IL PROGETTO INTEGRATO TERRITORIALE PALERMO CAPITALE DELL EUROMEDITERRANEO 1

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1 IL PROGETTO INTEGRATO TERRITORIALE PALERMO CAPITALE DELL EUROMEDITERRANEO 1 DI IGNAZIO VINCI 2 1. Il quadro di riferimento 1.1 Il PIT e le logiche progettuali di lungo periodo della municipalità Per comprendere al meglio le logiche progettuali che stanno alla base del PIT di Palermo è necessario tornare indietro ad alcune scelte compiute nella prima metà degli anni novanta. In quegli anni maturano, in seno alla municipalità, alcuni indirizzi strategici che influenzeranno in maniera significativa la politica urbana del decennio successivo, anche al mutare delle condizioni politico-amministrative e dinanzi all emergere di nuove priorità per lo sviluppo della città. In primo luogo nella prima metà degli anni novanta prende avvio la complessa (e tuttora problematica) rivitalizzazione del centro antico della città, noto fino a quel punto per lo stridente contrasto tra un patrimonio storico-monumentale riconosciuto anche a livello internazionale e le spaventose condizioni di degrado urbanistico e socio-economico che ne hanno determinato il progressivo spopolamento sin dagli anni del dopoguerra. Da un lato, la rigenerazione del centro storico assume in quegli anni una posizione prioritaria nelle politiche di rilancio della città nel suo insieme, una sorta di progetto bandiera attraverso cui veicolare una nuova identità urbana e sostenere un processo di diversificazione economica fondato sulle crescenti opportunità offerte dal turismo culturale. Dall altro, diviene un interessante laboratorio per la sperimentazione di un approccio integrato ante litteram che ha il suo centro propulsivo nell Ufficio Centro Storico, una unità speciale della municipalità creata per riunire e coordinare le diverse politiche settoriali (dall edilizia privata al commercio) ritenute necessarie alla rivitalizzazione dei mandamenti storici della città. Un momento fondamentale di questa fase della politica urbana dell amministrazione comunale è la predisposizione del programma con cui la città si candida con successo all iniziativa comunitaria Urban. Il programma Urban si indirizza ai due mandamenti costieri del centro storico, gravitanti attorno all antico rione della Kalsa, tracciando alcune linee di azione sul riuso del patrimonio culturale e sull incentivazione del tessuto commerciale ed artigianale che influenzeranno (con esiti a dire il vero alterni) le politiche della municipalità negli anni a seguire. L attenzione al centro storico come principale risorsa per la promozione della città (e della Kalsa come distretto culturale), dunque, è uno dei principali fattori di collegamento tra il PIT e la politica urbana degli anni novanta. 1 Questo lavoro è tratto da uno studio di caso sul PIT Palermo Capitale dell'euromediterraneo nell'ambito del Progetto STAR - Rafforzare l'azione regionale e locale per lo sviluppo, attuato dal Formez per conto del Dipartimento della Funzione Pubblica - Presidenza del Consiglio dei Ministri. 2 Università di Palermo, Dipartimento Città e Territorio e Facoltà di Ingegneria.

2 Un secondo filone che ci è utile esplorare dalla prospettiva del PIT è l attenzione al patrimonio di archeologia industriale che gravita in alcuni siti ai margini del centro storico. Questa particolare sensibilità si sviluppa ancora agli inizi degli anni novanta, allorquando l amministrazione comunale inizia la predisposizione di un nuovo piano regolatore della città fortemente ispirato ai principi della conservazione e della riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Insieme al centro antico ed alle borgate storiche, il nuovo piano urbanistico pone una particolare attenzione alle aree industriali dismesse (molte delle quali di interesse storico-architettonico e situate in posizioni strategiche all interno della città), dalla cui riconversione potere colmare il gap nella dotazione di servizi pubblici che la città aveva ereditato dallo sviluppo incontrollato degli anni settanta e ottanta. Il PIT eredita questa strategia identificando le funzioni primarie, in termini di servizi avanzati ed offerta culturale, all interno di tre grandi spazi di archeologia industriale: la Chimica Arenella, le Officine Ducrot (riconvertite in Cantieri culturali della Zisa già alla metà degli anni novanta), la Manifattura Tabacchi. Immagine 1 Cicli politici, progetti territoriali e priorità di sviluppo nell ultimo decennio a Palermo Se queste sono le più visibili eredità che il PIT mutua dagli anni che lo precedono, altri elementi della sua strategia sono invece riconducibili al nuovo corso della politica locale che si afferma durante il processo di costruzione del progetto integrato. Il 2001 rappresenta un importante spartiacque nella politica locale, in quanto la città esprime una sindacatura di segno decisamente opposto alla coalizione che aveva sostenuto il sindaco Orlando negli anni novanta. Con il nuovo governo della città, cambiano drasticamente alcuni indirizzi nella politica urbana ed emergono con grande enfasi alcune priorità che erano rimaste in secondo piano nel corso degli anni novanta. In - 2 -

3 primo luogo, il tema delle infrastrutture per la mobilità pubblica e lo sviluppo, le cui priorità vengono formalizzate nel 2002 in un ambizioso Piano integrato per il trasporto pubblico e, più recentemente, in un piano che si propone di rilanciare lo sviluppo commerciale del porto e di ridefinire il waterfront urbano. In secondo luogo si esprime una maggiore sensibilità ai temi del marketing urbano e dell apertura internazionale, che il PIT proietterà soprattutto alla scala delle relazioni euromediterranee. In definitiva, il progetto integrato è il frutto dell intersezione di un insieme articolato di strategie ed indirizzi progettuali. Una parte di questi possono essere ricondotti alla progettualità sviluppata dalla precedente politica urbana della municipalità, come l attenzione al centro storico ed al recupero (del patrimonio culturale, dell archeologia industriale) quale presupposto per le politiche di valorizzazione urbana. Per molti altri aspetti, esso è espressione delle nuove priorità strategiche affermate dalle leadership attualmente al governo della città, tendente ad affermare la necessità di una spinta alla modernizzazione che passa soprattutto per le infrastrutture funzionali al rafforzamento del sistema produttivo. 1.2 Alcuni elementi delle dinamiche di contesto Il contesto socio-economico della città di Palermo nel periodo in cui PIT è stato concepito ed implementato riproduce per grandi linee le dinamiche in atto in alcune delle maggiori aree urbane del Mezzogiorno. I punti di osservazione possono essere molteplici, quanto è complessa la realtà ambientale e socio-economica di una città metropolitana, ma ci limiteremo ad indicare alcune dinamiche che ci sembrano maggiormente funzionali a delineare il contesto entro cui si è operata la progettualità del PIT. In termini demografici, dagli inizi degli anni ottanta il comune capoluogo è soggetto ad una progressiva perdita di popolazione residente a favore dei comuni della fascia metropolitana (in particolare Monreale, Bagheria e Carini). Il declino demografico procede con un trend costante anche nel periodo di riferimento del PIT ( ), assumendo in termini relativi un segno negativo che contrasta con le contemporanee tendenze che si registrano alla scala provinciale e regionale. All interno del territorio comunale, inoltre, la ridefinizione del profilo demografico della città si accompagna ad una perdita di popolazione nelle aree centrali storiche, solo in parte bilanciata dall aumento della popolazione extra-comunitaria (pari a circa il 2% del totale) e dal processo di ripopolamento che si manifesta in alcuni quartieri in cui il recupero urbanistico si è avviato. Tab. 1 - Andamento della Popolazione ( ) (Fonte: Istat) (%) Palermo ,4 Provincia ,6 Regione ,2 Italia ,6-3 -

4 Dal punto di vista sociale, le criticità maggiori derivano dal permanere di alti tassi di disoccupazione e di un mercato del lavoro che riproduce le criticità di un tessuto produttivo fragile ed a bassa strutturazione intersettoriale. Secondo i rilevamenti del 2001 il tasso di disoccupazione rasenta il 30% della popolazione attiva (29,6%), circa cinque punti inferiore al tasso rilevato nel 1991 (34,8%). Il valore è inferiore alla media regionale (21%) ed in misura ancor più significativa rispetto al dato nazionale che si ferma al 9,5%. Il dato più preoccupante si avverte osservando i tassi di disoccupazione femminile e giovanile, fermi rispettivamente al 35.8% ed al 33,1%. Complessivamente circa il 70% della popolazione tra i 15 ed i 24 anni risulta in cerca di prima occupazione. La percezione dell opportunità di lavoro, secondo una recente rilevazione condotta nel Regional YearBook di Eurostat (2007), pone Palermo all ultimo posto tra le città medio-grandi in Europa. Il quadro che emerge osservando la consistenza del tessuto imprenditoriale negli ultimi anni è più variegato, osservandosi delle dinamiche espansive che interessano in particolari alcuni settori e la scala urbana in termini più evidenti rispetto alla scala metropolitana e provinciale. Tra il 2001 ed il 2005, le unità locali delle imprese in città sono cresciute del 9,3%, corrispondenti ad un incremento degli addetti pari al 17,6%. Nello stesso periodo i dati riferibili al sistema locale del lavoro, segnalano tassi di crescita più contenuti, ben al di sotto di quelli osservabili alla scala regionale e nazionale. L incrocio delle due informazioni può indurre a riflettere sul fatto che è in atto un processo di frammentazione nel tessuto imprenditoriale che produce un movimento di ricentramento delle imprese di minore dimensione alla scala urbana e di diffusione delle imprese di maggiori dimensioni verso il sistema locale del lavoro (e dunque alla scala metropolitana). Questa dinamica, inoltre, si accompagna ad una tendenza alla crescita del valore aggiunto per abitante (+14,8%) che è superiore sia al livello regionale (+13%) sia a livello nazionale (+10,6%) e che si produce soprattutto nel settore dei servizi (+17,2%). Tab. 2 - Andamento delle Unità Locali delle imprese ( ) (Fonte: Istat) (%) Palermo ,3 SLL ,7 Regione ,3 Italia ,3 Tab. 3 - Andamento degli Addetti alle Unità Locali delle Imprese ( ) (Fonte: Istat) (%) Palermo ,6 SLL ,8 Regione ,2 Italia ,0-4 -

5 Tab. 4 Valore aggiunto per abitante nel Sistema Locale del Lavoro di Palermo ( ) (Fonte: I- stat) (%) SLL Palermo ,8 Provincia ,8 Regione ,0 Italia ,6 Nei servizi, in particolare, si osservano alcune evidenze che ci possono essere utili per comprendere la fondatezza di alcune interpretazioni strategiche del contesto avanzate dal PIT. Da un lato, la significativa crescita nel valore aggiunto nelle attività del settore non si accompagna globalmente ad una crescita significativa dal punto di vista dell occupazione, visto che questa cresce solo del 2,5%, pressocché in linea con il tasso di crescita dei nuovi occupati in genere (+2%). Dall altro, si evidenziano significative differenze tra categorie di servizi, ed in particolare tra terziario in senso stretto e terziario superiore. Nel campo dei servizi finanziari, ad esempio, si registrano valori fortemente negativi sia in termini di unità locali (-12,6%) sia in termini di occupazione (-6,1%). Di segno opposto le tendenze rilevabili in settori quali i servizi informatici, la ricerca ed i servizi alle imprese, per i quali si registrano significative tendenze alla crescita tanto in termini di imprese che di occupazione (vedi tabelle 5 e 6). Tuttavia, bisognerebbe valutare il dato anche in chiave comparativa con altre città di rango analogo che gravitano sull area mediterranea. Prendendo a riferimento i dati forniti da Urban Audit, ad esempio, Palermo risulta possedere una buona percentuale di imprese ed occupati nella produzione di contenuti multimediali rispetto a numerose città del suo rango demografico, mentre risulta essere un centro più marginale nella produzione di prodotti informatici e servizi avanzati nel campo dell ICT. Tab. 5 SLL di Palermo: Unità locali per sottosezione di attività economica (focus PIT) ( ) (Fonte: Istat) (%) Alberghi e ristoranti ,6 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni ,2 Attività finanziarie ,6 Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese ,9 Istruzione ,8-5 -

6 Tab. 6 SLL di Palermo: Addetti alle Unità locali per sottosezione di attività economica (focus PIT) ( ) (Fonte: Istat) (%) Alberghi e ristoranti ,1 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni ,5 Attività finanziarie ,1 Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese ,5 Istruzione ,1 Considerazioni analoghe possono essere fatte per il settore del turismo e dei servizi complementari: ad esempio nel campo della ristorazione si evidenziano tendenze molto pronunciate alla crescita sia in termini di aziende (+20,6%) che di occupati (+32,1%). Tuttavia, anche a fronte della maggiore attrattività che l intero sistema regionale ha manifestato nei confronti dei circuiti del turismo culturale, nel periodo gli arrivi crescono del 9% mentre le presenze registrano un segno negativo del 2,7%. Ciò lascia presupporre che la creazione di una dotazione più consistente di servizi per la ricettività non corrisponde ancora ad una accresciuta capacità di attrarre stabilmente flussi turistici duraturi. Nel campo delle infrastrutture e dell ambiente urbano l analisi ex ante svolta nel documento del PIT focalizza in maniera adeguata le principali criticità della città e del suo sistema metropolitano, identificando questi fattori tra i principali ostacoli all incremento dell attrattività urbana cui la strategia fa riferimento. La notevole sottodotazione di infrastrutture e servizi nel trasporto pubblico locale, ad esempio, produce effetti di congestionamento e livelli di inquinamento di gran lunga superiori alla media delle grandi città italiane ed europee (EU, 2007). Numerosi altri indicatori nella qualità dei servizi pubblici quali ad esempio la raccolta differenziata, la distribuzione idrica, la dotazione di servizi socio-sanitari introducono degli scenari di forte labilità nell equazione che lega insieme l attrattività delle città con la qualità della vita che vi si esprime. Queste evidenze forniscono peraltro alcuni giudizi indicativi sull efficienza della pubblica amministrazione locale visto che la portata delle risorse (umane e finanziarie) a disposizione della municipalità (il 13% della forza lavoro è impiegata nella pubblica amministrazione locale e l ammontare dei trasferimenti dal livello nazionale e regionale è pari a circa il 50% delle entrate) corrisponde ad un livello di entrate derivante dalla fornitura di servizi pubblici tra i più bassi in Europa, pari a circa il 3,5%

7 2. La logica globale: strategia, obiettivi progettuali, logiche di integrazione 2.1 La strategia e gli obiettivi globali Il PIT di Palermo si fonda su considerazioni strategiche molto chiaramente identificate, sviluppate in termini progettuali attraverso un insieme di obiettivi specifici particolarmente ambiziosi. La visione su cui è stato costruito il programma riconosce la crescita delle interdipendenze tra città e territori alla scala globale e cerca di creare le condizioni perché la città di Palermo vi si possa collocare attivamente, con particolare riferimento alla scala delle relazioni euromeditarrenee. In particolare, l apertura della Zona di libero scambio tra i paesi dell Unione europea e i paesi della sponda sud del Mediterraneo, da realizzarsi secondo la Conferenza di Barcellona (1995) entro il 2010, rappresenta un riferimento essenziale per comprendere alcune scelte strategiche compiute nel progetto. Nel documento progettuale vi sono alcuni passaggi che esplicitano molto bene questa visione di lungo periodo: Il PIT Palermo Capitale dell EuroMediterraneo esprime l ambizione di valorizzare tutte le potenzialità di crescita della città (economiche, culturali, sociali, relazionali, etc..) legate all area euromediterranea ed i conseguenti vantaggi localizzativi che caratterizzeranno la città nel prossimo futuro. Tale orientamento trova fondamento in fatti concreti, primo fra tutti la creazione nel 2010 dell area di libero scambio del Mediterraneo, evento che impone la creazione sul territorio delle infrastrutture e dei servizi necessari ad assegnare concretamente a Palermo il ruolo di Capitale dell Euromediterraneo. ( ) L obiettivo globale del PIT, che mira dunque a preparare il processo di internazionalizzazione della città, si traduce quindi metodologicamente nella riorganizzazione funzionale della città di Palermo finalizzata a dotare il territorio urbano delle infrastrutture di base, delle strutture ricettive e dei servizi a valore aggiunto necessari a sostenere questo ruolo, nonché nell organizzazione a sistema di questi necessaria a fare assumere alla città capoluogo della Regione il ruolo strategico di capitale dell Euromediterraneo. ( ) In questa logica, il PIT «Palermo Capitale dell EuroMediterraneo» punta a valorizzare la dimensione della cultura quale fattore di aggregazione e di valorizzazione economica della città di Palermo in quanto nodo cruciale dell area euromediterranea, (concentrando gli investimenti) nei settori ritenuti strategici per lo sviluppo dell economia locale nello scenario delineato dal PIT: industria della cultura e industria delle comunicazioni e delle telecomunicazioni. (Comune di Palermo, Modello di documento finale del PIT, 2002). Questo orientamento strategico si fonda sul riconoscimento di un insieme di opportunità che si configuravano per la città e la regione nel breve-medio periodo. In primo luogo, i progettisti hanno ritenuto di fondamentale importanza la decisione assunta nel 2000 di localizzare a Palermo il Segretariato Internazionale per lo sviluppo delle comunicazioni nel Mediterraneo (oggi quella decisione sembra essere stata derubricata nell agenda comunitaria). In secondo luogo, la presenza sul territorio della dorsale mondiale delle telecomunicazioni veniva visto come un asset di fondamentale importanza per garantire vantaggi localizzativi alle imprese operanti nei settori delle telecomunicazioni e - 7 -

8 dell information techonology. A supporto di questa strategia era intervenuta nel frattempo la decisione della Regione Sicilia di aprire a Palermo (con le risorse del POR ) una Scuola Nazionale del Cinema, ritenuta di fondamentale importanza per lo sviluppo dell imprenditoria nel settore dell audiovisivo e delle arti correlate, quali la fotografia, la musica, le arti figurative. Un secondo filone della strategia del PIT guarda al ruolo che la città potrà assumere nel processo di consolidamento del sistema produttivo regionale nel suo insieme. Da un lato, ciò è dovuto alla sua posizione geografica, essendo la città al crocevia di importanti flussi di comunicazione aerei e marittimi che, secondo i redattori del PIT, sono destinati a crescere al rafforzarsi delle interdipendenze tra le regioni dell Europa e del Mediterraneo. Dall altro, per essere il punto nevralgico (in termini logistici e storicoculturali) di un bacino di offerta turistica ritenuto di grande attrattività potenziale, quale quello che tende ad includere i territori dell intera Sicilia occidentale. La diversità del patrimonio storico-artistico della città, ed una politica culturale che comincia a manifestare i suoi effetti (come la riapertura del Teatro Massimo e di alcuni importanti siti museali della città), rendono fiduciosi sulla possibilità che la città consolidi il suo carattere identitario a livello internazionale e con esso il suo ruolo di gateway per l intero territorio regionale. Gli ostacoli alla integrazione delle risorse necessarie a perseguire questo disegno strategico sono altrettanto chiaramente identificati. Sul piano ambientale, si mettono in particolare evidenza lo stato di degrado in cui continuano a versare porzioni significative della città per il suo sviluppo turistico culturale: in particolare il centro antico, con i suoi mercati storici soggetti a prolungati fenomeni di degrado ed erosione delle tradizionali attività artigianali e commerciali; la scarsa integrazione tra centro storico e aree periferiche, dovuto ad un disegno infrastrutturale incoerente ed in larga misura incompleto; il latente rapporto spaziale tra la città ed il suo mare, dovuto a decenni di sviluppo delle infrastrutture portuali in assoluta autonomia rispetto al rapporto con la città consolidata. Con essi, vengono identificati anche alcune fondamentali criticità di sistema nel milieu socio-economico ed istituzionale, che spiegano molto bene alcune scelte compiute in fase progettuale. Esse si riferiscono in primo luogo al debole collegamento tra le politiche di formazione del capitale umano ed il sistema produttivo locale, di per sé già tendenzialmente poco propenso all innovazione tecnologica e privo di consistente apertura internazionale. In secondo luogo ci si riferisce alla ancora poco sviluppata propensione del sistema istituzionale a porsi come snodo decisionale in grado di garantire una integrazione permanente tra settore pubblico e settore privato, le cui manifestazioni più visibili si producono nella debole integrazione funzionale tra le politiche che agiscono sul capitale fisico e quelle chiamate ad innescare processi di sviluppo nel sistema produttivo

9 2.2 Gli obiettivi progettuali ed il Piano di azione Tutte queste considerazioni portano alla costruzione di un piano di azione progettuale articolato in cinque linee di intervento, corrispondenti ad altrettanti obiettivi specifici. 1. L Affermazione di un polo della cultura euromediterranea che incentivi lo sviluppo sul territorio di circuiti produttivi nel settore artistico-culturale, da crearsi «attraverso il potenziamento e l organizzazione integrata dell offerta culturale della città e la creazione di itinerari storico artistici che valorizzino l unicità del patrimonio artistico e monumentale della città», il rilancio dei mercati storici e delle attività artigianali, anche come condizione «per l insediamento sul territorio delle imprese legate al settore della cultura». 2. L organizzazione di un sistema di supporto all innovazione tecnologica del sistema produttivo locale, attraverso la creazione di un Polo Euromediterraneo dell innovazione tecnologica da insediarsi nel sito di archeologia industriale della ex Chimica Arenella, da intendersi quale incubatore di collegamento tra il mondo dei produttori di know-how ed il mondo delle imprese e tra queste ed il settore della formazione e della ricerca scientifica. 3. L organizzazione di un sistema di supporto all internazionalizzazione del tessuto produttivo locale, attraverso la creazione di una Città dell Impresa presso il complesso della ex Manifattura Tabacchi, da intendersi quale centro polifunzionale di servizi a supporto dell internazionalizzazione del sistema produttivo locale, integrando tutte le strutture cittadine preposte a tale scopo, quale la Camera di Commercio, lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune, il Centro per l internazionalizzazione e la promozione dell economia euromediterranea. 4. La diversificazione e potenziamento del sistema turistico locale, «attraverso azioni di diversificazione dell offerta (incentivazione delle forme di turismo giovanile e culturale) e di supporto a sistemi di organizzazione innovativa del sistema (centri di teleprenotazione, osservatori dell offerta turistica)», in maniera da potenziare il sistema locale e renderlo in grado di assorbire i flussi turistici che caratterizzeranno la città dopo il L investimento sul capitale umano e di conoscenza, mirato a facilitare il trasferimento alle imprese delle innovazioni tecnologiche e di mercato, da svilupparsi soprattutto attraverso l incentivazione dei sistemi di confronto e di cooperazione scientifica con il Mediterraneo, la realizzazione di iniziative di work experience per lo sviluppo delle professionalità funzionali a garantire la sostenibilità dell intervento progettuale. Il piano di azione nella sua versione iniziale, proietta questi obiettivi su un insieme molto articolato di operazioni che rispondono a logiche di integrazione che possono essere interpretate sotto diversi punti di vista

10 Tab. 7 - Elenco Interventi della I proposta progettuale (in grigio gli interventi non ammessi nel 2002) 1 Itinerario della rappresentazione: recupero Teatro Garibaldi Centro storico Itinerario della rappresentazione: utilizzo del Teatro Garibaldi quale polo di aggregazione sociale ed integrazione culturale e razziale Centro storico Itinerario della rappresentazione: Museo del Teatro Massimo Centro storico Recupero del giardino storico di Villa Giulia Centro storico Giardino compreso tra Piazza Magione e Palazzo Aiutamicristo Centro storico Restauro per il riuso del complesso dello Steri Centro storico Adeguamento del Palazzo S. Elia e destinazione a museo Centro storico S. Maria dello Spasimo: Gestione innovativa dello spazio museale Centro storico Parco archeologico del Castello a Mare Centro storico Aiuti all artigianato Centro storico Aiuti al commercio Centro storico Recupero aree costiere (Opere di salvaguardia e consolidamento dell ex discarica di Acqua dei Corsari) Palermo: costa sud Museo euromediterraneo delle arti contemporanee: recupero e rifunzionalizzazione per l arte contemporanea Cantieri Culturali Zisa Museo euromediterraneo delle arti contemporanee: gestione e fruizione del museo di arte contemporanea Laboratorio dell immagine: iniziative imprenditoriali (giovanile e femminili) ad alto contenuto tecnologico legate alla fruizione del sito Cantieri Culturali Zisa Cantieri Culturali Zisa Laboratorio dell immagine: iniziative imprenditoriali (giovanile e femminili) ad alto contenuto tecnologico nel settore delle arti visive Cantieri Culturali Zisa Laboratorio dell immagine: azioni di orientamento, informazione e reinserimento nel mercato del lavoro Cantieri Culturali Zisa Laboratorio dell immagine: azioni di formazione per profili professionali ad alta qualificazione Cantieri Culturali Zisa Chimica Arenella: tutela integrata dell area costiera Chimica Arenella Chimica Arenella: organizzazione funzionale e gestionale per attività terziarie innovative (Fiera delle Idee) Chimica Arenella Chimica Arenella: riqualificazione ed urbanizzazione del tessuto delle aree dismesse; Chimica Arenella Creazione di laboratori tecnologici per l innovazione delle imprese Territorio Comunale Città dell Impresa - Struttura polifunzionale al servizio delle imprese: promozione e sostegno per la ricerca e l innovazione Città dell Impresa - Struttura polifunzionale al servizio delle imprese: network (CCIAA) e sportello delle imprese: Città dell Impresa - Struttura polifunzionale al servizio delle imprese: azioni di internazionalizzazione dell economia locale Manifattura Tabacchi Manifattura Tabacchi Manifattura Tabacchi Anello telematico Territorio Urbano Sistema di marketing territoriale Riqualificazione della periferia urbana di Bonagia - Urbanizzazioni della zona produttiva Periferia sud-ovest Urbanizzazioni nelle aree produttive di Via Ugo La Malfa Periferia nord-ovest Iniziative per la legalità e la sicurezza Primo inserimento lavorativo attraverso esperienze di lavoro guidate (work experiences) Realizzazione di stage presso università straniere in settori di rilevanza strategica per lo sviluppo socioeconomico siciliano. Borse di studio finalizzate allo svolgimento di parti sperimentali di tesi di laurea presso imprese. Completamento del Parco d Orleans e valorizzazione della cittadella sportiva dell Università di Palermo Completamento e valorizzazione della cittadella sportiva dell Università di Palermo Palermo: Città Universitaria Palermo: Città Universitaria Realizzazione di iniziative per la promozione turistica Territorio comunale Aiuti alle PMI per la creazione di nuovi posti letto Territorio comunale Consorzio per le teleprenotazione alberghiera Palermo

11 Dal punto di vista territoriale abbiamo una concentrazione di interventi su tre grandi contenitori funzionali, cui viene assegnato ad ognuno un preciso ruolo nella declinazione della strategia del progetto: il Centro storico, cui viene affidato il ruolo di promozione dell identità storicoculturale della città; i Cantieri culturali della Zisa, come contenitore entro cui sviluppare la nuova identità euromediterranea della città in particolare attraverso lo sviluppo delle arti contemporanee e dell industria culturale; il sistema definito dai siti ex industriali della Manifattura Tabacchi e della Chimica Arenella, che dovrebbero costituire il grande incubatore dell innovazione legata al mondo dell impresa e della promozione del tessuto produttivo della città. A queste azioni si affiancano alcune operazioni di riqualificazione urbana la cui coerenza con il nocciolo strategico del progetto è di più difficile interpretazione, ma che sembrano cogliere l opportunità del PIT come affidabile strumento di spesa per incrementare il capitale infrastrutturale della città: tra questi, il completamento di alcune aree industriali alla periferia della città ed il completamento del parco d Orleans adiacente alla cittadella universitaria. Dal punto di vista della tipologia degli interventi, le 30 operazioni del PIT di Palermo denotano una tendenza tipica dei progetti integrati nelle regioni meridionali e cioè una propensione a privilegiare le azioni infrastrutturali, che nel caso specifico arrivano a circa il 60% del totale. Di queste, circa la metà sono indirizzate alla riqualificazione del patrimonio ambientale, ed un altra metà ad operazioni di riqualificazione urbana, in genere funzionali alla creazione di quei macro-contenitori identificati dalla strategia di progetto. Globalmente l investimento promosso dal PIT nella sua versione iniziale è di circa 101 milioni di euro, di cui 87 da effettuare attraverso le risorse finanziarie del POR Sicilia. Un secondo fattore caratteristico, soprattutto a fronte dell obiettivo di consolidare il sistema produttivo della città, è la scarsa mobilitazione del capitale privato, che in fase previsionale è quantificata in poco più del 10% dell investimento complessivo. 2.3 Partnership di progetto e struttura organizzativa della gestione Il progetto viene concepito in una fase di forte transizione ed indeterminatezza politica, essendo stata la municipalità governata da un Commissario straordinario dal dicembre 2000 fino alle elezioni del dicembre 2001 in cui verrà eletto l attuale sindaco della città. Come è stato osservato efficacemente (Trapani, 2003), questa mancanza di un quadro di riferimento politico stabile ha implicato che la struttura partenariale del PIT venisse a consolidarsi nel corso della sua implementazione e non già sin dalla sua gestazione iniziale

12 I passaggi più significativi per la condivisione della strategia progettuale del PIT e del suo Piano di azione si svolgono tra la primavera del 2001 e gennaio del 2002, scandite dalle date fissate per la consegna del progetto preliminare, prevista dalla Regione per il 29 giugno 2001, e della consegna del progetto definitivo prevista per il 31 gennaio L azione della municipalità rispetto al partenariato istituzionale e socioeconomico si rivolge a due categorie di attori: una partnership attiva, composta da promotori di specifiche iniziative progettuali, cui vengono assegnati anche compiti organizzativi nella attuazione e gestione del progetto integrato; una partnership estesa, composta dalle 17 associazioni di categoria rappresentative dei principali interessi socio-economici della città 3, cui viene assegnato un compito più semplicemente consultivo e di condivisione a valle delle proposte progettuali. Tra i primi, figurano l Università di Palermo, la Camera di Commercio, l Azienda Autonoma per la Promozione e l Incremento Turistico (AAPIT), i quali sottoscrivono (31 maggio 2001) insieme al Comune ed alla Provincia di Palermo, un protocollo di intesa che istituisce tra loro un coordinamento permanente per seguire le diverse fasi di implementazione del PIT ed in cui si impegnano ad assumere la responsabilità diretta nella attuazione di una parte degli interventi. Di seguito sono elencati i progetti di ognuno dei partner attivi del progetto integrato. Un elemento che caratterizza il partenariato del PIT, in perfetta continuità con altre iniziative di programmazione locale che hanno visto la municipalità di Palermo come soggetto promotore, è l assenza di rapporti di cooperazione con i comuni limitrofi. È un segnale, questo, della problematica percezione della dimensione metropolitana che storicamente caratterizza la politica della città e dei rapporti ambigui, se non addirittura conflittuali, con l amministrazione provinciale, cui il governo della dimensione metropolitana è attribuito per legge. Dal punto di vista gestionale, il motore organizzativo del PIT è l Ufficio Unico. A questa struttura che lo stesso PIT pensa di insediare in futuro nella Città dell Impresa alla Manifattura Tabacchi spettano compiti sia di carattere amministrativo-gestionale, sia di mantenimento delle relazioni sinergiche tra gli attori del Progetto. All interno della sua organizzazione, oltre al Project Manager ed al Nucleo di Valutazione, è infatti presente un Comitato di Strategia composto dai rappresentanti dei cinque soggetti promotori del progetto, con il compito di sorvegliare sull andamento temporale del processo di attuazione, sul mantenimento del grado di integrazione funzionale degli interventi e sul conseguimento degli obiettivi parziali del PIT. Al Comitato di Strategia è inoltre attribuito il compito di assicurare nel tempo il collegamento con il partenariato 3 Assindustria, Apmi Palermo (Associazione Piccole e Medie Imprese), Confcommercio, Confartigianato, Associazione C.A.S.A., Cgil, Cisl Provinciale, Uil, Patto Territoriale di Palermo, Ciem, Cerisdi, Lega delle Cooperative, Confesercenti, Wwf, Claai, Cna, Confcooperative

13 economico-sociale del progetto, oltre che con le istituzioni che possono massimizzare gli effetti del PIT nel corso della sua attuazione. Tab. 8 Partners e responsabilità progettuali nel PIT di Palermo Promotore Università di Palermo Camera di Commercio Azienda Autonoma per la Promozione e l Incremento Turistico (AAPIT) Provincia di Palermo Comune di Palermo Interventi Restauro per il riuso del complesso Steri Completamento Parco d Orleans e valorizzazione cittadella universitaria Creazione di laboratori tecnologici per l innovazione delle imprese Realizzazione di stage presso università straniere in settori di rilevanza strategica per lo sviluppo socioeconomico siciliano Borse di studio finalizzate allo svolgimento di parti sperimentali di tesi di laurea presso imprese Primo inserimento lavorativo attraverso esperienze di lavoro guidate (work experiences) (In cooperazione con Assindustria) Manifattura Tabacchi: La Città dell Impresa. Network CCIAA e sportello delle imprese Manifattura Tabacchi: La Città dell Impresa. Promozione e sostegno per la ricerca e l innovazione Manifattura Tabacchi: La Città dell Impresa. Azioni di internazionalizzazione dell economia locale Realizzazione di iniziative per la promozione turistica Aiuti alle PMI per la creazione di nuovi posti letto Consorzio per la teleprenotazione alberghiera Adeguamento del Palazzo Sant Elia e destinazione a museo Tutti i rimanenti interventi 3. Le realizzazioni ed i primi effetti strutturali 3.1 Lo startup del processo di attuazione Le modificazioni al Piano di azione del PIT sono il frutto di diverse contingenze tecniche ed amministrative, in parte imputabili a difficoltà intervenute al livello locale ed in parte alla complessità del processo di attuazione per come è stato concepito dall autorità regionale. Occorre ricordare, infatti, che mentre nelle azioni infrastrutturali la municipalità ha maggiori responsabilità nell andamento dell attuazione in quanto destinataria dei finanziamenti, negli incentivi alle imprese e nelle altre tipologie di azioni immateriali essa riveste piuttosto un ruolo di facilitatore tra i proponenti dei progetti e l amministrazione regionale cui spettava il compito di ammetterli a finanziamento. Una prima riformulazione della proposta progettuale viene effettuata a conclusione del processo di valutazione svolto dal Dipartimento Programmazione (DPRS) a seguito della consegna della proposta definitiva di PIT nel gennaio del Nell Accordo organizzativo che di fatto sancisce l approvazione del PIT e l avvio della sua attuazione (23 luglio 2002), vengono stralciati alcuni interventi che non vengono ritenuti essenziali o supportati da un livello di progettazione adeguato. In particolare, vengono tagliati il completamento del Museo di Palazzo S. Elia (proposto dalla Provincia), alcune azioni

14 di supporto al reinserimento nel mercato del lavoro (presso i Cantieri Culturali della Zisa) ed a categorie svantaggiate (Teatro Garibaldi), la realizzazione di iniziative di promozione turistica da indirizzarsi prevalentemente ad imprese operanti all interno del Centro storico. Globalmente questa prima riformulazione del PIT prevede una contrazione degli investimenti di circa 9,3 milioni di euro. Tutti i rimanenti interventi per un ammontare di circa 92,6 milioni di euro, articolati in 64% di infrastrutture, 22% di aiuti alle imprese e 14% di azioni pubbliche vengono avviati all attuazione a partire dall autunno del Nell atto di approvazione del PIT, il Dipartimento Programmazione aveva anche indicato a quali interventi dare priorità, formulando un giudizio di essenzialità rispetto agli obiettivi del PIT dichiarati nel documento progettuale. Gli interventi del PIT sono stati classificati in quattro categorie: interventi a più alta priorità, la cui realizzazione è ritenuta essenziale per il conseguimento degli obiettivi di progetto, quali il Parco Archeologico del Castellammare, la creazione dei Laboratori tecnologici per l innovazione delle imprese, gli interventi convergenti sulla Manifattura Tabacchi, la riqualificazione delle aree produttive alla periferia della città; interventi a priorità di secondo livello, tra cui il recupero del giardino storico di Villa Giulia ai margini del Centro storico, gli interventi convergenti sulla Zisa tra cui il Museo Euomediterraneo delle arti contemporanee, gli interventi convergenti sulla Chimica Arenella, il completamento del Parco D Orleans e della cittadella sportiva universitaria ed il sistema di marketing territoriale. interventi funzionali, tutti i rimanenti interventi del PIT. Al di là dei giudizi espressi sul merito di alcune tra le priorità identificate in sede di valutazione ex ante che risente a nostra avviso di una impostazione economicista con essa viene confermata una lettura del progetto che individua la centralità dei tre grandi contenitori di funzioni avanzate: la Città dell Impresa presso la Manifattura Tabacchi, per la quale viene attribuita massima priorità a tutti gli interventi materiali e immateriali che ne determinano le funzioni; il Polo dell Innovazione tecnologica da insediare alla Chimica Arenella ed a Centro della Cultura Euromedirerranea ai Cantieri Culturali della Zisa, per i cui interventi viene indicata una priorità di secondo livello. A distanza di sei anni dall avvio della fase attuativa (dicembre 2008), il piano di azione del PIT ha subito alcuni significativi rimaneggiamenti, consolidandosi in 23 interventi (contro i 32 inizialmente finanziati) per un investimento di circa 64,4 milioni di euro (contro i 92,6 iniziali). Alcune linee di azione programmate hanno incontrato forti criticità in fase di realizzazione, la cui causa è da ricondurre ad un insieme di fattori eterogenei tra cui carenze di natura gestionale, intralci di carattere amministrativoburocratico e contingenze esterne che sono intervenute lungo il processo di attuazione

15 Per affrontare criticamente l analisi dei fattori che hanno condizionato l attuazione del PIT ci è utile descrivere il grado di realizzazione del suo piano di azione facendo riferimento a tre livelli di completezza ed efficacia. 3.1 Le azioni completate (o in corso di completamento) con successo Tra gli interventi del PIT che hanno avuto una buona performance attuativa, vi sono un insieme di azioni fisiche che agiscono sulla riqualificazione di aree verdi e parchi ai margini del centro storico della città: il restauro della Villa Giulia, la realizzazione del parco archeologico del Castellammare, le due azioni di completamento di Parco d Orleans, con le aree verdi e le attrezzature sportive adiacenti al campus universitario. L Università è inoltre beneficiaria di un ulteriore consistente progetto infrastrutturale in Centro storico riguardante il restauro e la riconversione a funzioni direzionali di alcuni edifici e padiglioni adiacenti al complesso dello Steri, sede amministrativa dell Ateneo. Altre azioni infrastrutturali completate nei tempi previsti sono la riqualificazione ed il completamento delle due aree produttive alla periferia della città (Via Ugo La Malfa e Bonagia) e l anello telematico ad alta capacità che connette tutti i principali insediamenti produttivi della città. Il sistema produttivo è inoltre beneficiario di alcuni altri interventi immateriali completati con successo: il sistema informativo per il marketing territoriale, alcune azioni per sostenere l internazionalizzazione del tessuto produttivo locale, il network delle imprese e lo sportello per l internazionalizzazione della Camera di Commercio (che si sarebbe dovuto insediare alla Manifattura Tabacchi). Una buona risposta progettuale si è inoltre avuta dalle due azioni immateriali che intendevano collegare il tessuto imprenditoriale con il sistema della formazione superiore e dello sviluppo tecnologico: lo svolgimento di work experiences presso aziende per il primo inserimento lavorativo e la creazione di laboratori tecnologici per l innovazione delle imprese. Il secondo, in particolare, è stato promosso dall Università di Palermo, che ha di recente messo a disposizione delle nuove startup dei laboratori tecnologici di recente realizzazione in sostituzione degli spazi che erano stati inizialmente previsti (ma non realizzati) alla Chimica Arenella. 3.2 Le realizzazioni parziali Vi sono poi una serie di realizzazioni che è opportuno definire parziali, in quanto erano state caratterizzate in fase progettuale da una stretta integrazione funzionale con altri interventi che tuttavia non hanno avuto corso. I casi più emblematici in questo senso sono riconducibili ai due grandi contenitori della nuova Città dell Impresa ed ai Cantieri Culturali della Zisa. Nelle intenzioni iniziali del PIT, la Città dell Impresa era stata pensata come un grande incubatore per l innovazione e l internazionalizzazione del tessuto produttivo locale da insediare nei padiglioni della ex Manifattura Tabacchi, ai margini settentrionali del Porto. Il piano di azione prevedeva che una serie di azioni immateriali avrebbero dovuto favorire lo startup e l entrata a regime del Centro, parte delle quali effettivamente realizzate nei tempi previsti

16 Immagine 2 Il sito della ex Manifattura Tabacchi Immagine 3 Il sito della ex Chimica Arenella

17 Immagine 4 I Cantieri Culturali della Zisa Immagine 5 Il Museo EuroMediterraneo di Arti Contemporanee

18 Nel corso di implementazione di queste azioni immateriali, l amministrazione comunale avrebbe dovuto assicurare la realizzazione del contenitore infrastrutturale, nel frattempo acquisito al patrimonio comunale tramite accordo con l Ente Italiano Tabacchi. L intervento di ristrutturazione non avrà mai corso per una serie di complicazioni procedurali, tra cui il trasferimento al demanio (e poi a FinTecna) della struttura previsto nella legge finanziaria nazionale del Viene meno, dunque, una delle prospettive più interessanti formulate dal PIT, e cioè che la Città dell Impresa divenisse un luogo fisico in cui alcune importanti infrastrutture per l innovazione del tessuto imprenditoriale (SUAP, Sportello per l internazionalizzazione, sportelli della Camera di Commercio) convivessero con alcune strutture strategiche della governance pubblica, tra cui la sede dell Ufficio Unico del PIT. Nel caso dei Cantieri Culturali della Zisa il problema è apparentemente opposto. L ex insediamento industriale è oggetto di interventi di riqualificazione da almeno un decennio, tanto che diverse attività museali ed espositive vi si svolgono stabilmente ed altri interventi al di fuori del perimetro finanziario del PIT (come la Scuola Nazionale del Cinema) sono in corso di realizzazione. Tra le previsioni del PIT, la stessa rifunzionalizzazione di uno dei padiglioni dei Cantieri per la realizzazione del Museo Euromediterraneo di arte contemporanea è stata ultimata entro la fine del Le criticità maggiori derivano invece dagli incentivi al settore privato che erano stati previsti per sollecitare la comparsa di un imprenditorialità nel settore culturale. L affidamento dei servizi di gestione del Museo Euromediterraneo di arte contemporanea non ha avuto finora corso per la difficoltà nell identificare soggetti privati adeguati, del tutto in linea con la difficoltà che questo segmento di politiche ha avuto nell intera programmazione Gli altri incentivi alle imprese dedicati alla fruizione dei Cantieri e allo sviluppo del settore delle arti visive hanno conseguito risultati al di sotto delle aspettative. In generale i Cantieri Culturali della Zisa rappresentano ormai stabilmente una centralità per le politiche culturali della città, ma l impatto fornito dal PIT per la sua trasformazione in distretto culturale va considerata con cautela. 3.3 Gli insuccessi Il maggiore degli insuccessi del PIT può essere chiaramente identificato nella mancata realizzazione del Polo EuroMediterraneo dell Innovazione Tecnologica presso la ex Chimica Arenella. La realizzazione del Polo, su cui poggiava la parte più innovativa della strategia del PIT, era costituito da un insieme altamente integrato di operazioni infrastrutturali: la riconversione del sito industriale dismesso in un distretto-incubatore per lo sviluppo di attività imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico; la realizzazione di una struttura espositiva per la promozione di attività terziarie innovative denominata Fiere delle idee ;

19 un intervento di riqualificazione della costa antistante l ex sito industriale, in maniera da favorirne la fruibilità e l insediamento delle eventuali attività ricettive complementari alla Fiera. I tre interventi principali per la riconversione della Chimica Arenella che avrebbe dovuto mobilitare risorse pubbliche per circa 15,7 milioni di euro, oltre ad una quota di cofinanziamento privato di difficile quantificazione sono andati incontro a numerose criticità procedurali che ne hanno bloccato la completa realizzazione. I finanziamenti dei due interventi di riconversione sono stati revocati dall amministrazione regionale quando è stato chiaro che non sarebbe stato possibile realizzarli entro il ciclo finanziario dei fondi strutturali. Ad impedire l avanzamento del processo attuativo sono intervenute una serie di complicazioni amministrative, tra cui l entrata in possesso delle aree e di alcuni padiglioni occupati abusivamente da piccole imprese artigiane. A questo esito ha contribuito anche la mancanza di una chiara visione del percorso da seguire da parte dell amministrazione comunale, che in alcune fasi ha manifestato l intenzione di procedere al coinvolgimento di grandi operatori privati senza riuscire a dare corso a questo intendimento. L unico intervento per il quale si sta procedendo all attuazione, pur con forti ritardi, è la riqualificazione della fascia costiera. Un secondo filone della strategia che è stato fortemente ridimensionato nel corso del processo di attuazione è quello che legava la rivitalizzazione del centro storico allo sviluppo del settore del turismo culturale e della ricettività. La complessità della questione in questo caso rende più problematico esprimere un giudizio sullo stato effettivo di attuazione, ma appare chiaro che gli obiettivi del PIT sono stati progressivamente indeboliti a causa di alcune mancate realizzazioni fisiche e da un coinvolgimento del settore privato largamente inferiore alle aspettative. Tra i progetti non portati a termine vi sono un insieme integrato di azioni progettuali denominato Itinerario della rappresentazione in Centro Storico, che prevedeva la realizzazione del Museo del Teatro Massimo tramite affidamento a privati ed il restauro e la riconversione del Teatro Garibaldi in centro culturale e di aggregazione sociale. Nella stessa area del Teatro Garibaldi è inoltre andato incontro ad insormontabili complicazioni amministrative (ancora legate all immissione in possesso delle aree) la realizzazione di un giardino pubblico che si sarebbe dovuto realizzare tra la Piazza Magione ed il complesso di Palazzo Aiutamicristo. Un capitolo controverso è inoltre l efficacia dei cospicui investimenti programmati per incentivi al settore commerciale, artigianale e della ricettività alberghiera (complessivamente circa 14,4 milioni di euro), indirizzati in larga misura a sollecitare la rivitalizzazione dei mercati storici della città. Le azioni che sono andate a buon fine riguardano prevalentemente gli aiuti al settore commerciale (circa 5 milioni di euro), che hanno sostenuto le attività di oltre 90 piccoli esercenti riuniti in cinque consorzi creati per stimolare la partecipazione ai bandi e per coordinare l attuazione delle singole iniziative progettuali. Gli aiuti al settore artigianale hanno avuto esiti più controversi sia in termini quantitativi che qualitativi, visto che l iniziale previsione di 4,1 milioni di euro ha prodotto

20 iniziative per 1,2 milioni di euro e che i progetti ammessi all incentivo non sempre appaiono totalmente coerenti con le finalità definite in fase progettuale. Per assicurare la spesa, infatti, si è ritenuto di ammettere a finanziamento iniziative imprenditoriali in settori eterogenei e la cui localizzazione esterna al centro storico non appare funzionale alla sua rivitalizzazione. Del tutto deficitario è invece l esito delle misure previste per sostenere lo sviluppo turistico e la ricettività attraverso il contributo del settore privato (tutte proposte dall AAPIT), visto che per vari motivi sono andati scomparendo dal piano di azione le iniziative per la promozione turistica, il consorzio per la teleprenotazione alberghiera e gli aiuti per la creazione di nuovi posti letto da indirizzare prevalentemente in centro storico. In generale è possibile affermare che la strategia del PIT per il Centro storico non è riuscita a promuovere una maggiore integrazione tra politiche di recupero, politiche di rivitalizzazione socio-economica e politiche di rafforzamento dell offerta turisticoculturale. A questo esito hanno contribuito varie circostanze, non tutte riconducibili all efficienza gestionale del PIT, tra cui le più evidenti appaiono le difficoltà di allineare temporalmente il processo attuativo con le procedure di tipo urbanistico, il problematico raccordo con le procedure per la valutazione e l approvazione degli aiuti alle imprese, una discontinua mobilitazione degli attori rappresentativi del tessuto imprenditoriale della città. 4. La governance del PIT: relazioni interistituzionali, evoluzione della coesione locale, tenuta della formula gestionale La costruzione della strategia del PIT e la definizione dei suoi lineamenti progettuali è avvenuta in una fase di interregno politico-amministrativo, essendo la municipalità governata da un commissario straordinario dal dicembre 2000 (in seguito alle dimissioni del sindaco Leoluca Orlando, a capo di una coalizione di centro-sinistra) al dicembre 2001 (data di insediamento di primo mandato dell attuale sindaco Diego Cammarata, a capo di una coalizione di centro-destra). Questo fattore non ha implicato significative mutazioni della partnership progettuale dall inizio del processo di costruzione del PIT alla sua formalizzazione finale (gennaio 2002), ma che il consolidamento del partenariato e la migliore definizione dei ruoli attuativi al suo interno avvenisse a processo attuativo sostanzialmente avviato, con un quadro politico più chiaramente definito. In fase di progettazione, erano state previste «unità tecniche di lavoro coordinate dai 5 soggetti promotori, a cui è stato affidato il compito di sviluppare nel dettaglio con il coinvolgimento diretto degli altri soggetti del Tavolo di Partenariato gli interventi in cui si articola la strategia di PIT». Nel documento finale di progetto si dichiarava, inoltre, che «l organizzazione del lavoro delle unità tecniche è stato funzionale a responsabilizzare sia funzionalmente sia operativamente ogni soggetto del

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