Psicologia delle relazioni interetniche (parte monografica del corso)

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1 Psicologia delle relazioni interetniche (parte monografica del corso) TESTO: Inguglia C., Lo Coco A. Psicologia delle relazioni interetniche, Carocci, Roma, 2004 Per prenotarsi all esame (3gg prima dell appello):

2 COMPONENTI DEL PREGIUDIZIO PREGIUDIZIO atteggiamento generalizzato verso I membri di un gruppo STEREOTIPO credenza generalizzata sui membri di un gruppo DISCRIMINA- ZIONE comportamento diretto ad altre persone sulla base della loro appartenenza di gruppo

3 Stereotipo: Immagini nella testa(lippmann, 1922) immagini mentali semplificate dell aspetto e dei comportamenti dei gruppi Stereotipi si basano su un processo di categorizzazione e di generalizzazione (Allport) La categorizzazione ha un duplice scopo Fornisce informazioni utili che non sono immediatame nte percepibili Consente di ignorare le informazioni accessorie (principio di economia cognitiva)

4 Errori di conferma La tendenza a cercare, interpretare e creare informazioni che verifichino una credenza esistente ( vedo solo quello che mi aspetto di vedere credere è vedere ) La profezia che si auto-avvera Gli stereotipi ci spingono ad agire in modi che producono comportamenti in grado di confermare le nostre aspettative

5 Che cos è un conflitto etnico? CONFLITTO ETNIA Processo che coinvolge due o più parti e in cui una delle due percepisce che i suoi interessi sono in opposizione, o influenzati negativamente dall altra Gruppo caratterizzato da una comune discendenza

6 Quali condizioni sono necessarie perché si attivi un CONFLITTO? Divergenza tra le parti : 1. circa l utilizzo di risorse materiali, culturali o sociali; 2. circa la distribuzione di risorse (materiali o simboliche) percepite come scarse e preziose, che rappresentano la posta in gioco; 3. generata dalla presenza di condizioni di ambiguità

7 Quando si può parlare di GRUPPO ETNICO? Dal greco ethnos, il termine etnia indica un gruppo caratterizzato da una comune discendenza; Letteratura psicologica: gruppo etnico è ogni insieme di persone che si definiscono tali e si sentono simili per alcuni attributi (Rotheram e Phinney, 1987) oggettivi: es: comune discendenza o colore della pelle soggettivi: es: la credenza e la consapevolezza di essere una comunità; la volontà di perseguire scopi comuni

8 CONFLITTO ETNICO = SITUAZIONE DI INCOMPATIBILITA PERCEPITA tra gli INTERESSI DI DUE O PIÙ PARTI che tendono a definirsi come GRUPPI ETNICI (Isajiw, 2000) Esistono diverse tipologie di c.e. caratterizzabili sulla base di due dimensioni (Cotesta, 1999): oggetto della situazione conflittuale (risorsa materiale o simbolica) forma della situazione conflittuale c.e. internazionale, etnonazionale, metropolitano

9 LA SITUAZIONE IN ITALIA LA SITUAZIONE IN ITALIA 2 forme fondamentali di conflitto (Cotesta, 1995; 1999) Rivendicazioni di autonomia e indipendenza da parte di antiche minoranze etniche Conflitti tra popolazione italiana e nuove minoranze - Posta in gioco di tipo simbolico - Ricerca della distanza sociale

10 Conflitto etnico: un costrutto multidimensionale? Dimensioni: -Spaziale: studio delle connessioni esistenti tra processo di globalizzazione, flussi migratori e antagonismo etnico -Storica: il c.e. è un fenomeno proprio dell era moderna? -Sociale e antropologica: lega i c.e. ai processi di costruzione dell identità etnica e sociale -Psicologica: le cause dell ostilità verso gli altri gruppi etnici risalgono a strutture di personalità -Discorsiva e comunicativa: rappresentazione collettiva, produzione e riproduzione di immagini degli altri e di sé che legittimano la cooperazione o il c.e.

11 Teorie del conflitto Teoria della frustrazioneaggressività (Dollard et al., 1939) Le espressioni del pregiudizio sono legate al costrutto di frustrazione intesa come il risultato di un interferenza con il soddisfacimento di un bisogno individuale Teoria del conflitto realistico (Sherif et al., 1961) L ostilità tra due gruppi deriva dalla percezione di incompatibilità tra i rispettivi obiettivi, condizione che si verifica quando gli interessi tra le due parti sono direttamente contrapposti

12 CATEGORIZZAZIONE SOCIALE E RELAZIONI INTERGRUPPO (Teoria dell identità sociale: Tajfel) massimizzazione differenze tra i gruppi INGROUP OUTGROUP minimizzazione differenze tra i membri minimizzazione differenze tra i membri Comportamenti discriminazione verso l outgroup e a favore dell ingroup La semplice percezione da parte di un soggetto di far parte di un gruppo in rapporto con un altro è sufficiente per produrre una discriminazione intergruppi in cui è favorito il gruppo di appartenenza rispetto all altro

13 IDENTITÀ SOCIALE parte dell identità che deriva all individuo dalla sua appartenenza a gruppi sociali e dal significato emotivo legato a tale appartenenza comportamento interindividuale comportamento intergruppi Identità personale Identità sociale La concorrenza sociale tra i gruppi genera una differenza positiva in favore dell ingroup che risponde al bisogno di stima di sé

14 TEORIA DELL AUTOCATEGORIZZAZIONE (Turner et. al., 1987) LIVELLI DI CATEGORIZZAZIONE DEL SÉS Sovraordinato Subordinato (essere umano) (individuo unico) Intermedio (membro di un gruppo) depersonalizzazione della percezione di sé CONTESTO: in una determinata situazione sociale vengono attivate esclusivamente le categorie ritenute più significative e salienti (modello accessibilità x corrispondenza )

15 DESCHAMPS La ricerca di una distintività personale dipende dalle posizioni che l attore occupa in una rete particolare di relazioni intergruppi (status) Variabile dominanti/dominati nelle relazioni intergruppi gruppi dominanti: i membri considerano se stessi come punto di riferimento in relazione al quale gli altri vengono definiti gruppi dominati: i membri si definiscono e vengono definiti dagli altri nei termini delle categorizzazioni sociali imposte su di loro L impegno a differenziarsi dagli altri è privilegio dei gruppi dominanti e sembra aumentare quando l appartenenza di gruppo è resa saliente

16 SOCIALIZZAZIONE ETNICA Processo evolutivo attraverso il quale i bambini e gli adolescenti: acquisiscono i comportamenti, le percezioni, i valori, gli atteggiamenti del gruppo etnico a cui appartengono, iniziano a classificare se stessi come membri di questo gruppo e, nello stesso tempo, si avviano alla consapevolezza che esistono altri gruppi etnici diversi dal proprio, nei confronti dei quali imparano ad emettere le stesse valutazioni (negative e positive) che la loro etnia esprime.

17 TRASMISSIONE VERTICALE 1. INCULTURAZIONE GENERALE DAI GENITORI 2. SOCIALIZZAZIONE SPECIFICA DAI GENITORI (educazione dei bambini) TRASMISSIONE OBLIQUA DA ALTRI ADULTI: RISULTATI PSICOLOGICI INDIVIDUALI DAL PROPRIO GRUPPO INCULTURAZIONE GENERALE SOCIALIZZAZIONE SPECIFICA DA ALTRI GRUPPI ACCULTURAZIONE GENERALE RISOCIALIZZIONE SPECIFICA TRASMISSIONE ORIZZONTALE INCULTURAZIONE GENERALE DA SIMILI SOCIALIZZAZIONE SPECIFICA DA SIMILI

18 IDENTITÀ ETNICA (Rotheram & Phinney, 1987) Sentimento di appartenenza a un gruppo etnico; quella parte di pensieri, credenze, comportamenti, atteggiamenti e valori di ciascuno che è riconducibile a tale appartenenza È centrale al funzionamento psicologico, all accrescimento dell autostima e alla strutturazione di relazioni interpersonali adattive da un punto di vista qualitativo Acquista significato soltanto in quei contesti in cui è saliente il confronto quotidiano fra individui di etnie diverse ( consapevolezza delle differenze fra gruppo maggioritario e gruppo minoritario)

19 ATTEGGIAMENTI ETNICI Modi caratteristici di reagire all etnicità propria e altrui etnocentrismo pregiudizio etnico 3 componenti COGNITIVA AFFETTIVA CONATIVA

20 STRATEGIE DI ACCULTURAZIONE (Berry et al., 1986; Phinney, 1990) MANTENIMENTO DELLE PROPRIE CARATTERISTICHE CULTURALI ADOZIONE DELLA CULTURA DELLA SOCIETÀ OSPITANTE SI NO SI INTEGRAZIONE BICLTURALISMO SEPARAZIONE / SEGREGAZIONE NO ASSIMILAZIONE MARGINALITÀ

21 Parole-chiave ACCULTURAZIONE: cambiamento culturale o psicologico causato dal contatto prolungato e diretto con persone che provengono da culture differenti e tengono comportamenti differenti. RISOCIALIZZAZIONE: forma della trasmissione culturale sperimentata da un individuo quando viene a contatto con, ed è influenzato da, persone e istituzioni che appartengono a culture diverse dalla propria. CONTESTO SOCIO-CULTURALE: interfaccia tra la persona e il suo ambiente.

22 CONFLITTO Processo psicosociale che prevede una serie di elementi comuni in tutte le situazioni Ciclo del conflitto Inizio Escalation fine cause processo centrale effetti

23 Distorsioni percettive Non siamo noi a sbagliare, sono loro ad essere scorretti. Noi siamo più forti e più coraggiosi di loro. comportamenti Processi attribuzionali Le nostre motivazioni sono giuste, le loro sbagliate Noi agiamo in base alle circostanze, loro per carattere È il loro leader a spingerli ad agire così gruppo di appartenenza

24 COMUNICAZIONE INGROUP progressiva estremizzazione delle posizioni le posizioni vengono difese con maggiore impegno OUTGROUP Peggioramento delle comunicazioni Norma della reciprocità negativa

25 Soluzione del conflitto ATTACCO FUGA STRATEGIE (Pruitt e Carnevale, 1993) Contendere Problem solving Compromesso Concedere Inazione Ritiro SOLUZIONI Imposte: il reciproco accordo e il mutuo vantaggio sono impossibili. Distributive: accordo tra le parti attraverso la distribuzione della posta in gioco Integrative o soluzioni a vittoria doppia : il guadagno di una parte non comporta necessariamente una perdita per l altra (le sorelle e le due arance)

26 NEGOZIAZIONE A Processo attraverso cui le parti tentano di raggiungere un accordo e trovare una possibile soluzione B Implica l interazione e la comunicazione reciproca Ha come alternative l attacco o la fuga

27 ARBITRATO L arbitro giunge ad una decisione dopo aver ascoltato le argomentazione delle parti in causa ARBITRO A B MEDIAZIONE Il mediatore aiuta le parti a focalizzare la discussione sulle questioni controverse e a raggiungere un accordo volontario MEDIATORE A B

28 FUNZIONI DELLA MEDIAZIONE Scopo ripristino del dialogo tra le parti Obiettivi riorganizzare le relazioni in modo soddisfacente per tutti consentire che le parti si riapproprino della propria attiva e responsabile capacità decisionale MEDIAZIONE NEGOZIAZIONE

29 FUNZIONI DELLA MEDIAZIONE Aiutare le parti a chiarire la natura degli obiettivi Contenere la discussione attorno al tema centrale Aiutare e stimolare le parti ad analizzare i problemi e elaborare proposte di soluzione del conflitto Moderare il confronto cercando di far intervenire tutte le parti e riassumere continuamente i risultati raggiunti Offrire una sintesi dei successi ottenuti, dei contatti intrapresi tra le parti Rendere conto dei problemi non risolti che dovranno essere discussi in seguito Istaurare e mantenere un atmosfera collaborativa e amicale, basata su discorsi chiari e leali

30 TATTICHE azioni specifiche per specifici contesti Comprendere la situazione conflittuale Stabilire le priorità della negoziazione Conoscere le intenzioni delle parti, motivazioni implicite e interessi sottostanti alle priorità Tattiche di movimento

31 IPOTESI DEL CONTATTO tecnica degli obiettivi superordinati tecnica didattica del puzzle L influenza del pregiudizio e della competizione in una situazione conflittuale può essere ridotta attraverso la promozione di interazioni positive e di incontri tra le parti Condizioni di efficacia del contatto deve mirare al raggiungimento di uno scopo comune ambito; deve essere ripetuto e prolungato è efficace se sostenuto e promosso dalle norme sociali del contesto in cui avviene deve avere luogo tra uguali, cioè tra individui di status paritario

32 APPROCCIO SOCIO-COGNITIVO COGNITIVO Tecniche di decategorizzazione e di ricategorizzazione una delle cause principali dei conflitto etnico è individuabile nel processo di differenziazione della realtà sociale sulla base dell appartenenza a categorie etniche decategorizzazione promuove le interazioni a livello personale tra le parti opera per l eliminazione dei conflitti categoriali ricategorizzazione promuove la costruzione di un nuovo sistema di categorie sovraordinate opera per l introduzione di una identità ingroup comune

33 MANTENERE LA SALIENZA metodo School for Peace Incoraggiare i gruppi a enfatizzare la loro mutua differenziazione in un contesto di interdipendenza cooperativa Radicalizzazione delle appartenenze: conflitto arabo-israeliano come conflitto fra popoli e identità etniche in un contesto asimmetrico CONSAPEVOLEZZA: promuove la coscienza del conflitto (elaborazione personale) ESPLORAZIONE: scandagliare e potenziare la propria identità e appartenenza attraverso l interazione con la diversità dell altro (mutue relazioni basate sull uguaglianza) 1. Le concezioni e le credenze su cui si basa l identità etnica sono stabili e tenaci 2. L incontro è tra gruppi etnici non individui 3. Il gruppo è un microcosmo (presenza di elementi della realtà esterna) 4. Il gruppo viene considerato un sistema aperto collegato con l esterno

34 Doppio percorso verso la riconciliazione (Nadler, 2002) Riconciliazione non avviene solo a partire dalla firma di un trattato ma ricostruzione dal basso delle relazioni: Percorso socio-emozionale (Commissioni di Verità e Giustizia per i conflitti intragruppo, Sud Africa): ciclo di scuse-perdono e attribuzione di responsabilità; Percorso Strumentale: Progetti di cooperazione intergruppo per i conflitti intergruppi (Conflitto Israelo-palestinese??).

35 CONFLITTI ETNICI METROPOLITANI MEDIAZIONE DI COMUNITÀ Sospensione temporanea delle ostilità Avvio del processo di risoluzione Promozione di un cambiamento qualitativo delle relazioni interetniche MEDIATORE DI C.E. METROPOLITANI È un operatore itinerante che interviene nella gestione delle situazioni conflittuali fra gruppi etnici facilitando la comunicazione tra le parti HA conoscenza del contesto conoscenza profonda della cultura in senso lato di entrambi i gruppi conoscenza teorica dei processi sociali e psicologici alla base dell etnicità e dello sviluppo dell identità etnica conoscenza teorica e pratica sull influenza che la cultura gioca sugli stili di negoziazione

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