizionale divideva il territorio italiano in 278 Fogli alla scala 1:100.000 ognuno di ampiezza 30 in longitudine e 20 in latitudine, ognuno di questi elementi è diviso a sua volta in quattro quadranti a scala 1:50.000, numerati con cifre romane in senso orario partendo dal quadrante a NE; i quadranti venivano a loro volta divisi in quattro Tavolette a scala 1:25.000 ognuna di ampiezza di 7 30 in longitudine e 5 in latitudine. Le Tavolette sono a tutt oggi la copertura a scala maggiore ricoprente l intero territorio nazionale. 17

Fig 1.4- Stato della produzione nuova cartografia 1:25.000 (fonte sito web IGM). La nuova cartografia nazionale, invece, divide il territorio nazionale in 636 Fogli alla scala 1:50.000 ognuno di ampiezza di 20 in longitudine e 12 in latitudine; ogni Foglio è diviso in quattro Sezioni a scala 1:25.000 ognuna dell ampiezza di 10 in longitudine e 6 in latitudine; le sezioni sono numerate con numeri romani da I a IV con lo 18

stesso schema già visto per i quadranti della cartografia tradizionale nella fig. 1.4 è riportato lo stato di avanzamento della produzione degli elementi a scala 1:25.000 così come riportato dal sito web dell IGM. La necessità di aggiornamento degli elementi a scala 1:50.000 è ancor più urgente, dato che la serie dei quadranti della cartografia tradizionale non viene più pubblicata da parecchi anni. Questa mancanza è particolarmente sentita dalle autorità locali, le quali hanno spesso necessità di basi cartografiche a questa scala poiché specificamente richieste da alcune legislazioni per la redazione di piani territoriali. La soluzione più frequentemente adottata in questi casi è quella di ridurre con processi fotografici i corrispondenti elementi a scala 1:25.000, con ovvie conseguenze per la qualità e la leggibilità dei dati. La produzione degli elementi scala 1:50000 della nuova carta è, comunque, in fase avanzata, risultano infatti pubblicati al 1/3/98 445 fogli su 636 (sito web IGM), mentre 62 sono in lavorazione. Per le zone che ancora risultano scoperte, che si trovano prevalentemente al centro e nella zona nord ovest del paese, l IGM ha approntato la spaziocarta serie 50/S che è costituita da ortoimmagini in bianco e nero in proiezione cartografica UTM (ED50) con lo stesso taglio geografico degli altri elementi scala 1:50000. La Spaziocarta viene ottenuta da scene pancromatiche SPOT elaborate geometricamente e radiometricamente. Esiste un altra cartografia alla medesima scala, prodotta con modalità analoghe dal Centro Informazioni Geotopografiche Aeronautiche (CIGA), che è l ente cartografico dell Aeronautica Militare; questa cartografia, detta 19

Carta Satellitare 1:50000, copre alcune zone dell Italia centrale (quasi tutta la Toscana e le Marche), ma attualmente è disponibile solo per enti militari. 1.10 - Cartografie tecniche regionali Come già detto, la copertura delle vecchie Tavolette 1:25.000 dell IGM è quella a scala maggiore tra quelle uniformemente presenti su tutto il territorio nazionale, questa è la ragione per la quale è tuttora utilizzata da enti che necessitano di basi cartografiche in ambito interregionale. Molte regioni si sono dotate di cartografie a scala maggiore o comunque più aggiornate, ma, come già detto, per queste cartografie, purtroppo, non sono state pensate delle normative che fornissero delle indicazioni per una standardizzazione delle caratteristiche tale da poter realizzare una vera e propria copertura nazionale a grande scala. Difficile sarebbe fare un elenco delle varie cartografie presenti sul territorio nazionale e del loro stato di effettivo aggiornamento; nel corso del presente lavoro sono state utilizzate due di queste cartografie delle quali di seguito vengono molto brevemente illustrate le caratteristiche. La Regione Lazio ha realizzato una copertura a scala 1:10000 dell intero territorio regionale denominata Carta Tecnica Regionale (CTR) : si tratta di elementi con taglio geografico, ognuno di ampiezza 5 in longitudine e 3 in latitudine, sono riportate le coordinate geografiche (E.D. 1950) e le coordinate piane nel sistema Gauss- Boaga; l equidistanza delle curve di livello è di 10 metri. 20

La Regione Lazio ha inoltre aggiornato le Tavolette ricadenti nel proprio territorio, e realizzato una cartografia scala 1:50000 con la tecnica già accennata della riduzione fotografica della cartografia a scala maggiore. 21

Gli elementi della Carta Tecnica dell Italia Meridionale ai quali si farà riferimento più avanti in questo lavoro, sono invece redatti alla scala 1: 5000 ed hanno un ampiezza di 2 e 30 in longitudine e di 1 e 30 in latitudine, sono riportate le coordinate geografiche (E.D. 1950) e le coordinate piane nel sistema Gauss- Boaga; l equidistanza delle curve di livello è di 5 metri. 1.11 La Carta Geologica d Italia. Il Servizio Geologico d Italia è l ente deputato alla redazione della cartografia geologica del territorio nazionale. Attualmente la copertura geologica a maggior scala dell intero territorio nazionale è la carta 1:100.000 ultimata nel 1976. Gli elementi di questa cartografia corrispondono ai fogli 1:100.000 della vecchia cartografia dell IGM. Da diversi anni è stato avviato un progetto per redigere una nuova copertura a scala 1.50.000 ma a causa di alcuni problemi (quali la carenza cronica di organico), la realizzazione procede molto a rilento (vedi fig. 1.5). Sono contemporaneamente in produzione una serie di elementi geotematici che riguardano il rischio idrogeologico, la stabilità, gli eventi alluvionali etc.: per il quadro completo dello stato di avanzamento di queste cartografie si rimanda al sito web dell SGN (http://www.dstn.pcm.it/sgn/). 22

Fig. 1.5 Stato complessivo di realizzazione della cartografia geologica (fonte sito web Presidenza del Consiglio dei Ministri, aggiornamento5/98) 23