NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E COLLAUDO DELLE COSTRUZIONI IN LEGNO

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NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E COLLAUDO DELLE COSTRUZIONI IN LEGNO PREMESSA. a) Campo di applicazione. b) Rierimenti normativi. c) Simbologia. d) Deinizioni. SEZIONE I PRESCRIZIONI GENERALI E COMUNI. 1. OGGETTO.. MATERIALI E PRODOTTI..1 PROPRIETÀ DEI MATERIALI..1.1 Parametri di resistenza e rigidezza..1. Valori caratteristici..1.3 Relazioni tensione-deormazione..1.4 Modelli di calcolo..1.5 Classi di servizio.. LEGNO MASSICCIO...1 Classiicazione... Classi di resistenza...3 Elementi di legno di provenienza non italiana...4 Elementi di legno di provenienza italiana...4.1 Proili prestazionali caratteristici...4. Criteri di classiicazione...5 Dimensioni dell elemento strutturale...6 Giunti a dita..3 LEGNO LAMELLARE INCOLLATO..3.1 Requisiti di produzione..3. Classi di resistenza..3..1 Classiicazione sulla base delle proprietà delle lamelle.

.3.. Attribuzione diretta in base a prove sperimentali..3.3 Dimensioni delle lamelle e degli elementi di legno lamellare incollato..3.4 Giunti a dita "a tutta sezione"..4 COMPENSATO..5 ADESIVI..6 ELEMENTI MECCANICI DI COLLEGAMENTO..7 DURABILITÀ..7.1 Generalità..7. Resistenza agli organismi biologici..7.3 Resistenza alla corrosione..8 CONTROLLI SUL MATERIALE. 3. CONTROLLI E COLLAUDO STATICO. 3.1 PRESCRIZIONI GENERALI. 3.1.1 Controllo sul progetto. 3.1. Controllo sulla produzione e sull'esecuzione. 3.1.3 Prove di carico. 3. CONTROLLO SULLA STRUTTURA DOPO IL SUO COMPLETAMENTO. SEZIONE II 4. NORME DI CALCOLO. 4.1 CRITERI GENERALI. 4.1.1 Modalità di analisi. 4.1. Azioni di calcolo e classi di durata del carico. 4.1.3 Resistenza di calcolo. 4. STATI LIMITE DI ESERCIZIO. 4..1 Generalità. 4.. Scorrimento nelle unioni. 4..3 Norme particolari per elementi inlessi. 4..4 Vibrazioni. 4.3 STATI LIMITE ULTIMI - VERIFICHE DI RESISTENZA. 4.3.1 Trazione parallela alla ibratura. 4.3. Trazione perpendicolare alla ibratura. 4.3.3 Compressione parallela alla ibratura. 4.3.4 Compressione inclinata rispetto alla ibratura. 4.3.5 Flessione.

4.3.6 Taglio. 4.3.7 Torsione. 4.3.8 Tensolessione. 4.3.9 Pressolessione. 4.3.10 Travi ad altezza variabile. 4.3.10.1 Modalità di veriica. 4.3.10. Travi a semplice rastremazione. 4.3.10.3 Travi a doppia rastremazione, curve e centinate. 4.4 STATI LIMITE ULTIMI - VERIFICHE DI STABILITÀ. 4.4.1 Aste pressoinlesse. 4.4. Travi (sicurezza allo svergolamento). 4.5 SISTEMI STRUTTURALI. 4.5.1 Travi assemblate meccanicamente. 4.5. Travature reticolari. 4.5.3 Telai piani veriiche di stabilità. 4.5.4 Controventamento. 4.5.4.1 Generalità. 4.5.4. Aste rettilinee compresse. 4.5.4.3 Travi inlesse. 4.5.4.4 Sistemi di travi parallele (ad anima piena o travature reticolari). 5. UNIONI. 5.1 GENERALITÀ. 5. CAPACITÀ PORTANTE DI MEZZI DI UNIONE DEL TIPO A GAMBO CILINDRICO: REGOLE GENERALI. 5..1 Scorrimento nei piani di taglio. 5.. Unioni legno-legno e pannelli-legno. 5..3 Unioni acciaio-legno. 5..4 Unioni a più sezioni resistenti. 5.3 UNIONI CON CHIODI. 5.3.1 Chiodi sollecitati ortogonalmente all'asse. 5.3.1.1 Generalità. 5.3.1. Unioni legno-legno con chiodi. 5.3.1.3 Unioni pannelli-legno con chiodi. 5.3.1.4 Unioni acciaio-legno con chiodi. 5.3. Chiodi sollecitati assialmente. 5.3.3 Chiodi sottoposti a carico combinato a taglio ed assiale. 5.4 UNIONI CON BULLONI. 3

5.4.1 Bulloni sollecitati ortogonalmente all'asse. 5.4.1.1 Generalità. 5.4.1. Unioni legno-legno con bulloni. 5.4.1.3 Unioni pannello-legno con bulloni. 5.4.1.4 Unioni acciaio-legno con bulloni. 5.4. Bulloni sollecitati assialmente. 5.5 UNIONI CON SPINOTTI. 5.6 UNIONI CON VITI. 5.6.1 Viti sollecitate ortogonalmente all'asse. 5.6. Viti sollecitate assialmente. 5.6.3 Viti sottoposte a carico combinato di taglio ed assiale. 5.7 ELEMENTI DI COLLEGAMENTO ALLINEATI. 5.8 UNIONI REALIZZATE CON CONNETTORI DI TIPO SPECIALE. 5.8.1 Generalità. 6. SISTEMI STRUTTURALI. 6.1 TRAVI ASSEMBLATE MECCANICAMENTE. 6.1.1 Generalità. 6.1. Unioni legno-calcestruzzo in travi composte. 6.1..1 Mezzi di unione a gambo cilindrico sollecitati lateralmente. 6.1.. Mezzi di unione a gambo cilindrico sollecitati assialmente. 6.1..3 Unioni con denti di calcestruzzo incastrati nel legno. 6. TRAVATURE RETICOLARI. 6.3 DIAFRAMMI PORTANTI. 6.3.1 Diarammi per tetti e solai. 6.3. Diarammi per pareti. 6.4 TELAI PIANI VERIFICHE DI STABILITÀ. 6.5 CONTROVENTAMENTO. 6.5.1 Generalità. 6.5. Aste rettilinee compresse. 6.5.3 Travi inlesse. 6.5.4 Sistemi di travi parallele (ad anima piena o travature reticolari). 7. METODO DELLE TENSIONI AMMISSIBILI. 8. REGOLE PRATICHE DI ESECUZIONE. 9. REGOLE SPECIFICHE PER LE STRUTTURE ESISTENTI. 4

NORME TECNICHE PER LA PROGETTAZIONE, ESECUZIONE E COLLAUDO DELLE COSTRUZIONI IN LEGNO PREMESSA. a) Campo di applicazione. La presente norma si applica alle costruzioni di legno relative ad opere di ingegneria civile, eccettuate quelle per le quali viga una regolamentazione apposita a carattere particolare. Per i materiali ed i prodotti si dovranno seguire le indicazioni contenute al punto. Per il collaudo statico valgono le prescrizioni riportate al punto 3. b) Rierimenti normativi. Per tutti i rierimenti e rimandi ad altre norme ed istruzioni italiane vigenti nonché a norme e progetti di norme europei vale l ultima edizione della norma o prescrizione alla quale si a rierimento. I dati sulle azioni da considerare nei calcoli sono quelli di cui alle vigenti norme tecniche "Criteri generali per la veriica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e dei sovraccarichi" emanate in applicazione dell'art.1 della legge ebbraio 1974, n.64. c) Simbologia. A - Simboli principali: A E F G I K L M N Q R S V V W X a b d e h i L o l m r i t u,v,w x,y,z Area Modulo di elasticità lineare Azione Modulo di elasticità tangenziale Momento di inerzia Modulo di scorrimento Lunghezza Momento lettente Sorzo normale Azione variabile Resistenza Forze e momenti interni Sorzo di taglio Volume Modulo di resistenza della sezione Valore di una proprietà del materiale Distanza Larghezza Diametro Eccentricità Resistenza (di un materiale) Altezza (o altezza di una trave) Raggio di inerzia Coeiciente; Fattore (sempre con un pedice) Lunghezza; Luce Massa Raggio - rapporto Interasse - pendenza Spessore Componenti dello spostamento di un punto Coordinate 5

α β γ λ φ ρ σ τ B - Pedici: ap c cr (o crit) d de dis dst e ext in h ind in ist in l ls m max mean min mod nom q (o Q) ser stb sup t (o ten) tor u v vol w x,y,z y Angolo; Rapporto Angolo; Rapporto Coeiciente parziale di sicurezza Snellezza (l e /i) Rotazione Massa volumica Tensione normale Tensione tangenziale Apice, Colmo Compressione Critico Valore di calcolo Deormazione Distribuzione Instabilizzante Eicace Esterno Ala Finale Riollamento Indiretto Ineriore Istantaneo Interno Caratteristico Basso; Ineriore Co-portante Materiale; Flessione Massimo Medio Minimo Correzione Nominale Azione variabile Esercizio Stabilizzante Superiore Trazione Torsione Ultimo Taglio Volume Anima Coordinate Snervamento α Angolo tra orza (o tensione) e direzione della ibratura 0,90 Direzioni ondamentali: parallela ed ortogonale alla direzione della ibratura 05 Percentuale pertinente ad un valore caratteristico d) Deinizioni. 6

- Spinotto: barra cilindrica a sezione circolare, usualmente di acciaio (ma può anche essere di altro metallo, plastica oppure legno), inserita a orza in una sede pre-orata ed usata per trasmettere carichi perpendicolari all'asse dello spinotto. - Umidità di equilibrio: il valore di umidità per cui il legno non sottrae né cede umidità all'aria circostante. - Umidità: la massa di acqua contenuta nel legno espressa come percentuale della massa anidra di quest'ultimo. - Dimensione nominale: dimensione usata per indicare la dimensione desiderata (all'umidità speciicata) ed alla quale vengono rieriti gli scostamenti, che idealmente devero essere uguali a zero. SEZIONE I PRESCRIZIONI GENERALI E COMUNI. 1. OGGETTO. Questa norma ha per oggetto la progettazione ed il collaudo di strutture di legno - ovvero di strutture realizzate con elementi di legno (legno massiccio, segato, squadrato oppure tondo e legno lamellare incollato) assemblati con adesivi oppure con mezzi di unione meccanici. La norma ornisce una base generale per la progettazione di ediici ed opere di ingegneria civile e regole dettagliate applicabili principalmente a strutture ordinarie. Questa norma non tratta gli aspetti speciici riguardanti: - la progettazione di ponti; - la resistenza al uoco; - la progettazione di strutture soggette a prolungata esposizione a temperature maggiori di 60 C; - particolari strutture speciali; - le costruzioni in zona sismica. La norma prende in esame soltanto i requisiti di resistenza meccanica, comportamento in esercizio e durabilità delle strutture. L'esecuzione viene trattata nella misura atta a garantire che la qualità dei materiali da costruzione e dei prodotti da impiegare ed il livello della lavorazione in cantiere siano conormi alle ipotesi assunte dalle regole di progettazione. L'esecuzione e la lavorazione sono trattate nel punto 6, i cui contenuti devono considerarsi come requisiti minimi.. MATERIALI E PRODOTTI..1 PROPRIETÀ DEI MATERIALI..1.1 Parametri di resistenza e rigidezza. I parametri di resistenza e di rigidezza devono essere determinati sulla base di prove sperimentali che producano gli stessi tipi di eetti delle azioni alle quali il materiale sarà soggetto nella struttura, oppure sulla base di conronti con analoghe specie legnose o analoghi materiali a base di legno, oppure sulla base di correlazioni ben consolidate tra le dierenti proprietà..1. Valori caratteristici. 7

Si deiniscono valori caratteristici di resistenza di un tipo di legno i valori del rattile 5% della distribuzione delle resistenze, ottenuti sulla base dei risultati di prove sperimentali eettuate con una durata di 300 secondi su provini all'umidità di equilibrio del legno corrispondente alla temperatura di 0 C ed umidità relativa dell'aria del 65%. Si deiniscono valori caratteristici di rigidezza sia i valori del rattile 5% della distribuzione delle rigidezze, sia i valori medi, ottenuti nelle stesse condizioni di prova sopra speciicate. Si deinisce massa volumica caratteristica il valore del rattile 5% della relativa distribuzione con massa e volume corrispondenti alle condizioni di umidità di equilibrio del legno alla temperatura di 0 C ed umidità relativa dell'aria del 65%..1.3 Relazioni tensione-deormazione. Dato che i valori caratteristici sono determinati nell'ipotesi di una relazione lineare tra tensioni e deormazioni ino alla rottura, la veriica di resistenza dei singoli elementi strutturali deve essere ugualmente basata su una relazione lineare. Per elementi soggetti a lessione e compressione combinate, tuttavia, può essere usata una relazione non lineare (elasto-plastica)..1.4 Modelli di calcolo. In generale, il comportamento strutturale deve essere valutato calcolando gli eetti prodotti dalle azioni mediante un modello elastico lineare. Per particolari tipologie strutturali in grado di assicurare ridistribuzione delle sollecitazioni possono essere usati modelli di calcolo elasto-plastici per il calcolo delle tensioni negli elementi..1.5 Classi di servizio. Le strutture devono essere assegnate ad una delle classi di servizio sotto elencate. Il sistema di classi di servizio è principalmente destinato all'assegnazione di valori di resistenza ed al calcolo delle deormazioni in condizioni ambientali deinite Classe di servizio 1: è caratterizzata da un'umidità del materiale in equilibrio con ambiente a una temperatura di 0 C ed un'umidità relativa dell'aria circostante che non superi il 65% se non per poche settimane all'anno. (Nella classe di servizio 1 l'umidità media nella maggior parte dei legni di coniere non eccede il 1%.) Classe di servizio : è caratterizzata da un umidità dei materiali in equilibrio con ambiente a una temperatura di 0 C ed un'umidità relativa dell'aria circostante che superi l'85% solo per poche settimane all'anno. (Nella classe di servizio l'umidità media nella maggior parte dei legni di coniere non eccede il 0%.) Classe di servizio 3: condizioni climatiche che prevedono umidità più elevate di quelle della classe di servizio.. LEGNO MASSICCIO...1 Classiicazione. Tutto il legname strutturale deve essere classiicato, in conormità a regole che assicurino che le sue proprietà siano soddisacenti per la prevista utilizzazione, e specialmente che le proprietà di resistenza e di rigidezza siano aidabili. Le regole di classiicazione debbono basarsi su metodi di valutazione visiva dell elemento ligneo o di misurazione non distruttiva di una o piú proprietà isico-meccaniche o di opportune combinazioni delle precedenti. 8

.. Classi di resistenza. I singoli elementi lignei sono in genere inquadrabili nell ambito di classi di resistenza, predeinite sulla base di apposite prove sperimentali. Nella UNI-EN338 viene ornita una serie di proili prestazionali caratteristici che riportano i valori dei parametri di resistenza, di rigidezza e di densità propri di elementi di legno massiccio sia di coniere che di latioglie: Proprietà di resistenza Proprietà di rigidezza Massa volumica Flessione ( m, ) Modulo elastico parallelo medio Trazione parallela ( t,0, ) Modulo elastico parallelo caratteristico Trazione perpendicolare ( t,90, ) Modulo elastico perpendicolare medio Compressione parallela ( c,0, ) Modulo elastico tangenziale medio Compressione perpendicolare ( c,90, ) Taglio ( v, ) (E 0,mean ) Massa volumica caratteristica (E 0,05 ) Massa volumica media (E 90,mean ) (G mean ) (ρ ) (ρ mean ) I valori indicati nei proili caratteristici possono essere assunti nei calcoli di progetto come valori massimi per le grandezze cui si rieriscono. I valori caratteristici di resistenza, desunti da indagini sperimentali, sono rieriti alle seguenti dimensioni del provino: - provini per lessione: altezza 150 mm; - provino per trazione parallela alla ibratura: larghezza (dimensione massima) 150 mm; - provino per trazione perpendicolare alla ibratura: dimensioni 45x180x70 mm; - provino per resistenza a taglio: volume uniormemente sollecitato 500 mm 3. Per elementi di legno massiccio sottoposti a lessione o a trazione parallelamente alla ibratura che presentino una altezza o, rispettivamente, una larghezza della sezione trasversale minore di 150 mm, i valori caratteristici m, ed t,0,, indicati nei proili caratteristici, possono essere aumentati tramite il coeiciente moltiplicativo h, così deinito: 0, 150 h = min. h 13, essendo h, in millimetri, l'altezza della sezione trasversale dell'elemento inlesso oppure la larghezza della sezione trasversale dell'elemento sottoposto a trazione. Proili prestazionali caratteristici diversi da quelli indicati nella citata UNI-EN338 potranno essere assunti nella progettazione sulla base dei risultati documentati di prove sperimentali su partite di elementi dello stesso tipo di legno. I valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica potranno essere ottenuti con i metodi indicati nelle norme nazionali e/o europee più aggiornate...3 Elementi di legno di provenienza non italiana. 9

Un metodo di attribuzione alle classi di resistenza di cui al punto.. per elementi di legno di provenienza non italiana è ornito dalla EN191 che ornisce una tavola di attribuzione alle classi di resistenza di elementi lignei di coniere e di pioppo, in base alla individuazione della specie, della provenienza e della classiicazione già eettuata secondo la normativa valida nel paese di provenienza. 10

..4 Elementi di legno di provenienza italiana...4.1 Proili prestazionali caratteristici. La norma UNI 8198 ornisce una serie di proili prestazionali caratteristici per legno di provenienza italiana, che riportano i valori dei parametri di resistenza, di rigidezza e di densità di cui al punto.....4. Criteri di classiicazione. La norma UNI 8198 ornisce le regole di classiicazione per i tipi di legname strutturale italiani e di attribuzione dei proili caratteristici di cui al punto..4.1...5 Dimensioni dell elemento strutturale. Si deve tenere conto delle riduzioni d'area della sezione trasversale, ad eccezione di quelle corrispondenti a: - chiodi con un diametro di 6 mm o minore, inissi senza preoratura; - ori per bulloni, spinotti, viti e chiodi disposti simmetricamente in elementi strutturali compressi; - ori nella zone compressa di elementi inlessi, qualora i ori stessi siano riempiti con materiale avente maggiore rigidezza del legno. Quando si valutano le caratteristiche geometriche eicaci di una sezione trasversale in corrispondenza di un giunto realizzato con mezzi di unione multipli, è necessario considerare concentrati in questa sezione tutti i ori che cadono ad una distanza da tale sezione trasversale ineriore alla metà dell'interasse minimo tra i mezzi di unione, misurato parallelamente alla direzione della ibratura...6 Giunti a dita. I giunti a dita devono essere conormi a quanto previsto nelle norme nazionali e/o europee più aggiornate. La determinazione delle caratteristiche di resistenza a lessione del giunto a dita dovrà basarsi sui risultati di prove a lessione che rispettino l eettivo schema statico di esercizio. 11

.3 LEGNO LAMELLARE INCOLLATO..3.1 Requisiti di produzione. Gli elementi strutturali di legno lamellare incollato debbono essere prodotti conormemente a quanto previsto da pren 386..3. Classi di resistenza..3..1 Classiicazione sulla base delle proprietà delle lamelle. Le lamelle mediante le quali sono composti gli elementi strutturali devono essere classiicate in base ai risultati di prove eseguite secondo quanto previsto da EN 384, EN 408 e EN 1193. Le lamelle saranno classiicate secondo le classi di resistenza di cui al punto.. e..4. I valori di resistenza, di rigidezza e di densità orniti dai proili prestazionali sono da considerare come valori massimi di calcolo per le relative grandezze. L elemento strutturale può essere costituito dall insieme di lamelle tra loro omogenee (elemento omogeneo ) oppure da lamelle con diversa resistenza (elemento combinato ). In questo ultimo caso la realizzazione dei lembi esterni dell elemento prevede lamelle di classe superiore a quella delle lamelle centrali: lo spessore degli strati di lembo deve essere non ineriore a 1/6 dell altezza dell elemento e comunque costituto da non meno di due lamelle. La pren1194 ornisce la classiicazione degli elementi strutturali a lamelle incollate sulla base delle classiicazioni delle lamelle, a loro volta classiicate nelle classi di cui al punto... Vengono orniti per ogni classe di resistenza dell elemento lamellare i proili prestazionali caratteristici che indicano i valori massimi caratteristici da assegnare nei calcoli ai parametri di resistenza, di rigidezza e di massa volumica. Nella citata norma viene indicata la corrispondenza tra le classi delle lamelle che compongono l elemento strutturale e la classe di resistenza risultante per l elemento lamellare stesso, sia omogeneo che combinato..3.. Attribuzione diretta in base a prove sperimentali. Potrà essere eettuata la attribuzione diretta degli elementi strutturali lamellari alle classi di resistenza di cui alla norma pren1194 sulla base di risultati di prove sperimentali, da eseguirsi in conormità alla EN 408 ed alla EN 1193. I valori caratteristici dei parametri dovranno essere ottenuti con i metodi indicati in EN 384. I valori indicati nei proili prestazionali della norma pren1194 per le grandezze m,, E o,mean e ρ rappresentano la soglia minima per l attribuzione dell elemento strutturale alla categoria di resistenza corrispondente. Tutti i valori per le altre grandezze sono da considerare come valori massimi di calcolo per le relative grandezze. I valori caratteristici di resistenza sono rieriti alle seguenti dimensioni del provino: - provini per lessione: altezza 600 mm; - provino per trazione parallela alla ibratura: larghezza (dimensione massima) 600 mm; - provino per trazione perpendicolare alla ibratura: volume 10000 mm 3 ; - provino per resistenza a taglio: volume uniormemente sollecitato 500 mm 3. Per elementi di legno lamellare incollato sottoposti a lessione o a trazione parallelamente alla ibratura che presentino una altezza o, rispettivamente, una larghezza della sezione trasversale minore 1

di 600 mm, i valori caratteristici m, ed t,0, indicati nel prospetto...1 possono essere aumentati tramite il coeiciente moltiplicativo h, così deinito: 0, 600 h = min. h 115, essendo h, in millimetri, l'altezza della sezione trasversale dell'elemento inlesso oppure la larghezza della sezione trasversale dell'elemento sottoposto a trazione. Proili prestazionali diversi da quelli precedentemente citati potranno essere assunti nella progettazione sulla base dei risultati documentati di prove sperimentali su partite dello stesso tipo di elementi strutturali lamellari. I valori caratteristici di resistenza, rigidezza e massa volumica devono essere ottenuti con i metodi indicati in EN 384, eseguendo prove in conormità alla EN 408 ed alla EN 1193..3.3 Dimensioni delle lamelle e degli elementi di legno lamellare incollato. Le dimensioni delle singole lamelle dovranno rispettare i limiti per lo spessore s e l area della sezione trasversale A indicati in EN386. Si deve tenere conto delle riduzioni d'area della sezione trasversale di una trave, ad eccezione di quelle corrispondenti a: - chiodi con un diametro di 6 mm o minore, inissi senza preoratura; - ori per bulloni, viti e chiodi disposti simmetricamente negli elementi strutturali compressi; - ori nella zona compressa di elementi inlessi, quando i ori stessi siano riempiti con materiale avente rigidezza maggiore di quella del legno. Quando si valutano le caratteristiche geometriche eicaci di una sezione trasversale in corrispondenza di un giunto realizzato con mezzi di unione multipli si considerano concentrati in questa sezione tutti i ori che cadono ad una distanza da tale sezione trasversale ineriore alla metà dell'interasse minimo tra i mezzi di unione, misurato parallelamente alla direzione della ibratura..3.4 Giunti a dita "a tutta sezione". I giunti a dita "a tutta sezione" devono essere conormi a quanto previsto da EN 387. I giunti a dita "a tutta sezione" non possono essere usati per elementi strutturali da porre in opera nella classe di servizio 3, quando la direzione della ibratura cambi in corrispondenza del giunto..4 COMPENSATO. Il compensato deve essere prodotto in modo tale da conservare integrità e resistenza nella classe di servizio assegnata per tutto il periodo di vita previsto per la struttura. Le caratteristiche del compensato devono essere conormi a quanto previsto dalla pren636: il compensato strutturale dovrà essere bilanciato. Per quanto riguarda resistenza e rigidezza dovranno essere usati i valori caratteristici riportati nelle corrispondenti norme europee. Qualora non sia possibile ritrovare i citati valori o si intende provvedere a classiicazione diretta, i valori caratteristici di resistenza e di rigidezza dovranno essere determinati secondo il metodo indicato in pren1058. 13

.5 ADESIVI. Gli adesivi per usi strutturali devono produrre unioni aventi resistenza e durabilità tali che l'integrità dell'incollaggio sia conservata, nella classe di servizio assegnata, durante tutta la vita prevista della struttura. Gli adesivi che soddisino le speciiche tipo I deinite nella EN 301 possono essere usati in tutte le classi di servizio..6 ELEMENTI MECCANICI DI COLLEGAMENTO. Per tutti gli elementi metallici che anno parte di particolari di collegamento (spinotti, chiodi, viti, piastre metalliche,...) le caratteristiche speciiche verranno veriicate con rierimento alle normative vigenti per la categoria di appartenenza..7 DURABILITÀ..7.1 Generalità. Al ine di garantire alla struttura adeguata durabilità, si devono considerare i seguenti attori tra loro correlati: - l'uso della struttura; - le condizioni ambientali prevedibili; - la composizione, le proprietà e le prestazioni dei materiali; - la orma degli elementi strutturali ed i particolari costruttivi; - la qualità dell esecuzione ed il livello di controllo della stessa; - le particolari misure di protezione; - la probabile manutenzione durante la vita presunta. Le condizioni ambientali devono essere valutate in ase di progetto per stabilirne la signiicatività in relazione alla durabilità e per poter adottare idonei provvedimenti volti alla protezione dei materiali. Il legno avente un contenuto di umidità ineriore al 0% può essere considerato immune da attacchi ungini. Tuttavia si dovrà accertare che il legno in precedenza soggetto ad attacco ungino abbia in seguito un contenuto di umidità ineriore al 15%..7. Resistenza agli organismi biologici. Il legno ed i materiali a base di legno devono possedere un'adeguata durabilità naturale per ogni data classe di rischio, oppure devono essere sottoposti ad un trattamento preservante selezionato in conormità a quanto previsto nelle norme nazionali e/o europee più aggiornate. 14

.7.3 Resistenza alla corrosione. I mezzi di unione metallici strutturali devono, di regola, essere intrinsecamente resistenti alla corrosione, oppure devono essere protetti contro la corrosione. Esempi di protezione minima contro la corrosione o speciiche tecniche sui materiali per le diverse classi di servizio (vedere.1.5) sono riportate nel prospetto.7.3. Prospetto.7.3 - Esempi di requisiti minimi per la protezione dalla corrosione dei mezzi di unione* Mezzo di unione Classe di Servizio 1 3 Chiodi e viti con d<4mm Nessuna Fe/Zn 1c Fe/Zn 5c** Bulloni, spinotti e chiodi con d>4mm Piastre di acciaio ino a 3 mm di spessore Nessuna Nessuna Fe/Zn 5c** Fe/Zn 1c Fe/Zn 1c Acciaio inox Piastre di acciaio aventi spessore maggiore di 3 mm e Nessuna Fe/Zn 1c Fe/Zn 5c** ino a 5 mm Piastre di acciaio aventi spessore maggiore di 5 mm Nessuna Nessuna Fe/Zn 5c** * Nel caso in cui venga usata la zincatura a caldo, allora si deve sostituire Fe/Zn 1c con Z75, e Fe/Zn 5c con Z350, entrambi in conormità alla EN 10147. ** Per condizioni particolarmente corrosive, si deve considerare la possibilità di ricorrere a Fe/Zn 40, a zincature a caldo più pesanti o all'acciaio inox..8 CONTROLLI SUL MATERIALE.... 3. CONTROLLI E COLLAUDO STATICO. 3.1 PRESCRIZIONI GENERALI. Una struttura di legno dovrà essere sottoposta ad un insieme di controlli così identiicabili: - controllo sul progetto; - controllo sulla produzione e l esecuzione uori e dentro il cantiere; - controllo sulla struttura dopo il suo completamento con eventuali prove di carico. Le operazioni di controllo saranno eettuate dal Direttore dei Lavori e dal Collaudatore. 3.1.1 Controllo sul progetto. Questo controllo dovrà comprendere: - controllo dei requisiti e delle condizioni assunte per il progetto; - esame della impostazione generale della progettazione strutturale, degli schemi di calcolo e delle azioni considerate. 15

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3.1. Controllo sulla produzione e sull'esecuzione. Questo controllo dovrà comprendere: - esame dei risultati delle prove preliminari sui materiali; - controllo sulle modalità produttive; - controllo sui materiali con identiicazione degli stessi; - controllo sulla geometria e sulle dimensioni degli elementi strutturali; - controllo sulle unioni; - controllo sui dietti degli elementi di legno; - controllo inale sulle strutture completate in opera. 3.1.3 Prove di carico. Le prove di carico, ove ritenute necessarie dal collaudatore, rispetteranno le modalità indicate nella UNI EN 380 Strutture di legno Metodi di prova Principi generali per le prove di carico statico. Il programma delle prove deve essere sottoposto al direttore dei lavori ed al progettista e reso noto al costruttore. Le prove di carico si devono svolgere con le modalità indicate dal collaudatore che se ne assume la piena responsabilità, mentre, per quanto riguarda la loro materiale attuazione, ed in particolare per le eventuali puntellature precauzionali, è responsabile il direttore dei lavori. I carichi di prova devono essere, di regola, tali da indurre le sollecitazioni massime di esercizio per combinazioni rare. Le procedure da seguire saranno pertanto limitate alla procedura 1 e/o alla procedura della UNI EN 380, in relazione al tipo della struttura ed alla natura dei carichi. L esito della prova potrà essere valutato sulla base dei seguenti elementi: - dopo la ase iniziale di assestamento, le deormazioni si accrescano all incirca proporzionalmente ai carichi, tenuto conto del luage; - nel corso della prova non si siano prodotte lesioni, deormazioni o dissesti che compromettano la sicurezza e la conservazione dell opera; - la deormazione elastica risulti compatibile con le previsione di calcolo; - la deormazione residua dopo la prima applicazione del carico massimo non superi una quota parte di quella totale tenuto conto degli assestamenti iniziali e dei enomeni di luage. Quando le opere siano ultimate prima della nomina del collaudatore, le prove di carico possono essere eseguite dal direttore dei lavori, che ne redige verbale sottoscrivendolo insieme al costruttore. E acoltà del collaudatore controllare, ar ripetere ed integrare le prove precedentemente eseguite. 3. CONTROLLO SULLA STRUTTURA DOPO IL SUO COMPLETAMENTO. Dovrà essere predisposto in sede progettuale un programma delle operazioni di manutenzione e dei controlli da eettuarsi durante l esercizio della struttura. Il programma dovrà in particolare speciicare le tipologie dei controlli e l intervallo temporale tra gli stessi. Tutte le inormazioni necessarie per l'utilizzo in esercizio e per la manutenzione di una struttura dovranno essere messe a disposizione alla persona che assume la responsabilità della struttura inita. 17

4. NORME DI CALCOLO. 4. CRITERI GENERALI. 4.1.1 Modalità di analisi. Le strutture di legno realizzate con i materiali previsti al precedente punto, devono essere progettate per i carichi deiniti dalle norme in vigore, secondo i metodi della scienza e tecnica delle costruzioni e seguendo il metodo di veriica della sicurezza agli stati limite speciicato nelle norme tecniche "Criteri generali per la veriica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e dei sovraccarichi", emanate in applicazione dell'art. 1 della legge ebbraio 1974, n. 64. Le veriiche dovranno essere condotte nei riguardi degli stati limite di esercizio e degli stati limite ultimi. Potranno altresì eettuarsi le veriiche col metodo delle tensioni ammissibili secondo quanto indicato al punto 7 della presente norma. I calcoli dovranno essere svolti usando appropriate schematizzazioni, e, se necessario, saranno supportati da prove. Lo schema adottato sarà suicientemente accurato per simulare con ragionevole precisione il comportamento strutturale della costruzione, tenendo conto del livello di esecuzione prevedibilmente raggiungibile in opera. L'analisi globale della struttura, ovvero il calcolo delle azioni interne nelle sezioni della struttura sotto i carichi agenti, si arà ipotizzando un comportamento elastico lineare dei materiali e dei collegamenti considerando i valori medi dei parametri di rigidezza sia dei materiali che delle unioni. In presenza di giunti meccanici si dovrà considerare l inluenza della eettiva rigidezza degli stessi. Per tipologie strutturali in grado di ridistribuire le azioni interne anche grazie alla presenza di giunti di adeguata duttilità, è concesso di ar uso di metodi di calcolo elasto-plastici per il calcolo delle azioni interne stesse. Per strutture composte da parti che hanno un diverso comportamento reologico, le veriiche andranno eettuate sia nello stato iniziale che in quello inale. Nella progettazione si possono adottare metodi di veriica e regole di dimensionamento diversi da quelli contenuti nelle presenti norme tecniche purché ondati su ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientiicamente comprovati e purché sia assicurata una sicurezza non ineriore a quella qui prescritta. 4.1. Azioni di calcolo e classi di durata del carico. Le azioni di calcolo saranno quelle indicate nella premessa. Le veriiche debbono essere condotte nei riguardi degli stati limite di esercizio e degli stati limite ultimi. Le azioni sulla costruzione devono essere cumulate in modo da determinare condizioni di carico tali da risultare più savorevoli ai ini delle singole veriiche, tenendo conto della probabilità ridotta di intervento simultaneo di tutte le azioni con i rispettivi valori più savorevoli, come consentito dalle norme vigenti. Per gli stati limite ultimi si adotteranno le combinazioni del tipo: Fd i= n =? gg +? q Q1 + i= ( )? Q 0i i essendo: G il valore caratteristico delle azioni permanenti; 18

Q 1 Q i γ g γ q ψ 0i il valore caratteristico dell'azione di base di ogni combinazione; i valori caratteristici delle azioni variabili tra loro indipendenti; = 1,4 (1,0 se il suo contributo aumenta la sicurezza); = 1,5 (0 se il suo contributo aumenta la sicurezza); = coeiciente di combinazione allo stato limite ultimo da determinarsi sulla base di considerazioni statistiche. Per gli stati limite di esercizio si devono prendere in esame le combinazioni rare, requenti e quasi permanenti con γ g = γ p = γ q = 1, e applicando ai valori caratteristici delle azioni variabili adeguati coeicienti ψ 0, ψ 1, ψ. In orma convenzionale le combinazioni possono essere espresse nel modo seguente: i= n d 1 ψ 0i i= - combinazioni rare: F = G + Q + ( Q ) - combinazioni requenti: F = G + ψ Q + ( ψ Q ) - combinazioni quasi permanenti: F = G + ( Q ) d d 11 1 i = n i= i= n ψ i= 1 i i i i i ψ 1i coeiciente atto a deinire i valori delle azioni assimilabili ai rattili di ordine 0,95 delle distribuzioni dei valori istantanei; ψ i coeiciente atto a deinire i valori quasi permanenti delle azioni variabili assimilabili ai valori medi delle distribuzioni dei valori istantanei. In mancanza di inormazioni adeguate si potranno attribuire al coeicienti ψ 0, ψ 1, ψ i valori desunti dalla vigente normativa italiana. Le azioni devono essere assegnate ad una delle classi di durata del carico elencate nel prospetto 4.1.. Le classi di durata del carico sono caratterizzate dall'eetto di un carico costante attivo per un certo periodo di tempo nella vita della struttura. Per un'azione variabile la classe appropriata deve essere determinata in unzione di una stima dell'interazione ra la variazione temporale tipica del carico nel tempo e le proprietà reologiche dei materiali. Prospetto 4.1. - Classi di durata del carico Classe di durata del carico Durata accumulata del carico caratteristico Esempi di carico Permanente più di 10 anni peso proprio Lunga durata Media durata 6 mesi -10 anni 1 settimana - 6 mesi carico di esercizio nei locali adibiti a deposito carichi di esercizio in generale Breve durata meno di 1 settimana neve (*) Istantaneo -- vento e carichi eccezionali 19

eccezionali * In aree dove si registrano elevati carichi di neve per prolungati periodi di tempo è opportuno considerare una parte del carico come carico di media durata. 4.1.3 Resistenza di calcolo. Considerato che durata del carico ed umidità del legno inluiscono sulle proprietà resistenti del legno il valore di calcolo X d di una proprietà del materiale viene calcolato mediante la relazione: dove i simboli sono deiniti come segue: X = d mod? M X X valore caratteristico speciicato dalle norme relative e determinato sulla base di prove svolte in condizioni ben deinite; γ M coeiciente parziale di sicurezza per la proprietà del materiale, indicato nel prospetto 4.1.3 a; mod coeiciente di correzione che tiene conto dell'eetto, sui parametri di resistenza, sia della durata del carico sia dell umidità nella struttura. I valori di mod sono orniti nel prospetto 4.1.3b. Il valore caratteristico X può essere determinato mediante prove sperimentali. Prospetto 4.1.3 a - Coeicienti di sicurezza parziali per le proprietà dei materiali (g M ) Stati limite ultimi - combinazioni ondamentali legno 1,3 legno lamellare 1,5 unioni 1,3 acciaio 1,1 - combinazioni eccezionali 1,0 Stati limite di esercizio 1,0 Prospetto 4.1.3 b - Valori di mod Classe di servizio Classe di durata del carico 1 3 Legno massiccio e legno lamellare incollato, compensato Permanente 0,60 0,60 0,50 Lunga durata 0,70 0,70 0,55 Media durata 0,80 0,80 0,65 0

Breve durata 0,90 0,90 0,70 Istantaneo 1,10 1,10 0,90 Se una combinazione di carico comprende azioni appartenenti a dierenti classi di durata del carico si dovrà scegliere un valore di mod che corrisponde alla azione di minor durata. 4. STATI LIMITE DI ESERCIZIO. 4..1 Generalità. Per gli stati limite di esercizio si prenderanno in esame le combinazioni rare, requenti e quasi permanenti con γ g = γ q = 1,0, ed applicando ai valori caratteristici delle azioni variabili adeguati coeicienti riduttivi come da normativa citata in premessa. La deormazione di una struttura risultante dagli eetti delle azioni (quali sorzi normali e di taglio, momenti lettenti e scorrimenti nelle unioni) e dall'umidità, deve rimanere entro limiti appropriati, in relazione alla possibilità di danni ai materiali in vista, ai soitti, alle pareti divisorie e alle initure, e in relazione alle necessità unzionali così pure come a qualsiasi requisito estetico. La deormazione istantanea, u inst, provocata da un'azione, può essere calcolata usando il valore medio dell'appropriato modulo di rigidezza per le membrature, e il valore istantaneo del modulo di scorrimento per lo stato limite di esercizio K ser per le unioni, determinato mediante prove sperimentali secondo il metodo per la determinazione di s (= K ser ) indicato nella EN 6891 o secondo il calcolo, usando i valori orniti in tabella 4..1. La deormazione inale, u in, che risulta dagli eetti delle azioni agenti è pari alla somma della deormazione istantanea e della deormazione dovuta al luage: dove: u ist u di u = u + u in ist è la deormazione istantanea, calcolata secondo le combinazioni di carico rare; in tali combinazioni i valori delle azioni della neve e delle pressioni del vento possono essere ridotti al 70%; è la deormazione dierita dovuta al luage, in relazione a diverse situazioni di umidità, calcolata sulla base delle combinazioni di carico quasi permanenti. di Detta u' ist la deormazione istantanea calcolata sulla base delle combinazioni di carico quasi permanenti, la deormazione dierita assumerà il valore: u di = u' ist de ; dove de è un coeiciente che tiene conto dell'aumento di deormazione con il tempo dovuto all'eetto combinato della viscosità e dell'umidità; si possono utilizzare i valori de riportati nel prospetto 4..1. Prospetto 4..1 - Valori di de per legno massiccio, legno lamellare e compensato. Tipi di legno Classe di servizio 1 3 1

Legno massiccio Lamellare incollato Compensato 0,60 0,60 0,80 0,80 0,80 1,00,00,00,50 * Per il legno massiccio posto in opera all'umidità corrispondente al punto di saturazione o vicino ad esso, e che sia con probabilità soggetto al processo di essiccazione sotto carico, il valore di de sarà aumentato di 1,0. Per le unioni verrà assunto per de un valore doppio del valore attribuito secondo il prospetto 4..1 al legno su cui opera l'unione stessa. Nel caso di unione che collega due legni diversi, caratterizzati rispettivamente da due valori de (1) e de(), si assumerà per l'unione stessa: de = de(1) de() 4.. Scorrimento nelle unioni. Per unioni realizzate con mezzi di unione del tipo a gambo cilindrico, il modulo di scorrimento istantaneo K ser per ciascuna sezione resistente a taglio e per singolo mezzo di unione sotto l'azione dei carichi allo stato limite di esercizio, può essere ricavato dal prospetto 4.., con ρ m in g/m 3 e d in mm. Prospetto 4.. - Valori di K ser per mezzi di unione del tipo a gambo cilindrico in N/mm Tipo del mezzo di unione Spinotti Viti Chiodi (con preoratura) Legno - legno Pannello- legno Acciaio - legno ρ m 1,5 d/5 Chiodi (senza preoratura) ρ m 1,5 d 0,8 /30 Bulloni ρ m 1,5 d 0,8 /35 Se i valori medi delle masse volumiche dei due elementi uniti sono diversi (ρ m,1 e ρ m, ), allora nelle ormule sopra riportate ρ m può esser calcolato come segue: ρ = m ρ m,1 ρ m, Per tipi di unione diversi il valore di K ser saranno assunti sulla base dei risultati di adeguate indagini sperimentali. Lo scorrimento inale dell'unione, pari alla somma dello scorrimento istantaneo e dello scorrimento dierito sarà calcolato con le stesse modalità indicate nel punto 4..1. 4..3 Norme particolari per elementi inlessi. Le recce degli elementi delle strutture edilizie devono essere contenute quando è necessario perché non derivino danni alle opere complementari in genere ed in particolare ad eventuali tramezzi in muratura e relativi intonaci. Le componenti della reccia d'inlessione sono così individuate:

u 0 u 1 u controreccia (qualora presente); reccia dovuta ai carichi permanenti; reccia dovuta ai carichi variabili. La reccia netta rierita alla corda congiungente i punti della trave in corrispondenza degli appoggi, u net, è data da: u net = u 1 + u u 0 Nei casi in cui sia opportuno limitare la reccia istantanea dovuta alle azioni variabili, si raccomanda il seguente valore limite, a meno che condizioni speciali non impongono altri requisiti: u,ist L /300 Nei casi in cui sia opportuno limitare la reccia inale, u in, si raccomandano i seguenti valori limite, a meno che condizioni speciali non impongono altri requisiti: u,in L /00 u net,in L /00 Per gli sbalzi i limiti precedenti possono essere rieriti ad una lunghezza L pari a due volte la lunghezza dello sbalzo stesso. 4..4 Vibrazioni. Nel progetto devono essere previste appropriate misure nei conronti degli eetti indotti dai carichi variabili che possono produrre colpi, vibrazioni, ecc. Le deormazioni e le vibrazioni di strutture aperte al pubblico devono essere contenute a tal punto da escludere disagi per gli utenti. Nel caso di solai sui quali è previsto un intenso calpestio, salvo esigenze speciiche da valutarsi dal progettista, la requenza naturale più bassa non dovrà essere ineriore a 5 Hz. 4.3 STATI LIMITE ULTIMI - VERIFICHE DI RESISTENZA. 4.3.1 Trazione parallela alla ibratura. Deve essere soddisatta la seguente condizione: σ t,0,d t,0,d dove σ t,0,d è la tensione di calcolo a trazione; t,0,d è la resistenza di calcolo a trazione. 4.3. Trazione perpendicolare alla ibratura. 3

Per un volume V, in m 3, uniormemente sollecitato deve essere soddisatta la seguente condizione: σ t,90,d t,90,d σ t,90,d t,90,d (V 0 /V) 0, per il legno massiccio per il legno lamellare incollato dove σ t,90,d è la tensione di calcolo a trazione perpendicolare alla ibratura; t,90,d è la resistenza di calcolo a trazione perpendicolare alla ibratura; V 0 è il volume di rierimento di 0,01 m 3. 4.3.3 Compressione parallela alla ibratura. Deve essere soddisatta la seguente condizione: σ c,0,d c,0,d dove σ c,0,d è la tensione di calcolo a compressione; c,0,d è la resistenza di calcolo a compressione. Deve essere inoltre svolto un controllo della condizione di instabilità (vedere 4.4). 4.3.4 Compressione inclinata rispetto alla ibratura. Per la tensione di compressione perpendicolare alla ibratura deve essere soddisatta la seguente condizione: σ c,90,d c,90,d Nel caso di orza F 90,d di compressione esterna agente ortogonalmente alla ibratura per una lunghezza l su una trave di larghezza b, il valore di calcolo della compressione normale all asse della trave sarà determinato mediante l espressione: σ c,90,d F = bl dove l e è la lunghezza eicace determinata nella ipotesi di una distribuzione parallelamente alle ibre pari a 1:3 con le limitazioni seguenti: l e l + 1/3 h l e l 90, d e F 90,d b l arctan 1/3 4

Le tensioni di compressione deviate di un angolo α rispetto alla ibratura debbono soddisare la seguente condizione: c,0,d s c, α,d c,0,d sen α + cos α c,90,d h l e Fig. 4.3.4 - Tensioni inclinate rispetto alla ibratura. 4.3.5 Flessione. Devono essere soddisatte entrambe le seguenti condizioni: s m s m, y,d m, y,d m,y,d m,y,d + s + m s m,z,d m,z,d m,z,d m,z,d 1 1 dove σ m,y,d e σ m,z,d sono le tensioni di calcolo per lessione intorno agli assi principali come mostrati in ig 4.3.5; m,y,d e m,z,d sono le corrispondenti resistenze di calcolo a lessione. II valore del coeiciente m, che tiene conto della ridistribuzione delle tensioni, sarà scelto come segue: - per sezioni rettangolari: m = 0,7; - per altre sezioni trasversali: m = 1,0. Deve essere inoltre svolto un controllo della condizione di instabilità (vedere 4.4). Fig. 4.3.5 - Assi della trave. 4.3.6 Taglio. 5

Deve essere soddisatta la seguente condizione: τ d v,d dove τ d è la tensione massima tangenziale di calcolo; v,d è la corrispondente resistenza di calcolo a taglio. Alle estremità della trave si potrà eettuare la veriica sopra indicata valutando in modo convenzionale τ d secondo la distribuzione alla Saint Venant e considerando nullo, ai ini del calcolo dello sorzo di taglio di estremità, il contributo di eventuali orze agenti all interno del tratto di lunghezza pari all altezza h della trave a partire dalla estremità stessa. Travi intagliate. In linea generale nelle zone intagliate (ad es. Fig. 4.3.6) si dovrà procedere ad una corretta valutazione dello stato tensionale con particolare riguardo alle tensioni tangenziali ed alle tensioni normali ortogonali alla ibratura, tensioni che dovranno essere conrontate con i valori di resistenza (come indicato ai punti 4.3.1, 4.3., 4.3.3 e 4.3.4). Per la estremità di trave con intaglio a orma semplice di cui alla ig. 4.3.6b è suiciente la veriica sempliicata: τ d = 1,5 V d / b h e v,d dove V d è lo sorzo di taglio di estremità (valutato come sopra); h e è l altezza minima (vedi Fig. 4.3.6) e b è lo spessore della trave. a) intaglio all'intradosso b) intaglio all'estradosso Fig. 4.3.6 Travi intagliate all estremità. 4.3.7 Torsione. Le tensioni tangenziali di torsione debbono soddisare la seguente condizione: τ tor,d sh v,d dove τ tor,d è la tensione massima tangenziale di calcolo; sh = 1, per sezioni circolari; sh = 1+ 0,15 a/b per sezioni rettangolari, dove a e b sono le lunghezze dei lati, rispettivamente minima e massima. 4.3.8 Tensolessione. Devono essere soddisatte entrambe le seguenti condizioni: 6

s s t,0,d t,0,d t,0,d t,0,d s + + m m,y,d m,y,d s + m,y,d m,y,d m s s + m,z,d m,z,d m,z,d m,z,d Si applicano i valori di m indicati in 4.3.5. 1 1 4.3.9 Pressolessione. Devono essere soddisatte entrambe le seguenti condizioni: s s c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d s + + m,y,d m,y,d m s + m, y,d m, y,d m s s + m,z,d m,z,d m, z,d m, z,d 1 1 Si applicano i valori di m indicati in 4.3.5. Deve inoltre essere condotto un controllo della condizione di instabilità (vedere 4.4). 4.3.10 Travi ad altezza variabile. 4.3.10.1 Modalità di veriica. Nel caso di travi ad altezza variabile la veriica degli stati tensionali arà comunque rierimento alla combinazione della tensione normale parallela alla ibratura, della tensione normale ortogonale alla ibratura e della tensione tangenziale. Nei punti che seguono vengono orniti criteri di veriica da ritenersi suicienti per casi particolari di requente utilizzo. 4.3.10. Travi a semplice rastremazione. Si deve tenere conto dell'inluenza della rastremazione sulle tensioni di lessione parallele ai bordi. Fig. 4.3.10 Travi a semplice rastremazione. 7

Nel caso di trave a sezione rettangolare in cui la ibratura sia parallela ad uno dei bordi, e l'angolo di rastremazione α 10, la tensione di lessione nelle ibre più esterne del bordo parallelo alla ibratura potrà essere calcolata come: s m,0,d = 6M d ( 1 + 4 tan α) bh e sul bordo rastremato, come: s m, α,d = 6M d ( 1 4 tan α) bh Nella ibra più esterna del bordo rastremato le tensioni, come sopra calcolate, debbono soddisare la seguente condizione : dove: σ m,α,d m,α,d m, α,d = m, d m, d sen t,90,d α + cos α nel caso di tensioni di trazione; e m, α,d = m, d m, d sen c,90,d α + cos α nel caso di tensioni di compressione. 4.3.10.3 Travi a doppia rastremazione, curve e centinate. Per le travi a doppia rastremazione, curve o centinate (Fig. 4.3.10.3) con α 0 vengono indicati i metodi per la veriica riguardante le zone di colmo (a tratteggio nella medesima igura). Per le zone laterali si applicano i criteri del punto 4.3.10.. Nella sezione di colmo dovrà innanzitutto eettuarsi la veriica per le tensioni di lessione, che dovranno rispettare la condizione: σ m,d r m,d La tensione di lessione al colmo vale: 6Map,d s m, d = r bh essendo ap hap hap hap r 1 3 4 = + + + r r r dove: 1 = 1 + 1,4 tan α + 5,4 tan α = 0,35-8 tan α 3 = 0,6 + 8,3 tan α - 7,8 tan α 4 = 6 tan α e h ap, r e α sono indicati in igura 4.3.10.3. 3 8

Il coeiciente r conseguente alla inluenza delle tensioni indotte sulle lamelle a seguito della loro curvatura di costruzione assumerà i valori di seguito indicati: - per travi a doppia rastremazione r = 1; - per travi curve e centinate: 1 per rin / t 40 r = 0,76 + 0,001rin /t per rin / t < 40 dove r in è il raggio di curvatura del lembo interno della trave; t è lo spessore delle lamelle. Nella zona di colmo la tensione massima di trazione ortogonale alle ibrature deve soddisare la seguente condizione: σ t,90,d dis (V 0 / V) 0, t,90,d dove i simboli sono deiniti come segue: dis è un coeiciente che tiene conto dell eetto della distribuzione delle tensioni nella zone di colmo, con i valori seguenti: - per travi a doppia rastremazione: dis = 1,4; - per travi curve e centinate: dis = 1,4 + tan α 1.7 ; V 0 è il volume di rierimento di 0,01 m 3 ; V è il volume in m 3 della zone di colmo (vedere ig 4.3.10.3), limitato al valore di V b /3, dove V b è il volume totale della trave. La massima tensione di trazione perpendicolare alla ibratura dovuta al momento lettente può essere calcolata con: 6M ap,d σ t,90,d = p bhap dove: hap hap p 5 6 7 = + + r r dove: 5 = 0, tan α 6 = 0,5 1,5 tan α +,6 tan α 7 =,1 tan α - 4 tan α 9

Fig. 4.3.10.3 Travi a doppia rastremazione (a), curve (b) e centinate (c). 30

4.4 STATI LIMITE ULTIMI - VERIFICHE DI STABILITÀ. 4.4.1 Aste pressoinlesse. Oltre alle veriiche di resistenza previste al precedente punto 4.3, devono essere eseguite le veriiche necessarie ad accertare la sicurezza della costruzione, o delle singole membrature, nei conronti di possibili enomeni di instabilità. Considerando in generale un asta pressoinlessa sottoposta a sorzo normale e lessione nei piani xy e xz, in mancanza di valutazioni approondite a riguardo dell eetto combinato di instabilità assiale e lessotorsionale, dovranno essere soddisatte le condizioni sottoriportate. σ σ σ c,z σ c,y c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d c,0,d σ + + crit m,z,d m,z,d m σ + + m σ m,z,d σ m,z,d m,z,d m,z,d + m,z,d m,z,d m + σ σ + m crit σ σ + m,y,d m,y,d m,y,d m,y,d m,y,d m,y,d m,y,d m,y,d 1 1 1 1 I simboli presenti nelle espressioni sopra riportate sono deiniti di seguito. σ c,o,d σ m,z,d e σ m,y,d c,z e c,y è la tensione di compressione da sorzo normale; sono le tensioni massime per lessione rispettivamente nei piani xy e xz. (coeicienti di tensione critica) valgono: 1 c,z = con z = 0,5 1+ β c( λrel, z 0, 5) + λ + λ z z rel, z λ rel, z = ( ) σ c,0, c,crit,z rel, z y y rel, y σ c,crit,z π E = 0,05 λz ( ) 1 c,y = con y = 0,5 1+ β c( λrel, y 0, 5) + λ + λ λ rel, y = σ c,0, c,crit, y rel, y π E σ c,crit, y = λ 0,05 y nel caso particolare in cui si abbia λ rel,z 0.5 e λ rel,y 0.5 si può assumere c,z = c,y =1. 31