PROGETTO Dì SETTE Riduzione dei tempi di attesa per la diagnostica oncologica

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1 PROGETTO Dì SETTE Riduzione dei tempi di attesa per la diagnostica oncologica

2 IL PROGETTO Dì7 La Regione Piemonte e la Regione Valle d Aosta sono da sempre attente ai percorsi di cura dei pazienti affetti da cancro. Per prime, fra le regioni italiane hanno, infatti, costituito la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d Aosta. La Rete Oncologica prende in carico il paziente, accogliendolo, indirizzandolo, accompagnandolo attraverso tutto l iter sanitario, monitorando l adeguatezza delle cure prestate e l evoluzione del suo stato di salute. Per realizzare l obiettivo strategico prefissato, il territorio della Rete è stato suddiviso in sei Poli Oncologici, dedicati ognuno al bacino di utenza di più Aziende Sanitarie e costituiti in modo da favorire la collaborazione e la sinergia tra le varie Aziende all interno di ogni Polo e tra i vari Poli all interno della Regione. Ogni Polo è responsabile della regia di tutte le attività oncologiche che si svolgono nel proprio ambito territoriale. Inoltre, esso svolge attività di indirizzo, supporto e controllo nei confronti di tutte le strutture, sia ospedaliere sia ambulatoriali, alle quali spettano invece le attività che coinvolgono direttamente il paziente e che vanno dallo screening alla diagnosi, alla degenza (ordinaria o in day-hospital), al followup, alle cure domiciliari. Oggi la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d Aosta punta a garantire il miglior sistema di cura disponibile, mettendo al servizio del paziente le strutture ed i trattamenti più idonei a rispondere alle sue specifiche esigenze, personalizzandone il più possibile il percorso di diagnosi, di cura e di assistenza, nell ambito di un continuum volto a tutelare la qualità di vita della persona malata. Gli operatori della Rete condividono il principio fondamentale secondo cui curare è avere cura. È proprio sulla base di questa precisa filosofia del prendersi cura del paziente, che le nostre due Regioni hanno approvato, nel maggio 2004, la Convenzione ed i documenti di linee programmatiche ad essa allegati tra la Regione Piemonte, la Regione Autonoma Valle d'aosta e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, per l'attuazione del progetto Dì7 di riduzione dei tempi di attesa e di stadiazione per la diagnostica oncologica e l'implementazione della Rete di Telepatologia tra i Servizi di Anatomia Patologica. Il progetto mira a ridurre ad un massimo di sette giorni, in tutto il territorio del Piemonte e della Valle d'aosta, il tempo di attesa per l accesso al primo esame diagnostico ed a ridurre significativamente i tempi di attesa della diagnosi e della stadiazione, per l effettuazione e la refertazione di vari esami diagnostici. Il progetto ha previsto anche l'integrazione della Rete di Telepatologia già in atto in Piemonte, attivata nel 1999 e finanziata con fondi regionali, all'interno del programma di screening dei tumori femminili, "Prevenzione Serena", con tecnologie di telepatologia dinamica. Nello sviluppo di questo progetto, partner paritetico con le due Regioni e primo finanziatore è stata la Fondazione CRT, istituzione non profit il cui obiettivo consiste nella promozione dello sviluppo economico e sociale di Piemonte e Valle d Aosta. Fondazione CRT opera nel settore della sanità prevalentemente concentrando le proprie risorse in iniziative specifiche che accompagnano gli interventi messi in atto dai gestori istituzionali del settore. In tal modo il suo ruolo non è quello di sostituirsi a coloro cui compete la programmazione e le strategie di sviluppo di un settore così complesso quanto quello di apportare un valore aggiunto a ciò che si realizza sul territorio in base ai piani di sviluppo regionali. In particolare Fondazione CRT interviene a complemento ed integrazione della programmazione pubblica del settore ed ha scelto di concentrare le proprie risorse in progetti innovativi che riguardano l organizzazione delle reti sanitarie regionali. Il Progetto Dì7 agisce in questa direzione e 1

3 IL PROGETTO Dì7 costituisce un modello di lavoro efficace in grado di evidenziare il ruolo strategico di una partnership condivisa e partecipata tra tutti i soggetti coinvolti. Il progetto Dì7 è ormai giunto alla conclusione: siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, a conferma di quanto l impegno degli operatori che ogni giorno si occupano dell assistenza ai malati di cancro, sia pregnante e possa migliorare fattivamente i percorsi di cura. Pintor scriveva che non c è in un intera vita cosa più importante da fare, che chinarsi, perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi : crediamo che sia esattamente ciò che tutti gli operatori che, a vario titolo, si occupano degli altri, fanno ogni giorno, e di questo li ringraziamo di cuore, innanzitutto in quanto cittadini e contestualmente per il ruolo istituzionale che ricopriamo. Eleonora Artesio Assessore Tutela della Salute e Sanità Regione Piemonte Albert Lanièce Assessore Sanità, Salute e Politiche Sociali Regione Autonoma Valle d Aosta Andrea Comba Presidente Fondazione CRT 2

4 IL PROGETTO Dì7 Il progetto Dì7 nasce nel 2002 per iniziativa della Fondazione CRT in collaborazione con la Regione Piemonte e la Regione Valle d'aosta al fine di migliorare l'erogazione di prestazioni diagnostiche in casi di sospetta neoplasia affiancando e supportando l azione della Rete Oncologica delle due Regioni. Il progetto agisce sulla riduzione dei tempi di attesa per l'accesso al primo esame e sull'implementazione di una rete di comunicazione ad alta banda tra i reparti di Anatomia Patologica del territorio, che sono fondamentali per le analisi da prelievo istologico, quali ad esempio le biopsie. L'obiettivo è di disporre di punti di erogazione dei servizi diagnostici in cui, per quanto riguarda i casi di sospetta neoplasia, il tempo intercorrente tra la prenotazione e l'effettuazione del primo esame diagnostico sia contenuto entro i 7 giorni. Questo standard, che rappresenta un obiettivo realistico dal punto di vista organizzativo, si rivela anche clinicamente efficace e psicologicamente sostenibile da parte del malato. Il primo esame però non è sufficiente a determinare lo stadio di avanzamento del tumore, ovvero la variabile principale su cui ci si basa per mettere in atto le dovute azioni terapeutiche. Le procedure per giungere ad una diagnosi certa e soprattutto alla stadiazione della malattia non sono riassumibili in un esame unico, ma coinvolgono più esami e sono strettamente correlate ai prelievi istologici - e quindi ai servizi di anatomia patologica - richiedendo necessariamente forme di coordinazione tra i diversi servizi attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per accelerare le tempistiche. I tempi di attesa per l accesso alle prestazioni sanitarie assumono notevole importanza perché costituiscono una criticità particolarmente sentita dai cittadini e sono principalmente determinati dall'aumento delle richieste, dall'inappropriatezza di parte delle prestazioni, dalla carenza di personale coinvolto nell'iter diagnostico e dall'inefficienza del sistema organizzativo. I soggetti coinvolti sono molteplici, dal medico di famiglia al personale dei Centri di Prenotazione, dai tecnici di laboratorio alle stesse Aziende Sanitarie. Il sistema è infatti molto complesso e richiede azioni coordinate che tengano conto del ruolo di ciascun soggetto. La finalità del progetto non è dunque quella di prendere in carico costi di gestione delle strutture sanitarie ma di razionalizzare l'erogazione delle prestazioni aumentando nel contempo le dotazioni tecnologiche e costituendo liste di attesa preferenziali per soggetti in cui vi sia l'indicazione di sospetta neoplasia. Inoltre, fondamentale per addivenire ad un percorso diagnostico corretto (evitando la reiterazione di esami e procedure) è l'applicazione a tutti i livelli coinvolti nell'iter delle linee guida, già approvate dalla Commissione Oncologica Regionale e da indicazioni nazionali, per il riconoscimento delle forme tumorali più diffuse tra la popolazione. Per questo il progetto riguarda essenzialmente i tumori di polmone, mammella, colon e prostata. 3

5 IL PROGETTO Dì7 Per la realizzazione del progetto è stato costituito un Comitato di Attuazione tra i partners promotori, composto dagli Assessorati alla Sanità delle Regioni Piemonte e Valle d Aosta, dai rappresentanti della Rete Oncologica di Piemonte e Valle d Aosta e dalla Fondazione CRT. Il metodo di lavoro è principalmente rivolto alla riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi, investendo sulla diffusione delle linee guida per la diagnostica, sulla formazione degli operatori e sull impiego delle nuove tecnologie. Oltre al Comitato, sono stati creati alcuni Tavoli di Lavoro che si occupano ciascuno di un azione specifica tra quelle previste e coinvolgono direttamente gli operatori, così da mettere in atto procedure condivise e ottimali. Il progetto si articola in tre linee di azione: 1. Aumento dell offerta e riduzione delle liste di attesa in ogni Polo della Rete Oncologica Per garantire un incremento temporaneo dell offerta tale da ridurre le liste di attesa, migliorando i Centri di Accoglienza e Servizi della Rete Oncologica, è stato effettuato un approfondito esame dell'organizzazione di ciascuna struttura sanitaria individuando quale fosse la criticità più evidente la cui rimozione permettesse una sensibile miglioramento in ordine ai tempi di attesa per l accesso alla diagnostica oncologica. Questa analisi è avvenuta tramite interviste, sopralluoghi e colloqui approfonditi con il personale direttivo e responsabile dei singoli servizi. Ciò che emerso è che le criticità più sentite riguardano aspetti organizzativi e di personale. A questo proposito è interessante rilevare come solo in pochi casi la carenza di personale è relativa agli specialisti ed al personale medico (per cui spesso è sufficiente effettuare ore di lavoro straordinario per smaltire le attuali liste) mentre prevalgono le carenze di tipo amministrativo in cui spesso si concentrano i ritardi. In altri casi è la dotazione di strumentazione ad essere carente anche se in genere la necessità riguarda attrezzature accessorie di costo unitario non elevato. Sulla base dell'analisi effettuata è stato destinato un finanziamento finalizzato a ciascun Polo della Rete. Le azioni intraprese e sono descritte in schede che ogni Polo ha compilato per la valutazione dell intervento e che sono riportate nel presente fascicolo. 2. Aumento dell appropriatezza diagnostica Diminuire le liste di attesa significa anche agire sull appropriatezza delle richieste di prestazione. A tal fine sono strategiche le attività di formazione sia per il personale dei Centri Accoglienza e Servizi che per i medici di medicina generale. Fondamentale inoltre è l attuazione, diffusione e monitoraggio delle linee guida per la diagnostica predisposte ed approvate dalla Commissione Oncologica Regionale Questa azione è dunque finalizzata a rendere strutturali i risultati conseguiti con la riduzione temporanea delle liste (ovvero a fare in modo che non si accumulino nuovamente attese lunghe); la rete oncologica promuove direttamente tra le risorse di propria competenza interventi formativi, nonché la diffusione capillare delle linee guida per la diagnostica. Il versante delle linee guida, percorso dal progetto fin dalla sua partenza, ha visto fino ad 4

6 IL PROGETTO Dì7 oggi l approvazione, la pubblicazione e la disseminazione di quelle riguardanti mammella, polmone, colon retto e prostata. È infatti fondamentale disporre di linee guida per l iter diagnostico quanto più condivise per determinare l appropriatezza degli accertamenti prescritti: è ovvio che un soprannumero di richieste per accertamenti diagnostici anche in casi in cui non vi sarebbe sospetto di neoplasia aumenta il numero di persone che impropriamente si rivolgono alle strutture con conseguente allungamento delle liste. La predisposizione delle linee guida per la diagnostica è stata concordata nell ambito dei lavori della Commissione Oncologica Regionale e ha visto coinvolte tutte le professionalità impegnate in modo da raggiungere obiettivi condivisi a garanzia di migliore e più capillare applicazione dei protocolli sanciti dalle linee guida stesse. 3. Implementazione della Rete di Telepatologia tra i Servizi di Anatomia Patologica Nella diagnosi e soprattutto nella stadiazione delle neoplasie - dato fondamentale su cui basare le azioni terapeutiche - sono fortemente coinvolti i Servizi di Anatomia Patologica dei vari Poli, ovvero quei servizi in cui vengono analizzati i prelievi isto-citopatolgici. Le neoplasie infatti non si presentano sempre nella stessa conformazione, ma con infinite variazioni; il che rende essenziale un meccanismo di confronto e di second opinion. Spesso dunque i lunghi tempi di attesa per giungere ad una stadiazione definita dipendono dalla necessità dei Servizi di scambiare le informazioni e i prelievi per ottenere un secondo parere a conferma o smentita dei risultati dell analisi eseguita da un singolo servizio. Ciò significa tempi di latenza variabili ma comunque lunghi, dipendenti spesso dal recapito dei plichi contenenti i vetrini dei prelievi. Migliorare la trasmissione delle informazioni a distanza tramite l utilizzo delle nuove tecnologie inciderebbe di molto sulla contrazione dei tempi di latenza. La Rete di Telepatologia, già in atto dal 1999 e finanziata con fondi regionali, all interno del programma di Screening dei Tumori Femminili, Prevenzione Serena, prevede con questo progetto l integrazione con tecnologie di telepatologia dinamica, in grado di migliorare sensibilmente la trasmissione e la possibilità di esprimersi sulla diagnosi a distanza. Il sistema è già funzionante, su base nazionale, come progetto TESEO, finanziato dal Ministero della Salute, all interno dei Servizi di Anatomia Patologica degli Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), facenti parte di Alleanza contro il Cancro. Il Progetto Dì7 ha dotato i Servizi di Anatomia Patologica di microscopi innovativi in grado di trasmettere non esclusivamente degli scatti singoli ma l intero filmato del prelievo ; questo ha permesso di avviare un programma sperimentale di second opinion a distanza: da un lato - infrastruttura di rete permettendo - ciò velocizza le attività dei Servizi, dall altro evidenzia e fornisce spunti importanti per la risoluzione delle questioni relative alla tutela della privacy connessa alla protezione dei dati ed alle questioni legali correlate che ancora non hanno trovato un soluzione da parte del Legislatore. 5

7 LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA IL MODELLO ORGANIZZATIVO Di tumore, oggi, ci si ammala di più, ma si muore di meno. Questo, grazie alla maggiore prevenzione, primaria (stili di vita più sani) e secondaria (programmi di screening), ma soprattutto grazie ai progressi compiuti nell ambito della ricerca scientifica e della tecnologia applicata in campo diagnostico-terapeutico ed all efficacia delle linee guida sempre più aggiornate. La lotta ai tumori, tuttavia, si avvale anche di un più razionale coordinamento e sviluppo dei servizi di diagnosi, cura e assistenza. Il problema della cura dei tumori, infatti, rimane uno dei nodi più impegnativi che il Servizio Sanitario Pubblico si trovi a dover sciogliere. Se dal punto di vista clinico non mancano incertezze e criticità, in termini organizzativi e gestionali, i problemi che ne derivano risultano altrettanto complessi. Le patologie oncologiche presentano la peculiarità di essere trasversali, cioè di coinvolgere potenzialmente quasi tutte le specialità cliniche; a ciò si aggiunga che in Italia più del 50% delle neoplasie solide colpisce pazienti ultrasessantacinquenni, soggetti già colpiti da patologie multiple croniche. Le terapie si svolgono in strutture specifiche (reparti ospedalieri, day hospital, ambulatori, ambito domiciliare) che vanno dotate, a seconda dei casi, di attrezzature adeguate alle diverse necessità del paziente. I percorsi di cura presentano innumerevoli sfaccettature, risultando, spesso, di lunga durata. Poiché le complessità clinico-organizzative, caratteristiche del settore oncologico, così come la frammentarietà dei percorsi di cura ed assistenza, comportano il rischio di una graduale dispersione di risorse umane e materiali, appare necessaria un'organizzazione dei servizi capace di ottimizzare l'intero processo di trattamento dei pazienti oncologici. La Regione Piemonte e la Regione Autonoma Valle d Aosta, prime fra le regioni italiane, hanno affrontato il problema con la creazione di una Rete Oncologica, approvata dalla Giunta regionale del Piemonte con D.G.R. n del ed estesa alla Regione Valle d'aosta, con D.G.R. n del La Rete Oncologica prende in carico il paziente, accogliendolo, indirizzandolo, accompagnandolo attraverso tutto l iter sanitario, monitorando l adeguatezza delle cure prestate e l evoluzione del suo stato di salute. Per realizzare l obiettivo strategico prefisso, il territorio della Rete è stato suddiviso in sei Poli Oncologici, dedicati ognuno al bacino di utenza di più Aziende Sanitarie e/o Ospedaliere, e costituiti in modo da favorire la collaborazione e la sinergia tra le varie Aziende all interno di ogni Polo e tra i vari Poli all interno della Regione. Ogni Polo è responsabile della regia di tutte le attività oncologiche che si svolgono nel proprio ambito territoriale. Inoltre, esso svolge attività di indirizzo, supporto e controllo nei confronti di tutte le strutture, sia ospedaliere sia ambulatoriali, alle quali spettano invece le attività che coinvolgono direttamente il paziente e che vanno dallo screening alla diagnosi, alla degenza (ordinaria o in day-hospital), al followup, alle cure domiciliari. 6

8 LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA I Poli della Rete I Poli della rete sono: Polo di Torino, con sede presso l ASO San Giovanni Battista di Torino (presidi Molinette e San Giovanni Antica Sede), con afferenti le AA.SS.LL. 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 10 e le AA.SS. OO: OIRM/Sant Anna, CTO-CRF-Maria Adelaide, San Luigi di Orbassano ed Ordine Mauriziano; Polo di Ivrea e Aosta, con sedi presso l Ospedale di Ivrea (ASL 9) e l Ospedale di Aosta (USL di Aosta), con afferenti le AA.SS.LL. 6 e 7; Polo di Biella, con sede presso l Ospedale degli Infermi di Biella (ASL 12); Polo di Novara, Vercelli e del VCO, con sedi presso l ASO Maggiore Carità di Novara, l Ospedale Sant Andrea di Vercelli (ASL 11), l Asl 14 di Omegna, con afferente l Asl 13; Polo di Cuneo, con sede presso l ASO Santa Croce e Carle di Cuneo con afferenti le AA.SS.LL. 15, 16, 17 e 18; Polo di Alessandria e Asti, con sedi presso l ASO S. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria e l Ospedale Civile di Asti (ASL 19), con afferenti le AA.SS.LL. 20, 21 e 22. Per ogni Polo e per ogni Azienda all interno di ogni Polo, sono state individuate nuove strutture operative, ormai funzionanti in tutti i Poli, attraverso cui realizzare le attività della Rete ed a supporto della Rete stessa (il Centro Accoglienza e Servizi ed i Gruppi Interdisciplinari Cure). I Centri Accoglienza e Servizi (CAS) sono strutture operative collocate nel Dipartimento Oncologico di ogni Polo e presso i Servizi Oncologici di ogni Azienda afferente, con compiti di informazione ed accoglienza dei nuovi pazienti oncologici, nonché con compiti amministrativo-gestionali e di supporto al percorso diagnostico-terapeutico di tutti i pazienti oncologici. Essi devono orientare e supportare l ingresso dei nuovi pazienti, indirizzarli ai Gruppi Interdisciplinari Cure, assicurarne la presa in carico iniziale ed il mantenimento in carico al termine di ogni ciclo terapeutico, e tenere traccia dell intero percorso diagnosticoterapeutico. I Centri Accoglienza e Servizi, tra loro connessi, sono le strutture costituenti la Rete Informativa della Rete Oncologica, per cui saranno dotati di adeguata strumentazione informatica e telematica. Il Centro di Accoglienza è, quindi, il punto di riferimento per il paziente oncologico. La seconda figura organizzativa chiave è costituita dal Gruppo Interdisciplinare Cure di Polo o Interpolo (GIC). I Gruppi Interdisciplinari Cure (GIC) non rappresentano, a differenza del Centro Accoglienza e Servizi, nuove strutture, ma una diversa modalità operativa, interdisciplinare, delle esistenti strutture terapeutiche. Essi sono composti dai medici specialisti, coinvolti nel processo di diagnosi e cura che, durante l iter della malattia, prendono in carico il paziente e lo sottopongono al trattamento terapeutico più appropriato, deciso collegialmente. Tutti i Poli Oncologici operano in sintonia con l Unità di Coordinamento della Rete Oncologica (UCR) che, insediata presso l Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista - Molinette di Torino, ha funzione di indirizzo, per una corretta distribuzione territoriale dei servizi oncologici e per l integrazione fra i diversi attori della Rete ed i soggetti ad essa 7

9 LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA esterni, intervenendo, inoltre, in numerosi settori: dalla ricerca all uso delle nuove tecnologie, dalla formazione ed aggiornamento professionale, all informazione e comunicazione, dal sistema informativo-informatico, al controllo di qualità delle prestazioni. Tutto il percorso assistenziale e le figure organizzative descritte sono stati formalizzati con D.G.R. n del ed aggiornati con D.G.R. n del Oggi la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d Aosta punta a garantire il miglior sistema di cura disponibile, mettendo al servizio del paziente le strutture ed i trattamenti più idonei a rispondere alle sue specifiche esigenze, personalizzandone il più possibile il percorso di diagnosi, di cura e di assistenza, nell ambito di un continuum volto a tutelare la qualità di vita della persona malata. Gli operatori della rete condividono il principio fondamentale secondo cui curare è avere cura. Con D.G.R. n del è stata istituita la Rete di Oncologia ed Oncoematologia pediatrica, nell ambito del progetto organizzativo della Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d Aosta, in accordo con le linee guida nazionali per l oncologia e l oncoemtologia pediatrica, pubblicate sulla G.U. del , n Iniziative che rivestono un particolare significato innovativo Contatto e sinergia con i Medici di Medicina Generale. La rete può rappresentare un esempio di collegamento tra la medicina territoriale e la medicina specialistica. Tutto il percorso della malattia ed anche il momento della prevenzione (screening) richiede il contatto tra il medico di famiglia e lo/gli specialisti, per gestire i diversi momenti della diagnosi, della terapia, del monitoraggio, dei controlli successivi, della remissione della patologia, con l uscita definitiva dal percorso di cura o del sostegno palliativo al termine della vita. Per realizzare questo contatto, la prima iniziativa è stata di tipo formativo: con il progetto di formazione telematica a distanza Sophia, sono stati inizialmente contattati i medici di medicina generale di alcuni Poli Oncologici ed inseriti nel programma formativo. Ora tale progetto coinvolge più di mille medici su tutto il Piemonte e la formazione sarà realizzata totalmente a distanza, per via telematica. Approvazione delle linee guida. Sono state scritte le linee guida inerenti le principali neoplasie, derivate dalla produzione europea ed internazionale e ridefinite, con focalizzazione sulle peculiari realtà della nostra regione. Promozione e coordinamento di iniziative di ricerca all interno della Rete. I progetti di ricerca vengono proposti all Università degli Studi di Torino, all Università degli Studi del Piemonte Orientale ed al CPO-Piemonte; vengono sviluppate iniziative finalizzate al finanziamento della ricerca, orientando l utilizzo dei fondi e realizzandone il controllo. Si coordina, infine, la partecipazione a bandi di finanziamento pubblico per ricerche in campo oncologico. Definizione di precisi percorsi diagnostico-terapeutici. I percorsi, definiti dalle linee guida sono in grado, se applicati, di guidare il paziente in strutture e servizi collocati 8

10 LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA anche in altre aziende sanitarie o in altre regioni, qualora la complessità della patologia lo richieda. La metodologia organizzativa, infatti, prevista dalla rete, attraverso l istituzione dei centri di Accoglienza e Servizi (CAS) e i Gruppi Interdisciplinari Cure (GIC) è in grado di seguire costantemente il percorso del paziente, permettendo al medico che lo ha in cura di interfacciarsi con i diversi operatori e servizi coinvolti. Attivazione, in Bosnia, del programma di screening dei tumori del collo dell utero ed estensione della Rete Oncologica al Cantone di Zenica. Tali progetti sono tra i primi ad essere attivati nei Paesi dei Balcani ed hanno permesso la stesura di un accordo tra la Regione Piemonte ed il Cantone di Zenica e la firma di un protocollo tra la Regione Piemonte, l Università degli Studi di Torino ed il Cantone di Zenica per la formazione degli operatori. 9

11 LA RETE ONCOLOGICA DEL PIEMONTE E DELLA VALLE D AOSTA I POLI DELLA RETE ONCOLOGICA Polo di IVREA - AOSTA AO vb Polo di BIELLA BI NO Polo di Novara, Vercelli e VCO Polo di TORINO VC to AT Polo di ALESSANDRIA E ASTI AL CN Polo di CUNEO Poli oncologici Polo di Torino Polo di Ivrea - Aosta Polo di Biella Sedi Aso San Giovanni Battista presidi Ospedale Molinette Ospedale San Giovanni Antica Sede Ospedale di Ivrea (Asl TO4) USL di Aosta Ospedale degli Infermi Biella (Asl BI) Strutture afferenti Aso Regina Margherita/Sant Anna Aso Ordine Mauriziano Aso Cto-Crf-Maria Adelaide di Torino Aso San Luigi di Orbassano Ospedale Cottolengo Ospedale Gradenigo Ospedale Valdese di Torino Asl TO1, TO2, TO3, TO5 Polo di Novara, Vercelli e VCO Polo di Cuneo Polo di Alessandria e Asti Aso Maggiore della Carità Novara Ospedale Sant Andrea Vercelli (Asl VC) Asl VCO Aso Santa Croce e Carle Cuneo Aso SS. Antonio e Biagio e C.Arrigo Alessandria Ospedale Civile Asti (Asl AT) Asl NO Asl CN1, CN2 Asl AL 10

12 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Polo Oncologico di Torino Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria AOU San Giovanni Battista di Torino Struttura Complessa (di riferimento) Direzione Sanitaria d Azienda Altre SS.CC. Partecipanti SC Radiodiagnostica 5 Titolo del progetto Progetto sperimentale di Radiologia Domiciliare Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Ottavio Davini Direttore Sanitario d Azienda Direzione Sanitaria d Azienda dsazienda@molinette.piemonte.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo 11

13 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Relazione descrittiva dell attività svolta La Radiologia Domiciliare si inserisce nel più ampio contesto della diagnostica domiciliare, obiettivo della quale è rilevare informazioni diagnostiche presso l abitazione della persona assistita. Pur rappresentando una preziosa risorsa a beneficio del malato, la diagnostica domiciliare deve essere pensata come valida alternativa al servizio ospedaliero soltanto per gli esami per i quali la tecnologia portatile sia in grado di garantire adeguati livelli di qualità e di sicurezza e per i casi in cui le condizioni cliniche della persona rendono meno gravoso effettuare l esame a domicilio piuttosto che in ospedale. Attualmente non esistono esperienze, in letteratura, di attività di radiologia domiciliare. L obiettivo è quello di fornire un servizio di Radiologia Domiciliare a favore di persone anziane, disabili o le cui condizioni di salute non permettono il trasporto in una struttura ospedaliera se non sottoponendo la persona ad un grave disagio e con un costo elevato per la collettività e di verificare la soddisfazione dei pazienti e dei care-givers dell AOU San Giovanni Battista di Torino in regime di ospedalizzazione a domicilio sottoposti ad esami radiologici presso la loro abitazione, al fine di identificare criticità e aspetti da migliorare nell attività di radiologia domiciliare Il Progetto di Radiologia Domiciliare, in quanto attività rivolta a persone allettate e non deambulanti, è destinato ai pazienti dell Istituto di Riposo della Vecchiaia (IRV), convenzionato con l AOU San Giovanni Battista di Torino, e dell Ospedalizzazione a Domicilio. La fase sperimentale del Progetto avrà una durata di 12 mesi e alla sua conclusione verranno valutati i risultati sul piano socio-economico e di gradimento da parte degli interessati, utilizzando una scheda che è stata appositamente predisposta e che per ogni esame viene compilata nelle diverse parti da tutti gli operatori sanitari coinvolti (medico geriatra, medico radiologo, tecnico radiologo). I vantaggi attesi da tale Progetto sono di tipo sociale, relazionale ed economico. Un aspetto meno evidente, ma straordinariamente importante, è quello umano: le persone stanno sicuramente meglio a casa loro e in tale sede la relazione malato-operatore sanitario è enormemente favorita con grande beneficio e soddisfazione di entrambe le parti. La fase operativa del Progetto è stata preceduta da un periodo di preparazione della durata di circa un anno, nel quale il Responsabile del Progetto, designato dall AOU, e i due Coordinatori, con il supporto costante della Direzione Sanitaria, hanno lavorato su due fronti principali: la scelta e l acquisizione della tecnologia portatile e del mezzo di trasporto e l allestimento di quest ultimo; l informazione del personale tecnico e medico dell Azienda, l arruolamento dei volontari e la loro formazione con un Corso, che si è svolto il 24 novembre La fase operativa è iniziata a giugno del L attività si svolge con due uscite settimanali effettuate da 2 TSRM; le immagini prodotte vengono successivamente refertate da un Medico Radiologo. La tecnologia portatile consente di eseguire a domicilio molti esami di Radiologia tradizionale (torace, colonna cervicale, articolazioni, ecc.) a persone affette da patologie polmonari, cardiache, oncologiche, neurologiche, osteo-articolari e a persone sottoposte ad interventi ortopedici per posizionamento protesi. 12

14 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Risultati raggiunti Ad oggi la sperimentazione ha coinvolto n. 85 pazienti e sono stati effettuati n. 103 esami radiologici, di cui l 85% radiografie del torace; la qualità degli esami eseguiti, valutata in doppio cieco da un pool di Medici Radiologi, è risultata elevata e paragonabile a quella ottenuta con apparecchiature radiologiche fisse. Gli outcome previsti sono rappresentati dai vantaggi sopra-elencati, in particolare da un prevedibile risparmio di costi per la collettività e da un più razionale impiego di risorse umane e strutturali, rese disponibili per casi gravi e/o urgenti. Inoltre la positiva verifica della soddisfazione dei pazienti sarà un ulteriore spinta verso la dimostrazione della sostenibilità del progetto sperimentale di radiologia domiciliare. Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali Personale ,00 Tecnologie ,00 Materiale 2.000,00 Altro MISSIONI (convegni, corsi, seminari, predisposizione di workshop sul tema, giornate di studio,...) ,00 ASSICURAZIONE PER TSRM 1.000,00 ATTIVITÀ FORMATIVA 8.000,00 Totale spese ,00 13

15 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Polo Oncologico di Torino Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria A.S.O. O.I.R.M. S.Anna - Torino Struttura Complessa (di riferimento) S.C. Anatomia Patologica Altre SS.CC. Partecipanti S.C. Ginecologia S.C. Oncoematologia Pediatrica Titolo del progetto Dì7 Potenziamento attività diagnostica neoplastica pediatrica e ginecologica Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Dr.ssa Franca Fagioli Direttore S.C. Oncoematologia Pediatrica Ospedaliera franca.fagioli@unito.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo Relazione descrittiva dell attività svolta Il progetto finalizzato a migliorare il turn-aorund-time delle diagnosi istologiche delle neoplasie ginecologiche e non in età adulta ed al potenziamento delle determinazioni biologiche con significato prognostico o predittivo dei tumori pediatrici ha, al momento, ottenuto l impegno della somma di ,94 euro per l acquisizione di tre microtomi rotativi automatici (in corso gara per affidamento fornitura e installazione). Con la fusione delle due SC di Anatomia Patologica Aziendali in una nuova unica SC, dal 15 gennaio 2009, si è ottenuto l accorpamento, sotto un unica Direzione, del personale medico, sanitario e tecnico. La fusione, ampiamente descritta nel Piano Aziendale 2008 ha permesso di acquisire parte dell attrezzatura cui erano destinati i fondi del Progetto Dì7 (2 microscopi dotati di fotocamera e di programma per analisi delle immagini e calcolo delle aree). 14

16 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Le restanti attrezzature, cui erano destinati i fondi (cappa di riduzione macro dotata di dispositivo per riproduzione fotografica digitale e archiviazione delle immagini macroscopiche) rientrano nel progetto di ristrutturazione tecnologica della nuova SC Aziendale di Anatomia Patologica. Risultati raggiunti Diminuzione dei tempi di diagnosi/refertazione (si porta come esempio il risultato del progetto obiettivo aziendale 2007): 1. Patologia mammaria. Nodulectomia (NDL): recupero di 13 gg, da 22 (2006) a 9 (2007). Quadrantectomia: recupero medio di 10,5 gg, da mediana di 19 gg (2006) a mediana di 9 gg (2007). Linfonodo sentinella : recupero di 12 gg, da 21 (2006) a 9 (2007). 2. Patologia ginecologica. Istero- annessiectomia radicale per neoplasia : recupero di 7 gg, da 21 (2006) a 14 (2007). Risultati attesi La nuova SC di Anatomia Patologica, con l organico tecnico-sanitario attuale e l acquisizione dei tre microtomi automatici in programma, sarà in grado di mantenere ed abbassare i tempi di diagnosi/ refertazione con riflesso sulla consegna dei referti degli esami istologici e conseguente chiusura delle cartelle cliniche. Nell ambito degli incontri Percorso informativo-formativo degli operatori CAS e GIC afferenti al Polo Oncologico di Torino, è emersa la necessità di poter collegare la S.C. di Anatomia Potologica ai Centri Accoglienza e Servizi al fine di abbreviare i tempi dell accertamento diagnostico e per garantire una più rapida presa in carico del paziente oncologico. Tale obiettivo, già avviato come idea informatica, potrebbe essere raggiunto mediante l impiego dei fondi residui del progetto Dì7 non ancora destinati. Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali Tecnologie Acquisizione programmata (mediante l impegno di euro ,94) di n. 3 microtomi rotativi automatici ,94 Totale spese ,94 15

17 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Polo Oncologico di Torino Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria A.O. Ordine Mauriziano di Torino Struttura Complessa (di riferimento) Radiologia Altre SS.CC. Partecipanti Radioterapia Fisica Sanitaria Titolo del progetto Incremento delle prestazioni ambulatoriali diagnostico-terapeutiche prtesso l IRCC di Candiolo Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Paolo Bruni Direttore Sanitario IRCC - Candiolo dirsanircc@mauriziano.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo 16

18 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Relazione descrittiva dell attività svolta Obiettivo del progetto era l incremento delle prestazioni ambulatoriali diagnostico-terapeutiche presso l IRCC, che accoglie, come noto, pazienti oncologici: per le peculiarità dell iter clinico di tali utenti, l ambito radiologico assume, in ogni settore, rilevanza preminente (in quanto la diagnostica per immagini è imprescindibile nella valutazione della comparsa/evoluzione/remissione delle patologie neoplastiche). Nella pratica organizzativa si è garantita, attraverso formule incentivanti per il personale, l erogazione di un numero maggiore di prestazioni con un utilizzo intensivo delle risorse radiologiche/radioterapiche (RMN, TC, Mammografo e Acceleratori Lineari attivi fino alle ore 19 di tutti i giorni feriali). L indicatore prescelto per la valutazione degli esiti (riferiti al periodo gen-giu 08 versus gen-giu 07) è stato il numero delle prestazioni ambulatoriali in toto (tale indicatore riflette la trasversalità delle prestazioni radiologiche in tutti gli ambiti ambulatoriali). Lo standard auspicato era l aumento delle prestazioni 3%. Risultati raggiunti Le prestazioni totali ambulatoriali, nel corso dei primi sei mesi del 2008, risultano, rapportate all analogo periodo del 2007, incrementate nel numero e nella valorizzazione economica (rispettivamente da +4,51% a +5,04%). Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali Personale Personale Medico, tecnico ed infermieristico ,00 Totale spese ,00 17

19 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Polo Oncologico di Torino Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria AOU San Luigi, Orbassano Torino Struttura Complessa (di riferimento) SCDU Anatomia Patologica Titolo del progetto Progetto Dì7 per la riduzione dei tempi di attesa e di stadiazione per la diagnostica oncologica e l implementazione della rete di telepatologia tra i servizi di anatomia patologica. Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Mauro Papotti Professore Ordinario Anatomia Patologica e Direttore di Struttura Complessa SCDU Anatomia Patologica, AOU San Luigi Gonzaga, Orbassano mauro.papotti@unito.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo 18

20 POLO ONCOLOGICO DI TORINO Relazione descrittiva dell attività svolta Con riferimento alla lettera Prot N 2251/UC/SAN del da parte dell Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, l assegnazione di fondi per l acquisto di apparecchiature ai fini di implementare le attività di diagnostica anatomo patologica in campo oncologico, ha consentito il completamento della gara di acquisto di un coloratore di vetrini (consegna apparecchio ; collaudo completato il 20 gennaio 2009). Inoltre sono in fase di acquisizione altre due apparecchiature microscopiche e di microtomia. Il prolungarsi della fase di acquisizione di dette apparecchiature non ha al momento consentito l avvio della fase esecutiva del progetto, né una sua ancorché preliminare valutazione. Viene pertanto brevemente riassunta la prospettiva operativa. Il percorso diagnostico in campo oncologico prevede quale tappa obbligata l analisi di campioni di tessuto o cellule neoplastiche presso i servizi di Anatomia Patologica. È possibile che l aumento dei carichi di lavoro e/o lo sviluppo di nuove e più complesse procedure diagnostiche determinino dei rallentamenti o ritardi nelle fasi di allestimento dei campioni. L intervento mirato a favore della SCDU Anatomia Patologica avviato nel presente progetto è derivato appunto dalla necessità di adeguare le attrezzature di laboratorio alla situazione corrente che ha per l appunto visto sia un aumento marcato del carico di lavoro che la necessità di sostenere nuove procedure diagnostiche. Al riguardo il nuovo apparecchio recentemente installato consente di sostenere il maggiore carico di esami, che per il solo progetto di Prevenzione Serena che copre il territorio della ASL TO3, è passato dai circa del 2004 a nel 2008, con ulteriore incremento atteso dall accorpamento del territorio dei comuni di Venaria e limitrofi nella attuale asl TO3 (3500 ulteriori casi). È pertanto prevista la possibilità di sostenere il maggiore carico di lavoro, senza creazione di liste di attesa per l allestimento dei preparati. La stessa citata apparecchiatura per colorazione verrà utilizzata anche in cooperazione con le altre attrezzature descritte in fase di acquisizione per aggiungere un altra unità di personale tecnico dedicato all allestimento di preparati isto-citopatologici provenienti sia dagli screening oncologici che dalle attività diagnostiche/terapeutiche cliniche, al fine di contenere i tempi di allestimento e di conseguenza- di refertazione entro gli standard abituali dell AOU San Luigi. L aumento costante della complessità di una parte degli esami istopatologici a scopo oncologico richiede infatti ulteriori indagini che si sovrappongono all attività ordinaria. In tale contesto, con riferimento alla diagnostica di patologia molecolare (ad esempio a mezzo FISH) per il carcinoma della mammella, del polmone e della vescica è stata programmata l implementazione del sistema di microscopia in fluorescenza per l ottimizzazione della procedura di lettura e refertazione (attualmente di circa 250 casi/anno, come da richieste provenienti dalla SCDU Oncologia e Oncologia polmonare dell AOU San Luigi e da centri esterni). Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali * In fase di acquisizione Tecnologie Coloratore e monta-vetrini Microtomo , ,00 * Microscopio con fluorescenza 1 Totale preventivo di spesa ,00 19

21 POLO ONCOLOGICO DI IVREA-AOSTA Polo Oncologico di Ivrea-Aosta Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria Ospedale di Ivrea (ASL TO4) Struttura Complessa (di riferimento) Gastroenterologia Altre SS.CC. Partecipanti Radiologia Ivrea - Cuorgnè Titolo del progetto Applicazione Linee Guida Rete Oncologica per la stadiazione dei tumori dell apparato digerente: econdoscopia Riduzione dei tempi di attesa per le prestazioni radiologiche Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Peyre Sergio - Lionella Lovato Direttore - Dirigente Medico Radiologia Gastroenterologia - Radiologia speyre@asl.ivrea.to.it - rlovat@asl.ivrea.to.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo 20

22 POLO ONCOLOGICO DI IVREA-AOSTA Relazione descrittiva dell attività svolta L ecoendoscopia rappresenta una procedura di secondo livello ed è rivolta unicamente a pazienti già valutati con altre metodiche e dei quali necessita ulteriore definizione diagnostica. Le indicazioni più frequenti sono rappresentate in ordine decrescente: staging di tumori gastro-entericipancreatici,pancreopatie diffuse o focali,lesioni parietali intestinali, studio vie biliari,adenopatie-masse solide mediastiniche,stadiazione tumore polmone; in particolare l ecoendoscopia rettale è integrata nel percorso diagnostico del ca rettale e rappresenta il gold standard di riferimento capace di modificare la programmazione terapeutica. Il Ns Centro funge da riferimento per le indicazioni appropriate per le Aziende di Biella e Vercelli, dalle quali proviene circa il 60% delle richieste.la dotazione acquisita a maggio 2007 è composta da uno strumento radiale ed uno lineare, in grado di dare una risposta completa alle esigenze cliniche. Il progetto ha riguardato inoltre i pazienti afferenti al Centro Accoglienza e Servizi della ASL TO4 (sede di Ivrea) che necessitano di esami TC e di Radiologia tradizionale. Gli esami sono stati effettuati nelle due sedi della S.C. di Radiologia: Ivrea e CuorgnÈ.Il personale TSRM ha svolto l attivita al fine di ridurre i tempi di attesa entro i 7 giorni per i pazienti CAS. Gli esami sono stati eseguiti quotidianamente in orario aggiuntivo a quello di Servizio.La durata del progetto È stato di 1 anno a partire dal mese di marzo 2007.I TSRM che hanno partecipato al progetto sono stati 5 per il settore TC e 8 per il settore di radiologia tradizionale. Risultati raggiunti A partire dalla data di acquisto dello strumento maggio 2007 sino a giugno 2008 compreso sono state eseguite 322 indagini diagnostiche con sonda radiale e 26 ecoendoscopie operative con strumento lineare. L accuratezza diagnostica calcolata sugli ultimi 80 esami risulta del 82%, stabilendosi su livelli di riferimento della letteratura. Per quanto riguarda la sensibilità e specificità dell ecoendoscopia operativa non siamo in grado di ottenere valori affidabili in considerazione ancora dell esigua casistica. Per tutte le richieste è stato possibile operare secondo le indicazioni del Progetto Dì7 della Rete Oncologica: per tutti i pazienti è stato rispettato il limite temporale atteso per l esecuzione dell accertamento. Per le Aziende diverse dalla ASL TO4, sono state stilate, dalle rispettive Direzioni, convenzioni particolari che sottolineassero l obiettivo temporale. Per quanto concerne l attività di Radiologia,l obiettivo del progetto È stato ampiamente raggiunto con un orario aggiuntivo di 657 ore per gli esami TC e 471 ore per gli esami di RX tradizionale per una spesa pari a ,00 euro. 21

23 POLO ONCOLOGICO DI IVREA-AOSTA Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali Personale 25,16 / h ,00 Tecnologie Ecoendoscopio Olympus UE160 Ecoendoscopio Olympus UCT 140 Video processore CV 180 Fonte di luce CLV 180 Carrello porta strumenti , , , , , , , , , ,00 Totale spese ,00 22

24 POLO ONCOLOGICO DI IVREA-AOSTA Polo Oncologico di Ivrea-Aosta Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria AUSL Valle d Aosta Struttura Complessa (di riferimento) Dermatologia Altre SS.CC. Partecipanti Igiene e Sanità Pubblica Titolo del progetto Progetto Sole - Screening dei professionisti che operano in aree montane per la prevenzione diagnostica di tumori della pelle Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Dott. Norat Maurizio Direttore Struttura Complessa di Dermatologia mnorat@ausl.vda.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo 23

25 POLO ONCOLOGICO DI IVREA-AOSTA Relazione descrittiva dell attività svolta Dalla fine di ottobre 2008 alla fine di gennaio 2009 sono stati sottoposti a controllo 290 pazienti appartenenti ai gruppi oggetto dello screening (Maestri di sci, Guide alpine e Guardie forestali). Le visite sono state effettuate nei centri previsti di Morgex, Aosta, Chatillon e Donnas; durante le visite è stato eseguito un controllo totale della cute con esame dettagliato delle lesioni cutanee presenti, utilizzando ove necessario le apparecchiature strumentali adatte alla corretta formulazione della diagnosi. Per ogni paziente è stata compilata la scheda clinico-anamnestica predisposta. Successivamente alle visite tutte le schede sono state rielaborate per l estrapolazione dei dati e la compilazione dei risultati relativi. Risultati raggiunti I risultati temporaneamente elaborati, nonostante il numero ancora esiguo di soggetti visitati rispetto alla totalità del gruppo di studio, hanno evidenziato, come previsto, una presenza di lesioni sospette per malignità superiore alla media dei pazienti meno esposti alle radiazioni ultraviolette. In particolare sono stati diagnosticati 8 lesioni tumorali cutanee, immediatamente sottoposte a trattamento presso la Struttura Complessa di Dermatologia. Rendicontazione economica dettagliata delle spese sostenute Voci di costo Costi Unitari N Unità Costi Totali Personale Responsabile Proponente del Progetto Coordinatore Igiene Pubblica Medici Dermatologi Personale Comparto Personale Elaborazione Informatica Tecnologie Personal Computer portatile Video Dermatoscopio Digitale Dermatoscopio ottico 1.500, , , , , ,00 Totale spese ,00 24

26 POLO ONCOLOGICO DI BIELLA Polo Oncologico di Biella Scheda Progetto Dì7 Azienda Sanitaria Ospedale degli Infermi (ASL BI) Struttura Complessa (di riferimento) Polo Oncologico di Biella Altre SS.CC. Partecipanti Anatomia Patologica Titolo del progetto Progetto Dì7. Riduzione dei tempi di attesa e stadiazione nella diagnostica oncologica Responsabile proponente del progetto Nome Qualifica Struttura Telefono Dr. Mario Alberto Clerico Coordinatore del Polo Oncologico di Biella Polo Oncologico mario.clerico@aslbi.piemonte.it CAMPO DI APPLICAZIONE Clinico Organizzativo Relazione descrittiva dell attività svolta Con lettera datata 1/8/2006 è stata comunicata l assegnazione al Polo di Biella di euro ,00 per la copertura di spese di personale per il reparto di Anatomia Patologica. Ai tempi in cui era stata effettuata l analisi, nel 2005, la S.C. di Anatomia Patologica era in un momento di particolare criticità per mancanza di personale medico. Successivamente sono stati assunti due nuovi dirigenti medici, che hanno cambiato radicalmente le potenzialità di questa struttura. Abbiamo quindi deciso di riformulare la proposta della Fondazione CRT per il progetto Dì7 dividendo in finanziamento in due capitoli: 1. Acquisto di attrezzature per l Anatomia Patologica. È stata indetta una Gara d appalto per n 2 Coloratori Automatici e n 1 Criostato/Microtomo rotativo per la S.C. di Anatomia Patologica. La procedura ha impiegato molto tempo per essere concretizzata. 25

27 POLO ONCOLOGICO DI BIELLA Alla data del febbraio 2009 la gara è in fase di aggiudicazione: il 18/2 è stata vistata dal Direttore della S.C. di Anatomia Patologica la relazione sulla valutazione qualitativa delle offerte. Il Provveditorato può pertanto procedere all assunzione degli atti idonei all aggiudicazione. Riteniamo che si perverrà ad aggiudicazione entro circa 15 giorni, poi si dovrà dare tempo alle ditte di consegnare ed istallare le apparecchiature (circa ulteriori 30 giorni). 2. Assunzione di un infermiera per il Centro Accoglienza e Servizi (CAS), con funzione di case manager. Presso il Polo oncologico di Biella, in ottemperanza al dettato regionale, sono stati attivati il Centro Accoglienza e Servizi (CAS) e i Gruppi Interdisciplinari Cure (GIC) delle principali patologie oncologiche che investono il territorio biellese. Il CAS deve garantire le seguenti attività: Interdisciplinarità della cura e dell assistenza. Gestione degli aspetti amministrativi. Verifica della continuità della presa in carico del paziente. Accoglienza del paziente. Informazione sulle modalità di accesso alle strutture. Attivazione del Gruppo Interdisciplinare Cure. Collegamento con gli altri Centri Accoglienza e Servizi della Rete. Presso il Polo oncologico di Biella sono attivi, in questo momento, quattro GIC: GIC di senologia GIC dei tumori gastro intestinali GIC di ginecologia GIC di otorinolaringoiatria. Gli obiettivi che ogni GIC si pone sono: Presa in carico del paziente per tutto l iter diagnostico-terapeutico. Informazione costante al CAS sul percorso diagnostico-terapeutico del paziente. Discussione collegiale dei casi. Definizione e applicazione di un iter terapeutico univoco, nel rispetto delle linee guida e sulla base di protocolli procedurali condivisi o di protocolli sperimentali regolarmente approvati. Adeguata comunicazione con il paziente e i suoi famigliari. Il GIC risulta quindi essere l organo multidisciplinare responsabile della presa in carico del paziente durante tutto il percorso diagnostico terapeutico. L infermiera del Centro Accoglienza e Servizi è stata assunta a fine maggio

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