ANALISI DI SEGNALI BIOLOGICI

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Transcript:

ANALISI DI SEGNALI BIOLOGICI A.Accardo accardo@units.it LM Neuroscienze A.A. 2010-11 1

Obiettivi del corso: Individuazione delle caratteristiche principali del segnale EEG quantificate mediante tecniche di analisi lineari e non Programma preliminare del corso Origine e caratteristiche del segnale EEG Segnali continui e segnali discreti, filtraggio, campionamento e aliasing Processi stocastici e parametri quantitativi, correlazione, covarianza, stazionarietà, media, varianza, autocorrelazione, cross-correlazione, serie di Fourier, analisi in frequenza, bande e spettro di potenza Analisi non lineare spazio di embedding e stima della sua dimensione, dimensione frattale, dimensione di correlazione, esponenti di Liapunov Applicazione metodi di analisi lineare (e non) al segnale EEG Potenziali evocati, averaging Cenni di MATLAB 2

Orale a fine corso Date esami (da stabilire) Modalità di verifica 3

Testi di riferimento 1. R. M. Rangayyan, "Biomedical Signal Analysis. A casestudy >approach", Wiley-Interscience, 2002 2. W.J. Tompkins, "Biomedical Digital Signal Processing", Prentice >Hall, 1993 3. H. Kantz, T. Schreiber, Nonlinear time series analysis, Cambridge University Press, 2nd Ed 2004 4. Slide lezioni 4

Esempi di segnali biologici Potenziale d azione: intracellulare, extracellulare. Neurogramma Elettroencefalogramma (EEG) Elettrocardiogramma (ECG) Elettromiogramma (EMG) Pressione arteriosa Flusso/volume respiratorio 5

Elettroencefalogramma (EEG) Potenziale elettrico relativo all attività cerebrale registrato sullo scalpo in posizioni standard: sistema 10/20 6

EEG - Esempi di tracciati ritmo α, 8-13 Hz ritmo β > 13 Hz ritmo θ, 4-8 Hz ritmo δ < 4 Hz 7

EEG Caratteristiche principali banda 0.1 Hz - 70 Hz, ampiezza decine di µv stazionario (con le stesse caratteristiche) per brevi tratti non periodico ma spesso con un ritmo prevalente concentrato su specifiche bande di frequenza le caratteristiche variano con la derivazione vi sono similitudini e sincronismi fra derivazioni vicine Pot.d azione singoli neuroni Attività coordinata aree corteccia Volume conduttore tessuti cranio Potenziali sulla superficie dello scalpo informazione indiretta e globale sull attività cerebrale ridondanza del tracciato rispetto alle caratteristiche rilevanti possibilità di integrare informazioni da diverse derivazioni 8

Per poter analizzare il segnale EEG è necessario avere prima acquisito dei concetti di base sui segnali in generale e sui possibili algoritmi di elaborazione 9

Tipi di segnali - Esempi Un segnale a tempo continuo x(t) è definito in ogni istante di tempo. Il segnale a tempo discreto x(n) si ottiene campionando x(t) cioè prendendo solo alcuni valori di x(t), uniformemente spaziati nel tempo. In questo caso abbiamo utilizzato 5 campioni per sec 10

Tipi di segnali - Esempi Segnale analogico a tempo continuo Segnale discreto nel tempo Segnale discreto nel tempo e nelle ampiezze: digitale 11

Campionamento di un segnale Il segnale a tempo discreto x(n) si ottiene campionando x(t) cioè prendendo solo alcuni valori di x(t), uniformemente spaziati nel tempo. E possibile decidere quanti campioni considerare (di solito in 1 sec) come mostrano i 3 esempi. L intervallo temporale tra due campioni successivi si chiama intervallo o periodo di campionamento T C 12

Processi stocastici Molte volte si considera y(t) come segnale deterministico in altri casi conviene considerare il valore di y in un generico istante t 1, y 1 =y(t 1 ), come una variabile casuale con una distribuzione di probabilità p(y 1 ) Il segnale y(t) è così visto come una delle tante possibili realizzazioni di un processo stocastico questa impostazione è volta allo studio delle caratteristiche statistiche importanti del segnale trascurando gli aspetti casuali p.es., è casuale che y(t) cada su un picco positivo di un segnale EEG; non è casuale che y(t) oscilli intorno allo 0, o che le oscillazioni abbiano una certa ampiezza, o che un picco positivo segue uno negativo mediamente dopo un determinato tempo => 13

Processi stocastici. è casuale che y(t) cada su un picco positivo di un segnale EEG; non è casuale che y(t) oscilli intorno allo 0, o che le oscillazioni abbiano una certa ampiezza, o che un picco positivo segue uno negativo mediamente dopo un determinato tempo p(y 1 ) y 1 4 realizzazioni di un processo stocastico t 1 t 14

Processi stocastici stazionari la stazionarietà (invarianza nel tempo) richiede che le proprietà statistiche non dipendano da un riferimento temporale assoluto. In termini statistici p(y(t)) deve valere per ogni t e p(y(t 1 ), y(t 2 ),..., y(t k )) deve dipendere solo dalle distanze temporali (t 2 -t 1,..., t k -t k-1 ). la stazionarietà debole si limita a considerare i momenti di primo e secondo ordine: - E(y(t)) = m ; valor medio costante del processo - Var(y(t)) = σ 2 ; varianza costante - E(y(t) y(t+τ)) = r(τ)+m 2 ; correlazione dipendente solo dal ritardo τ non stazionari stazionario 15

Processi stocastici il valor medio è il valore atteso (baricentro), E(y1), della distribuzione di probabilità p(y1)) (con y1=y(t1)) come per ogni variabile casuale, la varianza, σ 2, esprime la dispersione intorno al valore atteso la deviazione standard, σ, esprime la dispersione intorno al valore atteso nella stessa unità dell ampiezza di y e viene anche indicata come ampiezza efficace del segnale l indice di variazione %, σ/e(y 1 ) %, esprime in % il rapporto fra ampiezza efficace e polarizzazione (=media) del segnale 16

Processi stazionari - funzione di autocorrelazione la funzione di autocorrelazione, r(τ)+m 2, di un processo stazionario (almeno in senso debole) esprime la correlazione fra due istanti del processo in dipendenza del ritardo τ che li separa auto in quanto correlazione del processo con se stesso spesso è utilizzata la sigla ACF (autocorrelation function) spesso il calcolo è preceduto dalla sottrazione del valor medio m e quindi si indica con ACF la funzione r(τ) prendendo autocorrelazione come sinonimo di autocovarianza r(0) = σ 2 (varianza); r(-τ) = r(τ) (funzione pari) y y processo bianco r t processo colorato r t τ τ 17

Processi stazionari ergodici - tempo discreto un processo stocastico si dice ergodico quando le medie statistiche convergono quasi ovunque alle medie temporali il calcolo delle medie temporali viene scritto: m r k = + lim N m 2 = 1 N lim N 1 i= 0 N y 1 N i ; N 1 i= 0 y i = y y i y( i T i+ k ; C ) k ; = i =... 0,1, 2,... 2, 1,0, 1, 2,... y i y i processo bianco r k i processo colorato r k i k k 18

Stima media, varianza, ACF nei casi concreti si dispone di un numero N finito di campioni N 1 1 mˆ = yi ; media campionaria N i= 0 pur di considerare N abbastanza grande (in modo da considerare un numero sufficiente di oscillazioni tipiche) la media campionaria stima m con incertezza σ/ N la stima della ACF non polarizzata divide i prodotti a distanza k per il numero di prodotti disponibili -1 invece, la stima polarizzata divide per N-1 rˆ k rˆ k = = 1 N k 1 N 1 1 N k 1 i= 0 N k 1 i= 0 (y i (y i mˆ) (y mˆ) (y i+ k i+ k mˆ) mˆ) ; stima ACF non polarizzata ; stima ACF polarizzata 19

Segnale - Rumore in molti problemi di elaborazione di segnali si considera un segnale misurato, y^, somma di un segnale ideale, y, e di un rumore, n (per comodità supposti a media nulla) n (rumore) y (segnale) y^=y+n il segnale può essere descritto come deterministico o come un processo stocastico; il rumore viene descritto come un processo stocastico indipendente dal segnale o almeno scorrelato la scorrelazione permette di ricavare la varianza (e l ACF) di y^ come somme della varianza (e dell ACF) del segnale e del rumore σ y^2 = σ y 2 + σ n 2, r y^, k = r y, k + r n, k 20

Esempi di segnale + rumore EMG con ECG sovrapposto EMG dopo sottrazione dell ECG 21

Rumore di quantizzazione Il passo di quantizzazione determina la precisione della conversione di un segnale da analogico a digitale (A/D). Il passo dipende dal n di bit (cifre binarie) con cui il convertitore quantifica il valore di un campione. Esempio: Con 8 bit si possono rappresentare 2 8 =256 Valori diversi. La precisione è: 1/256 0.4% dell intero campo dei valori rappresentabili (di solito da 5V a +5V o da 10V a +10V) 22