O ATTORI. Serena Rubechini, Marina Thellung

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1 SPAZIO PERSO ALE E RUOLI: U CO FRO TO TRA ATTORI E O ATTORI Serena Rubechini, Marina Thellung Artiterapie, vol.5/6, pp. 8-12, 2002, Roma Abstract: Nella presente ricerca intendiamo verificare come, secondo il Modello Bioesistenzialista di Ruggieri (1997, 2001), i processi immaginativi abbiano un ruolo fondamentale nell organizzazione delle esperienze postural-spaziali. E infatti l immaginazione che organizza la postura, e questa a sua volta organizza lo spazio. Uno spazio psicologico con coordinate reali e quindi un esperienza fondamentale per la costruzione dell identità, definita come la corrispondenza tra la rappresentazione che il soggetto ha di sé e la concreta esperienza corporea. L identità è sempre composta da differenti subidentità ognuna delle quali è legata ad un ruolo. L autorappresentazione immaginativa organizza per ogni ruolo una diversa postura ed ogni postura è sempre un atteggiamento postural-spaziale che va a modulare lo spazio che il soggetto percepisce suo. Abbiamo ipotizzato che la percezione dello spazio personale sia differente in attori e non attori, e che l immaginazione di diversi ruoli possa modificare il proprio spazio. Abbiamo pertanto indagato se e come i soggetti di due gruppi (30 attori e 30 non attori) percepiscono lo spazio personale. Se percepito con un estensione quantificabile, veniva misurato dallo sperimentatore con un metro estraibile E stato successivamente chiesto ai soggetti di immaginare di assumere due differenti ruoli (allenatore e atleta). A chi riusciva a identificarsi nel ruolo proposto veniva chiesto nuovamente di descrivere il proprio spazio. I risultati sembrano confermare le ipotesi: attori e non attori percepiscono lo spazio personale in modo differente; e le esperienze immaginative determinano una diversa immagine di sé con conseguente cambiamento del proprio spazio. Introduzione In questo lavoro intendiamo verificare l ipotesi di una relazione tra spazio personale e assunzione di ruoli, inoltre ipotizziamo che le eventuali relazioni tra forme e dimensioni dello spazio personale e ruoli siano differenti in un gruppo di attori e uno di non attori. Lo spazio personale è un concetto psicofisiologico originale, quantificabile, elaborato in ambito psicofisiologico clinico (Ruggieri, 2001; Ruggieri e Thellung, 2000) ed è definito come una ben delimitata e circoscritta area che, estendendosi oltre i confini corporei, circonda il corpo dell individuo; uno spazio psicofisiologico, che definisce l area di operatività della persona e che è misurabile partendo da coordinate egocentriche. Un involucro o barriera protettiva, dunque, a molteplici valenze e significati psicologici, uno spazio che si sgancia dal concetto di spazio personale studiato da numerosi autori, principalmente nell ambito della psicologia sociale, (Horowitz e coll., 1964; Argyle e Dean, 1965; Little, 1965; Bonino e coll. 1978; Hayduk, 1983, 1994; Remland, 1995; Sinha, 2000) da un punto di vista prettamente relazionale e misurato in rapporto alle distanze che il soggetto interpone tra sé e l altro. Tra questi Hall (1966) ha analizzato lo spazio in termini di prossemica, cioè la distanza interpersonale definita come una bolla o una piccola sfera protettiva che un organismo mantiene tra sé e coloro che lo circondano e che varia in ampiezza in funzione del tipo di rapporto interpersonale in cui l individuo si trova coinvolto. Horowitz, Duff e Stratton (1964) lo hanno definito body buffer zone, o zona cuscinetto, una bolla che si restringe e si dilata sempre con funzione relazionale. La prospettiva che ha infatti assunto particolare rilievo in tali studi è stata quella che ha considerato non tanto la costruzione e la rappresentazione dello spazio da parte dell individuo, quanto la distanza tra sé e gli altri nelle diverse interazioni sociali. Secondo il Modello Bioesistenzialista di Ruggieri l esperienza dello spazio coincide in gran parte con

2 l esperienza della realtà (Ruggieri, 1997, p.113), e lo spazio, che definisce la realtà, è un processo psicofisiologico attivo messo in atto dal soggetto stesso attraverso un operazione di sintesi, prodotta dal sistema nervoso centrale, delle informazioni sensoriali provenienti dalla periferia del corpo. L esperienza dello spazio è infatti un esperienza sinestesica resa possibile dalla confluenza delle diverse informazioni sensoriali (visive, uditive, tattili, olfattorie, termiche, propriocettive). Le informazioni sensoriali e le tensioni muscolari consentono al soggetto di percepire il corpo come un unità spaziale, e questo senso di unità rappresenta la base sia dell organizzazione dello spazio personale che dello spazio ambientale. Possiamo dunque affermare che il corpo rappresenta il primo spazio (ibidem) e che la percezione attiva di quest ultimo può essere considerata in relazione al rapporto tra spazio esterno e spazio proprio del soggetto. E un processo dinamico, complesso, che coinvolge l individuo nella sua totalità, e quindi un esperienza fondamentale per la formazione della struttura dell Io e del senso di identità. L immaginazione assume, in tale processo, un ruolo centrale. E infatti l immaginazione del proprio corpo che organizza la postura stessa (Ruggieri, 2001), e quindi l organizzazione dell esperienza corporea-spaziale, sempre prodotta dall immaginazione elaborata corticalmente. La postura è così la base per l organizzazione dello spazio, che diventa uno spazio psicologico con coordinate reali che consentono un processo di organizzazione visuo-postural-spaziale. In altri termini schemi corticali organizzano modi di essere del corpo e la costruzione dell immagine corporea si costituisce in base alla modalità di occupare fisicamente lo spazio (Ruggieri, 1994 pag. 89). L immagine del proprio corpo non è quindi una rappresentazione di sé statica ma dinamica, è una rappresentazione di sé nello spazio L identità, che Ruggieri (2001, p.75) definisce come la corrispondenza tra l autorappresentazione che il soggetto ha di sé e la concreta esperienza corporea, è composta da differenti sub-identità. Il soggetto elabora, a livello corticale, una rappresentazione visuo-spaziale della propria postura come risultato delle autorappresentazioni di sé in ruoli differenti. Secondo Ruggieri infatti, ogni soggetto assume ruoli (sub-identità dell Io) nei diversi contesti sociali relazionali (padre, marito, figlio, zio, amico, insegnante etc..) ed ogni ruolo è sostenuto dall immaginazione (autorappresentazione) spaziale e relazionale che si esprime attraverso concreti atteggiamenti posturali. L Io è composto da sub-unità e sub-identità ognuna delle quali ha una rappresentazione di sé che il corpo mette in atto (Ruggieri, cit. in Marucci, 2001, p.7). E possibile identificarsi in un dato ruolo solamente se c è una rappresentazione immaginativa posturalspaziale di sé che si esprime in una reale postura. L autorappresentazione immaginativa organizza per ogni ruolo una diversa postura ed ogni postura è sempre un atteggiamento postural-spaziale che va a modulare lo spazio che il soggetto percepisce suo; modificando la postura, infatti, si modifica l immaginario di sé e dunque l immaginario del proprio spazio (Ruggieri, Thellung, Bianchi, in press). In questo rapporto tra identità e identificazione, è utile il riferimento all esperienza teatrale. Tutto il 900 si caratterizza infatti per l attenzione rivolta ai processi propri del teatro quali l identificazione con il personaggio, la percezione del proprio corpo e la costruzione dello spazio scenico. Registi come Stanislawskij (1984), Grotowskij (1972) e Artaud (1964) fanno della formazione dell attore lo scopo principale del lavoro teatrale laddove fine ultimo diventa quello di portare l attore stesso ad avere padronanza del proprio corpo e dello spazio circostante per poter così raggiungere una conoscenza di se stesso e dell immagine che ha di sé. Attraverso l azione, e quindi l esperienza

3 corporea, l attore crea un collegamento tra il suo immaginario e lo spazio esterno e ciò rappresenta un utile strumento per la creazione e il mantenimento del personaggio (Brook, 1968). Nel teatro, infatti, l immaginazione ha un ruolo insostituibile e tanto gli spettatori che gli attori giocano a essere altro, indossando mentalmente, per poco tempo e mai in modo definitivo, altre identità (Ruggieri, 2001, p. 77) Secondo Ruggieri l identità è il risultato di un processo visuo-immaginativo-postural-spaziale che produce una rappresentazione stabile di sé. L attore lavora per avere un identità stabile (raggiungere il miglior equilibrio posturale possibile) e allo stesso tempo flessibile (possibilità di assumere posture diverse). E dunque fondamentale poter integrare la sua postura di base e l immagine che ha di se stesso, con l immaginario e dunque con gli atteggiamenti posturali, del personaggio da rappresentare. Un immaginazione stabile di sé e del proprio spazio, che è alla base dell identità, può consentire così all attore la possibilità di trasformazione espressiva che è sempre una trasformazione postural-spaziale. Sulla base di questi assunti teorici la ricerca si propone di indagare se lo spazio personale viene percepito secondo modalità differenti in un gruppo di attori e in un gruppo di non attori, e inoltre se e come l immaginario spaziale possa modificarsi in seguito all assunzione di ruoli diversi. Metodologia Soggetti Alla ricerca hanno partecipato 60 soggetti, 30 attori (con almeno quattro anni di esperienza di laboratori teatrali) e 30 non attori, metà maschi e metà femmine, di età tra i 20 e i 30 anni (M= 26.26). I soggetti erano tutti nella norma per quanto riguarda peso, altezza e acuità visiva (se presenti, i deficit visivi erano di lieve entità e comunque corretti da lenti). Strumenti Per indagare l esistenza dello spazio personale i soggetti sono stati sottoposti ad una situazione test (Ruggieri e Thellung, 2000) utilizzando la guida di una scheda. Per la misurazione dello spazio in relazione all assunzione di ruolo sono state utilizzate due altre situazioni test. Per le misurazioni dello spazio è stato utilizzato un metro estraibile. Le aree sono state calcolate tramite il programma Excel [formula per l area: sin 45 \2*(d1*d2+d2+d3+ d7+d8+d8+d1)]. Procedura La ricerca si è svolta nel laboratorio di Psicofisiologia Clinica della Facoltà di Psicologia dell Università di Roma La Sapienza. Per la misurazione dello Spazio Personale si è invitato il soggetto a posizionarsi in piedi al centro della stanza e a pensare alla possibile esistenza di uno spazio personale. L istruzione era: Ognuno di noi è collocato in uno spazio idealmente infinito. In concreto c è chi individua e definisce un suo spazio personale. Stando al centro di questa stanza, ritieni che ci sia un tuo spazio personale? In caso di risposta affermativa, veniva chiesto al soggetto di descrivere tale spazio. Se questo veniva percepito con precise coordinate metriche e confini fisicamente individuabili, allora lo sperimentatore lo misurava, con un metro estraibile, in otto direzioni: avanti, dietro, lato destro, lato sinistro, e le quattro diagonali (avanti, destra e sinistra e dietro, destra e sinistra). Successivamente al soggetto è stato chiesto se fosse stato o meno consapevole della concreta estensione e forma del proprio spazio, prima di essere sottoposto alla situazione test.

4 Per verificare se l assunzione di uno specifico ruolo, proposto dallo sperimentatore, potesse o meno modificare lo spazio personale, è stato chiesto al soggetto: Immagina ora di essere chiamato da un regista per interpretare il ruolo di un allenatore di una squadra di atletica. La parte prevede che tu stia preparando i tuoi atleti per una importante gara di salto in alto. La gara è molto importante e tu sei molto esigente e severo. Invitato nuovamente il soggetto a porsi in piedi al centro della stanza, gli veniva chiesto: Riesci ad immaginare questo ruolo? e, in caso di risposta affermativa: Com è ora il tuo spazio? Potresti descrivermelo? Se la descrizione evidenziava un cambiamento dello spazio percepito, lo sperimentatore misurava nuovamente lo spazio. Lo stesso procedimento è stato eseguito per un secondo ruolo, chiedendo al soggetto: Immagina di essere chiamato da un regista per interpretare il ruolo di un atleta. La parte prevede che tu sia vicino al giorno della gara e che ti stia preparando per il salto in alto. La gara è molto importante e l allenatore è molto esigente. In caso di un cambiamento ulteriore nella percezione dello spazio, si è proceduto ad una terza misurazione. Le due esperienze riguardanti l effetto del ruolo sulla percezione dello spazio sono state eseguite in modo casuale. Risultati Dei 60 soggetti su cui è stata effettuata l indagine, 58 hanno affermato di avere uno spazio personale e, tra questi, 44 (22 attori, 22 controllo) lo hanno percepito concretamente e descritto in modo da consentirne una reale misurazione in cm. Dimensione dello spazio personale Analisi descrittiva Media D.s. Err.std. Soggetti Minimo Massino 1,44 m 1,94 0, ,02 10 Confronto tra attori e non attori Dal confronto della differenza tra le medie delle aree dello spazio nei due gruppi, emerge solamente uno tendenza alla significatività (p=0,063) e non una differenza statisticamente significativa. Umpaired test for Dimensioni area spazio personale\ Grouping variable: Gruppi Attori Controllo Media D.s. Media D.s. t p=<.05 Area s.p. 1,98 m 2,47 0,9 m 0,96 1,906 0,063

5 Per quanto riguarda la forma delle aree dello spazio misurato, 26 soggetti hanno percepito uno spazio circolare, 18 uno spazio di forma irregolare. L analisi della distribuzione delle frequenza tra i due gruppi (attori e controllo), tramite il Chi quadro, ha evidenziato una differenza statisticamente significativa (p=0,013). Frequenze osservate Attori Controllo Totale Circolare Non circ Chi square: spazio circolare-gruppi Chi square Df p=<.05 6, ,013 Gli attori percepiscono più frequentemente lo spazio come circolare. Sulla consapevolezza del proprio spazio è stata effettuata con il Chi quadro un analisi delle distribuzione delle frequenze che ha evidenziato un differenza statisticamente significativa (p=0,022) tra attori e non attori. Frequenze osservate Attori Controllo Totale Consapev Non cons Chi square: consapevolezza - gruppi Chi square Df p=<.05 6, ,022 Gli attori sono maggiormente consapevoli del proprio spazio Assunzione di ruoli Dei 60 soggetti, 25 (15 attori e 10 non attori) hanno misurato lo spazio nelle tre situazioni immaginative proposte (spazio personale iniziale, spazio personale nel ruolo di allenatore, spazio personale nel ruolo di atleta). In tutti e 25 i soggetti, per ogni misurazione effettuata, si è verificata una

6 modificazione sia dell estensione che della forma dello spazio. Medie delle tre aree Analisi descrittiva Media D.s. Err. Std. Sogg. Minimo Massimo Area s.p. 1,44 m 1,73 0, ,04 m 10 m Area all. 2,52 m 2,92 0, ,01 m 9,77 m Area atl. 1,82 m 2,73 0, ,01 m 9,78 m Le variazioni dell estensione dello spazio nelle due situazioni di assunzione di ruolo, rispetto allo spazio personale iniziale, non sono state unidirezionali: nel caso dell allenatore, in 16 soggetti lo spazio è aumentato e in 9 è diminuito; nel caso dell atleta, in 15 è aumentato, in 10 diminuito. Sono state effettuate correlazioni (Bravais Pearson) tra le aree dello spazio nelle tre situazioni. Non è emersa alcuna correlazione: l estensione delle tre aree è differente nelle tre misurazioni. Correlazioni tra le tre aree Area Spazio personale Area Atleta Area Allenatore Area spazio personale Area atleta Area allenatore Corr. 1 0,229 0,024-0,270 0, Corr. 0, ,164 0,270-0, Corr. 0,024 0, ,910 0, Da un Anova 3x2 è emersa una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi per quanto riguarda l estensione dell area dello spazio nel ruolo di allenatore (p=0,051), e una tendenza alla significatività nel ruolo di atleta (p=0,072). Analysis of variance 3x2 Attori Controllo Media D.s. Media D.s. F p=<.05 Area s.p. 1,85 m 1,99 0,82 m 1,04 2,236 0,148 Area all. 3,44 m 3,46 1,13 m 0,80 4,24 0,051 Area atl. 2,61 m 3,29 0,61 m 0,54 3,552 0,072 Gli attori, rispetto ai non attori, percepiscono uno spazio più ampio, sia nel ruolo di allenatore che di atleta. Per quanto riguarda la forma delle aree dello spazio nell assunzione del ruolo di allenatore si è verificato in 21 soggetti un restringimento dello spazio posteriore.

7 posteriore nel ruolo di allenatore Analisi descrittiva Uguale Diminuisc. Aumenta Totale Allen Per quanto riguarda invece lo spazio nel ruolo di atleta, in 17 soggetti si è verificato un restringimento dello spazio laterale. laterale nel ruolo di atleta Analisi descrittiva Uguale + stretto + largo Totale Atleta Conclusioni I risultati sembrano confermare entrambe le ipotesi della nostra ricerca secondo cui gli attori percepiscono differentemente il proprio spazio, rispetto ai non attori, sia nell estensione che nella forma, e che l esperienza immaginativa di identificazione in un personaggio produca una modificazione dello spazio personale. Nel confronto tra i gruppi è emerso che gli attori percepiscono il loro spazio più ampio, ne sono maggiormente consapevoli e, in numero maggiore, hanno uno spazio di forma regolare e circolare. Infatti l attore, nel suo training teatrale, lavorando alla presenza scenica, lavora allo stesso tempo sul corpo, sull immaginario e sullo spazio, e quindi alla struttura dell Io. Creare la presenza scenica significa infatti creare lo spazio intorno a sé tramite l immaginazione e l azione, significa esserci, occupare uno spazio con il proprio corpo. Questo spiega perché l attore sia più consapevole del proprio spazio, abbia uno spazio regolare, circolare e più ampio. Per quanto riguarda l ipotesi relativa ad una modificazione dello spazio personale in relazione all assunzione di ruoli differenti, l analisi del fenomeno sembra dimostrare che tale modificazione esiste: in tutti i soggetti, infatti è cambiata la percezione del proprio spazio, sia nell estensione che nella forma. Ciò avvalorerebbe l assunto teorico, sostenuto precedentemente (Ruggieri, 2001), secondo cui l Io è un insieme di autorappresentazioni di ruolo, ognuna delle quali traspare attraverso il corpo che assume un concreto atteggiamento posturale e, quindi, una sua concretezza spazio-temporale. L autorappresentazione immaginativa infatti organizza per ogni ruolo una diversa postura con relativo atteggiamento postural-spaziale che va a modulare lo spazio percepito dal soggetto. In particolare nel confronto tra i due gruppi, si evidenzia che per gli attori, nell assumere i due ruoli proposti, lo spazio diventa più ampio rispetto a quello misurato inizialmente. E interessante porre attenzione ai cambiamenti della forma dello spazio personale nell immaginare i due differenti ruoli. Nel ruolo di allenatore, in un numero considerevole di soggetti, si è verificato un restringimento evidente dello spazio posteriore. Questo dato è in accordo con quanto riferito dai soggetti circa l immaginario di un allenatore: dare spiegazioni, incitazioni e regole agli atleti posizionati davanti a lui. L immagine che invece i soggetti avevano del ruolo di atleta ha dato luogo in molti casi ad un evidente restringimento dello spazio laterale: uno spazio stretto ai lati e lungo avanti, come di chi si proiettasse spazialmente in una direzione, potrebbe corrispondere infatti all immaginario di chi deve correre per

8 compiere un salto in alto. Sembrerebbe dunque che realmente esista una modificazione nella percezione dello spazio personale in relazione al tipo di ruolo immaginato, e che tale modificazione possa variare in funzione dell autorappresentazione che ogni singolo soggetto ha del ruolo stesso. Sono primi rilievi che richiedono ulteriori indagini e verifiche. Bibliografia - Argyle, M., Dean, J. (1965), Eye contact, distance and affiliation. Sociometry, vol.18, pp Artaud, A. (1964), Il teatro e il suo doppio. Einaudi, Torino. - Bonino, S., Fonzi, A., Soglione, G. (1978), Sulla funzione dello spazio personale. Età evolutiva, vol.1, pp Brook, P. (1969), Lo spazio vuoto. Bulzoni Editore, Roma. - Grotowski, J. (1972), Per un teatro povero. Bulzoni Editore, Roma. - Hall, E.T. (1966), La dimensione nascosta. Bompiani, Milano. - Hayduk, L.A. (1983), Personal space: Where we now stand. Psychological Bullettin, vol.94, pp Horowitz, M.J., Duff, D.F., Stratton, L.O. (1964), Personal space and the body-buffer zone. Archives of General Psychiatry, vol.11, pp Little, K.B. (1965), Personal space. Journal of Experimental Social Psychology, vol.1, pp Marucci, L. (2001), Esperienze transculturali. Artiterapie, vol.1, pp Remland, M.S., Jones, T.S., Brinkman, H. (1995), Interpersonal Distance, Body Orientation, and Touch: Effects of Culture, Gender, and Age. The Journal of Psychology, vol.135(3), pp Ruggieri, V., Fabrizio, M.E. (1994), La problematica corporea nell analisi e nel trattamento dell anoressia mentale. EUR, Roma. - Ruggieri,V. (1997), L esperienza estetica. Fondamenti psicofisiologici per l educazione estetica. Armando editore, Roma. - Ruggieri, V., Thellung, M. (2000), Personal space as a real concreate measurable phenomenon. International Conference on Spatial Cognition, Roma. - Ruggieri, V. (2001), L identità in psicologia e teatro. Edizioni Scientifiche Magi, Roma.

9 - Sinha, S.P., Nayvar, P. (2000), Crowding effects of density and personal space requirements among older people: The impact of self-control and social support. Journal of Social Psychology, vol.4, pp Stanislavskij, K.S. (1988), Il lavoro dell attore su se stesso. Laterza, Bari. (area: 1,89 m²) (area: 0,87 m²) nel ruolo di atleta (area:0,70 m²) nel ruolo di allenatore (area: 1,52 m²) (area: 0,20 m²)

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