Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento

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1 Progetto di Ricerca promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento

2 Indice Introduzione Approccio metodologico Struttura del questionario Metodologia di ricerca e criteri di campionamento Caratteristiche del campione Segmentazione della filiera La ricerca sul campo Dati economico-strutturali Struttura dei prodotti-mercati Politiche distributive e strategie commerciali Scomposizione del costo di produzione industriale Gli ostacoli alla crescita Attività svolte e competenze maturate Disegno delle filiere produttive Le competenze d innovazione Localizzazione delle attività produttive Analisi delle tendenze competitive prevalenti Approccio metodologico per l analisi fattoriale Tendenze competitive nel Tessile-Abbigliamento Sintesi delle evidenze e conclusioni Sintesi delle principali evidenze conclusioni: spunti di politica industriale Bibliografia Indice Figure e Tabelle Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 2 di 67

3 Introduzione L analisi CATI si colloca nella linea d attività progettuale relativa allo studio degli scenari e delle prospettive evolutive del settore Tessile Abbigliamento (TA), centrato sulle trasformazioni settoriali e sulle nuove professionalità, ponendosi come obiettivo la definizione di una mappatura del sistema TA con articolazione per filiera. L analisi fornisce alcune evidenze relative all evoluzione della struttura (fatturato, produzione, aziende, addetti) del sistema TA, cercando di dare rilievo alle principali nicchie di specializzazione (che si caratterizzano per differenze significative in termini di domanda, offerta e framework distributivo) evidenziando inoltre il ruolo e l importanza dei principali driver di competitività (price e non price). L indagine accompagna anche l analisi dei modelli di business del settore, cercando di verificare - ove possibile - la presenza di alcune tendenze competitive emerse da tale analisi. Tenuto conto che i modelli di business illustrati nel Rapporto sono modelli vincenti e rappresentano tendenze relativamente recenti, il presente lavoro non pretende di fornire una segmentazione esatta del settore che attribuisca un peso percentuale a ciascun modello. Si mira piuttosto ad identificare le correlazioni principali tra diversi set di variabili che descrivono caratteristiche strutturali e competitive delle imprese, al fine di verificare le principali direttrici competitive, ed eventualmente confermare la tendenza da parte delle imprese del campione ad adottare i modelli stessi. Il Rapporto di Ricerca è articolato in tre parti: 1. Il primo capitolo riguarda l approccio metodologico adottato, dalla struttura del questionario alle tecniche di campionamento. Viene poi presentato il campione in termini descrittivi. 2. Il secondo capitolo illustra i risultati della Ricerca con riferimento a: parametri economico-strutturali del campione; struttura delle filiere e analisi delle competenze maggiormente presidiate dalle imprese; presenza di tendenze competitive significative, creando gli opportuni collegamenti dove possibile con i modelli di business identificati. 3. Nel terzo ed ultimo capitolo sono sintetizzate le evidenze più significative della Ricerca, i punti chiave da leggere in modo unitario alle altre sezioni del Rapporto, al fine di estrapolare una visione integrata alla quale riferirsi per identificare alcune linee guida di politica industriale. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 3 di 67

4 1 Approccio metodologico 1.1 STRUTTURA DEL QUESTIONARIO Il questionario d indagine è stato costruito con l obiettivo di rilevare dati strutturali, di performance e informazioni di sintesi circa le tecniche e filosofie di gestione d impresa, nonché di consentire lo studio dell articolazione delle filiere produttive. La struttura del questionario tiene conto di alcuni elementi distintivi che caratterizzano il settore TAC rispetto ad altri comparti produttivi. Il riferimento è, per esempio, all elevata separabilità e articolazione delle filiere di produzione o alla suddivisione delle imprese tra lavorazioni in conto proprio e in conto terzi, che costituisce una delle principali variabili di segmentazione degli operatori del TAC. Per tali ragioni, il questionario è stato progettato nella formulazione ad albero, che sviluppa diversi percorsi di domande in funzione delle risposte acquisite. In sintesi, le domande poste tramite intervista CATI sono rappresentate da alcuni quesiti comuni a tutte le imprese ed altri disegnati ad hoc per i profili di imprese campionate, secondo quanto descritto nel relativo documento di campionamento. Nell ambito delle domande a valenza generale, un primo gruppo di quesiti fa riferimento agli aspetti economico-strutturali delle imprese. Con questa finalità sono stati indagati: la struttura prodotti-mercati, con particolare riferimento alle aree geografiche estere verso cui è rivolta parte della produzione aziendale; le politiche di distribuzione adottate e le strategie di avvicinamento ai mercati, da un punto di vista prettamente comunicazionale e promozionale; la scomposizione del costo di produzione industriale; i principali ostacoli alla crescita affrontati nel periodo L output di questo primo blocco di domande è costituito da una rappresentazione di dettaglio circa la distribuzione delle imprese in base alle variabili descritte, con il fine di fornire una prima mappatura delle caratteristiche strutturali e dei parametri di performance degli operatori del settore. Un secondo blocco di domande del questionario è stato indirizzato a rilevare le competenze maturate dalle imprese nelle principali attività e fasi in cui si scompone la filiera, nonché nel definire il grado di insourcing/outsourcing delle attività d impresa. In questa prospettiva, il questionario ha rappresentato un utile supporto Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 4 di 67

5 empirico al disegno delle filiere produttive e all analisi del grado d integrazione verticale delle imprese o, in alternativa, del livello di networking attivato tra gli operatori del settore. 1.2 METODOLOGIA DI RICERCA E CRITERI DI CAMPIONAMENTO Il piano di campionamento adottato è del tipo stratificato 1, in modo da migliorare l efficienza delle stime riducendo il numero delle imprese da campionare ma mantenendo, nel contempo, una buona rappresentatività della variabilità dell universo. Per la stratificazione del campione si è fatto ricorso a tre variabili principali: la dimensione delle imprese, intesa come numero di dipendenti impiegati in azienda; la loro localizzazione dal punto di vista geografico; il comparto di operatività in cui insistono le attività di impresa. Più nel dettaglio, i criteri adottati hanno seguito i seguenti principi: Classe dimensionale. Per dare consistenza ai risultati attesi dall indagine campionaria, si è deciso di includere nello strato dimensione delle imprese con non meno di 10 dipendenti. Tale limite è stato introdotto come garanzia dell ottenimento di dati corrispondenti a logiche di gestione di matrice manageriale che, in realtà aziendali di più piccola dimensione, difficilmente trovano applicazione, dato il carattere familiare o addirittura individuale delle imprese minori. Seguendo questa finalità, le imprese sono state successivamente suddivise in tre distinte classi dimensionali: da 10 a 49 dipendenti, da 50 a 249 dipendenti e imprese con più di 250 dipendenti. Ripartizione geografica. Al fine di garantire una piena rappresentatività dell universo nazionale, lo strato localizzazione è stato a sua volta ripartito in 4 macro aree geografiche: Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e Isole. Nel rispetto dei dati statistici nazionali, queste macro aree hanno rappresentato il bacino da cui estrarre - con procedura casuale - un numero di imprese sufficientemente in grado di mantenere inalterata la rappresentatività e la scomposizione geografica dell universo. 1 La stratificazione è una metodologia statistica di campionamento probabilistico. Suddivisa la popolazione in sottopopolazioni (o strati), omogenee nel loro interno rispetto ad una certa modalità del carattere considerato, si darà luogo ad un campionamento stratificato estraendo da ogni strato un campione casuale semplice. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 5 di 67

6 Comparto di attività. A partire dalla tradizionale ripartizione del settore nelle sue due filiere produttive (Tessile Abbigliamento) si è poi deciso di includere alcune sotto-dimensioni delle singole filiere di produzione, seguendo la classificazione ATECO. In particolare: Per il Tessile: Preparazione e filatura di fibre tessili; Tessitura; Finissaggio dei tessili e degli articoli di vestiario. Per l'abbigliamento Fabbricazione di tessuti a maglia; Fabbricazione di articoli di maglieria, esclusa la maglieria intima Confezione di vestiario in pelle e in similpelle; Confezione di vestiario in tessuto ed accessori, escluso l'abbigliamento in pelle e pelliccia, con esclusione del , , e Da un punto di vista analitico, le filiere del tessile sono state raggruppate in due categorie (filatura e tessitura, finissaggio) e l abbigliamento in un unica filiera (confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli di maglieria). Al fine della corretta realizzazione dell attività di campionamento, il database interrogato è quello delle Camere di Commercio italiane, dalle quali, in base all attività denunciata dalle imprese presso le rispettive CCIAA, sono state estratte le posizioni rispondenti ai parametri impostati. Il risultato di questo processo di estrazione è presentato nella tabella seguente: : Confezione di indumenti da lavoro ; : Sartorie: confezione su misura di abbigliamento esterno, escluso quello in pelle e pelliccia, comprese le modifiche e le riparazioni ; : Confezioni varie e accessori per l abbigliamento ; : Servizi collegati all industria dell abbigliamento (Classificazione ATECO 2002) Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 6 di 67

7 Tabella 1-1: estrazione delle imprese dal database delle Camere di Commercio italiane in base ai criteri di campionamento Classi attività Macro Aree (*) Preparazione e filatura fibre tessili e tessitura Finissaggio dei tessili Confezione articoli abbigliamento (esclusa la pellicceria) e fabbricazione articoli maglieria Totali Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totali Fonte: nostra elaborazione su dati delle Camere di Commercio italiane Come è possibile notare, il totale delle imprese estratte è pari a Questo insieme ha rappresentato la base per il successivo processo di campionamento che è stato realizzato secondo le seguenti linee guida: 4 rispetto della ripartizione geografica e settoriale (classi di attività) delle imprese; 4 rappresentazione delle classi dimensionali d impresa, cercando di riservare un adeguata rappresentatività anche alle imprese di maggior dimensione (numero di dipendenti superiore a 50) che in valore assoluto costituiscono una piccola proporzione dell universo oggetto di studio. Sulla base di questi criteri, si è deciso di optare per una estrapolazione pari a circa il 40% dell universo, come di seguito rappresentato, per un campione totale di imprese. Tabella 1-2: secondo livello di campionamento Classi attività Preparazione e filatura fibre tessili e tessitura Finissaggio dei tessili Confezione articoli abbigliamento (esclusa la pellicceria) e fabbricazione articoli maglieria Totali Macro Aree (*) Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole Totali Fonte: nostra elaborazione su dati delle Camere di Commercio italiane Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 7 di 67

8 La redemption effettiva della Ricerca tramite intervista CATI è stata del 7% circa, con un numero complessivo di imprese intervistate pari a 110. Alle interviste hanno risposto referenti con deleghe e titolarità adeguate per fornire informazioni complete e corrette, sia nelle imprese tessili che dell abbigliamento. Figura 1-1. Breakdown delle cariche degli intervistati. Imprese del settore Tessile Breakdown delle cariche - Tessile Direttore/ Responsabile Amministativo 13% N/D (Privacy) 6% Titolare/ Amministratore/ Ammnistratore unico 28% Direttore/ Responsabile di Produzione 30% Amministratore Delegato 23% Figura 1-2. Breakdown delle cariche degli intervistati. Imprese del settore Abbigliamento Breakdown delle cariche - Abbigliamento Direttore/ Responsabile Amministativo 6% Direttore/ Responsabile di Produzione 14% Titolare/ Amministratore/ Ammnistratore unico 48% Amministratore Delegato 32% Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 8 di 67

9 1.2.1 Caratteristiche del campione Le 110 imprese del campione sono divise tra i principali comparti di filatura e tessitura (codici ATECO 17.1 e 17.2), finissaggio (codice ATECO 17.3) e confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli di maglieria (codici ATECO 17.7, 18.1 e 18.2), di seguito definita come confezione. Figura 1-3. Distribuzione del campione per comparto produttivo Distribuzione delle imprese del campione per comparto produttivo Finissaggio ; 33,6% Confezione; 39,1% Filatura; 27,3% Il peso relativo dei tre comparti riflette la reale composizione del settore, caratterizzata da un numero maggiore di imprese di dimensioni inferiori nei comparti a valle 3. Nonostante la presenza di una significativa componente del campione (56,4%) operante esclusivamente in conto terzi, nel proseguo del lavoro verrà posta una maggior enfasi sulle realtà aziendali in conto proprio, in considerazione delle valutazioni ed evidenze che esse possono offrire per quanto riguarda gli aspetti strategici legati all innovazione. 3 Le analisi presentate di seguito sono riferite al settore nel suo complesso e, qualora necessario, ai singoli comparti produttivi. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 9 di 67

10 Figura 1-4. Distribuzione del campione per titolarità della produzione Distribuzione delle imprese del campione per titolarità della produzione Entrambi; 11,8% Conto Proprio; 31,8% Conto Terzi; 56,4% Il 74,5% delle imprese ha un numero di dipendenti compreso tra 10 e 50, il 10,9% tra 50 e 100 e il 14,5% maggiore di 100. Figura 1-5. Distribuzione del campione per classe di numero di dipendenti Distribuzione delle imprese del campione per classe di numero di dipendenti >100 dip; 14,5% dip; 10,9% dip; 74,5% Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 10 di 67

11 Coerentemente con la distribuzione geografica dei principali distretti industriali italiani, le imprese intervistate sono localizzate prevalentemente al Nord (sia Est che Ovest) e al Centro. Figura 1-6. Distribuzione del campione per area geografica Distribuzione delle imprese del campione per area geografica Sud e Isole 11,8% Centro 34,5% Nord Ovest 29,1% Nord Est 24,5% La dimensione media è di 68 dipendenti; nel campione osservato, le imprese del comparto confezione sono mediamente più grandi di quelle della filatura e del finissaggio, così come le imprese in conto proprio. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 11 di 67

12 Figura 1-7. Numero medio dipendenti per comparto produttivo Numero medio dipendenti per comparto produttivo Numero medio dipendenti Confezione Filatura Finissaggio Figura 1-8. Numero medio dipendenti per titolarità della produzione Numero medio dipendenti per titolarità della produzione Numero medio dipendenti Conto Proprio Conto Terzi Entrambi L impiego femminile nel settore Tessile Abbigliamento è, per tradizione, molto più significativo che nella restante industria manifatturiera italiana: secondo dati ISTAT risalenti al 2005 le percentuali sarebbero del 56% contro il 25% degli altri settori; Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 12 di 67

13 anche i dati del campione confermano questa caratteristica del TA, con un 64,5% di impiegate donne. Il 94% dei dipendenti è assunto a tempo indeterminato: le imprese sembrano quindi lavorare con saturazione costante, ed un assenza totale di dipendenti stagionali; poco significativa anche la presenza di extracomunitari. Tabella 1-3: Articolazione dei dipendenti per categorie di impiego (percentuali medie) Numero medio dipendenti 68 Scomposizione dipendenti maschi femmine Percentuale media di dipendenti maschi 35,5 Percentuale media di dipendenti femmine 64,5 100,0 Scomoposizione tdipendenti per tipologia di contratto Percentuale media di dipendenti con contratto a tempo determinato 4,8 Percentuale media di dipendenti con contratto a tempo indeterminato 93,8 Percentuale media di dipendenti con contratto a progetto 0,1 Percentuale media di dipendenti con contratto di apprendistato 0,8 Percentuale media di dipendenti stagionali 0,0 99,5 Presenza Extra-comunitari Percentuale media di dipendenti extra-comunitari 8,3 Va considerato che il risultato potrebbe essere parzialmente distorto dalla presenza di lavoro sommerso. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 13 di 67

14 1.2.2 Segmentazione della filiera La filiera del Tessile - Abbigliamento è stata studiata adottando una segmentazione che parte dalle fasi a monte, secondo l approccio tradizionale basato sugli aspetti tecnologici. Una lettura strategica del settore tuttavia, non potrà prescindere da due ulteriori aspetti: 1. il ruolo della distribuzione, intesa come luogo d incontro tra il consumatore finale e il sistema di offerta proposto dalla filiera. È il consumatore finale infatti, che attraverso le sue scelte sul punto vendita determina il successo o l insuccesso di una certa filiera produttiva e il conseguente riorganizzarsi in senso innovativo delle modalità d interazione al suo interno; 2. i modelli di business adottati dalle imprese, intesi come configurazioni uniche dei rapporti tra produzione, distribuzione e consumatore, finalizzate all offerta di una specifica proposizione di valore nei confronti di uno specifico target 4. Essendo difficile applicare nel concreto definizioni di modelli di business troppo nette, si è tenuto conto delle diverse modalità produttive collocate in un continuum di forme organizzative, che vede: agli estremi il programmato (basato sul ciclo stagionale delle vendite) e il pronto moda (basato su tempi di produzione e consegna ridotti e su una qualità bassa del prodotto finito); in posizione intermedia c è il semi-programmato (o Fast Fashion), caratterizzato sia da tempi veloci che da elevato contenuto stilistico 5. Il ricorso ai modelli di business sarà di seguito effettuato per interpretare i risultati dell indagine sul campo, al fine di leggere le evidenze in modo integrato, con particolare riferimento all analisi delle attività svolte e delle competenze acquisite. 4 Il modello di business è definibile come uno strumento concettuale che contiene un elevato insieme di elementi e le loro relazioni e che consente di esprimere la logica di business di una specifica organizzazione. È una descrizione del valore che un impresa offre ad uno o diversi segmenti di clientela, dell architettura dell impresa e della sua rete di partner che crea, commercializza e distribuisce tale valore e del capitale delle relazioni per generare flussi di ricavo profittevoli e sostenibili, tradotto da Osterwald A., Pigneur Y. e Truci C., Clarifyjng Business Models: origins, present and future of the concept, Communications of AIS, vol. 15, Maggio Più avanti nel documento si darà maggior spazio alla descrizione delle categorie qui menzionate. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 14 di 67

15 2 La ricerca sul campo 2.1 DATI ECONOMICO-STRUTTURALI La prima parte della Ricerca è finalizzata a definire i principali parametri economicostrutturali del campione di riferimento. Sono stati pertanto analizzati: l evoluzione e la composizione media del fatturato, con particolare focalizzazione sui mercati di origine (2.1.1); le politiche distributive e gli strumenti di attivazione commerciale (2.1.2); la composizione del costo industriale (2.1.3); i principali ostacoli alla crescita incontrati dalle imprese del campione (2.1.4). L obiettivo di questa prima parte del lavoro è la comprensione della struttura del campione e della sua performance media, tentando una prima riconduzione di risultati ad eventuali modelli di business emergenti Struttura dei prodotti-mercati Il fatturato medio delle imprese del campione è di circa 4,8 milioni di euro, ma la distribuzione delle imprese per classe di fatturato (dati 2007) evidenzia performance diverse nei settori produttivi. In particolare, nel settore Tessile è presente un maggior numero di imprese con fatturato al di sopra dei 10 milioni di euro, mentre il settore Abbigliamento è caratterizzato dal 35% circa di imprese con fatturato al di sotto di 0,5 milioni di euro. Sostanzialmente, è quindi possibile affermare che, in termini di fatturato, la dimensione media delle imprese tende a diminuire passando dalle attività a monte a quelle a valle della filiera. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 15 di 67

16 Figura 2-1. Distribuzione del campione per settore produttivo e per classe di fatturato 2007 Distribuzione delle imprese per settore produttivo e classe di fatturato 2007 Fr. percentuale imprese/totale categoria imprese 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% oltre 10 ml ; 18,8% 5-10 ml ; 9,4% 2,5-5 ml ; 9,4% 1-1,5 ml ; 6,3% 1,5-2,5 ml ; 18,8% 0-0,5 ml ; 18,8% 0,5-1 ml ; 18,8% Abbigliamento oltre 10 ml ; 24,0% 5-10 ml ; 14,0% 2,5-5 ml ; 16,0% 1-1,5 ml ; 10,0% 1,5-2,5 ml ; 18,0% 0-0,5 ml ; 12,0% 0,5-1 ml ; 6,0% Tessile La stessa analisi, svolta per titolarità della produzione, mostra una performance di fatturato notevolmente superiore per le imprese in conto proprio rispetto a quelle in conto terzi (54,8% contro 17,5% di imprese con fatturato superiore a 5 milioni di euro); lo stesso vale per le imprese che operano sia in conto proprio che in conto terzi (36,4%). Figura 2-2. Distribuzione del campione per titolarità della produzione e classe di fatturato 2007 Distribuzione delle imprese per titolarità della produzione e classe di fatturato 2007 Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% oltre 10 ml ; 10,0% oltre 10 ml ; 18,2% 5-10 ml ; 7,5% oltre 10 ml ; 38,7% 2,5-5 ml ; 17,5% 5-10 ml ; 18,2% 5-10 ml ; 16,1% 1-1,5 ml ; 17,5% 2,5-5 ml ; 27,3% 2,5-5 ml ; 3,2% 1,5-2,5 ml ; 16,1% 1,5-2,5 ml ; 22,5% 1,5-2,5 ml ; 9,1% 0-0,5 ml ; 12,9% 0-0,5 ml ; 9,1% 0-0,5 ml ; 17,5% 0,5-1 ml ; 12,9% 0,5-1 ml ; 18,2% 0,5-1 ml ; 7,5% Conto Proprio Conto Terzi Entrambi Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 16 di 67

17 Nel triennio il fatturato è stato prevalentemente stabile (39,1% dei casi) e il numero delle imprese in crescita ha bilanciato quello delle aziende in declino. Mediamente, le imprese sembrano aver reagito alla concorrenza dei paesi emergenti, giocata soprattutto sulla leva del prezzo, probabilmente riposizionando la propria offerta verso fasce di prodotto più alte. Figura 2-3. Trend di fatturato negli anni Trend del fatturato nel triennio stabile 39,1% negativo 30,0% positivo 30,9% Analizzando il dato per settore produttivo, si riscontra una performance leggermente superiore per le imprese dell Abbigliamento rispetto a quelle del Tessile (74,4% contro 67,2% delle imprese che dichiarano un trend stabile o positivo). Le imprese a monte sembrano aver sofferto più delle altre nel periodo, probabilmente per la mancanza di vantaggi competitivi sostenibili e la conseguente vulnerabilità alla concorrenza estera basata sul costo. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 17 di 67

18 Figura 2-4. Trend di fatturato negli anni per settore produttivo Trend di fatturato nel triennio per settore produttivo 100% Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% stabile; 44,2% positivo; 30,2% negativo; 25,6% Abbigliamento stabile; 35,8% positivo; 31,3% negativo; 32,8% Tessile La crescita nel triennio considerato ha interessato maggiormente le imprese in conto proprio o operanti sia in conto proprio che di terzi. Figura 2-5. Trend di fatturato negli anni per titolarità della produzione Trend di fatturato nel triennio per titolarità della produzione 100% Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% stabile; 23,1% stabile; 31,4% stabile; 46,8% positivo; 46,2% positivo; 37,1% positivo; 24,2% negativo; 31,4% negativo; 29,0% negativo; 30,8% Conto Proprio Conto Terzi Entrambi Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 18 di 67

19 Il 48% delle imprese del campione (53 su 110) vende i suoi prodotti all estero. L Europa rimane il mercato di sbocco più importante (45% delle imprese), ma al suo interno i paesi caratterizzati dalle maggiori quote di esportazione (Germania, Francia, Spagna) perdono progressivamente piede, lasciando spazio ai paesi dell Est (in particolare Russia e Romania) 6. Tra gli altri mercati, significativamente meno importanti, emergono i paesi del Nord America (17%); seguono Medio Oriente (12%), Sud America ed Estremo Oriente (ad esclusione della Cina, 11%). La Cina, caratterizzata da una fascia importante di HWNT (High Worth Net Individuals), è poco rilevante per le imprese del campione (7%), che mediamente non sembrano servire i segmenti lusso o extra-lusso. Figura 2-6. Mercati di sbocco 2007 Mercati di sbocco 2007 (risposta multipla) Fr. percentuale imprese/totale imprese campione 50% 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 45% 7% 11% 12% Europa Cina Altri Paesi asiatici Medio Oriente NAFTA (USA, Canada, Messico) 17% 11% Sud America Le imprese che esportano di più appartengono al settore dell Abbigliamento; quelle del Tessile sembrano invece essere maggiormente focalizzate sul mercato domestico. 6 Si veda Rapporto intermedio - Prodotto 1A: Analisi delle tendenze e della composizione della domanda. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 19 di 67

20 Figura 2-7. Mercati di sbocco 2007 per settore produttivo Mercati di sbocco 2007 per settore produttivo (risposta multipla) Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 35% 51% 14% 3% Abbigliamento 16% 16% 7% Europa Cina Altri Paesi asiatici Tessile 9% Medio Oriente 23% 13% NAFTA (USA, Canada, Messico) 19% 6% Sud America Figura 2-8. Mercati di sbocco 2007 per titolarità della produzione Mercati di sbocco 2007 per titolarità della produzione (risposta multipla) Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 63% 32% 54% Conto Proprio Conto Terzi Entrambi 23% 26% 23% Europa Cina Altri Paesi asiatici 31% Medio Oriente 46% 15% 15% 23% 2% 2% NAFTA (USA, Canada, Messico) 23% Sud America Le imprese del campione che operano in conto proprio esportano più di quelle che operano in conto terzi, e si rivolgono ad un maggior numero di mercati. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 20 di 67

21 2.1.2 Politiche distributive e strategie commerciali L analisi delle politiche distributive e delle relative strategie commerciali è stata limitata alle imprese che operano in conto proprio, in considerazione del fatto che solo per questa tipologia di imprese esse costituiscono delle vere leve di competizione. Specificatamente, alle imprese intervistate è stato chiesto d indicare - all interno di un insieme dato - le principali politiche distributive adottate e le strategie usate per l attivazione di nuove politiche commerciali, consentendo di selezionare più di un opzione. Complessivamente, le politiche distributive più frequenti sono la distribuzione propria (65% dei casi) e attraverso intermediari commerciali (54%). Le principali strategie di sviluppo commerciale sono invece l uso di agenti (69%) e la partecipazione a fiere nazionali (50%) e internazionali (31%). Questi dati consentono qualche considerazione iniziale; in particolare, rispetto alle politiche distributive: 4 sembra che le imprese di piccole dimensioni, prevalenti nel campione, abbiano difficoltà o non siano interessate a distribuire con punti vendita dedicati (in proprio, in franchising o attraverso un proprio spaccio aziendale). 4 nonostante le piccole dimensioni, la maggior parte delle imprese del campione ritiene necessario investire in una rete distributiva propria, a prescindere dal settore produttivo in cui opera (Figura 2-11 e Figura 2-12). Il dato sembrerebbe confermare l idea secondo la quale, all interno del settore, il presidio delle competenze commerciali sta diventando sempre più strategico per competere. Nel Tessile ad esempio, la distribuzione propria è molto importante per le imprese che adottano un modello di business orientato all innovazione o all integrazione di servizi. In tali modelli, le imprese instaurano con i propri clienti un rapporto di partnership che le qualifica come interlocutrici uniche per gli aspetti tecnologici, di approvvigionamento di materiali e di fornitura di servizi. La funzione commerciale ha il compito di gestire la relazione con i clienti e non può essere delegata ad intermediari. Nell Abbigliamento, quando la distribuzione propria si associa alla presenza in un centro di diffusione 7, l impresa adotta un modello di business orientato alla velocità, dove l offerta viene rinnovata con grande frequenza e necessita di un luogo di esposizione permanente. 7 I centri di diffusione sono luoghi in cui i dettaglianti possono trovare tutte le tipologie di prodotto di cui hanno bisogno e acquistarle con una formula simile al cash&carry. Per le imprese dell Abbigliamento essi fungono da centro logistico ma anche da base amministrativa e showroom. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 21 di 67

22 Rispetto alle attività di sviluppo commerciale: 4 per le imprese del campione il ricorso ad agenti, pluri o mono mandatari, rimane la principale attività di sviluppo commerciale. Gli agenti sono particolarmente importanti in quanto svolgono un ruolo che non riguarda solo l intermediazione di prodotti, ma anche la mediazione di conoscenza 8, intesa sia come funzione di trasmissione a valle del valore immateriale dei prodotti, che come funzione di raccolta di feedback dal mercato. 4 le fiere nazionali e internazionali mantengono un ruolo importante per attivare rapporti commerciali. Per le imprese del programmato, esse rappresentano il luogo principale di presentazione dei campionari e di raccolta degli ordini dalla distribuzione; per le imprese che adottano altri modelli (pronto moda, Fast Fashion, ecc.), abbattono notevolmente il costo di raccolta delle informazioni sulle tendenze del mercato e sugli orientamenti di clienti e fornitori, diventando un luogo di assimilazione di stili, tendenze e in generale di diffusione della conoscenza. Le fiere nazionali sono uno strumento più significativo per le imprese dell Abbigliamento che per quelle del Tessile, che utilizzano maggiormente le fiere internazionali. 4 considerata la dimensione media delle imprese, le attività di marketing e promozione commerciale per lo sviluppo della clientela sono discretamente diffuse, a prescindere dal settore di appartenenza. 4 l analisi per classe di numero dipendenti, evidenzia come alcune politiche distributive siano di pertinenza esclusiva delle imprese più grandi (negozi di proprietà, franchising), così come alcune azioni di sviluppo commerciale (sviluppo della rete distributiva, sviluppo dei mercati esteri). 8 Ricchetti M., Cietta E., (a cura di), 2006, Il valore della moda. Industria e servizi in un settore guidato dall innovazione, Bruno Mondadori, Milano. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 22 di 67

23 Figura 2-9. Politiche distributive prevalenti Politiche distributive prevalenti (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) Fr. percentuale imprese/ Totale imprese in conto proprio 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 65% Distribuzione propria 6% Franchising 54% Intermediari commerciali 19% Negozi di proprietà 2% Spaccio aziendale 6% Altro Figura Azioni di sviluppo commerciale prevalenti Azioni di sviluppo commerciale prevalenti (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) Fr. percentuale imprese/ Totale imprese del campione in conto proprio 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 50% 69% 31% Fiere naz. Agenti/Rappr. Fiere intern. Mktg&Com Rete commerciale 13% 2% 4% Estero Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 23 di 67

24 Figura Politiche distributive prevalenti per settore produttivo Politiche distributive prevalenti per settore produttivo (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) Fr. Percentuale imprese/ Totale categoria imprese in conto proprio 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 65% 64% Distribuzione propria 13% Franchising Abbigliamento 56% 52% Intermediari commerciali, Tessile 39% Negozi di proprietà 4% Spaccio aziendale Altro 12% Figura 2-12 Azioni di sviluppo commerciale prevalenti per settore produttivo Azioni di sviluppo commerciale prevalenti per settore produttivo (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) Fr. Percentuale imprese/ Totale categoria imprese in conto proprio 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 65% 57% 80% Abbigliamento 36% 36% 26% 26% 24% Fiere naz. Agenti/Rappr. Fiere intern. Mktg&Com Rete commerciale, Tessile 4% 4% 9% 8% Estero Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 24 di 67

25 Figura Politiche distributive prevalenti per classe di numero dipendenti Politiche distributive prevalenti per classe di numero dipendenti (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) dip dip >100 dip Fr. Percentuale imprese/ Totale categoria imprese in conto proprio 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 66% 77% 52% 33% 33% Distribuzione propria 23% Franchising 69% c Intermediari commerciali, 3% 33% 46% Negozi di proprietà 8% Spaccio aziendale 7% 17% Altro Figura Azioni di sviluppo commerciale prevalenti per classe di numero dipendenti Azioni di sviluppo commerciale prevalenti per classe di numero dipendenti (risposta multipla/solo imprese in conto proprio) dip dip >100 dip Fr. Percentuale imprese/ Totale categoria imprese in conto proprio 120% 100% 80% 60% 40% 20% 0% 24% 100% 83% 85% 67% 67% 59% 7% 69% 17% 8% 8% Fiere naz. Agenti/Rappr. Fiere intern. Mktg&Com Rete commerciale, c 3% Estero 8% Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 25 di 67

26 2.1.3 Scomposizione del costo di produzione industriale I mercati di sbocco dei settori TA sono caratterizzati da una grande rischiosità. Tale condizione non è solo connessa alla volatilità della domanda finale ma anche al peso crescente dei costi fissi sul costo industriale, dovuti al modificarsi delle regole della competizione e al conseguente incremento dei costi di sviluppo, distribuzione e marketing. Nel settore della moda, i prodotti sono spesso definiti experience good in quanto il consumatore non è in grado di valutarne l esatto valore se non dopo l acquisto e la relativa esperienza d uso. Quest effetto è dovuto alla natura ibrida di tali prodotti, caratterizzati da una forte componente culturale e immateriale, per la quale gli elementi di differenziazione orizzontale 9, che compongono il valore stesso del prodotto, sono spesso fuori dal controllo del produttore e dipendono maggiormente dall esperienza di consumo. Al fine di condizionare a proprio favore tale esperienza, i produttori hanno bisogno di mediatori o di segnali che possano essere usati come discriminanti tra i prodotti. La crescente immaterialità del prodotto finisce per spostare nelle fasi a valle la produzione della maggior quota di valore del prodotto, con alti costi di distribuzione e di marketing, che non dipendendo dal numero di prodotti venduti sono da considerarsi fissi e irrecuperabili 10. Tali costi rappresentano importanti barriere all entrata e vanno a cambiare profondamente il profilo del business del Tessile - Abbigliamento, da sempre connotato da un alta contendibilità del mercato e dalla prevalenza di piccole imprese specializzate per la fase di produzione, spesso dipendenti da pochi e forti incumbent. L aumento dei costi fissi è una condizione che riguarda strutturalmente il settore del TA e non il singolo modello di business. I costi diventano crescenti per le imprese che tendono a segmenti di mercato più alti. Esiste comunque una netta divisione tra le imprese committenti e i subfornitori: per le prime, la concorrenza si sposta prevalentemente sulla gestione dei fattori immateriali (progettazione, logistica, marketing e branding) che acquisiscono maggior peso sul costo industriale complessivo. Per le seconde, la concorrenza si gioca invece su aspetti manifatturieri (a seconda dei casi, costi bassi, velocità, know-how specialistico), con un impatto sui costi di produzione in senso stretto. Tornando all analisi sulle imprese del campione, è stato richiesto a ciascuna di esse di fornire la scomposizione del costo di prodotto in macrovoci. I dati presentanti 9 Quando due beni sono posizionabili in modo inequivocabile su una scala di valori sulla base di fattori oggettivi, la differenziazione che li caratterizza si dice verticale; quando ciò non è possibile le caratteristiche su cui si differenziano i due beni sono spesso estetiche, dipendenti cioè dal giudizio personale dell individuo, e la differenziazione è di tipo orizzontale. 10 Si veda in proposito Ricchetti M., Cietta E., (a cura di), op. cit., pp Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 26 di 67

27 forniscono pertanto una scomposizione media per il settore produttivo, la titolarità della produzione e la classe di numero dipendenti. L analisi per settore produttivo evidenzia una sostanziale invarianza del profilo di costo, con qualche leggera differenza per quanto riguarda i costi per fattori energetici e quelli di manodopera legati all automazione, mediamente più elevata nelle imprese Tessili. Per il profilo di costo è invece rilevante la titolarità della produzione, che comporta modelli di funzionamento radicalmente diversi. Le differenze riguardano in particolare il costo della manodopera (superiore per le imprese terziste) e quello delle materie prime (quasi inesistente per le imprese terziste, fornite dai clienti della maggior parte degli input produttivi). Il costo della manodopera sembra inversamente correlato alla dimensione delle imprese, mentre quello delle materie prime è direttamente correlato. Ciò sembra confermare che l attività in conto proprio sia sostanziale alla portata delle imprese più grandi. Il costo associato ai servizi di supporto industriale e ai servizi immateriali appare modesto (tra 4 e 7%) e fondamentalmente non sensibile di variazioni rispetto al settore produttivo, alla titolarità della produzione e alla dimensione. Figura Scomposizione del costo del prodotto per settore produttivo Scomposizione costo del prodotto per settore produttivo Abbigliamento Tessile 60% 50% 49,7% 44% 40% Media 30% 20% 10% 22,2% 18% 6,3% 7% 7% 4,9% 4,2% 5% 12,8% 19% 0% Materie prime Manodopera Ammortamenti (impianti) servizi di supporto industriale (es.logistica, qualità) servizi immateriali (es.,design, promozione e comunicazione) Fattori energetici Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 27 di 67

28 Figura Scomposizione del costo del prodotto per titolarità della produzione Scomposizione del costo del prodotto per titolarità della produzione Conto Proprio Conto Terzi Entrambi 60% 50% 51% 50% Media 40% 30% 20% 10% 31,0% 13% 21% 35,2% 7% 6% 5,8% 6,7% 5% 7% 5% 5,0% 4% 16,4% 17% 13% 0% Materie prime Manodopera Ammortamenti (impianti) servizi di supporto industriale (es.logistica, qualità) servizi immateriali (es.,design, promozione e comunicazione) Fattori energetici Figura Scomposizione del costo del prodotto per classe di numero dipendenti Scomposizione del costo del prodotto per classe di numero di dipendenti dip dip >100 dip 60% 50% 50,1% Medie 40% 30% 31% 38% 36% 33% 20% 10% 14,6% 6,6% 7% 6% 6,6% 6% 6% 4,5% 6% 5% 17,6% 15% 12% 0% Materie prime Manodopera Ammortamenti (impianti) servizi di supporto industriale (es.logistica, qualità) servizi immateriali (es.,design, promozione e comunicazione) Fattori energetici Il basso peso di costi per ammortamento d impianti (variabile tra il 6 e il 7%) evidenzia limitati investimenti in immobilizzazioni tecniche o per mancata sostituzione d impianti obsoleti o per scarsa automazione dei processi produttivi. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 28 di 67

29 2.1.4 Gli ostacoli alla crescita Gli studiosi sono concordi nel ritenere la concorrenza dei Paesi a basso costo di manodopera come la causa principale della recente crisi del sistema TA italiano. La pressione competitiva sui prezzi si è spesso unita ad una bassa efficienza produttiva e ad una cultura totalizzante di orientamento al prodotto, a dispetto di qualsiasi valutazione su implicazioni commerciali, produttive o logistiche. L esplosione incontrollata dei codici, la diminuzione delle economie di scala e la crescita dei costi di varietà 11 hanno portato molte imprese italiane ad un punto di rottura che ha determinato nel migliore dei casi un cambiamento di modello di business, e nel peggiore la chiusura delle attività. Figura Principali ostacoli al percorso di crescita Principali ostacoli al percorso di crescita (risposta multipla) Fr. percentuale imprese/ Totale imprese del campione 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 48% Costo manodopera 6% 7% Mktg&Com Qualificazione personale tecnico 3% Qualificazione personale commerciale 56% Concorrenza internazionale 2% Innovazione tecnologica 10% Infrastrutture (es. logistica, trasporti) 33% Risorse finanziarie Il fenomeno ha interessato anche il campione intervistato. Il 56% delle imprese ha dichiarato che le principali difficoltà nel proprio percorso sono derivate dalla concorrenza internazionale, con l effetto, per molte di queste, di un riposizionamento sulle fasce alte di prezzo. Alla concorrenza si aggiunge la difficoltà dovuta all alto costo della manodopera (48% delle imprese). Il reperimento di risorse finanziarie è 11 I costi operativi di prodotto possono essere raggruppati in due grandi categorie: quelli collegati ad aumenti di volume (scala) e quelli riconducibili alla varietà e variabilità del prodotto (varietà). Mentre i primi possono calare all aumentare dei volumi, i secondi riflettono la maggiore complessità e i tempi più lunghi di tutte le fasi della progettazione e della produzione, comportando un aumento dei costi medi unitari all aumentare della varietà. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 29 di 67

30 l altro ostacolo principale (33%), come del resto per la maggior parte delle PMI italiane. La difficoltà nel reperire risorse dipende in parte dalla stretta creditizia delle banche nei confronti di piccoli operatori, ma può anche dipendere dalla mancata conoscenza degli imprenditori del mercato dei capitali e degli attori che vi operano oltre le banche (fondi di private equity, venture capital, enti ed istituzioni per lo sviluppo imprenditoriale). Il dato aggregato per settore produttivo evidenzia alcune differenze: per le imprese tessili, il costo della manodopera, la qualificazione del personale tecnico e commerciale, l innovazione tecnologica e le infrastrutture sono infatti aspetti più critici che per le imprese dell Abbigliamento. Per queste ultime invece, pesano di più la concorrenza internazionale, il marketing e il reperimento delle risorse finanziarie. Le imprese che operano in conto proprio attribuiscono alla concorrenza internazionale un peso maggiore di quelle che operano in conto terzi (71 contro 47%). Probabilmente questo dato esprime una maggiore consapevolezza del pericolo estero da parte di imprese più grandi e strutturate, come quelle in conto proprio, nonostante tali imprese siano meno aggredibili rispetto ai terzisti da una concorrenza basata sul costo. La stessa chiave di lettura consente d interpretare il maggior peso attribuito dalle imprese in conto proprio agli aspetti di marketing e vendite (14% contro 3% per i terzisti). Figura Principali ostacoli al percorso di crescita per settore produttivo Principali ostacoli al percorso di crescita per settore produttivo (risposta multipla) Abbigliamento Tessile Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 44% 51% Costo manodopera 7% 6% Mktg&Com 12% Qualificazione personale tecnico 4% Qualificazione personale commerciale 65% 51% Concorrenza internazionale 3% Innovazione tecnologica 12% 7% Infrastrutture (es. logistica, trasporti) 35% 31% Risorse finanziarie Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 30 di 67

31 Figura Principali ostacoli al percorso di crescita per titolarità della produzione Principali ostacoli al percorso di crescita per titolarità della produzione (risposta multipla) Conto Proprio Conto Terzi Entrambi Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 50% 46% Costo manodopera 46% 14% 3% Mktg&Com 3% 10% Qualificazione personale tecnico 71% 47% 62% 17% 8% 8% 6% 8% 3% 3% Qualificazione personale commerciale Concorrenza internazionale Innovazione tecnologica Infrastrutture (es. logistica, trasporti) 29% 39% 15% Risorse finanziarie Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 31 di 67

32 2.2 ATTIVITÀ SVOLTE E COMPETENZE MATURATE Disegno delle filiere produttive Le analisi successive sono finalizzate ad approfondire l organizzazione delle attività produttive e di supporto alla produzione nei diversi comparti del settore, cercando d individuare l eventuale presenza di modelli di business noti. Figura Comparto Filatura: fasi del processo produttivo svolte internamente Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese Comparto Filatura - Fasi del processo produttivo svolte internamente (risposta multipla) 100% 90% 80% 77% 87% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 53% 60% 50% 40% 47% 40% 30% 30% 17% 33% 10% 0% A - Acquisto materie prime B - Progettazione design filati o tessuti C - Campionature D - Filatura E - Rocc./Bin./Ritorc. F - Orditura G - Tessitura H - Sbianca/candeggio I - Tintura L - Stampa M - Altri Finissaggi N - Controllo qualità/ analisi laboratorio Fasi del processo produttivo Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 32 di 67

33 Figura Comparto Finissaggio: fasi del processo produttivo svolte internamente Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese 90% Comparto Finissaggio - Fasi del processo produttivo svolte internamente (risposta multipla) 84% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 35% 30% 43% 46% 46% 20% 10% 16% 14% 16% 11% 14% 16% 0% A - Acquisto materie prime B - Progettazione design filati o tessuti C - Campionature D - Filatura E - Rocc./Bin./Ritorc. F - Orditura G - Tessitura H - Sbianca/candeggio I - Tintura L - Stampa M - Altri Finissaggi N - Controllo qualità/ analisi laboratorio Fasi del processo produttivo Figura Comparto Confezione: fasi del processo produttivo svolte internamente Fr. percentuale imprese/ Totale categoria imprese Comparto Confezione - Fasi del processo produttivo svolte internamente (risposta multipla) 90% 80% 70% 60% 50% 40% 37% 58% 60% 49% 72% 77% 70% 65% 44% 79% 67% 42% 30% 20% 10% 0% A - Acquisto materie prime B - Progettazione design filati o tessuti C - Produzione prototipi/ campionari D - Sviluppo modello (sviluppo taglie) E - Taglio F - Façon/ cucitura G - Finissaggio/ stiro/ rifiniture/ etichettatura H - Imbusto (abbigliaggio) I - Ricamo L - Controllo qualità M - Logistica spedizione a clienti finali N - Progettazione/Design Fasi del processo produttivo In particolare, viene analizzato il grado di internalizzazione delle principali attività della catena del valore e l autovalutazione, in senso assoluto e rispetto ai principali concorrenti, sulle proprie competenze di progettazione e design. Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 33 di 67

34 L analisi viene svolta per comparto produttivo. Le principali evidenze del settore Tessile riguardano: 4 un significativo grado di internalizzazione dell attività di progettazione di filati e tessuti nel comparto filatura (60%), critica per la competizione in un settore ad elevato contenuto tecnologico; 4 un basso grado di internalizzazione di tale attività (16%) per il comparto finissaggio, dovuto a quelle imprese che svolgono anche attività di filatura; 4 un elevata specializzazione per attività produttiva delle imprese di finissaggio (circa il 60% delle imprese è focalizzato su 2 o 3 fasi di lavorazione, sul controllo qualità e l approvvigionamento di materie prime). Questo modello è particolarmente presente per le attività di stampa e tintura, che richiedono competenze molto specializzate, rilevanti investimenti di capitale e processi automatizzati e vengono svolte da imprese di medio-grandi dimensioni. Nel settore Abbigliamento, si è cercato d individuare la presenza di alcuni profili tipici d impresa. La selezione dei profili è stata realizzata individuando alcuni raggruppamenti di imprese prevalenti, in base al grado d internalizzazione o esternalizzazione delle fasi di lavorazione. In primo luogo, si è rilevata nel campione la presenza di imprese del pronto moda (il 28%, sulla base dell analisi delle attività svolte internamente). La filiera dei prontisti utilizza come strumento prioritario l abilità e la rapidità nel riprodurre i modelli che durante la stagione di vendita danno prova di essere bestseller. L efficienza dell approvvigionamento e della logistica consentono di rifornire velocemente i punti vendita nel momento in cui si presenta la domanda finale. La filiera opera tipicamente su piccoli lotti e con modelli e proposte rinnovati con alta frequenza (anche ogni 15 giorni). I prontisti tradizionali realizzano internamente le fasi di progettazione, campionatura, taglio, finissaggio e spedizione, delegando le altre lavorazioni a subfornitori specializzati 12. Gli altri profili individuati si riferiscono principalmente alle imprese in conto terzi e sono 13 : 4 façonisti tradizionali: realizzano solo la fase di façon (cucitura), a volte in combinazione con prototipazione, finissaggio o approvvigionamento materie prime (non presenti nel campione); 12 Cietta E., 2008, La rivoluzione del fast fashion. Strategie e modelli organizzativi per competere nelle industrie ibride, Franco Angeli, Milano 13 Per maggiori dettagli si veda Hermes Lab, Osservatorio subfornitura moda, 2005 Impatti dei modelli di business sulle filiere settore Tessile Abbigliamento Pag. 34 di 67

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