SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA

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1 Allegato B) SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE REGIONALE IN TOSCANA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS TOSCANA 2) Codice regionale: RT 1C bis) Responsabile del progetto: (Questa figura non è compatibile con quella di coordinatore di progetti di cui al punto 2 ter né con quella di operatore di progetto di cui al successivo punto 16) - NOME E COGNOME: SUPPRESSA MARCELLO - DATA DI NASCITA: 20/06/1962 PISTOIA - CODICE FISCALE: SPPMCL62E20G713O - INDIRIZZO MAIL: serviziocivile@caritastoscana.it - TELEFONO: CURRICULUM VITAE E COPIA DOCUMENTO IDENTITA' E CODICE FISCALE DA ALLEGARE ALLA SCHEDA PROGETTO 2ter) Coordinatore di progetti (da individuare tra quelli indicati in sede di adeguamento/iscrizione all'albo degli enti di servizio civile regionale): - ENZO CAPRETTI CARATTERISTICHE PROGETTO 3) Titolo del progetto: DISAGIO E POVERTA PISTOIA ) Settore di intervento del progetto: Tutela dei diritti sociali e di cittadinanza delle persone, anche mediante la collaborazione ai servizi di assistenza, prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. 4bis) Codice identificativo dell'area di intervento: AREA GEN. 5) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

2 Allegato B) Il progetto si sviluppa nell area territoriale di Pistoia. In particolare da una lettura dei dati dell OSSERVATORIO REGIONALE DELLE POVERTA promosso da Caritas Toscana in collaborazione con la REGIONE TOSCANA (accordo di collaborazione Regione Toscana Caritas Toscana 2013/2015 delibera GR 760/2013) si evidenziano i dati che seguono in relazione alle aree di intervento del progetto DISAGIO E POVERTA PISTOIA SINTESI GRAFICA DEI DATI OSSERVATORIO REGIONALE CARITAS LA DIOCESI DI PISTOIA Tra il 2009 ed il 2013 la Caritas diocesana di Pistoia, in riferimento al territorio diocesano, ha rilevato un forte aumento del disagio delle persone. Tra il 2008 ed il 2011 si é verificato un aumento del 38,2% delle persone in situazione di disagio socio-economico si sono rivolte ai centri ed ai servizi Caritas. Un aumento rilevante in cui si evidenzia anche un cambiamento del profilo dell' utenza, fino al 2008 le persone incontrate erano circa per il 70 % stranieri e il 30% italiani, per arrivare nel 2011 ad uno stabile 56% stranieri e 44 % italiani. Il cambiamento di profilo non é certamente una semplice questione statistica, ma una vero e proprio cambiamento del panorama dei bisogni e delle risorse delle persone che ha obbligato a cambiare, non solo, la metodologia di ascolto, ma i servizi ed i progetti rivolti alle persone. L'aumento della povertà, il nuovo profilo dei cosiddetti poveri, ha dato inizio a tutta una serie di progetti ed interventi specifici rivolti in particolar modo ad un ascolto specifico e particolarmente attento alle questioni finanziarie, agli aspetti emotivi relativi all'impoverimento ed agli stili di vita. Il processo di adeguamento ai nuovi bisogni é, tuttavia, lento rispetto alle richieste delle persone, che nel giro di qualche anno non solo sono notevolmente aumentate, ma sono più presenti nei centri con richieste di accompagnamento e di ascolto quotidiano dei loro problemi. Tra il 2008 ed il 2013 il numero delle visite delle persone che si

3 Allegato B) rivolgono ai Centri d'ascolto é aumentato del 14,4%. In forte aumento anche il numero delle persone accolte nella mensa Don Siro Butelli, non più solamente senza fissa dimora, ma persone sole, famiglie, in gravi difficoltà economiche da non poter sopperire al bisogno primario dell'alimentazione, molte la famiglie che negli ultimi due anni hanno usufruito del servizio di pasto, la distribuzione di pasti pronti alla mensa. Altro aspetto che si rileva é il bisogno di inclusione sociale come risposta al rischio di emarginazione dovuto all'improvviso impoverimento, vissuto come perdita di dignità e come depressione delle capacità sociali. In particolar nel Centro Mimmo, é stato attivato un progetto di inclusione sociale e di elaborazione di nuovi stili di vita sia come percorsi di riuso sia come gestione dell'economia domestica. In relazione agli stili di vita é stato prodotto uno guida ai consumi plurilingue. Dal 2010 é attivo a livello diocesano, in collaborazione con altri enti, il Fondo Famiglia Lavoro, che sostiene economicamente famiglie provate dall'improvviso perdita di lavoro e che abbiano alcuni specifici requisiti. Le risorse a disposizione Risorse messe in campo dalla Caritas Diocesana per far fronte a questi bisogni e richieste: Oltre alla sede della Caritas Diocesana, sul territorio sono presenti 5 centri d'ascolto zonali, numerose Caritas parrocchiali, centri distribuzione e mensa che collaborano attivamente e quotidianamente con il centro d'ascolto diocesano. Riguardo invece alle risorse umane, le risposte sono diversificate in base al livello di servizio prestato all'interno della Caritas Diocesana: i volontari hanno evidenziato la conoscenza delle risorse umane interne nel volontariato stesso, nella presenza degli operatori impiegati in sede e nella disponibilità di alcuni avvocati per consulenze legali gratuite in base alle necessità. Gli operatori hanno messo in evidenza, oltre alle risorse già menzionate, la possibilità per alcune persone segnalate dal centro d ascolto di essere inserite in percorsi di volontariato, sulla base di progetti personalizzati e concordati con i servizi sociali territoriali: l intento fortemente educativo consente alle persone di mettersi in gioco e impegnarsi attivamente in un servizio. L'obiettivo è quello di rendere dignità alle persone, che in qualche modo restituiscono l'aiuto ricevuto tramite un'attività di volontariato. Altre risorse cui il centro diocesano attinge sono i ragazzi in servizio civile o che hanno scelto di vivere un anno di volontariato sociale, oltre alla collaborazione con cooperative e associazioni del terzo settore che possono mettere a disposizione della Caritas altre figure professionali, come psicologi e operatori sociali. Il lavoro di rete Per quanto concerne il lavoro di rete sul territorio, si focalizza l attenzione sul rapporto con le istituzioni, quasi identificate con i servizi sociali del comune di Pistoia, sebbene chi svolge servizio volontario non abbia contatti diretti con le

4 Allegato B) assistenti sociali. I pareri riguardo al livello di comunicazione con i servizi sociali protendono verso una visione abbastanza positiva, eccetto due casi che lo definiscono a volte molto difficoltoso e non sempre proficuo. In generale la sensazione è quella di un riferimento molto importante, di cui non si può fare a meno. Il programma informatico Lotus/Mirod, permette non solo il collegamento tra la Caritas Diocesana e i suoi centri anche più periferici, ma è in parte anche consultabile dal servizio sociale comunale di Pistoia e di altri comuni della Diocesi. A sua volta l'omologo programma informatico per i servizi sociali della provincia di Pistoia è consultabile in alcune sezioni da parte degli operatori della Caritas, diventando uno strumento utilissimo per l individuazione puntuale degli interventi e la verifica dei progetti personali che coinvolgono Caritas e servizi sociali territoriali. Il livello delle collaborazioni viene considerato come informale, in quanto visto in relazione al mondo parrocchiale o dei centri di ascolto zonali. Le occasioni più formali riguardano eventualmente gli incontri formativi. Risulta quindi naturale che i mezzi di comunicazione fra le varie risorse coinvolte siano quelli più immediati: il telefono, la posta elettronica, l incontro di persona. Quando vengono elaborati dei progetti condivisi come con il Comune, la Misericordia, il Volontariato Vincenziano, cooperative sociali o altre associazioni, le azioni vengono delineate in modo formale mediante una sottoscrizione delle parti coinvolte. Le difficoltà, i rischi, le motivazioni nel servizio Si evidenziano le difficoltà identificate con l'impossibilità di rispondere alla mole delle richieste che quotidianamente vengono sottoposte all'attenzione del centro d'ascolto riguardo soprattutto il lavoro e l'alloggio. Come è facile intuire, spesso questi due problemi vanno di pari passo: la mancanza di lavoro e quindi di un reddito rende impossibile il mantenimento di un alloggio. In particolar modo è sottolineato come nella città di Pistoia negli ultimi anni si stia assistendo a un sempre maggiore numero di sfratti. Di fronte a questo senso di inadeguatezza però, almeno in questa sezione, non emerge un chiaro senso di rassegnazione o sconfitta, si rileva piuttosto un prendere atto della situazione reale, nella consapevolezza che le risposte che vengono offerte, a volte anche quelle negative, sono le risposte che attualmente è possibile dare. Questa visione è avvalorata dalla convinzione di offrire un servizio di ascolto di buon livello, capace di mettere le persone incontrate a proprio agio e di instaurare dei buoni rapporti che favoriscono l apertura e il dialogo. Questi percorsi permettono un educazione delle persone ad essere in qualche modo protagoniste del proprio recupero, anche laddove i tempi siano lunghi e sia purtroppo facile il pericolo di cadere o ricadere nello scoraggiamento. Gli intervistati sottolineano alcuni rischi cui un operatore, sia esso professionale o volontario, può andare incontro: la fretta nel dare una risposta al problema espone ad interventi poco utili che facilitano soltanto l assistenzialismo senza promuovere la persona; anche il mancato coordinamento sulle linee guida fra Caritas centrale e centri periferici apre al pericolo di ridurre il proprio servizio a

5 Allegato B) un erogazione di pacchi alimentari o denaro. Gli ostacoli principali rimangono la mancanza di risorse economiche e umane per garantire un aiuto più capillare. Ed è in questa situazione che emerge da parte degli intervistati la sollecitazione forte che questa incapacità provoca in loro, facendo percepire il senso di impotenza ed il pericolo della frustrazione. Le motivazioni sono abbastanza varie, in base alla sensibilità personale di ciascuno. Vengono sottolineati aspetti quali il collegamento con l equipe della Caritas diocesana e il sentirsi un gruppo compatto intorno a questa, amalgamando le diverse personalità che sono sicuramente una ricchezza, ma che a volte possono dar luogo anche a difficoltà; la disponibilità e la flessibilità nel servizio da parte di operatori e volontari nell andare il più possibile incontro alle esigenze delle persone che frequentano i centri di ascolto; la consapevolezza che si tratti di un importante servizio per la città, riconosciuto anche a livello istituzionale. Anche la possibilità di stabilire delle relazioni di prossimità con le persone accolte è motivo di forza e sostegno, considerando i piccoli passi che volta per volta si riescono a percorrere in alcune situazioni raggiungendo semplici ma significativi traguardi. L opportunità che viene data a chi opera nella Caritas, come ricorda uno degli intervistati, è quella di poter gettare un occhio particolare sugli aspetti del disagio e della povertà che il più delle volte rimangono nascosti o che vengono presentati dai mezzi di comunicazione in modo generale, senza darne la reale portata e il reale impatto sulla vita sociale. Conclusioni A fronte di tutti gli elementi di negatività rilevati, emergono però anche aspetti positivi: molto sentita è la capacità di instaurare dei rapporti di cordialità e amicizia con le persone che arrivano ai centri, nella misura in cui queste relazioni non diventano vincolanti, condizionando poi le scelte dell operatore o del volontario. Il senso di gratitudine, di sentirsi comunque utili, anche avendo offerto solo l ascolto, diviene una forte spinta a procedere nel servizio: un elemento che sostiene il servizio è la capacità di stabilire relazioni umane significative, in uno spirito di accoglienza, il sentirsi dire sto un pochi-no meglio dopo che ho parlato con te.... L incontro con chi viene al centro d ascolto assume però un significato pieno quando questa dimensione viene illuminata dalla luce del Vangelo e dalla figura di Gesù: prima di iniziare il nostro servizio facciamo sempre un momento di preghiera, con una invocazione allo Spirito Santo; questo ci aiuta molto, ci rende più capaci di accogliere e ci consente anche di coinvolgere chi viene per essere ascoltato, perché lasciamo a tutti la possibilità di partecipare alla preghiera. Questo tipo di sensibilità emerge con più forza negli ambienti parrocchiali, specie in quelli dove i parroci sono molto attenti alla cura pastorale degli operatori della carità e si fanno mediatori fra chi opera al centro e la comunità parrocchiale, in particolare durante le assemblee domenicali. Per la Caritas diocesana questo rappresenta un forte stimolo ad intra, ma anche una proposta da allargare ad altre parrocchie.

6 Allegato B) 6) Obiettivi del progetto: Il Progetto si allinea agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile, affermando l impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l esperienza proposta abbia come finalità ultima l attenzione ai giovani coinvolti nel Progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO a. Migliorare la qualità dei servizi di accoglienza e di ascolto partendo sempre dalla centralità della persona e garantendo oltre ad informazioni e competenza, la costruzione di un rapporto di fiducia nel tempo. b. Migliorare la rilevazione dei bisogni e la capacità di risposta della nostra rete e l analisi per riorganizzare i servizi sulla base dei bisogni emergenti. c. Sostenere in particolare le famiglie in disagio sociale o colpite dalla crisi, offrendo supporto per la gestione delle necessità quotidiane, alla funzione di genitorialità all integrazione. OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Aumentare la capacità di ascoltare i bisogni dell utenza che sta crescendo in termini numerici, riorganizzando i servizi in rete. Attivare procedure di aiuto condivise in rete con i servizi pubblici e gli attori del provato sociale del territori.

7 Allegato B) Promuovere l attivazione di percorsi personalizzati integrati e condivisi con la rete dei servizi pubblici e del privato sociale di orientamento, proposta e accompagnamento per indicare, progettare e sostenere la costruzione di un futuro per le persone che ci interpellano a partire dai bisogni espressi. Elaborazione più completa del rapporto annuale accoglienza della Caritas diocesana di Firenze denominato Profili fragili che contribuisca/confluisca nel Dossier annuale Povertà regionale. Migliorare il sostegno alle famiglie sia per le emergenze materiali sia per la gestione del rapporto educativo con i figli. OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE OBIETTIVO SPECIFICO 2: ATTIVITA DI SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE Colloqui di incontro e conoscenza degli utenti dei cda che potrebbero essere ospitati nelle accoglienze Potenziamento della capacità di accoglienza per utenti. Indicatori: a) potenziamento dell attività dei accoglienza degli ospiti b) inserimento di 2 nuovi volontari per l accoglienza Riduzione del 10% dei tempi di attesa attraverso la riorganizzazione della rete e il decentramento a Centri di ascolto periferici aperti in giorni ed orari diversi (aumento colloqui). Sostegno e verifica alla stesura e attuazione del proprio progetto di accoglienza per 6 o 12 mesi Sostegno al Potenziamento e recupero delle capacità relazionali degli ospiti con i propri familiari e amici Indicatori: Sviluppo di percorsi individualizzati (sostegno a ricerca lavoro, ricerca casa, gestione economica, rete relazionale), in base al bisogno rilevato per 15 singoli ospiti Organizzazione e attuazione di fine settimana di volontariato per ragazzi di gruppi parrocchiali Attività di informazione durante gli incontri di tutte le Caritas Parrocchiali Indicatori: N. fine settimana di volontariato per ragazzi organizzati N. attività di informazione realizzate durante gli incontri Caritas Parrocchiali Differenziazione dei servizi offerti in funzione del

8 Allegato B) bisogno espresso e coinvolgimento attivo delle persone alla costruzione del loro progetto personalizzato OBIETTIVO SPECIFICO 3: ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE - attivazione di tirocini formativi con borsa lavoro per almeno 40 utenti - Inserire in corsi di formazione professionale 15 utenti - favorire l uscita dalle strutture di accoglienza con l attivazione di almeno 15 percorsi di autonomia abitativa e dunque l aumento del tasso di ricambio nelle strutture. -presa in carico medico/psicologica di 50 persone Differenziazione dei servizi offerti in funzione del bisogno espresso: - Riduzione del 20% dei tempi di attivazione della rete pubblica. (Servizi sociali, centri per l impiego, pratiche pensionistiche e/o invalidità, servizi comunali per minori, servizi scolastici, servizi sanitari.) - garanzia per almeno 50 utenti un sostegno economico (pagamento delle bollette, sostegno pagamento affitto) con attivazione della rete; - soddisfare la fornitura abiti e alimenti per 150 richieste. Ulteriori obiettivi specifici potranno essere individuati durante la fase di realizzazione del progetto, tenendo conto delle priorità che si presentano nelle singole sedi del progetto. 7) Definizione sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei giovani in servizio civile: 7.1 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell ente. Numero Professionalità n. 10 operatori DIPENDENTI (full time e/o part time), con funzioni di Responsabili che coordineranno le attività e il personale coinvolto nelle sedi del progetto n. 30 VOLONTARI generici, con funzioni di collaboratori che garantiscono l apertura delle sedi, accolgono gli utenti, operano nelle singole attività previste dal progetto

9 Allegato B) n. 5 STAGISTI E/O TIROCINANTI delle Università che partecipano al progetto attraverso un apposita convenzione stipulata con le singole Caritas che partecipano al progetto n.10 VOLONTARI, con funzioni di collaboratori e formatori per le attività di sostegno al progetto 7.2 Ruolo ed attività previste per i giovani in servizio civile nell ambito del progetto. I giovani del servizio civile regionale, supporteranno il personale sopra indicato nelle attività previste dal progetto, con particolare riferimento agli obiettivi individuati come prioritari. ATTIVITA GENERALI DEL PROGETTO: Apertura concordata dei centri periferici per garantire la copertura del territorio. Attività a1.1:lavoro in rete con i centri di ascolto territoriale Ascolto con utilizzo e aggiornamento di schede utenti condivise in rete con sistema unico dati centro di ascolto diocesano. Azione generale a1: Rete centri di ascolto Attività a1.2: Differenziazione dei servizi offerti: centro diocesano e centri territoriali Fornitura di servizi base: tessera mensa, richieste contributi. Attivazione Servizio Segretariato, accompagnamento formativo e all orientamento, procedure pensionistiche, bonus farmacia, bonus ferroviari, concessione contributi. nvio concordato ad altre strutture della rete: ambulatori medici, centri di distribuzioni per donne e minori, servizi legali, distribuzione pacchi viveri, distribuzione vestiario.

10 Allegato B) Attività a2.1:attivazione dei servizi territoriali Contatto con i servizi territoriali di competenza per i residenti per attivazione dei servizi e procedure degli enti pubblici (Siast, Asl, Sert, Centri di salute mentale, dormitori pubblici, Questura, Centri per l impiego). Azione generale a2: Attivazione Rete territoriale pubblico privato Attività a2.2: Inserimento in strutture di accoglienza territoriali Accompagnamento per primi colloqui e affidamento al pubblico. Inserimento nelle strutture di accoglienza pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Inserimento nelle strutture di accoglienza gestite autonomamente dal privato sociale ( ordini religiose, accoglienze parrocchiali). Azione generale b1: Miglioramento rilevazione bisogni Attività b1.1:cura e revisione delle schede di ascolto e accoglienza inserite nel Compilazione accurate di tutti i campi previsti dalla scheda informatizzata per i nuovi colloqui di ascolto di ascolto e revisione delle schede già aperte con completamento dei campi mancanti.

11 Allegato B) database generale Completamento del quadro inserendo anche dati relativi ai bisogni espressi con inserimento di informazioni su accoglienza nelle strutture pubbliche o gestite dal privato sociale in convenzione per senza dimora, malati cronici e/o terminali,tossicodipendenti, malati in Hiv+ e Aids, donne con o senza minori. Attività b.1.2. Elaborazione dei dati quantitativi e focus qualitativi Analisi dei dati e scelta dei focus qualitativi da realizzare con il supporto tecnico scientifico dell Osservatorio delle povertà e risorse diocesano. ATTIVITA DEI GIOVANI IN SERVIZIO CIVILE: OBIETTIVO OBIETTIVO SPECIFICO 1: AMPLIAMENTO DEI SERVIZI OFFERTI DALLE SEDI OPERATIVE DESCRIZIONE GENERALE Partecipa coinvolgendosi sempre di più nella gestione, costruzione e diffusione dell attivazione dei servizi, facendosi carico in prima persona della sua gestione. Manterrà informato il responsabile del centro sull andamento dei percorsi individuali attivati, ponendosi come interfaccia tra l utente del servizio preso in carico e l apparato burocratico circostante Sarà coinvolto attivamente nella mappatura delle iniziative esistente e prenderà parte all ideazione di nuovi canali. ATTIVITA SPECIFICA a. Accoglienza dell utenza dei servizi b. Colloquio di orientamento c. Invio ai servizi a. Inserimento dati b. Report delle singole attività c. Partecipazione alle equipe di coordinamento a. Analisi e lettura dei dati b. Collaborazione con la Rete Regionale dell Osservatorio Sociale c. Riunioni di

12 Allegato B) OBIETTIVO SPECIFICO 2: ATTIVITA DI SUPPORTO AGLI OPERATORI DELLE SEDI OPERATIVE OBIETTIVO SPECIFICO 3: ATTIVAZIONE DI PERCORSI DI INCLUSIONE SOCIALE Supporta l attività degli operatori dei servizi, assicurando un offerta più ampia possibile. Raccoglie informazioni utili all orientamento dell utenza e le mette a disposizione dell utenza stessa e degli operatori del centro Aiuterà gli operatori nella mappatura e nel coinvolgimento delle altre realtà locali al fine di svolgere un servizio uniforme ed esaustivo Attiverà percorsi di inclusione sociale, sotto il controllo dei responsabili dei centri coinvolti, al fine di garantire un costante supporto alle persone prese in carico Contribuirà fattivamente alla organizzazione di incontri, riunioni e d attività informative, in accordo con le necessità del centro ospitante e dei suoi utenti coordinamento istituzionale a. Ampliamento dell orario di apertura dei servizi b. Presa in carico dei singoli casi a. Collegamento tra servizi pubblici e privati b. Raccolta delle risorse presenti sul territorio c. Accompagnamento ai servizi d. Ricognizione dei singoli utenti da inserire nei servizi e. Partecipazione alla stesura di percorsi individuali a. Incontri di sensibilizzazione animazione del territorio I giovani del servizio civile regionale potranno essere impiegati in mansioni particolari, attinenti al progetto, che prevedono l utilizzo di mezzi dell ente e lo spostamento temporaneo dalla sede di servizio per particolari necessità (es. servizi domiciliari, accompagnamento, tutoraggio e rilevamento di bisogni specifici). 8) Numero dei giovani da impiegare nel progetto (min. 2, max. 10): 6 9) Eventuale numero ulteriore di soggetti da impiegare (non superiore al 50% di quelli indicati al precedente punto 8) che l'ente intende autonomamente finanziare, 0

13 Allegato B) impegandosi ad anticipare alla regione le somme necessarie per l'intera copertura delle relative spese prima dell'avvio dei giovani in servizio: 10) Numero posti con vitto: 0 11) Numero posti senza vitto: 6 12) Numero ore di servizio settimanali dei giovani (minimo 25, massimo 30): 30 13) Giorni di servizio a settimana dei giovani (minimo 4, massimo 6) : 5 14) Eventuali particolari obblighi dei giovani durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto e ai corsi di formazione residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell esperienza di servizio civile con la Caritas e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinalemensile) e previsti con momenti residenziali anche fuori dal comune e dalla provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione e sensibilizzazione.

14 15) Sede/i di attuazione del progetto (1): N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo (compresa eventuale partizione interna) N. giovani per sede (2) 1 CARITAS DIOCESANA PISTOIA PISTOIA VIA PUCCINI CENTRO MIMMO PISTOIA VIA DEL BOTTACCIO MENSA DON SIRO BUTELLI PISTOIA VIA SAN PIETRO (1) le sedi devono essere individuate esclusivamente fra quelle indicate in sede di iscrizione/adeguamento all'albo degli enti di servizio civile regionale, riportando la stessa denominazione e indirizzo (compresa l'eventuale ripartizione interna, es. scala, piano, palazzina, ecc) indicate sulla procedura informatica SCR. (2) il numero complessivo di giovani di questa colonna deve coincidere con il numero indicato al precedente punto 8)

15 16) Nominativo operatore di progetto per singola sede (almeno uno per sede): Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Dati OP Corso di aggiornamento* CARITAS DIOCESANA PISTOIA CENTRO MIMMO MENSA DON SIRO BUTELLI PISTOIA PISTOIA PISTOIA VIA PUCCINI 36 VIA DEL BOTTACCIO 19 VIA SAN PIETRO 36 EGISTO CARDARELLI CRDGST44B29C556H GIOVANNI CERRI 04/07/1986 CRRGNN86L04D612B SARA LUPI 18/09/1978 LPUSRA78P58D403C CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA CORSO CRESCIT c/o CARITAS TOSCANA In allegato CURRICULUM con copia di un documento di identità e codice fiscale leggibili * Se non svolto: si impegna a svolgerlo entro l'anno: SI NO 17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile regionale: L azione di promozione del servizio civile regionale rientra in un iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile di Caritas. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE REGIONALE a) Attività informatica: Sito Caritas Toscana b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Pubblicazioni su riviste e giornali (Toscana Oggi, settimanale delle diocesi Toscane) In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, presentazione pubblica del rapporto annuale.

16 c) Spot Radio Spot promozionali su Radio Toscana ( d) Incontri sul territorio In collaborazione con la Conferenza Regionale Enti per il Servizio Civile (CRESCIT), di cui la Caritas Toscana è socia, giornata regionale del servizio civile in Toscana. ATTIVITA DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE a) Attività informatica: Sito delle singole Caritas diocesane. b) Attività cartacea: Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Elaborazione di volantini e diffusione di Cd sulle attività c) Spot Radio e TV Spot promozionali su Radio Toscana ( e Tele San Domenico ( d) Incontri sul territorio Incontri con parrocchie, scuole, associazioni del territorio Il totale delle ore di sensibilizzazione e promozione del servizio civile regionale ammonta a 42 ore. 18) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati di progetto: Le attività di monitoraggio sono rivolte a rilevare le attività di progetto che si realizzano: 1. in riferimento a quanto previsto per il raggiungimento degli obiettivi inerenti i beneficiari del progetto. 2. in riferimento a quanto previsto per i giovani che vi partecipano Per quanto concerne il punto 1, le attività del progetto sono monitorate tramite rilevazione svolta dagli operatori di progetto per mezzo di una scheda di rilevazione compilata su base bimestrale.

17 Per quanto concerne il punto 1) si utilizzano gli strumenti seguenti. Strumenti per i VOLONTARI - Tre questionari ai volontari - Colloqui individuali dei ragazzi con il responsabile servizio civile di Caritas e gli op. Oggetti del colloquio: verifica del servizio; formazione generale (Caritas) e specifica; la relazione nel gruppo. Frequenza: almeno 3 volte l anno con il responsabile servizio civile di Caritas, almeno mensile con gli op; - riunioni di confronto e verifica al 6 mese per condivisione problematiche trasversali emerse dai questionari. Partecipano i responsabili e i formatori. Strumenti per gli OPERATORI DI PROGETTO - Incontro di inizio servizio (entro il 1 mese) tra il referente di Caritas e l op al fine monitorare le fasi di inserimento/accompagnamento; - Questionario al 4 mese - Incontro al 6 mese: restituzione e confronto su dati questionari volontari e questionari op. Partecipano anche i formatori. - Questionario a fine servizio entro 1 mese dalla conclusione del servizio. - Incontro finale per condividere le valutazioni sugli aspetti più importanti. Partecipano anche i formatori. Strumenti per i FORMATORI - Questionario di fine percorso per la valutazione complessiva della formazione generale, specifica e la formazione agli op. - Scheda registro presenze corsi formazione generale. - Scheda monitoraggio contenuti e metodologie dei corsi di formazione generale. 19) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge regionale 25 luglio 2006, n. 35: NESSUNO 20) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive utilizzate per l'acquisto di beni o servizi destinati ai giovani in servizio: Ai giovani selezionati per il servizio civile l ente CARITAS TOSCANA garantisce i seguenti percorsi di formazione, sostenendo i costi di iscrizione e frequenza.

18 a) Formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, che consente al Datore di Lavoro di assolvere gli obblighi previsti dal D.lgs 81/08 - art 37 in materia di prima formazione ed aggiornamento dei propri lavoratori, così come individuati dall'art. 2 del Decreto Legislativo 81 del 2008 e secondo i contenuti e la durata previsti dall'accordo Stato Regioni del 21/12/2011. b) Formazione su emergenze antincendio, per attività a rischio basso, con lo scopo di ottemperare all'obbligo di formazione previsto dal D.Lgs. 81/2008 e dal D.M. 10 marzo Come dettato dal Decreto Legislativo n. 81/2008, i lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. c) Formazione di primo soccorso, mirata a fare acquisire le nozioni relative al primo intervento interno e all'attivazione degli interventi di pronto soccorso. d) Formazione alimentaristi ex HACCP, volto a fornire le competenze necessarie per individuare le più opportune procedure di prevenzione dei rischi che si possono manifestare durante il processo produttivo di generi alimentari oltre ad apprendere come eliminare i principali pericoli per la salute dei consumatori. 1) Formazione per operatori interculturali, mirata a coinvolgere e responsabilizzare i giovani sui temi dell immigrazione, della diversità, dell accoglienza promuovendo una cultura orientata alla pace, alla mutualità, alla convivenza, promuovere un dialogo basato sulla partnership, sul riconoscimento reciproco, attraverso l incontro tra generi, culture, aiutare gli aspiranti volontari a prendere maggiore consapevolezza di aspetti del proprio sé, che possono essere di aiuto anche nell incontro con l altro, migliorando l efficacia degli interventi di aiuto. I corsi sono tenuti da personale qualificato e prevedono il rilascio di un Attestato di Frequenza, rilasciato da Agenzia Formativa Accreditata. TABELLA DEI COSTI DI ISCRIZIONE INDIVIDUALE A CIASCUN CORSO TITOLO CORSO Durata CORSO Costo in h ISCRIZIONE 1 Sicurezza nei luoghi di lavoro Emergenze anticendio Primo soccorso Alimentaristi ex HACCP Operatori Interculturali Totale

19 In allegato preventivo dell agenzia formativa titolare del corso. 21) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l attuazione del progetto: In ogni sede saranno messi a disposizione le seguenti: Risorse tecniche e strumentali previste Stanza colloqui, scrivania, sedie, cancelleria, penne. 2 computer con accesso internet, 2 stampanti, bacheca, pennarelli, puntine Viveri, alimenti per l infanzia (forniti da Coop e Banco Alimentare), vestiario usato, scarpe, bagno per docce e igiene personale, buoni mensa. Stanza/magazzino e banco di legno per la distribuzione. Automezzo per trasporto Scheda cartacea regionale Caritas, scrivania, penne, schedari con chiave a chiusura Software Mirod-Lotus Notes, manuale di spiegazione della Caritas regionale, computer con accesso internet Computer accesso internet, programmi informatici elaborazione dati, mailing list, telefono Stanza colloqui, documentazione per parametri di riferimento quali: individuazione Minimo Vitale INPS per l anno in corso, parametri di lettura ISEE. Accesso internet Rubrica telefonica con i numeri di riferimento utili, telefono CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI 22) Competenze e professionalità acquisibili dai giovani durante l espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae: COMPETENZE E PROFESSIONALITA CERTIFICATE DALL ENTE PROPONENTE IL PROGETTO Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile Regionale è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Toscana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio. Inoltre la singola Caritas diocesana responsabile del progetto rilascia su richiesta dell interessato e per gli usi consentiti dalla legge una ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata.

20 Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Toscana: - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle attività organizzate dall associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai risultati da raggiungere - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza - Lavorare in team per produrre risultati collettivi - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell ambito di sistemi e procedure già calibrati e condivisi - Collaborare con il Personale dell Ente e con i colleghi. COMPETENZE E PROFESSIONALITA CERTIFICATE DALL ENTE TERZO SOLIDARIETA CARITAS ONLUS (agenzia formativa riconosciuta dalla Regione Toscana) come da convenzione allegata COMPETENZE SPECIFICHE - Conoscere i principali aspetti della normativa sull immigrazione. - Sapere promuovere attività socio-culturali per la sensibilizzazione del territorio. - Saper progettare interventi di rete atti alla reintegrazione dell immigrato nel contesto sociale di origine. - Conoscere le condizioni sociali, politiche e culturali del Paese di provenienza del profugo. - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l integrazione dei singoli e dei gruppi. - Essere in grado di accompagnare e supportare l individuo nell attività di ricerca e studio. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di ricostruzione della rete relazionale. - Possedere capacità di accoglienza e di ascolto di persone straniere (minori e adulti) provenienti da qualsiasi paese. - Possedere capacità di relazione con persone di culture diverse. - Possedere capacità di accompagnare i minori stranieri nelle attività di animazione e socializzazione. - Possedere capacità di accompagnare le persone straniere (minori e adulti) nel processo di integrazione sociale. - Possedere capacità di mediazione culturale e di confronto.

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