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1 2 giorno Tracce di scenari futuri 13 giugno 14 giugno Rapporto del laboratorio di co-progettazione seconda giornata 2015

2 Il percorso Il percorso di partecipazione Imola ripartecipa è promosso dall Amministrazione Comunale per individuare nuovi strumenti partecipativi per il Comune di Imola. Il percorso ha l obiettivo di coinvolgere Amministrazione, cittadini/e, associazioni e rappresentanti di categorie economiche e sociali nella definizione di linee guida che facilitino la cultura collaborativa e partecipativa e che siano definite in maniera condivisa da tutti gli attori in campo. Il laboratorio Il laboratorio di co-progettazione sugli scenari futuri ha rappresentato il terzo momento di coinvolgimento diretto della città: culmine di un percorso che ha già visto cittadini e cittadine confrontarsi con esperti sul tema della collaborazione per la riqualificazione urbana e la gestione dei beni comuni e poi condividere una definizione di bene comune e mapparne la presenza a Imola. 1 L obiettivo era di definire i possibili contesti futuri della partecipazione a Imola sia in termini di iniziative concrete che di cornici di azione. Nel corso di due consecutivi appuntamenti i partecipanti, tramite un confronto facilitato da esperte, hanno infatti prima presentato e disegnato progetti di collaborazione a partire da alcune proposte presentate, poi da questi fatto emergere elementi utili a delineare uno schema relativo a temi, attori da coinvolgere, ruoli, funzioni, strumenti e modalità di questa collaborazione futura. Si è quindi compiuto il passaggio da come concretamente realizzare progetti relativi al bene comune a condividere regole e principi affinché questi stessi progetti possano essere sviluppati e realizzati.

3 Indicazioni per il Patto di collaborazione Nel secondo giorno di lavoro, a partire dalle proposte co-progettate durante il pomeriggio di sabato 13, i partecipanti si sono confrontati su uno schema di «patto» per la collaborazione al fine di individuare azioni e principi per realizzarle concretamente attraverso l attivazione di dinamiche collaborative, di reciprocità, di scambio, di co design per la tutela e la valorizzazione dei beni comuni urbani materiali e non. Il risultato è un primo quadro di indicazioni su temi, attori, funzioni, attività e modalità della collaborazione per integrare tutte le componenti della comunità locale in un nuovo circuito democratico che sarà la base del documento che l Amministrazione di Imola elaborerà: primo passo di innovazione degli strumenti di partecipazione della città. 2

4 I temi La qualità della vita urbana e il benessere dei cittadini sono emersi come macrotema da cui estrarre ambiti di intervento più specifici, individuati principalmente su tre filoni-chiave di intervento: spazi indecisi, intesi come luoghi, pubblici e non abbandonati, disabitati o dismessi che, nonostante la loro attuale condizione raccontano storie della comunità locale, connesse ad esempio a vicende economiche, politiche, culturali. Dimenticati per incuria o in attesa di un utilizzo migliore, si avviano al progressivo deterioramento: tutti i luoghi, le aree, gli spazi su cui manca una visione e un progetto ma in cui è possibile innescare processi di rigenerazione urbana. Nuovi spazi urbani da co-progettare, in cui il disegno dello spazio, aperto, accessibile, attrattivo e multifunzionale diventa uno strumento per sostenere il miglioramento della qualità della vita con una trasformazione che integra aspetti socio-economici, rigenerazione sociale e vivibilità. Progetti di coesione e integrazione sociale, che valorizzino le relazioni tra i membri della società e promuovano l assunzione collettiva di responsabilità, per dare vita a comunità capaci di rispondere alle domande e ai bisogni dei propri membri e di prevenire e contrastare esclusione e disuguaglianza, creando relazioni sociali forti. 3

5 Attori da coinvolgere I partecipanti hanno menzionato direttamente vari soggetti e attori pubblici e privati che dovrebbero essere protagonisti di questo nuovo circuito democratico: Amministrazione comunale, comunità scolastiche (alunni e insegnanti), abitanti e fruitori degli spazi urbani, associazioni e realtà del volontariato su tutte le frazioni, cittadini attivi, artisti, proprietari di fondi e spazi, imprese, gestori di locali, associazioni di categoria, sindacati, istituzioni (Camera di Commercio) e strutture della Pubblica Amministrazione. È possibile, in sintesi, ricondurre le indicazioni gli attori appartenenti alle cinque anime della governance collaborativa: 1.cittadini e innovatori sociali; 2.imprese (profit, low profit, non profit); 3.istituzioni cognitive (scuole, università, centri di ricerca, accademie, istituti culturali); 4.società civile organizzata (parti sociali e soggetti del terzo settore); 5.istituzioni pubbliche. Strumenti e riferimenti 4 Come riferimento per la redazione del Patto di collaborazione i partecipanti hanno segnalato: Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani del Comune di Bologna, fondato sul modello dell Amministrazione condivisa, in cui la partecipazione attiva dei cittadini alla cura dei beni comuni urbani diventa un tratto distintivo di una sperimentazione di governance collaborativa. Come buone pratiche da cui trarre ispirazione per sviluppare patti di governo del territorio di natura partecipata e dal basso sono stati citati: i Contratti di fiume di Geolab, come strumento per la gestione e la riqualificazione delle aree fluviali e a rischio idrogeologico tramite accordi consensuali, definiti in modo cooperativo, tra soggetti decisionali; il bando per il riutilizzo del patrimonio di FS Italiane, un progetto di riqualificazione per il riuso sociale - ambientale degli spazi; l affido temporaneo di spazi comunali del Comune di Bologna.

6 Azioni A fronte dei piani di intervento individuati, i partecipanti hanno identificato quali azioni necessarie alla realizzazione del Patto: semplificazione di procedure su permessi e autorizzazioni per iniziative o attività di progetti collaborativi, ad esempio la messa in regola per la concessione del suolo pubblico o in materia di sicurezza. Creazione di una sorta di vademecum delle procedure necessarie che consenta a tutti i soggetti interessati a sviluppare progetti collaborativi di avere una chiara visione dei percorsi e delle pratiche amministrative e burocratiche da seguire in termini di competenze e tempistiche. Mappatura delle realtà sociali e associative locali: uno strumento aggiornato, trasparente e accessibile che faciliti i contatti e le relazioni per sviluppare progetti e iniziative collaborative. 5 Mappatura degli spazi indecisi, uno strumento in grado di raccogliere fotografie, racconti, storie, video, o semplici segnalazioni di luoghi del territorio che potrebbero essere recuperati a nuove funzioni e utilizzi dalle comunità (con riferimento all esperienza ). Si sollecita inoltre l inserimento dei progetti sperimentali nella rete civica del Comune di Bologna Iperbole per offrire loro maggiore visibilità e potenzialità di sviluppo all interno dell area metropolitana.

7 Metodi Per raggiungere l obiettivo di un nuovo rapporto tra Amministrazione e cittadini/e, i partecipanti hanno segnalato come necessario un cambiamento in parallelo su più fronti. Da un lato, un lavoro interno all Amministrazione comunale per rendere possibile ai cittadini di attivarsi per la cura dei beni comuni; chiarendo al tempo stesso competenze e mettendo a sistema procedure con informazioni accessibili e condivise tra i soggetti coinvolti nel Patto. Dall altro, la sperimentazione concreta di forme di gestione civica di spazi pubblici, a partire proprio dalle proposte progettuali emerse nel corso del percorso partecipativo Imola ripartecipa, sviluppate in forma di progetti pilota di un anno a cui affiancare momenti e strumenti di comunicazione, interna ed esterna, e di monitoraggio del lavoro in corso. I progetti collaborativi dovrebbero prevedere, quanto più possibile, la co-progettazione di tutti i possibili fruitori degli spazi o delle iniziative, chiarendo responsabilità di gestione e di impegno dei diversi soggetti partecipanti. 6 Infine, andrebbero progettati e implementati trasparenti e diffusi strumenti e momenti di informazione, comunicazione e disseminazione che prevedano anche di far conoscere storia e percorsi dei beni comuni imolesi, in modo da garantire la qualità a la coerenza delle proposte progettuali con le esperienze e i percorsi pregressi della città e della comunità locale.

8 Ruoli e responsabilità I partecipanti hanno indicato come necessario che ciascun attore abbia all interno del Patto ruoli e responsabilità definite. All Amministrazione comunale, il Patto potrebbe demandare: L accompagnamento e la supervisione di tutte le iniziative e i progetti attivati a seguito del Patto; un sistema di controllo che preveda anche una componente di monitoraggio civico sulla qualità dei progetti; una esplorazione delle questioni legate alle coperture assicurative per i cittadini coinvolti nei progetti. Alle associazioni e ai cittadini la modalità collaborativa definita dal Patto richiede di prendersi in carico i progetti che promuovono assieme agli altri attori del territorio e di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie risorse per realizzarli. 7 Ai soggetti privati, il Patto potrebbe offrire la possibilità di attivare forme di sostegno che includono la consulenza professionale e la messa a disposizione di materiali ed attrezzature, eventualmente in cambio di visibilità promozionale, con l attivazione di una sorta di meccanismo di sponsorizzazione.

9 Hanno partecipato Roberto Bacchilega Nicoletta Bertaccini Edoardo Borgia Alessandra Brunori Sara Caputo Daniele Fabbri Davide Fabbri Nicolò Fantini Sara Fantini Maria Rosa Franzoni Luca Gabbi Lucia Galanti Giacomo Gambi Lara Gramantieri Chiara Lazzerini Iacopo Mandelli Marco Martelli Manuela Sangiorgi Antonella Stagni Luca Tanieli Francesco Valli Percorso a cura di 8

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